breguet inventor of the tourbillon
THE YEAR 2021 MARKS THE 220TH ANNIVERSARY OF ONE OF THE GREATEST BREGUET’S INVENTIONS: THE TOURBILLON. DEVELOPED BY BREGUET 220 YEARS AGO, THE TOURBILLON HAS NEVER BEEN AS VITAL TO FINE HOROLOGY AS IT IS TODAY. REGARDED AS ONE OF THE GREATEST INVENTIONS OF ALL TIME, IT CONTINUES TO FLOURISH AT THE HOUSE OF BREGUET, ITS CUSTODIAN. BREGUET TIMEPIECE 7047 FEATURES A SPECTACULAR TOURBILLON MECHANISM COUPLED
BREGUET.COM
TO A FUSEE-AND-CHAIN TRANSMISSION.
ORIGINAL PATENT ABRAHAM-LOUIS BREGUET 1801
TRADITION TOURBILLON 7047
WISHING ROBB REPORT ITALY A WHIRLWIND SUCCESS WITH THEIR LAUNCH
DEPARTMENTS 12
C ONT RI BUT O RS
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ED I T OR’S L E T T E R
58
THE ANSWERS WITH...
Filippo Ricci direttore creativo del brand Stefano Ricci
132
G ENI US AT WO RK
Così il restauratore Michael Duffy ha dato una rinfrescata meticolosa a un famoso Van Gogh del MoMA
162
T HE DUEL
Attico a One Hyde Park vs. diamante da 101 carati
pag. 146 I due percorsi a 18 buche del Verdura Resort sono firmati dal progettista californiano Kyle Phillips
FOOD & DRINK 43 Il vero lusso:
seguire i ritmi della natura
46 Che la festa
abbia inizio
48 Non ci
THE GOODS EXPERIENCE
16 Caccia al tartufo
ART
24 La meglio Italia vista da Testino
CULT
28 Il salotto buono
Volume 1 • Inverno 2021
JEWELRY 33 Un secolo
di Emozioni
WATCHES Illustrazione di Lorenzo Pietrantoni
VIVERE IL MEGLIO
Prezzo 10 euro - Anno 1 - N° 1 - Inverno 2021 - Periodicità: trimestrale - Prima immissione: 23/11/2021 - Trimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI
VOLUME 1 • INVERNO 2021
della montagna
LUSSO SENZA COMPROMESSI 09/11/21 17:54
I N C OP E RT I NA I L LUST RA ZI O N E DI LORENZO PETRANTONI
36 La complicazione
sta nella semplicità
RESTAURANT
40 La macchina del tempo di Enrico Crippa
sono più i panettoni di una volta
51 In alto
lo spirito
HOTEL 54 A casa
di Re Giorgio
DOMAIN OBJECTIFIED
62 Morbide sculture
REAL ESTATE
68 I maghi
degli immobili di pregio
EXHIBITION 75 Jeff Koons,
bagliori pop
DREAM MACHINES WATER
78 Arrivano due yacht carichi di...
WHEELS
WRITE
118 Il Granduca
della scrittura
121 Il fascino discreto dell’agenda
STYLE
84 L’effimero
124 Pennellate casual
90 Alla carica! 96 Brivido elettrico
REPORTING
intramontabile
HORSES
98 La leggenda che sorride
140 L’altra Petra Un tesoro nascosto
WINGS
102 Fate spazio 106 Business d’alta quota
TECH
110 Il giro del mondo in 80 anni
PASSIONS FITNESS
115 Smart working
146 Green da campioni Golf Verdura
152 Lusso per sport Oggetti preziosi
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Periodico registrato presso il Tribunale di Milano al numero 192 dell’08/10/2021
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ROMA
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Contributors
Alfonso Rizzo Cresciuto a pane e motori, Alfonso Rizzo non ha mai voluto smettere di giocare con le “macchinine”. Giornalista, figlio d’arte e padre affettuoso di una teenager, non si è ancora stancato di girare il mondo per provare qualsiasi manufatto semovente, purché abbia un volante, delle ruote e almeno un motore. Possibilmente molto potente.
Emilio Cozzi Giornalista e autore, è uno tra i più noti divulgatori di cultura videoludica, eSport, spazio e innovazione tecnologica. Dirige la sezione space economy di Forbes Italia e Cosmo, e scrive per Il Sole 24 Ore, Wired Italia, Italian Tech e La Lettura del Corriere della Sera. Allo spazio ha dedicato i libri L’esplorazione dello spazio (2021, Le Scienze/ La Repubblica) e Spazio al futuro (2021, Bfc Books/ Telespazio/Leonardo). È autore e conduttore di Space Walks, in onda su Rai 4.
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INVERNO 2021
Beba Marsano
Marco Trentini
Penelope Vaglini
Storica dell’arte, scrittrice, giornalista esperta di lifestyle e turismo culturale, è nomade di lusso, alla costante ricerca del bello in quei luoghi dove «la forma, la vera forma, è identica alla sostanza».
È dal 2012 direttore di Trotto & Turf e oggi dirige anche Equos, il magazine settimanale dell'ippica, oltre a essere fra i contributor di Forbes. In qualità di inviato ha seguito tutti i maggiori eventi mondiali dell'ippica.
Appassionata di cocktail e alta cucina, scrive di cibo, vino e lifestyle per testate internazionali. Ha co-fondato Coqtail Milano, la prima community italiana sulla mixology e il suo magazine online, punto di riferimento per gli amanti del buon bere.
L . U . C T I M E T RAV E L E R O N E - Handcrafted in ethical gold -
L.U.C Time Traveler One is a 42 mm world-time watch equipped with a disc bearing the names of the reference cities for the 24 main time zones. It is powered by the chronometer-certified, 291-part automatic L.U.C 01.05-L movement. it was entirely conceived and crafted in our Manufacture. Proudly developed and handcrafted by our Artisans, this exceptional timepiece showcases the finest expertise and inventiveness cultivated within our Manufacture.
Editor’s Letter Robb Report, fondato nel 1976 da Robert “Rusty” White, in origine era una newsletter (una delle prime della storia) conosciuta come Twenty Century Confederates. White voleva vendere la sua collezione di memorabilia della Guerra civile americana e di Rolls Royce, visto che le collezionava. Oggi, dopo quasi mezzo secolo Robb Report è il sistema editoriale di riferimento del lusso mondiale. Finora in Italia non c’era un magazine, anzi un sistema editoriale, che raccontasse il lusso così come lo fa Robb Report. Nei giornali italiani il lusso si guarda da lontano. O al massimo lo si ostenta. Francamente manca (mancava) un sistema che consenta di entrarci dentro. Per questo BFC Media ha fatto un accordo con Penske Media Corporation per portare in Italia Robb Report, il magazine che è considerato nel mondo il punto editoriale più alto di approccio con il lusso, quasi di simbiosi con esso. Con l’ingresso di Robb Report nella propria scuderia, BFC Media amplia e rafforza il segmento delle sue testate ad alto valore aggiunto, supportate da sistemi editoriali complessi e completi formati da magazine, siti web, tv, social, newsletter, eventi destinati a lettori premium, che riconoscono l’autorevolezza dei magazine e il loro messaggio culturale e commerciale, fatto di esclusività, altissima reputazione, input forti e precisi a comunità che reclamano grandi obiettivi, fortemente coese, con esigenze esclusive, che sanno apprezzare il valore dei contenuti. Ma torniamo a Robb Report, la Bibbia del lusso mondiale, un titolo che si è conquistato nel tempo, raccontando nel mondo il meglio di auto, aerei privati, superyacht, real estate, abbigliamento, gioielli, viaggi, orologi, cucina e arte. Ecco, scandagliando al massimo livello tutti questi settori, apriremo la porta del lusso in modo che i lettori, italiani e stranieri, possano entrarci dentro attraverso foto e servizi curati ed esclusivi, che saranno la vetrina di experience straordinarie. Sarà una specie di porta del paradiso del bello e del meglio che avrà un’enorme affaccio sul made in Italy perché l’Italia è la culla della civiltà del lusso. Lo testimonia lo stuolo di artigiani, alcuni diventati griffe con il tempo, che producono oggetti unici. Raccontando i loro prodotti racconteremo anche le storie di chi li pensa, li progetta, li produce. Di un’Italia fatta a mano, su misura, con genio e manualità mettendo a frutto la storia e la cultura di generazioni. Robb Report in Italia sarà un magazine trimestrale accompagnato da un sito e, a seguire, da una newsletter molto esclusiva. Il magazine seguirà la strada americana. Le sezioni principali saranno quattro: The Goods con i viaggi, il lifestyle, il food&drink, l’arte, gli orologi e la gioielleria; Domain con il design, le ville e le case fantastiche; Dream Machine con i superyacht, le auto più moderne o lussuose, gli aerei privati e la tecnologia; Passions, con lo stile e le nuove tendenze.
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Denis Masetti E DITORE
MASETTI @ BFCMEDIA . COM
In mezzo ci saranno interviste e reportage realizzati dai nostri giornalisti o forniti dai colleghi americani o dalle altre edizioni di Robb Report nel mondo. Poi ci saranno le experiences, il piatto forte di questo progetto. Stiamo lavorando con partner selezionati e di altissimo livello per creare un sistema di occasioni ed esperienze esclusive riservate a chi aderirà al Club RR1 e alle sue iniziative. Per avere un’idea di cosa rappresenti Robb Report, basta pensare che tutti i brand più importanti del lifestyle mondiale hanno investito in questa pubblicazione e i clienti internazionali partecipano alle serate esclusive per la presentazione di auto da favola ed esperienze gourmet con chef stellati e cantine da leggenda. A proposito: cominciate ad assaggiare questo prodotto preparato dalla nostra redazione con il supporto di tutto il sistema Robb Report. Siamo convinti che vi piacerà.
Italian Masterpieces Let it Be divano design by Ludovica + Roberto Palomba poltronafrau.com
THE GOODS W H O , W H AT A N D W H E R E
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DICEMBRE 2021
CACCIA AL TARTUFO di
Penelope Vaglini
L’oro bianco delle Langhe quest’anno si è fatto un po’ desiderare, creando così ancora più aspettative nei tanti estimatori. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul prezioso fungo ipogeo. A iniziare dalla ricerca con i cani fino agli strumenti per degustarlo al meglio
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The Goods | E X P E R I E N C E
asseggiare tra i caldi colori delle foglie autunnali, inebriarsi dei profumi del sottobosco e seguire i cani da tartufo, è un’esperienza tanto magica quanto esclusiva. Per trovare il fungo ipogeo più prezioso non esistono antiche mappe del tesoro, ma è necessario conoscere gli itinerari nelle zone più celebri per la sua cerca. Il punto di partenza è nelle Langhe, tra le colline dichiarate patrimonio mondiale Unesco dove, da ottobre a gennaio, arrivano visitatori da tutto il mondo per vivere le esperienze uniche della stagione del Tuber Magnatum Pico. Come la Truffle Hunting e Dining Experience a Casa di Langa, hotel di lusso di recente apertura circondato da alberi di noccioli e vigneti. Qui, accompagnati dai tartufai e dai loro fedeli cani Lagotto (una delle razze italiane più dotate nella ricerca del fungo ipogeo) è possibile immergersi nell’antica pratica della caccia al tartufo. Di ritorno dai boschi, si fa tappa al Sori Cocktail Bar a degustare l’Alta Langa Spritz, per poi accomodarsi alla tavola del Fàula Ristorante e lasciarsi guidare dallo chef Manuel Bouchard nell’assaggio di gustosi piatti stagionali. Chi desidera acquistare il pregiato fungo di questa zona, può usufruire degli esclusivi consigli del Truffle Concierge di Casa di Langa oppure visitare, fino al 5 dicembre, la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, giunta alla novantunesima edizione. Il punto centrale della manifestazione, infatti, è caratterizzato dal Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, dove aggiudicarsi i migliori esemplari freschi. Per chi ama la cucina d’autore ci sono poi i Foodie Moments, appuntamenti a numero
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IN ALTO E A SINISTRA I tartufai e i loro fedeli cani, essenziali per la caccia al tartufo. SOTTO Fàula, il ristorante dell’hotel Casa di Langa a Cerretto Langhe. NELLA PAGINA A FIANCO L’asta del tartufo alla Fiera di Grinzane Cavour.
il pubblico sull’importanza della tutela ambientale, necessaria per preservare la qualità dei prodotti che nascono in queste meravigliose zone. Come il diamante del bosco che prolifera sottoterra nei pressi di querce, tigli, noccioli e pioppi, traendo dalla vicinanza con le loro radici tutte le sostanze organiche di cui ha bisogno per crescere. Il tartufo bianco sviluppa così il potenziale aromatico
Non esistono antiche mappe del tesoro, è necessario conoscere gli itinerari chiuso con i nomi più celebri del panorama gastronomico italiano. Davide Caranchini, Paolo Griffa e Giuseppe Iannotti sono solo alcuni degli chef stellati protagonisti di cooking show e degustazioni dedicate all’oro bianco delle Langhe. Oltre a celebrare i piaceri della tavola, la Fiera si fa portavoce della sostenibilità, per sensibilizzare
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The Goods | E X P E R I E N C E
che lo rende unico e permette di abbinarlo a tavola con i migliori vini di Langhe, Monferrato e Roero. Un sodalizio vincente, da provare al Villaggio Narrante in Fontanafredda & Casa di E. Mirafiore, all’interno della storica dimora di Re Vittorio Emanuele II, circondata da una riserva naturale. Con il pacchetto Tartufo Bianco & Barolo si possono trascorrere due notti all’hotel Vigna Magica, andare in cerca del fungo ipogeo insieme con un trifolao e infine visitare le storiche cantine di Fontanafredda. L’esperienza si conclude a cena da Guidoristorante in Villa Reale, con un menu stagionale accompagnato da tartufo bianco e tre diverse etichette di Mirafiore. La caccia al diamante del bosco prosegue in Toscana, altra regione italiana particolarmente vocata per la qualità del fungo, in particolare
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Il diamante del bosco prolifera sottoterra, nei pressi di querce, pioppi, tigli e noccioli. nell’area compresa tra Pisa, Firenze e Siena, dove da quattro generazioni opera Savini Tartufi. All’interno della storica sede di Forcoli, si possono vivere diverse Truffle Experience personalizzate, la cui partenza è sempre dal Savini Museum, tempio del tartufo ricco di testimonianze storiche, dove comprendere le principali differenze tra le varietà del fungo ipogeo. Prima di iniziare la ricerca, infatti, è importante conoscerne il ciclo biologico, il modo
Esistono diversi tipi di tartufi neri: il Tuber Melanosporum, detto anche di Norcia, o Périgord in Francia, è il più pregiato, nonché il più costoso.
in cui sopravvive e si sviluppa nel suo habitat naturale e apprendere quali piante ne favoriscono la crescita, per avere tutti gli indizi utili a scovarlo. Accompagnati dagli esperti tartufai, si sale quindi a bordo di un fuoristrada per la caccia vera e propria, avventurandosi tra i boschi della zona. Qui i cani da tartufo fiutano le pregiate pepite, da prelevare dal sottosuolo con delicatezza per mantenerle intatte, mentre al termine dell’estrazione si ricopre la buca con la terra, per facilitare la nascita di un nuovo fungo e tornare a cercarlo l’anno seguente. Con il ricco bottino in mano, la Truffle Experience si conclude in cucina, con un corso pratico per realizzare un menu a base di tartufo bianco, l’ingrediente più prezioso e aromatico da portare a tavola durante la stagione autunnale.
La famiglia Savini (nella foto Luciano, seconda generazione) si occupa di tartufi in Toscana dagli anni 20 del secolo scorso.
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Il gesto perfetto «Esaltare l’eccellenza di un prodotto attraverso la precisione di un gesto, seguendo delle regole ben definite», è il mantra con cui lo chef Davide Oldani ha progettato XFETTA. L’affetta tartufi dalla lama fissa con cui realizzare lamelle dalle dimensioni sempre uguali. Lo spessore? È quello idealmente perfetto secondo il Centro Nazionale Studi Tartufo, per valorizzare al meglio il fungo ipogeo e i suoi sentori inconfondibili.
Come un gioiello Preserva le note aromatiche del tartufo e permette di esporlo al pari di una gemma preziosa. La vetrina refrigerata in krion (materiale antibatterico) realizzata da Appenino Food Group e Italproget, ricrea il microhabitat del sottobosco e prolunga la vita del fungo ipogeo. Presente solamente in venti ristoranti al mondo, unisce design e tecnologia con un sistema a ultrasuoni che avvolge il tartufo in una scenografica nebbiolina.
Questione di naso Job Smeets e Gufram presentano una spazzola da tartufo che, al primo sguardo, anticipa l’esperienza olfattiva del Tartufo Bianco d’Alba. Si chiama Giacomo e la sua forma, ricostruita con foto d’archivio, rappresenta il naso di Giacomo Morra, ideatore della Fiera. Realizzata con una finitura in oro 24 carati, ha setole in fibra di tampico naturale, per pulire delicatamente i funghi appena raccolti.
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ART
La meglio Italia vista da Testino
GUTTER CREDITS COURTESY OF 29 ARTS IN PROGRESS GALLERY
Mischiare alto e basso, sacro e profano. Tutto e di più nella personale dedicata al celebre fotografo peruviano (con origini liguri). Una gallery mai vista prima, per conoscere i tratti più intimi dell’artista. Quasi un’ode al «paese più bello del mondo»
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SI NEVPETRE N MO B E2R0 2210 2 1
GUTTER CREDITS
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Sienna Miller tra le sculture della Fondazione Memmo a Roma (2007).
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Philip Bode, Palmarola (2016). NELLA PAGINA A FIANCO, DALL’ALTO
Vittoria Ceretti, Amalfi, (2017); Eva Herzigova, Roma, (2006).
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COURTESY OF 29 ARTS IN PROGRESS GALLERY
U
n legame profondo, quello di Mario Testino con l’Italia. Affascinato dal Belpaese, che spesso ha scelto per ambientare i suoi più celebri scatti, al fotografo peruviano, 67 anni e origini liguri (il nonno Michele era di Lavagna), non aveva tuttavia mai avuto l’onore di una retrospettiva. In anteprima mondiale e per la prima volta in Italia, Mario Testino: Unfiltered è una inedita personale dell’artista, un progetto espositivo ambizioso che mette in mostra 50 scatti, alcuni mai visti, da ammirare fino al 28 febbraio negli spazi della 29 Arts in Progress di Milano. Un allestimento da sogno dominato dal bianco di pareti e cornici, a risaltare i colori delle immagini dell’artista. Accanto alle più rare e iconiche opere fotografiche in grande formato, in esclusiva anche un corpo di scatti inediti, disponibili in nuovi formati ed edizioni, che svelano il lato meno conosciuto, più spontaneo e intimo dell’artista. «Scattando immagini di continuo, da molti anni, è bello ogni tanto riflettere su sé stessi e osservare quel che gli altri colgono e vedono nelle mie fotografie», assicura Testino. La galleria è suddivisa in due momenti che comprendono, oltre alle immagini fashion delle muse amate dal fotografo, il progetto Ciao, interamente dedicato all’Italia, e una serie fotografica composta da istantanee personali, momenti di vita vissuti dall’artista, insieme con alcuni ritratti che hanno lasciato un segno indelebile nella sua straordinaria carriera. L’ambizioso progetto espositivo, ricco e variegato, è stato pensato dai curatori Eugenio Calini e Luca Casulli per svelare al pubblico e al collezionismo italiano e internazionale il lato più spontaneo dell’autore, considerato uno dei più celebri e ricercati fotografi di moda viventi. I suoi lavori hanno contribuito a creare l’immagine di
«È bello ogni tanto riflettere su sé stessi e osservare quel che gli altri colgono e vedono nelle mie fotografie»
grandi case di moda come Burberry, Gucci, Calvin Klein, Yves Saint Laurent, Valentino, D&G e Versace. Attualmente collabora con le principali riviste internazionali di moda, tra cui le edizioni americane, francesi e italiane di Vogue, The Face e Vanity Fair. Alcuni lavori fotografici sono esposti al Victoria and Albert Museum a Londra, al Carpenter center for the Visual Arts di New York e al FAAP di San Paolo in Brasile. Il suo talento? Fare sentire chi guarda partecipe di scene molto private delle star. Nonostante siano patinate e glamour, le sue immagini producono empatia, c’è qualcosa nella loro lucente semplicità, nella loro naturalezza che ci consente di immedesimarsi, anche se i soggetti sono Angelina Jolie e Brad Pitt mentre abbracciano i loro figli, oppure Cameron Diaz che ride avvolta in un asciugamano dopo la doccia: gesti quotidiani che appartengono a tutti. Alessia Bellan
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C U LT
Il salotto buono della montagna
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ortina d’Ampezzo, il palcoscenico ideale per il jet set, frequentato da star, attori, personaggi letterari, con feste ed eventi che fanno parlare estate e inverno e una via dello shopping da fare invidia a Montenapo. Tutto giusto, ma Cortina è soprattutto uno dei luoghi simbolo - benissimo tutelato nella sua antica bellezza - delle Dolomiti. Circondata da vette meravigliose come le Tofane, con un comprensorio Superski
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tra i più vasti, che comprende il Passo di Falzarego, la cittadina - ma appare ancora come un ampio villaggio allungato nella valle soleggiata - è un paradiso per gli amanti dello sci e delle arrampicate. Un buon ritiro anche e soprattutto per lo spirito, dove rigenerarsi in una natura sorprendentemente poco addomesticata dall’uomo (piste a parte). D’estate, si fanno passeggiate sui dolci declivi, accanto a mucche libere al pascolo e caprette (da
cui i formaggi di malga, ricercatissimi). D’inverno, con le ciaspole, si riscoprono le orme dei caprioli, che portano tra i boschi silenti dove perdersi nei propri pensieri, mentre si tonifica il corpo e si ricomincia a respirare con i sentori di abete e di muschio. Rientrati in paese, pomeriggio tra le vetrine del centro, alla scoperta di botteghe e boutique uniche per ricercata raffinatezza, custodi di articoli originali
WWW.BANDION.IT
Cortina d’Ampezzo si prepara alle Olimpiadi 2026 con la stessa eleganza e l’ospitalità esclusiva che da sempre attrae il jet set internazionale. Supportata da vette magnifiche e un comprensorio sciistico da campioni. Senza trascurare lo shopping di massimo lusso
HOTEL CRISTALLO E ARCHIVIO FOTO ZARDINI
ed esclusivi, per poi passare all’aperitivo di rito nello storico Hotel de la Poste, meta della jet society, a La Suite, molto amata dai giovani o in una delle due Enoteche per degustare gli ottimi vini e distillati della zona. La night life prosegue, a cena, al San Brite, dove Riccardo Gaspari, chef 36enne, ottimo sciatore e montanaro, pronto per la seconda stella Michelin, guida la brigata di cucina con estro e attenzione ai prodotti del territorio
IN QUESTA PAGINA L’Hotel Cristallo e Marisa Barenson negli anni ‘70 NELLA PAGINA A FIANCO Vista panoramica di Cortina.
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(provare per credere i suoi spaghetti con olio al Pino Mugo). A ispirarlo nella scelta di vita, quando aveva 22 anni, Ludovica Rubbini (con cui ha 2 bambini), e che si occupa del caseificio Piccolo Brite, molto apprezzato dai gourmet. Finale di serata, dove lasciarsi travolgere da musica e danze aspettando le prime luci dell’alba, il VipClub e il Bilbò. Intanto, per prepararsi al meglio in vista dell’appuntamento con i XXV Giochi Olimpici Invernali che condivide con Milano, Cortina inizia a rifarsi il maquillage: annunciata la ristrutturazione dell’Hotel Impero, che si chiamerà Hotel de Lën, e dell’ex Motel Agip, progettato negli anni ’50 dall’architetto Edoardo Gellner. Entrambi riveduti e corretti secondo i progetti di Studio GrisDainese. Mentre l’architetto ampezzano Ambra Piccin racconta di come si respiri già
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SOPRA Punta Sorapiss, una delle più importanti cime delle Dolomiti, si riflette sul Lago di Misurina.
un’aria frizzante dal punto di vista immobiliare: «C’è molto interesse all’acquisto di immobili, tutti vogliono venire a Cortina, soprattutto i milanesi». Pronti a godersi lo spettacolo del circo bianco mondiale, garantito dall’ottima qualità degli impianti esistenti, come ha assicurato Benedetto Gaffarini, assessore all’Urbanistica ed edilizia: «Le strutture sportive sono pronte, faremo solo qualche piccolo intervento allo stadio olimpico, le piste da sci perfette, mentre quelle da bob da riconvertire. Per quanto riguarda i posti letto per atleti e accompagnatori, stiamo cercando e valutando luoghi dismessi da rigenerare, dove realizzare strutture ricettive di eccellenza». In attesa di nuovi spettacolari salti, il Trampolino Italia domina la vallata, prima struttura ad accogliere i tanti appassionati della «perla delle Dolomiti». Susanna Tanzi
GETTYIMAGIS
“Passando sempre più tempo a fissare uno schermo ci lasciamo sfuggire l’opportunità di guardarci attorno e partecipare alla vita vera”
C U LT | The Goods
GENESIS
CACCIA AI TESORI DELLE DOLOMITI
Alcuni momenti della 3 giorni di Genesis, progetto pilota dei titolari del ristorante San Brite di Cortina, un’esperienza sensoriale e un omaggio al territorio, alle arti culinarie e alla natura.
Per stile e buone frequentazioni, Cortina si presta a essere luogo privilegiato per eventi esclusivi ed ecosostenibili. Rivolti a chi ricerca lusso discreto e qualità assoluta. Ecco perché Fideuram Private Banker, che da anni promuove investimenti che rispettino i criteri Esg, ha voluto sponsorizzare a inizio autunno la 3 giorni di Genesis, progetto pilota di Ludovica Rubbini e Riccardo Gaspari del ristorante San Brite. Vero e proprio simposio d’amore nei confronti della terra, a iniziare dai piatti preparati a quattro mani da Mikael Svensson del Kontrast di Oslo e Valerio Serino del ristorante Tèrra di Copenhagen; proseguendo con la sessione yoga del mattino, con vista sulla Tofana, 5 Torri e Monte Cristallo; passando poi per un’escursione in mountain bike a caccia di sorgenti naturali. A seguire, workshop con l’esperto Ben Branson di Seedlip, prodotto a base acqua realizzato attraverso la distillazione di erbe e spezie per cocktail analcolici, e foraging con Valeria Mosca, per capire l’importanza delle piante invasive per la tutela delle biodiversità. Quindi, pranzo al sacco con Chita Perazzi, Sara Nicolosi e Cinzia De Lauri del ristorante Altatto a Milano, che hanno preparato una gavetta lussuriosa per rifocillarsi, dolce compreso, prima di salire a 1.800 metri, per vedere all’opera un bravo artista della natura, Stefano Ogliani Badessi. E terminare queste 72 ore di benessere con la grigliata preparata dagli chef Franco Aliberti, Davide Di Fabio e Riccardo Gasperi, prima di rimirar le stelle dalle tende montate ad hoc per la notte. A concludere la prima experience cortinese di questo genere, il test drive su percorsi misti degli ultimi modelli Audi, tra cui la spettacolare e velocissima Audi e-tron, 100% elettrica, naturalmente. ST
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Manolo Valdés - Mariposas, 2017 Courtesy of Contini Art Gallery
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customline-yacht.com
J EW E L RY
Un secolo di Emozioni Equilibrio, proporzioni e, naturalmente, diamanti. Ovvero, il segreto della bellezza secondo Damiani
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asta varcare la soglia della boutique di via Montenapoleone per comprendere le ragioni del successo di Damiani: ogni vetrina rappresenta un mondo, un magico riflesso splendente della maestria e della capacità dei maestri orafi di creare gioielli unici, esclusivi, arrichiti da gemme rare e pietre preziose che sembrano uscite dalle fiabe di re, regine, principesse… Perché oggi come quasi un secolo fa, ognuno dei monili esposti è una piccola opera d’arte, realizzata a mano rigorosamente in Italia, con un design distintivo e la stessa grande attenzione ai minimi dettagli. La storia del brand è quella di una famiglia legata alla tradizione e alla passione per il bello e la perfezione. Giunta alla terza generazione, l’azienda
Collana in oro bianco con diamanti della collezione Emozioni.
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è guidata da Guido, Giorgio e Silvia Damiani che, fin dall’infanzia, hanno ammirato e compreso la creazione dei manufatti, imparando ad amare una professione e i suoi segreti prima ancora di iniziare a lavorare in azienda. Fra le collezioni iconiche di alta gioielleria della maison brilla Emozioni: un autentico capolavoro di oreficeria e incastonatura che, come un antico e prezioso mosaico, unisce la scelta di bellissimi diamanti bianchi di diverse dimensioni a vari tagli che ne esaltano le caratteristiche. Dunque a un diamante centrale si affianca una riviera di brillanti di dimensioni sempre crescenti con tagli a goccia e a navette. Un grande lavoro che mette in luce lo straordinario saper fare dei maestri orafi di casa Damiani che attraverso un continuum sinuoso, con abilità a dir poco sartoriale abbinano differenti tecniche di incastonatura fino a ottenere capolavori che suscitano grandi «emozioni» in chi ha l’opportunità di indossarli o di ammirarli. Altro masterpiece indiscusso è la collezione
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DALL’ALTO Bracciale in oro bianco con 104 diamanti della collezione Mimosa; anelli in oro bianco e diamanti della collezione Emozioni, nelle verisioni con rubino, smeraldo e zaffiro.
Mimosa. Elegante e delicata, dal design classico ma al contempo brioso e inimitabile come l’insolito fiore che dà il nome a questi gioielli dall’aspetto raffinato e sontuoso. Qui i diamanti purissimi sono incastonati ad arte, in modo da rievocare il delicato fiore e da enfatizzarne il design: un’esplosione di colore racchiusa in un design tipicamente Damiani. L’accostamento di diverse pietre preziose come la morganite, il turchese, l’opale e il corallo del Mediterraneo accende di colore anelli, orecchini, bracciali e collier. E i tagli differenti ne valorizzano il disegno e la tridimensionalità donando a questa collezione una modernità senza tempo. «La bellezza», dice Giorgio Damiani, «dipende anche dall’equilibrio, dalle proporzioni, dai dettagli impercettibili che fanno la differenza nella gioielleria, dove si lavora spesso su dimensioni minime». Un prezioso e scintillante equilibrio che fa parte della storia dell’alta gioielleria, del presente e del futuro delle creazioni orafe, per un marchio simbolo dell’eccellenza creativa e artigianale italiana. Mara Cella
DALL’ALTO, IN SENSO ANTIORARIO Anello in oro bianco, diamanti, zaffiri e acquamarina; anello in oro bianco, zaffiri multicolor, smeraldi e opale; anello in oro bianco con tormaline, zaffiri verdi, ztavoriti, granati demantoidi e diamanti, tutti della collezione Mimosa. SOTTO Bracciale in oro bianco, diamanti, zaffiri multicolor e corallo, collezionen Mimosa.
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La complicazione sta nella semplicità Uno sa riconoscere automaticamente i mesi con meno di 31 giorni e gli anni bisestili. L’altro si ispira a un motoscafo fuori dagli schemi. L’alta maestria Panerai in edizione limitata
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universo di invenzioni Panerai inizia nel XIX secolo quando Giovanni Panerai aprì la prima scuola di orologeria a Firenze e ancor oggi continua a stupire. Con nuove creazioni. E una delle complicazioni più impegnative del mondo dell’orologeria: in grado di indicare la data e riconoscere automaticamente i mesi con meno di 31 giorni e gli anni bisestili, il calendario perpetuo trova la sua espressione massima nella limited edition Luminor Perpetual Calendar Platinumtech. Con il nuovo movimento P.4100, il Laboratorio di Idee Panerai ha creato un movimento meccanico a carica automatica, realizzato dalla manifattura di Neuchatel, un territorio senza precedenti per il marchio. Le regolazioni intuitive effettuate tramite la corona consentono di modificare il giorno, la data, il mese e l’anno senza utilizzare uno strumento o un correttore senza alcuna limitazione. Oltre alle lancette delle ore e dei minuti, spicca una lancetta 12h Gmt indipendente e un quadrante 24h a ore 9 con piccoli secondi e un indicatore giorno-notte. Il movimento P.4100 è dotato di doppio bariletto, che consente una riserva di carica fino a tre giorni. Un micro-rotore decentrato avvolge il movimento, le sue dimensioni e il posizionamento consentono al calibro di misurare solo 7 mm di spessore nonostante
Il fondello a vista del Luminor Perpetual Calendar Platinumtech. NELLA PAGINA A FIANCO Il quadrante con minuti, ore, giorno, data, display Gmt 24h e secondi.
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Il Panerai Submersible S Brabus Black Ops Edition. NELLA PAGINA A FIANCO Il Brabus “Shadow Black Ops”, la barca a cui si ispira.
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le sue numerose caratteristiche. Gli elementi visibili sul quadrante (minuti, ore, giorno, data, display Gmt 24h e secondi) sono ridotti al minimo: chiarezza e semplicità sono nel dna del design Panerai. Questo straordinario modello è una delle poche referenze realizzate in platino 950‰. Il quadrante verde soleil è elegante e ben si abbina al prezioso metallo e al cinturino marrone. Resistente all’acqua fino a 50 metri. È prodotto in serie limitata a 100 pezzi, acquistabile esclusivamente presso le boutique Panerai.
Monaco Yacht Show, Panerai, per dare il via al meglio a questa partnership, ha annunciato il suo primo audace movimento automatico scheletrato per modelli esclusivi ispirati appunto al design della serie di barche di lusso
PANERAI SUBMERSIBLE S BRABUS Black Ops Edition (PAM01240)
Brabus “Shadow Black Ops”. Il diametro è di 47 mm, ha lunetta girevole unidirezionale per il calcolo del tempo di immersione, funzione Gmt, indicatore Am/Pm e riserva di carica di tre giorni il cui indicatore a disco in vetro zaffiro è realizzato in Super-LumiNova. Fascino grintoso e movimento scheletrato a vista ne rivelano l’anima. Mara Cella
Un’altra accattivante serie limitata, anch’essa a soli 100 pezzi, è il Panerai Submersible S Brabus Black Ops Edition (PAM01240). È il risultato di ben tre anni di sviluppo e di una speciale collaborazione con il marchio tech-luxury Brabus. Durante il
Semplicità e chiarezza di lettura caratterizzano tutti gli orologi Panerai
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La macchina del tempo di Enrico Crippa Lo chef del Piazza Duomo di Alba, 3 stelle Michelin e il 18° posto assoluto, appena guadagnato, tra i migliori ristoranti al mondo, svela a Robb Report il segreto del suo successo
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l tempio del tartufo bianco esiste e sta in piazza Risorgimento, ad Alba. È Piazza Duomo, l’insegna su cui luccicano da tempo 3 stelle Michelin e, da pochi giorni, al 18° posto assoluto tra i migliori ristoranti al mondo. Niente male. Tutto merito di chi vi officia, Enrico Crippa, un cuoco silenzioso che lascia ai piatti tutto il rumore possibile. Ad allietare chi ha la fortuna di trovarvi posto, nelle settimane in cui appare in carta il menu “Dedicato al tartufo bianco d’Alba” (270 euro). Scandito da queste parole: l’Inizio, il Mare, l’Orto, il Cortile, la Stalla, il Mulino, la Montagna, il Bosco. «Sono categorie generiche», spiega lo chef di Carate Brianza, «perché lavoro con i prodotti del nostro orto e quelli di piccoli contadini, pescatori e allevatori: non è detto siano disponibili ogni giorno. Allora può capitare che, alla voce “il Mare” si possano trovare capesante – quelle atlantiche, quest’anno favolose – o anche dei merluzzi. O alla voce “la Stalla”, una vacca Jersey di Michele Varvara oppure un vitello sanato di Martini di Boves». È l’imprevedibilità della natura, bellezza, una variabile cui Crippa pone da sempre molta attenzione. Così come alla selezione delle piccole pepite bianche, da grattugiare a piacere sopra ogni pietanza: «Il nostro maître, Vincenzo Donatiello, porta al tavolo tartufi di varie
«Lavoro con i prodotti del nostro orto e quelli di piccoli contadini, pescatori e allevatori. Non è detto che siano sempre disponibili: comanda la natura» pezzature: sarà il cliente a scegliere. E a decidere come dosarlo tra le varie portate. Ognuno padrone del proprio godimento». Da qualche tempo, c’è un altro menu per cui vale la pena svenarsi. È dedicato a un altro grande simbolo enogastronomico di queste terre, “il Barolo” (500 euro). «Lo faceva già Giovanni Vailardi, alla fine dell’Ottocento», rievoca Crippa, «era il cuoco della Casa Reale dei Savoia. Noi abbiamo aggiornato quello spartito con le note e gli strumenti di oggi». Storia e contemporaneità. L’ultimo menu degustazione di casa Piazza Duomo si chiama “il Viaggio” (270 euro) ed è benedetto da quelli che, in un anno e mezzo, non sono riusciti a prendere un aereo. «Vi posso portare in Thailandia, ma anche in Calabria». O sulla macchina del tempo: «In Unione Sovietica o nell’Antica Roma». Ma solo se natura comanda. Gabriele Zanatta
DALL’ALTO A SINISTRA, IN SENSO ORARIO L’Albese (carne cruda con tartufo bianco); la sala rosa del Piazza Duomo; gli orti; il menu Barolo (L’Inizio); La Vacca podolica; il maître del risotrante, Vincenzo Donatiello. NELLA PAGINA A FIANCO, lo chef Enrico Crippa.
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FOOD & DRINK
Perché conviene investire sulla terra Naturalmente designata dal padre a presidente del settore vitivinicolo del gruppo dopo una lunga esperienza da enologa, Francesca Moretti svela il suo rapporto privilegiato con le diverse zone di produzione. Dalla Franciacorta del Bellavista alla Sardegna dei grandi bianchi
Francesca Moretti. presidente di Terra Moretti Vino.
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passato un anno dall’investitura di Francesca Moretti a presidente di Terra Moretti Vino, un anno da quando Vittorio Moretti ha deciso di affidare alla sua secondogenita le redini del comparto vitivinicolo del gruppo. Confucio diceva: «Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita», e per Francesca è veramente così. La sua esperienza professionale si colloca sulla Franciacorta delle bollicine di Bellavista e Contadi Castaldi; la Toscana di Petra (Suvereto, Teruzzi), San Gimignano e Acquagiusta (Tenuta la Badiola a Castiglione della Pescaia); e Sella&Mosca ad Alghero. «La terra è il vero bene sul quale investire, se vogliamo trasformare il mondo e riportarlo a un’armonia che generi un benessere diffuso», spiega Moretti. «Voglio lavorare per consegnare ai miei figli e alle prossime generazioni i fondamenti di un’agricoltura rigenerativa». In Franciacorta Francesca vive sulla collina Bellavista, ama correre e camminare fra le vigne, ha un orto quasi “professionale” e un allevamento di galline, polli e conigli. Due figli in età scolare e una grande passione per la vita campestre. «Non amo troppo la mondanità, mi piace cucinare e ricevere a casa gli amici con le loro famiglie. Mi sento green da sempre, anche quando non era di moda, se non avessi fatto l’enologa sarei veterinaria. Sento una grande responsabilità sociale verso il mondo e la salute del nostro pianeta. Insegno ai miei figli la fatica della terra, la bellezza delle piccole cose, il piacere della cucina casalinga. Il vero lusso? Avere il tempo di fermarmi a osservare ciò che mi circonda e immaginare il futuro». In Toscana Francesca è spesso a Petra, la cantina di Mario Botta, incastonata sulla Collina San Lorenzo a Suvereto. «Qui abbiamo una casa che mio padre ha progettato e costruito per me. Mi sono trasferita dopo la laurea e riservo per questo
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«Mi piace andare a correre nei vigneti, il mattino presto. L’aria è pura e si sentono solo i rumori della natura. A volte mi chiedo se sia il Paradiso…».
posto l’amore degli inizi di ogni relazione. Abbiamo una foresteria per gli ospiti e stiamo pensando di implementare il numero di stanze per creare un wine resort. Mi piace che le persone possano risvegliarsi nella bellezza di un paesaggio incontaminato. Dalle nostre finestre si vedono l’Isola d’Elba e del Giglio, si sente la brezza marina che lambisce le vigne, è come stare dentro un quadro ed esserne protagonisti». Ad Alghero, la tenuta è circondata da un vero e proprio “mare di vigne”. Un piccolo universo che racchiude l’essenza della terra più antica d’Italia. Cinquecento ettari di vigneti, la più grande cantina con vigneto a corpo unico d’Europa, un territorio con una biodiversità straordinaria
IN ALTO Le vigne di Bellavista in Franciacorta. NELLA PAGINA A FIANCO La Cantina Petra, in Toscana, disegnata da Mario Botta.
ove le rocce testimoniano epoche geologiche che non trovano un equivalente nel territorio italiano. Una terra di una potenza ancestrale, bagnata dal mare e dai venti che portano in dote la sapidità e la mineralità che rendono eccezionali i vini di Sella&Mosca. «Qui c’è un B&B nato da poco: Casa Villa Marina. Un gioiellino incastonato in un borgo che è stato immaginato dai fondatori come la “città ideale”. Una chiesetta, le case dove abitavano i dipendenti, la vecchia bottaia che ha più di 120 anni, e persone sorridenti e cordiali ad accogliere gli ospiti. E poi spiagge bellissime, calette incontaminate. La nostra famiglia ha una casa in Costa Smeralda, dove vengo fin da piccola, ma è a Sella&Mosca che mi sento al
centro della terra. Mi piace andare a correre nei vigneti, il mattino presto. L’aria è pura e si sentono solo i rumori della natura. A volte mi chiedo se sia il Paradiso…». Tre regioni e sei tenute. Un mondo del vino che spazia tra le bollicine dei brindisi, i rossi da meditazioni e i bianchi del mare. Un viaggio nell’Italia dell’eccellenza, luoghi in cui declinare il concetto di lusso, con il concetto di tempo. «Perché le viti si allevano come i bambini: si nutrono e si crescono. Il mio concetto di viticultura risiede nello stretto legame fra uomo e pianta. Il resto del tempo lo si passa nel silenzio delle nostre cantine, dove i giorni, i mesi e gli anni, decretano il valore e il successo di ogni vino». Olivia Fusi
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Che la festa abbia inizio Ci sono pochi ingredienti capaci di assecondare il palato come ostriche e caviale. Che insieme diventano irresistibili. Protagonisti al party di presentazione di RR Italia al Principe di Savoia a Milano 46
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striche e caviale. E naturalmente, champagne, anche se i buongustai preferiscono accompagnare le prime con un calice di Muscadet e il secondo con della pregiata vodka russa ghiacciata. Ma, si sa, senza bollicine che festa sarebbe? E ostriche e caviale sono da sempre una festa. Per gli occhi e per il palato. E infatti li abbiamo scelti per “viziare” gli ospiti dell’evento - la nostra festa - che abbiamo organizzato per il lancio di Robb Report in Italia. E non potevamo non celebrarli su questo primo numero della rivista. Il caviale - per i pochi che non lo sapessero - sono uova di storione accuratamente selezionate, lavate e salate delicatamente. Hanno sempre una forma sferica, mentre il colore può variare dal nero corvino al verde kaki, a seconda della varietà. Il caviale sa poco di “pesce”, anzi, ha un sapore delicato, piuttosto liscio e burroso. A volte ricorda quello della nocciola. Ci sono molte specie diverse di storione, quelle che hanno reso famoso il caviale sono il beluga, l’osetra e il sevruga. E il beluga è sempre stato considerato il migliore per la sua rarità e le sue dimensioni. Il caviale autentico - e questo forse non tutti lo sanno – comunque deve fare sempre «pop»: le uova devono esplodere sul palato e sciogliersi velocemente. Altrimenti è un fake. Come gustarlo al meglio? Su consiglio di Luca Nicoli, il fondatore di I love ostrica, shop online (www.iloveostrica. it) specializzato nella vendita di ostriche, caviale e altri prodotti ittici di alta qualità, ma anche e soprattutto un progetto di promozione culturale e una fucina di eventi di degustazione, alla presentazione di Robb Report è stato aggiunto direttamente sopra le ostriche. Le uova di storione griffate “Iran Darya”, storico marchio di Caviar Import, l’unica azienda importatrice diretta di caviale iraniano in Italia, si sono sposate con delle freschissime Sandalia, le ostriche delicata della Sardegna, plasmate dalla cooperativa dei Pescatori Tortolì, nella provincia di Ogliastra. Il risultato? Una festa: il caviale infatti completa il profilo gustativo dell’ostrica, donandole grassezza e rendendola ancora più adatta all’abbinamento con lo champagne. Paolo Tomasini
Lo shop online di I Love Ostrica offre 50 tipologie diverse, da quelle francesi a quelle italiane fino a quelle nord europee. Caviar Import distribuisce caviale in Italia dalla fine degli anni ‘80.
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Non ci sono più i panettoni di una volta Non solo nel periodo natalizio ma in tutte le stagioni, tiene banco il tipico dolce meneghino. Declinato in sublimi ricette, dà il meglio di sé da Nord a Sud
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LOISON Pistacchio Matcha Storica azienda del territorio Vicentino dal 1938, Loison si è sempre distinta per la realizzazione di dolci da forno, in primis Colombe e Panettoni. Oggi come un tempo, viene prediletta una lunga lavorazione che riserva al lievito madre 72 ore di lievitazione. Non c’è dettaglio lasciato al caso; ogni passaggio è il risultato di uno studio costante e attento, un abbraccio di equilibri sapientemente bilanciato. Una passione che dal prodotto sì riverbera sulla veste, pensata da Sonia Pilla secondo le regole dell’eleganza e della raffinatezza. Ormai giunta alla terza generazione, la proprietà che guida l’azienda dal 1992 ha saputo donare a un prodotto 100% made in Italy, un valore aggiunto con la scelta di ingredienti pregiati e di origine controllata. Dal mandarino tardivo di Ciaculli al Pistacchio Verde di Bronte DOP, Dario Loison, ceo dell’azienda, ricerca nelle materie prime quel tocco di raffinatezza aromatica che garantisce ai suoi prodotti affidabilità e freschezza. Da oltre 30 anni Dario aderisce all’associazione Slow Food e da 15 ne utilizza i presidi. Ultima creazione per i tanti appassionati del marchio, il nuovo gusto Pistacchio Matcha. Gusto pieno e aroma corroborante, il the Verde Matcha giunge dal lontano Oriente in una polvere finissima, un diamante grezzo delle colline di Uji a Kyoto. Si mescola al Pistacchio Verde di Bronte DOP in un’accezione che esplora la quintessenza del pistacchio. 600 gr € 24.60 loison.com
CRACCO Panciliegia Un dolce lievitato unico, arricchito con un ingrediente speciale: le ciliegie raccolte a mano provenienti dall’azienda agricola Vistamare, sulla dolce collina di Ciola Corniale, a Santarcangelo di Romagna. Dove ai primi albori del mattino la salsedine ne accarezza i frutti, rigorosamente raccolti a mano.Dal gusto dolce e dalla consistenza succosa, la ciliegia Samba dona un sapore intenso al dolce, esaltandone la morbidezza. Panciliegia è frutto di un’accurata lavorazione dei suoi ingredient: farina 00, polpa di ciliegia, ciliegia candita, acqua, lievito madre a pasta acida, burro (latte), uova , zucchero, sale, vaniglia in bacche. Confezione in latta, 1.000 gr € 42 shop. carlocracco.it
Piccoli artigiani crescono Tiri 1957
Dolcemascolo
Da outsider a nome di culto: Vincenzo Tiri è un mito tra i lievitisti, tanto da inserire Acerenza e Potenza tra le coordinate dei gourmet, che nelle sue botteghe vanno a scoprire il segreto di quei dolci riconoscibili al primo sguardo. Merito di un metodo che ha fatto scuola: 3 fasi di impasto e 72 ore di lavorazione – e una mano da maestro – regalano panettoni gonfi, dorati, ricchissimi di aromi e materie prime, punteggiati di canditi home made e vaniglia a profusione nella versione classica. Ma ci sono anche caffè e cioccolato bianco; caramello salato; albicocca e gianduia. € 37 www.tiri1957.it
Frutti di bosco; cioccolato; cioccolato e pere, e poi la novità 2021: lamponi e cioccolato, eredità di una raccolta fortunata nella provincia di Frosinone. Da lì arriva un panettone che negli ultimi anni ha fatto incetta di premi diventando un must have per i golosi. Alla base di tutto, ci sono selezione attenta della materia prima e lunghissima lavorazione, dove esperienza, studio, precisione sono fondamentali. Intenso nel colore come nei profumi, è un dolce che conquista per la struttura soffice, la lievitazione esuberante, la bontà appagante, anche nel classico uvetta e canditi. € 30 www.pasticceriadolcemascolo.it
Olivieri 1882 Un raffinatissimo esempio di arte bianca: equilibrato, delicato, parte come un sussurro poi si impone con grazia. Profuma di burro buono senza risultare invadente, ed esplode in una nuvola soave che sembra scomparire in bocca, spingendo a gustarne ancora un po’. Per chi ama dolci sontuosi, tante le varianti: dai classici gianduja o tre cioccolati ai più fantasiosi cioccolato bianco e frutti di bosco; albicocca e caramello salato; pere e cioccolato; mela uvetta e cannella; caffè e cioccolato; amarena e perfino in
VERGANI Milano-Napoli Anche il più classico dei marchi esplora nuovi territori del gusto, con una golosa versione dal cuore partenopeo, il Panettone all’Albicocca Pellecchiella del Vesuvio, che va ad arricchire la Linea Gourmet. Una ricetta creata per esaltare la dolcezza della pregiata Albicocca dal profumo delicato, e dare al tradizionale impasto quel sentore speciale di sole e di mare. Preparato con farina, lievito madre naturale, burro e tuorlo d’uovo fresco, un dolce milanese dal cuore mediterraneo. 750 gr € 25 www.panettonevergani.com Alessia Bellan
vasocottura. € 38 olivieri1882.com ADS
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In alto lo Spirit Italianissimo, regale, da intenditori, naturalista, irriverente: la scelta giusta per preparare un aperitivo ad hoc, con i distillati che rinfrancano anche d’inverno ITALICUS Una bottiglia iconica per evocare l’essenza, l’eleganza e il fascino dell’Italia. Ideato da Giuseppe Gallo, questo aperitivo è stato lanciato nel 2016 al Savoy Hotel di Londra. E si è affermato subito grazie all’alta qualità e agli ingredienti naturali: Estratto di Torino, Estratto di Calabria, Estratto di cedro, zucchero e spirito alcolico. Fedele alla tradizione rinascimentale del rosolio, nasce da un’autentica ricetta di famiglia di oltre 100 anni. Base perfetta per un inedito Italicus Spritz.
NERO Dal Piemonte, un omaggio alla tradizione giapponese con il primo sake italiano, realizzato con riso nero vercellese di qualità Penelope. Dietro al progetto c’è l’azienda gliAironi, oltre 100 anni nella produzione e lavorazione del riso, guidata oggi da Michele Perinotti, che prosegue la tradizione di famiglia, e Gabriele Conte. Sono loro ad avere avuto l’idea di sperimentare, prima con Biglia, birra di riso al 100%, e dal 2018 con il sake, per cui è nata una società ad hoc In Fermento.
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a tendenza questo autunno segue quella degli ultimi anni, e la parola d’ordine per cocktail e aperitivi, dopocena e appuntamenti conviviali, è «spirit». Ovvero, come citano gli esperti, «un distillato, o acquavite, in ogni caso una bevanda spiritosa derivata dalla distillazione di un liquido zuccherino fermentato, generalmente di origine vegetale: cereali, radici e tuberi amidacei,
frutti, o vino». E negli ultimi dieci anni sono nate, create e prodotte in Italia, tante declinazioni di spirit per tutti i gusti e le preparazioni: dal sake piemontese alla Sgrappa d’autore. In comune, da parte di tanti piccoli e grandi artigiani del settore, spesso startup di giovani, una ricerca appassionata di ingredienti eccellenti e lavorazioni artigianali. Vediamoli da vicino. Alessia Bellan
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ZACAPA ROYAL Ultimo nato della gammaè il distillato di eccellenza frutto di una sapiente selezione di rum invecchiati fino a 30 anni. Affinato in botti di rovere proveniente da quattro foreste appartenute ai reali di Francia, ha punte intense di chiodo di garofano, cioccolato, frutta secca, noce moscata e mandorle tostate, capace di conquistare anche i palati più esigenti (€ 260).
BUCKINGHAM PALACE Prodotto a Palazzo con una ricetta a km zero di ingredienti provenienti dai giardini reali: «A small batch-dry gin» (un piccolo lotto di gin secco) è il nome ufficiale del liquore della regina Elisabetta, acquistabile sul sito dell’Rct a 40 sterline.
MONKEY 47 Realizzato a mano e non filtrato, il gin fonde con superba maestria la tradizione britannica, l’esotismo indiano e la purezza e originalità della Foresta Nera. Un terzo degli ingredienti ha origine qui, come le punte di abete rosso, i fiori di sambuco e le foglie di mora. Equilibrato e complesso, dal sapore quanto mai deciso, con un’arma segreta autoctona: i mirtilli rossi. (€ 45)
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SGRAPPA Per gli appassionati d’arte, la grappa d’autore è firmata Maurizio Cattelan. Contraddistinta dal suo iconico dito medio nel packaging, è prodotta artigianalmente in Piemonte da vinacce lavorate a getto di vapore con alambicchi discontinui in rame, e si esprime con un accento di frutta e fiori bianchi. Per l’insolita attitudine a essere miscelata, dà il meglio di sé anche come base per fantasiosi drink (€ 49).
L’artigianato di lusso a portata di click
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A casa di Re Giorgio Sofisticato, essenziale, solenne. Grège. Ogni piano, ogni suite, ogni dettaglio d’arredo dell’Armani Hotel riflette l’estetica dello stilista italiano più famoso nel mondo. E la sua idea di lusso minimal
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Armani Hotel Milano compie 10 anni. Un anniversario importante: era l’11 novembre 2011 quando, nell’ambito del progetto Armani Hotels e Resorts nato dalla collaborazione tra Giorgio Armani S.p.A. ed Emaar Properties PJSC, il prestigioso albergo ha aperto le porte nel cuore della città, dopo Armani Hotel Dubai. Armani Hotel Milano applica anche all’ospitalità di eccellenza lo stile di Giorgio Armani. Quello stile nitido e pulito fino al rigore, sofisticato fino alla rarefazione, essenziale fino alla ieraticità, con cui ha scritto pagine incancellabili nella storia della moda e del costume. Stile «meditato e solenne», ha detto un filosofo e critico d’arte della statura di Gillo Dorfles, che permea i sette piani dell’edificio progettato nel 1937, nel cuore dell’attuale Quadrilatero della moda, da Enrico Griffini, pioniere del razionalismo. Edificio a pochi passi dalla Scala e dalla Pinacoteca di Brera. Qui non è soltanto ogni spazio, ma ogni singolo dettaglio d’arredo a riflettere l’estetica dello stilista, minimalista anche
Situato in via Manzoni, è a pochi passi dal prestigioso quadrilatero della moda
IN ALTO La Welcome Area dell’Armani Hotel A SINISTRA Una delle 95 camere. NELLA PAGINA A FIANCO La terrazza della Presidential Suite.
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Indirizzo strategico per chi fa business a Milano, è amato anche dalle star internazionali
IN ALTO Il salotto della Armani Signature Suite Gym A SINISTRA La piscina della Spa.
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DA SINISTRA, IN SENSO ORARIO L’executive chef Francesco Mascheroni; il Bamboo Bar e il Ristorante con vista sul Duomo di Milano.
In uno scrigno di vetro, il ristorante fine dining propone la cucina dal touch cosmopolita dello chef Francesco Mascheroni
nel colore, declinato su una circoscritta tavolozza di tonalità: beige, grigio, grège. A cominciare dalle stanze, 95 in totale, compresa una collezione di suite. Come le due Armani Signature (190 metri quadri l’una, 203 metri quadri l’altra), entrambe su doppio livello, o la Milano e la Presidential al sesto piano, con pareti a vetrata per un’impareggiabile vista sulla città. Vetrate a tutta altezza distinguono anche la Spa (mille metri quadri all’ultimo piano dell’hotel, con relaxation pool tutta in vetro), il Bamboo Bar, con elementi in onice retro illuminati, e il Ristorante, con vista a 360° su un’autentica cartolina metropolitana: la silhouette del Duomo. Al tavolo si sceglie da una carta fedele alla tradizione gastronomica italiana, che con touch cosmopolita l’executive chef Francesco Mascheroni personalizza attraverso rivisitazioni ispirate alla cucina internazionale. E menù dedicato alla storia dell’Hotel e dei suoi prestigiosi ed esclusivi ambienti. Beba Marsano
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DA SINISTRA il padre Stefano e il fratello Niccolò.
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GUTTER CREDITS
Filippo Ricci,
The Answers with. . .
FILIPPO RICCI Filippo Ricci, 38 anni, è il direttore creativo di Stefano Ricci Spa, l’azienda di famiglia fondata nel 1972 dal padre Stefano e dalla madre Claudia, e che vede nel ruolo di ceo il fratello Niccolò. Il suo impegno in azienda si è focalizzato soprattutto sull'evoluzione del brand, con il passaggio dal total look maschile al luxury lifestyle. Ha creato la Stefano Ricci Home collection e l’Interior design. Sotto la sua direzione si sono realizzati gli eventi più rappresentativi, dalla sfilata nella Galleria degli Uffizi a «Ponte Vecchio, luci ed emozioni», oltre alle presentazioni delle collezioni a Mosca e Tashkent e alla sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Nel 2007 ha fondato The Club Firenze, associazione benefico-culturale non profit che oggi presiede. Alessandro Rossi
Quali app usa di più? Whatsapp per parlare con il mondo e Spotify per vivere in mezzo alla musica.
Fa ancora qualcosa che non sia digitale? Tutto quello che è importante nella vita: mangiare insieme con pochi veri amici, disegnare a mano libera le nuove collezioni, leggere una rivista di qualità o un bel libro godendomi l’odore della carta stampata, guidare un’auto sportiva lungo le curve del Mugello.
Ha un dress code specifico per occasioni particolari? Giacca morbida in maglia, pantalone elegante ma confortevole, ovviamente di taglio sartoriale. Mi piace vestire comodo, senza rinunciare allo stile.
C'è qualcosa che si pente di non avere acquistato? Credo di essermi tolto molte soddisfazione personali, perché sono una persona semplice, che apprezza anche le piccole cose purché realizzate a regola d’arte. E poi, ancora non so che cosa mi piacerà domani.
Passioni particolari? Le auto sportive e classiche sono una passione di famiglia. Babbo Stefano ama in particolare le Aston Martin degli anni ‘50. Io mi contendo la Aston Martin Le Mans del 1933 con mio fratello Niccolò, con cui abbiamo corso insieme la 1000miglia. Chi ci batte tutti però è mamma Claudia, con la sua Jaguar …
Chi è il suo rivenditore preferito e che cosa compra da lui? Uscirei per un istante dal contesto automotive, anche perché la nostra è una passione, non una mania. Recentemente ho “adottato” un rivenditore di racchette da tennis, perché ho deciso di sperimentare questa nuova disciplina. Ho iniziato lo scorso maggio, a settembre mi sono misurato nella prima edizione di “King of Clay”, un format divertente. Gare di doppio con un professionista che è stato nel Top 100 ATP e un amatore. Il mio compagno di squadra era Mose Navarra,
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The answers with... FILIPPO RICCI
tra gli avversari Daniele Bracciali, Filippo Volandri, Pescosolido, Nargiso… Ho cercato di uscirne in maniera dignitosa.
Cosa desidera di più a fine giornata? Tornare a casa, per dedicarmi al piccolo Stefano Ricci. Mio figlio. In attesa della cicogna: stiamo aspettando il piccolo Leone.
Dove e come si rilassa? Nella tenuta di Poggio ai Segugi, circondato da un migliaio di ettari di natura allo stato puro. Se il tempo lo consente, camminando lungo i sentieri con i nostri segugi.
Quale canzone ha attualmente in testa? Tutte le mattine inizio la mia giornata con “I can’t get no Satisfaction” dei Rolling Stones e mi rimane in testa tutto il giorno.
Indossa un orologio e quanti ne possiede? Quella degli orologi è un’altra passione di famiglia. Ma adesso sto aspettando lo Stefano Ricci Octagon Chrono, il nuovo orologio della nostra collezione. È una limited edition di 10 pezzi. In famiglia mi hanno concesso di indossare il prototipo.
Può descrivere il suo look? Il più aerodinamico possibile. Barba e capelli (quelli rimasti) tagliati a rasoio.
Qual è il bagaglio a mano che di solito porta con sé?
DALL'ALTO Filippo Ricci, il cronografo della collezione Octagon, Craftsmanship, due capi della collezione autunno inverno 21/22.
Una borsa da uomo con il manico morbido, il mio MacBook, una biro per le note e una serie infinita di fogli. Quando posso anche la mia macchina fotografica, una Canon EOS 5D… un’altra passione!
Chi è il suo guru? Sono due: babbo e mamma.
Fa attività fisica tutti i giorni? Tennis. Di prima mattina una lezione per migliorare la tecnica. A fine giornata, se riesco, una partita con gli amici per alleggerire il carico di lavoro in ufficio.
Se potesse dedicarsi a un nuovo sport o un nuovo gioco quale le piacerebbe? Dopo la corsa sono passato al tennis. Per adesso va bene così. Ho paura di iniziare a giocare a padel… sembra crei dipendenza!
Preferisce guidare o avere l’autista? L’autista per me è una compagnia. Ma mi diverto a guidare.
Quanto si fida del tuo istinto? Abbastanza. Diciamo che l’esperienza molte volte aiuta a evitare la puzza di bruciato.
Per cosa vale la pena pagare? Per qualcosa di unico, inatteso, purché legale.
Quali sono i suoi ristoranti abituali a Milano, Londra e New York? Il ristorante Acanto al Principe di Savoia di Milano e il Mudec di Enrico Bartolini. A Londra frequento spesso Novikov. Per quanto riguarda New York, manco da 18 mesi e devo ricostruirmi l’agenda.
Se potesse essere in qualsiasi parte del mondo in questo momento, dove vorrebbe essere? NIMA BENATI
Mi manca l’Africa, soprattutto la Tanzania, sotto una tenda per ammirare il creato e respirare il fascino dell’avventura.
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Orietta Berti o Fedez? Franco Califano.
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Pack Un divano-racconto, disponibile in versione bianca e nera, che con fantasia e un tocco di ironia ci conduce in un viaggio alle estreme latitudini artiche. La base irregolare, imbottita di Gellyfoam e piuma, allude a una banchisa di ghiaccio, mentre lo schienale, rivestito di morbida pelliccia ecologica, ha la sagoma di un orso sdraiato su un fianco, per un relax liberato da ogni costrizione.
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Morbide sculture I divani, ma anche le poltrone e i tavolini di Edra sono progettati dai più grandi nomi del design internazionale. Costruiti in modo tanto accurato da essere pezzi unici
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rte del saper fare, ricerca tecnologica, originalità senza eccentricità. Ecco i pilastri del successo di Edra, l’azienda toscana fondata nel 1987, che in pochi anni ha conquistato il mercato, diventando un’icona del made in Italy. Suoi divani figurano nelle collezioni dei musei più importanti al mondo, dal Moma di New York al Pompidou di Parigi, che ne hanno premiato il design e l’innovazione. Con il suo Centro Sviluppo, il brand ha messo a punto brevetti
d’avanguardia quali il Gellyfoam, schiuma con speciali doti di morbidezza e sostegno, che rappresenta il riferimento più avanzato per il comfort, e il Cuscino Intelligente, che meccanismi invisibili, veri e propri capolavori d’ingegneria, permettono di modellare a piacere, con una semplice pressione della mano. Soluzioni al servizio di uno stile ricercato e coraggioso, interpretato da maestri del disegno progettuale: Francesco Binfarè, Masanori Umeda, Fernando e Humberto Campana. Beba Marsano
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Cicladi Prende il nome dall’arcipelago greco nel Mar Egeo questa famiglia di tavoli bassi che, visti dall’alto, assomigliano a isole. Hanno base in metallo a forma di cono e piano dal perimetro irregolare in alabastro, materiale che, in virtù di venature e sfaccettature sempre diverse, rende ogni creazione un pezzo unico. I tavoli sono disponibili in diverse altezze e colori.
Standard Frutto di lunghi anni di ricerca tecnologica, questo divano personalizzabile, deve il suo successo al Cuscino Intelligente, che offre il massimo comfort in qualsiasi posizione. Schienali e braccioli hanno perso ogni rigidità e possono essere modellati a piacere con un semplice movimento della mano, mentre sedute più profonde sono studiate per un benessere del tutto informale.
Sherazade Ispirato da suggestioni orientali (il nome è quello della protagonista de Le mille e una notte), è costituito dal sommier rettangolare imbottito di Gellyfoam e ovatta, accompagnato da appoggi diversi: una coppia di cuscini Thai piramidali da utilizzare come schienale, due grandi cuscini quadrati e altrettanti braccioli, uno rettangolare e uno cilindrico.
Cipria Si presenta come una nuvola di morbidezza il divano formato da nove cuscini strutturali, che ricordano i piumini da cipria, agganciati a un’invisibile struttura di tubolare metallico. Comodissimo grazie all’imbottitura di Gellyfoam e ovatta sintetica e arrendevole al tatto per effetto del rivestimento di pelliccia ecologica, è una creazione dei designer brasiliani Fernando e Humberto Campana.
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Gina Giochi di luce e trasparenze caratterizzano questa sedia preziosa ed elegante, fortemente contemporanea, che ha la seduta e lo schienale costituiti da un unico filo di policarbonato, che sembra formare una sorta di ricamo. Eseguito rigorosamente a mano, ogni pezzo è unico. Gina poggia su quattro gambe di legno verniciate in nero semilucido e si inserisce con disinvoltura in ambienti moderni e antichi.
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OnTheRocks Vuole essere più di un divano: una morbida scultura componibile. Ampio e privo di strutture rigide, si propone con quattro sedute di forme diverse e due schienali, indipendenti dalla base e di misura differente, da collocare a piacere. Le sue strutture geometriche possono essere modulate in un’unica composizione o separate tra loro in una totale libertà di espressione.
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Egeo Una serie di tavoli in vetro con piani dai contorni irregolari di alto spessore, allusione alle coste frastagliate delle isole dell’Egeo, il mare del mito, dal quale la collezione prende il nome. I tavoli sono disponibili in varie dimensioni e forme: ellittica, rotonda o rettangolare. Ogni esemplare è unico e rifinito a mano.
Flap Emblema assoluto di multifunzionalità e dinamicità anatomica, questo divano dalla sagoma sinuosa offre nove parti inclinabili, ognuna con sei differenti angolature, per essere utilizzate a piacere come schienale, bracciolo, poggiatesta, seduta, poggiagambe o poggiapiedi. Versatilità straordinaria, che consente gli usi più diversi: divano singolo, dormeuse per due, angolo conversazione per un gruppo di persone.
Vermehla Dà a ogni ambiente un tocco di originalità questa poltrona dalla seduta inconfondibile, risultato dell’intreccio per sovrapposizioni successive di cinquecento metri di una corda particolare, con anima d’acrilico, rivestita di cotone. Operazione che richiede varie giornate di lavoro manuale e un’alta specializzazione nell’arte dell’intreccio. Disponibile in una ricca gamma di colori.
Rosechair Un’avvolgente poltrona ispirata al bocciolo di una rosa, progettata dal designer giapponese Masanori Umeda. I petali che costituiscono l’imbottitura sono realizzati uno per uno e poggiano su una struttura in metallo modellato con piccole parti in legno sagomato. Il rivestimento, in velluto, è personalizzabile secondo i colori disponibili a campionario.
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I maghi degli immobili di pregio di
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Palazzo Guicciardini Corsi Salviati, a Firenze. Risale agli ultimi anni del Seicento e porta impresso il retaggio delle diverse casate che nel corso dei secoli ne furono proprietarie.
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Già dal 1901 Palazzo Guicciardini Corsi Salviati è parte del patrimonio artistico nazionale. Altus Lifestyle, dopo averlo acquisito, ne ha restaurato gli affreschi secenteschi.
n manager, un imprenditore e un architetto hanno dato vita ad Altus Lifestyle, giovane società fiorentina che firma blasonati progetti immobiliari, oggetto del desiderio di un vasto pubblico cosmopolita. Che, in nome di una nuova art de vivre, cerca il connubio tra tecnologie d’avanguardia e top brand del design italiano in contesti architettonici dal fascino storico, nella cornice di grandi città d’arte e lussureggianti spiagge caraibiche
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bitare la storia in chiave contemporanea, con un irrinunciabile italian touch. Questa l’ultima frontiera del lusso secondo Altus Lifestyle, case history del marketing immobiliare per avere portato nel real estate una ventata d’aria nuova. Il gruppo, nato a Firenze nel 2016 dall’incontro tra il manager Pasquale Cataldi, erede di una famiglia di costruttori, l’imprenditore italo-messicano Fabio Massimo Covarrubias e l’architetto Michele Morandi, recupera edifici secolari di massimo appeal - palazzi, ville, castelli - per farne nuove residenze di pregio, in linea con gli standard del terzo millennio. Dimore dove l’antico, con il suo sapore inconfondibile, sposa le più avanzate tecnologie e le migliori espressioni del design made in Italy, da Kartell a Poltrona Frau, da Poliform a B&B Italia. Altus, questa la novità, fornisce infatti le proprietà chiavi in mano, complete di mobili e complementi, pronte da abitare. «Oggi nel segmento del lusso le case si preferiscono già arredate», dice Cataldi. «Molti clienti (americani al 70%, ndr) non hanno tempo di cercare architetti o interior designer. E noi copriamo tutte le fasi del progetto: acquisizione, progettazione, realizzazione dei lavori e scelta degli arredi». A volte ci scappa pure il restauro. Come
“Rispetto della memoria e dialogo tra passato 72
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Ampio salone suddiviso in sala pranzo e living, cucina attrezzata, 3 camere da letto, 4 bagni. La casa, in un palazzo nobiliare, sottoposto a tutela dei Beni Culturali, a due passi da Ponte Vecchio, in una delle zone più esclusive del centro storico di Firenze, è stata ristrutturata e arredato coi migliori brand del «concept live» di stile italiano.
nel caso degli affreschi secenteschi di Palazzo Guicciardini Corsi Salviati nella centralissima via Ghibellina a Firenze. Un fiore all’occhiello nel portfolio di Altus, che vanta immobili anche al di là dell’oceano. I più esclusivi? Le 27 ville all’interno del Ritz-Carlton Reserve Residence di Los Cabos in Messico, che oltre al leggendario servizio Ritz-Carlton, dispongono di spiaggia da cartolina, porticciolo turistico e due campi da golf progettati da Greg Norman e Jack Nicklaus. «Ogni creazione è diversa», spiega Morandi, «ma la nostra filosofia è sempre la stessa: il rispetto della memoria e il dialogo tra passato e presente». Gli ultimi progetti sono declinati su rinnovate esigenze. «La pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere la casa. Oggi c’è una maggiore richiesta di immobili ampi e comodi, in cui stiamo inserendo spazi dedicati allo smart working e all’apprendimento a distanza». L’arte di abitare come specchio dello spirito dei tempi.
e presente: questa è la filosofia”
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Il desiderio di dar vita ad una viticultura in equilibrio con l’ambiente nel rispetto del principio di sostenibilità crea un grande vino, che accompagna in ogni occasione l’eccellenza della cucina italiana.
franciacorta.net @franciacorta
VERY ITALIAN, ERY FRANCIACORTA
Jeff Koons posa a Palazzo Strozzi con il suo Hulk (Tubas) in bronzo policromato e ottone, 2004-2018.
ELA BIALKOWSKA OKNOSTUDIO
EXHIBITION
Jeff Koons, bagliori pop Shine porta a Firenze le opere luccicanti dell’artista americano, il più quotato al mondo. In mostra fino al 30 gennaio
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The Goods | E X H I B I T I O N
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nche chi frequenta poco l’arte sa chi è «quello dei palloncini delle feste a forma di animaletto». O almeno lo ricorda come ex marito della pornostar Cicciolina. Jeff Koons è probabilmente l’artista più influente dai tempi di Andy Warhol. Di certo è il più pagato tra i viventi, un primato che ha conquistato ben due volte: la prima con Balloon Dog, venduto nel 2013 per 58 milioni di dollari; la seconda nel 2019 con Rabbit, il coniglietto argento battuto in un’asta di Christie’s a New York per 91 milioni di dollari (record tuttora imbattuto). Irriverente e controverso. Ironico e kitsch. Popolare e Pop. Nel corso della sua carriera ha sperimentato nuovi linguaggi, ha saputo unire la cultura alta con quella di massa, ha aperto la strada a nuovi approcci al ready-made, (celebre la serie delle aspirapolveri Hoover che ha messo sotto una teca di plexiglass all’inizio degli anni Ottanta), ha messo in scena le sue performance sessuali con la moglie Ilona Staller nella serie Made in Heaven, presentata con un certo scalpore alla Biennale di Venezia del 1990. Ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale e conquistato il mercato globale. Una selezione delle sue opere più celebri è ora in mostra a Firenze, a Palazzo Strozzi. E ci resterà fino al
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Balloon Dog (Red), 19942000, acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente SOTTO Inflatable Flowers (Four Tall Purple with Plastic Figures), 1978, vinile, specchi e plastica.
DA SINISTRA, IN SENSO ORARIO Seated Ballerina, 2010-2015, acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente; Tulips, 1995-1998, olio
FREDRIK NILSEN, COURTESY GAGOSIAN - TOM POWEL IMAGING SERIE CELEBRATION - MARC DOMAGE/COURTESY ALMINE RECH GALLERY
su tela; Bluebird Planter, 2010-2016, acciaio inossidabile lucidato a specchio
30 gennaio 2022. Curata e sviluppata in stretto dialogo con l’artista, la rassegna ospita prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali. Nel titolo della mostra, Shine (Lucentezza), c’è anche l’originale chiave di lettura dell’arte di Jeff Koons proposta dai curatori Arturo Galansino e Joachim Pissarro. Una lucentezza che diventa un gioco di ambiguità, tra splendore e bagliore, essere e apparire. Le sculture e le installazioni di Koons
mettono, infatti, lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi e lo collocano al centro dell’ambiente che lo circonda. Vogliono mettere in discussione il rapporto con la realtà ma anche il concetto stesso di opera d’arte. Come dice lo stesso Koons: «Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte». Paolo Tomasini
con verniciatura trasparente e piante in fiore; Lobster, 2007-2012, acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente
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X X X X X | DREAM MACHINES
Arrivano due yacht carichi di… Pininfarina firma il nuovo Princess, attento all’ambiente, e il modellino di un gigante in via di produzione. Strepitosi e innovativi di
Paolo Tomasini
Il salotto sul ponte superiore del Princess X95, disegnato da Bernard Olesinski in partnership con Pininfarina.
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dagli anni Ottanta che Pininfarina esporta il suo talento e le competenze che ha maturato nel settore automobilistico verso il mondo dello yachting. L’azienda, che da più di novant’anni incarna l’essenza stessa dell’italian style, ha collaborato con i più importanti cantieri in Italia, Francia, Giappone, Brasile, Stati Uniti, progettando interni ed esterni delle più esclusive barche a motore e a vela. Puntando ogni volta sull’eccellenza dell’innovazione tecnologica e delle prestazioni. E, naturalmente, del design. Princess Yachts, il più grande produttore di yacht del Regno Unito, ha appena annunciato di aver unito le forze con Man Engines per lanciare il nuovo Princess X95 in versione ibrida, per offrire ai clienti una soluzione più ecoconsapevole. Una novità assoluta per il settore, che vede protagonista anche Pininfarina. Già perché il modello di maggior successo di Princess Yachts (17
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IN ALTO E NELLA PAGINA A FIANCO Il Princess x95 in navigazione. QUI SOPRA La cabina armatoriale sul ponte inferiore dello yacht.
unità vendute negli ultimi 18 mesi) è stato disegnato da Bernard Olesinski in partnership con la casa italiana. Lungo 29 metri, questo “mini” superyacht, grazie al suo design offre fino al 40% di spazio in più rispetto ad altri 95 piedi. Sia il flybridge sia il
ponte principale coprono quasi l’intera lunghezza della barca, garantendo spazi ampi, flessibili e personalizzabili. Entrando nel salone del ponte principale, la vista si estende fino alla finestra di prua. Salendo la scala interna che porta al ponte superiore si arriva a una
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Oceanco. Il design intricato di Kairos combina straordinarie forme asimmetriche, strutture trasparenti e assenza di barriere fisiche. Il cuore della vita a bordo è la vasta piazza teatrale, sviluppata verticalmente su tre livelli. Tutte le cabine sono state posizionate al livello inferiore, consentendo un maggiore senso di spazio attraverso
Il layout creativo di Kairos è reso possibile da un’innovativa propulsione completamente elettrica
sky lounge completamente chiusa e climatizzata. Il posto d’onore sul ponte inferiore spetta alla cabina armatoriale con bagno privato e alla cabina di prua con cabina armadio e bagno privato. Ognuna delle ulteriori cabine di tribordo e babordo può essere configurata con due letti singoli o un letto matrimoniale,
mentre i generosi alloggi riservati all’equipaggio completano l’ampia zona notte. Kairos invece è uno superyacht lungo ben 90 metri per vivere un’esperienza di bordo senza confini. È il risultato della prima collaborazione di Pininfarina con il grande costruttore di yacht custom
Rendering del super yacht di 90 metri Kairos, prima collaborazione tra Pininfarina e Oceanco.
l’aerea principale dedicata agli ospiti, offrendo allo stesso tempo delle viste eccezionali in prossimità dell’acqua. L’unico difetto è che ancora non c’è: Pininfarina ne ha presentato un modellino in scala al Monaco Yacht Show di settembre. è ancora “mini”, ma presto sarà un incredibile “super” yacht. Paolo Tomasini
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L’effimero intramontabile Veloce come il vento, bella in ogni dettaglio, l’ultimo capolavoro di Horacio Pagani è una roadster destinata solo a 40 fortunati clienti di
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e automobili che produciamo – confessa Horacio Pagani – sono probabilmente gli oggetti più inutili al mondo, ma la loro unicità le rende così desiderabili da farne crescere il valore nel tempo. Ciò non di meno, tutte le nostre auto sono sicure, ultra performanti e straordinariamente belle». La Huayra Roadster BC è l’ultima creatura ideata, disegnata e prodotta nell’atelier che Horacio ha voluto costruire a San Cesareo sul Panaro, in provincia di Modena, poco più di vent’anni fa. È bella da vedere in ogni dettaglio, solida in ogni sua fibra e veloce come il vento, proprio come il nome che porta. Huayra-tata è il dio che, secondo la mitologia sudamericana, comanda le brezze, i venti e gli uragani sulla cordigliera delle Ande. Un po’ come il motore Mercedes-AMG 12 cilindri a V che spinge l’ultima Roadster Pagani, il
«Le automobili che produciamo sono probabilmente gli oggetti più inutili al mondo, ma la loro unicità le rende così desiderabili da farne crescere il valore nel tempo»
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primo sviluppato secondo le specifiche di Horacio e marchiato con il suo cognome. Se ammirare una Huayra Roadster BC è già di per sé un’esperienza appagante, guidarla rappresenta un’emozione più unica che rara. Il rombo armonioso del V12 turbo pervade l’abitacolo fin dall’accensione avvolgendo guidatore e passeggero in un crescendo rossiniano man mano che si affonda il piede sull’acceleratore. Il cambio robotizzato mono frizione è volutamente violento, soprattutto nella modalità di guida più sportiva: la breve pausa nel passaggio
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La Huayra Roadster BC è spinta da un V12 realizzato appositamente per Pagani da Mercedes-AMG. L’auto è stata ideata, disegnata e prodotta nell’atelier di Horacio Pagani a San Cesareo sul Panaro.
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Lo scatto da fermo è bruciante, la velocità massima non è dichiarata. Ma «nessuno dei nostri clienti si è mai lamentato della velocità di una Pagani» al rapporto superiore fa percepire ciascuno degli oltre 800 cavalli scalpitanti a disposizione, mettendo a dura prova i muscoli del collo. Così come le accelerazioni laterali che possono arrivare a 1,9 G. Sin dalla prima curva si apprezza la dinamicità e la precisione di guida frutto del telaio monoscocca in Carbo-Triax e CarboTitanium (brevettate da Pagani) e dell’aerodinamica attiva. Il generoso alettone posteriore è infatti coadiuvato da quattro ali mobili che si azionano in modo indipendente in funzione delle esigenze di carico su ciascuna ruota in ogni situazione e fungono anche da aerofreno in staccata. Il peso ridotto (1.250 kg a secco) e la perfetta calibrazione delle sospensioni pushrod
Il cambio robotizzato mono frizione è volutamente violento, soprattutto nella modalità di guida più sportiva. La sigla BC ricamata sui poggiatesta, è un omaggio Benny Caiola, il collezionista Italoamericano che per primo ha ordinato una vettura a Horacio Pagani.
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a controllo elettronico consentono una guida chirurgica sul misto e confortevole in autostrada. Lo scatto da ferma è bruciante: 0-100 km/h in 3”7. Si arriva a 300 orari in meno di 20 secondi. La velocità massima non è dichiarata, ma non è un problema: «I nostri clienti – dice Horacio – apprezzano ogni momento della loro esperienza con le nostre vetture e la velocità è uno di questi, ma nessuno di loro ha espresso il desiderio di andare più veloce». La sigla BC nel nome della vettura, ripreso anche sui battitacco, nel cruscotto e ricamato sui poggiatesta, è un omaggio Benny Caiola, il
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collezionista Italoamericano (noto per la sua sconfinata collezione di Ferrari e non solo) che per primo ha ordinato una vettura a Horacio Pagani. Soltanto l’audacia, la convinzione e la passione dell’uomo venuto dall’Argentina fa di ogni creatura prodotta a San Cesareo un gioiello su quattro ruote, unico e prezioso. La Huayra Roadster BC non fa eccezione. La vena artistica e il perfezionismo di Horacio è percepibile in ogni dettaglio. Si occupa personalmente di guidare i suoi esclusivissimi clienti nella personalizzazione estrema di ognuna delle quaranta Huayra Roadster BC che conta di produrre (prezzo: 3.085.000 euro più le tasse). Presto sarà possibile ammirare il tocco artistico di Horacio anche al di fuori dalle sue automobili: design di interni per barche e palazzi porteranno la firma Pagani.
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Alla carica! Due hypercar spinte da impressionanti propulsori elettrici o ibridi sono pronte a dare una scossa allo status quo
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L’HYPERCAR CHE NON C’ERA Rimac Nevera Il doppio della potenza di un’auto di F1, da zero a 100 km/h in meno di 2 secondi, un prezzo di 2 milioni di euro: con questi numeri la Rimac Nevera spaventa anche chi le hypercar le guida e le conosce. Ma a sentire Mate Rimac, 33 anni, patron dell’azienda, il suo capolavoro è pensato per essere una granturismo facile da usare e senza grilli per la testa. E allora? Hyde o Jekyll? La
risposta, per niente ovvia, è: tutti e due. La Nevera è a oggi l’auto di serie con l’accelerazione più rapida al mondo. Pura potenza frutto di ingegneria automotive di massimo livello. L’esperienza di Rimac nei motori elettrici ad alte prestazioni è tale che lo scorso luglio il Gruppo Volkswagen, proprietario di Porsche, ha messo lo startupper croato alla guida della Bugatti, contribuendo a garantire un futuro nell’era elettrica allo storico marchio francese (fondato da un
italiano), ora Bugatti-Rimac, e ai suoi i motori W16 da 1.500 cv e oltre. Alcuni accorgimenti nel telaio monoscocca in fibra di carbonio, il più grande e rigido mai utilizzato in un’auto, fanno parecchia scena, così come le porte a farfalla della Nevera che aprendosi spostano anche una parte del tettuccio, rendendo salita e discesa dall’auto più comodi. La stessa filosofia che ha prodotto interni dall’estetica più elegante che estrema, in pelle setosa, fibra di carbonio a vista e preziosi
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Ogni ruota ha il suo motore e la potenza combinata di quasi 2mila cavalli può essere spostata istantaneamente dove si vuole dettagli in alluminio. Due enormi schermi sono dedicati allo streaming dei dati sulle prestazioni di Nevera e del pilota. Per la guida in città si usa «D», la più rilassata delle 7 modalità in termini di risposta dell’acceleratore, sospensioni e sterzo: la Nevera scivola nel traffico e sulle superfici più dissestate all’incirca come un’Audi R8. Alzando un po’ il ritmo si sente la massa, ma anche la spinta che la compensa: la Nevera pesa come una Classe S, ma è agile come una 911. Ogni ruota ha il suo
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Si comporta bene anche come granturismo, ma la Nevera dà il meglio di sé in pista.
motore e quei 1.914 cv li puoi spostare istantanemente dove vuoi: sulla ruota interna per una curva bella pulita o sulle posteriori per un drift a tutto fumo. E se vuoi scatenare il 100% della potenza, preparati: un bel rettilineo con fondo asciutto va già bene, ma una pista è meglio. Perché quello che succede dopo non lo si può neanche chiamare violento (i 4 motori danno sempre potenza proporzionata al grip) ma piuttosto alieno, extra-automobilistico: l’accelerazione aumenta e non ti senti neanche più in un’auto, ma si risveglia quella parte del cervello che ti dice che stai cadendo in un burrone. Il ruggito da 1,4 megawatt del motore rende la Nevera molto diversa dallo stereotipo di “veicolo elettrico silenzioso”. Il rumore aumenta il feeling e il pathos, sia di testa che di pancia, per arrivare lì dove nessuna auto era
mai arrivata, creando una doppia personalità pericolosamente carismatica che vale tanto oro quanto pesa (e quanto costa). UN DRAGO AL GUINZAGLIO Ferrari SF90 Stradale C’erano una volta le hypercar, feroci draghi dai cuori sputafuoco fatti di cilindri e pistoni. Oggi le hypercar hanno l’anima ibrida, tanto formidabili nelle prestazioni quanto confortevoli nel comportamento. E con 1.000 cv, la SF90 Stradale, la Ferrari prodotta in serie più potente e tecnologicamente avanzata di sempre, non fa eccezione. Sotto il cofano un V8 biturbo di 4,0 litri da 780 cv e tre motori elettrici, due anteriori e uno posteriore, offrono due scelte: il silenzio dell’elettricità o il ruggito della meccanica, il tutto gestito
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Le esperienze progettate da DREAM&CHARME EXPERIENCES sono come rappresentazioni teatrali che, dopo mesi, a volte anni, di preparazione deliziano i nostri ospiti in momenti straordinari senza tempo. Nulla è lasciato al caso, ma sembra tutto così inaspettatamente naturale. L’esclusività diventa unicità, l’impossibile diventa realtà, l’incredibile diventa stupefacente. Per le nostre experience scegliamo il meglio del meglio con attenzione maniacale per i dettagli e il desiderio di condividere la nostra passione per l’eccellenza, a guidarci è il nostro stile italiano che viene da generazioni di bellezza diffusa. Dal 2008 esperienze memorabili, uniche, introvabili. Per informazioni: official@dreamcharme.com Uffici Milano: +39 02 62 061 589
Foto by Jacopo Taccogna
FINE DINING | SUPERCAR | GOLF | WHITE TRUFFLE | TOP WINE | FORMULA ONE | YACHT | BIKING | SKI
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da un cambio Dct a otto velocità. Grazie all’aerodinamica di avanguardia, la SF90 è bassa e larga e grazie alle sue linee sinuose somiglia molto alla F8 Tributo. Quando è in eDrive (solo elettrico), l’auto si avvia con furtività spettrale e grazie ai motori sulle ruote anteriori, l’accelerazione è fulminea. Solo il rumore di sospensioni e freni segnala che si è in movimento. Questo lussuoso strumento di precisione è anche straordinariamente facile da usare. La versabilità della trasmissione è coaudiuvata da 4 modalità di guida: eDrive è 100% elettrico e attiva solo le ruote anteriori; Hybrid unisce motore elettrico e termico su tutte e quattro le ruote, Performance dà quello spunto in più per le strade tortuose e Qualify è da usare in pista. Ma anche quando è più
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Con i suoi 1.000 cv la SF90 Stradale è il modello di serie più potente della Ferrari. Si guida ugualmente con grande facilità.
aggressiva la SF90 è comunque composta e beneducata, grazie all’eccellente sistema di assistenza alla guida che, sorprendentemente, non disturba mai la sublime dinamica. E anche se grazie
all’elettricità una hypercar come la SF90 è più facile da usare anche in situazioni al limite e più “amichevole”, certo non la si può definire “docile”. Per fortuna. Wesley Tudor
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Brivido elettrico Ducati ha appena vinto il titolo mondiale costruttori della MotoGP. Ma già guarda al futuro, che sarà a batteria. E così, dal 2023 diventerà il fornitore unico della MotoE
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ucati ha firmato per la sua svolta storica, o meglio elettrica: dal 2023 e almeno fino al 2026, la casa di Borgo Panigale sarà fornitore unico delle moto per la Fim Enel MotoE World Cup. Si tratta di un passaggio rivoluzionario che mette nero su bianco l’impegno concreto verso il futuro e il mondo dell’elettrico. Come da consuetudine, quando si entra nell’ambito della ricerca e dell’innovazione, la scommessa per Ducati parte dalla pista, che è da sempre un vero e proprio laboratorio di sviluppo di competenze e soluzioni tecnologiche che vengono testate e studiate perché possano poi essere applicate alle moto di produzione. L’obiettivo quindi è quello di fare esperienza per riuscire a proporre in futuro veicoli elettrici a marchio Ducati che garantiscano prestazioni altamente performanti e divertenti, senza dover rinunciare alla sportività e leggerezza che da
varie spicca il progetto realizzato in collaborazione con il gruppo Hera e con la sua Herambiente Servizi Industriali (Hasi), la più importante realtà italiana specializzata nella gestione dei rifiuti industriali. I risultati sono stati eccellenti: nei primi 6 mesi del 2021 il 98% dei rifiuti prodotti da Ducati sono stati avviati al recupero, e già nel 2016 il lavoro delle due società ha dato via alla centrale di trigenerazione dell’azienda di Borgo Panigale, volta a coprire l’85% del fabbisogno elettrico e termico dello stabilimento nonché il 92% del fabbisogno di energia frigorifera. Questo ha permesso a Ducati di evitare l’emissione di ben 992 tonnellate di CO2, con un risparmio di circa 1.290 tonnellate di petrolio, nel primo semestre 2021. Un anno pieno di successi per La Rossa delle due ruote. Oltre ai risultati in termini di sostenibilità ambientale, anche le vendite sono state brillanti: i primi 9 mesi del 2021 hanno superato i volumi di
«Ducati è sempre proiettata nel futuro, e ogni volta che entra in un nuovo mondo lo fa per realizzare il prodotto più performante possibile», Claudio Domenicali, ceo Ducati Motor Holding sempre caratterizzano il Dna del brand italiano. Nella moto destinata a correre nella MotoE, la vera sfida è rappresentata proprio dal peso e dalla dimensione della batteria, ma Ducati è convinta di riuscire nel suo intento di realizzare una moto performante, grazie anche alla veloce evoluzione della tecnologia e della chimica delle batterie. Il progetto potrà contare anche sulle sinergie e sulla condivisione di know-how col grande gruppo di cui Ducati è parte, il Gruppo Volkswagen, leader mondiale nel settore automotive che ha fatto dell’elettrificazione il centro della sua strategia «goTOzero». Questa per Ducati non è di certo la prima manovra strategica che pone la sostenibilità ambientale al centro delle proprie attività. Tra le
vendita ottenuti nell’intero 2020, con 49.693 moto consegnate agli appassionati in tutto il mondo. Si tratta del miglior terzo trimestre di sempre per l’azienda, che conferma quanto il brand solido e apprezzato a livello internazionale. Nonostante tutte le difficoltà imposte dalla situazione globale nell’ultimo periodo, la casa di Borgo Panigale ha saputo sfruttare al meglio i sistemi digitali per continuare a servire i propri appassionati e far crescere la propria community di Ducatisti. La stessa community che, terminato il campionato MotoGP, si unisce al team Ducati Corse e ai piloti nei festeggiamenti per la conquista del titolo mondiale costruttori, vinto per il secondo anno consecutivo grazie a un grande lavoro di squadra e a una Desmosedici GP estremamente performante.
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La leggenda che sorride Lanfranco, “Frankie”, Dettori è il fantino più famoso al mondo. Un titolo meritato non solo per le sette vittorie su sette corse ad Ascot, che gli hanno fruttato un monumento nel famoso ippodromo inglese, ma per tutte le volte che è arrivato primo in carriera. Costruendo un mito di Marco
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inquantuno anni il 15 dicembre, una lunga e inimitabile carriera alle spalle e un futuro ancor tutto da scrivere. Frankie Dettori fa il fantino, anzi è Il Fantino. È lo “zio” per tutti gli altri fantini italiani. È il ragazzo che sorride. È il preferito della Regina Elisabetta, che da anni ormai quando nelle premiazioni che effettua ad Ascot, il suo ippodromo,
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Trentini
spera in cuor suo che sul palco arrivi quell’uomo che è arrivato in Inghilterra dall’Italia quando era ragazzo e che oggi è uno degli sportivi più famosi del Regno. Lo era vent’anni fa, quando rivaleggiava in popolarità e fatturato con David Beckham, e lo è ancora oggi, tanto che se chiedete alle mamme inglesi chi sceglierebbero fra Frankie e Harry Kane non ci sarebbero tanti dubbi
Lanfranco Dettori in premiazione a Royal Ascot con la Regina Elisabetta. NELLA PAGINA A FIANCO Il salto di Dettori a Capannelle dopo il successo con Agiato nell’Omenoni.
sul nome del vincitore. Lui continua a saltare dalla sella quando vince un gruppo 1 e lo ha fatto anche a fine ottobre a Roma, regalando uno show intenso e fuori programma ai soci di Equos, il sindacato che raggruppa un cospicuo numero di soci nella proprietà di cavalli da corsa. Uno show speciale che ha ancora messo in luce la quasi incredibile capacità comunicativa di Dettori, Lanfranco
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all’anagrafe, Frankie per tutto il mondo. Il 25 ottobre è tanto pubblicato Leap of Faith, suo secondo libro autobiografico. Il primo risaliva al 2005 (My Story, il titolo) e il 15 novembre è uscito un docufilm su di lui. «In questo libro racconto tutto quello che mi è accaduto dal 2005 a oggi e in tutti questi anni ne sono capitate ancora tante, compresi i grandi successi che ho ottenuto con Enable, Stradivarius e Treve. In più torno anche sui fatti del passato, parlando apertamente di vicende come l’incidente aereo del 2000, le squalifiche per doping del 1998 e del 2012. Ormai sono vecchio e come tutti i vecchi parlo a ruota libera... In ogni caso fisicamente sto ancora bene, magari monto un po’ di meno in corsa e cerco di puntare su meno ingaggi ma di maggior qualità, ma non voglio dire oggi quando smetterò, perché ho ancora tanta passione per quello
che faccio e finché mi chiamano per montare i campioni allora vuol dire che sono ancora in grado di fare bene il mio lavoro. Il problema è che ho bisogno degli occhiali per leggere...», racconta Dettori accompagnando il discorso con le consuete risate, quelle che sono diventate una leggenda insieme a lui. Il suo futuro, come quello di molti fra i grandi sportivi, è già pronto. Soprattutto per chi, come lui, è un fenomeno mediatico. «La televisione mi aspetta per commentare le corse e magari anche altro. Ho già partecipato al Grande Fratello Vip inglese e chissà cosa mi aspetta ancora». Inghilterra, Francia, Italia, Stati Uniti, il tour autunnale di fine stagione di Dettori è lo specchio della sua vita. Tutto in 15 giorni, come sempre, perché lui “vola” dove ci sono le grandi corse, da Ascot
a Longchamp, a Capannelle a Del Mar, l’ippodromo di San Diego. Lo fa ormai da 30 anni, da quando è diventato un grande, il jockey di Sheikh Mohammed, il ruler del Dubai che con Frankie in sella ha costruito le vittorie di Godolphin. La sua vita, da marzo a novembre, si svolge fra piste (di allenamento a Newmarket e da corsa in tutto il mondo) e aerei, con la novità del trasporto speciale organizzato dal trainer, e amico da una vita, Bruno Grizzetti. «Mi ha detto che mi avrebbe portato lui in stazione dopo le corse. Di solito mi mandano un Hummer, limousine stretching e in qualche caso l’elicottero per raggiungere l’aeroporto. Lui mi ha caricato sul van per i cavalli, nella zona dietro dove viaggiano gli animali. Così posso dire di aver fatto anche questa», racconta ridendo, intanto che inonda il mondo
Frankie ed Enable, una coppia affiatata e vincente. NELLA PAGINA A FIANCO, IN ALTO John Gosden si complimenta con Dettori dopo l’Arc vinto da Anable. IN BASSO Dettori e Stradivarius, i re della Gold Cup.
di Whatsapp per testimoniare l’avventura con il video girato a bordo. Nel mondo dei fantini Frankie è come Cristiano Ronaldo per il calcio. È un professionista inappuntabile, un uomo che vale milioni di dollari fra ingaggi e premi ma che continua a mantenere quell’atteggiamento che ha fatto innamorare tutta l’Inghilterra e tutto il mondo, prima fra tutti Her Majesty The Queen, che non dimenticherà mai quel pomeriggio ad Ascot nel quale il ragazzo italiano vinse tutte le sette corse in programma nella giornata. Lì la storia di Dettori si è trasformata in leggenda e la statua che lo ritrae nel salto dalla sella rimarrà a testimonianza di una carriera straordinaria, quasi incredibile. Una carriera che non è ancora finita, con qualche capitolo pieno di successi ancora da scrivere. Sempre con il sorriso, of course...
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Fate spazio Richard Branson, Jeff Bezos e il capitano Kirk di Star Trek ci sono già stati. Tom Cruise lo farà presto. Per aggiungersi alla lista passeggeri più esclusiva del momento e volare al di là dell’atmosfera si parte da 450mila dollari. Ma è meglio affrettarsi, perché presto anche la rotta per la Luna potrebbe affollarsi di Emilio Cozzi
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ove ti ha portato il tuo ultimo viaggio da sogno? E quanto hai speso? Rassegnati caro lettore, qualsiasi risposta, anche la più esorbitante, verrebbe annichilita dall’ultima frontiera del turismo, per ora varcata da pochi, pochissimi, nella storia dell’Uomo: lo spazio. Altro che crociere subacquee, giri del mondo in 80 ore su jet Embraer Phenom 300, o permanenze in avamposti ai Poli del globo; nemmeno un soggiorno al The Brando, il resort che Marlon si costruì nel suo atollo di Tetiaroa, in Polinesia Francese, avrebbe chance. In quanto ad avanguardistico orizzonte dell’esclusività e a esperienze - stricto sensu - fuori dal mondo, niente è paragonabile a un salto oltre la linea di Kármán, quel convenzionale confine a 100 chilometri dalla superficie del
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Yusaku Maezawa, creatore dell’online fashion store giapponese Zozotown, è stato il primo a prenotare una gita attorno alla Luna. Partirà con altri 8 compagni nel 2023
nostro Pianeta che segna la fine del cielo. Lì, oltre l’azzurro, a parte i circa 600 astronauti che nell’ultimo mezzo secolo l’hanno fatto per lavoro, sì e no una ventina di persone si è spinta per diletto. La buona notizia, caro lettore, è che oltre la metà di loro l’ha fatto negli ultimi mesi. Perché lo space tourism è appena cominciato. E la promessa dei suoi tour operator, società che rispondono al nome di Space Adventures, SpaceX, Blue Origin o Virgin Galactic, è che molto prima di quanto si creda lo spazio diventerà una meta per molti, se non per tutti. Appunto, è una promessa; a oggi oltrepassare l’atmosfera da villeggianti e per godersi cinque o sei minuti in microgravità, cioè per galleggiare privi di peso come farà (per lavoro) Samantha Cristoforetti dal prossimo 22
aprile e come prima di lei hanno fatto (per lavoro) Luca Parmitano, Paolo Nespoli e tutti gli eredi di Jurij Gagarin, costa 450mila dollari. È il prezzo più aggiornato al quale Virgin Galactic, la società spaziale di sir. Richard Branson, concede una poltrona a bordo di SpaceShipTwo, lo spazioplano che trainato fino a 15 chilometri di quota da uno speciale aviogetto a doppia carlinga (Richard lo ha battezzato MotherShip) poi accende il suo motore a razzo ibrido e schizza ai limiti dell’atmosfera. Lo stesso Branson, lo scorso 9 luglio, lo ha testato di persona provando, come ha dichiarato subito dopo, «the complete experience of a lifetime». C’è da credergli, visto che di «experience», il patron di Virgin, ne ha vissute anche di estreme (voli transoceanici in mongolfiera compresi). Per chi, come lui, volesse rimanere nell’ambito degli straordinari, seppur pochi, minuti di un volo suborbitale – cioè un viaggio che permetta di superare l’atmosfera per poi rituffarcisi e senza girare attorno al Pianeta – Jeff Bezos e la sua Blue Origin vendono biglietti a circa 500mila dollari. In questo caso
SOPRA I passeggeri della missione Inspiration4 di SpaceX, compagnia di Elon Musk. NELLA PAGINA A FIANCO, IN ALTO Il lancio di Blue Origin, l’azienda aerospaziale dell’ex ceo di Amazon, Jeff Bezos. IN BASSO Richard Branson in assenza di gravità a bordo della sua MotherShip.
l’esperienza è più vicina a quella degli astronauti professionisti. Primo perché la quota raggiunta nel volo inaugurale – che ha visto lo stesso Bezos diventare extra-terrestre lo scorso 20 luglio – è qualche chilometro oltre quella lambita da Virgin (107 chilometri per Jeff, 86 per Richard). Secondo perché, spinto da un razzo riutilizzabile, il viaggio sarebbe a bordo della capsula New Shepard, un omaggio, fin dal nome, agli anni pioneristici dell’esplorazione cosmica made in Usa (nel 1961, Alan Shepard fu il primo americano a raggiungere lo spazio). Per il primo lancio, quello con Bezos e suo fratello Mark a bordo, c’è stato anche chi, tuttora anonimo, pur di scrivere il proprio nome nella storia era stato disposto a prenotare il biglietto extra-atmosferico per 28 milioni di dollari (per 11 minuti di microgravità, meglio ribadirlo), salvo rinunciare all’ultimo momento, si mormora per un altro impegno, e cedere il sedile al diciottenne olandese Oliver Daemen, la persona più giovane a essere volata nello spazio, e a Mary Wallace “Wally” Funk, la più anziana, 82 anni di
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leggenda dell’aviazione nonché una delle «Mercury 13», il gruppo di donne negli anni 60 segretamente addestratosi per volare sulla Luna, ma poi mai contemplato dalla Nasa per farlo. A proposito di viaggi lunari, per una cifra non rivelata, Yusaku Maezawa, creatore e patron dell’online shop Zozotown, è stato il primo a prenotare una gita attorno al nostro Satellite naturale. In questo momento, cerca otto persone che lo accompagnino là dove solo una quindicina prima di lui si sono spinte. A permettere il pellegrinaggio, nel 2023, saranno Elon Musk e la sua SpaceX, cui già si deve la prima missione orbitale di un equipaggio interamente costituito da astronauti non professionisti: l’hanno chiamata «Inspiration 4» e per quattro giorni, lo scorso settembre, ha permesso a quattro civili senza alcuna relazione con agenzie o enti governativi di girare attorno alla Terra, 575 chilometri sopra le nostre teste. Prezzo complessivo? Voci ufficiose suggeriscono 200 milioni di dollari, pagati da Jared Isaacman, il fondatore della società di pagamenti digitali Shift4Payments, che oltre a essere stato il comandante della spedizione, ne ha sapientemente sfruttato lo straordinario appeal comunicativo: con un’asta online a
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supporto del volo ha raccolto più di 240 milioni di dollari e li ha donati al St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, specializzato in oncologia pediatrica. Proprio lì, al St. Jude, Isaacman aveva anche scelto uno dei suoi tre compagni di avventura, Haley Arceneaux, assistente medico di 29anni
e prima persona in assoluto a superare l’atmosfera con una protesi, un femore sinistro artificiale che le sostituisce l’osso perso a causa di un osteosarcoma scoperto quando aveva 10 anni (e curato proprio al St. Jude). Primati storici a parte, è questo il dato più significativo di Inspiration 4, una
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«Inspiration 4», la missione di SpaceX che ha permesso a quattro civili di girare attorno alla Terra per quattro giorni, pare sia costata 200 milioni di dollari. Li ha pagati Jared Isaacman, il fondatore di Shift4Payments
SOPRA L’assemblaggio della navicella di SpaceX, A SINISTRA L’atterraggio
missione organizzata per dimostrare come lo spazio possa essere sempre più accessibile, inclusivo e, insieme, una piattaforma comunicativa di efficacia straordinaria. Capiamoci, caro lettore, significa davvero aprire lo spazio a tutti, cioè realizzare quanto promesso dai già ribattezzati space billionaires alla Musk e Bezos? No, o almeno non subito, sempre che non ce lo si possa permettere, oppure non si sia William
Shatner o Tom Cruise. Il primo, l’iconico capitano Kirk della serie Star Trek, a novant’anni ha volato sulla New Shepard per ricavarci un documentario per i cui diritti si è già scatenata la caccia fra i broadcaster. “Top Gun” Tom, invece, sta già addestrandosi per raggiungere la Stazione spaziale internazionale nel 2022, dove con il regista Doug Liman girerà il prossimo film, il primo action movie della storia letteralmente extraterrestre. Per
nel deserto del Texas di Blue Origin. NELLA PAGINA A FIANCO, IN ALTO SpaceShipTwo, lo spazioplano di Virgin Atlantic. IN BASSO Jeff Bezos festeggia la riuscita della sua prima missione spaziale.
questo sarebbe sbagliato non cogliere le differenze fra il turismo spaziale inaugurato 20 anni fa da Dennis Tito, operato “per concessione” da enti nazionali profumatamente pagati per farlo (Roscosmos prima, Nasa poi), e quello di nuova generazione. Sono cambiati i prezzi (sempre proibitivi ma inferiori), i mezzi (oggi riutilizzabili come quelli di Bezos, Musk e Branson), gli operatori (privati) e la frequenza dei voli: fra il 2001 e il 2021 gli space tourist erano sette. Da luglio e in meno di 60 giorni sono diventati più del doppio. Soprattutto, però, sono mutate promesse e premesse: il turismo spaziale è il segno più eclatante di una progressiva erosione delle barriere di ingresso al settore. Sebbene solo agli inizi, il processo è evidente tanto a livello istituzionale o industriale – la new space economy – quanto commerciale. Detto altrimenti, caro lettore, vuol dire sbrigarsi: sempre che tu sia interessato, sappi che per qualche anno lo spazio rimarrà la meta più esclusiva per un viaggio da sogno. Poi, anche la rotta verso la Luna potrebbe affollarsi.
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Business d’alta quota Il club più elitario dell’aviazione d’affari ha un nuovo membro
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usiness jet a lungo raggio: una classe di aerei ultra-premium e ultra-esclusiva, fatta di soli due modelli: Bombardier Global 7500 e Gulfstream G700. Fino a ieri, perché oggi c’è un nuovo jet in città, Dassault Falcon 10X, pensato per offrire «più comfort, distanza e possibilità», dice Paul Floreck, vice
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president senior vendite per il nord America di Dassault. «Offriremo ai passeggeri un’esperienza senza rivali sul mercato». Una dichiarazione audace considerando la concorrenza del 10X e considerando che i clienti tendono a restare fedeli ai brand scelti, al punto che a Dassault potrebbe non bastare offrire nuove funzioni per convincere chi ha dei
Bombardier o Gulfstream a cambiare squadra. «Nei sondaggi il 75% rimane fedele a un marchio», dice Rolland Vincent, presidente di Rolland Vincent Associates, società di consulenza per l’aviazione corporate, e «più alta la categoria, più alta la fedeltà». «È raro che un potenziale acquirente debba davvero decidere che jet
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Il Falcon 10X ha bisogno di una pista lunga 1.400 metri per decollare. E gli bastano 760 metri per atterrare. Ha un’autonomia di quasi 16mila chilometri.
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BIZJET A CONFRONTO
PREZZO DI LISTINO
VOLUME INTERNO
LUNGHEZZA CABINA
LARGHEZZA CABINA
ALTEZZA CABINA
PROPULSORE
DISTANZA X DECOLLO
Dassault Falcon 10X
$75 millioni
78,7 m. cubi
16,1 metri
2,8 metri
2,1 metri
Rolls-Royce Pearl 10X
1,46 km
IL RIVALE
$78 millioni
73,7 m. cubi
17,1 metri
2,4 metri
1,9 metri
Rolls-Royce Pearl 700
1,9 km
$75 millioni
78,8 m. cubi
16,6 metri
2,4 metri
1,9 metri
GE Passport
1,7 km
su richiesta
143 m. cubi
23,8 metri
3,3 metri
2 metri
Pratt & Whitney 1500G
1,6 km
IL NEO ARRIVATO
Gulfstream G700 IL VETERANO
Bombardier Global 7500
FUORI CATEGORIA
ACJ Two Twenty
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L’ampia cabina è esaltata da linee fluide e da 38 finestre per massimizzare la luce naturale.
Il 10X vanta gli spazi interni più ampi della categoria. Si divide in quattro zone che possono essere personalizzate in base ai desideri del proprietario
comprare», spiega. E aggiunge che la maggior parte dei proprietari di jet «ha in mente dei requisiti di missione ben precisi che potrebbero orientarli verso un modello o un brand». I numeri del Dassault però parlano chiaro. Con 78 metri cubi di volume interno e una cabina larga circa 2,8 metri e alta 2 vanta gli spazi migliori della categoria. Alla luce ci pensano 38 finestre suddivise in quattro zone che possono diventare salotti, uffici o addirittura una camera da letto con doccia. La quota massima raggiungibile dal 10X è la stessa dei suoi concorrenti (15.500 m), così da volare sopra al brutto tempo, con una quota cabina (pressurizzazione) di 900 metri. Il jet è perfettamente in grado di volare sia ad alta che a bassa velocità e dispone di diverse funzioni «a misura di pilota» come FalconEye, un sistema di visione combinato per identificare gli ostacoli durante il decollo e l’atterraggio in caso di maltempo, console touch-screen e doppio display Hud per i dati di volo primari. Un unico acceleratore controlla entrambi i motori e per quanto riguarda la velocità il Dassault arriva a Mach 0,925 (come G700 e Global 7500), con una velocità di crociera Lrc (lungo raggio) di Mach 0,85 e velocità di crociera massima di Mach 0,90. L’autonomia massima del 10X è di 15.900 km, identica a quella del G700 mentre il Global 7500 può contare su 370 km in più. Tutti e tre i jet possono andare da New York a Pechino, o da Roma a Tokyo, senza sosta. Ma il 10X ha un altro asso nella manica: ha bisogno di meno di 760 metri di pista per atterrare, grazie in parte al design delle ali. «Abbiamo cambiato il materiale: non più metallo ma fibra di carbonio, come sul nostro caccia Rafale», spiega Carlos Brana, vice president esecutivo aviazione civile di Dassault. Il 10X, per Vincent, «rappresenta un grande scommessa per Dassault: un enorme investimento in ingegneria e strumenti». Più che concorrente dei business jet esistenti è considerato «il primo di una nuova famiglia di aerei in questo settore». Lee Monterey
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Il giro del mondo in 80 anni Mito e qualità si fondono nella Hasselblad, la macchina fotografica che è stata anche sulla Luna. E oggi festeggia il compleanno con una edizione limitata
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anno fatto il giro del mondo per quasi un secolo, catturando momenti iconici e realizzando scatti immortali, tra cui l’allunaggio. A 80 anni dalla presentazione del primo esemplare, la HK-7 lanciata nel 1941, Hasselblad ha deciso di festeggiare in grande stile con il kit 907X Anniversary Edition, un
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tributo che strizza l’occhio al glorioso passato del marchio scelto dalla Nasa, che ha riscritto la storia e rotto le barriere dalla fotografia grazie all’audace spirito di innovazione, apprezzato dai migliori fotografi al mondo. Una chicca per pochi appassionati, un’esclusiva edizione limitata in soli 800 esemplari, caratterizzata dal corpo e dorso di
pelle nera con finitura Lunar Grey anodizzata, una placca commemorativa con la scritta “Hasselblad – Since 1941” e il logo serigrafato sull’anello di messa fuoco. Il brand svedese di fotocamere di fascia alta, di proprietà di DJI, ha riunito in un unico kit il dorso digitale CFV II 50C, il corpo macchina 907X, grip di controllo, mirino ottico e obiettivo XCD 3.5/30. A completare la portentosa riedizione, un sensore Cmos medio formato da 50 Mp con 14 stop di gamma dinamica e campionamento colori a 16 bit (tecnologia colore Hasselblad Natural Colour Solution), Iso impostabile tra 100 e 25600, otturatore con tempi di posa da 1/2000 a 68 minuti, autofocus e live view. Prevista anche la possibilità di riprendere video a 2.7K (2720×1530) e in full hd (1920×1080) fino a 30 fps. Il display è da 3,2 con 2.36 milioni di punti; lo slot per schede di memoria Sd è doppio e non mancano le connessioni wi-fi e Usb-c fino a 5Gbps per il trasferimento dei dati e per ricaricare l’accumulatore integrato. La macchina adotta l’interfaccia compatibile con Phocus Mobile 2 per l’uso in studio e la gestione degli scatti e degli update firmware. Anche l’ottica è speciale: si tratta di una nuova 30mm XCD con 11 elementi (uno asferico) in 10 gruppi ispirata a quella delle Hasselblad Super Wide Cameras a telemetro degli anni ‘50. Il corpo della macchina supporta anche obiettivi Hc/Hcd, V e Xpan tramite adattatori, mentre il dorso digitale è compatibile con quasi tutti i corpi Hasselblad prodotti dal 1957
Il kit Hasselblad 907X Anniversary Edition è sia un ritorno vintage sia un omaggio allo spirito di innovazione che da sempre contraddistingue il brand svedese in poi. Chi si fosse lasciato scappare l’ambita special edition dedicata allo sbarco sulla Luna, si può consolare con questo elegante ritrovato della tecnologia a un prezzo di listino di 15.500 euro. Alessia Bellan
Particolari dell’Hasselblad 907X Anniversary Edition
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SOCIALITY WEB ROBB REPORT È ANCHE IL SITO, LE NEWSLETTER, I CANALI SOCIAL E L’APP. PERCHÉ IL LUSSO È «SENZA COMPROMESSI», E VA RACCONTATO (E VISSUTO) A 360°
CARS
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YACTHS
AVIATION
WATCHES
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uello di Robb Report Italia è un vero sistema multimediale. Che comprende, oltre al magazine da sfogliare, gli eventi del club RR1 e le numerose iniziative digitali curate dalla redazione. Lo strumento cardine della galassia digital è il sito RobbReport.it. Sviluppato ispirandosi direttamente alla versione americana, è online da poche settimane e si sta pian piano arricchendo di contenuti. Con aggiornamenti quotidiani, il sito è destinato a diventare un archivio di articoli in lingua italiana prodotti direttamente dalla squadra di Robb Report Italia o tradotti attingendo ai contenuti delle 19 versioni internazionali del magazine, incluse Usa, Brasile, Messico, Australia, Russia, Cina, India, Singapore, Emirati Arabi. L’attenzione alla qualità dei contenuti e delle fotografie di RR è un punto di forza del brand, e vuole diventare sempre di più la qualità distintiva del sito. Gli argomenti e le relative sezioni del menu sono quelli tipici della cultura Robb Report: auto, moto, yacht, aerei, gioielleria, cibo, vini, viaggi, hotel, real estate, style, design e arte. Molti gli articoli di approfondimento su tutto ciò che di bello e prezioso c’è in Italia, altri su eventi e news del mondo del lusso, altri ancora racconti delle esperienze di vita uniche che il Belpaese offre. A questo si sommano servizi di respiro internazionale, che permetteranno al lettore italiano di scoprire tutto il mondo di Robb Report. Accanto al sito internet, per coloro che preferiscono una comunicazione push, la newsletter settimanale- L’iscrizione è gratuita - inviata via email con la raccolta di tutti gli articoli più interessanti. Con il tempo ci saranno anche newsletter tematiche per soddisfare le aspettative degli utenti più esigenti. Ad accesso
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Il sito sarà un archivio di articoli in lingua italiana prodotti dalla squadra di RR Italia o tradotti attingendo ai contenuti delle 16 versioni internazionali del magazine Per quanto il magazine sia un oggetto anche sexy, e il piacere dello sfogliare la carta sia eterno, Robb Report Italia vuole arrivare ai propri lettori anche in versione digitale. Così è già attiva un’app, scaricabile dai principali app-store, che permette di sfogliare il magazine comodamente dal proprio smartphone, tablet e computer. Infine, non ancora attivi, ma di imminente pubblicazione, ci saranno anche i podcast di Robb Report Italia. Interviste o testimonianze delle voci protagoniste del lusso e dello stile attraverso i canali Spotify e Spreaker. Federico Morgantini
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TRAVEL
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The Studio Lift, Forme Life In posizione di “riposo” appare come un normale specchio a tutta altezza nel quale ammirare i propri addominali. Ma nasconde un touchscreen, un display 4K, il controllo vocale e uno stuolo di allenatori virtuali a propria disposizione, esperti in ogni disciplina, dallo yoga alla boxe. 4.495 $ formelife.com
Raxa, Pent Elegante (e sostenibile) sacco da boxe in pelle, imbottitto con pellami di scarto. Per sfogarsi in bellezza. 1.380 $ pentfitness.com
SlimBeam, Nohrd Disponibile in ciliegio, frassino, noce, quercia, ma anche in a acciaio spazzolato, lo SlimBeam è una tradizionale macchine a cavo che si integra perfettamente in qualsiasi tipo di interno. Ocupa meno di un metro quadrato, e permette un allenamento completo total body. Da 1.650 € - nohrd.com
Rower, Hydrow Il vogatore da casa Rower è in grado di emulare l’esperienza sull’acqua grazie a un touchscreen e a un meccanismo di trascinamento elettromagnetico che lavora con tutti i muscoli. Elegante il profilo a forma di elle. $ 2.245 - hydrow.com
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INVERNO 2021
F I T N E S S | Passions
Trimm Dich, Bartmann Berlin Di legno di acero e acciaio, i bilancieri triangolari restano stabili sul pavimento, mentre le maniglie tornite offrono una presa solida. Il set da due manubri comprende sei pesi in tre dimensioni, con le cifre incise a mano. Da 500 € - bartmannberlin.de
Kinesis Personal Heritage, Technogym Disegnato da Antonio Citterio, uno strumento completo per l’allenamento funzionale, migliora coordinazione, equilibrio e forza, oltre che il controllo di postura e respirazione. 11.750 € technogym.com
Yoga mat, Prada Ideali per le sessioni di yoga ma anche per le serie di addominali, plank e flessioni, i tappetini più cool sono disponibili con stampa hibiscus o nell’iconico pattern banana. 425 € - prada.com
MyRun, Technogym Combinazione perfetta di design minimale e tecnologia all’avanguardia, le dimensioni compatte ne fanno il tapis roulant perfetto per la casa, adatto a qualsiasi ambiente. 3.250 € - technogym.com
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WRITE
Il Granduca della scrittura
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rtigianalità e innovazione. Tradizione e raffinatezza. Il piacere della materia e il lusso garbato. Esattamente come 245 anni fa, quando Francesco Pineider aprì la sua cartoleria in Piazza della Signoria a Firenze. Era il 1774, in città regnava il Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo II d’AsburgoLorena, Mozart si esibiva al Poggio Imperiale, gli Uffizi richiamavano pittori e scultori di nuova generazione. E Pineider lasciava la Val Gardena per trasferirsi nella fiorente realtà toscana e aprire una piccola manifattura. Qui introdusse tecniche d’avanguardia, perfezionò le stampe, lavorò sui caratteri e i rilievi, realizzò articolati stemmi e monogrammi incisi a mano. Poi, alla carta si affiancò la produzione di grande e piccola pelletteria di pregio, grazie anche alla importante tradizione toscana, e quindi arrivarono gli strumenti per la scrittura. In breve l’estetica e l’eleganza di Pineider catturarono l’attenzione di clienti di un certo rilievo, come Napoleone, Lord Byron e Stendhal, portando il marchio a essere riconosciuto in tutto il mondo. Oggi Pineider è di proprietà della famiglia Rovagnati, è presente nei più importanti department store di tutto il mondo e nei negozi monomarca di Firenze, Milano e Roma. E da poco anche a Manhattan, nel Rockefeller Center. «È il momento giusto», ha detto Giuseppe Rossi, direttore
In quasi due secoli e mezzo di storia, Pineider ha affascinato scrittori e poeti, viaggiatori e anche imperatori con un savoir-faire fiorentino. E ora si prepara a conquistare la Grande Mela
IN ALTO, Backpack, zaino in vitello bottalato. A SINISTRA, notes e quaderno Jazz, con copertina in cuoio rigenerato. A DESTRA, Avatar UR Black, penna total black, sia per il fusto che per le sue componenti.
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generale del brand, «per avere uno spazio dedicato dove condividere i nostri strumenti unici, che celebrano il passato e rappresentano il futuro nel vivace mercato di New York. Le persone desiderano una connessione personale e la capacità di comunicare in modo autentico al di fuori della monotonia del mondo digitale. I nostri pezzi sono gioielli incantevoli che trasmettono l’identità e comunicano una storia, un sentimento o un legame, dal passato al presente». Come lo
Pineider fonde artigianalità e funzionalità per offrire una collezione distintiva e raffinata di strumenti per scrivere e di accessori scrittoio da viaggio Travel Desk, in vitello liscio e legno di ciliegio che al suo interno custodisce 14 pennini con cannuccia, quaderno per appunti con copertina in pelle, calamaio con inchiostro nero, tampone, 14 matite nere, un set di pregiata carta da lettera, cartoncini e buste Pineider con taglio ad acqua. Uno dei più alti esempi della manifattura dei prodotti in pelle di cui l’Italia va fiera. Paolo Tomasini
SOPRA, due versioni della Passion Box. SOTTO, A SINISTRA, le penne Metropolis; A DESTRA, il Travel Desk.
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UCITS Hedge Awards 2021
Long/Short Equity – Italy Best Performing Fund over 3, 4, 5 and 7 Year Periods Kairos International SICAV – Italia (Kairos)
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Il fascino discreto dell’agenda Per gli appuntamenti di lavoro, gli appunti importanti, per girare il mondo... Ecco come fare la scelta giusta, a partire dalla copertina e dalla carta. Soprattutto, dalla versatilità di questi veri e propri oggetti d’autore
L’
anno sta per finire, che cosa scegliere per pianificare gli appuntamenti di lavoro? Tra le varie tipologie - taccuino, agenda, diario - quelle classiche vanno sempre per la maggiore. Eleganti, bene organizzate, possono stare sulle scrivanie importanti e nelle valigette dei manager che cercano il meglio. Per chi viaggia molto, perfette quelle travel, che guardano al mondo e quindi ai mercati. Infinita la scelta, di materiali e colori, per un oggetto inventato a fine Ottocento dagli inglesi di Smythson e oggi arricchito, nelle versioni più curate, con quelle indicazioni indispensabili - ad esempio, sulla Vintage Wine Chart – per sapere per il 2022 quali annate preferire di un vino toscano o un Bordeaux. Nelle agende tradizionali, rese così preziose al tatto grazie alla carta pregiata, si possono trovare tante indicazioni utili, dalla mappa della metropolitana di Hong Kong al miglior club newyorkese, alla galleria d’arte di Melbourne… Sedersi al tavolo di una riunione con un’agenda, poi, grande o piccola poco importa, fa la differenza con il plotone di smartphone dei colleghi sempre silenziati ma pronti a illuminarsi per un clic. La luce di un’agenda tradizionale è fatta di altra materia, più duratura, esclusiva, esprime classe e tempi ponderati per prendere qualsiasi decisione. Ecco le migliori secondo Robb Report. Alessandro Turci e Alessia Bellan
Pineider
Un’agenda settimanale di forte personalità (48 euro), perfetta per la scrivania di chi non può permettersi di giocare con il proprio prezioso tempo. Pratica e funzionale, si apre e resta aperta; la pelle è di qualità artigianale italiana, per non dire di antichissima scuola fiorentina. Le pagine possono ospitare ogni minimo dettaglio che si ritrova con un solo colpo d’occhio. Uno scrigno insomma, personalizzabile con iniziali a caldo, in oro o argento.
Gyllium - Audacious e Eternal Winter L’ultima arrivata tra le grandi. Esotica, persiana quasi, materiali italianissimi e genio femminile bulgaro. Gergana Savova e Lyubomira Bambova hanno creato due agende di super lusso: la Audacious, leopardata (395 euro) e la Eternal Winter, total black (378 euro), che rappresentano il must have di oggi e domani. Un profumo pensato esclusivamente per questo nuovo brand avvolge le due copertine; le pagine interne lasciano spazio, senza limitarlo in gabbie legate al calendario. Strepitosa. Si compra online, con il refill annuale (75 euro) su www.gyllium.com.
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PassionS | W R I T E
Louis Vuitton Copertina Agenda Mm
Hermès Copertina Ulysse Mm
Un evergreen dall’eleganza intramontabile, la copertina per agenda media a scacchi firmata Vuitton nella versione in Tela Damier Graphite (460 Euro) con fodera in pelle di vitello martellata e chiusura a pressione. Contiene un raccoglitore a sei anelli e pratiche fessure per carte di credito, oltre a due scomparti interni. La ricarica funzionale 2022, giornaliera o settimanale, è arricchita da pagine con splendidi disegni in colori pastello, con le creazioni di pelletteria più iconiche della Maison.
La scrittura è un’arte cara a Hermès. Creata nel 2002, la copertina Ulysse (615 Euro) rende omaggio al più celebre dei viaggiatori e offre praticità d’uso grazie alla chiusura con bottone a pressione. La morbida pelle in vitello Swift è adatta a diversi tipi di ricariche: agenda organizer, pagine bianche, a colori o a righe. Per ogni età e ideale in ogni occasione, questa versatile copertina si trasforma da organizer a blocnotes a taccuino da disegno, per fare viaggiare le parole attraverso la bellezza.
Smythson - Soho Cosmic 2022 Ideale per chi non ama troppo la scrivania. Leggera ma solida, elegantissima nella storica pelle grossgrain, brevettata nel 1908 (225 euro): le pagine sono ampie, la carta incantevole: è agenda e diario di viaggio al tempo stesso. Brand internazionale per eccellenza, è impossibile non distinguersi nei migliori ambienti e a qualsiasi latitudine. Colori molti, certamente il blu Nilo è iconico. Si compra a Londra, online o da decenni solo nelle migliori botteghe italiane per strumenti di scrittura: l’Antica Cartotecnica di Roma è una di queste, dal 1930.
Montblanc Una sintesi d’avanguardia tra il fascino della scrittura manuale e le nuove tecnologie (750 euro). Per iniziare su carta e trasferire con un clic tutto su digitale. Come avere un tornio protoleonardesco sul quale trasferire la sapienza e la velocità degli appunti manuali. Il brand è un riferimento per il manager che vuole il meglio, e punta al sodo. Investimento che non passa inosservato.
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STYLE
Pennellate casual Anche in azienda, si può adottare un dress code un po’ più rilassato, senza rinunciare all’eleganza
SOFT POWER Abito in cashmere Stefano Ricci, € 6,700; docevita in cashmere Loro Piana, € 1.180; pochette in lana e seta Petronius, € 65; penna stilografica Montblanc, € 520; scarpe Derby Crockett & Jones, € 560. (foto di Joshua Scott; styling di Charles
W. Bumgardner)
Malo
Marinella La famosa cravatta 7 pieghe è realizzata completamente a mano: dalla stampa a mano della seta al taglio singolo del tessuto, alla chiusura del capo finito. Molto più di una semplice cravatta, può dirsi un prezioso gioiello da collo, perché la quantità di seta impiegata per realizzarla è maggiore. Lo square di seta viene piegato ben sette volte su sé stesso e ciò le dona una consistenza unica, dall’altezza del nodo alla pesantezza. Il gentleman contemporaneo non lascia nulla al caso. 215 euro
La maison fiorentina è emblema di artigianalità ed eleganza senza tempo. I tagli sartoriali e i tessuti pregiati, tra cui spicca il morbido cashmere, vengono valorizzati da trattamenti innovativi e nuance urbane che spaziano dai blu ai grigi: passe-partout della collezione F/W 21 proprio i colori minerali, declinati in un gioco di chiaroscuri che regala un stile timeless. 1.995 euro
Laboratorio Olfattivo Mandarino Una fragranza creata dal maestro Jean-Claude Ellena per Laboratorio Olfattivo, che ha dato il via alla collezione chiamata «Viaggio in Italia by JeanClaude Ellena». Un sogno verde da “indossare” per ritrovare la gioia di vivere e il buonumore tipicamente italiano. Quel tocco di allegro e frizzante mandarino italiano che rallegra le giornate invernali, in ufficio e non solo. 89 euro
Aurora Stilografica Aurora della collezione Ambienti. Questo modello è dedicato alla Giungla. La Manifattura torinese ci conduce così in un viaggio plurisensoriale, per esplorare le atmosfere della giungla e vivere una nuova esperienza di scrittura rievocando i colori della natura rigogliosa. Edizione con finiture in argento e pennino in oro massiccio 18 carati rodiato, limitata a soli 580 esemplari. Una curiosità: è nel suo speciale cofanetto con inchiostro verde intenso e un libretto profumato con note ‘jungle’.1.080 euro
Bayria Eyewear Modello Tergeste, eleganti e sofisticati, raccontano lo stile urban e ricercato del brand pugliese. La montatura rotonda in acetato Mazzucchelli 1849 con incisioni e scavature applicate sia all’interno che all’esterno del frontale. Tale tecnica di lavorazione, oltre a donare leggerezza agli occhiali, permette alla luce di riflettersi in modo differente sul materiale, creando chiaroscuri e affascinanti riverberi. 220 euro
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Passions | S T Y L E
Malo
Chanel
Simbolo della lavorazione Jacquard ma anche della sapienza della maglieria Made in Malo. Il brand fiorentino in questo gilet evoca un boulevard cittadino in cui passeggiare tra tessuti pregiati e lavorazioni che esprimono al massimo l’amore per la maglieria di un Made in Italy , le geometrie jacquard che con con i loro intrecci richiamano le lavorazioni dei cancelli in ferro battuto. 315 euro
Bleu de Chanel è l’elogio della libertà che si esprime in un aromatico-boschivo dalla firma seducente. Una fragranza intramontabile racchiusa in un blu profondo e misterioso. Una scelta maschile raffinata e decisa, che racconta uno spirito determinato, con le note legnose del sandalo, ma contemporaneo, con la freschezza del pompelmo e della menta, che incontrano un cuore aromatico e speziato di zenzero e noce moscata. 135 euro
Fielmann Per la stagione invernale tornano i modelli bold. Maxi e chic, sia da vista che da sole, sono funzionali e vanno ben oltre il ruolo di accessorio. La collezione si ispira a modelli vintage con forme, materiali e nuances di colore accattivanti e contemporanee. 69 euro
The Bridge Cartella Collezione Kallio. La borsa a bandoliera in pelle color rutenio ha un design pratico ed essenziale. Minimal e di classe, è molto versatile e trasversale. Perfetta sia per l’ufficio sia in viaggio o nel tempo libero. Chiusura a zip e tasca frontale, come le altre collezioni del marchio fiorentino nasce dalle sapienti mani dei maestri artigiani The Bridge. 580 euro
Aeronautica Militare Limited edition Una collezione esclusiva 2021 per rendere omaggio al 60esimo anniversario delle Frecce Tricolori, creata ad hoc con grafiche e colori ispirati al logo ufficiale. Nella foto, la speciale riedizione dell’iconico giubbotto in pelle da aviatore con patch e scritte dedicate a questo speciale anniversario. 60 anni di italianità, di emozioni ed evoluzioni mozzafiato, in uno speciale outfit casual chic. 820 euro. Mara Cella
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Abito in twill di cotone J. Mueser, € 1,100; maglione di lana Officine Générale, € 340; camicia in popeline di cotone, € 210, e sciarpa in cashmere, € 215, Budd Shirtmakers; mocassini in pelle Santoni, € 770. (foto di Joshua Scott; styling di Charles W. Bumgardner)
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in focus FENDI VALIGIA RIGIDA MEDIA fendi.com
Baule da viaggio rettangolare dal sapore anni ’50 con doppia chiusura, a scatto e lucchetto, tracolla rimovibile e scomparto interno con tasca porta riviste. Rifinita con bordi in pelle, dettagli in metallo e borchie, la struttura in legno è rivestita in tessuto vetrificato marrone con motivo monogram FF jacquard. € 6.000
LOCHERBER GRIGIOMILANO locherbermilano.com
Un omaggio alla capitale della moda e del design, nella profumazione che svela la sua personalità in modo discreto e sofisticato. Alle note fiorite e muschiate di apertura si susseguono sentori speziati, per un’esperienza olfattiva avvolgente ed esclusiva. La nuova creazione va ad arricchire la collezione Skyline, dal brand che ha fatto della profumazione d’ambiente un’arte. Da € 38 a € 600
LEICA M10-P ASC 100 EDITION leica-camera.com
Fotocamera M speciale a telemetro dedicata a cineasti e appassionati di cinema. Questa special edition introduce due nuove modalità «Cine Look» incorporate direttamente nella fotocamera: la modalità «Asc Cine Classic» simula l’aspetto classico delle pellicole da 35 mm, mentre la modalità «Asc Contemporary» i mita lo stile digitale dei film contemporanei. € 18.800
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DREAM MACHINES | Y A C T H
in focus GEMELLI NARDI
nardi-venezia.com
Nel negozio che occupa cinque arcate in un angolo di piazza San Marco, famoso per i celebri «Moretti», sono passsati Elton John, Elizabeth Taylor, Grace Kelly, Ernest Hemingway, Marilyn Monroe... Dal 1925 Nardi firma creazioni uniche, espressione orgogliosamente veneziana. Gioielli mai banali, come i preziosi polsini in oro rosa, argento e diamanti. € 1.300
SANTONI MONK STRAP santonishoes.com
Scarpa dalle linee squisitamente classiche, definite dalle iconiche bucature brogues, che si fa riconoscere per l’originale blu elettrico e la tipica anticatura Santoni fatta a mano dall’effetto brillante. La frangia può essere applicata o rimossa per cambiare look in base al gusto e alle occasioni. € 880
CUSCINI LISA CORTI lisacorti.com
Due cult per la casa intramontabili e chic firmati Lisa Corti: il cuscino della collezione Flame, di cotone Peacock Veronese, da quest’anno prodotta interamente in Italia (a partire da € 68); e le federe di cuscino delle collezione classica in organza, made in India (a partire da € 45). Alessia Bellan
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DICEMBRE 2021
G e n i u s a t Wo r k
FOGLIE TORTE Così il restauratore Michael Duffy ha dato una rinfrescata a un celebre Van Gogh del MoMA
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eno famosi di altre opere, gli Ulivi di Van Gogh sono comunque pezzi importanti della notevole (più di duemila dipinti) produzione del pittore olandese. Questa serie di 15 quadri è stata completata nel 1889 quando Van Gogh era ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémyde-Provence (dopo una serie di esaurimenti nervosi ad Arles). In ospedale aveva una stanza libera per dipingere e, dopo qualche
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tempo gli fu permesso anche di uscire: fu allora che, a giugno, vide alcuni ulivi, che aveva già osservato ad Arles e dei quali aveva scritto a suo fratello Theo che non avrebbe mai osato dipingerli perché troppo belli, timore che però a Saint-Rémy riuscì a superare. Ulivi in un paesaggio di montagna, dal 1998 nella collezione permanente del MoMA di New York, è forse l’opera più conosciuta della serie, nata come “complemento” al famoso Notte stellata
(1889): nel primo quadro la scena è vista di giorno, nel secondo di sera. Ora, per la prima volta i due dipinti sono stati riuniti in una mostra al Dallas Museum of Art che fino al 6 febbraio 2022 offrirà inoltre ai visitatori una visione più approfondita delle tecniche e della tavolozza utilizzate dal maestro. Prima di lasciare il MoMA però Ulivi in un paesaggio di montagna è stato sottoporlo a più di due anni di meticoloso recupero a cura del restauratore Michael Duffy.
ULIVI IN UN PAESAGGIO DI MONTAGNA , SAINT-RÉMY, GIUGNO-LUGLIO 1889. THE MUSEUM OF MODERN ART, NEW YORK. MRS. JOHN HAY WHITNEY BEQUEST
H E L E N A M A D D E N - F O T O D E L R E S TA U R O D I A L F R E D O C H I A R A P PA
A SINISTRA
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Immagine ideale Duffy osserva un’immagine a raggi X del dipinto. Raggi X e fotografie in diverse condizioni di luce vengono prese prima di iniziare il restauro in modo che le lacerazioni microscopiche, così come i punti dove la vernice è meno densa o manca del tutto, possono essere analizzati. IN BASSO, A SINISTRA
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Chimica perfetta Il dipinto ha della vernice che non è quella originale usata da Van Gogh ma è stata aggiunta in seguito nel tentativo di preservare l’opera. Ora la vernice si è scolorita, quindi Duffy deve rimuoverla. Usa un solvente organico che la dissolverà in modo sicuro senza danneggiare gli strati di olio sottostanti e fa riferimento ai rapporti del MoMA di quando il pezzo è stato restaurato l’ultima volta come guida. IN BASSO, A DESTRA
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Tela pulita Duffy applica minuziosamente il solvente con un pennello attraverso un tessuto morbido, che assorbe la vernice dalla superficie del dipinto.
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Genius at Work
A DESTRA
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Zoom Le opere di Van Gogh sono notoriamente caratterizzate da strati di vernice molto spessi. Parte di quella aggiunta nel precedente restauro può rimanere bloccata nelle fessure della pittura originale, così Duffy usa un microscopio e un piccolo pennello per assicurarsi che venga rimossa tutta. IN BASSO, A SINISTRA
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Leva la cera L’arte della conservazione non è sempre stata così tecnologica come lo è ora. Per rinforzare un dipinto, i restauratori dei Paesi Bassi negli anni ‘30 e ‘40 spesso attaccavano un’altra tela sul retro dell’originale con un adesivo fatto di cera d’api e resina. Qui, parte di quel materiale, che è diventato arancione con l’età, ha raggiunto la parte anteriore. Duffy usa un piccolo strumento ad aria calda per ammorbidire la cera e poi la raschia delicatamente dai bordi. IN BASSO, A DESTRA
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Teoria dei colori
Alcune aree dove la vernice si è sfaldata devono essere riempite di nuovo, ma prima Duffy deve determinare quali pigmenti sono adatti al compito. Le vernici speciali per il restauro sono a base d’acqua che imitano le tonalità originali e possono essere invertite se necessario, se la corrispondenza del colore non è perfetta, per esempio.
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The Art of Beautiful Consapevoli del dono che la natura ci ha concesso, anche il più piccolo gesto dei nostri artigiani è intriso di passione. Benvenuti nel nostro paradiso, dove la bellezza si ispira alla grazia del cuore.
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Genius at Work
IN ALTO, A SINISTRA
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Ripianare le perdite
Duffy applica i pigmenti alle aree dove la pittura a olio originale si è staccata. Alcune delle perdite più evidenti si sono verificate nell’angolo sinistro in primo piano. IN ALTO, A DESTRA
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Usura e strappi
La tela è stata tirata e piegata molte volte nel corso degli anni, facendo emergere piccoli strappi lungo i bordi. Purtroppo saranno sempre presenti, ma Duffy applica una quantità minima di stucco sui piccoli difetti per stabilizzare i bordi. A SINISTRA
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Capolavoro
Ora che il restauro è terminato, si possono apprezzare Gli ulivi a un livello molto più profondo. «Si vede chiaramente che Van Gogh ha usato quattro diversi blu nelle montagne, mentre prima, a causa della verniciatura, sembrava uno solo», dice Duffy. «È super gratificante».
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MEMBERS ONLY Ci vuole passione per il bel vivere, i viaggi e le supercar, la cucina d’autore e i viaggi esclusivi, altrimenti non si entra nel club RR1...
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n giro in Ferrari con un pilota professionista; trattamenti benessere nelle migliori Spa di montagna; il pranzo con lo chef stellato e poi anche la lezione di cucina; un bagno nella piscina olimpionica con vista sul campanile di piazza San Marco; la suite nel castello in Toscana dove degustare i migliori vini… Per celebrare la ricerca del meglio, del bello, dell’esclusivo e per vivere sempre la vita al massimo, Robb Report ha dato vita al club RR1. Chi ne entra a fare parte, insieme con un ristretto numero di persone che condividono passioni simili (i viaggi, le automobili, l’orologeria, la buona cucina, il vino, la moda, lo yachting…), può godere di un accesso veramente unico al lusso, attraverso gli eventi e le esperienze esclusive firmate Robb Report. Dalla scoperta delle destinazioni più seducenti ed esclusive alla prova in anteprima delle supercar, dalle cene private agli incontri con i leader dei marchi della moda e del lusso più importanti del mondo, i membri dell’RR1 vivono esperienze esclusive e straordinarie. Anche in Italia saranno replicate quelle di maggiore successo del Club RR1 americano, tra cui «Signature Events-Car of the Year» e «Culinary Masters». Il primo è l’evento che porta alla proclamazione dell’auto dell’anno. A differenza della maggior parte delle
altre classifiche, Car of the Year si basa sul feedback e sull’opinione dei lettori di Robb Report piuttosto che sulle recensioni dei giornalisti specializzati. Durante l’evento, gli ospiti del RR1 hanno la possibilità di mettersi al volente di auto di fascia alta selezionate dal magazine per stabilire qual è la migliore secondo tre criteri: prestazioni, stile e maneggevolezza. Il tutto, ovviamente, in ambientazioni incredibili, tra cene straordinarie e degustazioni di vini pregiati. «Culinary Masters», invece,
altrettanto incredibili sul territorio italiano. Viaggi per piccoli gruppi, ispirati a quanto pubblicato nel corso dell’anno, puntando sempre al «Best of the Best». Scoperte di arte e cultura in luoghi iconici, dove i partecipanti saranno accompagnati non da semplici guide, ma da scrittori e poeti che ne hanno declamato le bellezze; con pranzi preparati da dagli chef stellati capaci di esaltare al massimo i prodotti locali; a bordo di auto d’epoca guidate da piloti professionisti. Gli eventi firmati Robb Report sono pensati per
RR1 Chi entra a fare parte del ristretto e selezionatissimo novero dei membri del nostro club, può godere di un accesso unico al lusso, attraverso gli eventi e le esperienze esclusive firmate Robb Report
riunisce annualmente acclamati chef e pochi selezionati membri del club RR1 per un torneo di golf a squadre (ciascuna capitanata da uno degli chef). Il weekend, naturalmente, si conclude con un indimenticabile cena di gala a più portate, abbinate a vini di classe mondiale, durante la quale prendono vita aste dal vivo silenziose a beneficio delle principali onlus mondiali. Oltre a queste esperienze straordinarie, il Club RR1 italiano è già al lavoro per realizzare «Tailored Travel»
essere sociali, coinvolgenti, emozionanti e, in ultima analisi, per promuovere una comunità di lettori che cercano il meglio e la pensano allo stesso modo sul vero lusso: la riscoperta di un spazio per sé dedicato alle passioni e ai desideri più veri. Una maniera per vivere fino in fondo quello che solitamente si legge soltanto sulla carta e si vorrebbe provare, affidandosi a mani sapienti e con i contatti giusti. Un club speciale, per persone speciali, ora anche dedicato alle tante meraviglie del paese più bello del mondo. Isabella Cristini
DALL’ALTO
A SINISTRA
IN SENSO ORARIO Ferrari Roma; orologi Tiffany & Co.; gli chef del «Culinary Masters»; cannellone Missoni; MuMart, il museo sommerso di Golfo Aranci in Sardegna; Tenuta Mosé Charming House Relais, in Salento; il Castello di Cigognola nell’Oltrepò Pavese, lo yacht Baglietto T52.
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L’ALTRA PETRA Nello scenario grandioso e solenne del deserto del Nord Ovest dell’Arabia Saudita, si nasconde un’immensa necropoli rupestre in forma di città. Con decine di tombe intarsiate in monoliti rocciosi, che al tramonto si incendiano di arancio e di rosso di
Le tombe di Hegra, seconda città del regno dei Nabatei dopo Petra.
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Beba Marsano
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L’altra Petra
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isogna affrettarsi per poter vedere quel gioiello archeologico di Hegra - l’araba Mada’in Salih nel profondo deserto nord-occidentale saudita come l’hanno vista i primi esploratori europei un paio di secoli fa. Primo tra tutti quel Charles Montagu Doughty, autore di Travels in Arabia Deserta (1888), pietra miliare della narrativa di viaggio, che per raggiungerla non esitò a travestirsi da pellegrino e accodarsi, nella siriana Damasco, a una carovana di devoti diretti alle città sante dell’Islam. Ci mise quasi due anni. Ma quando arrivò, nello scenario grandioso e solenne di dune e distese di sabbia, gli si spalancò una visione. Quella di una immensa necropoli rupestre in forma di città. Città che, per folgorante sortilegio geografico, sembrava racchiuderle tutte. A Hegra, come a Petra, capitale del regno, i misteriosi nabatei, tra i più grandi mercanti del mondo antico, avevano fantasiosamente mescolato nei loro monumenti sepolcrali quegli elementi architettonico-decorativi, presi in prestito dai popoli con cui intrattenevano scambi: assiri, babilonesi, fenici, egizi, greci, romani. Melting pot in chiave funeral. Anche qui, remoto lembo di mondo a circa trecento chilometri a nord di Medina, dove nella moschea del Profeta riposa Maometto, la città dei morti ha oltrepassato in durata quella dei vivi. E da duemila anni, decine e decine di tombe (ben 131 in più di 13 chilometri) intarsiate in maestosi monoliti rocciosi ogni sera continuano a ripetere lo stesso spettacolo: incendiarsi al tramonto di arancio e di rosso. Archeologia in technicolor. Florida stazione carovaniera lungo la Via dell’Incenso, che in novanta giorni di viaggio a dorso di dromedario univa l’estremità della Penisola Arabica con il Mediterraneo, Hegra inizia il suo lento, ma inesorabile declino quando diventa parte dell’impero romano,
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Hegra è rimasta fino agli inizi del XX secolo in un isolamento quasi totale, che l’ha cristallizzata nel tempo e conservata in maniera sorprendente che sposta l’asse dei commerci verso il Mar Rosso. Dal VI secolo d.C. viene completamente abbandonata. I soli a transitare nella «città silenziosa», occasionali drappelli di beduini e pellegrini. Rimasta fino agli inizi del XX secolo in un isolamento quasi totale, che l’ha cristallizzata nel tempo consegnandola a un sorprendente stato di conservazione, Hegra (dal 2008 patrimonio dell’umanità Unesco) è oggi il fulcro di un’ambiziosa strategia di sviluppo. Un progetto
DALL’ALTO, IN SENSO ORARIO La valle di AlUla, lungo l’antica via dell’incenso; l’oasi di Dadan vista dall’alto; Dadan, incastonata fra imponenti rocce rosse fu la capitale dei regni Dadaniti e Lihyaniti; una della 131 tombe nabatee scavate nella roccia a Hegra.
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La valle di AlUla è museo a cielo aperto, scrigno di tesori storico-naturalistici di prima grandezza legato all’apertura globale della valle di AlUla, museo a cielo aperto esteso quanto il Belgio, scrigno di tesori storico-naturalistici di prima grandezza, di cui la Petra d’Arabia, con le sue tombe gioiello nell’arenaria rosa, è punta di diamante. Per uno sviluppo sostenibile e integrato della regione, la Royal Commission for AlUla, fondata nel 2017, ha stanziato investimenti per venti miliardi di dollari entro il 2035, quando si prevede l’arrivo di due milioni di visitatori l’anno. Che troveranno sorprese come il Jabal Ikmah, sito istoriato con centinaia di iscrizioni rupestri, o la Riserva naturale di Sharaan a salvaguardia del leopardo arabo, originario proprio di AlUla. Una speranza. Che Hegra - luogo di rapinosa magia e intatto mistero - non diventi territorio di conquista per il turismo del terzo millennio. Dopo secoli di splendida solitudine, non lo meriterebbe.
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T R AV E L | THE GOODS
Lapo Elkann e la moglie Joana per il loro viaggio di nozze, a fine ottobre, hanno scelto AIUla, Patrimonio Archeologico Unesco. Questo il commento del rampollo di casa Agnelli: «Vi mando un saluto da un luogo colmo di storia e tradizioni. Le persone sono accoglienti, le rovine millenarie e il palmeto immenso, in lontananza il mare cristallino...»
DALL’ALTO Jabal AlFil (Elephant Rock) è una delle tante meraviglie geologiche di AlUla; veduta aerea della Città Vecchia, crocevia storico e cuore di questa zona. NELLA PAGINA A FIANCO, DALL’ALTO Un altro scorcio dell’incredibile paesaggio della valle di AlUla e un particolare della Città Vecchia.
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Andrea Ronchi
Le nuove 18 buche disegnate dall’acclamato Kyle Phillips, inaugurate in autunno, si affiancano alle 18 già esistenti. E fanno del Verdura Resort di Sciacca la destinazione golfistica per eccellenza nel Mediterraneo
Alligator Bag, Caratto Vero e proprio gioiello per i giocatori più esigenti. Lusso, eleganza esotica e design funzionale, Caratto produce sacche da golf artigianali interamente cucite a mano in alligatore, struzzo e pitone con dettagli in oro giallo, rosa e palladio e corpo ultraleggero di kevlar e carbonio. La più esagerata? La versione in pelle di alligatore italiana, disponibile in 15 colori sgargianti o su richiesta in qualsiasi tonalità e configurazione. Completano il set il carrello in carbonio JuCAD, ombrello con manico in pelle, custodia e copribastoni numerati coordinati, oltre a palle e asciugamano. 32.900 € iva escl. caratto.com
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Rolex Day-Date 40 Oyster Perpetual Lanciato nel 1956, il Day Date è stato il primo orologio da polso cronometro, impermeabile e automatico a proporre un datario moderno che indica istantaneamente il giorno in lettere e la data all’interno delle finestrelle sul quadrante. Era il preferito di Jack Nicklaus, Arnold Palmer e Gary Player, tre leggende di questo sport, che lo indossavano quando hanno vinto il major di Augusta «The Masters».37.600 € - rolex.com
Bentley set regalo
Sacca da golf «Stars & Stripes», Cobra X Vessel Si ispira alla bandiera americana la sacca da golf Cobra di Vessel. Dedicata alla terza major dell’anno, gli Us Open, questa borsa in edizione limitata presenta una colorazione rossa, bianca e blu con stelle patriottiche e ricamo «Usa». Dotata di 11 tasche di cui una con chiusura magnetica, doppio manicotto per le bottiglie d’acqua e porta asciugamani in metallo. 1.299 $ - vesselbags.com
Il perfetto starter pack per gli sportivi alle prime armi o per i golfisti d’antan. Comprende Golf Cap e forcella Premium Pitch in finitura nera lucida e acciaio satinato assieme a tre palline da golf B1 firmate. Per lanci più dritti e più lunghi grazie al nucleo a bassa compressione e alta energia che fornisce una rotazione inferiore e una velocità maggiore alla palla per aumentarne la distanza. 288 € bentleymotors.com
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ai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione come quella di stamattina al levar del sole...», così scriveva Goethe durante la sua permanenza in Sicilia nella Valle dei Templi. Lo splendido contesto paesaggistico oggi annovera una perla in più, quella del Verdura Resort di
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I due percorsi a 18 buche del Verdura Resort sono firmati dal progettista californiano Kyle Phillips, autore di icone mondiali come Kingsbarns in Scozia
Sciacca. La lussuosa struttura ricettiva annovera al proprio interno due campi da golf a 18 buche che si affacciano direttamente sulle acque cristalline della costa meridionale della Sicilia. I due campi da golf sono stati disegnati dall’architetto californiano Kyle Phillips, famoso per prestigiosi percorsi come Kingsbarns Golf Links
Green da campioni
in Scozia. Nel 2017 e 2018 i percorsi sono stati palcoscenico del Rocco Forte Sicilian Open, inserito nel calendario dell’European Tour. Dopo l’alluvione che ha colpito la zona i percorsi sono stati completamente ridisegnati assecondando le modifiche che hanno interessato la costa. Oggi le 36 buche si snodano su una superficie di 230 ettari con un layout intrigante.
Yamaha Drive² Ac Agm Golf Car Il mezzo da sogno di ogni golfista. Grazie al potente motore da 3,3 kW e le batterie riciclabili ad alte prestazioni, è ideale su percorsi lunghi e collinosi. Oltre alle prestazioni elevate e le emissioni zero, offre una guida morbida e un eccezionale comfort degli interni. In grado di dominare pendenze e percorsi ripidi in totale sicurezza e stabilità, è una golf car elegante e dalla qualità incomparabile, disponibile in varianti cromatiche metallizzate per tutti i gusti. Da 9.000 € - yamaha-motor.eu
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I primi colpi richiedono particolare attenzione per evitare l’acqua, protagonista in molte buche, ma anche gli ostacoli di sabbia posti nei punti strategici. I colpi al green richiedono spesso attenzione poiché influenzati dal vento che agita le aste delle bandiere, il tutto con la spiaggia e le onde del Mediterraneo a pochi passi di distanza. Si tratta di due percorsi che permettono di mettersi alla prova e migliorare il
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proprio gioco colpo dopo colpo. Il circolo ospita un esclusivo Performance Institute aperto ai giocatori di tutti i livello che possono affinare i propri swing utilizzando la tecnologia all’avanguardia solitamente offerta solo ai giocatori dell’European Tour. I campi sono un valore aggiunto della lussuosa offerta del Verdura Resort e hanno contribuito a renderlo una delle destinazioni di golf e lifestyle scelta
I golfisti devono prestare attenzione per evitare l’acqua, ma anche gli ostacoli di sabbia posti in punti strategici
dall’élite del mondo. A disposizione degli ospiti ci sono 203 eleganti camere e suite e 20 nuove Rocco Forte Private Villas, inaugurate nell’estate 2021 e adagiate sulla collina che degrada dolcemente verso i due chilometri di costa privata del resort. Due piscine infinity, una all’aperto e una scoperta, sono adiacenti all’ampia area destinata al wellness. La Spa e il centro fitness coprono un’area di 4mila metri
Green da campioni
Smartwatch Tag Heuer Connected Golf Edition Lo spirito sportivo di TAG Heuer si esprime in questa edizione speciale pensata per i golfisti più esigenti. App dedicata, Gps integrato per colpi di grande precisione, e materiali high-tech: cassa in titanio ultraleggero con finiture opache, cinturino in caucciù, lunetta in ceramica e corona esclusiva Golf Edition. Inclusi nel set, due cinturini, uno in caucciù nero, l’altro bianco motivo golf con impunture verdi, tre palline, un alzapitch e i tee TAG Heuer. 2.400 € - tagheuer.com
Scarpe Duca D.C. Lakewood Il design innovativo dei morbidi stivaletti impermeabili in pelle bottalata combina funzionalità e vestibilità ed è perfetto sia dentro sia fuori dal campo. Coni da 5 mm ricoprono l’intera suola Airplay IX in pelle di mucca con memory foam mentre il tallone rialzato garantisce stabilità e aderenza ottimali e ammortizzazione su tutta l’area del piede. Per ottenere la posizione ideale e perfezionare lo swing in pochissimo tempo. 219 € - ducadelcosma.com
Calze Ralph Lauren Set di sei paia di calze sportive realizzate in morbido tessuto stretch, caratterizzate da colori brillanti e bordi con righe a contrasto di ispirazione rétr. Con l’inconfondibile cavallo da Polo ricamato. 39,95 € ralphlauren.it
quadrati e annoverano i più moderni macchinari per chi vuole tenersi in forma. Il resort dispone di sei campi da tennis in terra battuta e la possibilità di praticare tutti gli sport acquatici. I cinque bar e i quattro ristoranti, supervisionati dallo chef Fulvio Pierangelini, sono un vero e proprio viaggio alla scoperta delle materie prime locali che vengono rivisitate e proposte in chiave moderna.
Set da golf Andrews Louis Vuitton Prende il nome dall’Università che ospita uno dei golf club più antichi e prestigiosi al mondo. Realizzato nell’iconica tela Monogram, con finiture a contrasto, è dotato di un pratico gancetto in metallo. Il modello include tre palline da golf e quattro tee. 62 € - louisvuitton.com Alessia Bellan
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BERLUTI pallone da football americano in tessuto canvas e camoscio $ 1.400
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VALIGERIA GRIGNOLA sacca da golf in pelle di vitello $ 14.160 TIFFANY & CO. putter in argento sterling e acciaio $ 2.500, tee in argento sterling $ 200
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Lusso per sport
ELISABETH WEINSTOCK Manubri da 5 chili in acciaio inossidabile con manico in noce $ 1.020
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LOUIS VUITTON bicicletta cpn finiture in pelle, tessuto canvas e legno € 22.000
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PRADA pallone da basket con custodia in nylon € 580
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HERMÈS pattini in pelle di vitello e legno d’acero $ 4.700
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THE DUEL Con le criptovalute oggi si possono comprare parecchie cose, persino un attico a Londra o un diamante perfetto. Se fosse venduto al prezzo richiesto, 210 milioni di euro, l’attico di One Hyde Park potrebbe diventare l’immobile più costoso acquistato tramite criptovaluta. Nel frattempo però il diamante Key 10138 ha già stabilito un record: è il gioiello più costoso mai acquistato con valuta digitale. È stato battuto all’asta a Hong Kong per l'equivalente di 12,3 milioni di dollari. Qual è il migliore affare (reale) che si può fare con la valuta virtuale?
Attico Diamante One Hyde Park 101 carati VS.
DI CONO CHE
Un «monumento al cattivo gusto», secondo il Daily Mail (anch’esso un esempio di cattivo gusto).
Key 10138, da Sotheby’s, perché simboleggia «l’apertura di una nuova era nel commercio e nella tecnologia» (un po’ retorica come definizione).
PREZ Z O I N B I TCOI N
3.944B| 199B| VALORE AGGI UNTO
Accesso al team di concierge di 80 persone del vicino hotel Mandarin Oriental.
I documenti sull’autenticità della gemma.
VALOR E I N OPER E D’AR TE
3,5 Everydays un Nft di Beeple, venduto per 69 milioni di dollari in criptovaluta.
1 Love is in the air di Banksy, pagato 12,9 milioni di dollari in criptovaluta.
DESTI NAZ I ONE D'USO
Quasi certamente potrà ospitare feste da fare vergognare il Grande Gatsby.
Quasi certamente finirà in una cassaforte sotterranea di alta sicurezza e non se ne avrà più notizia.
RI VOLGERSI A
Ufficialmente non è sul mercato, si trova solo nelle "whisper listing"
Il proprietario è un «collezionista privato non identificato», (almeno finché non comparirà all’anulare di qualcuno).
Potrebbe essere di competenza dell’immobiliarista Nick Candy che, possiede yacht chiamati Candyscape e Candyscape II, più un’altra barca chiamata (rullo di tamburi...) Catch me if you Candy.
L’elenco di Sotheby’s lo paragona al Cullinan I, il diamante più famoso del mondo, che attualmente risiede nello Scettro Imperiale della Gran Bretagna.
DETTAGLI BR I LLANTI
Un’opera d’arte di cristallo aggiunta come extra.
Talmente brillante da abbagliare.
E CHI LO ACQUI STA...
Potrà stappare le bottiglie nella sala champagne nascosta nell’appartamento. Se riesce a trovarla.
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Potrà fare come il rapper Lil Uzi Vert, che si è fatto incastonare in fronte un diamante rosa da 24 milioni di dollari.
BANKSY: MARTA FERNÁNDEZ JARA/AP; NICK CANDY: IAN WEST/AP
GOSSI P
THE
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NUOVA BMW iX FULL ELECTRIC. SCOPRILA E PRENOTALA SU BMW.IT Nuova BMW iX: consumo di corrente in kWh/100 km: fino a 23; emissioni di CO2 in g/km (ciclo misto): 0. Le emissioni di CO2 riportate sono state determinate sulla base della procedura WLTP di cui al Regolamento UE 2017/1151. I dati indicati potrebbero variare a seconda dell’equipaggiamento scelto e di eventuali accessori aggiuntivi. Ai fini del calcolo di imposte che si basano sulle emissioni di CO2, potrebbero essere applicati valori diversi da quelli indicati.