Economia Magazine luglio

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ELEZIONI, PARTITI A CONFRONTO

Decennale

CONFIMI INDUSTRIA CELEBRA I PRIMI 10 ANNI DI RAPPRESENTANZA

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L’EDITORIALE L

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C’era una volta un drago e un conte... tra i quali il Decreto Aiuti Bis e il Decreto Semplificazioni e ci auguriamo si possa correggere il tiro. Ma vengo al dunque. Ad oggi, se si legge attentamente il Decreto Aiuti, una bella sorpresa la si trova all’articolo 2, terzo comma. “Gli aiuti sotto forma di credito d’imposta per le spese di acquisto di gas ed energia elettrica diventano sottoposti alla normativa “de minimis”, ovvero un massimale di 200 mila euro, calcolato su base triennale considerando tutti gli aiuti concessi sotto questo regime”.

Come in ogni fiaba che si rispetti - ve le ricordate le funzioni di Propp? - anche in quella degli aiuti governativi alle imprese per contrastare la crisi energetica, ci sono antagonisti e finti eroi. La faccio breve. Avete presenti tutte quelle belle parole sul credito d’imposta su gas ed energia elettrica presenti in più e più decreti e che regolamentano le risorse a supporto delle imprese portate allo stremo dai costi esorbitanti dell’energia? Bene ora che avete

inquadrato il problema, sappiate che si è trattato di un bluff. Abbiamo visto passare trimestri su trimestri e nel contempo abbiamo visto crescere la percentuale fino al 25%, per poi scoprire che fosse una beffa e tutto si risolverà in una bolla di sapone. Va fatta una doverosa (e speranzosa premessa). Mentre sto scrivendo, il parlamento sta portando avanti i cosiddetti “affari correnti”,

In poche parole, la maggior parte delle aziende potrebbero trovarsi a non avere diritto ad alcun credito d’imposta o, al massimo, a pochi spiccioli determinati dalla differenza tra 200 mila euro e quanto già percepito per altri aiuti nel periodo 2020-2022, anni in cui è imperversata una pandemia globale e tutti han fatto ricorso agli incentivi disponibili. Spontanea la domanda: che senso ha in questo frangente ricorrere a una norma europea pensata per tenere

sotto controllo la concorrenza e voluta per evitare che uno stato avvantaggi una singola azienda? Il tema è trasversale e di una urgenza che pare non essere compresa dalla politica. Se non si mette un freno ai costi energetici, possiamo scordarci l’impresa italiana. Ora, le voci di palazzo dicono che l’errore era già stato notato in aula in fase di conversione del decreto ma che la crisi di governo non ha permesso ulteriori revisioni del testo. “Non siamo riusciti a intervenire senza fare un gran numero di morti e feriti” è la frase pronunciata da un viceministro della maggioranza di governo. A noi il doveroso compito di renderlo palese, di denunciare il fatto. Non vogliamo il ruolo di eroi in questa favoletta. Piuttosto quella dell’aiutante, perché fare rappresentanza è un dovere collettivo e vuol dire manifestare alla politica le storture di alcune norme che non seguono neppure i proclami delle conferenze stampa. È proprio il caso di dirlo, meno parole e più opere di bene.

Paolo Agnelli 3


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POLITIC A Gallone - Misiani Elezioni, partiti a confronto DECENNALE Confimi Industria celebra i primi 10 anni di Rappresentanza BANCHE Luca Gotti (BPER): «La transizione sostenibile è un percorso che banche imprese e privati devono fare insieme» PROGETTO ImpresaCultura MADE IN BERGAMO «Mission to Mars» L’INCONTRO Gomma/plastica alla prova della sostenibilità COVER STORY GEG, comunicare in emergenza IMPRESE Accadueo TOP BUSINESS Iematech AGRICOLTURA Fiera di Sant’Alessandro

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EVENTI • “Have a drink have a ride” • Il Panathlon incontra Rolando Bianchi

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LA RICETTA Spaghettone integrale , mandorle e pesca noce

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MOTORI • Volvo XC40 • Alfa Romeo Tonale

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ECONOMIA MAGAZINE® Rivista mensile di economia attualità costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 5 del 21/02/2013)

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Società editrice: Giornale di Bergamo® S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Direttore responsabile PAOLO AGNELLI Direttore editoriale FRANCESCO LEGRAMANTI Concessionaria pubblicità locale: Giornale di Bergamo® S.r.l. Via San Giorgio 6/n - 24122 Bergamo Tel. 035 678811 - Fax 035 678895 info@economiamagazine.com www.bergamoeconomia.it Stampatore: CPZ S.p.A. Via Landri, 37, 24060 Costa di Mezzate (BG) Abbonamenti: Tel. 035 678811 Costo: 25 euro per 10 mesi

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LA VIGNETTA

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POLITICA

NOME: Alessandra Gallone RUOLO: Senatrice di Forza Italia

ELEZIONI, PARTITI A CONFRONTO Senatori, con un lungo impegno politico alle spalle a Bergamo e a Roma, Alessandra Gallone (G) di Forza Italia e Antonio Misiani (M) del Partito Democratico erano entrambi all’interno dell’aula di Palazzo Madama il 20 luglio, protagonisti della complessa giornata che ha segnato la fine del Governo Draghi. Dopo la 10

decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di sciogliere le Camere, entrambi sono già impegnati, su due schieramenti opposti, in una improvvisa e rapida campagna elettorale che si svolgerà in piena estate e che porterà, il 25 settembre, a nuove elezioni politiche.

A mente fredda, cos’è successo quel giorno in Senato? G: Beh, è successo un po’ di tutto. Noi di Forza Italia eravamo determinati a fare tutto il possibile per tenere in piedi il governo. Poi però la situazione si è evoluta, con il Presidente Draghi marcato dal Pd e da Di Maio, con l’aula costretta a votare

la fiducia alla sola risoluzione Casini, che però lasciava le cose com’erano, come se non fosse successo niente. Quello che invece volevamo fosse messo nero su bianco con la nostra risoluzione era un cambio di passo basato su indicazioni chiare: un nuovo governo Draghi, senza i 5 Stelle che non avevano votato la fiducia


la settimana prima e senza temi divisivi per mettere al riparo un nuovo esecutivo dalle fibrillazioni continue e da strappi futuri. E invece si è continuato sulla prima strada e il patto della larga maggioranza si è rotto. Le firme su questa crisi sono due: quella del Movimento 5 Stelle, sfilatosi dalla maggioranza, e quella del Pd, che non ha voluto per un interesse elettoralistico stare al go-

la scelta deliberata di alcuni partiti che hanno privilegiato il proprio tornaconto elettorale rispetto agli interessi generali del paese: quello che è accaduto è che i partiti populisti e antisistema hanno deciso di andare alle elezioni anticipate perché conveniva loro. Il Pd ha provato fino all’ultimo a convincere i parlamentari del Movimento 5 Stelle a votare la fiducia. Avevamo sostenuto insieme il secon-

Letta è stato molto chiaro: è necessario evitare toni aspri perché il nostro avversario è la destra, ma oggi un’alleanza con il M5S sarebbe poco credibile di fronte agli elettori. La caduta del governo Draghi era già stata decisa? G: Assolutamente no. Forza Italia ha sempre sostenuto Draghi, anzi il Presidente Berlusconi è stato tra gli artefici del suo avvento.

ora ci mettiamo la faccia al cento per cento, per portare l’Italia fuori da questo momento così difficile. Credo che quello di Forza Italia sia stato un grande sacrificio. M: Direi di sì. D’altronde la Lega da quando aveva deciso di sostenere il governo Draghi aveva perso 8 punti percentuali. È chiaro che era in forte sofferenza, così come il Movimento 5 Stelle: la scelta di affossare il governo prima del tempo

NOME: Antonio Misiani RUOLO: Senatore del Partito Democratico

verno senza i 5 Stelle e alla fine ha sacrificato Draghi. M: È successo che Conte ha fatto un assist clamoroso a Lega e Forza Italia, che avevano deciso da tempo di staccare la spina al governo. Nell’agenda Draghi si potevano ritrovare tutte le forze politiche della ex maggioranza, ma non è stato possibile andare avanti per

do governo Conte, e c’è stata una oggettiva evoluzione in questi anni che ci ha permesso di costruire alleanze con loro alle amministrative: ma nel momento in cui dovevano scegliere cosa fare da grandi hanno preferito rifugiarsi in vecchie logiche e mettersi ai margini del campo politico. Dopo quello che è successo il segretario

Abbiamo votato 55 volte la fiducia nonostante i tanti provvedimenti che non ci trovavano d’accordo, abbiamo mantenuto con onore il patto di unità nazionale anche quando Pd e 5 Stelle inserivano nel dibattito argomenti divisivi. Per noi sarebbe stato più facile lasciare gestire a Draghi le tante crisi aperte, mentre

è legata alla speranza di risalire la china. Ed ora? Su quali punti programmatici si fonderà la vostra campagna elettorale? G: Equità fiscale, lavoro, ripartenza e ambiente. Da sempre Forza Italia ritiene che uno dei principali interventi da fare sia una 11


revisione completa del sistema fiscale - oltre che della burocrazia - con un abbassamento delle tasse, che pesano troppo sul lavoro e sulla vita delle persone. Quindi politiche attive per collegare formazione e lavoro, e sostegno strutturale al mondo produttivo per favorire la ripartenza (pensiamo alla legge sulle Fondazioni its proposta da Forza Italia e appena approvata o alla parità di scelta educativa). Fiducia e libertà in un sistema di grande alleanza pubblico-privato in ogni settore. Di ambiente, infine, mi sono occupata personalmente in questi anni come capogruppo di Forza Italia in commissione e come responsabile nazionale del nostro dipartimento. Ci aspetta un autunno difficile ma sono fiduciosa sul fatto che possiamo farcela se la smettiamo con 12

tanti “no”: no ai termovalorizzatori perché inquinano, no ai parchi eolici perché deturpano il paesaggio, no ai rigassificatori. Il nostro è invece un approccio realistico: c’è bisogno di un mix energetico che promuova sistemi innovativi e tecnologici. Io non sono contraria nemmeno al nucleare, sia ai microreattori di quarta generazione sia agli impianti a fusione in fase di sviluppo. I rifiuti, poi, sono un bene primario: forniscono energia e forniscono materia prima seconda all’interno del sistema fondamentale dell’economia circolare in cui il Paese primeggia: l’Italia, Paese che fa della trasformazione la propria forza produttiva, può fare molto. Certo è che non è più tollerabile pagare per esportarli. Stendiamo un piano serio su tutti questi punti e poi attuiamolo. Bene gli aiuti per

l’aumento delle bollette, ma resta il fatto che il nostro obiettivo è intervenire subito e in maniera incisiva con delle soluzioni di visione che puntino a salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie: il nostro paese deve fare un salto in avanti per rendersi autonomo, il che dovrà comportare anche una decisa riduzione del costo dell’energia per cittadini e imprese. Intanto il Pnrr va avanti: non è vero che una volta ca-

sciato fuori alcuni temi, ma il centrosinistra deve costruire un proprio programma. Salario minimo per noi significa estendere a tutti i lavoratori il trattamento economico dei contratti nazionali più rappresentativi, mentre il taglio della tassazione sul lavoro - attraverso il recupero dell’evasione fiscale - deve portare in busta paga all’equivalente di una mensilità in più all’anno per i lavoratori a reddito medio e basso. Dobbiamo spingere per il rinnovo dei contratti nazionali scaduti, promuovere una fiscalità fortemente favorevole per le imprese che investono, che creano lavoro, che fanno ricerca e innovazione, e adottare tutta una serie di misure per difendere il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. C’è poi il grande tema dell’attua-

duto il governo Draghi si ferma tutto, si continua a lavorare fino all’insediamento del nuovo Parlamento e la messa a terra del Piano continuerà anche dopo. Crediamo anzi che con un governo di centrodestra, che guardi in una sola direzione, si potrà accelerare. Dobbiamo puntare alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, senza che nessuno sia lasciato indietro. M: La nostra proposta è imperniata su un’agenda sociale e ambientale molto coraggiosa, che punti al rilancio economico e sociale del paese a partire dall’introduzione del salario minimo, dal taglio strutturale del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori, dalla lotta alla precarietà in particolare dei giovani. L’agenda Draghi era il frutto di un compromesso, che aveva volutamente la-

zione del Pnrr: è un piano che parla di sviluppo inclusivo e sostenibile, di riduzione delle disuguaglianze, e prevede una enorme massa di investimenti che possono aiutare molto le imprese italiane. Noi daremo grande enfasi all’attuazione del Pnrr e delle riforme scritte in quel piano che, ricordo per inciso, in Europa né la Lega né Fratelli d’Italia votarono. Sull’ambiente, invece, il tema chiave è l’energia: mai come oggi lo sviluppo delle fonti rinnovabili permette di assicurare l’indipendenza energetica dell’Italia, di aiutare l’ambiente e contemporaneamente di ridurre le bollette degli italiani, perché il costo di produzione tra eolico, fotovoltaico e idroelettrico è ormai enormemente inferiore a quello per l’energia prodotta dal gas. Noi pensiamo che si possa raddoppiare la CONTINUA A PAGINA 14


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produzione di energia da fonti rinnovabili e dimezzare il costo delle bollette, mettendo a disposizione di milioni di famiglie italiane e delle imprese - a partire da quelle energivore - contratti energetici di lungo periodo a prezzo calmierato. E poi c’è la guerra nel cuore dell’Europa: alcuni partiti mantengono una posizione diversa da quella del governo Draghi… G: La presenza di Forza Italia nella coalizione di centrodestra è importante anche per garantire la giusta collocazione dell’Italia nello scenario geopolitico internazionale, promuovere una mediazione tra le posizioni diverse dei partiti della coalizione e perseguire ancora una volta obiettivi razionali: dobbiamo aiutare l’Ucraina ma allo stesso tempo impegnarci per far sì che questa guerra finisca presto, senza portare avanti azioni che minino la stabilità geopo-

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litica europea e mondiale. Gli italiani anche da questo punto di vista avranno un governo serio, responsabile, dalle chiare coordinate internazionali, improntate ad un atlantismo maturo e un europeismo della ragione. Forza Italia è la forza politica garante del rapporto transatlantico. Non abbiamo mai avuto tentennamenti sulle nostre convinzioni europeiste e sul nostro sostegno all’Alleanza atlantica. Un’Alleanza strategica in cui crediamo fermamente, su cui ha sempre puntato il Presidente Berlusconi e che grazie alla sua azione vogliamo e dobbiamo rinsaldare. M: Beh, al Cremlino hanno brindato alla notizia della caduta del governo Draghi. Noi continueremo ad essere molto netti su quello che sta accadendo: l’aggressione russa all’Ucraina va fermata, bisogna lavorare per la pace e ricostruire un sistema di coesistenza in

Europa, ma noi sosteniamo le democrazie e siamo contro i regimi autoritari, a differenza delle ambiguità dei partiti della destra italiana. Noi sosteniamo una collocazione internazionale dell’Italia chiara: nell’Unione Europea e nell’alleanza atlantica. Mancano solo due mesi alle elezioni: che campagna elettorale sarà? Tenendo conto che si svolgerà in piena estate e che porterà, per la prima volta nella storia repubblicana, ad un inedito parlamento dimezzato… G: Cercheremo di condividere il più possibile con le persone le nostre idee e i nostri programmi e, visto il periodo dell’anno, lo faremo anche alle feste, alle sagre, agli eventi estivi che organizzeremo. D’altronde, a prescindere dalla campagna elettorale contingente, il nostro lavoro sui territori non si è mai fermato, per cui per noi non è che cambi molto,

sarà solo un po’ più mirato a raccogliere ulteriori istanze e a raccontare ai cittadini le nostre proposte. Facendo soprattutto comprendere l’importanza di andare a votare per rafforzare il nostro sistema democratico di rappresentanza. M: È vero, è una situazione un po’ anomala, non si è mai votato in autunno. Ma ci stiamo già attivando per organizzare una campagna strada per strada, perché crediamo che il risultato delle elezioni sia tutto tranne che scontato. Anche perché dobbiamo fare i conti con l’astensione, ormai divenuta un dato strutturale perfino alle politiche. Con la riduzione del numero dei parlamentari sarebbe stato meglio andare a votare con una nuova legge elettorale, ma non è stato possibile: ci adopereremo comunque per dare adeguata rappresentanza ai territori. Daniele Cavalli


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DECENNALE CONFIMI INDUSTRIA CELEBRA I PRIMI 10 ANNI DI RAPPRESENTANZA «Sono trascorsi 10 anni da quando una nuova associazione, Confimi Industria, ha iniziato a dar voce alla manifattura italiana e le sfide del settore produttivo sono sempre più complesse ma oggi al Governo e ai Segretari di partito vogliamo lanciare tre proposte legate alla competitività dell’industria italiana: autosufficienza energetica, crescita della produttività e innovazione competitiva». Era lo scorso 13 luglio - 24 ore dalle prime dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi - quando il presidente di Confimi Industria Paolo Agnelli dal palco dell’Aula Magna dell’Auditorium Angelicum, parlava a una platea di oltre 500 industriali della manifattura italiana privata accorsi per celebrare il Decennale della Confederazione con un evento pubblico dal titolo “Rappresentanza e Crisi Economica - Il ruolo delle imprese per il futuro del paese”. La relazione di Agnelli ha dato il là alla discussione politica cui hanno presto parte il Governo, rappresentato dal Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa e dal Viceministro al MISE Gilberto Pichetto Fratin, e i Segretari di Partito, tra i quali sono intervenuti Nicola Fratoianni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e il vicesegretario Irene Tinagli e il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia Luca Ciriani. «Abbiamo dato una data di scadenza alle emissioni di CO2, è il 2035. Mi auguro che lo Stato non resti alla finestra a guardare come fatto in campo energetico negli ultimi 30 anni. E che non lo faccia soprattutto ora che Bruxelles ha riconosciuto il gas e il nucleare come fonti sostenibili» ha ricordato Agnelli «l’Italia deve dotarsi di un piano industriale, deve saperlo supportare con un piano energetico, guidarci verso il 2035, pilotando con saggezza la transizione energetica. Già oggi le nostre aziende sono fuori mercato a causa dei prezzi folli dell’energia, si rischia la desertificazione industriale» riflette amaramente il presidente di Confimi Industria. «Non occorre invece guardare molto in là per vedere crescere l’inflazione» ha sottolineato Agnelli «Confimi Industria propone per l’industria manifatturiera che alla crescita della produttività aziendale, pari a un +3 o 4%, siano le aziende stesse a pagare ai propri dipendenti il saldo della differenza inflattiva sofferta nella perdita del potere di acquisto creatosi nel 2022». Una sfida e una disponibilità che le imprese del Made in Italy manifatturiero possono supportare proprio perché capaci di costanti e importanti trasformazioni, di adattarsi - governandole - alle crisi che si susseguono ciclicamente. Una capacità morfologica - ha fatto presente il presidente Agnelli in Assemblea - perché generata dal territorio variegato e multiforme su cui si è formata la cultura italiana, composizione geografica e climatica a cui dobbiamo non solo il primato per il numero di biodiversità del nostro ecosistema, ma perfino la nostra biodiversità industriale. «Eppure ci accusano di nanismo» ha poi voluto sottolineare il 17


Da sinistra: Paolo Agnelli, Maria Cristina Messa, Gilberto Pichetto Fratin e Antonio Polito

presidente di Confimi «ma le PMI manifatturiere non soffrono di malformazioni genetiche, sono semplicemente piccole perché in attesa di crescere e con la volontà di farlo». «Ci auguriamo - ha ribadito Agnelli entrando nel vivo della terza proposta - che il desiderio di farle crescere trovi riscontro anche nelle politiche governative di oggi e di domani, e che l’auspicato piano industriale preveda misure adatte a questo obiettivo come fu fatto con gli incentivi all’innovazione 4.0». Insomma, l’Italia che produce, guidata dall’industriale Paolo Agnelli, è stata a tu per tu con il Governo e con i leader delle forze politiche per un confronto quanto mai necessario vista la congiuntura economica: due anni di pandemia non ancora alle spalle, la crisi dei mercati globali messa in evidenza dalla scarsità delle materie prime e degli assetti geopolitici, una crisi energetica che non conosce precedenti e alla luce di un’auspicata e complessa transizione energetica a fonti sostenibili, la crisi climatica, la guerra in Ucraina, un tessuto sociale messo duramente alla 18

prova dall’inflazione e dal divario sempre più ampio che esiste tra le necessità del mondo del lavoro e di chi è in cerca di occupazione. Tutto questo sotto la lente della Rappresentanza, del ruolo democratico che i corpi intermedi esercitano nel loro essere megafono delle istanze delle imprese, portando la voce degli industriali dal territorio ai luoghi istituzionali e decisionali e viceversa. Sì, perché è grazie a chi come Confimi Industria fa rappresentanza sul e del territorio che si mantiene vivo il rapporto sinergico che esiste tra politica e attori economici. «La Rappresentanza - ha voluto precisare Agnelli nella sua relazione - è sinonimo di pluralismo, di libero associazionismo, di volontà partecipativa alla vita pubblica proprio come recita la nostra Costituzione» ha detto il numero uno di Confimi Industria. Sollecitazioni a cui hanno risposto, ciascuno per il proprio ruolo e appartenenza politica, le numerose istituzioni intervenute. Ad aprire le danze parlando di investimenti la Ministra Messa «In 6 mesi abbiamo investito 4,3 miliardi nell’in-

novazione e la ricerca con le imprese. Abbiamo finanziato 49 infrastrutture di ricerca di cui una parte dedicate alle Pmi. Dobbiamo ricreare - ha aggiunto la ministra una collaborazione tra pubblico e privato, fra industria e mondo dell’Università e della ricerca molto più costruttivo, non in contrapposizione come è successo a volte in passato». A riprendere gli alert di Agnelli è stato in prima battura il Viceministro al MISE Pichetto Fratin «Sull’energia come governo siamo intervenuti con 17 miliardi per mitigare il prezzo delle bollette, ma non possiamo perennemente andare avanti con l’intervento dello Stato, perché pagheremo questa politica in termini di spread». «L’indebolimento dell’euro - ha aggiunto - rischia di avere conseguenze notevoli: di vantaggio se esportiamo in euro, ma di svantaggio perché noi compriamo ancora tanto in dollari». Ripercussione questa che gli italiani vivono in prima persona «C’è un’inflazione cattiva perché rischia di essere stagflazione e può avere conseguenze devastanti». L’Assemblea si sa, non è

solo interlocuzione con le istituzioni, ma anche un momento alto di riflessione. A decretare il giro di boa, permettendo agli astanti di astrarsi per un momento dalla burrasca economica e politica ci ha pensato l’avvocato e costituzionalista Alfonso Celotto che nella sua lectio ha ricordato come le democrazie occidentali, fin dalla notte dei tempi, abbiano regolato il diritto tramite il pluralismo partecipativo. Pluralismo inneggiato anche nelle prime parole dell’intervento del leader della Lega, Matteo Salvini «Fatemi dire che è un grave errore che a nome dell’industria italiana in questo momento a Palazzo Chigi ci sia solo un soggetto che parla a nome di tutti gli imprenditori italiani. Non è corretto, così come non è stato corretto che ieri a parlare a nome di lavoratori e operai ci fossero solo Cgil, Cisl e Uil. La Repubblica italiana non è fondata su Confindustria, Cgil, Cisl e Uil». Ma c’è di più, il numero uno del Carroccio non poteva non affrontare la questione Russa. Sul tema delle sanzioni, infatti, ha voluto sottolineare «l’unico problema è che nei primi sei mesi del 2022 l’avanzo commerciale della Russia è stato +138mld di euro, ha aumentato dell’80% le sue esportazioni verso l’Italia. Al contrario, quelle italiane sono diminuite del 48%. Spero che a Bruxelles sappiano dove stiamo andando, rischiamo di finire cornuti e mazziati». Un discorso poi che la contingenza ha spostato sul piano politico e sulla stabilità necessaria alla programmazione «Mentre


Largo Angelicum (ROMA)

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parliamo il governo c’è. Poi cosa faranno i 5 Stelle non mi è dato sapere ma la cosa certa è che l’Italia, le imprese e i lavoratori italiani non possono permettersi mesi di litigi e ricatti. Quindi se c’è la possibilità di lavorare noi ci siamo, siamo la forza del fare, ma se bisogna passare mesi a questionare tanto vale dare la parola agli italiani e avere davanti 5 anni tranquilli». E proprio da Bruxelles è arrivato l’intervento del vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha spostato l’attenzione sugli appuntamenti europei di imminente scadenza. «Bisogna insistere con la Banca centrale europea affinché faccia ancora politiche espansive. Serve un Recovery, una nuova raccolta attraverso eurobond, per fare cinque cose: l’autosufficienza energetica e alimentare, la difesa europea, la ricostruzione dell’Ucraina e il tema rifugiati e immigrazione». E anche Tajani ha portato il suo contributo sul tema energia e trasformazione ecologica «È assurdo che non si voglia estrarre il gas dell’Adriatico quando la Croazia sta sfruttando tutte le riserve. La scelta nucleare non deve spaven-

tare - ha poi aggiunto - ma deve permetterci di avere una visione di politica energetica». Ancora più urgente che guardiamo alla «decisione dell’Unione europea di mettere al bando le auto con motore a combustione a diesel e benzina dal 2035, si rischia di produrre 70mila disoccupati nei prossimi anni. È davvero inaccettabile». Dal centro sinistra, e in particolare dal Segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni arrivano poi un paio di stoccate ai colleghi. «Io penso che l’intervento pubblico e l’iniziativa di un governo abbiano il compito di disegnare il futuro. Noi possiamo ragionare all’infinito della data in cui finisce il motore tradizionale e inizia solo quello elettrico nel settore auto, ne possiamo discutere all’infinito, ma - lo dico a Salvini e anche a Tajani che mi hanno preceduto - non è negando l’orizzonte che risolviamo il problema, che c’è. Serve invece costruire una politica industriale, che faccio fatica però ad intravedere». «Ad esempio - prosegue il leader di SI - quando discutiamo dell’energia rinnovabile qualcuno dice “ma sai i componenti per

l’energia rinnovabile li fanno in altri Paesi, in Germania, in Cina...”: beh se noi non cominciamo a costruire politiche industriali che organizzino queste filiere, se per tempo non si creano le condizioni di non arrivare sempre per ultimi, il rischio è quello di un sistema imprese e delle industrie italiane che passo dopo passo rischiano di essere marginalizzate e mangiate. Che è successo ad esempio sul caso della Fiat? Il governo francese ci ha messo risorse pubbliche, il governo italiano è rimasto a guardare». «Io penso che per proteggere il sistema dell’imprese manifatturiere del nostro Paese - conclude Fratoianni - dobbiamo ricostruire un’iniziativa seria del pubblico, ricostruire elementi di programmazione che favoriscano l’economia reale, riducendo il peso della finanziarizzazione». In sostituzione di Giorgia Meloni, costretta a letto da un’influenza, è intervenuto il suo braccio destro al Senato, il capogruppo Luca Ciriani che - in rappresenta dell’unica forza all’opposizione - ha riportato il focus sul fermento politico di quei giorni. «Abbiamo un

governo che ai tanti deficit aggiunge la mancanza di serietà, con una maggioranza che mette in piedi i riti della Prima Repubblica. Così non si può andare avanti. Noi chiediamo al governo non la bacchetta magica ma serietà e prontezza nelle risposte. C’è un problema enorme legato all’energia ed alle imprese. Un Governo così non serve a nessuno, soltanto a conservare il potere. Molto meglio tornare quanto prima al voto e dare all’Italia un Governo scelto dai cittadini, forte e coeso ed in grado di governare». È l’intervento della DEM Irene Tinagli, vicepresidente del Partito Democratico a chiudere i lavori in video collegamento dall’Europarlamento. «Basta recriminare il passato, dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti possibili. Serve una politica economica e industriale che accompagni, aiuti, e sostenga il più possibile le nostre imprese e le nostre industrie in questa transizione. Consapevoli che questo ovviamente non sia semplice che va fatto su molti fronti: degli investimenti sul fronte del sostegno alla formazione, alla riqualificazione, sostenere percorsi di cassa integrazione, di sostenere investimenti per nuovi processi produttivi che è quello che sia iniziato a fare poi negli ultimi anni ma siamo arrivati un po’ in ritardo quindi non possiamo che accelerare su questo». «Abbiamo anche l’opportunità per farlo - chiosa Tinagli - si chiama PNRR ovvero decine di miliardi che possono e andranno direzionati per agevolare la crescita».

Da sinistra: Luca Ciriani, Paolo Agnelli, Matteo Salvini, Nicola Fratoianni e Antonio Polito

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BANCHE

VERSO UN NUOVO EQUILIBRIO LUCA GOTTI (BPER): «LA TRANSIZIONE SOSTENIBILE È UN PERCORSO CHE BANCHE, IMPRESE E PRIVATI DEVONO FARE INSIEME»

«Banche, imprese, privati: le sfide a cui ci troviamo di fronte, in particolare quella della sostenibilità, coinvolgono tutti. È un cambio di paradigma che impegna diversi soggetti a lavorare insieme, per raggiungere un nuovo equilibrio dopo la rapida caduta di quello precedente». L’equilibrio, se si parla di istituti bancari, a Bergamo e in Lombardia è cambiato eccome negli ultimi tempi, vista l’acquisizione di UBI Banca da parte di Intesa San Paolo, con una parte delle attività della prima confluite in BPER Banca. Luca Gotti ha seguito proprio questo percorso e da febbraio 2021 è Direttore Territoriale Lombardia Ovest di BPER Banca: un punto di osservazione privilegiato, perché rivolto ad una delle aree più ricche e in trasformazione d’Europa. «Abbiamo raccolto un’e22

redità importante - spiega -, e oggi siamo la seconda banca in provincia di Bergamo per numero di sportelli, una realtà insomma non grandissima ma nemmeno piccola. La matrice dei nostri clienti bergamaschi è ancora quella che viene dalla Banca Popolare di Bergamo, ed è quindi molto simile al Dna di BPER: sono persone che hanno un rapporto direi di “affezione” nei confronti del proprio Istituto di Credito, chiedono molto alla propria banca. Mentre Milano vive soprattutto altri tipi di dinamiche, a Bergamo si nota bene una caratteristica che riguarda anche il territorio di Varese, per esempio, ma anche di Como: la provincia chiede alla banca l’impegno a costruire un legame stretto. Da questo punto di vista è in corso, è vero, una riorganizzazione della mappa delle filiali sul terri-

torio: stiamo procedendo a diverse aggregazioni perché pensiamo che sia importante avere a disposizione filiali più grandi con più servizi, dove poter accedere a una consulenza completa che poggia su diverse professionalità e competenze, in grado di migliorare così il rapporto con il cliente. Tuttavia, nonostante cadano alcuni presidi del territorio, non diventeremo completamente digitali: manterremo i servizi fisici anche per permettere a chi ha meno dimestichezza con la tecnologia, come gli anziani, di potersi rapportare con noi con facilità». Tra le sfide principali su cui Gotti punta l’attenzione c’è quella del PNRR. «Sono finanziamenti pubblici, ma hanno bisogno di un forte impegno degli Istituti di Credito che “accompagni” tali investimenti - spiega - Per-

ché le imprese che vogliono accedere alle gare hanno bisogno di una solidità finanziaria che permetta loro di operare e di sostenere la mole di lavoro stimolata dal Piano: un sostegno che anche la nostra banca, nel caso soprattutto delle PMI, è impegnata a garantire. Questa grande iniziativa europea è fondamentale per il sistema paese, ne riconfigurerà l’impianto, ma è un percorso che banca e impresa devono fare insieme, con un confronto continuo. Credo che ogni attore debba fare bene la sua parte in questa sfida collettiva cruciale». Tra la pandemia, gli shock economici che ne sono seguiti e la guerra in Ucraina, proprio l’attività delle imprese è stata messa a


Foto Antonio Milesi

NOME: Luca Gotti RUOLO: Direttore Territoriale Lombardia Ovest di BPER Banca

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dura prova negli ultimi anni. «E non dimentichiamo la crisi del 2008-2013 - aggiunge Gotti - In generale la Lombardia ha mostrato ogni volta grande capacità di ripartire, per cui sono fiducioso. Certo, in questo momento ci sono numerose criticità, dalla crescita dei prezzi delle materie prime ai costi dell’energia, che stanno portando le imprese a riconfigurare i propri costi di produzione. Vedo soprattutto un grande lavoro di ricalibrazione verso un nuovo equilibrio e una nuova cultura del fare impresa». Al centro di questa nuova cultura ci sono la sostenibilità e le tematiche ESG, l’attenzione cioè agli impatti della propria attività d’impresa sulla collettività: sull’ambiente (Environment), la società (Society, le risorse umane, il benessere aziendale…), e la governance

dell’azienda stessa. Anche perché le imprese stanno prendendo consapevolezza, in modo molto rapido, che questo approccio diventerà un requisito per accedere al credito. «Chi avrà adottato iniziative per rendere la propria attività più sostenibile sarà sicuramente favorito, le indicazioni europee in questo senso sono sempre più chiare - conferma Gotti - Sono prerequisiti per accedere alle opportunità dello stesso PNRR, ma più in generale fanno parte di una trasformazione da cui non si torna indietro. Arriveremo probabilmente ad un rating ESG, per cui le aziende saranno valutate per la loro capacità di essere sostenibili, di mantenere nel lungo periodo un equilibrio - è proprio il termine che si avvicina di più all’idea di sostenibilità - tra la creazione di valore economico, la

salvaguardia dell’ambiente, il benessere dei lavoratori e principi di equità nella governance. Da questo punto di vista, quello bergamasco e lombardo è un territorio in cui tale percorso è già molto avanzato, grazie alla vivacità che caratterizza un tessuto imprenditoriale da tempo aperto e collegato con il mondo, che quindi ha ricevuto prima di altri stimoli ormai diffusi a livello internazionale. Tuttavia per noi è importante sostenere anche le realtà d’impresa più piccole, per creare un ecosistema sostenibile coerente. L’impegno, di nuovo, riguarda tutti: anche i privati, come si è visto con il bonus 110 per cento». È proprio sui privati che si intravede qualche nube più minacciosa all’orizzonte, legata alla crescita degli interessi sui mutui: «Da

Caro mutui: «Manteniamo alta l’attenzione; l’autonomia dei giovani è questione di dignità»

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noi due terzi dei mutui degli ultimi 5-6 anni sono stati stipulati a tasso fisso, che quindi per definizione non è aumentato, e la situazione è relativamente tranquilla anche per chi li ha stipulati a tasso variabile - commenta Gotti - Ma il tasso fisso dei mutui che si stipulano oggi è molto cresciuto, e ci sono segnali che l’indice che regola quelli variabili aumenterà. Il problema dunque non si presenta tanto oggi, ma potrebbe verificarsi in futuro: non è una consolazione, per cui seguiamo il tema mutui con molta attenzione. Di certo - conclude - penso che per i giovani la possibilità di diventare autonomi sia fondamentale: è una questione non solo economica, ma che riguarda la dignità della persona». Daniele Cavalli


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Foto Light&Magic Productions

PROGETTO

NOME: Claudia Sartirani RUOLO: CEO di Peo Comunicazione culturale e d’impresa

IMPRESA CULTURA 26

Il progetto ImpresaCultura, nato dalla collaborazione tra PEO Comunicazione culturale e d’impresa e l’Associazione Culturale Art Maiora, due realtà che operano, con ruoli differenti, per favorire l’incontro tra il mondo della cultura e il mondo dell’imprenditoria con una particolare attenzione per il territorio bergamasco, presta il suo sguardo appassionato e un po’ sognatore alla scoperta del patrimonio artistico della Bergamasca. 10 video: 10 luoghi d’arte, 10 artisti e 10 imprese. Seguendo la mappa disegnata dall’arte e scavando nelle


«L’obiettivo è la costruzione di un sistema dove visione e creatività convergano e si alimentino reciprocamente» terra che si appresta a diventare, insieme a Brescia, Capitale Italiana della Cultura. La cultura bergamasca del lavoro non esclude la cultura dell’arte, ma la valorizza e le dà luce con una serie di cortometraggi, della durata di 3 minuti, che si propongono essere piccole perle per incuriosire il pubblico e spingerlo a recarsi di persona in quei luoghi, viverli e respirane il profumo. Abbiamo parlato del progetto Impresa Cultura con Claudia Sartirani, CEO di PEO Comunicazione culturale e d’impresa. Ci esponga il progetto ImpresaCultura, nato dalla collaborazione tra PEO Comunicazione culturale e d’impresa e l’Associazione Culturale Art Maiora. Come è nata l’idea? Quali sono gli obiettivi del progetto? ImpresaCultura ci siamo

voluti prendere cura della nostra terra Bergamasca con ciò che sappiamo fare, un dono a noi stessi, ai bergamaschi e a tutti coloro che vedendo questi filmati avranno modo di apprezzare l’immenso patrimonio artistico che costella la nostra provincia. Un progetto ideato nel 2020, nelle ore più buie della pandemia, quando il virus ci ha costretti a stare rinchiusi nelle nostre case, a stare distanti dai nostri affetti, quando interi settori dell’economia sono stati messi in ginocchio, tra questi il mondo della cultura, i lavoratori dello spettacolo. Giorni di dolore, giorni sospesi. Volevamo trasformare la fredda solitudine della pandemia nell’armonia dei luoghi dell’arte, contrapporre la potenza della nostra storia della nostra identità al senso di smarrimento e disorientamento. Un ruolo determinante lo hanno

viscere della storia fino a raggiungere l’anima dello spettatore, il progetto video lega a doppio filo i luoghi del territorio e gli artisti che in modo originale e straordinario li vivono. Alla base di tutto ci sono le imprese, gli imprenditori felici di poter contribuire a valorizzare, attraverso il linguaggio schietto e immediato del cinema, le bellezze di una 27


svolto Teresa Sala con la sua grande sensibilità, che ha curato la regia di tutta la produzione e Mons. Giulio Dellavite che si è dedicato alla stesura dei testi permettendo una narrazione inconsueta e stimolante. Il riconoscimento di Bergamo-Brescia capitale italiana della cultura 2023 ha poi caricato il progetto di un significato aggiuntivo. L’obiettivo che ci eravamo prefissati era di diffondere, attraverso la bellezza dell’arte, la consapevolezza che, anche in un momento storico straordinariamente difficile, il fuoco della cultura dovesse rimanere acceso. Nella nostra terra bergamasca abbiamo vivaci e intraprendenti imprese economiche e culturali di grande valore. Cultura e impresa sono da sempre due mondi paralleli che si innestano attraverso ponti di interessi comuni. L’imprenditore visualizza un percorso per ottenere un risultato, ha visione e metodo per raggiungere l’obiettivo; come diceva Walt Disney: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. ImpresaCultura, il progetto al quale abbiamo dato vita, è lo starter, è un seme per l’incontro. Il risultato di questa prima fase é sorprendente, ma l’obiettivo permanente è la costruzione di un sistema dove visione e creatività convergano e si alimentino reciprocamente. 28

Il progetto è sostenuto da un’intera rete di imprese economiche del territorio oltre che riconosciuto nel suo valore culturale da diverse associazioni culturali e istituzioni pubbliche. Ci racconti di questa collaborazione. Il progetto è partecipato dalle associazioni e dagli artisti locali, patrocinato dalle istituzioni pubbliche

e sostenuto da una rete di imprese locali e partner senza i quali questo progetto non si sarebbe potuto realizzare. Le imprese che, comprendendo per prime la portata dell’iniziativa e che meritano tutta la nostra gratitudine, hanno deciso di diventarne protagoniste investendo su di essa sono: BPER Banca, Cosberg Spa, Generali Italia Spa Agenzia

Generale di Bergamo, Peo Srls, Piazzalunga Srl, Planetel Spa, Prometti Srl, Scame Spa, Somain Italia Srl e Vitali Spa. La collaborazione crea comunione all’insegna della sostenibilità perché la realizzazione del progetto si basa su due presupposti di grande forza: il senso di appartenenza delle imprese nei confronti della comunità, che favorisce


Giovanni Malanchini

la cultura della donazione verso un ecosistema di cui ci si sente parte integrante e l’esempio positivo offerto dalle imprese coinvolte che origina un circolo virtuoso che richiama altre imprese. Come ho detto poco fa, il progetto ImpresaCultura è come un seme da cui nasce la pianta. Le imprese sono le radici che danno concretezza alle idee e i

luoghi. Noi di Peo insieme ad Art Maiora siamo stati capaci di annaffiare questa pianta, per permetterle di dare frutti rigogliosi. L’acqua è vita, è futuro.

riconoscimento e credibilità alle nostre azioni. In definitiva siamo tutti uomini e donne d’azione perché un altro punto d’incontro tra impresa e cultura è il fare.

La presentazione del progetto è avvenuta a Palazzo Pirelli, in Regione Lombardia, come è andata? È stato un vero momento di festa, di condivisione. Gli attori del progetto sono stati gratificati per il loro impegno che ha prodotto un risultato per noi davvero importante. Presentare ImpresaCultura a Milano nel cuore della laboriosa Lombardia, nella sede della Regione, ha significato dare

Poi avete deciso di fare una presentazione pubblica in città, presso l’ex centrale Daste Spalenga. Perché in questo luogo? Abbiamo scelto questo luogo speciale perfetto per presentare ImpresaCultura. Un ex centrale elettrica ristrutturata, rigenerata e convertita a luogo di promozione culturale. In questa occasione abbiamo proiettato tutti i video del progetto e aperto la parteci-

pazione a tutti i rappresentanti dei luoghi protagonisti dei filmati, agli artisti che in quei luoghi si sono esibiti in occasione della registrazione dei video, alle istituzioni pubbliche, alle imprese che hanno sostenuto il progetto e alla collettività che ha partecipato numerosa. Un momento di condivisione emozionante, come può esserlo assistere ad un lavoro di produzione durato mesi dove ognuno dei presenti è stato protagonista del successo del progetto. Una rete ispirata dalla bellezza, unita dalla fiducia reciproca, determinata e motivata a raggiungere l’obiettivo. Ilaria De Luca

Teresa Sala

rami sono raffigurati dalle istituzioni che affiancano il progetto offrendo la loro collaborazione; in molti casi i soggetti dei nostri filmati sono luoghi gestiti dalle amministrazioni pubbliche, scrigni di bellezza infinita, a volte poco conosciuti. E poi ci sono fiori e frutti: le associazioni culturali e gli artisti che permettono un racconto nuovo ed originale dei 29


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«MISSION TO MARS» SMOPS - Space Medicine OPerationS, la missione di simulazione italiana che si è svolta lo scorso aprile nel deserto dello Utah presso il Mars Desert Research Center, ha avuto la sua genesi a Bergamo, dove ha sede Mars Planet, la sezione italiana di Mars Society. Le tute indossate dai sei astronauti analoghi, prodotte da Radici Group in collaborazione con Eurojersey, Vagotex e DEFRA, rappresentano non solo una eccellenza, ma un’esperienza da cui trarre delle considerazioni positive sulla sinergia tra indotto aerospaziale e ricerca e sviluppo in ambito tessile. L’utilizzo sperimentale di questi capi di abbigliamento tecnici, la tuta BG Suit e le scarpe fornite dal calzaturificio King, è stato al centro 30

Nasce a Bergamo la tuta per simulare le missioni su Marte

degli obiettivi della ricerca nel corso delle attività extra e intraveicolari. Gli astronauti analoghi li hanno indossati integrandone le funzioni con un sensore sul braccio e un

accelerometro nella scarpa, e testando un casco con sistema integrato di filtraggio dell’aria e ventilazione. Alla fine di ogni sessione di attività extraveicolare, i dati sull’uso di tuta, calzature e

casco sono stati raccolti per essere processati e fornire elementi utili al programma di sviluppo di tute spaziali sempre più adatte a simulare l’attività umana in ambiente marziano, anche tenendo conto del comfort e dello stress a operare su terreno accidentato e in funzione di forti escursioni termiche, come quelle che caratterizzano le aree desertiche. Più comoda e meno ingombrante di quella pensata per le attività extraveicolare, la tuta a bassa resistenza termica, impiegata all’interno della stazione, rappresenta un ulteriore contributo alla ricerca volta a creare condizioni di vita e lavoro in una futura base sul Pianeta Rosso. Nel complesso, la tuta BG Suit si presta a ricadute tecnologiche nelle attività industriali e civili per impieghi in condizioni operative che espongono a rischi, agendo come dispositivo di protezione individuale. Federico Monaco Coordinatore di ricerca Mars Planet e Ricercatore Università di Parma


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L’INCONTRO

GOMMA/ PLASTICA ALLA PROVA DELLA SOSTENIBILITÀ

Sandro Neri

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Raffaele Cattaneo

La serie di incontri promossa da Quotidiano Nazionale - Il Giorno e rivolta ai distretti industriali italiani fa tappa a Bergamo, negli spazi del Kilometro Rosso, per puntare i riflettori su “Il futuro della gomma e della plastica tra Circular Economy e sostenibilità dei prodotti”. Al centro, un confronto che ruota soprattutto attorno all’approccio plastic free che caratterizza la società nel suo complesso da alcuni anni, e alla risposta della manifattura di settore - che in bergamasca conta ben 400 imprese - in termini di CONTINUA A PAGINA 34



concretamente la stessa transizione del settore nella direzione della sostenibilità. E se Matteo Dell’Acqua, CEO ADFlex SPA e Presidente di Yes For Europe, sostiene che «una filiera responsabile e attenta all’impatto ambientale è soprattutto il primo passo per preservare competitività e innovazione», Luca Gotti, Direttore Territoriale Lombardia Ovest di BPER Banca, spiega che «nell’erogazione del credito sarà sempre più rilevante il percorso di riconversione delle imprese verso la sostenibilità, un percorso

Matteo Dell’Acqua

tecnologia, nuovi materiali sostenibili e prodotti innovativi dal ridotto impatto ambientale, già pensati per un riciclo di tutte le loro componenti. «È un tema che va de-ideologizzato - è il giudizio di Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia - Dobbiamo costruire un modello diverso e sostenibile ma di sviluppo, e non di decrescita». Recupero

Luca Gotti

meccanico e chimico, riciclo e riuso sono stati solo alcuni dei protagonisti del dibattito, che ha coinvolto i rappresentanti delle realtà 34

istituzionali, produttive e industriali dei distretti della gomma e della plastica bergamaschi. A Mauro Sangalli, Segretario Generale di

Casartigiani Lombardia, che tocca uno dei temi principali («va creato un collegamento tra grande, media e piccola impresa, e tra scuola, Università e Ricerca investendo nella formazione, in particolare negli ITS-Istituti Tecnici Superiori»), fa eco Paolo Rota, Presidente del Gruppo Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Bergamo, secondo cui «si osserva una caduta dell’interesse per gli studi sulle materie plastiche perché viste come la principale fonte di inquinamento, con il risultato che mancano moltissimi ingegneri e tecnici», preziosi per costruire

che pensiamo possa essere costruito in dialogo con le banche, che sostengono la transizione ecologica». «Stiamo vivendo tante transizioni, economica, demografica e ambientale, ma da sole non portano automaticamente verso la società che vogliamo - segnala Giovanni Marseguerra, Prorettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - La costruzione di una società sostenibile, quindi più inclusiva e meno diseguale, dipende dall’impegno di tutti gli attori». Daniele Cavalli


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COVER STORY

Foto Antonio Milesi

NOME: Walter Gotti RUOLO: Amministratore Delegato e cofondatore di GEG

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GEG

COMUNICARE IN EMERGENZA L’AD WALTER GOTTI: «TELECOMUNICAZIONI E SISTEMI RADIOMOBILI, MA ANCHE INVESTIMENTI IMMOBILIARI E NEGLI IMPIANTI SPORTIVI DEL TERRITORIO. PRONTI ALLA RIQUALIFICAZIONE DEL VALSERIANA CENTER DI ALBINO»

Il core business rimane lo stesso, quello che da oltre 30 anni l’ha portata ad essere un punto di riferimento per tanti comuni, istituzioni, enti per la gestione degli impianti e dei servizi di telecomunicazione, caso forse un po’ controcorrente di azienda che dichiara di preferire lavorare al cento per cento con il pubblico nonostante il peso della burocrazia. Ma negli ultimi tempi l’orizzonte si è ampliato, ed ora punta anche sulla riqualificazione immobiliare e sullo sport come specifica

strategia aziendale di vicinanza al territorio. Walter Gotti, 59 anni, riassume l’evoluzione dell’attività di GEG s.r.l. - di cui è Amministratore Delegato e cofondatore - dal quartier generale di Cene, al centro della Val Seriana, nella bergamasca. Nel tempo GEG è diventata fornitore esclusivo della lombarda Areu, l’Agenzia Regionale di Emergenza Urgenza - e uno dei più importanti in diverse regioni italiane - dell’equipaggiamento tecnico dei mezzi di soccorso 37


«Abbiamo deciso di fare una serie di investimenti immobiliari il più importante è quello che riguarda la riqualificazione del Valseriana Center di Albino» sanitario: attrezzature che consentono ad ambulanze e automediche di comunicare con le centrali operative, ma anche dispositivi per la trasmissione dei dati dei pazienti e la localizzazione. «Gestiamo un totale di circa 3000 ambulanze in tutta Italia - spiega Gotti - Tra queste, 1000-1500 (compresi 5 elicotteri) solo in Lombardia, dove si effettuano circa 3000 interventi al giorno, 560 in Veneto, 200 nella Provincia autonoma di Bolzano e 300 in Sicilia». Mezzi che sono stati tra i protagonisti dell’emergenza Covid, quando l’attività di soccorso è stata sottoposta ad una pressione estrema. «La pandemia ha prodotto due effetti - continua -: non solo durante l’emergenza avevamo richieste di equipaggiamento urgente dei mezzi da dieci regioni, ma da allora si vuole sempre 38

avere un 20-30 per cento di ambulanze di “backup” aggiuntive rispetto a quelle normalmente utilizzate, pronte in caso di necessità». Il soccorso sanitario non è l’unico servizio di emergenza equipaggiato: «Siamo coinvolti, all’interno di un consorzio di quattro imprese, nella progettazione del rifacimento della rete nazionale dei Vigili del Fuoco, per rendere più moderni i collegamenti tra mezzi di soccorso e sale operative. Ma lavoriamo anche con la Protezione Civile e con i comandi di Polizia Locale, di cui gestiamo due grandi reti: una in Emilia-Romagna, che comprende 220 comuni e 8 mila agenti, e una in Veneto, con 160 comuni e 5000 agenti. Abbiamo sempre voluto lavorare con la Pubblica Amministrazione - spiega Gotti - perché ci consente di avere un orizzonte di pia-

nificazione lungo, e anche grazie a questo abbiamo un portafoglio ordini importante, che ci garantisce da 36 a 48 mesi di attività. Serve poi mantenere alta la patrimonializzazione e l’attenzione agli aspetti finanziari: disporre di un’azienda solida è l’unico modo per

partecipare con successo ai bandi e sostenere contemporaneamente tante commesse, contenere i costi e fare investimenti. Certo, la differenza nell’interfacciarsi con il pubblico e con il privato, in termini di burocrazia, è di dieci a uno. Ma è anche vero che questa difficoltà


«Gestiamo un totale di circa 3000 ambulanze in tutta Italia Tra queste 1000-1500 (compresi 5 elicotteri) solo in Lombardia»

tivo, dove ci sono esigenze inferiori. «Le reti Tetra garantiscono gli standard più alti di sicurezza, affidabilità e prestazioni quando si parla di telecomunicazioni. Devono rispondere alle esigenze di forze dell’ordine e corpi di soccorso, per cui sono in grado di reggere

Walter con il figlio Ian Gotti

riduce la concorrenza. Quello in cui lavoriamo noi è un mercato troppo piccolo per le grandi aziende, e troppo grande per le piccole: il risultato è che in Italia, nel campo della progettazione e realizzazione di sistemi radiomobili integrati per gruppo chiuso di utenti, non

sono più di tre o quattro le aziende che possono fornire il tipo di tecnologia di cui disponiamo noi». Si riferisce alle reti Tetra, su cui fanno affidamento a livello nazionale ed internazionale i servizi di pubblica sicurezza, e alle reti Dmr, utilizzate in ambito commerciale o spor-

un numero molto alto di utenti che hanno bisogno di comunicare contemporaneamente tra loro senza interferirsi. Hanno infrastrutture dedicate, tralicci, ponti radio, frequenze specifiche riservate, e spesso sono protette da algoritmi e chiavi di criptazione: in

questi casi, chi preme il pulsante del proprio dispositivo radio deve essere sicuro di poter comunicare con chi sta dall’altra parte in modo chiaro, sicuro, su una linea stabile anche nelle situazioni più complesse, contando sul fatto che nessun altro ascolti la conversazione». I dipendenti di GEG sono arrivati a 65, 35 a Cene e il resto nelle sedi di Venezia, Roma, Palermo, Cagliari e Torino, e i loro profili sono in evoluzione: «Le apparecchiature che utilizziamo sono sempre più sofisticate - conferma Gotti -, ma contemporaneamente anche sempre più gestibili da remoto. Per questo, mentre un tempo il tecnico doveva operare sul campo ed erano quindi necessarie, paradossalmente, conoscenze specifiche maggiori, oggi diventa importante avere a disposizione professionalità, periti o ingegneri, in grado di gestire da remoto i sistemi di telecomunicazione. Servono soprattutto competenze di teleprogrammazione». Da alcuni anni l’attività di impresa si è allargata anche ad altri settori, come parte di una strategia di crescita ampia. «Abbiamo un fortissimo legame con il territorio in cui siamo nati, quello della media Val Seriana, e per questo abbiamo deciso di fare una serie di investimenti immobiliari qui - commenta Gotti - Il più importante è quello che riguarda la riqualificazione del Valseriana Center di Albino, ci siamo aggiudicati l’asta proprio alcuni giorni fa. Si tratta di un’area di 25 mila metri quadrati nata per ospitare 28 negozi che però, per varie ragioni legate anche al contesto in cui è inserita, non è mai decollata e da cinque anni è vuota. Stiamo pensando ad un progetto di recupero importante che vada in una direzione com39


Sotto una foto di gruppo del Summer Camp organizzato dal Milan ad Albino

pletamente diversa, quella dei servizi, con due ipotesi principali: quella di un campus scolastico con piscina, impianti sportivi e ristorazione annessi, oppure di una struttura sanitaria con centri diagnostici, residenze per anziani e presidio h24. L’attuale cinema, invece, dovrebbe diventare un auditorium. Per il momento, interverremo con la messa in sicurezza, poi vedremo. Si tratterà in ogni caso di servizi per la comunità, opere che sarebbe impossibile sostenere per il pubblico. Grazie alla solida patrimonializzazione della nostra azienda, invece, ci siamo potuti permettere la creazione di una società, aperta anche ad altri partner, dedicata agli investimenti immobiliari da mettere a reddito e in grado contemporaneamente di portare vantaggi alla collettività». È in questa direzione che vanno anche i più recenti investimenti di GEG negli 40

«Proprio in queste settimane stiamo ospitando un Summer Camp organizzato dal Milan con 170 ragazzi tra i 6 e i 16 anni» impianti sportivi locali. All’interno del Cda siedono tutti e tre i figli di Walter: Ian, 32 anni, è quello maggiormente coinvolto in questi progetti. «Dal 2013 a oggi abbiamo realizzato tre campi da calcio sintetici

ad Albino - spiega -, uno di proprietà e gli altri due in concessione come previsto dal relativo bando comunale, oltre ad una bocciofila. Teniamo molto al legame con la comunità locale, e con l’Amministrazione

comunale ci sono ottimi rapporti di collaborazione: gli impianti sportivi sono un servizio importante, che però il pubblico non riuscirebbe ad inquadrare in un progetto di business solido. Proprio in queste settimane stiamo ospitando un Summer Camp organizzato dal Milan, con 170 ragazzi tra i 6 e i 16 anni. E per sostenere economicamente gli impianti abbiamo anche un ristorante. Fa tutto parte di un variegato impegno dell’azienda a vantaggio del territorio che la circonda». Daniele Cavalli


PAPER BOARD ALLIANCE è uno dei più grandi gruppi europei nella produzione di cartoncino riciclato non integrato. PBA nasce nel 2018 ed è attualmente costituito da 6 aziende: CARTIERA DELL’ADDA a Lecco produce cartoncino grigio 100% riciclato per uso industriale. ICP a Lucca produce cartoncino 100% riciclato, con alta specializzazione per il settore del tissue. C.D.A. SERVIZI a Lecco è fornitore di servizi per il settore carta e cartone. SILLARO CENTRO TAGLIO a Lodi si occupa di lavorazioni per conto terzi e taglio di cartone/cartoncino per varie destinazioni d’uso. DIMECO a Pavia opera nel settore ambientale. TECNO PAPER a Lucca progetta e produce macchinari destinati all’industria della carta. La tradizione, l’elevata qualità dei prodotti, la sensibilità e l’attenzione ai temi dell’ambiente e della sostenibilità, costituiscono gli elementi portanti di questa unione che rendono Paper Board Alliance un modello di riferimento in ambito cartario.

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Foto Light&Magic Productions

La Accadueo di Calcinate si occupa da oltre 40 anni di impianti industriali. Una delle tante attività nate in famiglia, in questo caso nella famiglia Frigeri, e cresciuta non in maniera esasperata,

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ma sicuramente stabilendo e mettendo a frutto tante connessioni strategiche. Ce la raccontano i proprietari Giovanni, Stefano e Claudio Frigeri.


collettori…) che va a lavorare in una macchina chiamata UTA, Unità di trattamento aria. All’interno di queste macchine ci sono delle batterie che fanno in modo che, tramite lo scambio termico acqua/aria, si crei la giusta temperatura e umidità per poter lavorare nella camera bianca. Come siete riusciti a entrare in questo ambiente e con quali clienti lavorate oggi? Siamo entrati nel mondo

Quando siete nati e come vi siete sviluppati? Siamo partiti come idraulici di paese, originari per la precisione di Cologno al Serio. Successivamente ci siamo spostati sul ramo industriale, nel 1980 per la precisione, e ad oggi abbiamo 10 dipendenti più un artigiano che è un collaboratore esterno, e attualmente in azienda sono presenti la prima, la seconda e la terza generazione. Lavoriamo principalmente in ambito farmaceutico, ovvero, della realizzazione di camere bianche. Le camere bianche sono ambienti adibiti a laboratori chimici, alimentari, meccanici e/o elettronici la cui caratteristica principale è la presenza di aria molto pura, cioè a bassissimo contenuto di microparticelle di polvere in sospensione. Noi ci occupiamo di tutta la parte di componentistica (gruppi valvole, tubature,

farmaceutico grazie alla Generaltermica, un’azienda di Milano che oggi non esiste più, tra le prime con cui abbiamo lavorato. Alla chiusura, i tecnici sono andati a lavorare principalmente per importanti realtà farmaceutiche, e quindi, sfruttando questi contatti, siamo riusciti a lavorare con aziende di ingegneria specializzate nel settore e per clienti diretti come il laborataorio farmaceutico CT, Salix e la Sofar, pioniera nel campo dei prodotti farmaceu43


Da sinistra: Fabio, Stefano, Giovanni e Claudio Frigeri

tici, integratori alimentari e dispositivi medici. Realizzate anche impianti per centrali termiche. Quali sono le differenti certificazioni che dovete avere per lavorare nei diversi settori? Essendo anche tubisti industriali, ci occupiamo anche di centrali termiche civili e industriali, per esempio su condomini, e collaboriamo con uno studio di ingegneria che ci richiede impianti su misura in base ai suoi progetti. La questione certificazioni in realtà non è poi tanto complicata, una volta che si hanno quelle base per la saldatura. Credo che la differenza tra noi e i nostri concorrenti stia nel modo di porsi. Non sempre chi lavora bene nel settore industriale riesce a mantenere lo stesso standard nel farmaceutico. La nostra forza è l’essere sempre presenti e in prima linea nel cantiere, durante l’installazione, e la professionalità. 44

«La nostra forza è l’essere sempre presenti e in prima linea nel cantiere durante l’installazione e la professionalità» Dal covid in poi avete apportato modifiche e innovazioni nel vostro lavoro in questo ambito? Più che altro, abbiamo avuto un sacco di lavoro, e ovviamente abbiamo sempre lavorato. Le camere bianche

servono, tra le altre cose, per produrre le mascherine, e proprio tra la prima e la seconda ondata abbiamo realizzato un importante impianto per un’azienda di San Donato Milanese.

Progetti futuri e obiettivi? L’obiettivo sarebbe quello di continuare ad essere stabili e far bene ciò che facciamo. Se volessimo crescere, dovrei dirle che dovremmo necessariamente avere più personale, e nonostante rimaniamo in costante contatto con le scuole professionali difficilmente troviamo persone volenterose. Ci sono, ma sono rare. Non colgono l’opportunità di ricevere una formazione in un lavoro tutt’altro che semplice, facendosi magari frenare dalla distanza o da altre questioni superabili. www.accadueo-impianti.it


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IEMATECH

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Iematech, ex Proservice di Brivio, è oggi una realtà partner di uno dei gruppi leader di mercato nella produzione di macchine automatiche. I cambiamenti a livello economico-societario determinanti per il

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zione elettrica, elettronica e informatica. Ci si presenterà come una società di servizi nel campo dell’ingegneria. Nel 2018 avviene, per esigenze di espansione, il cambio della sede principale e nel 2021 la società stringe una partnership strategica con una azienda leader del settore del packaging. Qual è il vostro core business? Packaging, medicale,automotive, estrusione,

progresso dell’azienda e conseguenti all’evoluzione della stessa, che fino a pochi anni prima era una piccola società di persone, ce li racconta la CFO Bianca Lodovici. Come è nata e cresciuta l’attività? Iematech è nata intorno al 2000 quando tre dipendenti di un’azienda operante nel campo della costruzione di presse industriali, decide di intraprendere la propria carriera imprenditoriale partendo dalla costruzione ed installazione di quadri elettrici. Dopo alcuni anni nel settore è avvenuta la prima evoluzione e la società, composta solamente dai fondatori, si trasforma da Snc a Srl assumendo, tra cui anche me, i primi dipendenti. In seguito all’alto grado di competenze acquisite cambiano anche i servizi proposti: progetta-

off-shore. In tutti questi settori, lavoriamo per costruttori italiani che hanno importanti committenti internazionali, progettando e installando macchinari customizzati per i loro specifici processi produttivi. Si tratta di un mercato di nicchia, che ci ha permesso di non avere cali di lavoro nemmeno nel periodo del COVID. Abbiamo un fatturato di 2 milioni e mezzo di euro e siamo in trend di crescita, seppur ostacolato dalla crisi dei materiali da cui tutti sono colpiti. 47


Bianca Lodovici Chief Financial durante l’intervista

Perché avete difficoltà ad interfacciarvi con le realtà formative? Non abbiamo problemi ad interfacciarci con le realtà formative. Il problema è che la preparazione fornita dalla scuole superiori, nonostante vari istituti si impegnino investendo su laboratori per adeguarsi alle competenze tecniche richieste dal mondo del lavoro, risulta ancora obsoleta rispetto alle tecnologie che le aziende sfruttano ormai da decenni. A tutto ciò si aggiunge che spesso, le figure uscenti dal mondo universitario, sono convinte che il ruolo manageriale sia solo una conseguenza del titolo di studio e non di una conoscenza che solo anni di esperienza ti possono conferire. Progetti e obiettivi futuri? Abbiamo due progetti importanti a breve termi48

«Assumiamo personale desideroso di aumentare le proprie competenze tecnico-lavorative in un mondo in continua evoluzione tecnologica» ne, da mettere in campo entro l’anno prossimo: un Robolab inteso come uno showroom/laboratorio, da utilizzare per la formazione dei nostri dipendenti, ma che verrà messo a disposizione anche degli istituti

che volessero collaborare per dei mini laboratori; e la creazione di un’Accademia aziendale. Non c’è, infatti, solo il problema di reperire dipendenti, ma anche quello di tenerseli stretti una volta formati. La forma-

zione interna costituisce un’attrattiva per le nuove leve interessate alle nuove tecnologie e alle innovative soluzioni robotiche. Stiamo investendo tanto nella formazione customizzata per ogni categoria di dipendenti, a cui io e il CEO Matteo Limonta ci dedichiamo, partecipando anche a bandi per formazione e industria 4.0. Reputiamo che il modo migliore di far crescere l’azienda sia quello di far crescere e motivare le persone che ci lavorano. Stiamo anche puntando a raggiungere i 50 dipendenti. Arianna Mossali


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AGRICOLTURA

FIERA DI SANT’ALESSANDRO Tradizione e innovazione, queste le parole chiave dell’edizione 2022 della Fiera di Sant’Alessandro in programma dal 2 al 4 settembre 2022 alla Fiera di Bergamo, che torna, puntuale come sempre, primo imperdibile appuntamento dopo la pausa estiva. Una manifestazione in cui gli organizzatori, Promoberg e Bergamo Fiera Nuova, hanno sempre creduto e che ogni anno propongono al territorio con rinnovato entusiasmo, edizione dopo edizione. Novità 2022, il logo e l’immagine; una F che sintetizza e racconta, nei suoi colori, tutte le sfaccettature del mondo agricolo: 50

il sole, il cielo, la terra, la tecnologia e l’innovazione. Un restyling rispettoso della tradizione ma che traguarda il futuro di una delle fiere più care ai bergamaschi e ai lombardi. Quella di quest’anno si inserisce in un contesto d’attualità in cui il mondo agricolo è al centro dell’attenzione e chiede di potersi confrontare con le istituzioni, le associazioni, tra gli operatori e con l’intera comunità in merito alle soluzioni più efficaci per affrontare le nuove, urgenti sfide ambientali e industriali. Fiera di Sant’Alessandro ha il merito di saper far convivere in spazi moderni e attrezzati quali sono

quelli del polo fieristico di Bergamo le necessità degli operatori professionali, che in agricoltura lavorano e vogliono trovare nella rassegna risposte concrete alle loro esigenze, e quelle del grande pubblico, interessato a conoscere più da vicino gli animali da fattoria, i prodotti locali più genuini e tutti i segreti del mondo contadino. Sugli oltre 50mila metri quadrati, tra spazi coperti e scoperti, c’è il meglio del settore: dall’agricoltura alla zootecnia, dai grandi macchinari alle attrezzature per il mondo rurale fino alle innovazioni e tecnologie dell’agricoltura 4.0. E poi, le attività didat-

tiche che avvicinano i più piccoli alla cultura contadina, le degustazioni guidate e i prodotti enogastronomici che gli operatori del nostro territorio sanno produrre con maestria, ma anche il campionato internazionale del Purosangue Arabo, le competizioni di monta western, le esibizioni di ballo country e l’immancabile rassegna zootecnica con la proclamazione delle tre “Regine” della Mostra. Grande attenzione anche agli appuntamenti di confronto e approfondimento sui temi più tecnici primo fra tutti la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro.





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EVENTI

“HAVE A DRINK HAVE A RIDE” Giovedì 30 giugno il Glamour Cafè ha ospitato la serata “Have a drink have a ride”, che ha visto la presentazione dei nuovi cocktail del locale e le nuovissime E-Bike pieghevoli Path GT e Path GT-A, prodotte da PATH BIKE di Tullio Di Gandolfi. Federica Sorrentino A sinistra l’imprenditore Tullio Gandolfi ideatore di PATH GT e PATH GT-A, E-bike pieghevoli caratterizzate da una tecnologia sempre più avanzata

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EVENTI

IL PANATHLON INCONTRA ROLANDO BIANCHI Nella serata di mercoledì 6 luglio, la Sala dei Mille dell’Hotel Excelsior San Marco ha fatto da cornice alla serata organizzata dal Panathlon Club Mario Mangiarotti Bergamo, che ha visto come ospite Rolando Bianchi, ex attaccante e attuale collaboratore tecnico nel settore

Rolando Bianchi e Baldassare Agnelli, vicepresidente del Panathlon Club Mario Mangiarotti Bergamo

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giovanile dell’Atalanta. Il tema affrontato, e di cui Bianchi è stato testimone, ha riguardato la valorizzazione dei giovani nel panorama calcistico bergamasco. Lo stesso Rolando Bianchi ha fatto tutto il suo percorso nella cantera di Zingonia, vincendo due campionati Primavera ed esordendo 18enne in prima squadra con un gol alla Juventus, che avrebbe preceduto i tanti segnati in carriera con diverse maglie. Durante la serata, si è tenuta anche la testimonianza di Roberta Togni di Automha, leader nei sistemi di automazione per magazzini e sponsor di maglia Atalanta. Federica Sorrentino

Rolando Bianchi con Gianluigi Stanga, presidente del Panathlon Club Mario Mangiarotti Bergamo

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Foto Matteo Zanardi

LA RICETTA

PREPARAZIONE 15 min

COTTURA 10 min

DOSI 2 PERSONE

DIFFICOLTÀ

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BOLLE RESTAURANT

SPAGHETTONE INTEGRALE, MANDORLE E PESCA NOCE Il raffinato Bolle Restaurant di Lallio, simbolo di qualità delle materie prime e di maestria nell’abbinamento degli ingredienti, ci apre le porte per una rubrica dedicata alla cucina. Lo chef Marco Stagi è originario di Bergamo e ha 30 anni ma, nonostante la giovane età, vanta di grande esperienza ai fornelli, sia in Italia che all’estero, e di un curriculum di prim’ordine nel settore 60

gastronomico. Si è diplomato alla scuola alberghiera di San Pellegrino, iniziò a lavorare all’Osteria della Brughiera dove rimase per 3 anni imparando le basi della cucina, si trasferì poi al ristornate Piazza Duomo di Alba per 5 anni dove crebbe tantissimo diventando il cuoco che è ora. Gli anni decisivi per la sua carriera furono quelli trascorsi in Belgio, all’Hof Van Cleve, uno dei ristoranti a tre stelle Michelin più prestigiosi al mondo.

Tornò successivamente in Italia e lavorò per qualche tempo come sous-chef a Casa Perbellini a Verona, l’ultima tappa del suo attuale percorso l’ha riportato a Bergamo per esibire il suo talento nel ristorante firmato Agnelli. Il capo della brigata di cucina Bolle ha deciso di condividere con noi le sue esclusive ed equilibrate ricette, portando sulle nostre tavole la sua arte culinaria, ricca di colori, profumi e sapori.


PREPARAZIONE

01. 02. 03.

Frullare le mandorle, aggiungendo olio e latte; poi passare tutto nel colino fine Cubettare la pesca; frullare gli scarti della pesca per creare una salsa Procedere con la cottura degli spaghetti, mantecare a freddo con la salsa alle mandorle, aggiustare di sale e pepe e impiattare come in foto

GLI INGREDIENTI ● ● ● ● ● ● ●

160 g spaghetti integrali 100 g di mandorle pelate 5 pezzi di mandorla amara 50 g di pesca noce 50 g di latte 20 g di olio all’aglio Sale e pepe qb

STRUMENTI DI COTTURA ● ●

Padella “A saltare” in alluminio Agnelli Casseruola alta acciaio inox ad un manico

Marco Stagi CHEF

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MOTORI

VOLVO

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XC40

«La prima elettrica del marchio svedese guarda avanti, si rinnova e raddoppia, con due versioni: a uno o due motori Attraente, comoda, sicura e tecnologica, ha interfaccia Google e software aggiornabili da remoto» 64


La storia delle automobili Volvo inizia nel 1927, dal costruttore di cuscinetti a sfere di diffusione mondiale SKF. Forse non tutti sanno che il marchio è in realtà una parola latina, dal verbo volvere, studiata appunto per i cuscinetti. Un’avventura che ha portato lontano la notorietà delle vetture svedesi, diventate simbolo di robustezza, qualità e sicurezza. Nonché per 65


Potenza

231 CV

Batteria

69 kWh

Autonomia

425 km

diversi periodi, addirittura miti per la mid class americana e incarnando la station wagon per antonomasia anche in Europa. Diventata proprietà di Ford, per poi passare al gruppo cinese Geely, ha potuto mantenere inalterata l’immagine dal design nordico e pulitissimo, come pure anticipare prima di altre la transizione verso 66

l’elettrificazione. Recharge indica per Volvo le vetture con alimentazione elettrica e ibrida plug-in, obiettivi cui sta mirando l’intera gamma, per diventare solo EV dal 2030. La crossover XC40 Recharge inaugura una nuova linea di veicoli; presentata nel 2017, XC40 è ristilizzata con il model year ’23 che ne rinnova

il design d’avanguardia: paraurti anteriore e griglia frontale priva di cornice aumentano la continuità estetica tra elettriche, XC40 e C40 entrambe Recharge, i fari a “martello di Thor” diventano led pixel adattando automaticamente il fascio luminoso al traffico che si incrocia. Nuove tonalità di vernici e cerchi con disegno inedito completano l’esterno, mentre nell’abitacolo i rivestimenti disponibili possono essere in tessuto o in pelle sintetica. Lunga 444 cm, larga 186 e alta 165, è disponibile in due configurazioni, una monomotore da 170 kW (231 CV) e coppia di 330 Nm, con batteria da 69 kWh (67 effettivi), con trazione anteriore e autonomia di circa 425 km grazie al consumo contenuto in 18,5 kWh/100 km. Accelera da 0 a 100 in

7,4 secondi e raggiunge la velocità massima di 160 km/h. La ricarica (20-80%) più rapida, con la colonnine pubbliche a 150 kW, avviene in 32’, mentre a casa, in una notte, si può ricaricare fino ad un’autonomia di circa 150 km; di serie c’è il caricatore di bordo da 11 kW. Più potente invece la versione a due motori, chiamata Twin, con trazione integrale, 300 kW (408 CV) complessivi, batteria da 78 (75 eff.) e consumo di 20,4: che scatta però in 4,9 secondi da 0 a 100 e arriva a 180 km/h, con autonomia di 438 km. Tre gli allestimenti: Core, Plus e Ultimate, in crescendo di dotazioni di classe e stile, mentre la sicurezza, elevatissima, è per tutte. La versione provata da Economia Magazine e fotografata attorno alla suggestiva località di Astino presso CONTINUA A PAGINA 68


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Bergamo, è la monomotore, più accessibile ma non meno elegante e piacevole da guidare rispetto alla Twin. A bordo encomio a qualità e finiture, quindi alla proverbiale comodità dei sedili: ma per un’auto che guarda avanti, la novità è il sistema multimediale con Android Automotive, sviluppato da Google e comprendente i servizi dalle mappe all’assistenza vocale, agendo con lo smartphone e il proprio account. L’assetto votato al comfort - che sembra livellare le buche e spianare le imperfezioni dell’asfalto - si coniuga perfettamente con potenza e prestazioni offerte dal motore “singolo”, ben interpretando la missione dell’auto. Si viaggia con grande insonorizzazione (sulle elettriche è più facile avvertire fruscii e rumori parassiti), stando volentieri a bordo. Utile la guida con un solo pedale per la massima rigenerazione in rilascio, da utilizzare solo in condizioni urbane o montane. Anche i 68

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modelli XC40 confermano come la visione elettrica del costruttore premium sia partita dal basso (in senso relativo) della gamma per una maggior diffusione e non, diversamente da altri, dalle più remunerative proposte ad alto prezzo. Volvo è sempre stata un po’ controcorrente, rispettando la filosofia scandinava del welfare: una sorta di democratizzazione rispetto al ruolo d’avanguardia del lusso, vista con lungimiranza anche verso l’elettrificazione. Nicola D. Bonetti


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MOTORI

ALFA ROMEO

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TONALE

«Elegante e aggressiva come deve essere un’Alfa, segna il rilancio del marchio con stile e tecnologia, arricchiti dalla qualità voluta da Stellantis; motori a benzina ibridi (mild e plug-in) e perfino a gasolio» 70


Tonale è la prima elettrificata con marchio Alfa Romeo. Si è fatta attendere: la nuova dirigenza l’ha sviluppata, affinata e collaudata (comprese le linee di produzione) perché la qualità fosse elevata tanto quanto le aspettative degli acquirenti. Non solo: anche la gamma

è ampia, cominciando dall’introduzione delle versioni ibride a benzina, con potenze fino a 160 cavalli, tutte con sigle e nomi appartenenti alla tradizione del Biscione. Tonale Super, Sprint, TI (sigla per Turismo Internazionale, che riporta a tempi andati) e Veloce. 71


«La meccanica è raffinata: motore con elevata compressione, doppio sistema ibrido con generatore a cinghia e motore elettrico all’interno del cambio automatico a sette rapporti»

Più una Edizione Speciale, con scritta “Speciale” sui parafanghi anteriori, come si nota nelle immagini che accompagnano questa prova di Economia Magazine, ambientata nei dintorni di Selvino (Bergamo). Strade che ospitano spesso i rally, 72

adatte ad apprezzare la dinamica sopraffina di Tonale. Ma cominciamo dalle forme: l’aspetto sportivo è predominante e le consente di svettare nel segmento C-suv. La vista anteriore ingrandisce le calandra Alfa Romeo che compone il trilo-


Potenza

160 CV

0-100 km/h

8,8 Secondi

Coppia

240 Nm

bo con le due griglie inferiori molto ampie, affiancate a loro volta da prese d’aria laterali che ne allargano l’aspetto. Aggressiva anche la fanaleria con tripli proiettori led – motivo richiamato al posteriore, dove è elegantemente unito in una fascia

unica – a filo del cofano alto ma non piatto, dal profilo a cuneo che incontra il parabrezza inclinato: lateralmente la cintura alta sale fino all’ultimo montante per concludersi scendendo sulla coda, importante sotto il lunotto spiovente, con spoiler.

L’abitacolo sportivo, tipicamente Alfa, è ospitale e ha persino il bagagliaio tra i più spaziosi della categoria: la batteria per l’ibrido è infatti nel tunnel centrale. Le versioni più ricche hanno gli ammortizzatori regolabili tramite il selettore “dna”,

e le palette al volante in alluminio per l’uso manuale del cambio. Guidandola, specialmente in montagna, Tonale svetta per motore, assetto e freni. Rotondo e progressivo il primo, interagisce con il sistema ibrido che eroga la 73


coppia massima già a 1500 giri, costante fino a circa 3000; l’assetto è valido nelle differenti tarature, sempre con limitatissimo sottosterzo, ridotto rollio e beccheggio. Potente, infine, la frenata dell’impianto Brembo, precisa anche dopo uso intenso. La gamma di Tonale deve ancora essere completata: è annunciato l’arrivo della Plug-In Hybrid Q4 da 275 cavalli, con autonomia elettrica fino a 80 km e trazione integrale, mentre sono appena entrate a listino le versioni Diesel, con motore 1.6 da 130 cavalli (non elettrificato), nei medesimi allestimenti dei benzina. Configurate con lo sterzo più diretto della categoria, sospensioni con ammortizzatori “frequency selective”, dynamic torque vectoring e freni Brembo con Integrated brake system. Perché anche a gasolio, si deve apprezzare la dinamica da Alfa Romeo. Quale mancherebbe? Tonale Quadrifoglio da 300 cavalli ed esteticamente 74

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(ancor) più aggressiva. Secondo il grande capo del Biscione, Jean-Philippe Imparato, vero appassionato, non è prevista ma se arrivassero tante richieste, si potrebbe fare. Spalancando le porte a un sogno. Nicola D. Bonetti



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