biAncoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 51 - aprile/maggio 2022 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione - € 10
In questo numero
9 772385 170005
ISSN 2385-1708
Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Post. - Aut.Lombardia/01496/12.2014 - Bimestrale - Numero 51 - Aprile 2022
Donatello Il Maestro dei maestri Sulle orme di Kandinskij Il creatore di mondi a Palazzo Roverella La Biennale di Venezia 59. Esposizione Internazionale d’Arte Vivian Maier Dove il reale diventa straordinario Passeggiando all’indietro Kamyana Mohyla
Igor Grigoletto
Il vincitore del BIANCOSCURO Art Contest ed il suo “alfabeto geometrico”
May 27 – 29, 2022 Izumi Kato, Untitled, 2018. ©2018 Izumi Kato. Courtesy of the artist and Tai Kwun, Hong Kong.
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M A R K KO S T A B I
“Burning Desire”, 2021, oil on canvas, 25x30 cm.
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Premiazione finale a Milano Final award ceremony in Milan
Tutte le opere saranno pubblicate sul catalogo BIANCOSCURO e sul nostro sito! All the artworks will be published on the BIANCOSCURO catalogue and on our website!
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L’Editoriale di Vincenzo Chetta
BAC Winter Edition 2021 Gli artisti selezionati ed i vincitori
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Donatello Il Maestro dei maestri
La Biennale di Venezia 59. Esposizione Internazionale d’Arte
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In copertina: (Cover story) Igor Grigoletto Il vincitore del BIANCOSCURO Art Contest ed il suo “alfabeto geometrico”
Il sacro universo femminile miart 2022 Le opere degli allievi de “il Moretto” Primo movimento Tiziano Vecellio. La donna nella pittura veneziana del XVI secolo
Brescia Photo Festival Le forme del ritratto nella fotografia
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Kakemono L’arte antica del Giappone
Ferdinando Scianna Il racconto di un viaggio nella memoria
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L’avventura della forma e Dove il reale diventa del colore. Padova ospita l’arte svizzera straordinario. La street photography e tedesca dell’Ottocento di Vivian Maier ai Musei Reali Sulle orme di Kandinskij Henri Cartier-Bresson Il creatore di mondi a Palazzo Roverella Il pioniere del fotogiornalismo Il paradiso è qui. Palazzo La Collezione del MAST Franzone Spinola di Luccoli torna a vivere 200 anni di lavoro e fotografia Street Art. Urban Fragments, Tracce d’Acqua alla base il nuovo murales di di Maria Ginzburg delle Civiltà: Kamyana Mohyla realizzato con pittura anti-smog Introduzione ai percorsi del mito [28ª puntata]
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Over the Cover: Francesco Dabbicco Il progetto “Legami e Distanza” vincitore al BIANCOSCURO Art Contest 2021
QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO 114
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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali MIA Fair – Milan Image Art Fair Ritorna nella sua consueta collocazione primaverile Art Parma Fair. In contemporanea al Mercante in fiera ArteGenova. Padiglione Blu - Waterfront di Levante Vernice Art Fair. Soddisfazione alla 19ª edizione Mattia Consonni. La musica è tutta da guardare Michele Toniatti. Colori vibranti in armoniche forme Gianni Depaoli. La sua arte materica si conferma vincente Elisabetta Amoruso. Corpo, spazio, mente Gabriele Marchesi. Scene di vita su tavola Dante Hacked. Il progetto di Fabrizio Santona Guido Reni. Il Maestro del Seicento italiano a Roma
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Antonio Scaccabarozzi. Al Museo del Novecento
EXHIBITIONS
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La fragile bellezza. Le maioliche abruzzesi in mostra Antonio Canova. La bellezza eterna Pericle Fazzini e Sisto V. La mostra a Palazzo Paradisi La giovane donna di Picasso. La prima volta in Italia Van Gogh. A Napoli la mostra multimediale La Passione di Cristo. Opere dai Musei Vaticani Estetica e figurazione. L’arte che diventa storia Shūsaku Arakawa. La personale a Milano Eliografie. Il confronto fra allieva e Maestra Un soffio di esistenza quasi palpitante. Salvatore Sava in inconsueti abbinamenti e congiungimenti Digital Street Art. Pepper’s Ghost anima Banksy Chiara Dynys. La personale al MA*GA Michele Lombardelli. Il distacco del gesto La memoria è vita. Il ricordo di Luca Attanasio Oto Hudec a Roma. La sua prima personale in Italia I-STANZE. Undici artisti a Spazio Thetis Real Art #6. Il portfolio d’arte a scopo benefico, presentato a Varese 094
BIANCOSCURO Rivista d’Arte
51 ISSUE April / May 2022
NUMERO 51 aprile /maggio 2022
BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila CONTRIBUTORS Giuseppe Carnevale, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. PHOTOGRAPHERS Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Stéphane Maréchalle, Nicola Bianchi, Ela Bialkowska, Perottino Peirone, Philipp Hitz, Mattia Borino, Mauro Coen, Pavel Demidov, Oscar Savio, Gaia Schiavinotto, Roberto Marossi, Elisabeth Hölzl, Simone Faccioli, Andrea Rossetti, G. Lacchini, Crates, Emanuele Pensavalle, Kanghyuk Lee, Andrea Avezzu, Thomas Libiszewski. EDITORSHIP & DISTRIBUITION Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it PRINTING 4 Graph s.r.l. Printed on certified paper FSC® C164091 (www.fsc.org)
Le tre ecologie. Ambientale, sociale e mentale
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BIANCOSCURO Art Magazine
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BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Giuseppe Carnevale, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Liberementi, Enrico Mangano, Isabella Rigamonti, Stéphane Maréchalle, Nicola Bianchi, Ela Bialkowska, Perottino Peirone, Philipp Hitz, Mattia Borino, Mauro Coen, Pavel Demidov, Oscar Savio, Gaia Schiavinotto, Roberto Marossi, Elisabeth Hölzl, Simone Faccioli, Andrea Rossetti, G. Lacchini, Crates, Emanuele Pensavalle, Kanghyuk Lee, Andrea Avezzu, Thomas Libiszewski. REDAZIONE & DISTRIBUZIONE Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it STAMPA 4 Graph s.r.l. Stampato su carta certificata FSC® C164091 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2022. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
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ell’ultimo mese le cronache di guerra e distruzione nella vicina Ucraina fanno tornano prepotentemente in primo piano quelle sensazioni di paura e dolore, sconcerto e terrore, della primavera 2020. Sono passati due anni dall’inizio della Pandemia per Covid-19 (ancora non completamente controllata), che una nuova minaccia irrompe: la ferocia della guerra rischia di cancellare la cultura del popolo ucraino (e non solo, date le ultime notizie di come i Musei russi stiano cercando di porre fine ai prestiti di opere attualmente esposte in tutto il mondo), come teme il Ministro alla Cultura Oleksandr Tkachenko: “I missili e gli aerei russi stanno deliberatamente distruggendo i centri storici delle grandi città”. È partita nuovamente la corsa alla solidarietà, questa volta per aiutare il popolo ucraino, con attività di supporto sia morale che di natura politica. Riguardo al nostro settore, quello dell’Arte e della Cultura, in Italia, il Ministero della Cultura ha stanziato 2 milioni di euro da destinare a 20 fondazioni culturali italiane per finanziare residenze d’artista rivolte agli artisti ucraini. Que-
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sto intervento promosso per supportare il mondo della cultura ucraino, è arrivato dopo la decisione di ricostruire il Teatro di Mariupol, tesoro della città ucraina sul Mar d’Azov dilaniata dai bombardamenti russi. Rapida e commossa la replica del presidente Zelensky: “Grazie Dario Franceschini. State dando un ottimo esempio. Insieme ricostruiremo il Paese fino all’ultimo mattone”. Anche la comunità artistica internazionale esprime il proprio dissenso verso questo conflitto attraverso gesti di solidarietà e di supporto economico: l’artista Shepard Fairey ha pubblicato un NFT in edizione singola chiamata “Diplomacy Over Violence” e lo scultore italiano Lorenzo Quinn ha messo in vendita sul marketplace SuperRare 100 NFT intitolati “Support Ukraine, Stop the war” i cui profitti andranno totalmente in beneficenza. Che sia per veicolare messaggi di pace o per raccogliere fondi, per divulgare verità o combattere propagande oppressive, il mondo dell’arte non sta fermo a guardare, ma agisce per continuare ad aprire le menti e rendere questo pianeta, un posto migliore. Buona lettura
“Support Ukraine, Stop the war” opera in NFT di Lorenzo Quinn
Vincenzo Chetta
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Donatello Il Maestro dei maestri di
Mario Gambatesa
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al 19 marzo 2022, la Fondazione Palazzo Strozzi e i Musei del Bargello di Firenze presentano “Donatello. Il Rinascimento”, una mostra storica e irripetibile che mira a ricostruire il percorso eccezionale di uno
dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti a lui contemporanei quali Brunelleschi, Masaccio, Mantegna e Giovanni Bellini. L’esposizione, evento culturale di
grande importanza del 2022, nasce come celebrazione del grande Maestro, puntando ad allargare la riflessione su questo artista rivoluzionario nei materiali, nelle tecniche e nei generi. “Dedicare una mostra monografica così ampia a Donatello è una sfida unica, della quale siamo davvero grati alla generosità di tanti prestatori - afferma il curatore Francesco Caglioti - Le mostre a lui intitolate finora sono state fatte perlopiù esponendo copie o limitando la scelta degli originali a pochi pezzi”. Una grande retrospettiva che riunisce per la prima volta i più importanti capolavori di Donatello. La mostra si divide in due sedi, Palazzo Strozzi e il Museo Nazionale del Bargello, proponenIn alto: Donatello e bottega Madonna col Bambino (Madonna Piot) 1440 circa, terracotta già dorata, cera, paste vitree, 74x75x7 cm. Parigi, Musée du Louvre, Département des Sculptures du Moyen âge, de la Renaissance et des temps modernes, inv. RF 3967 Ph. Stéphane Maréchalle. Parigi, Louvre © 2021 RMN-Grand Palais /Dist. Foto SCALA, Firenze A sinistra: Donatello San Giovanni Battista di casa Martelli 1442 circa, marmo 159,5 (165 con l’aureola)x46,5x36 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello inv. Sculture 435
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do, attraverso 130 opere tra sculture, dipinti e disegni, un viaggio attraverso la vita e la fortuna di Donatello articolato in quattordici sezioni. Si inizia dagli esordi e dal dialogo con Brunelleschi, proponendo il confronto tra i due celebri Crocifissi lignei provenienti dalla Basilica di Santa Croce e da quella di Santa Maria Novella. Si procede poi attraverso i luoghi per cui Donatello ha lavorato come Siena, Prato, Padova e Firenze, trovando moltissimi seguaci e sperimentando nuove invenzioni plastiche e scultoree. Le opere in mostra provengono da quasi sessanta tra i più impor>>> A destra: Desiderio da Settignano e continuatore (Bertoldo di Giovanni?) David vittorioso (David Martelli) 1462-1464 circa - 1465-1470 circa marmo, 164,6x50,4x42,4 cm. Washington, National Gallery of Art, Widener Collection, inv. 1942.9.115 In basso: Donatello Sant’Antonio di Padova e il miracolo della mula 1446-1449, bronzo, 57x123 cm. Padova, Basilica di Sant’Antonio, Altare del Santo Ph. Nicola Bianchi /Archivio Fotografico Messaggero di sant’Antonio
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biancoscuro <<< tanti musei e istituzioni al mondo dimensione dell’arte di DonatelQUESTA è National LA VERSIONE come la Gallery ofFREE Art di lo abbraccia in tutta la loro proBIANCOSCURO d’Artefondità le forme più diverse deldi Washington, ilRivista Metropolitan Museum of Art di New York, il le emozioni, dalla dolcezza alla Trovi la versione Victoria and Albert completa, Museum e crudeltà, dalla gioia al dolore o DIGITALE laCARTACEA National Gallery di Londra, il più straziante. Il grande maestro in du abbonamento e gli dona spazio alla scultura stravolMusée Louvre di Parigi, nelle migliori fiere d’Arte. gendo i canoni artistici dell’epoStaatliche Museen di Berlino, il Kunsthistorisches Museum ca, affermandosi il capostipite di Puoi abbonarti o richiedere una Ufcopiaquell’indirizzo online: realistico che in di Vienna, le Gallerie degli fizi, la Basilica di Sant’Antonio pittura ebbe nel Masaccio il suo aartshop.biancoscuro.it Padova e le basiliche fiorentine più compiuto interprete. di San Lorenzo, Santa Croce e Donatello, scultore supremo del Santa Maria Novella. Quattrocento, tra i secoli d’oro Attraverso le sue opere, Dona- dell’arte italiana, divenne il preditello è riuscito a dare una nuova letto della famiglia Medici, dando rigenerazione all’idea stessa di il via alla straordinaria stagione scultura, con una potenza di vi- del Rinascimento, proponendo sione che unisce le scoperte sulla nuove idee e soluzioni figurative Masaccio prospettiva e un concetto total- che hanno segnato per sempre San Paolo (dal polittico di Pisa) tempera e foglia d’oro su tavola, 58,5x33,5 cm. l mente moderno di umanità. La la storia dell’arte occidentale. s Pisa, Museo Nazionale di San Matteo, inv. 1720 A destra: alcune immagini dell'allestimento della mostra "Donatello, il Rinascimento" © Ph. Ela Bialkowska OKNO studio Palazzo Strozzi Bargello
DONATELLO
Il Rinascimento
19 marzo - 31 luglio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello, Firenze INFO Palazzo Strozzi T. +39 055 2645155 Museo Nazionale del Bargello T. +39 055 0649440 Palazzo Strozzi Dal lunedì al venerdì 09.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00 Museo Nazionale del Bargello Tutti i giorni 08.45 - 19.00 Martedì 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzostrozzi.org www.bargellomusei.beniculturali.it
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ROSA MARIA FALCIOLA
La guerra 2022, olio su pellicola, 24x30 cm.
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Il sacro universo femminile Le opere degli allievi de “il Moretto” di
Daniela Malabaila
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lessandro Bonvicino, detto il Moretto, uno dei grandi maestri del primo Rinascimento bresciano, ed i suoi principali allievi, Francesco Ricchino, Agostino Galeazzi, e Luca Mombello, sono gli autori delle tredici opere
esposte al Museo Diocesano di Brescia, all’interno del complesso cinquecentesco di San Giuseppe. “Sacro al femminile. Opere degli allievi di Moretto” è la mostra che approfondisce la raffigurazione femminile nella pittura sacra, ricordiamo infatti che il Moretto ha realizzato per la maggior parte
dipinti raffiguranti temi e personaggi religiosi. Si può vedere questa esposizione come il completamento del percorso di “Donne nell’arte da TiziaAgostino Galeazzi Sacra famiglia con San Giovannino olio su tela, 103x135 cm. Collezione privata
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no a Boldini”, in corso a Palazzo Martinengo, così come ci spiega Nicoletta Bontempi, Presidente del Museo Diocesano di Brescia: “Il percorso dialoga con la mostra Donne nell’arte di Palazzo Martinengo, valorizzando il concetto di museo diffuso che esula i confini spaziali per tessere legami e sodalizi con altre realtà cittadine, mantenendo l’identità ci ciascun soggetto coinvolto. Un’occasione per creare stimolanti azioni di rete e di connessione, che si riflette nel rapporto, attraverso la storia, tra Museo, territorio e città.” Fino al 12 giugno sarà dunque possibile visitare entrambe le mostre, partendo dagli albori del Rinascimento fino alla Belle Époque, punto di partenza per la scoperta dei tesori della collezione permanente del MuLuca Mombello Dio Padre e la Vergine immacolata olio su tela, 88x79,5 cm. Brescia, Musei Civici d’Arte e Storia
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Sopra: Luca Mombello Presentazione al tempio di Maria bambina olio su tela, 112,5x118,5 cm. Brescia, Musei Civici, inv. 694
seo Diocesano di Brescia, oltretutto con un solo biglietto d’ingresso, infatti la visita alla mostra di Palazzo Martinengo consente l’entrata gratuita all’esposizione “Sacro al femminile” e alle collezioni permanenti del Museo Diocesano di Brescia. “Sacro al femminile. Opere degli allievi di Moretto” è curata da Davide Dotti, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Fiorella Frisoni, Valerio Guazzoni, Angelo Loda, promossa e organizzata dal Museo Diocesano di Brescia, con il patrocinio della Fondazione Provincia di Brescia Eventi. La mostra analizza la figura femminile nella pittura a soggetto sacra attraverso dipinti come “L’Immacolata e Dio Padre”, “La >>> 19
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Puoi
conversione della Maddalena”, Museo Diocesano di Brescia, QUESTA è LA VERSIONE “L’Incoronazione della VergineFREE con di ricorda un importante appuntaBIANCOSCURO Rivista d’Artemento per il prossimo anno: “Il l’allegoria della Pudicizia e dell’Umiltà” e “La presentazione di Ma- Museo Diocesano di Brescia coglie Trovi versione completa, ria alla tempio” (Mombello), oltre questa mostra come un’opportuniDIGITALE a CARTACEA portare in luceo alcuni dipinti tà per inserirsi all’interno del viin diabbonamento e inediti Galeazzi, come “Sacra vace contesto culturale di Brescia nelle d’Arte. famigliamigliori con San fiere Giuseppe e San riscoprendo i capolavori del terGiovannino” e “Noli me tangere”. ritorio dedicati alla centralità abbonarti o richiedere copiadella online: Come spiega il curatore una dell’espofigura femminile nell’amsizione, la mostra presenta anche bito sacro insieme all’eredità dello artshop.biancoscuro.it un’altra occasione: quella di fare stile di Moretto, in avvicinamento un punto della situazione sotto all’appuntamento di Brescia-Beril profilo storico-critico ed attri- gamo Capitale Italiana della buzionistico sui lavori degli allievi Cultura 2023.” del Moretto, coloro che ne raccol- Un importante momento cultusero pienamente l’eredità artisti- rale per riscoprire gli autori del ca portandola avanti nel tempo. luogo che hanno fatto la storia l Mauro Salvatore, Direttore del dell’arte italiana. s
Sopra: Luca Mombello Madonna del Rosario e i santi Domenico, Vincenzo Ferrer, Costanzo, Caterina d’Alessandria, Caterina da Siena e Barbara olio su tela, 171x118 cm. Collezione privata “La Cittadina Fondazione Studi e Ricerche Veterinarie” A destra: Francesco Ricchino Madonna con il Bambino olio su tavola, 66x50 cm. Bovegno, sacrestia della chiesa di San Giorgio
SACRO AL FEMMINILE
Opere degli allievi di Moretto
12 febbraio – 12 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Diocesano, Brescia INFO T. +39 030 40233 museo@diocesi.brescia.it Lunedì e martedì 10.00 - 12.00 / 15.00 - 18.00 Da giovedì a domenica 10.00 - 12.00 / 15.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museodiocesano.brescia.it
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LUIGI MAPELLI - MAPO
La scala del tempo olio su tela, 70x90 cm.
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Tiziano Vecellio La donna nella pittura veneziana del XVI secolo di Vincenzo
Chetta
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Milano, a Palazzo Reale, è la raffigurazione della donna veneziana ad essere protagonista. Con la mostra “Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano”, si celebra l’immagine femminile dipinta da Tiziano e dai suoi contemporanei celebri, come Giorgione, Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto: per la prima volta un progetto espositivo sull’universo femminile nel Rinascimento veneziano. Visitabile fino al 5 giugno prossimo, la mostra è promossa e prodotta da Comune di Milano– Cultura, Palazzo Reale e Skira editore, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna. La Fondazione Bracco è Partner dell’esposizione, mentre l’allestimento è stato progettato da Studio Cerri & Associati. Con la cura di Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum, coadiuvata da un prestigioso comitato scientifico internazionale composto da noti studiosi del settore, la rassegna vuole esaltare la figura della donna nella Venezia del Cinquecento, anche per indagarne il cambio di rappresentazione, come afferma la curatrice: “L’esposizione aspira a
riflettere sul ruolo dominante della donna nella pittura veneziana del XVI secolo che non ha eguali nella storia della Repubblica o di altre aree della cultura europea del periodo.” Sono circa un centinaio le opere esposte, suddivise in otto sezioni: “Prologo”, “Ritratti”, “Le belle veneziane”, “Coppie
Paolo Veronese - Lucrezia 1580-1583 ca., olio su tela, 109,5x90,5 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum A destra, in alto: Tiziano Ritratto di Eleonora Gonzaga della Rovere 1537 ca., olio su tela, 114x103 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi A destra: Tintoretto Susanna e i vecchioni 1555-1556 ca., olio su tela, 146x193,6 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum
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di amanti e altri”, “Eroine e poesia, dove la forte componente sorte di accesa competizione tra QUESTA LA pittura VERSIONE FREE sante”, “Letterati e poetesse”, eroticaènella dell’epoca di- di le due arti, vinta, per facilità di l Rivista d’Arte “Venere e gli amori degli dei”BIANCOSCURO venta soggetto per i poeti, in una fruizione, dalla pittura. s e “Allegorie”. Seguendo il percorso espositivo si può osservare Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE come l’immagine della donna in abbonamento e assume un ruolo unico ed una importanza che non si era mai nelle migliori fiere d’Arte. vista prima nella storia della Puoi non abbonarti o richiedere una copia online: pittura. In questo contesto dobbiamo dimenticare la nascita del movimento “proto-fem- artshop.biancoscuro.it minista”, il più importante prima della rivoluzione francese. Nelle opere di Tiziano la donna è sofisticata, elegante, ma anche carnale e tenera; Tiziano celebra le molteplici e diversificate qualità delle donne. Agli occhi di chi le guarda appaiono tutte come fortissime personalità, come divinità. Vi sono in mostra anche i dipinti che affermano il particolare status di cui la donna godeva a Venezia, le confermano un’importanza vitale per la quotidianità, per la famiglia, per l’amore: senza la donna non ci sarebbe nulla, ed ecco che l’aspetto di una donna amata e desiderata inizia a farsi sempre più strada, non solo in pittura, ma anche in letteratura e nella TIZIANO
e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano
23 febbraio - 05 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 92 800 822 Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Giovedì 10.00 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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Kakemono L’arte antica del Giappone di
Mario Gambatesa
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orino ha inaugurato, dallo scorso 12 novembre, la mostra “Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese”, al MAO (Museo di Arte Orientale). Questa esposizione, la prima in Italia focalizzata su questa particolare forma d’arte, presenta 125 kakemono oltre a ventagli dipinti e lacche decorate appartenenti alla Collezione Claudio Perino. Il Kakemono è un rotolo di tes-
suto prezioso o carta, dipinto o calligrafato, pensato per essere appeso durante le occasioni speciali o utilizzato come decorazione in accordo alle stagioni dell’anno, si tratta di un genere di opera dipinta estremamente diffusa in Giappone e in tutta l’Asia orientale, dove assume nomi differenti. I soggetti maggiormente utilizzati erano animali feroci come draghi e tigri oppure carichi di significati simbolici, contri-
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buendo in questo modo a stabilire e a consolidare lo status sociale dei possessori delle opere. I “rotoli appesi” sono distintivi della produzione pittorica di Cina, Corea e Vietnam, oltre che del Giappone stesso, e rappresentano il corrispettivo del “quadro” occidentale. A differenza delle nostre tele o tavole però, caratterizzate da una struttura rigida, i rotoli dipinti presentano una struttura relativamente morbida e sono pensati per una fruizione limitata nel tempo. Esposti nel tokonoma delle case giapponesi o lasciati per qualche ora soltanto ad oscillare nella brezza di un giardino, queste opere d’arte partecipano attivamente al tempo ed al movimento, mentre i dipinti su tela o tavola tipici della tradizione occidentale sembrano invece impregnati di fermezza e di continuità. In questa mostra, i Kakemono >>>
sono allestiti in cinque sezioni tematiche: fiori e uccelli, animali, figure, paesaggi, piante e fiori. Queste conducono il
visitatore attraverso un mondo ricchissimo, in cui rappresentazioni minuziose e naturalistiche, punteggiate di dettagli sottili, si
A sinistra in alto: Tomioka Tessai (Kyoto, in tutto il Giappone 1837-1924) Boschetto di bambù dipinto a inchiostro su carta 131,5x49,7 cm. A sinistra: Tani Bunchō (Edo, 1763-1841) Autoritratto dell’artista 1832 dipinto a inchiostro su carta 27x49,2 cm. A destra, in alto: Hirai Baisen (1889-1969) Uomo su una zattera 1950-59 dipinto a inchiostro e colori su carta 35,3x41,3 cm. A destra: Kaburagi Kiyokata (1878-1972) Una geisha con parasole 1920-39 dipinto a inchiostro e colori su seta 45,7x50,9 cm.
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KAKEMONO. Five centuries of Japanese painting. The Perino Collection MAO Museo d’Arte Orientale, Torino November 12, 2021 – April 25, 2022
scroll of precious fabric - or paper - painted or calligraphed, designed to be hung on special occasions or used as decoration according to the seasons of the year: the kakemono or kakejiku is a painted work extremely common in Japan and East Asia in general, where it takes on different names. The “hanging scrolls” characterise the pictorial production of China, Korea and Vietnam, as well as Japan itself, and with some variations in the support, are the equivalent of framed Western paintings. Unlike our canvases or panels, rigid structures built to be hung on a wall for an extended period, the painted scrolls are designed for use over limited time and have a relatively soft structure. Hung in the tokonoma (alcove) of the Japanese home, or mounted for just a few hours in a garden, fluttering in the breeze, these works of art participate in time and movement, whereas Western paintings seem imbued with fixity and continuity. Differences are not purely formal, as they reflect a different aesthetic and philosophical conception: kakemono are an allusion to impermanence and change as inescapable (and positive) aspects of existence. The exhibition “Kakemono. Five centuries of Japanese painting”, the first in Italy focusing on this form of art, presents 125 kakemono as well as painted fans and decorated lacquers belonging to the Claudio Perino Collection; an important corpus of works acquired by the Piedmontese collector, who is among the main lenders
and patrons of MAO. The kakemono, set up in five thematic secti ons (flowers and birds, animals, figures, landscapes, plants and flowers) lead the visitor through a very rich world, in which meticulous and naturalistic representations, enriched by subtle details, are flanked by extremely essential and rarefied images, where the shape loses its contours and gradually disintegrates to become a charming and evocative sign, in an extreme exercise of synthesis and refinement, almost an ante litteram abstractionism. Oriental painters were already working in an ‘impressionistic,’ ‘expressionistic,’ ‘abstract’ way centuries before similar modes of expression began to appear in the West. In Asia the different modes coexisted and were not mutually exclusive means of defining artistic movements, as they were in our own modern art. Among the kakemono exhibited at MAO, some works by major Japanese artists are included: Yamamoto Baiitsu, Tani Bunchō, Kishi Ganku and Ogata Kōrin. The exhibition and the catalogue, published by Skira and available in two languages (Italian and English), are curated by the Dutch scholar Matthi Forrer, an oriental art historian and expert in Japanese painting. They are the result of a collaboration between MAO and MUSEC-Museo delle Culture di Lugano, and at a higher level between Fondazione Torino Musei and Fondazione culture e musei of Lugano, where the exhibition took place from July 2020 to l February 2021. s
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Puoi
affiancano ad immagini estrema- tentativo di definire veri e propri QUESTA LA VERSIONE menteèessenziali e rarefatte, FREE dove di movimenti artistici, come accaBIANCOSCURO d’Arteduto invece nell’arte moderna la forma perde Rivista i suoi contorni, si disgrega progressivamente occidentale. Trovi la versione per diventare segno completa, evocatore La mostra, aperta al pubblico o DIGITALE diCARTACEA potenti suggestioni, in un fino al 25 aprile prossimo, ci porin abbonamento e e ta a conoscere dettagli e usanze estremo esercizio di sintesi nelle migliori fiere d’Arte. artistiche di una cultura milleraffinatezza. Le differenze non sono solo pu- naria che da sempre affascina il l abbonarti o richiedere una copiamondo online: ramente formali, ma riflettono occidentale. s anche una diversa concezione artshop.biancoscuro.it estetica e filosofica: alla base delle opere su rotolo si trova infatti KAKEMONO un’allusione all’impermanenza Cinque secoli di pittura giapponese. e alla mutazione quali elementi La Collezione Perino ineludibili dell’esistenza. 12 novembre 2021 – 25 aprile 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fra i Kakemono esposti al MAO MAO Museo d’Arte Orientale, Torino figurano alcune opere dei maggiori artisti giapponesi, tra cui INFO Yamamoto Baiitsu, Tani BunT. +39 011 5211788 cho, Kishi Ganku e Ogata ftm@arteintorino.com Korin. In Oriente i pittori diDa martedì a domenica pingevano in maniera “impres10.00 - 18.00 sionistica”, “espressionistica”, Inquadra con il tuo smartphone “astratta” secoli prima che analoil codice QR per collegarti al sito ghe forme espressive cominciaswww.maotorino.it sero ad apparire in Occidente. In Asia però le differenti modalità pittoriche hanno convissuto, senza escludersi a vicenda nel
A sinistra, in alto: Kanō Tsunenobu (Edo, 1636-1713) Un martin pescatore fine del XVII secolo dipinto a inchiostro su carta 27,8x46,1 cm. A sinistra: alcune immagini della mostra “Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino” MAO, Torino. Ph. Perottino Peirone In alto: Mori Sosen (Osaka, 1747-1821) Famiglia di scimmie fine del XVIII secolo dipinto a inchiostro e colori su seta 108x37,9 cm. A destra: Mori Kansai (1814-1894) Iris oscillano al vento dipinto a inchiostro e colori su carta 29,5x39,9 cm.
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L’avventura della forma e del colore Padova ospita l’arte svizzera e tedesca dell’Ottocento di
Lucia Garnero
C Sopra: Arnold Böcklin Bambini che intagliano zufoli 1865, olio su tela, 64,5x96,5 cm. Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo. Ph. Philipp Hitz Sotto: Caspar Wolf Veduta dal Banisegg sul ghiacciaio inferiore del Grindelwald e sul massiccio del Fiescherhorn 1774, olio su tela. Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart I © SIK-ISEA Zurigo. Ph. Philipp Hitz
oloratissimo e con l’incanto della natura quale tema dominante, è il nuovo, grande evento espositivo “Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart” al Centro San Gaetano, dal 29 gennaio al 5 giugno 2022, promosso dal Comune di Padova e da Linea d’ombra. Dopo le mostre dedicate a Belzoni e Van Gogh, arriva in città questo evento che contribuisce a rafforzare l’immagine di Padova città d’arte e di turismo culturale. Immagine, per altro, resa ancora più solida dal recente riconoscimento quale Patrimonio Unesco, grazie agli affreschi trecenteschi e ai luo-
ghi di Padova Urbs Picta. Analogamente agli eventi dell’anno scorso, questa mostra, realizzata a cura di Marco Goldin, rappresenta un’esposizione davvero eccezionale se si pensa che la Fondazione Oskar Reinahrt rientra nella rete di uno dei più prestigiosi poli artistici della Svizzera, il Kunst Museum di Winterthur. L’eccezionalità di questa mostra, assolutamente nuova ed inedita per l’Italia, è data anche dal fatto che, una trentina di anni fa, una selezione alta di questa collezione viaggiò in alcuni dei maggiori musei americani ed europei, dal County Museum di Los Angeles al Metropolitan di New York, dalla Nationalgalerie di Berlino alla National Gallery di Londra; quest’anno, 75 opere selezionate si possano ammirare a Padova. Inoltre, l’evento rappresenta il primo capitolo di un nuovo, ampio progetto espositivo, concepito da Marco Goldin con il titolo complessivo di “Geografie dell’Europa. La trama della pittura tra Ottocento e Novecento”: una sequenza di grandi esposizioni che darà vita a un vasto scenario artistico e storico sulla pittura in Europa durante il XIX e parte del XX secolo. In questa prima occasione, sette sezioni tematiche, cronologicamente distribuite, consentono al visitatore di “appropriarsi” dell’arte svizzera e tedesca dell’Ottocento. Si rimane estasiati nel ripercorrere una delle
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epoche più importanti dell’arte è LA VERSIONE FREE di europea in un raggio temporale QUESTA di circa 150 anni, da fine Settecen-BIANCOSCURO Rivista d’Arte to (dall’epoca preromantica) fino ai primi del Novecento. Il titolo Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE della mostra e l’opera nel manifein abbonamento e sto “Le bianche scogliere di Rügen”, 1818 di Caspar David Friedrich, nelle migliori fiere d’Arte. anticipano il corpo centrale della Puoimoviabbonarti o richiedere una copia online: mostra: il Romanticismo, mento culturale nato in Germaartshop.biancoscuro.it colore di pittori svizzeri [...]. Tra nia e diffuso, a seguire, in gran del parte del mondo occidentale, di Hodler e Segantini nasce la devoziocui abbiamo riscontro nella pittu- ne emozionata per la montagna. La ra, nella letteratura e in molteplici mostra ne darà ampia e appassionata forme espressive e culturali. Tra i testimonianza, innalzando così alla nomi dei pittori in mostra occorre natura un vero e proprio inno”. ricordare Albert Anker, Caspar Natura che, attraverso grandi imWolf, il pioniere della pittura dei magini fotografiche, fa da sfondo paesaggi alpini d’alta quota, Cuno alle opere, così inserite in uno stral Amiet, Giovanni Giacometti, ordinario contesto naturale. s padre del grande scultore Alberto, In alto: Giovanni Segantini e Arnold Böcklin. Protagonisti Paesaggio alpino con donna all’abbeveratoio assoluti sono Ferdinand Hodler, 1893 circa, olio su tela, 71,5x121,5 cm. Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar con 14 opere presenti, consideraReinhart © SIK-ISEA, Zurigo. Ph. Philipp Hitz to il pittore “nazionale” svizzero A destra: Ferdinand Hodler ed uno tra i più importanti ed inIl massiccio Jungfrau da Mürren fluenti della sua epoca, e Caspar 1911, olio su tela, 88,5x66 cm. Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart David Friedrich, uno dei massimi © SIK-ISEA, Zurigo. Ph. Philipp Hitz esponenti della pittura romantica tedesca, presente con 5 quadri; inIn basso: Caspar David Friedrich Le bianche scogliere di Rügen fine, Giovanni Segantini, pittore 1818, olio su tela, 90x70 cm. Kunst Museum italiano esponente del DivisioniWinterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo. Ph. Philipp Hitz smo. Come spiega il curatore, la mostra è “un racconto nuovo e pieDAI ROMANTICI A SEGANTINI no di fascino per il pubblico italiaStorie di lune e poi di sguardi e no, che verrà condotto a viaggiare, montagne. Capolavori attraverso opere di grande bellezza, dalla Fondazione Oskar Reinhart entro una pittura che dalla strepitosa 29 gennaio - 5 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) modernità dei paesaggi di fine SetCentro San Gaetano, Padova tecento [...], arriverà fino a Segantini. In mezzo, una vera e propria INFO avventura della forma e del colore, T. +39 0422 429999 con paesaggi meravigliosi e ritratti Lunedì 10.00 - 18.00 altrettanto significativi procedendo Mercoledì e giovedì 10.00 - 13.00; 14.30 - 19.00 Venerdì e sabato 10.00 - 13.00; 14.30 - 20.00 poi dal romanticismo ai vari reDomenica 10.00 - 13.00; 14.00 - 19.30 alismi sia tedeschi sia svizzeri. Quindi, vere e proprie sezioni moInquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito nografiche, fino all’impressionismo www.lineadombra.it tedesco e alle novità, francesizzanti,
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Sulle orme di Kandinskij Il creatore di mondi a Palazzo Roverella di
Rebecca Maniti
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Rovigo, una nuova occasione di ammirare l’arte di Vasilij Kandinskij, il pittore russo, naturalizzato francese, precursore e fondatore della pittura astratta. La mostra titolata “Kandinskij. L’opera / 1900-1940”, visita-
bile fino al 26 giugno a Palazzo Roverella, è a cura di Paolo Bolpagni e Evgenia Petrova, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con il Comune di Rovigo. Interessante il progetto curatoriale di questa mostra, che ha
come obiettivo quello di riuscire a comprendere tutto il percorso di Kandinskij, e non solo un singolo aspetto del suo modo di fare e vivere l’arte, come spesso sono confezionate le mostre a lui dedicate. I curatori spiegano come hanno pensato di poter fare questo: “Avverrà individuandone le costanti che, dai primi anni del Novecento sino alla fine, innervano il suo modo personalissimo di dipingere: la ricerca di un’autenticità interiore, la volontà di creare un mondo visivo nuovo e libero, il riferimento alla musica, l’irrazionalismo spiritualistico e il legame con l’arte popolare russa e soprattutto con le espressioni creative dei popoli della Siberia, le cui tracce agiscono alla stregua di un fil rouge. La componente musicale e quella etnografica rivelano una comune radice spiritualistica.” Possiamo dunque assistere al graduale passaggio all’astrazione, che sappiamo quanto sia stato importante per tutta l’arte, non solo per il suo personale percorso artiVasilij Kandinskij With Fruits 1918 Collezione privata, Vienna A destra: Vasilij Kandinskij Dunn und fleckig Souple 1931, chine colorate e aniline su carta preparata ad acquarello applicata su cartoncino azzurro 47,7x25,9 cm. Collezione Domenico Catanese
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KANDINSKIJ
L’opera / 1900-1940
26 febbraio - 26 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Roverella, Rovigo
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INFO T. +39 0425 460093 info@palazzoroverella.com Da lunedì a giovedì 09.00 - 19.00 Venerdì, sabato e prefestivi 9.00 - 22.00 Domenica 09.00 - 20.00
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stico. Perché si parla dunque di mistero quando si accenna alla pittura di Kandinskij? “Perché, nonostante i tanti studi al riguardo, nonostante il grande lavoro storico-critico che, anche negli ultimi decenni, hanno compiuto molti studiosi, nell’analisi del suo percorso resta un che di enigmatico. Numerose furono le matrici da cui scaturì, con lenta gradualità, quel linguaggio artistico che ha sconvolto il Novecento: dal fortissimo potere di suggestione esercitato su Kandinskij dalla musica, alla conoscenza della cultura popolare contadina della Russia profonda; delle case, dei mobili e dei costumi variopinti con cui entrò in contatto durante una spedizione nel territorio della Vologda in Siberia.”, così affermano Bolpagni e Petrova. Visitando la mostra, possiamo dire che si percepisce quanto sia stato mutevole il modo di creare del Maestro, le sezioni nelle quali sono suddivise le opere ci permettono infatti di partire dagli esordi a Monaco di Baviera fino al momento più spirituale per lui, fino all’astrattismo definito tra il 1911 ed il 1914, il
ritorno in Russia e la Bauhaus, fino agli ultimi anni in Francia. Uscito da Palazzo Roverella, il visitatore si trova di fronte a Palazzo Roncale, elegantissimo edificio rinascimentale della medesima Fondazione. Il biglietto della grande mostra rodigina
consente di accedere gratuitamente al Museo Pinacoteca del Roverella e alla mostra “Giovanni Miani, il Leone Bianco del Nilo”, ospitata al Roncale. Un motivo in più per visitare questi luoghi e passeggiare nella cultura artistica l che ci viene proposta. s
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Igor Grigoletto Il vincitore del BIANCOSCURO Art Contest ed il suo “alfabeto geometrico” di Vincenzo
“
Chetta
È la liquida trasparenza e solidità del vetro ad affascinare Igor Grigoletto. In “Lacquered Glass 004” la linea fuoriesce dalla superficie descrivendo tratti che non rispondono a codici linguistici precisi. A delinearsi è una spezzata che definisce una figura geometrica, una linea che non si chiude e restando aperta, accenna ad un varco che porta all’interno della figura.
Lacquered glass 004, 2019, smalti su vetro laccato, 80x80 cm.
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”
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Lacquered glass 008, 2019, smalti su vetro laccato, 20x20 cm.
È
Igor Grigoletto il vincitore del primo premio nella sezione Scultura del BAC ‘21 - Biancoscuro Art Contest. Il prestigioso Premio Copertina è stato assegnato dalla Giuria BIANCOSCURO durante la Cerimonia Ufficiale al Grand Visconti Palace di Milano. L’artista ha convinto la Giuria con “Lacquered glass 004”, opera nella quale la linea fuoriesce dalla super-
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ficie descrivendo tratti che rispondono ad una libera gestione della spazialità ed un’estetica precisa del gesto. Il segno diventa linguaggio ed esprime un concetto che è uno stato d’animo personale. Ho avuto la possibilità di approfondire la sua arte e fargli qualche domanda. Vincenzo Chetta: Buongiorno Igor, innanzitutto, complimenti per il traguardo raggiunto. Raccontaci, come è nato il tuo amore per
l’arte e quali sono i tuoi obiettivi? Igor Grigoletto: Buongiorno a te Vincenzo e grazie per i complimenti. Sono nato amando l’arte e conoscerla me l’ha fatta amare sempre di più. L’arte è il mezzo che mi ha permesso di esprimermi al meglio. Questo mondo fa parte di me e io di lui: fin da bambino, quando andavamo in vacanza, venivo sempre rapito dalle chiese e dai loro campanili; ero curioso di trovare somiglianze con quelle vi>>> 33
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Mirror 001 2021, smalti su specchio, 80x80 cm. Mirror 002 2021, smalti su specchio, 80x80 cm.
<<< ste in precedenza o ancor più con quelle di casa. Cercavo analogie e confronti tra le opere d’arte delle varie città ed ero curioso di capire chi fosse il pittore o lo scultore. La volta che, però, fui più rapito da un’opera fu a casa di collezionisti a Savona, dove vidi una bellissima carta di Scanavino: la forza, l’irruenza nei colori e il segno distintivo, ancora continuano ad accompagnarmi nelle emozioni. V.C.: Il tuo esordio è stato “figurativo”, cosa volevi narrare con i tuoi primi lavori? I.A.: L’arte figurativa è un mezzo per esprimere sentimenti alla portata di tutti. Ho avuto, però, la necessità di esprimermi senza cercare l’approvazione del prossimo, raccontare me stesso, libero da ogni condizionamento. All’inizio utilizzavo il corpo umano per rappresentare il mio pensiero, poi ho maturato una consapevolezza che mi ha portato a focalizzarmi sul concetto. Il pensiero e l’emozione, in fondo, devono essere spiegati e vissuti in modo puro, semplice e senza troppi compromessi. V.C.: In che modo le tue origini ed i tuoi numerosi viaggi all’estero hanno contribuito nella creatività delle tue opere? I.A.: Viaggiare mi ha permesso di allargare i miei orizzonti, conoscere altre culture mi ha aiutato ad aprire la mente. In particolare, un viaggio in Oriente mi ha fatto scoprire che la tranquillità e il silenzio portano a più risultati della frenesia e del rumore, è per questo che sto introducendo nel mio linguaggio artistico un segno sintetico, ripulito da gestualità che porterebbero solo al rumore della confusione, facendo perdere il filo del discorso. V.C.: Infatti si nota l’abbandono dell’elemento figurativo verso un
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astratto sintetico… I.A.: Tutto scaturisce dalla continua ricerca del mezzo più espressivo per descrivere o narrare un legame: a ogni segno viene associato un ricordo. Il processo evolutivo ha inevitabilmente portato ad abbandonare sia i supporti che le tecniche più tradizionali in favore di un approccio rivolto a nuovi linguaggi. Le tecniche che utilizzo sono molto veloci, hanno tempi di lavoro complessi, e ciò mi permette una maggiore produzione. La mia espressività sta diventando sempre più essenziale, si sta liberando di decori superflui. Essenzialità e immediatezza sono due aggettivi che caratterizzano questa mia ultima fase e la mia personale ricerca mi sta portando a sperimentare nuovi supporti. V.C.: Come nasce una tua opera? Qual è il tuo processo creativo? I.A.: Tutto nasce dalle immagini che si affacciano alla mia mente e che stimolano la mia immaginazione. Quando osservo un pezzo di legno, un ferro o una lastra di vetro, è come se i materiali racchiudessero in sé un’immagine, che poi utilizzo. V.C.: Guardando le tue opere noto appunto questa diversità di materiali, quali sono a tuo avviso i più adatti al tuo progetto? I.A.: I materiali che preferisco sono quelli concreti, sono un ricercatore del linguaggio. Ogni supporto, ogni oggetto contiene e racchiude in sé un valore ulteriore, ad esempio la semplice rete metallica nelle mie creazioni diventa struttura sulla quale imprimere i miei segni. Lo stesso concetto vale per tutti gli altri supporti: la decontestualizzazione dell’oggetto, la sua reinterpretazione e l’autonomia dell’azione di chi lo utilizza agiscono nel mu-
tarne il valore semantico e iconografico, se non addirittura la sua stessa natura. V.C.: Tra i materiali che utilizzi, quali sono i tuoi preferiti? I.A.: Prediligo materiali che sento vivi, il legno, ad esempio, ricopre un ruolo indispensabile alla vita, poiché pulito, ecologico, caldo e versatile. La pietra, invece, da sempre utilizzata come arma di difesa, strumento di lavoro o materiale da costruzione, è concepita come elemento apparentemente inerte, ma, al tempo stesso, carico di forza e di energia. Il ferro, in prima analisi duro e rigido, se lavorato con pazienza e passione, assume forme morbide e leggere, inaspettate. È però il vetro il materiale che più conosco, lavoro e che, da ormai decenni, trasformo. Si tratta in questo caso di un materiale che pare fragile, ma che, se usato con cura e maestria, può perdurare nel tempo, senza troppi lavori di restauro. Nonostante la sua fragilità, troviamo in esso riparo e rifugio. Così al suo interno racchiudo il ricordo di antiche gesta, tradizioni e culture, legami inscindibili. V.C.: La linea assume il ruolo di elemento di riconoscibilità. Che valore ha per te questo segno? I.A.: La linea non è concepita come strumento separatore, bensì come elemento di unione. Essa unisce e lega. Le linee sono di forte impatto e contrasto, capaci di
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>>> [1] Sportina 001, 2020, supporto (fistole o sportina) in fibra naturale, acrilico e filo di cotone diametro cm 70 circa [2] Sportina 008, 2020, supporto (fistole o sportina) in fibra naturale, acrilico e filo di cotone diametro cm 70 circa [3] Sportina 014, 2020, supporto (fistole o sportina) in fibra naturale, acrilico e filo di cotone diametro cm 70 circa [4] Sportina 016, 2020, supporto (fistole o sportina) in fibra naturale, acrilico e filo di cotone diametro cm 70 circa
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Geometrie 002 2019, ferro, filo di cotone e smalto, 136x60 cm.
Geometrie 003 2019, ferro, filo di cotone e smalto, 167x70 cm.
trascrivere l’espressione del mio pensiero. Rosso come simbolo di passione, fuoco, calore, o giallo per la solarità, la vitalità. Bianco e nero, invece, come semplicità che determina il contrasto. Ho sempre cercato di catalizzare l’attenzione dello spettatore che, indirizzato dai particolari delle mie opere, voglio che non si distragga. I contrasti cromatici sono semplici, ma molto diretti, cerco di essere il più incisivo possibile nel definire e specificare la mia narrazione. V.C.: Parliamo ora della linea come elemento costante all’interno delle tue opere. Come mai questa scelta? I.A.: La linea rappresenta la semplicità, ma anche il rigore e la regolarità. Penso siano espressione della mia personalità genuina, concreta, fatta di valori semplici e condivisibili. Sono aperto a tutto, ma ho anche la tendenza a chiudermi in schemi rigorosi e prestabiliti, perché mi danno una certa sicurezza. Sono anche una persona estroversa: mi piace conoscere gente e culture differenti, condividere i miei pensieri, le mie esperienze, ma allo stesso tempo sono molto pudico quando si parla delle mie emozioni. Quello che provo e vivo riesco solamente ad esprimerlo attraverso la mia arte. V.C.: Quanto conta la spazialità nella realizzazione delle tue opere? I.A.: Per me è quasi più rilevante l’ombra che il soggetto stesso, poiché è conseguenza dell’azione. Le mie linee si dispongono liberamente nello spazio e questa loro mobilità, questa vibrazione, sa creare quelle conseguenze che diventano ancor più interessanti degli elementi stessi che le generano. V.C.: Come collochi le tue opere nel mondo dell’arte?
I.A.: Le mie opere sono fondamentalmente il frutto di una ricerca sia di stile che di contenuti. Elasticità progettuale, intesa come ricerca espressiva, non esclude il rigore di equilibri all’interno dell’opera. Si ha spesso l’errata e superficiale tendenza ad associare una linea semplicemente a un segno, istintivo e privo di significato. All’interno dei miei lavori ciascun elemento della composizione è pensato, visualizzato in primis idealmente nel mio immaginario e, successivamente, metodicamente trascritto sulla superficie. Ogni segno riporta in sé l’esperienza di un vissuto. Ogni legatura racchiude in sé uno o più elementi narranti. La creazione di segni è per me un rito vero e proprio, una piacevole rievocazione del passato. La ricerca stilistica riporta a un tempo trascorso, tempo che è storia e ci permette di vivere il presente. V.C.: Quali sono i rapporti tra il pubblico e la tua produzione artistica? I.A.: Il giudizio del pubblico vale quando lo spettatore prova emozioni. Lo scopo è quello di emozionare esprimendo ciò che è in me. L’opera deve diventare uno strumento, un mezzo per attivare un confronto dialettico. Per quanto riguarda il mercato, invece, non sono influenzato dalle sue dinamiche attuali, non essendo un artista del “sistema” posso godere di autonomia e libertà. V.C.: Ti ringrazio per averci dedicato un po’ del tuo tempo per raccontarti meglio ai nostri Lettori e congratulazioni per la tua carriera in continua ascesa. I.A.: Grazie a te Vincenzo e a tutta la Giuria del BIANCOSCURO Art Contest che ha creduto in me l e nella mia Arte, alla prossima! s
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Igor Grigoletto (Sanremo, 1972). Dopo essersi diplomato all’Istituto d’Arte di Imperia, decide di proseguire gli studi frequentando l’accademia Albertina di Torino. Collabora con compagnie teatrali dove progetta e realizza fondali scenici per la compagnia teatrale “l’utopia ovvero la filocomica” all’interno del Teatro Ariston di Sanremo. Frequenta un corso privato di lavorazione Tiffany del vetro e di qui inizia la sua attività artigianale dove nel suo percorso lavorativo ha la possibilità di farsi conoscere grazie al suo estro che lo differenzia dai sui colleghi. Nei primi anni crea ed espone sia a Sanremo sia a Parma collezioni di complementi d’arredo moderni, di design realizzati con una tecnica antica, la tecnica Tiffany. In questo periodo riceve anche il riconoscimento il premio La Stampa e il premio “OPASI” per la progettazione di arredi in marmo. Il richiamo della tela e dei colori, lo riportano sui vecchi passi così nel 2018 riprende a produrre quadri che lo portano ad un crescendo di opere. Dopo aver lavorato su vari supporti come sacchi di juta, fiscoli o sportine, reti metalliche e sculture in metallo, è ritornato alla materia che più conosce il vetro. Lo studio della linea, sotto ogni sua forma nasce dalla ricerca di segni, “lettere” che fuoriescono dalle superfici grazie ad incroci di linee sottostanti, non visibili ma presenti. Le opere sembrano un susseguirsi di scritture senza fine, che non obbediscono, apparentemente, a codici ma di una libera estetica. Vive e lavora a Sanremo, in provincia di Imperia. INFO www.igorgrigoletto.it grigolettoarte grigolettoarte
Sopra: L’artista Igor Grigoletto A destra: I pilastri dell’architettura 2021, legno di recupero dopo l’alluvione bruciato e filo di cotone rosso 90x180x20 cm. Studio Calvi Ceschia Viganò, Sanremo
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Francesco Dabbicco Legami e Distanza di
Flavio Ennante
N
“Arthink-Book” Formia, a Latina. Nel 2019 la sua opera a fumetti “Il tuffatore” viene esposta tra le finaliste del concorso “Artefici del nostro tempo” indetto dal comune di Venezia. Durante lo stesso anno comincia a collaborare con lo studio RCquadro Architetti per la realizzazione di “Cantieri Evento”, opere d’arte che
raccontano il monumento da restaurare o il suo contesto. Comincia poi l’esperienza da relatore all’interno del corso di certificazione CAM (Istituto Nazionale di Bioarchitettura), esperienza che lo porta, nel 2021, a diventare docente (L’Arte che rigenera) all’interno del corso IFTS “Riuso e rigenerazione urnana sostenibile”
© Ph. Mattia Borino
ato Bari nel 1997, Francesco Dabbicco si è formato all’Accademia ACCA di Jesi, dove scopre la narrazione per immagini. Vent’anni dopo, nel 2017, la sua opera “Divenire” viene selezionata e esposta tra le finaliste del concorso
Legami e Distanza 1 di 2
2021, olio su tela, 70x70 cm. BIANCOSCURO
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finanziato dalla regione Lombardia. Nel 2020 illustra “Mezzogiorno di Scienza” e, nell’estate del 2021, la sua opera “L’ordine è nel Tempo” viene pubblicata sulla rivista “Nuova lettera matematica”. Verso la fine del 2020, avvia con Marco Simone, “Dietrolamascherina”, progetto artistico che raggiunge numerosi media e testate con grande successo. Recentemente una delle sue ultime opere,“Legami e Distanza”, ha vinto il Premio copertina al Biancoscu-
ro Art Contest diventando l’ambita Over THE COVER su questo numero di BIANCOSCURO. L’opera vincitrice fa parte della serie “Legami e Distanza”, l’intento di questa serie è di sviluppare un legame tra la pittura contemporanea e la narrazione a fumetti. Le tele pur essendo vincolate tra loro, sono separate da uno spazio vuoto, lo spazio bianco tra le vignette che gestisce il tempo della narrazione. I due soggetti protagonisti di questa serie vivono delle esperienze come singoli indivi-
dui immersi in un paesaggio esteriore e interiore, ma nell’opera da cui prende il titolo il ciclo, i due riescono ad incontrarsi… pur rimanendo separati. É un ciclo ispirato dal periodo della lontananza dovuta alla pandemia e allo stesso modo al superamento della stessa e allo sbocciare di una vita rinnovata. Una carriera in continua ascesa, che promette di portare una ventata di originalità nel l mondo dell’Arte contemporanea. s INFO www.francescodabbiccoart.com
Legami e Distanza 2 di 2 2021, olio su tela, 70x70 cm.
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GIUSEPPE PORTELLA
Secondo tentativo di comunicazione
2022, resine e terre rare luminescenti su tavola, 120x80 cm.
giuseppe.portella
www.giuseppeportella.it
www.newartpromotion.it/giuseppe-portella
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Mattia Consonni Nel suo nuovo atelier, la musica è tutta da guardare di
Daniela Malabaila
S
iamo abituati a vederlo sempre in fermento, con mille idee in testa, tanti brani che vorrebbe subito rappresentare, tanti progetti espositivi da studiare e organizzare al meglio insieme agli
addetti ai lavori. Questa volta però abbiamo incontrato Mattia Consonni (alias Musica per gli Occhi) nel suo nuovo atelier brianzolo, un luogo fortemente caratterizzato dal suo stile, dalla sua arte e dalla sua altra grande passione: la musica. Una parete di opere archi-
viate, i supporti per le opere in via di definizione, manichini e animali “mangia dischi” di ritorno da alcune installazioni, una scala musicale (con le frasi dei suoi brani iconici), la mitica Trabant degli U2 e naturalmente un ottimo impianto: questo è il nuovo spazio di Musica per gli Occhi. Una tela incompiuta sul tavolo da lavoro è lo spunto per raccontarci della nuova avventura che lo aspetta: la partecipazione alla mostra “A modo mio”, una rassegna in onore di Lucio Dalla. Inau>>>
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Sullo sfondo l’atelier di Mattia Consonni “Musica per gli occhi” Sotto l’artista Mattia Consonni
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<<< gurata il 4 marzo, e visitabile dal grande pubblico sino a 3 aprile, questo è il primo evento espositivo della rassegna “I colori di Lucio”, la manifestazione realizzata dall’Associazione Nemesi, in collaborazione con il Comune di Sorrento, Fondazione Sorrento, Peninsulart e numerosi altri enti del territorio, per ricordare la figura di Lucio Dalla nel decennale della sua scomparsa. Nel concept dell’evento, ogni passione di Dalla è collegata ad un colore e l’arte in particolare è stata identificata con il giallo, ed è così che Villa Fiorentino si è vestita di questo colore all’esterno proiettando luci sulla facciata della villa, mentre le sale ospiteranno una serie di opere ispirate al cantante. In mostra gli artisti: Daniela Alfarano, Luca Cavalca, Mattia Consonni, Claudio Cuomo, Bruno de Gennaro, Silvia Fiorenza, Alessandro Flaminio, Omar Galliani, Jorit, Luigi Masecchia, Ugo Nespolo, Luigi Puglisi, Paolo Sandulli e Domenico Sepe, tutti chiamati a interpretare il sentimento verso Dalla attraverso le loro opere. Consonni ci spiega come è nata questa collaborazione:“Il Presidente dell’Associazione Culturale Nemesi, il sig. Matteo Acampora, mi ha contattato mesi fa per propormi una mia piccola personale con tele tutte dedicate alla musica di Lucio Dalla. Proprio perché Sorrento, per tutto il mese di marzo, ricorda il cantautore bolognese con una serie di eventi, segnati su una mappa artistica che viene diffusa e condivisa con tutti i canali pubblicitari. Villa Fiorentino ospita appunto “A modo mio”, ed una sala della villa è a me dedicata. Lì hanno allestito le mie 8 tele: “La sera dei mi-
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racoli”, “Ayrton”, “Telefonami tra 20 anni”, “Caruso”, “Il Cielo”, “Come é profondo il mare”, “Don’t touch me” e “4 marzo 1943”.” La mostra ha già riscosso molto successo, poter vedere con i propri occhi come la musica può trasformarsi in arte visiva è sicuramente un’esperienza unica che i sorrentini e tutti i visitatori e gli estimatori del compianto Lucio Dalla, non si sono di certo fatti mancare. Tanti sono i progetti che sta portando a compimento, continuano le chiacchierate su Instagram con Giuliano Brenna nel format “Tre minuti con Mattia”, un contenitore dalla durata specifica che ogni lunedì fa raccontare un’opera diversa a Consonni. E continua l’organizzazione di una nuova mostra personale ancora “top secret”, che non vediamo lora l di vedere, sentire, vivere! s Nella pagina a sinistra alcune opere in mostra a Sorrento. In alto la personale interpretazione di Mattia Consonni “Musica per gli occhi” del brano “4 marzo 1943” di Lucio Dalla - smalto e vinili su tela. 80x80 cm. Inquadrando con lo smartphone il QR potrai riprodurre il brano musicale che ha ispirato l’artista.
A destra in alto: l’interpretazione di Mattia Consonni “Musica per gli occhi” del brano “Il cielo” di Lucio Dalla - smalto e vinili su tela. 80x80 cm. Inquadrando con lo smartphone il QR potrai riprodurre il brano musicale che ha ispirato l’artista. A destra: Mattia Consonni, nel suo atelier “Musica per gli occhi”
INFO consonnimattia consonnimattia
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Michele Toniatti Colori vibranti in armoniche forme di Vincenzo
Chetta
“
... L’ambizione di Toniatti non si limita alla ritrattistica, bensì è volta alla realizzazione di scenari immaginifici che ibridano nella Pop Art elementi simbolici dalle suggestioni classicheggianti. Lo studio della tradizione cinquecentesca rivive in Vita e Morte, suggestivo connubio di possenti anatomie dagli echi sistini...
A
rtista bormino, classe 1969, Michele Toniatti sta vivendo una fase molto positiva della sua carriera artistica, frutto di un percorso artistico personale molto lungo e ricco di ricerca, sperimentazione, impegno e dedizione. Inizia infatti già dalla tenera età ad avvicinarsi al mondo dell’arte, scoprendo una grande passione per il disegno, la pittura, la scultura e le performance installative. A soli undici anni
”
desta l’interesse della Prof. Redondi, che gli regala il primo cavalletto, pennelli e colori ad olio. Grazie alle sperimentazioni creative, si libera del disagio adolescenziale e cresce sempre di più la sua stabilità artistica, ormai fissata su basi solide. La sua è una passione vera e profonda, che lo spinge a visitare assiduamente musei, gallerie e mostre di grandi pittori del passato. Il suo percorso formativo in questo campo è autodidatta, ma molto preciso ed incen-
trato principalmente su Picasso, Mirò, Boccioni, Velazquez, Veerner e Caravaggio, figure di fondamentale importanza per lo sviluppo stilistico e la carriera dell’artista che da subito si dimostra molto eclettico. Troviamo infatti sue opere declinate in diverse espressioni, dal figurativo, all’astratto all’informale, utilizzando diverse tecniche e materiali, dai classici colori ad olio alla terra, dai pigmenti puri alla resina ed altro ancora. “Negli anni 2000, ho sviluppato
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nuove tecniche a resina, mescolata con terra, terriccio, segatura, terre, rete ecc... Il mio è un recupero all’arte primitiva con l’utilizzo di materiali della terra e non solo (…), con una gestualità materia e diluita che ricorda l’Action Painting e l ‘Espressionismo europeo - si racconta Toniatti, che prosegue spiegando come sia rimasto lontano dalle tendenze dell’arte figurativa - Nel dipinto ‘Elvis’, realizzato in resina, e in numerosi altri miei dipinti , ho introdotto tagli bianchi che li scompongono in tessere. Ne scaturisce una visione ‘attraverso il vetro, la finestra’, dove la realtà viene contaminata dall’astrattismo, senza mai sbilanciarsi verso l’una o l’altra dimensione”. Questa sua fase è assolutamente da rimandare ad una ricerca di equilibrio fra pieni e vuoti, linee e forme, concretezze
e sensazioni, evidentemente non solo sul supporto artistico, ma anche nella vita quotidiana, un equilibrio tra mondo esteriore e mondo interiore. Oggi utilizza l’astrattismo per esplorare la propria armonia, raggiungendo la bellezza della forma con composizioni geometriche, un po’ come faceva Mondrian nelle opere della sua fase conclusiva della ricerca volta a trovare il giusto equilibrio e la perfezione formale, evoluta stilisticamente. >>> A sinistra: Michele Toniatti - Rosso magenta 2019, puro pigmento su legno, 40x30 cm. A destra in alto: Michele Toniatti - Button 2 2019, tappi di plastica, rete, pigmenti puri su legno, 50x50 cm. A destra: Michele Toniatti - Costellazioni 2 2018, puri pigmenti su legno e tappi di plastica, 70x70 cm. Sotto: Michele Toniatti al lavoro nel suo studio
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<<< Ha al suo attivo numerose mostre nelle maggiori città in Italia e all’estero, tra le quali l’esposizione a Parigi presso il centro Carrousel du Louvre, la rassegna al Museo
Dalí di Figueres, in Spagna, quella all’Istituto Italiano di Cultura a Budapest o l’affascinante Castel dell’Ovo a Napoli. Nel mese di aprile si terrà una
A destra: Michele Toniatti Blu cobalto 2019 puro pigmento su legno a luce naturale 50x40 cm. Michele Toniatti L’età della plastica 2020 tappi, rete, puri pigmenti su legno 55x65 cm. Sotto: Le opere di Michele Toniatti all’Art terminal Venezia
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“
Seppur rapito dalla potenza cromatica del colore puro, notavo tuttavia che dopo l’asciugatura perdeva leggermente il tono cromatico. Da qui iniziarono i miei studi per mostrare il pigmento senza alcun medium o materiale perturbante che ne alterasse la purezza. Il supporto in legno da me ideato (...) permette al colore puro di legarsi manifestando la sua piena forza (...). Dunque una poetica del colore nella sua purezza e potenza.
mostra personale dedicata a Michele Toniatti al Museo Civico di Bormio, la sua città natale, visitabile dal lunedì al sabato dalle 15.30 alle 18.30. Nei prossimi mesi sarà anche uno dei protagonisti del progetto “Congiunti” della casa editrice Giunti: il suo lavoro a confronto con quello di un artista del passato, per indagare affinità, citazioni, legami oltre il tempo tra maestri di epoche diverse. Tre le mostre in programma: al Castello Visconteo Sforzesco di Novara, alla Torre delle Arti di Bellagio, sul Lago di Como e a Roma, nel Palazzo della Cancelleria Apostolica, Zona extraterritoriale Santa Sede. In tutte queste occasioni, il lavoro di confronto con il passato si trasferirà dal catalogo in due dimensione alla realtà in tre dimensioni, e l’opera di Toniatti verrà messa a confronto con riproduzioni di capolavori del passato, nel suo caso proprio con le opere di Piet Mondrian, pittore olandese, fondatore assieme a Theo van Doesburg del Neoplasticismo o De Stijl. Michele Toniatti è ormai un artista consapevole, che non smette però di sperimentare e ricercare, in una continua evolul zione creativa. s
”
Michele Toniatti
Michele Toniatti L’età della plastica 2020, tappi, rete, puri pigmenti su legno 50x50 cm. Sotto: Michele Toniatti Poesia del colorare 2021, puri pigmenti su legno e inox 25x35 cm.
INFO micheletoniatti@gmail.com Michele Toniatti Arte toniattimichele
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Guido Reni
Il Maestro del Seicento italiano a Roma di
Flavio Ennante
È
Guido Reni il protagonista della mostra in corso alla Galleria Borghese di Roma. “Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura”, a cura di Francesca Cappelletti, è la prima di una serie di mostre internazionali dedicate al Maestro del Seicento italiano e sarà visitabile sino al 22 maggio di quest’anno, senza alcuna maggiorazione al biglietto che permetterà dunque di accedere anche alla Collezione permanente. Il percorso espositivo si apre al piano terra nel grande salone d’ingresso con 4 monumentali pale d’altare e prosegue con dipinti che confermano la forte attrazione per il mestiere degli scultori, dimostrata dalla posizione dei corpi, dalla concretezza dei gesti, dalle espressioni dei volti. É al primo piano che possiamo ammirare “Danza campestre”, l’opera intorno alla quale ruota la mostra: appartenente alla collezione del cardinale Scipione
GUIDO RENI A ROMA Il Sacro e la Natura
01 marzo – 22 maggio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria Borghese, Roma INFO T. +39 06 32810 Da martedì a domenica 09.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.galleriaborghese.beniculturali.it
Borghese, citato negli antichi inventari sin dall’inizio del Seicento, venduto nell’Ottocento, prima disperso, e poi ricomparso nel 2008 sul mercato antiquario londinese come anonimo bolognese, il quadro, dopo le opportune verifiche attributive, è stato riacquistato dalla Galleria nel 2020, ed oggi è di nuovo reso visibile a tutti. L’esposizione vuole raccontare i primi anni del soggiorno romano dell’artista (un momento fondamentale nella carriera dell’artista), il suo studio appassionato dell’antico e del Rinascimento, lo stordimento rispetto alla pittura di Caravaggio da lui conosciuto e frequentato, e i rapporti con i suoi committenti.
MARIA CAVAGGIONI maria.cavaggioni@gmail.com Maria Cavaggioni maria.cavaggioni
Black and white - olio su tela , 70x60 cm.
Guido Reni Danza campestre 1605-1606, olio su tela, 81x99 cm. Roma, Galleria Borghese Ph. Mauro Coen © Galleria Borghese
Possiamo trovare in mostra anche le opere di alcuni contemporanei di Reni, come Niccolò dell’Abate, Agostino Carracci, Paul Bril, Carlo Saraceni, Francesco Albani e il Domenichino. Il percorso termina con l’affresco dell’Aurora nel casino del cardinale Scipione Borghese, oggi Pallavicini Rospigliosi, terminato nell’agosto 1614: un’opera d’arte che ebbe grande fortuna, ammil rabile grazie a questa rassegna unica. s
Antonella Pecoraro NINNI
“Le opere di Ninni non sono del tutto astratte o informali: nascono da abbinamenti cromatici apparentemente privi di forma, e tali potrebbero essere se la pittrice non abbinasse loro un titolo che suggerisce allo spettatore ciò che dovrebbe vedere (o meglio: sentire) nella tela. È il caso della Foresta Amazzonica, dove il soggetto risulta infatti immerso in un contesto cromatico che rimane fondamentalmente informale, perché solo il colore può evocare le sensazioni e le emozioni che tali soggetti suscitano nella pittrice.” Domenico Iacaruso
Ninni - FORESTA AMAZZONICA 2 (corrotta) 2021, acrilico su tela, 140x100 cm.
Pecoraro Antonella
antonella@artecultura.net
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La fragile bellezza
Le maioliche abruzzesi in mostra a Teramo di
Ettore Tiretto
L
a prima iniziativa espositiva allestita negli ambienti rinnovati della Pinacoteca Civica di Teramo si intitola “La fragile bellezza. Istoriato castellano fra XVII e XVIII secolo”, una mostra che intende proseguire nell’opera di valorizzazione del patrimonio storico artistico cittadino, presentando al pubblico un significativo nucleo di maioliche castellane sei e settecentesche rimaste per lunghi decenni confinate nei depositi del museo civico. A cura di Giuseppe Matricardi e Stefano Papetti, questa mostra vuole dimostrare come la perizia degli artisti fosse riuscita nell’ardita sfida di trasformare una tecnica produttiva nata per la realizzazione di oggetti destinati all’uso domestico, in una vera e propria forma di espressione artistica.
Sono “fragili bellezze” queste opere d’arte che raccontano per lo più lo stile e l’espressione artistica della più influente famiglia di maiolicari abruzzesi: i Grue. La mostra si avvale del contributo di alcune opere provenienti dalla Collezione Matricardi di Ascoli Piceno, giudicata recentemente da Timothy Wilson come la più importante raccolta privata di maiolica castellana. Alle opere di proprietà comunale sono così affiancati piatti e vasi realizzati da Carlo Antonio Grue e dei figli Aurelio Anselmo e Liborio, la cui produzione si colloca in un contesto aperto alle più aggiornate istanze della cultura europea di matrice classicista ed arcadica che hanno consentito alle opere uscite dalle loro officine di essere contese dai più illuminati collezionisti l del XVIII secolo. s
Carlo Antonio Grue Piatto con figure in volo, putti e fiori 1720 - 23 circa, maiolica policroma lumeggiata in oro, Ø 18,2 - 18,8 cm. Collezione Matricardi, Ascoli Piceno Francesco Antonio Saverio Grue Grande piastra con scena agreste e marina 1720-1730, maiolica policroma, Ø 35,5 x 25,6 cm. Collezione Matricardi, Ascoli Piceno
LA FRAGILE BELLEZZA
Istoriato castellano fra XVII e XVIII secolo 18 dicembre 2021 - 1 maggio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Pinacoteca Civica, Teramo INFO T. +39 0861 250873 Da martedì a domenica 10.00/13.00 - 16.00/19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.comune.teramo.it
Rosanna Carlini rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini
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- THE DUEL 2021, olio su tela, 60x50 cm.
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Antonio Canova La bellezza eterna di
Mario Gambatesa
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uando si parla dell’idea dell’arte e della scultura fondata sui principi di armonia, misura ed equilibrio ci viene in mente il nome di An-
tonio Canova. Appartenente al Neoclassicismo italiano, il Canova, erede della perfezione della scultura greca, ha saputo interpretare con grande maestria le istanze di un’epoca inquieta a cavallo tra due secoli, dominata
dall’Impero napoleonico. Dal 17 dicembre scorso fino al 18 aprile 2022, il Mart di Rovereto inaugura le celebrazioni nazionali per il bicentenario della morte del grande scultore. Con oltre 200 opere, la mostra “Canova tra innocenza e peccato” indaga come questa eredità abbia influenzato i linguaggi contemporanei. Ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia, l’esposizione presenta alcune tra le più significative esperienze artistiche nel campo della fotografia e della scultura. Del grande maestro troviamo 14 capolavori provenienti dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno. In particolare, trovano collocazione al Mart tre marmi, tre tempere e otto tra le più famose sculture al mondo, in gesso: “Amore e Psiche stanti”, “Ninfa dormiente”, “Endimione dormiente”, “Le Grazie”, “Venere italica”, “Maddalena penitente”, “Creugante” e il “Ritratto di Francesco I d’Austria”. Intorno a queste figure si sviluppano le intenzioni dei curatori: rivelare il canone canoviano nell’opera di scultori e fotografi contemporanei. CeA sinistra: Antonio Canova Amore e Psiche stanti, 1800 Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno A destra in alto: Antonio Canova Maddalena penitente, 1796 Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno A destra: Fabio Viale Amore e Psiche, 2021 Courtesy l’artista (piazza del Mart)
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Puoi
lebrazione versus negazione, QUESTA è LA VERSIONE FREE di tra innocenza e peccato: da un BIANCOSCURO Rivista d’Artelato il permanere della tradizione, dall’altro il suo tradimento. In un Trovi la versione completa, allestimento nel quale predomiCARTACEA o DIGITALE nano il bianco e il nero, il vero in abbonamento e protagonista è il corpo. nelle migliori fiere d’Arte. Se alcuni degli artisti in mostra scelgono di idealizzarlo o esteabbonarti o richiedere una copiatizzarlo, online: altri descrivono una bellezza anti-canonica e “anti-canoartshop.biancoscuro.it viana” che contempla e contiene il suo contrario. In entrambi i casi, il corpo è icona. Nella piazza del museo, al centro della fontana, è stata posta l’opera dello scultore Fabio Viale che da alcuni anni sovverte, tatuandoli, i capolavori dei maestri classici. Il grande ambiente centrale della mostra presenta suggestivi dialoghi tra Canova e i più grandi fotografi di nudo del Novecento. Troviamo le opere di Helmut Newton; gli iconici scatti che >>>
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biancoscuro <<< Jean-Paul Goude fece a Grace Jones; otto capolavori di Robert Mapplethorpe. E ancora, foto-
grafie di Edward Weston, Irving Penn, Horst P. Horst. Proseguendo troviamo i fotografi che hanno perseguito ricerche di segno opposto, come Miroslav Tichý, Jan Saudek e Joel-Peter Witkin che hanno messo in scena il corpo nei suoi aspetti più decadenti e grotteschi. Una sezione della mostra, infine, è dedicata ai fotografi che hanno prestato il loro obiettivo alla documentazione e all’interpretazione dell’arte di Canova, come ad esempio i fratelli Alinari, Aurelio Amendola, Paolo Marton, Massimo Listri e Luigi Spina. Antonio Canova, con la sua opera e la sua continua ricerca della perfezione ha rappresentato, attraverso
l’arte della scultura, la realtà vera e l’osservazione di tutto ciò che ci circonda e sono stati la matita, lo scalpello e la grande maestria tecnica, gli strumenti che lo hanl no condotto all’immortalità. s CANOVA
tra innocenza e peccato
17 dicembre 2021 – 18 aprile 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MART, Rovereto INFO T. +39 800 397760 info@mart.trento.it Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Venerdì 10.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mart.tn.it
Horst P. Horst The Mainbocher Corset, 1939 Collezione privata
MARIO ZAMMIT - LEWIS alimarcpb@gmail.com
Tel: 00356 99798878
YouTube: Mario R. Zammit-Lewis
“LOVE IS IN THE AIR” 40x50cm dipinto a olio su tela, 2022
Pericle Fazzini e Sisto V La mostra a Palazzo Paradisi di
Flavio Ennante
I
n occasione delle celebrazioni per il quinto centenario dalla nascita di Papa Sisto V, la Regione Marche e il Comune di Montalto delle Marche, con la Fondazione Pericle Fazzini ed il Comune di Grottammare e con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura ed il Ministero della Cultura, presentano la mostra “Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria”, ospitata nella splendida cornice di Palazzo Paradisi a Montalto delle Marche. Nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e Daniela Tisi, la mostra si apre idealmente con quel Monumento a Sisto V progettato da Pericle Fazzini tra il 1984 e il 1985, che ancora oggi svetta nel borgo, come spiega Vittorio Sgarbi: “L’idea di collegare Sisto V a Pericle Fazzini è legata a un’occasione anch’essa celebrativa e cioè il monumento dedicato a Sisto V, l’ultima opera marchigiana realizzata da Fazzini, di invenzione aerea, concepita da un artista che ha voluto rappresentare l’anima del Papa più che la sua opera e quindi appartiene ad un momento e ad un’epoca, parliamo del 1986, in cui la grande stagione di Fazzini era al suo culmine.” In mostra oltre cinquanta opere di Fazzini tra sculture, studi, bozzetti, disegni, incisioni, alcune delle quali verranno esposte a rotazione nel corso dell’apertura. Vi è inoltre una sezione più strettamente legata a Sisto V, con parte delle collezioni del Polo Museale Città di Sisto V, del Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche (che a causa del sisma del 2016-17 non erano più l state esposte), e della Collezione Grisostomi. s
Ignoto pittore marchigiano Ritratto di papa Sisto V fine secolo XVI, olio su tela Montalto delle Marche Pinacoteca Civica
LAURA FASANO La sua produzione artistica più recente, con l’accattivante rilettura dei classici, trae origine dai fervidi anni che la pittrice, torinese di nascita, ha trascorso a Roma, frequentando numerosi circoli artistici, atelier di pittura e prendendo parte a vari corsi d’arte: dall’acrilico all’acquerello, alla ceramica, al raku e all’affresco. Le precedenti esperienze maturate in atelier di pittura a Buenos Aires ed in laboratori di ceramica artistica a Philadelphia, hanno anch’essi contribuito a plasmare lo stile di questa eclettica pittrice: “Sono attratta da tutto ciò che è bello, che ha della storia da raccontare e radici con il passato…. Catturo ed enfatizzo particolari di opere d’arte classiche rivalorizzati in nuovi contesti, o semplicemente mi lascio trasportare dall’immaginazione”.
In basso a sinistra: Fazzini al lavoro nel suo studio di via Margutta 1948, foto b/n Fondazione Pericle Fazzini Ph. ©Oscar Savio
SISTO V E PERICLE FAZZINI Gloria e memoria
13 dicembre – 30 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Paradisi, Montalto delle Marche Museo Torrione della Battaglia, Grottammare INFO T. +39 0736 828015 Aprile e maggio Sabato e domenica 10.00/13.00 - 16.00/19.00 Dal 18 al 25 aprile Sabato e domenica 16.00/19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.sisto500.it
TERRE LONTANE acrilici su tela, 70x100 cm.
www.laurafasano.artistaonline.it
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Laura Fasano pittrice
EUGENIO CERRATO cerrrato.eugenio
Cerrato Eugenio
eugeniocerrato@alice.it
Corazon espinado 2022, acrilico su tela, caldo in gesso, filo spinato 50x50 cm.
Photo by Gasparetto
biancoscuro
La giovane donna di Picasso Per la prima volta in Italia di
Rebecca Maniti
A
lla Rhinoceros Gallery di Palazzo Rhinoceros, ideato da Alda Fendi e progettato da Jean Nouvel, è esposta fino al 15 maggio, per la prima volta in Italia, l’opera “Giovane donna” (titolo dato dal collezionista Sergej Ščukin che acquistò l’opera direttamente dall’artista) di Pablo Picasso. Il dipinto del 1909 ritrae Fernanda Olivier, l’amante di Picasso, ed è un esempio peculiare della ricerca del pittore nella fase del Cubismo analitico. La storia di questo dipinto lo vede prima esposto in una sala della residenza del collezionista russo, poi requisito dallo Stato e rimasto nei depositi per oltre trent’anni. Infine, destinata alle collezioni dell’Ermitage, che la espose negli anni Cinquanta. Raffaele Curi, Direttore Artistico della Fondazione Alda Fendi, propone un percorso espositivo molto
particolare, in cui tutti gli ambienti della galleria sono contaminati da suggestioni picassiane che alterano la percezione dei volumi. Lasciandosi alle spalle le vestigia della Roma antica che circondano il palazzo, i visitatori si ritrovano improvvisamente catapultati nella Parigi di inizio Novecento, davanti allo storico Café de Flore di boulevard Saint-Germain, luogo di ritrovo di artisti, scrittori, filosofi, intellettuali. Il café viene evocato in mostra con una finestra video, come un sogno in cui riecheggiano le voci di Edith Piaf e Charles Trenet. Una mostra da non perdere, con un allestimento unico ed un’opera d’arte che difficilmente potremo l ancora ammirare dal vivo. s Pablo Picasso Giovane donna 1909 Photograph © The State Hermitage Museum, 2022 Ph. Pavel Demidov
PABLO PICASSO Giovane donna, 1909 15 febbraio – 15 maggio 2022 Rhinoceros gallery, Roma INFO T. +39 340 6430435 Da martedì a domenica 11.00 - 24.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.rhinocerosroma.com
ELISABETTA BOSISIO
LIFE - 2022, gesso ed encausto su legno, 90x90 cm.
info@elisabettabosisio.it
www.elisabettabosisio.it
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Van Gogh A Napoli la mostra multimediale di
Rebecca Maniti
“L’
uso della multimedialità e della riproduzione digitale offre grandi opportunità nel campo della fruizione dell’arte”. Così spiega Salvatore Lacagnina, promoter della società organizzatrice, per introdurre la nuova mostra “Van Gogh Multimedia e la Stanza segreta”. La mostra, curata da Giovanna Strano e Maria Rosso, è ideata e pro-
dotta da Navigare Srl e patrocinata dal Comune di Napoli, e rappresenta un’occasione unica per conoscere da vicino l’intenso percorso artistico del Maestro olandese e ammirare i suoi capolavori, ma anche per entrare in contatto con la particolare sensibilità che segnò l’esistenza dell’artista. Oltre all’esposizione virtuale, sono presenti 1 opera originale di Vincent van Gogh (Portrait du Docteur Gachet) e altre opere di Bernard,
Cézanne, Cormon, Gauguin, Mauve, Monticelli, Toulouse-Lautrec, esposte nella sezione Stanza segreta, a cura di Vincenzo Sanfo per Diffusione Italia International Group. Nell’esposizione, estesa in uno spazio di oltre 700 A destra: Van Gogh Portrait du Docteur Gachet 1890, acquaforte, 17,5x21,5 cm. Collezione Privata Adolphe Monticelli Femmes dans une parc olio su tela, 67x55 cm.
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mq, l’opera di van Gogh è suddivisa per aree tematiche, mostrando al pubblico ritratti, paesaggi, autoritratti e nature morte. Un’ampia panoramica sulla sua produzione artistica che sarà visitabile fino al 26 giugno a Palazzo Fondi di l Napoli. s VAN GOGH
Multimedia e la stanza segreta
31 ottobre 2019 - 13 aprile 2020 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Fondi, Napoli INFO T. +39 351 8403634 Da lunedì a venerdì 09.30 - 20.30 Sabato, domenica e festivi 9.30 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.vangoghmultimediaexperience.it
MORO moroinspace@yahoo.com moro_in_space Moro in space
“Glimpse of a starry sky” 2022 acrilico su tela 50x70 cm.
CARLO ALBERTO PERILLO
Il sogno - 2022, acrilico su tela di iuta, 80x60 cm. opera esposta a Berlino dal 4 al 10 aprile 2022 - Galleria d’arte Von Zeidler art Gallery
materiaecolore@hotmail.com
carloalbertoperillo1
Carlo Alberto Perillo
www.carloalbertoperillo.com
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La Passione di Cristo Opere dai Musei Vaticani di Vincenzo
Chetta
I
l Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ed i Musei Vaticani, presentano la mostra “La Passione. Arte italiana del ‘900 dai Musei Vaticani. Da Manzù a Guttuso, da Casorati a Carrà”. Curata da Micol Forti, responsabile della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, e da Nadia Righi, Direttrice del Museo Diocesano, la mostra sarà visitabile sino Mirko Basaldella (Udine, 1910 – Cambridge, Mass., USA 1969) Crocifissione, omaggio a Martin Luther King Jr. 1968, tecnica mista su carta intelata, 90x180 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea, inv. 23374 Foto © Governatorato SCV Direzione dei Musei e dei Beni Culturali
al 5 giugno 2022. Lungo il percorso espositivo possiamo ammirare quaranta opere dei maggiori artisti del Novecento italiano (tra i quali Felice Casorati, Carlo Carrà, Marino Marini, Ottone Rosai, Renato Guttuso, Fausto Pirandello, Pericle Fazzini, Giacomo Manzù) provenienti dalla Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, riguardanti la Passione di Cristo. Il percorso espositivo prende avvio con un focus su alcuni episodi che la precedono, come il “Bacio di Giuda” di Giuseppe Montanari e Felice Casorati o la “Flagellazione” di Salvatore Fiume. Troviamo poi il tema della Crocifissione, della Pietà e della Deposizione. Accompagna la rassegna un catalogo l Silvana Editoriale s
LA PASSIONE
Arte italiana del ‘900 dai Musei Vaticani. Da Manzù a Guttuso, da Casorati a Carrà 11 marzo - 05 giugno 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano INFO T. +39 02 89420019 Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.chiostrisanteustorgio.it
Cesare Arbizzani cesare.arbizzani@alice.it Cesare Arbizzani
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- COMPOSIZIONE 3 2020, masonite, acrilico, sabbia, cemento e vinavil, tasselli in mosaico e piccoli sassolini 70x50 cm.
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Estetica e figurazione L’arte che diventa storia di
Mario Gambatesa
L’
Accademia Nazionale di San Luca di Roma presenta la mostra “Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione”, aperta al pubblico dal 18 gennaio scorso fino al 22 aprile prossimo. Si tratta di un progetto ambizioso che raccoglie più di centotrenta opere che raccontano la storia di Alvaro Marchini e della sua famiglia. Marchini è stato essenzialmente un uomo dal forte credo politico, schiera-
to soprattutto contro il regime fascista, un imprenditore attivo nelle costruzioni ed un gallerista. Inoltre, mosso dalla passione per il calcio, negli anni Sessanta ha ricoperto il ruolo di presidente della Roma dal 1968 al 1971. Il suo forte interesse per l’arte lo porta a collezionare e ad aprire nel 1959 una galleria: La Nuova Pesa. Questo spazio espositivo nasce come tentativo cruciale di annodare e promuovere un’idea di possibile prassi estetica all’insegna della figurazione. La prima stagione della galleria,
Renato Guttuso Nannina al telaio (Tessitrice / Fanciulla calabrese al telaio) 1950, olio su carta intelata, 95x152,5 cm. Ph. Gaia Schiavinotto Collezione privata © Renato Guttuso
tra il 1959 e il 1976, vede coinvolto un gruppo di artisti e intellettuali. Anche Simona e Carla, le due giovani figlie di Alvaro, partecipano attivamente alla gestione della galleria. Chiusa La Nuova Pesa nel 1976, Alvaro Marchini continua l’attività imprenditoria-
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le e collezionistica sino alla mor- ria”, “Tra cielo e terra” e “L’arQUESTA LA VERSIONE FREE di te, avvenuta il 24 settembre 1985. tista eèi suoi modelli”. Rivista d’Arte Un mese dopo, la figlia Simona,BIANCOSCURO Al primo piano, sono esposti tre quasi a lenirne la perdita, apre >>> una nuova galleria, nella stessa Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE città, con lo stesso nome ma con in abbonamento e un nuovo indirizzo, via del Corso, [1] Roberto Pietrosanti Senza titolo migliori fiere d’Arte. che, in un’ideale continuità senti- nelle rame patinato nero, Ø 70 cm. mentale, si avvia a farsi testimone 2017, Ph. Gaia Schiavinotto. Proprietà dell’artista abbonarti o richiedere una copia online: del proprio tempo sinoPuoi a giungere [2] Mimmo Jodice ai nostri giorni. Torre del Greco artshop.biancoscuro.it L’esposizione è a cura di Fabio 1990, stampa al carbone su carta cotone, Benzi, Arnaldo Colasanti, Fla- montata su alluminio, 75x117 cm. © Mimmo Jodice. Collezione dell’artista via Matitti e Italo Tomassoni, con il coordinamento di Gianni [3] Foto di gruppo per la mostra “Ecco il mondo”, Spoleto 1995. Da sinistra, in piedi, Felice [1] Dessì e l’allestimento di France- Levini, Alfredo Pirri, Andrea Aquilanti, Vittorio sco Cellini. La mostra presenta i Messina, Fabrizio Corneli, Giuseppe Salvatori; [2] in ginocchio, H.H. Lim, Simona Marchini, lavori di 77 artisti, tra i massimi Benedetta Lucherini. Archivio Famiglia Marchini nomi nazionali e internazionaGiorgio de Chirico e Simona Marchini alla li, a ricoprire tutto l’arco del [4] inaugurazione della mostra di Renato Guttuso, Novecento fino ai giorni nostri. 5 marzo 1969. Sulla destra, il Ritratto di Mario L’esposizione si snoda lungo tutti Schifano, 1966. Archivio Famiglia Marchini gli spazi di Palazzo Carpegna, a [5] In primo piano, da sinistra, Enrico Molè, Togliatti con la cartella 20 disegni di partire dalla Galleria Accademica Palmiro Guttuso, Renato Guttuso e Alvaro Marchini, in al terzo piano, attraverso il Salo- occasione della inaugurazione della personale ne d’Onore fino al giardino, al di Guttuso, 15 ottobre 1962. Archivio Famiglia Marchini portico e alle sale espositive del [6] Enrico Castellani piano terra. Superficie (Dittico) Sei le sezioni nelle quali sono 2007, acrilico su tela estroflessa, 119x164x7 cm esposte le opere: “Tra Italia e (tela A), 181x187x7 cm (tela B) [3] Gaia Schiavinotto Francia”, “Parigi”, “Vedute e Ph. Collezione Sergio Casoli visioni”, “La realtà della sto- © ENRICO CASTELLANI, by SIAE 2021
[4]
[6]
[5]
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biancoscuro <<< importanti nuclei: disegni di Scipione ed un importante studio preparatorio per la Crocifissione di Guttuso del 1940, una significativa raccolta di disegni di Ernst
Ludwig Kirchner, Otto Dix e George Grosz, tra espressionismo e Nuova Oggettività. A chiudere una selezione di opere rappresentative dell’attività
della galleria, a dar conto della permanenza della figurazione, si trovano le opere di Carlo Levi, Alberto Ziveri, Renzo Vespignani, e molti altri.
[7]
[8]
[10] [7] Alberto Moravia e Simona Marchini alla inaugurazione della mostra di Renato Guttuso 5 marzo 1969. Archivio della Famiglia Marchini [8] Paparazzi in galleria. In primo piano, a sinistra, Giovanna Ralli; a destra, di spalle, Carlo Levi e, sempre sulla destra, di profilo, Alvaro Marchini Archivio della Famiglia Marchini
[9]
[9] Claudia Cardinale con Alvaro Marchini alla inaugurazione della mostra retrospettiva di Mario Sironi, 27 marzo 1962
Archivio della Famiglia Marchini [10] Marco Lodola Ballerini 2009, perspex e neon, 133x82x10 cm. Ph. Gaia Schiavinotto. Collezione privata [11] René Magritte La science des rêves 1950, olio su tela, 50,5x55 cm. Ph. Gaia Schiavinotto Collezione privata © RENÉ MAGRITTE, by SIAE 2021
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Una sezione è dedicata alla successiva Nuova Pesa di Simona Marchini, dove si possono ammirare le opere degli artisti Marco Lodola, Luca Patella, Giu-
seppe Salvatori, Salvo e Cesare Tacchi. Una mostra che testimonia la passione per la cultura,
ma soprattutto evidenzia quanto l’arte, incessantemente, diventi l storia. s
UNA STORIA NELL’ARTE
I Marchini tra impegno e passione 18 gennaio – 22 aprile 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Accademia Nazionale di San Luca, Roma INFO T. +39 06 6798848 Visite accompagnate - prenotazione obbligatoria Martedì e giovedì 10.00 - 12.00 - 14.00 - 16.00 Mercoledì e venerdì 14.00 - 16.00 Sabato 11.00 - 13.00 - 15.00 - 17.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.accademiasanluca.eu
[11]
LOREDANA BOLDINI
GREEN PASS - 2021 - acrilico su tela - 50x60 cm.
loredana@loredanaboldini.it
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www.loredanaboldini.it
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Shūsaku Arakawa La personale a Milano di
Ettore Tiretto
N
uova mostra dedicata all’artista e architetto giapponese Shūsaku Arakawa alla Galleria Milano: “Il colore della mente”. Il titolo della mostra deriva da un pensiero di Italo Calvino per l’arte di Arakawa, figura imprescindibile del concettuale internazionale, la cui ricerca volgeva ai meccanismi mentali e alla decodifica del mondo attraverso categorie filosofiche. Questa non è la prima mostra dedicata ad Arakawa, ricordiamo infatti due personali, nel 1983 e nel 2005, quest’ultima insieme a Madeline Gins, sua compagna nella professione e nella vita, conosciuta nel 1962, l’anno nel quale mise a punto un linguaggio fatto di parole, segni, ombre, linee, semplici morfemi e gradazioni di colore. In mostra alla Galleria Milano sono tele, carte e grafiche degli anni Sessanta e dei primi Settanta, dove indaga il rapporto tra spazio e tempo in una sintesi che lui stesso definisce come fi-
losofia del vuoto, o blank. Le “macchie di blank, di non-quadro, che interrompono l’universo del tessuto-quadro e ci danno la sensazione che il significato e la forma di tutto il resto fluttuino attorno a queste lacune dell’esistere”, così ne dava definizione Calvino. A completamento del percorso espositivo, sono proiettate anche le sue due opere filmiche, “Why Not (A Serenade of Eschatological Ecology)” del 1970 e “For Example (A Critique of Never)” del 1971, quest’ultimo, nella versione italiana, con voice over di l Vincenzo Agnetti. s A destra: Shūsaku Arakawa Leonardo’s Chronology 1967 Ph. @ Roberto Marossi Sotto: Shūsaku Arakawa - Next to the Last 1967-1971, serigrafia in 75 esemplari Courtesy Galleria Milano
SHŪSAKU ARAKAWA Il colore della mente 22 marzo - 30 aprile 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria Milano, Milano INFO T. +39 02-29000352 Da martedì a sabato 10.00/13.30 - 15.00/19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.galleriamilano.com
Antonio MANCINI w w w. a n t o n i o m a n c i n i . n e t “Un ponte sul futuro” 2021, olio su tela, 80x90 cm.
GUGLIELMO MELTZEID
Giorgia e la Lambretta
2019, acrilico su tela, 60x100 cm.
gmeltzeid@gmail.com
-
meltzeid.com
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Eliografie Il confronto fra allieva e Maestra di
Rebecca Maniti
A
lla Kunst Meran Merano Arte è in corso l’interessante mostra di confronto fra due artiste, Gina (Regina) Klaber Thusek ed Elisabeth Hölzl. La prima nata nel 1900 in Moravia, ha vissuto tra Rýmařov, Vienna e Londra, una vita difficile segnata anche dal confino a Merano durante la seconda guerra mondiale, città che rimarrà però la sua residenza fino alla morte, avvenuta nel 1983. La Thusek ha affidato al Museo Civico di Merano il suo lascito, che grazie alla grande ricchezza e varietà dei suoi contenuti fornisce una visione straordinariamente dettagliata della sua vita e del suo lavoro. La
seconda, Elisabeth, è nata proprio a Merano nel 1962 ed è cresciuta in una famiglia culturalmente aperta. Una ricca e diversificata formazione artistica la porta ad esprimersi sia nella scultura e nelle installazioni minimaliste che nella fotografia. Le due artiste si incontrarono nel 1973, una la Maestra, l’altra l’allieva curiosa di sperimentare ed apprendere. Benché appartengano a generazioni diverse ed abbiano avuto una vita completamente differente, sorprende la ricchezza di collegamenti tra le loro opere. La produzione poliedrica di Hölzl, affiancata all’opera di Thusek, assume una dimensione inedita, che riempie lo spazio espositivo.
“Eliografie, incomplete” è a cura di Ursula Schnitzer e sarà visitabile sino al 5 giugno a Merano, città che accomuna le storie di queste due grandi artiste. Il titolo è tratto da un appunto trovato nell’archivio di Thusek, rimanda al concetto di “mancanza”, proprio dell’universo artistico di Hölzl. Prima ancora di addentrarci lungo il percorso espositivo, troviamo il primo dei collegamenti, che rende davvero questa una mostra unica, e non una semplice bi-personale. Negli ultimi anni le ricerche nel campo della storia dell’arte e il lavoro d’archivio di Ursula Schnitzer su Gina Thusek avevano già fatto nascere l’idea di questo In alto: Elisabeth Hölzl - Les fleurs d’amour 2022, carta carbone dattiloscritta Courtesy Elisabeth Hölzl Elisabeth Hölzl - Desiderio 1994, fotografia Courtesy Elisabeth Hölzl A sinistra: foto dei busti e delle sculture di Gina Thusek presso l’archivio di Palais Mamming Museum, 2021 Ph. Elisabeth Hölzl Courtesy Palais Mamming Museum
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ELIOGRAFIE, INCOMPLETE. Elisabeth Hölzl | Gina Klaber Thusek
L
Kunst Meran Merano Arte, Merano March 05 - June 05, 2022
ichtpausen, lückenhaft [Light breaks, intermittently] is an exhibition that presents two artists, Gina Klaber Thusek and Elisabeth Hölzl, in interlocking retrospectives. The two met in Meran in the early 1970s: Thusek was at the time a mature artist who had been through two world wars, been confined to Meran and spent 15 years as a stateless person. Hölzl was a young girl, just at the beginning of her artistic career. Although the two artists belonged to different generations and were shaped by utterly different life circumstances, there exists a surprisingly large number of references between their works. Their first encounter in 1973 has now – almost 50 years later – led to a new encounter: Gina Thusek’s estate held in the archives of Meran’s Palais Mamming, has become a moment of remembrance and an inspiration for Elisabeth Hölzl, whose multifaceted works, together with Thusek’s ouevre, reveal a new, expansive dimension in this exhibition. The show thus goes beyond that of a double exhibition to become, through the interweaving of the works of both artists, a new whole. Lichtpausen, lückenhaft tel-
ls of the richly layered points of contact between the two: Thusek’s work, gradually brought into the light, has in recent months prompted Elisabeth Hölzl to see some of her own work anew, to sift through her early work and permit new works to enter into dialogue with those of Thusek. The individual sections of the exhibition accordingly trace themes and life situations that have played an important role in the work of both artists. Love, longing, desire; photography as a narrative method and an expression of introspection; new paths in sculpture or a strong affinity with textiles – these are just some of the facets shown. While it was Ursula Schnitzer’s art historical research and archival work on Gina Klaber Thusek that gave rise to the idea for this project over the past few years, Hölzl’s intensive examination of the legacy of her drawing teacher subsequently led to an even stronger interaction between the two oeuvres. Situational arrangements with selected works, new installations and spaces as an intimate encounter between the two women all form an exhibition that seems underpinned by l a special artistic closeness.. s
progetto, ma è stato il confronto della Hölzl con il lascito della sua maestra a generare un’interazione ancora più forte tra le due produzioni artistiche, visibile in alcune installazioni site-specific che uniscono concretamente le loro l opere in maniera inedita. s ELIOGRAFIE, INCOMPLETE
Elisabeth Hölzl | Gina Klaber Thusek 05 marzo – 05 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Kunst Meran Merano Arte, Merano INFO info@kunstmeranoarte.org Da martedì a sabato 10.00 - 18.00 Domenica e festivi 11.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.kunstmeranoarte.org
GIORGIA PEZZOLI
Triptico - 2008, incisione su metallo e carta di cotone, 63x53 cm.
Giorgia Pezzoli
www.pgiorgia.wixsite.com/finicio
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Un soffio di esistenza quasi palpitante Salvatore Sava in inconsueti abbinamenti e congiungimenti di
Lucia Garnero
A
Salvatore Sava è dedicata “L’altra scultura” dalla Fondazione Biscozzi Rimbaud, immediatamente dopo la prima mostra inaugurale su Angelo Savelli. È possibile, fino al 25 settembre, esplorare la dimensione immaginaria, emotiva ed espressiva di questo grande scultore salentino contemporaneo, nato nel 1966, capace di parlare e di trasmettere tramite l’arte del proprio pensiero e delle proprie mani. L’evento raccoglie circa trenta lavori che coprono un ampio arco della sua produzione. L’intento del curatore, il direttore scientifico Paolo Bolpagni, è di esporre anche opere (di datazione fra gli anni Novanta e oggi) finora inedite, che svelano aspetti e ricerche dell’artista rimasti in ombra, ma meritevoli di attenzione. Dominante il ricorso, nelle sue sculture, al ferro, alla pietra leccese, all’acciaio e più recentemente, ai colori fluorescenti, ma il suo universo creativo comprende anche materiali e media differenti. Sono presentati, per la prima volta, i cicli dei “neri” polimaterici, dei lavori in legno, in resina, in fibra di vetro e smalto e dei collages metallici su cartone. Sopra: Salvatore Sava - Indiadolcenera 2017, ferro, smalto e pietra, d.20 cm Salvatore Sava - I fiori del Colle di Aurio 1999, legno, cartone, argilla espansa e smalto, 125x125x22 cm.
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e partecipazione dal pubblico e dalla critica, annovera opere importanti di grandi nomi italiani e internazionali dell’arte del Novecento, con particolare riferimento agli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, tra cui Fausto Melotti, Alberto Burri, Piero Dorazio, Tancredi, Emilio Scanavino, Pietro Consagra, Kengiro Azuma, Mario Schifano e molti altri. “L’altra scultura” di Sava rappresenta un’occasione per vedere anche la collezione permanente; un sorprendente percorso tra passato e contemporaneo, tra visione e l concretezza. s Salvatore Sava - Fiore del Salento, 2019, cemento, pietra leccese, ferro zincato e smalto, d. 52 cm. Salvatore Sava - Sorbole, 2016, acciaio inox e ferro, 139x71x36 cm.
Il tema della natura è centrale, rivista però in chiave astratta, espressa tramite la passione per la propria terra e le proprie origini. I disastri ambientali, i cambiamenti climatici, la natura danneggiata sono rappresentati visivamente tramite materiali duri, freddi, staccati; una sofferenza vissuta dallo stesso artista in modo autentico ed interiore. Come scrive Bolpagni, nelle opere dell’artista traspare “il sentimento appassionato rivolto agli elementi primari, alla vita vegetale e ai minerali, per lui animati da un soffio di esistenza quasi palpitante”, non mancano i toni irati contro i violentatori del nostro pianeta e “le tenere proclamazioni d’amore per la delicatezza dei germogli, per la bellezza dei frutti del sorbo”. La chiusura assume un tono afflitto e sgomento, perché dolorosamente conscio delle ferite inferte in maniera ormai forse irreversibile alla natura e a noi stessi. La Fondazione Biscozzi Rimbaud, aperta a Lecce dal marzo del 2021 e accolta con entusiasmo
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SALVATORE SAVA. L’altra scultura Fondazione Biscozzi | Rimbaud, Lecce QUESTA è LA VERSIONE February 6 - September 25, 2022 BIANCOSCURO Rivista (check the opening on the site)
S
alvatore Sava. The Other Sculpture, an exhibition curated by Paolo Bolpagni, until 25th September 2022, under the patronage of the Municipality of Lecce. The aim of this exhibition is to analyze the artistic production of one of the most significant sculptors of his generation in Italy, Salvatore Sava, born in Salento in 1966. The title chosen alludes to the awareness he has shown and the effort he has made to identify a future for this form of plastic expression, pursuing a personal and authentic path. The ambition here is to present works – dating from between 1995 and 2021 – which have remained unpublished until now, and which reveal aspects and research by Sava that have remained somewhat or entirely in the shadows, but which are worthy of penetrating attention. In his sculptures, he makes proverbial use of iron, Lecce and Trani stone, steel and, more recently, fluorescent colors, but the creative universe of this original artist also includes different materials and media. The central theme is always nature, which is not represented, however, but emblematized in pure and rude forms, experienced with the passionate awareness of one whose roots are in a deeply “felt” land, that of Salento, to which l Sava has wished to remain faithful. s
FREE di d’Arte
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Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it
Sopra: Salvatore Sava - Composizione barocca 2004, ferro, pietra leccese e legno 160x177x27 cm.
Sotto: Salvatore Sava Magica luna - La lettera 1996, pietra leccese e ferro, 37x51x5 cm.
A sinistra: Salvatore Sava La ruota dei ricordi 1999, ferro, pietra leccese legno, 40x43x12 cm.
SALVATORE SAVA L’altra scultura
6 febbraio - 25 settembre 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Biscozzi | Rimbaud, Lecce INFO T. +39 0832 1994743 info@fondazionebiscozzirimbaud.it Da martedì a sabato 16.00 - 19.00 Domenica 10.00 - 13.00; 16.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.fondazionebiscozzirimbaud.it
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Antonio Scaccabarozzi La personale al Museo del Novecento di
GIAN
REVERBERI
Daniela Malabaila
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ello spazio degli Archivi di Museo del Novecento, a Milano, è allestita la mostra monografica “Antonio Scaccabarozzi. Progettare sconfinare”, dedicata all’artista italiano scomparso nel 2008. A cura di Gabi Scardi, la rassegna ripercorre l’attività dell’artista tra pittura, disegno e installazioni ambientali. Molte di queste sono esposte per la prima volta in pubblico e hanno l’onore di raccontare il percorso artistico che l’artista ha condotto nell’arco di cinquant’anni, frutto di un estremo impegno individuale e di una concezione intima e personale del fare arte. Importante l’indagine del Museo del Novecento sull’arte italiana della seconda metà del XX secolo, volta a dare visibilità a nomi riconosciuti dalla critica, ma spesso meno noti al pubblico. Il percorso si apre con i primi cicli incentrati sul “punto” come elemento di partenza della struttura del quadro, con le “Superfici Modulate”, i “Fustellati” e le “Prevalenze”. Dalla fine degli anni Settanta arrivano le “Delimitazioni”, le “Iniezioni” e le “Quantità”, frutto della ricerca sul rapporto tra il volume liquido del materiale pittorico e la quantità di superficie occupata. Nelle ultime opere di questa fase vediamo come il polietilene prende piede nella serie degli “Essenziali”, prima come supporto, e poi spogliato di tutto. I temi del “limite” e del “confine”, vengono resi espliciti nei “Cancelletti” e nelle “Barriere”, di cui abbiamo un esempio in mostra con una installazione immersa. L’ultimo ciclo esprime il desiderio di recuperare la tecnica della pittura condensandovi tutte le riflessioni precedenti, “Le Velature”, che saranno le l sue ultime opere. s
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Antonio Scaccabarozzi Superfici modulate, elementi orizzontali 1970, elementi legno su tavola dipinti acrilico, 60x165 cm. Collezione privata In basso: Antonio Scaccabarozzi Prevalenze, le mosche impossibili 1977, acrilico su carta, 30x30 cm. Collezione privata
ANTONIO SCACCABAROZZI Progettare sconfinare
04 marzo - 29 maggio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo del Novecento, Milano INFO T. +39 02 88444061 Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Giovedì 10.00 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museodelnovecento.org
Grattacielo n.12
plurimaterico (materiale di recupero) 212x45x30 cm.
gian.reverberi@tim.it Gian Reverberi
biancoscuro
Digital Street Art
Pepper’s Ghost anima l’opera di Banksy di
Flavio Ennante
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la prima esperienza di Digital Street Art ha avuto luogo a Venezia: il collettivo Pepper’s Ghost sfida lo street artist più celebre al mondo, Banksy, creando di fatto una nuova corrente artistica. Per chi non lo conoscesse, Pepper’s Ghost è una creative-tech firm, con al suo interno un collettivo di digital artist, graphics engineer e project manager guidati da Anderson Tegon, fondato-
re e Art Director che persegue lo scopo di mettere al centro la creatività utilizzando le più innovative tecnologie esistenti per realizzare mostre immersive, perfomance di digital art con la volontà di creare esperienze totalizzanti senza alcun limite di luogo, spazio o dimensione. “Ghost over Banksy”, il primo concept di Digital Street Art mai realizzato finora, è stato presentato al pubblico il 9 marzo in video sui canali social del collettivo, in partnership con THE PINK LEMONADE. L’iconico stencil di Migrant Child è stato animato, un’azione notturna, silenziosa, furtiva, non annunciata, un po’ come nella classica street art, con la differenza che questa è un’operazione artistica immersiva che fa rivivere la scena, in questo caso impressa su quella parete veneziana, con un mix tra magia, colore, realtà e luce. Un’evoluzione artistica che interagisce con linguaggi preesistenti o memorie. Qualunque luogo
Banksy “Migrant Child” Venezia
può essere reso immersivo, animato e non contaminato, infatti la digital street art non intacca i luoghi concretamente, ma tocca la percezione delle persone e il loro immaginario.“Ghost over Banksy” è anche il primo NFT di Digital Street Art collezionabile, autenticato e pubblicato su blockchain, grazie alla partnership con la Galleria Reasoned Art, la stessa che ha portato l’Arco della Pace di Milano ad essere il primo monumento al l mondo nel Metaverso. s
SVETLANA BORISOVA “… Svetlana dipinge l’immagine musicale ed universale della donna, la bellezza ideale e la sensibilità, l’incontro del destino, la fusione con l’anima gemella, verso la luce …” Prof.ssa Magda Buce Radut
ABBRACCIO FLOREALE - 2021, olio su tela, 100x80 cm.
svetlana@triadeconsulting.it
svetlanaborisova2814
artistsvetlanaborisova
www.svetlanaborisova.com
biancoscuro
Chiara Dynys La personale al MA*GA di
Ettore Tiretto
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naugurata il 26 febbraio scorso al MA*GA - Museo Arte Gallarate, la mostra “Chiara Dynys. Melancholia” presenta oltre venti opere inedite di una delle più rilevanti artiste italiane contemporanee (esposta fra gli altri da Villa Panza, Palazzo Maffei, Museo del Novecento di Milano, MART di Rovereto, CIAC a Montréal e da ICAE in Armenia). Fino all’8 maggio 2022, l’esposizione offre un percorso ricco di collegamenti alla storia dell’arte e soprattutto a quella del cinema, che tanto ha segnato la poetica dell’artista, che afferma: “L’amore per il cinema mi accompagna da quando ero bambina, nutrito e incoraggiato da mia madre a cui dedico questo progetto. Tali suggestioni hanno contribuito a dare al mio lavoro un taglio ben definito sin dagli esordi in cui creavo forme geometriche, senza un centro individuabile, attraverso un uso trasgressivo e “cinematografico” dei materiali che, trasfigurati in qualcos’altro, esprimevano uno straniamento che nel tempo si è trasformato nella rappresentazione di un non luogo, abitato dallo spaesamento dei sogni e dallo sradicamento”. La mostra è accompagnata dalla pubblicazione della monografia l “Chiara Dynys and the Filmic Imaginary”, edita da SKIRA. s Chiara Dynys - Kaleidos 2020 @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista Ph. Simone Faccioli
CRISTINA CORVINO www.cristinacorvino.it
Chiara Dynys - Aurora. Antro della Sibilla 2020, @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista e Fondazione VAF Ph. Simone Faccioli
CHIARA DYNYS. Melancholia
26 febbraio – 08 maggio 2022 (verifica l’effettiva apertura della mostra sul sito di riferimento) MA*GA, Gallarate INFO T. +39 0331 706011 Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museomaga.it
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Luna crescente in Capricorno - serie Distacchi 2021, dipinto a calce con pigmenti naturali su intonachino e tecniche miste digitali 100x205x3 cm. Con questo lavoro l’artista indaga le forme di degrado a lei più note che si presentano molto spesso su antichi apparati decorativi murali facenti parte di dimore storiche e palazzi nobiliari. Il titolo dell’opera esprime un significato che va oltre le metodologie sopra descritte, diventando una metafora della nostra vita: come il degrado lascia spazio al proliferare di ammaloramenti della muratura, degli intonaci e degli strati pittorici, nello stesso modo la malattia che colpisce il nostro corpo e quello delle creature a noi più care. Attraverso l’osservazione delle fasi lunari ci accorgiamo dell’influenza dei pianeti sul destino del mondo animale, vegetale e sul nostro mondo, ci accorgiamo dell’accelerazione ed intensificazione dei processi di sofferenza e distacco che questi possono provocare, seguendo un ciclo eterno di morte e rinascita che si ripete all’infinito. info@arteoatelier.com
cristinacorvinoartist
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cristina corvino artist
biancoscuro
Le tre ecologie Ambientale, sociale e mentale di
Rebecca Maniti
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na interessante mostra di riflessione quella in corso al MACTE, Museo di Arte Contemporanea di Termoli, che propone “Le 3 ecologie”, a cura della Direttrice Caterina Riva, realizzata con il supporto di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura. Il titolo della mostra riprende un saggio del 1989 di Félix Guattari in cui si delineano tre ecologie:
quella dell’ambiente, quella sociale e quella mentale. Visitabile sino al 15 maggio, l’esposizione, che è stata pensata e posticipata a più riprese a causa della pandemia, dà spazio ad opere e ricerche che si sono confrontate con luoghi sia a livello estetico che sociale e che relativizzano il rapporto tra natura e cultura in base alle coordinate geografiche di riferimento. Il corpus di opere è stato creato da undici artisti di diversa pro-
venienza: Matilde Cassani (milanese, combina architettura, arti visive e design); Piero Gilardi (1942, di Torino, esplora le relazioni che intercorrono tra arte, nuove tecnologie, natuA destra: Francesco Simeti - Muro, 2021 Courtesy the artist and Francesca Minini, Milano. Ph. Andrea Rossetti In basso a sinistra: Silvia Mariotti Aria buia (Diga di Santa Giustina) #2, 2020 Sotto: Nicola Toffolini Pöst #02, 2020
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ra e società); Karrabing Film Collective (collettivo indigeno che nasce nel 2013 nei territori dell’Australia nord–occidentale); Len Lye (è stato un artista neozelandese e sperimentatore); Jumana Manna (artista palestinese nata nel 1987 a Princeton, vive a Berlino); Jonatah ManLE 3 ECOLOGIE
05 febbraio – 15 maggio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MACTE, Termoli INFO T. +39 08 75808025 Da mercoledì a domenica 10.00/13.00 - 15.00/19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.fondazionemacte.com
no (1976, di Lecce, è un artista poliedrico e alchimista); Silvia Mariotti (1980, Fano; vive a Milano, utilizza la fotografia e l’installazione); Francis Offman (1987, Butare, Ruanda, vive a Bologna e realizza dipinti e collage); Francesco Simeti (palermitano, vive a New York e lavora sulla stratificazione di significati all’interno delle immagini); Nicola Toffolini (1975, di Udine, interroga e amplia gli immaginari legati all’idea di natura) e Micha Zweifel (1987, di Lucerna, vive a Rotterdam, osserva con interesse e ironia i materiali della vita quotidiana). Le installazioni, i film, i disegni e le fotografie avvicinano il pubblico a luoghi lontani, presentando visioni che appartengono a lotte di sopravvivenza del passato, del presente e del futuro.
Lungo il percorso espositivo è possibile vedere le opere di questa mostra in relazione con alcune scelte dalla Collezione Permanente del Premio Termoli, in l un allestimento suggestivo. s
MARIO ZAMMIT - LEWIS alimarcpb@gmail.com
Tel: 00356 99798878
YouTube: Mario R. Zammit-Lewis
“THE RED SHOES” 40x50cm dipinto a olio su tela, 2022
biancoscuro
Michele Lombardelli Il distacco del gesto di
Ettore Tiretto
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l MA*GA di Gallarate accoglie la mostra “Untitled”, personale dell’artista cremonese Michele Lombardelli, a cura di Vittoria Broggini. Il progetto espositivo è composto da una serie di dipinti recenti, fondati su rigorose variazioni cromatiche e geometriche che non escludono l’imprevisto e che, nello stesso tempo, riformulano l’idea di astrazione. “I dipinti, le fotografie e i progetti sonori e musicali di Lombardelli - afferma la curatrice - sono parti di una poetica che continuamente prende le distanze dall’idea di interpretabilità del segno per dare spazio, contemporaneamente, alla presenza muta e all’evidenza sonante del significante. Una sorta di raffreddamento, di “distacco del gesto”, e di sottrazione semantica accomuna le immagini fotografiche, quelle pittoriche e le sonorità elettroacustiche; corpus di opere interdipendenti che agiscono come eventi formali e concettuali mai conclusi e da cui
emergono forze combinatorie, rispondenze, contrappunti e rimandi reciproci. Ogni volta che il processo creativo si concretizza in una forma plastica, visiva o sonora, questa non è mai fissata in modo definitivo e diviene parte di un sistema aperto di correlazioni tra i percorsi indagati, i linguaggi sperimentati e i diversi esiti raggiunti”. Il percorso espositivo si completa con la sezione allestita all’interno delle sale ViaMilanoLounge all’aeroporto di Milano Malpensa T1 ed è visitabile sino l all’8 maggio 2022. s In alto: Michele Lombardelli Senza titolo, 2021 tempera e acrilico su tela, 180x130 cm. A destra: Michele Lombardelli senza titolo, 2021 tempera e acrilico su tela, 140x110 cm. Sotto: Michele Lombardelli Los Angeles, 2017 Ph. G. Lacchini
MICHELE LOMBARDELLI. Untitled
26 febbraio - 8 maggio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MUSEO MA*GA, Gallarate INFO T. +39 0331 706011 Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museomaga.it
Cor Fafiani www.corfafiani.nl corfafiani
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“Basicunit” - 2021, polystyreen acryl, 31x25x15 cm. Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it
Anastasia Yanchuk NATI
Anastasia Yanchuk (Nati) - Donna con il rossetto 2020-2021, tecnica mista, 60x60x3,5 cm.
anastasia.yanchuk@gmail.com
anastasia_nati
Anastasia Nati
BRUNO AZZINI
BIRBA
2022, collage di juta e tecnica mista su tela, 65x100 cm.
azzini.bruno@yahoo.it
biancoscuro
La memoria è vita Il ricordo di Luca Attanasio di
Daniela Malabaila
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al 21 maggio prossimo, presso l’Antica Chiesa San Giorgio a Limbiate, sarà visitabile la terza edizione di TRANSITI, la rassegna nata nel 2019 a sostegno delle attività di AMMP Onlus, a cura di Raffaella Caruso. Con l’aiuto del Maestro e amico Dario Brevi nasce dunque “TRANSITI FOR LIFE La memoria è vita”, aperta al pubblico fino al 4 giugno, con le opere di Gianantonio Abate, Max Bi, Dario Brevi, Corrado Bonomi, Gianni Cella, Antonio Ciarallo, Paolo Conti, Marcello De Angelis, Manuel Felisi, Feofeo, Reale Frangi, Enzo Forese, Alex Guzzetti, Mimmo Iacopino, Ernesto Jannini, Battista Luraschi, Florencia Martinez, Sandro Martini, Antonella Mazzoni, Franco Mussida, Renzo Nucara, Juan
Eugenio Ochoa, Olinsky, Josè Demetrio Pena, Fernando Picenni, Marco Nereo Rotelli, Shinya Sakurai, Marta Sesana, Giovanni Sesia, Mario Surbone, Telo, Caterina Tosoni, Vittorio Valente e Luca Attanasio. Attanasio è tragicamente scomparso un anno fa, e questa rassegna benefica vuole essere il suo ricordo e la continuazione della bontà dell’uomo che si è sempre prodigato al di là dei suoi doveri istituzionali per sollevare dalla sofferenza le persone con cui la sua vicenda professionale l’ha portato a contatto. I proventi derivanti dalle donazioni verranno destinati al progetto della costruzione della casa d’accoglienza a N’Sele e a Mama Sofia, Onlus fondata da Luca Attanasio e Zakia Seddiki, operante ugualmente sul territol rio congolese. s
[2]
[3]
[4]
TRANSITI FOR LIFE La memoria è vita
21 maggio- 4 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Antica Chiesa di San Giorgio, Limbiate OPERE DI
Gianantonio Abate, Max Bi, Dario Brevi, Corrado Bonomi, Gianni Cella, Antonio Ciarallo, Paolo Conti, Marcello De Angelis, Manuel Felisi, Feofeo, Reale Frangi, Enzo Forese, Alex Guzzetti, Mimmo Iacopino, Ernesto Jannini, Battista Luraschi, Florencia Martinez, Sandro Martini, Antonella Mazzoni, Franco Mussida, Renzo Nucara, Juan Eugenio Ochoa, Olinsky, Josè Demetrio Pena, Fernando Picenni, Marco Nereo Rotelli, Shinya Sakurai, Marta Sesana, Giovanni Sesia, Mario Surbone, Telo, Caterina Tosoni, Vittorio Valente, Luca Attanasio
[1] [1] Vittorio Valente - Lumachina in viaggio 2021, silicone colorato, 15x46x14cm. [2] Dario Brevi - I bambini costruiscono ponti 2018, acrilici su mdf, 73x59 cm. [3] Luca Attanasio - Senza titolo 2004, olio su tela, 100x100 cm. [4] Renzo Nucara - Resinfilm 260 2006, resine pigmenti oggetti, 75x75 cm. [5] Giovanni Sesia - Nike 2021, tecnica mista su base fotografica, 90x60 cm.
[5]
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ANTONELLA LAGANÀ
LA QUINTESSENZA - 2020, acrilico, 80x100 cm.
lagana2.al@gmail.com
antonellalagan
antonella.lagana.12
www.laganaantonella.it
biancoscuro
Oto Hudec a Roma La sua prima personale in Italia di
Ettore Tiretto
L
a prima mostra personale in Italia di Oto Hudec è ospitata da AlbumArte, spazio indipendente per l’arte contemporanea: “We are the garden” è un progetto site-specific, a cura di Lýdia Pribišová (attualmente curatrice della Kunsthalle di Bratislava) e sarà visitabile fino al 22 aprile 2022. La mostra affronta il tema del cambiamento climatico, l’ecosistema ed i danni dell’antropocentrismo sulla Terra, la dannosa concezione secondo cui tutto ciò che è nell’universo è stato creato per l’uomo e per i suoi bisogni. Oto Hudec presenta un modello di vita
autosufficiente (o piuttosto di sopravvivenza) in una visione distopica del futuro prossimo, dopo che le conseguenze fatali della crisi climatica, avranno colpito la vita sulla Terra. La mostra è costruita intorno alla storia di un uomo e una bambina che vivono in questo ambiente futuro. Racconta la loro lotta quotidiana contro le alte temperature, l’aria polverosa e irrespirabile, le tempeste di vento senza precipitazioni e le sostanze tossiche in una terra devastata dall’attività umana. Il progetto è stato realizzato
grazie al supporto dei fondi pubblici dallo Slovak Art Council e l’Istituto Slovacco a Roma. In collaborazione con la realtà l indipendente PILOT di Bratislava. s
A destra, in alto: Blue Desert (We are the Garden) 2020. Courtesy of the author and Gandy gallery A destra: Cobalt blue sky (We are the Garden) 2020. Courtesy of the author and Gandy gallery
OTO HUDEC
We are the garden 17 marzo - 22 aprile 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) AlbumArte, Roma INFO T. +39 06 24402941 Da martedì a sabato 15.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.albumarte.org
CLAUDIO ELLI claudelli Claudio Elli
“Il muro... Frammenti di passaggi obbligati” 2020 - tecnica mista su tela - 80x80 cm.
biancoscuro
Thomas Berra e Eleonora Luccarini Ph. Crates
Il paradiso è qui Palazzo Franzone Spinola di Luccoli torna a vivere di
Daniela Malabaila
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ltimi giorni per visitare “Paradise is exactly like where you are right now, only much, much better”, allestita a Palazzo Franzone Spinola di Luccoli, a Genova. La mostra, a cura di Marta Orsola Sironi e Virginia Lupo in collaborazione con Untitled Association, vede la partecipazione di Ncontemporary (Milano), White Noise (Roma), UNA (Piacenza) e costituisce il punto di partenza per Genova Art To Date, progetto di mappatura della scena artistica ligure, ideato e promosso con Untitled
Association. Le artiste e gli artisti in mostra sono: Flavia Albu, Sveva Angeletti, Simona Barbera, Thomas Berra, Jonny Briggs, Nicole Colombo, Daniele Costa, Gaia De Megni, Matteo De Nando, Inside Job (Ula Lucińska & Michał Knychaus), Rada Koželj, Davide La Montagna, Eleonora Luccarini, Agnieszka Mastalerz, Claudia Petraroli, Fabio Ranzolin, Nuvola Ravera, Jacopo Rinaldi, Davide Sgambaro, Marco Siciliano, Elio Ticca e Jonathan Vivacqua. Aperto al pubblico fino al 10 aprile, questo progetto espositivo ha tanti punti interessanti: ha spolve-
Gaia De Megni e Fabio Ranzolin Ph. Crates
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biancoscuro
rato un bellissimo Palazzo dimenticato, ha dato voce a tanti artisti e curatori contemporanei, ha toccato temi come la giustizia ambientale e sociale e le ricerche in materia di sex ecologies e femminismo intersezionale. Interessante la scelta di invitare curatrici, curatori e collettivi curatoriali a confrontarsi in corso d’opera con il progetto e con le tematiche proposte, riattivandolo di settimana in settimana secondo le proprie modalità e linguaggi di ricerca. Il percorso espositivo vuole abbracciare la complessità del mondo, auspicando uno spazio dedicato alla collettività ed alla pluralità di voci e visioni. L’Exhibit Designer Andrea Isola, che si è occupato del progetto di allestimento, ci ha svelato i punti principali sui quali si è soffermato: “La vera sfida è stata
quella di esporre circa 80 opere d’arte contemporanea all’interno di un palazzo storico e ricco di dettagli come Palazzo Franzone Spinola di Luccoli. Abbiamo lavorato su tre aspetti fondamentali: il bilanciamento spazi pieni/vuoti a parete e pavimento, la creazione di prospettive e punti di vista sala dopo sala per alimentare la curiosità del visitatore e lo studio del percorso di visita, che inizia dalla sala meno attraente del piano nobile e termina nel Salone principale, alimentando stanza dopo stanza lo stupore del pubblico”. Il riferimento della sala “meno attraente” è importante e da sola vale la visita alla mostra: una sala illuminata da una luce rossa con l’accompagnamento sonoro del brano che ha ispirato la rassegna, “Language is a virus” di Laurie l Anderson. L’emozione. s
Matteo De Nando, Jonathan Vivacqua Ph. Crates
PARADISE IS EXACTLY LIKE WHERE YOU ARE RIGHT NOW only much, much better 05 marzo – 10 aprile 2022
Palazzo Franzone Spinola di Luccoli, Genova INFO T. +39 346 0312143 genova.arttodate@gmail.com
MARIA TERESA GUALA mariateresaguala@libero.it
DISPERSIONE - 2007, acrilico su tavola, 60x85 cm.
biancoscuro
Francesca Saccani - Succulente Geometrie fotografia
I-STANZE Undici artisti a Spazio Thetis di
Flavio Ennante
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ltimi giorni per visitare la mostra “I-STANZE” allo Spazio Thetis di Venezia, all’Arsenale Novissimo. In mostra le opere di Claudia Buttignol, Paolo Frascati, Laura Guilda, Filippo La Vaccara, Armando Lovato, Lorenzo Marini, Roberto Mazzetto, Ankon Mitra, Marica Moro, Francesca Saccani, Cristina Treppo e Nicolò Pellarin con un intervento site specific. Undici artisti con differenti modalità espressive, età e nazionalità, chiamati a mettere in rela-
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Laura GuildA - No rest 2020, 82,5x48x51 cm.
zione la loro poetica con l’attuale momento storico, così critico e talora tragico. Le risposte, le più diverse, si sono rivelate vere e proprie istanze, necessità improrogabili, che reclamano di essere espresse e manifestate. Il tema non è dunque definito e fisso, ma ognuno di loro ha potuto esprimersi in libertà, mettendo in risalto i propri percorsi individuali, ma tutti con l’obiettivo comune di fare dell’arte un veicolo di comprensione e dialogo con tutta la società. La mostra, prodotta e organizzata da Spazio Thetis e inaugurata lo
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scorso 26 febbraio, terminerà il 7 aprile 2022, sono dunque questi gli ultimi momenti per prenotare la propria visita ed immergersi in questa esposizione così particolare ed unica, per lasciarsi coinvolgere dai messaggi che gli artisti hanno veicolato tramite le l proprie opere ed installazioni. s
Paola Caenazzo
A destra, in alto: Filippo La Vaccara - Tino 2021, terracotta e ingobbio, h. 40 cm A destra: Lorenzo Marini - WriteType 2022, tastiera in legno laccato e mdf, 80x80 cm. Sotto: Cristina Treppo - C631 - Scavare/ To Dig 2021, green resina-cemento, site-specific
I-STANZE
26 febbraio - 07 aprile 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Spazio Thetis, Venezia INFO info@fg-comunicazione.it Solo su prenotazione Da lunedì a venerdì 10.00 - 18.90 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.thetis.it
BOTTIGLIA E VASO BLU 2022, olio su tela, 40x40 cm.
Nata a Perugia, ma di origini veneziane, Paola Caenazzo è vissuta a Treviso, Padova e Firenze, città nella quale si è laureata in Filosofia. Nel 1979 si è trasferita in Grecia, dove ho lavorato come lettrice d’italiano presso l’Università di Atene e come traduttrice. Co-fondatrice dell’atelier di pittura “To Simeio” (Il Punto) di Atene, è stata allieva dell’artista Iorgos Rorris. Attualmente vive fra Padova ed Atene e le sue opere sono presenti in Collezioni pubbliche e private.
TRE BOTTIGLIE E VASETTO D’ARGENTO 2022, olio su tela, 30x40 cm.
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paolacaena@gmail.com www.paolacaenazzo.it
FLORA
UN TECHNIQUE, UN LANGAGE, UN STYLE
12-20 marzo 2022 - “Art Parma Fair” a cura di BIANCOSCURO Art Exhibition 7 aprile 2022 - serata di gala con asta di beneficenza presso lo Yacht Club di Monaco (Monte-Carlo), opera “Coeurs de femmes”, organizzata da Femmes Leaders Mondiales Monaco, in collaborazione con Multi Art Event Gallery Monaco. L’evento di beneficenza è sotto l’Alto Patronato di S.A.S le Prince Albert II de Monaco e alla presenza di S.A.S la Princesse Stéphanie de Monaco, Presidente d’onore 16-17 aprile 2022 - esposizione “Salon du livre“ al Grimaldi Forum di Monaco (Monte-Carlo), presentata da Multi Art Event Gallery Monaco. Artista certificata Singulart
www.artacademie.es - www.newartpromotion.it/flora - www.i-cac.fr
biancoscuro
Real Art #6 Il portfolio d’arte a scopo benefico, presentato a Varese di Vincenzo
Chetta
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opo la presentazione e la mostra ai Musei Civici Viggiutesi Enrico Butti, Real Art #6 è presente alla Showcases Gallery di Varese, fino alla fine di aprile (salvo proroghe). Qui, oltre a poter fare la propria donazione in favore dell’Associazione U.N.I.T.A.L.S.I. e ritirare il proprio volume, originale e completo di 14 opere uniche, firmate e numerate, si possono ammirare le pagine dei volumi, esposte proprio come singole opere d’arte, quali sono. Gli artisti impegnati in questo nuovo numero a scopo
benefico sono: Elisa Cella, Enzo Esposito, Fernanda Fedi, Agostino Ferrari, Gaetano Fracassio, Giovanna Giachetti, Peter Hide 311065, Umberto Mariani, Paola Pezzi, Isabella Rigamonti, Francesco Riva, Giorgio Tentolini, Michele Tombolini e Giuseppe Veneziano. Nei prossimi mesi, il portfolio interdisciplinare che coinvolge artisti, stampatori, editori, giornalisti e curatori, sarà presentato anche in altre prestigiose sedi, come il Museo Civico Floriano Bodini, il Museo MA*GA, Heart pulsazioni culturali, Galleria Villa Contemporanea e l Casa Museo Spazio Tadini. s
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biancoscuro
BAC Winter Edition 2021
1 Giuria Critica, 21 selezionati, 1 mostra, 3 grandi premi: acquisizione in collezione BIANCOSCURO, copertina e over the cover del bimestrale
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l BAC (BIANCOSCURO Art Contest) Winter Edition, è il progetto di BIANCOSCURO che ogni anno mette in palio la copertina, l’acquisizione in collezione BIANCOSCURO e numerose mostre collettive. Tutte le opere iscritte al concorso sono pubblicate sul catalogo cartaceo, sul sito ufficiale, su Facebook e su Instagram. Le Il catalogo ufficiale BAC Winter Edition 2021
mite una semplice votazione online. Tra tutte le opere selezionate sono state designate le 3 opere vincitrici della rassegna, alle quale è stato assegnato rispettivamente il Premio Speciale BAC (acquisizione in Collezione BIANCOSCURO), il Premio Copertina ed il Premio Over the Cover conferiti dalla Giuria Biancoscuro. A seguito dell’esposizione, mettendo in relazione diversi parametri, la giuria ha definito l’opera vincitrice del premio finale: la pubblicazione
Alcune delle opere selezionate esposte durante Vernice Art Fair
opere sono pubblicate a pagina intera sul Catalogo Ufficiale, una elegante pubblicazione che unisce la preziosità del Soft Touch alle carte certificate FSC®. Questo catalogo raccoglie tutte le opere partecipanti all’edizione 2021, tra le quali la giuria ha selezionato le opere che esposte a Vernice Art Fair ad inizio marzo 2022. Tra le opere in concorso, la giuria ne ha selezionate dunque 16 più 5 ex-aequo, mentre 1 opera è stata selezionata dal pubblico dei social network (Facebok+Instagram), traAlcune delle opere selezionate esposte durante Vernice Art Fair
BIANCOSCURO 92
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sulla Copertina di BIANCOSCURO. I risultati sono stati resi pubblici sul sito ufficiale, oltre che sulle pagine social di BIANCOSCURO. Le opere finaliste (qui a sotto) sono di: Pier Bertolo, Elisabetta Bosisio, Svetlana Borisova, Rosanna Carlini, Gianni Depaoli, Claudio Detto, Rosa Maria Falciola, Igor Grigolet-
to, Francesco Invernici, Luigi Marano, Diana Nobs, Mauro Pavan, Pupi Perati, Carlo Alberto Perillo, Umberto Pettene, Mirko Roncelli, Massimo Savio, Andre Stauffer, Massimo Soldi, Anastasia Yanchuk, Gian Luca Zuccarello. L’opera di Eugenio Cerrato invece è risultata la più votata dalla giuria
Borisova
Bosisio
Carlini
Depaoli
Detto
Falciola
Grigoletto
Marano
Pavan
Perillo
Pettene
Perati
Roncelli
Soldi
Yanchuck
Zuccarello
popolare, con oltre 520 preferenze tra Instagram e Facebook. Le visite al sito ed i commenti ricevuti dal nutrito pubblico di collezionisti e galleristi hanno dimostrato ancora una volta quanto sia stata accurata la selezione, oltre che attuale nella scena del mercato l dell’arte odierna. s
And the winners are:
L’opera che ha convinto la giuria BIANCOSCURO è quella di Pier Bertolo con l’opera “Pinocchio abbandona la Terra”, sua sarà quindi la prossima copertina di BIANCOSCURO! Ha destato grande interesse anche l’opera “Struttura armonica” di Francesco Invernici, che la giuria ha deciso di premiare con la pubblicazione sulla Over the Cover. Infine il vincitore del Premio Speciale BAC è Massimo Savio con l’opera “Prisma orrico” che entrerà a far parte della l Collezione BIANCOSCURO. s
“Corazon espinado” Eugenio Cerrato
“Prisma ottico” Massimo Savio
“Pinocchio abbandona la Terra” Pier Bertolo
“Struttura armonica” di Francesco Invernici.
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Gianni Depaoli
La sua arte materica si conferma vincente di Vincenzo
Chetta
N
on si arresta l’onda positiva nella carriera artistica di Gianni Depaoli, artista contemporaneo piemontese. Inserito nell’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021 De Agostini, sezione Internazionale e Regionale-Piemonte, nel dicembre del 2021 ha partecipato al XXXVIII Premio Firenze di Letteratura ed Arti Visive, organizzato dal Centro Culturale Firenze-Europa, con l’opera “Porzione di mare”. La cerimonia di premiazione si è svolta nella cornice suggestiva del Palazzo Vecchio, a Firenze, e nel settore Arti Visive, per la Scultura, è stato proprio Depaoli ad essere premiato con il Fiorino d’Argento come secondo classificato. Così l’artista racconta la sua opera:“Porzione di mare nasce dal mio ciclo artistico relativo alla consapevolezza di ciò che l’uomo consciamente produce: benessere iniziale, degrado ambientale e sociale, desolazione e morte fisica e spirituale. Il titolo si ispira all’inquinamento diffuso in tutti i mari e
corsi d’ acqua, purtroppo anche nelle falde acquifere. L’opera è letteralmente una ‘porzione’ immaginaria dei nostri mari: plastiche in superficie, strati di pesci morti o con-
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taminati, legno marino derivante dai fiumi ormai colmi di vegetazione non gestita e idrocarburi dispersi costantemente da petroliere, condotte sottomarine, scarichi selvaggi in mare. Il mio è un ridondante grido di allarme ormai emesso da più di 25 anni, tramite le mie mostre in Enti Istituzionali e in Gallerie.” Nel mese di febbraio, Depaoli è stato selezionato dalla Giuria del Premio Coinè per partecipare alla finale che si sarebbe tenuta durante Vernice Art Fair a Forlì. Fra tutte le opere selezionate, è stata la sua “SOLO” (raffigurante la preghiera del Papa, da solo, in piazza San Pietro: “Ti imploriamo Dio, non lasciarci in balia della tempesta”) ad aggiudicarsi il prestigioso Premio della Stampa. Un premio davvero inaspettato da Gianni, arrivato in un mol mento speciale. s
“Porzioni di mare” 2019, tecnica mista su legno, resina, pelle di pesce, plastica, resina, 60x40x70 cm.
Gianni Depaoli (1961). Artista materico, vive e lavora a Candia Canavese in un ex magazzino frigorifero, ribattezzato dall’artista Museo “Menotrenta”. Dal 2007 partecipa a mostre e installazioni sul degrado ambientale e umano, progetti itineranti sostenuti da musei e da Enti Istituzionali: Mare Nero Museo di Bergamo, Allarme Ambiente Museo di Scienze Genova, Rossomare Galleria di Arte Moderna di Genova, Biennale ItaliaCina, Biennale Venezia Padiglione Italia, Fondazione Piaggio, G.A.M. Genova, Ambasciata Monaco ospitano le sue opere. La nuova sperimentazione lo porta dal 2012 a utilizzare un materiale nobile organico, “le pelli e l’ inchiostro dei pesci e cefalopodi”, che seleziona in Asia Sud Orientale e Nord Europa dove ha fatto esperienza. Premiato in numerose manifestazioni tra le quali la Biennale di Asolo, GemLucArt Montecarlo; invitato al Museo del Porto di Portofino con un’opera site-specific. Quando non è impegnato nel suo studio, si dedica alle sue altre passioni: legge libri d’arte, si rilassa dipingendo e ascoltando musica. È possibile contattarlo scrivendogli all’indirizzo di posta elettronica arte@giannidepaoli.it o Facebook e Instagram.
www.giannidepaoli.it Instagram.com/ giannidepaoli Facebook.com/gianni.depaoli.773
Il Premio della Stampa del Premio Coinè, ricevuto per Gianni Depaoli dal Caporedattore Daniela Malabaila, presente alla manifestazione
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Elisabetta Amoruso Corpo, spazio, mente
P
ittrice e performer toscana, Elisabetta Amoruso, sin dall’infanzia, libera la sua vena artistica frequentando l’Accademia danza Hidron e frequentando l’ex Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze, dove studia arti visive grafico-pittoriche e plastico-scultoree, con riguardo personale anche per la fotografia ed il cinema. Nel 2016 comincia per lei un periodo buio, costretta ad interrompere la sua passione per la danza per motivi di salute, chiusa in se stessa, si allontanò anche dalla pittura. Nel 2020, decide di tornare ad esporre partecipando all’ArtExpo dell’Est, con la Galleria Pinter, in occasione del Primo Premio internazionale città di Budapest, presentando l’opera “È solo nella mia testa”, manifesto della lotta contro le insicurezze che diventerà il trampolino di lancio per una serie di opere introspettive di forte impatto. Notata dalla Dott.ssa Zappulla di PitturiAmo, parteciperà con EffettoArte al Primo Tour Biennale d’Europa che si terrà da ottobre a dicembre 2022. Esporrà al Carousel du Louvre di Parigi, al MEAM – Museu Europeu d’Art Modern di Barcellona, alla Sleek Art in Shoreditch Gallery di Londra ed alla Scuola Grande di San Teodoro a Venezia. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, indirizzo Arti Figurative, con un piano di studi volto ad affrontare il legame corpo-spazio-men-
te, con specializzazione in psicoterapeutica artistica: un’esperienza intensa e significativa. Nel maggio 2021 decide di dare una svolta alla sua vita: si trasferisce in Germania, dove vive attualmente e dove sta portando avanti la sua ricerca artistica sul dolore e sulla solitudine. Grande fonte di ispirazione per lei è la coreografa Pina Bausch. I suoi quadri sono autoritratti dove mostra le proprie emozioni in modo nudo e crudo: la sua vita segnata da numerosi avvenimenti negativi conferisce alle sue opere una nota malinconica e struggente, con una scelta cromatica romantica, quasi onirica, in netta contrapposizione col dolore che esprimono le tele: “Il mio intento è rendere i miei lavori degli specchi, dove le persone possano guardarsi e sentirsi comprese, meno sole nel loro dolore”. Nota distintiva del suo operato è l’inclusione nelle opere di codici QR che rimandano a video di sue performance
e digital art. I suoni e la musica giocano un ruolo fondamentale: non solo trasportano le sue emozioni oltre la tela, ma grazie a loro riprende la sua passione per la danza, alla quale sta cercando di riavvicinarsi. La sua ricerca è solo all’inizio ed il suo obbiettivo è includere sempre più elementi, come la scultura e la fotografia, ma anche altri suoni, odori ed un uso del suo corpo che possano coinvolgere sempre più gli spettatori. Una donna sensibile e delicata, ma con un’enorme forza interiore, perfettamente descritta l dai suoi dipinti. s
È solo nella mia testa - 2020, tecnica mista acrilico su tela + contenuto multimediale tramite scan QRCode, 70x100 cm. Ombre del passato - 2022, tecnica mista acrilico e olio su tela + contenuto multimediale tramite scan QRCode, 50x70 cm. Odette - 2022, tecnica mista acrilico su tela + contenuto multimediale tramite scan QRCode, 50x70 cm.
elisabettaamoruso@virgilio.it elisabettaamoruso ElisabettaAmorusoArtist www.elisabetta-amoruso. jimdosite.com
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Gabriele Marchesi Scene di vita su tavola Di Daniela Malabaila
A
rtista pavese dall’innato talento, Gabriele Marchesi vanta un percorso artistico di assoluto riguardo ed in continuo arricchimento, grazie ai successi di critica e pubblico nelle ultime mostre personali e collettivi alle quali ha partecipato. L’iperrealismo, in cui si muove con grazia e consapevolezza, rende le sue opere, dal taglio fotografico, raffinate ed armoniose. L’artista ci pone di fronte ad una realtà contemporanea, attuale, che incontriamo normalmente nella vita quotidiana, ma indagata in modo molto scrupoloso, al punto di sentirsi davvero “esposti”
davanti alla realtà dell’opera. Ne abbiamo un esempio con “Ora... Fiera solitudine”, realizzata in grafite e pastello su tavola, suoi materiali d’elezione, ultimo passo per la realizzazione dell’opera dopo gli studi preparatori su carta. Osservando la scena dipinta da Marchesi, possiamo facilmente intuire la situazione in cui vertono le sorti di questa coppia di giovani amanti, o meglio dire, ex giovani amanti. Vediamo lei di schiena, una cintura a segnare il corpo flessuoso, nella mano destra un fiore appassito (la relazione amorosa ormai priva di contenuto), a destra un frammento di un’immagine di un lui ormai a margine della sua vita. Accigliato, osserva, ormai da lon-
tano, questa donna indipendente, raffigurata con i capelli raccolti in una stola azzurra, colore che porta con sè i concetti di profondità e spiritualità. Il dipinto nella sua intierezza evoca una ritrovata serenità ed un lungo cammino verso la consapevolezza. I protagonisti dell’opera hanno imparato qualcosa da questa esperienza, così come noi, catapultati nella loro dimensione e resi spettatori di uno spaccato di vita reale, denso di energia e buoni l propositi. s Gabriele Marchesi - Ora... Fiera solitudine 2017, grafite e pastello su tavola, 80x80 cm. Ultime esposizioni ANNO 2019-2020 - In permanenza presso VI.P. Gallery, Milano VIRGILIO PATARINI ARTE CONTEMPORANEA - Mostra Personale, 17-26 giugno 2020 alla VI.P. Gallery, Milano VIRGILIO PATARINI ARTE CONTEMPORANEA - ARTE e MODA III Edizione - Rassegna di Arte Contemporanea 16-26 febbraio 2020 ARCADIA ART GALLERY, Milano - ARTE e MODA IV Edizione - Rassegna di Arte Contemporanea 19-30 settembre 2020 ARCADIA ART GALLERY, Milano ANNO 2021 - In permanenza presso ARCADIA ART GALLERY, Milano - Collettiva "GRAN PREMIO ARCADIA" 6-18 ottobre 2020. ARCADIA ART GALLERY, Milano - Mostra Collettiva "VENICE START 2021" 18 settembre - 7 novembre 2021 ARTERMINAL DI VENEZIA - San Basilio ARTEVENTS by Mario Mazzoleni - PAVIART21 - MOSTRA MERCATO D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA 25/26 settembre 2021, Palazzo Esposizioni di Pavia BIANCOSCURO ANNO 2022 - Mostra Personale ARCADIA ART GALLERY, Milano, 10-20 marzo 2022.
INFO contatto@gabrielemarchesi.pavia.it Gabriele Marchesi
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Dante Hacked
Il progetto di Fabrizio Santona che si snoda tra linguaggio e tecnologia di Vincenzo
Chetta
U
n complesso progetto di 140 tavole da scoprire, analizzare e decifrare: un vero inferno all’interno del poema dantesco. Un lungo percorso fra linguaggio e tecnologia, arte e letteratura, ma soprattutto un confronto tra mac-
china ed uomo. Dante Hacked pone le sue basi sulle tavole dell’Inferno Dantesco, create dalla suggestione visiva di Paul Gustave Louis Christophe Doré, rielaborate da Fabrizio Santona in codice binario. Ci troviamo dunque di fronte ad un profondo viaggio nella lingua
e la contemporanea metamorfosi dei sistemi comunicativi dove numeri e codice binario si sostituiscono ai caratteri dando origine a nuovi criptati contenuti. Visione e scoperta a testimonianza di un periodo storico che vede l’uomo sempre più assistito dalla macchina e l’intelligenza artificiale pronta a sostituire l’intelligenza naturale, ormai rara. Quest’opera sfida l’osservatore alla ricerca di remoti significati celati all’interno delle immagini (turlupinando le macchine) testimoniando l’evoluzione dei linguaggi umani e dei suoi inferni contemporanei. L’estetica “pixelata” è la chiave di lettura che attraverso la censura di “bug” e “sbarramenti”, costruisce immagini paradossali che creano nuovi significati. Una cruda istantanea nella quale la percezione avviene grazie al contenuto illeggibile, indecifrabile anche per l’intelligenza artificiale oggi capace di “intuire” tutto il “sapere umano”. L’avventura nella selva oscura del decript è cominciata e vi porterà fino a Belzebù, principe di demoni e traditori. In questo luogo, armati di coraggio, sarà possibile attraverso le tavole, percorrere quel cammino ascoso ed infine tornare alla salita che ril porta nel chiaro mondo. s A sinistra Dante Hacked 2020, mixed media digital, 140x200 cm. Esposto ad ArtParma dal 12 al 20 marzo 2022 INFO www.dantehacked.com
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ORNELLA DE ROSA - DRO
BIG LOVE 2022, acrilico su tela, 80x120 cm. DRO 2022 N. 2
FB page: DRO ARTE
w w w. o r n e l l a d e r o s a . i t
-
FB profile: Ornella De Rosa
-
o r n e l l a 6 2 7 @ g m a i l . c o m
Art Fair
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Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions
Italia
MiArt 1-3 aprile 2022 www.miart.it
BERGAMO Bergamo Arte Fiera gennaio 2023 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 13-15 maggio 2022 www.artefiera.it
FORLI’-CESENA Vernice ArtFair marzo 2023 www.verniceartfair.it
Grand Art data da definire www.grandart.it
MONTICHIARI (BS) Expo Arte 6-8 maggio 2022 www.expoarteweb.it PADOVA Arte Padova 11-14 novembre 2022 www.artepadova.com
Arte Forlì Contemporanea dicembre 2022 www.fieracontemporanea.it GENOVA Arte Genova 8-10 aprile 2022 www.artegenova.com
PARMA ArtParma 1-2 e 7-8-9 ottobre 2022 www.artparmafair.it
ROMA Roma Arte in Nuvola 17-20 novembre 2022 www.romaarteinnuvola.eu
TORINO Artissima 4-6 novembre 2022 www.artissima.art
Europe
AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair october 27-30, 2022 www.affordableartfair.com BARCELONA (ES) Loop Fair november, 2022 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 16-19, 2022 www.artbasel.com
Flashback 4-6 novembre 2022 www.flashback.to.it Liste Basel june 13-19, 2022 www.liste.ch VENEZIA La Biennale di Venezia 23 apr. - 27 nov. 2022 www.labiennale.org
Rhy Art Salon Basel june 16-19, 2022 www.rhy-art.com BERLIN (DE) Berlin Art Week september 14-18, 2022 www.berlinartweek.de
PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
PAVIA PaviArt 29 apr. - 1 mag. 2022 www.paviart.it MILANO Mia Photo Fair 28 apr.-1 mag. 2022 www.miafair.it
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Pavia Art Talent 27-27 novembre 2022 www.patpavia.it
VERONA ArtVerona 14-16 ottobre 2022 www.artverona.it
Positions Berlin september 15-18, 2022 www.positions.de
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BRUXELLES (BE) Art Brussels april 28-may 1, 2022 www.artbrussels.com Brafa june 19-26, 2022 www.brafa.be CHESTER (UK) Chester Arts Fair november, 2022 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (DE) Art Cologne november 16-20, 2022 www.artcologne.com GENEVE (CH) Art Genève march, 2023 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (DE) Art Karlsruhe july 7-10, 2022 www.art-karlsruhe.de
INNSBRUCK (AT) Art Innsbruck october 27-30, 2022 www.artfair-innsbruck.com
ISTANBUL (TR) CI contemporary istanbul – 20 GENNAIO september2019 19-23, 2022 O FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com
A INTERNAZIONALE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO
rincipale A
11.00 – 1900 – 1700
LISBOA (PT) Arco Lisboa may 19-22, 2022 www.ifema.es/arco-lisboa
LONDON (UK) Frieze London october 12-16, 2022 www.frieze.com London Art Fair april 20-24, 2022 www.londonartfair.co.uk MADRID (ES) Arco Madrid february 22-26, 2023 www.ifema.es/arco-madrid
World CAPE TOWN (ZA) Investec Cape Town Art Fair february 17-19, 2023 investeccapetownartfair.co.za CHICAGO (USA) Expo Chicago april 7-10, 2022 www.expochicago.com
Art Madrid february, 2023 www.art-madrid.com
DUBAI (UAE) Art Dubai march 3-5, 2023 www.artdubai.ae
MARBELLA (ES) Art Marbella november 4-14, 2022 www.marbellafair.com
HONG KONG (CN) Art Basel Hong Kong may 27-29, 2022 www.artbasel.com
MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo july 14-16, 2022 www.artmontecarlo.ch MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 9-13, 2022 www.mag-swiss.com PARIS (FR) Art Paris april 7-10, 2022 www.artparis.com VIENNA (AT) Vienna Contemporary september 22-25, 2022 www.viennacontemporary.at ZURICH (CH) Art International Zurich october 13-16, 2022 www.art-zurich.com
Affordable Art Fair may 12-15, 2022 www.affordableartfair.com LOS ANGELES (USA) LA Art Show february 15-19, 2023 www.laartshow.com MELBOURNE (AUS) Affordable Art Fair september 1-4, 2022 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february, 2023 www.zonamaco.com
MIAMI BEACH (USA) Art Basel Miami Beach december 2-5, 2021 www.artbasel.com NEW DELHI (IND) India Art Fair april 28-may 1, 2022 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) ArtExpo NewYork april 7-10, 2022 www.artexponewyork.com SHANGHAI (CN) Shanghai Art Fair september, 2022 www.sartfair.com SIDNEY (AUS) Affordable Art Fair june 2-5, 2022 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march, 2023 www.artfairtokyo.com TORONTO (CDN) Art Toronto october 27-30, 2022 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver may 5-8, 2022 www.artvancouver.net Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale: w w w.b ian c o s c u ro.it /ar t -fai r s
nsbruck.com
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B I L LY R A Y A R T GALLERY
Franco Rognoni in mostra - Dagli anni ‘60 a seguire dal 23 aprile al 1º maggio 2022 Inaugurazione 23 aprile ore 18.30 BillyrayArt di Valentino Spelta Modern and contemporary Art Gallery instagram.com/billyrayvalentino
-
www.billyrayart.com
biancoscuro
La Biennale di Venezia 59. Esposizione Internazionale d’Arte di Vincenzo
Chetta
“I
l latte dei sogni”, questo il titolo della Biennale d’Arte di Venezia 2022, curata da Cecilia Alemani e presieduta da Roberto Cicutto. “La mostra Il latte dei sogni prende il titolo da un libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011) - spiega Cecilia Alemani - in cui l’artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé. L’esposizione Il latte dei sogni sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano. Distribuite lungo il percorso espositivo al Padiglione Centrale e alle Corderie, cinque piccole mostre tematiche a carattere storico costituiscono una serie di costellazioni nelle quali opere d’arte, oggetti trovati, manufatti e documenti sono raccolti per affrontare alcuni dei temi fondamentali della mostra. Concepite come delle capsule del tempo, queste micro-mostre forniscono strumenti di approfondimento e introspezione, intessendo rimandi e corrispondenze tra opere storiche e le esperienze di artiste e artisti contemporanei esposti negli spazi limitrofi. Le capsule tematiche arricchiscono la Biennale con un approccio trans-storico e trasversale che traccia
somiglianze ed eredità tra metodologie e pratiche artistiche simili, anche a distanza di generazioni, creando nuove stratificazioni di senso e cortocircuiti tra presente e passato: una storiografia che procede non per filiazioni e conflitti ma per rapporti simbiotici, simpatie e sorellanze.” La pre-apertura della 59. Esposizione Internazionale d’Arte avrà luogo dal 20 al 22 aprile e la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà il 23 aprile. La mostra sarà visitabile fino a domenica 27 novembre 2022 e si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 213 artisti provenienti da 58 nazioni. Sono 1433 le opere e gli oggetti esposti, 80 le nuove produzioni. L’Esposizione Internazionale sarà affiancata da 80 partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, promosso dal Ministero della Cultura, sarà a l cura di Eugenio Viola. s
Roberto Cicutto e la curatrice Cecilia Alemani Ph. Andrea Avezzu. Courtesy La Biennale
Geumhyung Jeong, Toy Prototype, 2021 Ph.Kanghyuk Lee © Geumhyung Jeong
Grazia Varisco, Schema luminoso variabile Ph.Thomas Libiszewski. Courtesy Arc. Varisco
Sara Enrico, The Jumpsuit Theme, 2017 Ph. Emanuele Pensavalle Courtesy PAV Parco Arte Vivente
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MIA Fair – Milan Image Art Fair Ritorna nella sua consueta collocazione primaverile di
Flavio Ennante
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arà ancora SUPERSTUDIO MAXI a Milano, dal 28 aprile al 1° maggio con inaugurazione mercoledì 27 aprile 2022, a essere la casa di MIA Fair. Tra le novità più importanti si segnala l’entrata di MIA Fair nel gruppo Fiere di Parma. L’amministratore delegato di Fiere di Parma, Antonio Cellie, dichiara: “Questa alleanza fieristica conferma la nostra stima nella famiglia Castelli e la fiducia nel loro progetto che, insieme, faremo crescere ulteriormente, facendo leva anche sul nostro network internazionale di A sinistra: Larissa Ambachtsheer, Red Lemon, 2017, fine art print, Courtesy Project 2.0 / Gallery Den Haag Sotto: Ryan Mendoza, Lara in Simpsons Living Room, 2021, giclée canson rag photo, 99x132 cm. Courtesy Luigi Solito Galleria Contemporanea
buyers e collezionisti costruito in 30 anni di Mercanteinfiera. L’obiettivo comune è quello di proiettare il salone milanese tra le prime fiere al mondo del settore grazie alla straordinaria e vivace contemporaneità dell’evento e dei suoi espositori”. L’artista olandese Larissa Ambachtsheer (1993) firma l’immagine coordinata di MIA Fair, con opere tratte dalla serie You Choose, I seduce (2017). Le sezioni MIA Fair sono: la Main section che accoglierà espositori selezionati dal comitato scientifico della fiera; la Beyond Photography-Dialogue, curata da Domenico de Chirico e riservata alle gallerie che promuovono le generazioni più recenti di artisti internazionali; Unexpected, a cura di Micaela Flenda, che propone opere dove il medium fotografico esplora la trasformazione dei processi culturali contemporanei. Fiere di Parma ha istituito un fondo di 20.000 € da impiegare per l’acquisto di opere, da parte di una commissione composta da Fabio Castelli ed esponenti dello CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, opere che entreranno a far parte della collezione Fiere di Parma. Un fiore all’occhiello di MIA Fair è il programma culturale che, nei giorni di apertura, organizzerà incontri e talk su alcuni dei temi più attuali nel campo dell’arte e della fotografia. Tra questi, l’approfondimento sulle opere d’arte realizl zate con la tecnologia NFT. s
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miart 2022 Primo movimento di Vincenzo
Chetta
M
iart si fa capofila dell’avvio di una nuova fase, il primo movimento di una nuova sinfonia, in un aprile denso di importanti appuntamenti per il mondo dell’arte. 151 le gallerie provenienti da 20 Paesi divise in 3 sezioni: Established, Emergent, Decades. Giunta alla sua 26ª edizione e diretta per la seconda volta da Nicola Ricciardi resta un appuntamento imprescindibile per il pubblico e i collezionisti italiani e internazionali alla ricerca di grandi capolavori del Novecento. Miart aprirà dal 1° al 3 aprile con anteprima VIP il 31 marzo 2022. Per la prima volta le sezioni della fiera sono state ricondotte a tre: Established, la sezione principale che ospita in modo inedito gallerie che espongono opere della più stretta contemporaneità assieme a quelle dedicate all’arte del XX secolo, non tralasciando quelle attive nel design da collezione e d’autore; Decades, a cura di Alberto Salvadori, che esplora la storia del secolo scorso; Emergent, la sezione a cura di Attilia Fattori Franchini dedicata alle giovani gallerie e che ecce-
zionalmente verrà posta all’ingresso del percorso espositivo. Si rinnova la collaborazione con Intesa Sanpaolo che supporta miart in qualità di main partner. Confermato anche per questa edizione il Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera Milano del valore di 100.000 € destinato a opere d’arte che andranno a implementare la Collezione di Fondazione Fiera Milano, oggi ospitata all’interno della Palazzina degli Orafi, che attualmente si compone di oltre 100 lavori. Oltre al Fondo sono stati confermati anche i principali premi: il Premio Herno, assegnerà un riconoscimento di 10.000 € allo stand con il miglior progetto espositivo; il Premio LCA per Emergent, del valore di 4.000 €; il Premio Acquisizione Covivio che selezionerà un artista a cui commissionare un’opera site specific con un investimento fino a 20.000 €. Attraverso tutto questo, miart vuole essere un invito a muoversi insieme nella consapevolezza che l’esecuzione di una sinfonia è possibile solo attraverso la collaborazione e la coesione tra bacchetta, avambracci, mani, dita, sguardi, gesti e, l non ultimo, pubblico in sala. s
Milano Art Week
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La Milano ArtWeek è la settimana dedicata all’arte moderna e contemporanea, frutto della stretta collaborazione con miart e con le principali istituzioni pubbliche e private milanesi che si occupano di arte contemporanea. Milano ArtWeek propone un ricco programma di esposizioni, iniziative, performance, inaugurazioni e aperture speciali che attrae ogni anno un pubblico milanese, europeo e internazionale. Anche quest’anno questo appuntamen-
Nella pagina alcune foto dell’edizione 2021
to con l’arte contemporanea dà il segno della vitalità delle Istituzioni e delle gallerie che operano nel settore, importante volano per la ripartenza della città e del suo sistema culturale. Tutti i soggetti coinvolti partecipano aprendo i propri spazi espositivi e offrono, ove non sia possibile farlo in presenza, contenuti di approfondimento on line e in streaming. Il programma completo è disponibile sul sito www.milanoartweek.it 105
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Art Parma Fair In contemporanea al Mercante in fiera di
Lo stand BIANCOSCURO
Flavio Ennante
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ncora una volta Art Parma Fair si è rivelata una valida vetrina per l’Arte moderna e contemporanea, migliaia gli appassionati d’arte che hanno potuto visitare la fiera dedicata all’arte moderna e contemporanea. Le ottime vendite dell’edizione precedenti avevano fatto ben presagire, presagio che non si è smentito e che ha confermato l’importanza di una piazza come Parma, che a buon titolo può collocarsi tra le fiere più importanti d’Italia. Un collezionismo colto e sofisticato, che viene dall’imprenditoria e dall’industria, percorre il padiglione cercando le opere di autori importanti come Hirst, Christo, De Chirico, Warhol, Kostabi, Koons, Schifano, Rotella, Pistoletto, Boetti, solo per citare alcuni. Molto attuale l’intervento di Sebastiano Furlotti curato da Galleria Centro Steccata di Parma, un enorme arazzo contro la guerra in Ucraina, dimensione 7 metri per 5, dal titolo “Per chi suona la campana”, opera realizzata cucendo stoffe gialle, azzurre e ros-
se. “Vogliono dividere gli uomini, strapparli e allontanarli, ma loro saranno per sempre uniti. Diversi come queste stoffe ma ‘cuciti’ da un vincolo che non può essere spezzato: quello di essere uomini” afferma l’artista Sebastiano Furlotti. L’edizione primaverile ha permesso inoltre di mostrare al pubblico le opere di talentuosi artisti contemporanei selezionati da BIANCOSCURO tramite il progetto NewArt Promotion. Gli artisti hanno avuto la grande occasione di esporre a fianco a grandi esponenti dell’Arte. BIANCOSCURO, come di consueto, era presente anche con il suo stand editoriale. La prossima edizione è prevista per l’autunno, sempre in concomitanza con Il Mercante in Fiera Attendiamo impazienti la prossima edizione autunnale di ArtParma Fair, sicuri di trovare come sempre qualità sotto ogni punto l di vista. s
Opere di Giorgio De Chirico
Opere di Peter Hide311965 e Giorgio Gost
Il numeroso pubblico presente in fiera
Sebastiano Furlotti e l’arazzo contro la guerra
BIANCOSCURO ha presentato gli artisti internazionali: Peter Hide311065, Mattia Consonni - Musica per gli occhi, Igor Grigoletto, Elisabetta Bosisio, Claudio Elli, Isabella Rigamonti, Giorgio Gost, Andrea Bassani, Fabrizio Santona, Paola Caenazzo, Gian Reverberi, Antonio Mancini, Flora, Cor Fafiani.
Giuseppe Grieco EditorDreams artesuvetrina@virgilio.it www.editordreams.it UOVO FRITTO COSMICO 2016, surreale formale, tecnica mista con acrilico su tela, 50x50 cm.
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ArteGenova 2022 Al Padiglione Blu nel moderno Waterfront di Levante di
Ettore Tiretto
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a 17ª ArteGenova, Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, si terrà dall’8 al 10 aprile al padiglione Blu della Fiera di Genova. Dopo la demolizione di alcuni palazzi ed edifici abbandonati nonché dei padiglioni C e D e della vecchia biglietteria, il polo fieristico si è completamente trasformato e vede una nuova darsena ed un nuovo parco urbano. È in corso anche la riqualificazione del Palasport. Il progetto, denominato Waterfront di Levante è dell’architetto Renzo Piano. In questo moderno contesto, dopo la pausa forzata del 2021, si riapre il sipario genovese sui capolavori dell’arte che vanno da metà Ottocento agli anni Settanta del Novecento e poi alle nuove tendenze. Nei tre giorni di apertura, il pubblico avrà modo di avvicinarsi alle opere, selezionate da galleristi di alto livello, per una la manifestazione con una ricercatissime opere di assoluto pregio. Tra le firme di spicco: Balla, Fontana, Castellani, Bonalumi, De Chirico, Siro-
ni, Capogrossi, Burri, Casorati, Morandi, Boetti, Schifano, Pomodoro, Isgrò, Simeti tra gli altri. Organizzata da Nord Est Fair, ArteGenova è cresciuta affermandosi come manifestazione di riferimento, avvicinando un vasto pubblico che nell’ultima edizione del 2020 ha toccato i 20.000 visitatori. Le tante presenze confermano le due vocazioni di questa esposizione: da un lato un appuntamento irrinunciabile per chi vuole investire nell’arte, dall’altro un evento culturale che incuriosisce un pubblico di appassionati d’arte. ArteGenova sarà anche occasione per accogliere provocazioni e curiosità espresse nella vetrina Contemporary Art Talent Show (C.A.T.S.), sezione di arte accessibile dove trovare opere di protagonisti emergenti dal costo inferiore ai 5.000 euro. C.A.T.S. è una scommessa nata nove anni fa per creare un contatto diretto con giovani artisti a cui sarà rivolto un premio speciale per la migliore opera, disposto da Banca Mediolanum, che dal 2018 è sponsor di l ArteGenova. s
Sopra alcune foto dell’edizione 2020
Paola
ESPOSITO p.expo_art p.expo_art
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ALKIMIA 2021, plexiglas e marmo
RAFAEL ESPADA rafespada47@gmail.com
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Senza titolo - 2016 - nylon e acrilico su tela, 30x30 cm.
Senza titolo - 2016, rame, cellophane e acrilico su tela, 30x30 cm.
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Vernice Art Fair 2022 Soddisfazione alla 19ª edizione di
Ettore Tiretto
S
i è conclusa con la consegna dei premi della 19ª edizione del concorso internazionale “Coinè per l’Arte”, l’edizione 2022 di Vernice Art Fair, la mostra-mercato d’arte contemporanea che continua a riscontrare il gradimento sia degli artisti, oltre 450 quelli presenti, che del pubblico. Numerose le presenze registrate in fiera: appassionati, critici, galleristi e tanti giovani attratti dalle nuove tendenze delle arti visive in mostra a Forlì. Grande riscontro anche per il progetto collaterale di Renzo Nucara, realizzato in collaborazione con Biancoscuro Art Magazine, “Monky – The (not) Impossible Battle”, un interessante evento dal risvolto sociale che ha voluto sensibilizzare il pubblico sull’attuale problema dell’inquinamento ambientale ed al tempo stesso un gioco-ludico-amaro, una provocazione, una sfida. Nella competizione in palio un “MonkyCoin” realizzato in plexiglass da Renzo Nucara, in edizione limitata di 100 copie, aggiudicato da Matteo, che con 19.800 punti si è aggiudicato la sfida! Presso lo stand BIANCOSCURO, sono state anche presentate le nuove opere ed i nuovi NFT di Nucara, con protagonista Monky.
Il concorso “Coinè per l’Arte”, ha portato a selezionare ben 22 opere esposte durante i tre giorni di “Vernice”. Il Premio della stampa è stato assegnato al Gianni Depaoli con l’opera “Solo” del 2020, tecnica mista su fibra, pelle e inchiostro di calamaro, metacrilato. Il primo premio ex aequo è stato assegnato a Silvana Di Lorenzo con l’opera fotografica “A holdin space 1” e a Claudio Orlandi con l’opera fotografica “Ultimate Landscapes 6-10”. Secondo classificato Davide Guccione con l’opera “Hellen Merrill”, del 2018, realizzata con vernice e ruggine su lastra di ferro. Terzo classificato Cristian Cimatti con la scultura “Bacio” del 2021. In questa edizione Vernice Art Fair ha deciso di promuovere l’alta formazione artistica grazie alla presenza di importanti Accademie italiane, premiando un allievo per ogni istituto. Per l’Accademia di Bologna è stata premiata Alice Galli con l’opera “Un giardino tutto per sé”. Per l’Accademia di Ravenna è stato premiato Misho Stojanovski con l’opera “Conflictus”. Infine il premio all’Accademia di Verona è andato a Marco Vaccaro con l l’opera “Rinascimento”. s
Il Monky Coin di Renzo Nucara
Il pubblico presente in fiera
Lo stand evento MONKY the not impossible battle
L’installazione di Ignazio Fresu
I partecipanti alla sfida di MONKY e sotto Matteo il vincitore della competizione
In mostra a Vernice Art Fair le opere di Renzo Nucara per l’evento speciale “Monky the (not) impossible battle” In mostra a Vernice Art Fair nello stand BIANCOSCURO le opere di: Pier Bertolo, Svetlana Borisova, Elisabetta Bosisio, Rosanna Carlini, Gianni Depaoli, Claudio Detto, Claudio Elli, Rosa Maria Falciola, Laura Fasano, Igor Grigoletto, Francesco Invernici, Luigi Marano, Ruggero Marrani,, Mauro Pavan, Pupi Perati, Carlo Alberto Perillo, Umberto Pettene - UpArt, Mirko Roncelli, Massimo Savio, Massimo Soldi, Anastasia Yanchuk - Nati, Gian Luca Zuccarello, Gabriele Marchesi, Eugenio Cerrato
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on il potente motore del veivolo che univa la tecnologia solare con quella all’idrogeno, raggiungemmo velocemente l’Ucraina, per la precisione il sito archeologico della Tomba di Pietra, Kamyana Mohyla, posta alle spalle del fiume Molochna, nella pianura vicina al villaggio Terpinnya, nell’Oblast’ di Zaporižžja. Si affaccia sul litorale del Mar Nero, anch’esso parte dell’antica Tetide, che si confermava un “luogo” comune. Le ricerche precedenti dell’archeologa e linguista Lituana Marija Gimbutas sulle culture del Neolitico, ci erano state preziose per comprendere e collegare meglio. Ma noi, qui in Ucraina, stavamo indagando periodi precedenti, dall’Aurignaziano (70.000 a.C.) al Mesolitico (10000 a.C.). L’Ucraina è sempre stata il granaio nord-orientale-europeo con i suoi 32,5 milioni di ettari di terra fertile e coltivabile, un paesaggio agrario, boschivo, molto simile all’Italia, zone importanti d’abitazione di comuni antenati. Anche dette le “terre nere” (Chernozem) per una percentuale molto elevata di humus e minerali importanti, la loro fertilità è così elevata che non richiede l’utilizzo di particolari trattamenti e cambi di culture. Anche gli Arawakan caraibici creavano “terre nere” ad Aruba per la coltivazione e gli Etruschi le ricercavano. L’agricoltura era un filo conduttore.
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” Kamyana Mohyla © Photo by Adele Arati
Il 15 maggio 2017, fu l’ultimo giorno nella leggendaria Khara Khoto e avevamo trascorso due anni nel deserto, per trovare la via di mezzo di una verità nascosta sull’euroasiatico Popolo 00. Arivle ci aveva raggiunto per riportarci a Parma, ma durante la cena per intrattenerci ci raccontò della dimenticata leggenda dell’immortale Tangir, dei popoli dell’acqua e del suo viaggio di andata e ritorno di 40.000 anni fa. Essa aveva condotto una parte del suo popolo in salvo dall’altra parte del mondo, per poi seminare la cultura che aveva lasciato nella Patria Madre, durante il suo cammino e, infine, tornare alla sua prima casa 26000 anni dopo. Quella non fu la solita notte: dentro di me il Mito si ramificò all’interno delle mie ricerche e mi apparve un quadro di fili intrecciati, con una logica non più nascosta e affascinante. Quindi l’indomani proposi di passare da un luogo particolare, toccato dal lungo pellegrinare di Tangir. Non sarebbe stato un problema organizzativo ed economico, considerando che avevamo a disposizione l’aereo privato dell’Istituto sperimentale. Eravamo sulle tracce del suono matematico dell’acqua, da cui era nata: passi che mi stavano indicando la strada per comprendere chi eravamo e ricordare chi ero. Dal 16 al 20 maggio 2017, dall’aeroporto di Ulambadar a bordo dell’ibrido VeliMana, guidato da Arivle, iniziammo il viaggio di ritorno, passando dall’Ucraina e poi verso Parma, in Italia. Algoritmi, pensavo: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (A. Lavoisier 1789). Nei linguaggi di programmazione vi è un codice binario che Crea_R_Evolve, un procedimento che risolve un determinato problema attraverso un numero finito di passi elementari infiniti. Ero su quei passi, per creare appunti a cui ancorarmi.
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[28ª puntata]
Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere
Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Kamyana Mohyla
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Quella tradizione agricola millenaria, nata in precedenza in Italia già nel Paleolitico, dato confermato dai ritrovamenti a Bilancino, in Toscana, di una farina ottenuta da micro granuli di Typha, su pietre preistoriche a forma di macina, mortaio e alcuni pestelli, datati già a 30000 anni fa, in territori che millenni dopo divennero etruschi. Per questi motivi, ventiduemila anni fa, un popolo proveniente dalla Siberia e dalla Mongolia, per difesa qui si stanziò, portando con se la sua antica e oracolare cultura. Ma quel popolo ne aveva già fatta tanta di strada, erano i nostri antenati euroasiatici del Nord, probabilmente partiti dalla penisola italica diciottomila anni prima. La probabile causa che innescò quell’ancestrale immigrazione fu un’imponente eruzione del super vulcano dei Campi Flegrei, in Italia nel 40000 a.C. .Essa generò due susseguenti colonne di ceneri e gas, alte fino a quarantaquattro chilometri, seguite da colate laviche lunghe settanta, che collassando inondarono tutto il territorio, mettendo fine alle tribù stanziali di Neanderthal. Ma un popolo più progredito, appena più a nord d’Italia, riuscì a fuggire nell’attuale Siberia del Sud. In questo scenario epocale, una donna immortale portò il suo popolo in quella terra lontana dal cuore di Tetide e all’incontro culturale con antichi cugini. Restò al suo confine, per poi tornare in seguito e ricongiungersi con i sopravvissuti rimasti nel cratone Italico. La leggenda raccontata da Arivle si poteva ipotizzare avere un senso logico. Arivle, a Kamyana Mohyla, aggiunse: “Questo luogo si pensa sia l’ancestrale origine dell’Aratta Sumera, legata anche ad Harappa in India, e presenta similarità con L’Ayo Rocks di Aruba per le incisioni che conserva, isola preistorica caraibica degli ultimi Arawakan. Come quest’ultima, la forma di questa collina di sabbia, ricorda molto i tumuli funerali kurgan della Mongolia”. Questa è una collina megalitica, sorta da un’arenaria dell’antico ed esteso oceano Tetide. Divenne poi un’isola del vicino fiume, in cui esseri umani scavarono una sessantina di grotte e le incisero con una proto scrittura. La sua antica appartenenza al fiume Molochna, la lega alla funzione conduttrice dell’acqua, intesa come via di comunicazione, in cui le spirali del Mana, l’energia spirituale alla base dell’esistenza, venne utilizzata. Questi erano i popoli di mare e di fiume, delle vie dell’acqua, come la Sardegna e l’antico cratone Italico. Sapevamo che i Neanderthal e i Denisova, ormai diffusi in vasti territori sino in Tibet, avevano avuto le prime intuizioni dei segni significanti già dal Paleolitico, con una sorta di scrittura a orme di mani, punti e linee. Kamyana Mohyla © Photo by Adele Arati
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Ma in questo luogo i Cro-Magnon (partendo presumibilmente dalla contaminazione di quelle culture, considerando i ritrovamenti delle grotte francesi) attuarono il salto di specie verso l’alfabetizzazione. Simboli di un proto-Sumero, eseguiti sin dalla più remota preistoria da piccole mani di donne, che narravano, fondando Kamyana Mohyla (la futura Aratta Sumerica) dalle ceneri della civiltà Siberiana di Mal’ta- Buret’ e dalle esperienze fatte nelle precedenti migrazioni. Era forse la lingua Madre? Teoria già in parte intuita dal dottor Yuri Shilov, nel libro edito nel 2015 sulla storia antica di Aratta-Ucraina, “Ancient History of Aratta-Ukraine (20.000 BCE – 1.000 CE)”, in cui non solo descrive le origini paleolitiche di Aratta e le fondamenta della civiltà indo-europea, ma evidenzia anche i precetti di Aratta, rilevanti per tutte le successive civiltà. Inoltre ricompone i precedenti studi del 1889 dell’archeologo russo Nikolay Veselovsky, del 1930 di Valentin Danylenko, quelli degli anni ‘90 del sumerologo Anatoly Kifishin che, nel 2001, compara i petroglifi di Kamenna Mohyla a quelli di Çatal Hüyük dell’Anatolia e conclude che entrambi sono legati alla scrittura cuneiforme sumera. Nel 2006 il governo ucraino ha nominato il sito per l’inserimento nel Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il sito santuario fu frequentato dal Paleolitico al Neolitico, perciò per la sovrapposizione di tracce temporali ha creato più datazioni sulla sua origine, ma una raffigurazione di mammut sposterebbe la datazione indietro nel tempo: da qui nasce l’ultima ricerca e ipotesi del dottor Yuri Shilov, a cui ci agganciammo aggiungendo altri riferimenti. Il salto di 20.000 anni di eventi non scritti tra l’Eurasiatica cultura Kurgan, l’antenata di 4.000 anni fa e quella di 24.000 anni fa di Mal’ta- Buret’, si stava colmando e ci conduceva anche in Mesopotamia, oltre al tentare di tornare da dove anche noi eravamo partiti. Quegli antenati fantasma, così chiamati per il recente ritrovamento del loro frammentato DNA nelle attuali popolazioni, in questi territori hanno lasciato impronte archeologiche megalitiche, simili alle aree africane, europee, oceaniche amerinde e puramente mediterranee. Le loro reali origini primordiali ed una roccia incisa a forma di serpente d’acqua, qui a Kamyana Mohyla, ci riportava a quella africana di 70.000 anni fa. Ormai era la sera del 18 maggio e, in riferimento di quegli appunti, potevamo anche noi ipotizzare che l’antica patria di Aratta Sumera poteva essere l’antenata Kamyana Mohyla. In seguito maturata anche nella civiltà di Trypllya da antenati rimasti in questi luoghi, quella cultura di Tripoli che fiorì in Kamyana Mohyla © Photo by Adele Arati
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Ucraina tra il quinto-secondo millennio a.C. ci ha lasciato reperti molto interessanti: spirali, ceramiche, capanne e statuine femminili. Anche qui vi furono ritrovate delle statuette della Signora Bianca “Kalbakh Tash”, uccello della morte e rinascita, congiunzione di un viaggio tra il trapasso e la rinascita, come la farfalla Megalitica di Monte Caprione, in Italia. L’eterno parto della circolarità della vita tra i tre universi attraverso il ciclo dell’acqua, rappresentava molto di più del concetto di fertilità: una società pacifica, armoniosa che conosceva una verità dimenticata. Anche qui a Kamyana Mohyla, erano presenti dei Menhir, molto più antichi di quelli Balbal Kurgan Mongoli, a testimonianza di un percorso di pellegrinaggio avvenuto. apPunto 25a: “Tutto è campo per ogni campo in Trasformazione in Crea_R_EvoluZione, quindi proiettato al futuro e in un’infinito, ma finito, di passi elementari”.
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Per maggiori informazioni www.adelearati00.com www.appunti00.com
Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere e il reale si unisce all’intreccio del Filo virtuale della Fantasia Crea_R_ Evolutrice. Una Linea aKa, presente in ogni mia opera, dove tutto ebbe un 00_R_Inizio, in questa saga artistica Fanta-ma-Scientifica, per il bene comune Finito-ma-Infinito, in memoria del Popolo_00. Testi liberamente tratti dai miei futuri Romanzi Artistici Fanta-ma-Scientifici. <Opere d’art’è di Scrittura CreAttiva, aaParole con apPunti, Tavole AlgoRitmiche d’artiStà>
[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO
Adele Arati artiStà
Il 20 maggio 2017 ormai avevo appuntato molti indizi culturali sulle ipotesi delle origini dimenticate, ma avevamo indagato solo i periodi dall’Aurignaziano (70.000 a.C.) al Mesolitico (10.000 a.C.), quelli dei mitici scontri. Capivo che non era ancora il momento di andare a definire le origini “00”, dovevamo prima esplorare la fondazione di una civiltà unica nel suo genere, che aveva conservato e si pensa abbia tramandato degli antichi saperi: gli Etruschi Italici, chiamati anche Rasna. Tracce d’acqua alla base delle civiltà.
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Brescia Photo Festival 2022 Le forme del ritratto nella fotografia di
Ettore Tiretto
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Vittorio La Verde Pier Paolo Pasolini nel suo studio, nella casa di via Eufrate 9 a Roma 1965 A destra: Edward Weston Bertha Wardell, Nude 1927, gelatin silver print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
l 31 marzo si è aperta la V edizione della rassegna “Brescia Photo Festival”, iniziativa promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Ma.Co.f - Centro della fotografia italiana, con la curatela artistica di Renato Corsini. Quest’anno il tema dell’evento dedicato alla fotografia è “Le forme del ritratto”. Le mostre sono visitabili in Brescia e provincia, precisamente al Museo di Santa Giulia, alla Pinacoteca Tosio Martinengo, al Mo.Ca. -Centro per le Nuove Culture, al Museo di Scienze Naturali e presso la Fondazione Vittorio Leonesio di Puegnago del Garda. Al Museo di Santa Giulia possiamo visitare la mostra tematica sulla storia del ritratto dal dagherrotipo al selfie e l’importante “WESTON. Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi”, in cui vediamo per la prima volta in Italia gli scatti di Weston a fianco di quelli dei suoi due figli Brett e Cole e della nipote Cara. Oltre ai Weston, il Brescia Photo Festival celebra Pier Paolo Pasolini, con la mostra di ritratti “Pier Paolo” (che già nel titolo identifica una visione intimista del grande intellettuale), allestita presso il Mo.Ca., luogo che ospita anche un focus sui ritratti al femminile di Maurizio Frullani nella “sua” Eritrea, oltre alle fotografie di Mario Dondero, Fabrizio Garghetti, Gian Paolo Barbieri e Santi Visalli e N.V. Parekh con i suoi famosisl simi reportage da Mombasa. s
BRESCIA PHOTO FESTIVAL Le forme del ritratto 31 marzo - 24 luglio 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo di Santa Giulia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Mo.Ca e altre sedi, Brescia INFO T. +39 030 2977833 Tutti i giorni 10.00 - 18.00 Lunedì chiuso Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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Ferdinando Scianna Il racconto di un viaggio nella memoria di
Daniela Malabaila
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l Piano Nobile di Palazzo Reale a Milano, è la location perfetta per la grande mostra antologica dedicata a Ferdinando Scianna, “Viaggio Racconto Memoria”, curata da Paola Bergna, Denis Curti e Alberto Bianda, art director della mostra, promossa e prodotta da Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei. “Una grande mostra antologica come questa di Milano è, per un fotografo come me, un complesso, affascinante e forse anche arbitrario viaggio nei sessant’anni del proprio lavoro e nella memoria. Ecco già due parole chiave di questa mostra e del libro che l’accompagna: memoria e viaggio. La terza, fondamentale, è racconto. Oltre 200 fotografie divise in tre grandi corpi, articolati a loro volta in ventuno sezioni tematiche. Questo tenta di essere questa mostra, un racconto e un viaggio
nella memoria. La storia di un fotografo in oltre mezzo secolo di fotografia”, dichiara Ferdinando Scianna. La rassegna attraversa appunto l’intera carriera del grande fotografo siciliano e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo, costruito su diversi capitoli e varie modalità di allestimento. D’altronde in 60 anni di carriera, i racconti di Scianna sono stati tanti e con tematiche diverse: l’attualità, la moda, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare. Importante è scoprire come tutti i filoni narrativi da lui descritti siano legati da un filo conduttore: la ricerca di una l forma definita, nel caos della vita. s A destra: Ritratto di Ferdinando Scianna Sotto: Makkalè, 1984 © Ferdinando Scianna
FERDINANDO SCIANNA
Viaggio Racconto Memoria 22 marzo – 05 giugno 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 8846 5230 Tutti i giorni 10.00 - 19.30 Giovedì 10.00 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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BOSISIO info@elisabettabosisio.it www.elisabettabosisio.it Il seme fusione di cera d’api, resina damar e pigmenti 2020, 80x80 cm.
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Dove il reale diventa straordinario La street photography di Vivian Maier ai Musei Reali di
Lucia Garnero
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rrivata in Italia dopo la prima tappa al Musée du Luxembourg di Parigi e aperta al pubblico alle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino dal 9 febbraio al 26 giugno 2022, la mostra “Vivian Maier. Inedita” si prefigge di raccontare aspetti poco noti della misteriosa vicenda umana e di esplorare scatti inediti di una vasta produzione, con oltre 250 immagini, dieci filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e oggetti che sono appartenuti all’artista. Curata da Anne Morin, è co-organizzata da diChroma e dalla Réunion des Musées Nationaux - Grand Palais, prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali e il patrocinio del Comune di Torino, e sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale. Nata nel 1926 a New York da genitori europei, trascorre la maggior parte della sua giovinezza in Francia, dove comincia a scattare le prime fotografie; torna a vivere negli Stati Uniti nel 1951 e inizia Vivian Maier - Chicago, IL, 1960 gelatin silver print, 2020 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY Vivian Maier - Untitled Gelatin silver print, 2020 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
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luce la sua opera riuscisse ad incontrarla. Il percorso espositivo si sviluppa al piano terreno dei Musei Reali di Torino, esattamente 63 anni dopo il viaggio in Italia dell’artista nel 1959. Proprio in quell’occasione iniziò dal mercato di Porta Palazzo, proseguì per il santuario della Consolata, si inoltrò nell’area archeologica della Porta Palatina, dove riprende lo stesso Palazzo Chiablese che oggi ospita la sua mostra, concludendo lungo l’asse piazza Castello, via Roma e piazza San Carlo. Questi gli scatti del suo viaggio in Italia. >>> a lavorare come tata per diverse famiglie. Non esce mai di casa senza la macchina fotografica e scatta una quantità così numerosa di rullini da non riuscire a svilupparli tutti. Tra la fine degli anni novanta e il nuovo millennio, Vivian attraversa gravi difficoltà finanziarie. I suoi negativi vanno all’asta e parte del materiale viene acquistato nel 2007 da John Maloof che, affascinato da questa misteriosa fotografa, inizia a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120.000 negativi, un vero e proprio tesoro che ha permesso al grande pubblico di scoprire la sua affascinante vicenda, artistica ed umana. Con il materiale ritrovato, John Maloof realizza un film-documentario a lei dedicato. Vivian Maier muore nel 2009, prima ancora che l’agente che aveva riportato alla Vivian Maier - Digne, France, August 11, 1959 gelatin silver print, 2020 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY Vivian Maier - Chicago, IL, 1971 vintage chromogenic print, c. 1971 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
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VIVIAN MAIER Inedita
09 febbraio - 26 giugno 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Musei Reali, Torino INFO T. +39 338 169 1652 info@vivianmaier.it Da martedì a venerdì 10.00 - 19.00 Sabato e domenica 10.00 - 21.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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Vivian Maier - Chicago, IL, September 18, 1962 gelatin silver print, 2012 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY Vivian Maier - Chicago, IL gelatin silver print, 2014 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
<<< L’allestimento si apre con la serie di autoritratti in cui il suo sguardo severo si posa sulle vetrine, attraverso le strade e nei gesti di chi, avventore, ne è immortalato; una sezione è dedicata agli scatti catturati tra le strade di New York e Chicago, le città in cui Vivian Maier ha vissuto. Chi è colto dal suo obiettivo, in una frazione di secondo, diventa protagonista di un ruolo. Tra le figure ritratte, numerosi i volti di chi vive ai margini della società, e significative le espressioni di chi, parte della borghesia austera, reagisce in modo offeso allo scatto. Nei gesti ritratti, un inventario di posture e atteggiamenti che rivelano pensieri, speranze ed identità. Tutto il percorso tocca i temi più caratteristici della poetica e delle cifre stilistiche che caratterizzano la sua produzione: l’artista è molto attratta dalla cinematografia e inizia a creare, sempre più spesso,
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sequenze cinematografiche con i suoi scatti e a girare con la sua cinepresa Super 8. Vi sono poi le fotografie a colori, in spazi pieni di suoni, e non poteva mancare, infine, una sezione dedicata al tema dell’infanzia che l’ha accompagnata per tutta la vita. Come spiega la curatrice Anne Morin: “Vivian Maier è una fotografa amatoriale che cercava nella fotografia uno spazio di libertà; benché il suo lavoro sia passato inosservato per tutto il corso della sua vita, si ritrova nella storia della fotografia a fianco dei più grandi maestri quali Robert Doisneau, l Robert Frank o Helen Levitt”. s Vivian Maier - New York, NY, July 27, 1954 gelatin silver print, 2012 ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY Sotto: alcune viste del percorso espositivo
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VIVIAN MAIER. Inedita Musei Reali, Torino February 9 - June 26, 2022 (Check the opening on the site)
he story of Vivian Maier (New York, 1926 – Chicago, 2009)is that of one of the greatest photographers of the 20th century. This exhibition, previously unseen in Italy, tackles her work as a whole, through the major themes that structured her oeuvre between 1950 and the late 1980s. The street is a place ripe for observation, because it is where everything happens. Maier had a predilection for the working-class neighbourhoods of the cities in which she lived: first New York, between 1951 and 1956, then Chicago, where she died in 2009. She tirelessly explored these neighbourhoods and streets from every angle, venturing into this constant flow of human geography, its fabric transformed by anonymous individuals who simply follow one another or cross paths left and right. In this theatre of the ordinary, everyone unknowingly
plays a role, becoming the protagonist if only for a fraction of a second. In this exhibition the public is given access for the first time to the unseen archives belonging to the photographer. Juxtapositions and connections are brought to light by these new perspectives: vintage photographs taken by Maier, Super 8 and 16mm films that have never been shown. The exhibition thus enables the public to grasp the full scope of the work of this great artist and to place her work in the history of photography. The exhibition is supported by Women In Motion, a Kering program that shines a light on the talent of women in the fields of arts and culture. The exhibition is being presented for the first time at the Musée du Luxembourg, Paris, from 15 September 2021 to 16 January 2022, and was organized by diChroma and la Réunion des musées l nationaux-Grand Palais. s
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Henri Cartier-Bresson Il pioniere del fotogiornalismo di
Mario Gambatesa
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al 18 febbraio scorso al Mudec Photo di Milano è possibile visitare la mostra “Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49 | 1958”, aperta al pubblico fino al 3 luglio prossimo. La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura è curata da Michel Frizot e Ying-Lung Su. L’esposizione mette in evidenza i due reportage cinesi per i quali Henri Cartier-Bresson viene ricordato come maestro assolu-
to del cosiddetto “istante decisivo” in fotografia. La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson e riunisce un eccezionale corpus di fotografie e documenti di archivio del fotoreporter francese: oltre 100 stampe originali insieme a pubblicazioni di riviste d’epoca. Attraverso i suoi scatti l’artista è riuscito a raccontare, per decenni, con incredibile eleganza e puntualità, la storia del mondo dalla Francia alla Cina, dall’India agli Stati Uniti. Il 25 novembre 1948 la rivista
“Life” commissiona a Henri Cartier-Bresson un reportage sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. Il soggiorno, previsto di due settimane, durerà dieci mesi, principalmente nella zona di Shanghai. Col passare dei mesi, il suo racconto dello stile di vita cinese “tradizionale” e dell’instaurazione di un nuovo regime, realizzato con totale libertà d’azione, riscuote grande successo sulle pagine di “Life” e delle maggiori altre riviste internazionali d’informazione. Il lungo soggiorno
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di Cartier-Bresson in Cina segna una svolta nella storia del fotogiornalismo, il reportage cinese proponeva un nuovo stile, meno legato agli avvenimenti, più poetico e distaccato, attento tanto ai soggetti ritratti quanto all’equili-
brio formale della composizione. Molte di queste immagini sono tuttora tra le più famose nella storia della fotografia. Nel 1958, in prossimità del decimo anniversario di quel primo reportage, Cartier-Bresson si
In Lui Chi Chang, la via dei negozi di antiquariato, la vetrina di un venditore di pennelli Pechino, dicembre 1948 vintage gelatin silver print Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos A sinistra: Un cameriere siede alla finestra aperta di una taverna, mentre un “coolie” mangia all’esterno sotto una pergola Pechino, dicembre 1948 gelatin silver print, 1957 Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos
HENRI CARTIER-BRESSON Cina 1948-49 | 1958 18 febbraio - 03 luglio 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Spazio Mudec Photo, Milano INFO T. +39 02 54917 Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30 Giovedì e sabato 09.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mudec.it
mette nuovamente in viaggio, stavolta in una situazione del tutto differente: per quattro mesi, percorre migliaia di chilometri in Cina per visitare luoghi selezionati, complessi siderurgici, grandi dighe in costruzione, pozzi petroliferi, paesi rurali per documentare gli esiti della Rivoluzione e dell’industrializzazione forzata delle regioni rurali. In contemporanea riesce a mostrare anche gli aspetti meno positivi: lo sfruttamento del lavoro umano, il controllo militare e l’onnipresenza della propaganda. Lo stile di Henri Carrtier-Bresson è uno stile difficile da replicare, un bianco e nero capace di cogliere l’immediatezza e la veridicità dell’immagine, evidenziando la forma e la sostanza di l cui è composta la realtà. s
HENRI CARTIER-BRESSON. Cina 1948-49 | 1958 Mudec Photo, Milano February 18 - July 03, 2022
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solo exhibition, linked to the Chinese reportages for which he is remembered as an absolute master of the so-called “decisive moment”, will take place for the first time in Italy from the 18th February. The exhibition “Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49 | 1958”, at Mudec Photo from the 18th February to the 3rd July 2022, produced by 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE and promoted by the Comune di Milano-Cultura, was realized thanks to the collaboration of the Fondation Henri Cartier-Bresson and it brings together an exceptional corpus of photos and documents of the French photoreporter: over 100 original prints together with publications of magazines of the time, documents and letters coming from the collection of the Fondation HCB. An unprecedented excursus describing two key-moments in the history of China: the fall of the Kuomintang (1948-1949) and
Mao Zedong’s “Great Leap Forward” (1958). An important moment in the history of world photojournalism, lived through the personal approach of the master Cartier-Bresson, who was the first to highlight – through the eye of his lens – important themes of the changes in contemporary Chinese history, being also able to present to the Western world aspects hidden by the regime’s propaganda such as the exploitation of human resources and the omnipresence of militia. Through his snapshots, the artist managed, for decades and with incredible elegance and accuracy, to illustrate the story of the world from France to China, from India to the United States. A unique style capable of capturing the immediacy and veracity of “the decisive moment”. In this perspective the use of black and white in his photos allowed him to highlight the form and substance of realil ty. Each one of his. s
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La Collezione del MAST 200 anni di lavoro e fotografia di
Daniela Malabaila
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n progetto espositivo molto importante è visitabile, fino al 28 agosto, al MAST di Bologna: “The MAST Collection. A Visual Alphabet of Industry, Work and Technology”. Si tratta della prima mostra di opere scelte dalla Collezione della Fondazione MAST, curata da Urs Stahel, conta più di 500
immagini tra fotografie, album, video di 200 grandi fotografi italiani e internazionali e artisti anonimi. Una selezione importante, fatta tra più di seimila opere che compongono al momento la Collezione, che si divide in 53 sezioni: dalla A di Abandoned e Architecture fino alla W di Waste, Water, Wealth. Non un percorso cronologico o d’autore dunque, ma concettuale, che si rifà all’al-
fabeto per ordinare idealmente le così differenti opere esposte, come spiega il curatore: “Questi 53 capitoli rappresentano altrettante isole tematiche nelle quali convivono vecchi e giovani, ricchi e poveri, sani e malati, aree industriali o villaggi operai. Costituiscono il punto di incontro delle percezioni, degli atteggiamenti e dei progetti più disparati”. Tra gli artisti in mostra: Paola
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Agosti, Avedon, Gabriele Basilico, Berengo Gardin, Margaret Bourke-White, Cartier-Bresson, Demand, Robert Doisneau, Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Herbert List, David Lynch, Tina Modotti, Mulas, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff, Salgado, August Sanders, Edward Steichen, Carlo Valsecchi, Edward Weston. Oltre all’ordine alfabetico, possiamo trovare una sezione cronologica che riguarda però il solo XIX secolo, affrontato separatamente per mostrare le fasi iniziali dell’industrializzazione e della storia della fotografia. Gli spazi della Fondazione MAST mostrano così gli ultimi duecento anni di storia, della nostra storia, della nostra quotidianità e di come essa si è formata grazie alle diverse attività lavorative. Isabella Seràgnoli, Presidente della Fondazione MAST, e Urs Stahel
affermano: “La fotografia è figlia dell’industrializzazione e al tempo stesso ne rappresenta il documento visivo più incisivo, fondendo in sé memoria e commento. Entrambi si pongono al servizio della modernità e si collocano in un orizzonte illuministico in cui tutto è fattibile e non sono posti limiti alla capacità dell’uomo di esercitare un controllo a livello globale.” Una risorsa da cui tutti dovremmo attingere per imparare a creal re un futuro migliore. s
Peter Fraser Robotic Arm with seven degrees of movement dalla serie “Deep Blue” © Peter Fraser
A sinistra: Paolo Woods, Gabriele Galimberti The Heavens. Annual Report, 2013 © Paolo Woods, Gabriele Galimberti Courtesy of the artists A destra: Brian Griffin Addetta al magazzino (con olio che le cola dalle mani), 2013 © Brian Griffin, courtesy of the artist
THE MAST COLLECTION
A Visual Alphabet on Industry, Work and Technology 10 febbraio - 28 agosto 2022
(verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione MAST, Bologna INFO T. +39 051 6474406 Da martedì a domenica 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mast.org
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T r A t e e r t S T r A t e e Str
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Urban Fragments
A Roma, quartiere Garbatella, il nuovo murales di di Maria Ginzburg promosso da Yourban2030 e realizzato con pittura anti-smog di Airlite di
Flavio Ennante
Urban Fragments - Maria
D
ss
Ginzburg - work in progre
opo aver dato vita al primo Green Smart Wall della capitale, The Endless Growth firmato dal giovane artista Alessandro Bello Tabbi, Yourban2030 prosegue il suo impegno dando spazio ad un’altra street artist, Maria Ginzburg, che per l’occasione si confronta per la prima volta con la pittura anti-smog fornita gratuitamente da Airlite, in collaborazione con ATAC e il Municipio VIII L’opera offre un’originale visione del quartiere, regalando a visitatori e passanti un’inedita mappa di Garbatella, mettendone in evidenza l’anima unica,
insieme a monumenti e luoghi di interesse. La quotidianità incontra così la storia, la luce tipica delle vie e dei vicoli, gli scorci inaspettati e i colori dei palazzi, che assumono qui forma d’arte, quasi a ricordare quelle rappresentazioni primo novecentesche di spazi e luoghi, coniugando sguardo poetico, sostenibilità e vita di tutti i giorni. L’accesso a uno dei quartieri storici e caratteristici della capitale si trasforma così in punto informazioni al tempo stesso smart, grazie alla tecnologia di prossimità dello smart wall inaugurato a dicembre 2021, e artistico, creando una
nuova narrazione della città e sensibilizzando i visitatori alla tutela del quartiere e dell’ambiente. Un’inedita visione del quartiere, per un quadrante cittadino da sempre avamposto di innovazioni e nuove visioni. Un murales che con i suoi 36 mq di vernice anti-smog eliminerà, trasformandoli in sali inerti, circa 6 g di NOx/giorno, come 36 mq di foresta, assorbendo lo l smog di circa 8 auto al giorno. s INFO Facebook.com/yourban2030 Instagram.com/yourban2030
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Alcuni dettagli di Urban Fragments - Maria Ginzburg a cura di Yourban2030
Sullo sfondo: Urban Fragments - Garbatella - Roma
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Comune di Ravenna
Assessorato alle Politiche Giovanili
17.12.2021 20.02.2022 PR2
via M. d’Azeglio 2 Ravenna A cura di Silvia Camporesi e Comitato Tina Modotti
Inaugurazione venerdì 17 dicembre ore 17:30 Orari: da martedì a domenica: 10 - 13 e 15 - 19
INFO: t. 0544.485029 palazzorasponi2@comune.ra.it www.palazzorasponi2.com
TINA MODOTTI
L’UMANO FERVORE
R e a l A rt 6
ELISA CELLA ENZO ESPOSITO FERNANDA FEDI AGOSTINO FERRARI GAETANO FRACASSIO GIOVANNA GIACHETTI PETER HIDE 311065 UMBERTO MARIANI PAOLA PEZZI ISABELLA RIGAMONTI FRANCESCO RIVA GIORGIO TENTOLINI MICHELE TOMBOLINI GIUSEPPE VENEZIANO MUSEO CIVICO FLORIANO BODINI VIA MARSALA, 11- 21036 GEMONIO (VA)
MUSEI CIVICI VIGGIUTESI – ENRICO BUTTI VIA ENRICO BUTTI, 20 – 21059 VIGGIU’ (VA)
HEART pulsazioni culturali VIA MANIN, 2 ANGOLO VIA TREZZO – 20059 VIMERCATE (MB)
MUSEO MA*GA VIA DE MAGRI, 1 - 21013 GALLARATE (VA)
MUSEO PARISI VALLE
VIA LEOPOLDO GIAMPAOLO, 1 - 21061 MACCAGNO CON PINO E VEDDASCA (VA)
2021
CASA MUSEO SPAZIO TADINI VIA NICOLO’ JOMMELLI, 24 – 20131 MILANO
SHOWCASES GALLERY VIA SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA, 11 – 21100 VARESE
GALLERIA VILLA CONTEMPORANEA VIA BERGAMO, 20 – 20900 MONZA (MB)
COPPOLA
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L
L
I
“Veduta di Scilla” 2007, china colorata su pergamena, 120x60 cm.
“Il muro… silenzio da riempire” 2020, tecnica mista su tavola, 80x80 cm.
TO N I O LO
CUSUMANO
“Broken” 2021, Fotografia digitale, 38x50 cm.
“Sentieri” marmo statuario e marmo nero b elgio, 42x37x23 cm.
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