on il potente motore del veivolo che univa la tecnologia solare con quella all’idrogeno, raggiungemmo velocemente l’Ucraina, per la precisione il sito archeologico della Tomba di Pietra, Kamyana Mohyla, posta alle spalle del fiume Molochna, nella pianura vicina al villaggio Terpinnya, nell’Oblast’ di Zaporižžja. Si affaccia sul litorale del Mar Nero, anch’esso parte dell’antica Tetide, che si confermava un “luogo” comune. Le ricerche precedenti dell’archeologa e linguista Lituana Marija Gimbutas sulle culture del Neolitico, ci erano state preziose per comprendere e collegare meglio. Ma noi, qui in Ucraina, stavamo indagando periodi precedenti, dall’Aurignaziano (70.000 a.C.) al Mesolitico (10000 a.C.). L’Ucraina è sempre stata il granaio nord-orientale-europeo con i suoi 32,5 milioni di ettari di terra fertile e coltivabile, un paesaggio agrario, boschivo, molto simile all’Italia, zone importanti d’abitazione di comuni antenati. Anche dette le “terre nere” (Chernozem) per una percentuale molto elevata di humus e minerali importanti, la loro fertilità è così elevata che non richiede l’utilizzo di particolari trattamenti e cambi di culture. Anche gli Arawakan caraibici creavano “terre nere” ad Aruba per la coltivazione e gli Etruschi le ricercavano. L’agricoltura era un filo conduttore.
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” Kamyana Mohyla © Photo by Adele Arati
Il 15 maggio 2017, fu l’ultimo giorno nella leggendaria Khara Khoto e avevamo trascorso due anni nel deserto, per trovare la via di mezzo di una verità nascosta sull’euroasiatico Popolo 00. Arivle ci aveva raggiunto per riportarci a Parma, ma durante la cena per intrattenerci ci raccontò della dimenticata leggenda dell’immortale Tangir, dei popoli dell’acqua e del suo viaggio di andata e ritorno di 40.000 anni fa. Essa aveva condotto una parte del suo popolo in salvo dall’altra parte del mondo, per poi seminare la cultura che aveva lasciato nella Patria Madre, durante il suo cammino e, infine, tornare alla sua prima casa 26000 anni dopo. Quella non fu la solita notte: dentro di me il Mito si ramificò all’interno delle mie ricerche e mi apparve un quadro di fili intrecciati, con una logica non più nascosta e affascinante. Quindi l’indomani proposi di passare da un luogo particolare, toccato dal lungo pellegrinare di Tangir. Non sarebbe stato un problema organizzativo ed economico, considerando che avevamo a disposizione l’aereo privato dell’Istituto sperimentale. Eravamo sulle tracce del suono matematico dell’acqua, da cui era nata: passi che mi stavano indicando la strada per comprendere chi eravamo e ricordare chi ero. Dal 16 al 20 maggio 2017, dall’aeroporto di Ulambadar a bordo dell’ibrido VeliMana, guidato da Arivle, iniziammo il viaggio di ritorno, passando dall’Ucraina e poi verso Parma, in Italia. Algoritmi, pensavo: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (A. Lavoisier 1789). Nei linguaggi di programmazione vi è un codice binario che Crea_R_Evolve, un procedimento che risolve un determinato problema attraverso un numero finito di passi elementari infiniti. Ero su quei passi, per creare appunti a cui ancorarmi.
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[28ª puntata]
Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere
Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Kamyana Mohyla
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