Montagne360 | Settembre 2021

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SENTIERI ACCESSIBILI

La concretezza dei sogni La montagna è un bisogno. E in un percorso riabilitativo è fondamentale poter appagare quel desiderio che spinge verso la ricerca di tutto il bello che la natura ha da offrire di Elena Merighi*, Mariano Nardiello* e Dario Ellena**

«M

igliaia di persone stanche, stressate e fin troppo “civilizzate”, stanno cominciando a capire che andare in montagna è tornare a casa e che la natura incontaminata non è un lusso ma una necessità» (John Muir). Dal punto di vista riabilitativo e sociale è importante sottolineare come la soddisfazione di un bisogno di una persona possa accrescere nella stessa un senso di appagamento e autostima che a livello emotivo ed emozionale possono diventare stimoli importanti e trasversali all’interno di un progetto riabilitativo o sociale. Il progetto di montagnaterapia con ausili speciali che consentono il fuoristrada, consiste nel rendere fruibile a molti un ambiente che può apparire selettivo e ricco di ostacoli. Inoltre il progetto fornisce la creazione di un gruppo inclusivo e affiatato. AUSILI “COMPENSATIVI” Una delle caratteristiche degli ausili è quella di essere compensativi, non per una disabilità ma per l’inclusione e la partecipazione della persona in un’attività desiderata. Come in questo caso. L’utilizzo di ausili da fuoristrada nasce come risposta al desiderio e alla volontà delle persone di poter godere dell’ambiente montano nonostante le loro limitazioni funzionali. Tutto ciò è la risposta a una necessità, soprattutto relazionale ed emozionale, che permette alle persone di provare sensazioni che

altrimenti sarebbero solo desiderate e mai messe in pratica. È ciò che abbatte i preconcetti e le barriere, è ciò che rende inclusivo e accessibile un terreno che da sempre è ostico (e per molti impossibile). L’IMPORTANZA DEL GRUPPO Le componenti principali del progetto sono l’attività, l’ambiente e il sistema ausilio-persona assistita-gruppo. L’attività, ossia l’escursione, deve prevedere un traguardo condiviso e raggiungibile, deve garantire soddisfazione tra i partecipanti. L’ambiente deve essere studiato e garantito dal gruppo per quanto riguarda la percorribilità e le caratteristiche della persona assistita. Il sistema ausilio-persona assistita-gruppo è il cardine su cui ruota la riuscita del progetto; la persona deve essere ben conosciuta dal gruppo o da alcuni membri anche a livello clinico; l’ausilio deve essere scelto e adattato alle necessità della persona e del gruppo e garantirne comodità e comfort, e il gruppo deve essere il motore e il collante. Deve garantire fisicità, motivazione e quel “cameratismo” utili a portare a termine l’escursione e garantire socializzazione e inclusione. È in questo contesto che ben si cala la figura del terapista occupazionale che, dopo aver individuato i bisogni della persona e agendo sul sistema persona-ambiente-occupazione cerca di massimizzare la performance e di conseguenza la soddisfazione dei

Sopra, una gita in Valle Orco, nelle Alpi Graie (foto Marco Battain)

partecipanti nel realizzare con successo l’attività prestabilita. LA RICERCA DEL BELLO Questo progetto non è uno sport, non è una gara, non è una corsa, ma una ricerca. Una ricerca di panorami, di suoni, di odori, di flora e fauna in un ambiente che da solo ci garantisce una cornice sfavillante. Dobbiamo sempre ricordarci da cosa parte il progetto: parte dall’espressione di un desiderio di una persona, e il nostro compito è quello di esaudire nella maniera migliore e più coinvolgente possibile questo desiderio, con la tecnologia e la valutazione delle difficoltà ambientali del singolo sito dove si vuole svolgere la desiderata escursione. Ÿ * Referenti e ** socio Sito Società tecnico scientifica italiana di terapia occupazionale settembre 2021 / Montagne360 / 21


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