bond da $1 milione rimborsato in cinque anni è considerato meno rischioso di uno di uguale ammontare con scadenza trentennale poiché in un periodo di trent’anni sono molti di più i fattori che potrebbero influire negativamente sulla capacità dell’emittente di restituire il capitale iniziale agli obbligazionisti. Il maggiore rischio assunto investendo in un bond a più lunga scadenza è direttamente legato al tasso di interesse, o cedola, che l’emittente deve pagare sul bond. In altre parole, più lungo sarà l’investimento, più alto sarà l’interesse. Potenzialmente quindi un investitore godrà di rendimenti più elevati su bond a più lunga scadenza, ma al contempo si assumerà maggiori rischi. In ogni obbligazione è insito un certo rischio di insolvenza dell’emittente, che potrebbe fallire o non rimborsare interamente il prestito. Le agenzie di rating indipendenti valutano il rischio di default, o rischio di credito, degli emittenti obbligazionari e pubblicano giudizi sul merito di credito che aiutano gli investitori nella determinazione del rischio e del tasso di interesse dei singoli bond. Un emittente con un rating elevato pagherà un interesse più basso rispetto a un emittente con un merito di credito inferiore. Come detto, gli investitori che acquistano bond a basso rating potrebbero beneficiare di rendimenti più elevati, ma devono anche fare i conti con il maggiore rischio di default dell’emittente. 3.2. Le tipologie delle obbligazioni Obbligazioni a tasso fisso: sono obbligazioni che remunerano l’investimento a un tasso di interesse fisso stabilito prima dell’emissione. All’interno della categoria delle obbligazioni a tasso fisso è tuttavia possibile distinguere almeno due diverse tipologie di obbligazioni, che prevedono che il tasso fisso prestabilito cresca o diminuisca durante la vita del titolo (si tratta, rispettivamente, delle obbligazioni “step up” e “step down”). In questo caso si può assistere ad una variazione del 118