5. Tutela patrimoniale, pianificazione del passaggio generazionale. Nel concetto di pianificazione finanziaria come l’abbiamo definita nelle pagine che precedono, con il trascorrere degli anni è diventata sempre più di attualità iniziare a pensare anche a quello che viene definito “il dopo di noi”, ovvero predisporre una strategia anche per il passaggio generazionale. La sensibilità su questo tema è cresciuta progressivamente a seguito dell’evoluzione delle normative in materia di successione, alla crisi dei mercati e al timore dell’inasprimento delle aliquote fiscali. La mancanza di qualsiasi strategia espone gli eredi al rischio di contenzioso e purtroppo il cittadino italiano non ha, per molteplici ragioni, l’abitudine a pianificare il passaggio generazionale del patrimonio. Basti pensare che in Italia solo l’8% delle persone redige un testamento, nella convinzione che la legislazione sia sufficiente ed esaustiva per una distribuzione dei beni tra i propri cari; infatti, il codice civile, come vedremo in seguito, in assenza di testamento o altro strumento di pianificazione successoria, stabilisce in modo dettagliato i diritti economici degli eredi. Prima di addentrarci su gli strumenti che l’ordinamento italiano mette a disposizione, occorre fare un breve accenno al regime patrimoniale dei coniugi, che rappresenta, un passaggio propedeutico alla vera e propria pianificazione successoria. Il regime legale che si applica al momento del matrimonio è quello della comunione legale dei beni in cui i beni acquistati durante il matrimonio diventano comuni ad entrambi i coniugi anche se l’acquisto è avvenuto da parte di uno solo di questi e il relativo utilizzo richiede sempre il consenso dell’altro coniuge. La comunione legale può avere ad oggetto quindi gli acquisti dei coniugi compiuti dopo il matrimonio, le aziende da que44