VivoGubbio - Numero 5 - 11 Febbraio 2023

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Svolta nel mandato fuffa dell’assessore Simona Minelli: ha fatto colpo l’intervista a una web tv con alle spalle un quadro raffigurante una signora intenta a solleticarsi le parti intime. De gustibus non est disputandum (glielo tradurrà il professor Stirati). Godi popolo.

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SABATO 11 FEBBRAIO 2023 ANNO II NUMERO 5 Quindicinale di informazione del territorio eugubino La Tramontana VivoGubbio SOCCORSO STRADALE Bivio Contessa - Gubbio Tel. 075 927 20 51 Mob. 338 385 60 34 AUTOCARROZZERIA 200I SINDACO E ASSESSORI, STIPENDI AUMENTATI PER TUTTI
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CRISI SENZA FINE, MA NON PER I POLITICI

AUMENTI DI STIPENDIO VERTIGINOSI PER SINDACI E ASSESSORI. LE CIFRE VARIANO A SECONDA

DEL NUMERO DI ABITANTI : È STATO UN REGALO ALLA POLITICA FATTO DAL GOVERNO DRAGHI

E GIORGIA MELONI NON HA CAMBIATO NULLA.

GLI AMMINISTRATORI POTREBBERO RINUNCIARE AI SOLDI IN PIÙ, MA A GUBBIO NON L’HANNO FATTO

Non è un lavoro il politico, ma un impegno civico temporaneo al servizio della comunità. Nei fatti, però, lo è diventato visto gli stipendi che girano e adesso anche nei Comuni. Tanto che chi lavora nel settore pubblico (enti, scuola, sanità) o nel privato non in ruoli manageriali, fa un paio di conti e scopre che conviene fare il sindaco e l’assessore, per non dire ovviamente del consigliere regionale, il parlamentare o l’imbucato in qualche carrozzone di nomina politica. Il Governo Draghi, in piena crisi tra pandemia ed economia, ha pensato di fare un bel regalo agli amministratori locali aumentando vertiginosamente - percentuali alla manogli stipendi mensili. Andiamo subito al sodo, per poi addentrarci nella legge salutata trionfalmente da tutti i partiti perché, come si sa, quando c’è da mangiare la battaglia politica può aspettare. A Gubbio l’effetto Draghi ha portato a questo: dal primo gennaio 2023 il sindaco Filippo Mario Stirati costa alla collettività 4.280 euro lordi al mese. L’anno scorso costava 3.886 euro, partendo da 3.114. Dunque, in un anno ha visto incrementata la busta paga comunale di 1.166 euro lordi.

GLI ALTRI. Al vicesindaco è concesso per legge il 55% di quanto è assegnato al sindaco, a Gubbio fanno 2.354 euro al mese (da 1.712: quindi aumento di 642,70 euro), anche se nel caso di Alessia Tasso l’importo è dimezzato avendo lei deciso di continuare a esercitare la professione di funzionario pubblico al Comune di Marsciano. Per ciascun assessore (che a Gubbio sono 6, escluso il vicesindaco) e per il presidente del Consiglio Comunale è previsto il 45% di quanto percepisce mensilmente il sindaco: quindi, l’importo è di 1.926 euro da 1.401,30 con un incremento di 525,30. Anche in questo caso l’indennità viene dimezzata se il nominato in Giunta lavora. Va sottolineato che l’incremento degli stipendi è applicato per il 45% nel 2022, per il 68% nel 2023 e integralmente dal 2024, quando Stirati & C. guadagneranno ancora di più.

SI PUO’ RINUNCIARE. I sindaci e gli amministratori possono rinunciare agli aumenti. La Corte dei Conti della Liguria, che si è pronunciata su una realtà specifica, ha spiegato che - in caso di rinuncia totale all’indennità di funzione da parte del sindaco - essendo la quota di contributo statale vincolata inderogabilmente

alla specifica finalità indicata dalla legge, ossia al “concorso alla copertura del maggior onere sostenuto per la corresponsione dell’incremento dell’indennità di funzione per l’esercizio della carica di sindaco”, i Comuni sono tenuti a riversare l’importo del contributo non utilizzato nell’esercizio finanziario allo Stato con versamento al Capo XIV - capitolo 3560 “entrate eventuali diverse del Ministero dell’interno”, articolo 03 “recuperi, restituzioni e rimborsi vari”.

QUANTI SOLDI. Con l’inflazione galoppante, i disastrosi effetti della pandemia e della guerra in Ucraina per la corsa agli armamenti e il caro energia, dalle casse dello Stato sono stati tirati fuori 100 milioni di euro per il 2022, quindi 150 milioni per il 2023 e 220 milioni a decorrere dal 2024 per finanziare l’aumento degli stipendi di sindaco, assessori e presidente del Consiglio Comunale. Gli aumenti sono del 100% per i sindaci metropolitani, con percentuali a calare per gli altri Comuni in base al numero dei residenti. Lo stipendio cresce dell’80% per i sindaci dei Comuni capoluogo di regione e per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti; del 70% per i sindaci dei Comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti; del 45% per i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti; del 35% per i sindaci dei Comuni come Gubbio con popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti.

ROCCAFORTE ROSSA. A Gubbio governa ininterrottamente da decenni la sinistra e c’è perfino chi spesso in giro per i palazzi della politifca rivendica orgogliosamente (a chiacchiere per ingannare il popolo credulone) di essere un comunista tutto d’un pezzo (chissà quanto si è arricchito e si arricchisce con la politica, magari facendo l’asso pigliatutto occupando al contempo pure un posto pubblico o privato che potrebbe andare a chi ha bisogno). La vera sinistra del popolo (ricordando Fidel Castro) è quella che prefigura l’incarico politico-istituzionale come sostitutivo dell’impiego professionale e alle stesse condizioni economiche, che tornano poi una volta cessato l’impegno politico-istituzionale. Qui non è così, neppure nelle roccaforti rosse come Gubbio, dove sembra calzare meglio il popolare detto “caro compagno, te lavora che io magno”.

COPERTINA PAGINA 3
di MASSIMO BOCCUCCI
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CADE DAL MOTORINO E

DA UNA FRATTURA SCOPRE DI AVERE UN TUMORE

di MASSIMO BOCCUCCI

Se non fosse caduto accidentalmente dal motorino chissà come sarebbe andata a finire.

Proprio grazie a una disavventura, un quattordicenne eugubino per la frattura del femore ha potuto scoprire di avere una rara forma di tumore osseo, fortunatamente presa in tempo e risolta positivamente dopo tutte le cure del caso attraverso la tempestiva diagnosi. A volte il male si nasconde e diventa particolarmente subdolo, tanto che serve una spia per rivelarlo e permettere di intervenire prima che sia troppo tardi. Il tumore corre se non preso in tempo e lo fa ancora di più quando si è giovani. Si era insospettito il dottor Andrea Leli, medico del reparto di ortopedia dell’ospedale di Branca, quando ha preso in mano la lastra radiografica del ragazzo per controllare la situazione e verificare gli effetti di quella caduta accidentale. Dietro la frattura del femore c’era una realtà durissima da dover principalmente intuire. C’era in sostanza qualcosa che non convinceva: l’osso che il medico stava visionando aveva qualcosa di strano che valeva la pena di approfondire senza esitare. Oggi il ragazzo sta bene, si è lasciato il peggio alle spalle anche se chiaramente ci sono i controlli periodici da sostenere perché monitorare tutto è sempre il modo migliore per assicurarsi che il decorso non abbia ricadute.

LA VICENDA. Questa storia di buona sanità comincia nell’agosto 2021, è un pomeriggio come tanti e Tommaso decide di uscire con il motorino. Finisce a terra, si spaventa e soprattutto i dolori sono lancinanti con la corsa in ospedale tanto inevitabile quanto rapida. La radiografia mostra inequivocabilmente la frattura del femore, ma il dottor Leli rivela ai genitori del ragazzo che qualcosa non lo convince affatto e che sarebbe bene fare altre verifiche seduta stante senza perdere tempo. La famiglia di Tommaso non nasconde un’accentuata diffidenza iniziale sull’effettuare altri accertamenti, avendo avuto esperienze sanitarie complicate e non delle migliori.

LA STORIA DI UN UN QUATTORDICENNE EUGUBINO CHE È RIUSCITO A CONTRASTARE UNA FORMA RARA DI NEOPLASIA OSSEA GRAZIE AI SOSPETTI DEL DOTTOR ANDREA LELI DEL REPARTO DI ORTOPEDIA

ALL’OSPEDALE DI BRANCA, CHE HA ATTIVATO

LA STRUTTURA SPECIALIZZATA DEL RIZZOLI A BOLOGNA

LA PAURA. L’approfondimento diagnostico risulta decisivo per rivelare in tutta la sua crudezza una lesione osteolitica, con l’immediato ricovero al reparto ortopedico di Branca e il ricorso all’esame Tac per capire esattamente come stanno le cose. Il referto non lascia dubbi: c’è una forma di tumore in una lesione lunga 7,5 centimetri, larga 3,4 e profonda 3,1 con la parte esterna dell’osso assottigliata. Questo porta ad attivare rapidamente le procedure per cercare subito la strada migliore da percorrere in sinergia tra l’Usl Umbria 1, con l’ortopedia del nosocomio comprensoriale dell’eugubino-gualdese, e l’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Si sa che in questi casi le tempistiche per attuare i protocolli sono fondamentali per aggredire subito il tumore ed evitare che si espanda nella localizzazione ed eventualmente a livello di metastasi, specialmente in un soggetto molto giovane dove il riprodursi delle cellule è più veloce nei percorsi di crescita. Il dottor Leli organizza con la direzione sanitaria il trasferimento, d’intesa con i sanitari del centro specializzato bolognese che dopo qualche giorno sottopongono il giovane a un delicato intervento chirurgico, con il ricorso al trapianto osseo.

OTTIMI SEGNALI. Quell’esperienza ora è un ricordo. A distanza di un anno e mezzo, infatti, il ragazzo sta bene e i familiari sono ancora oggi particolarmente grati al dottor Leli e all’ospedale di Branca per aver capito quello che stava succedendo. Possono raccontare che una caduta dal motorino e l’occhio clinico di un bravo medico ha salvato la vita al proprio figlio. “Questa vicenda così particolare e complessa - spiega Teresa Tedesco, direttore sanitario del presidio ospedaliero di Branca - testimonia come si possano trattare al meglio certi casi. Nella presa in carico di un paziente si vuole sempre prestare tutta l’attenzione affinché, nelle sinergie tra le strutture e nel seguire le procedure, la persona e i suoi familiari sanno di non restare mai soli. L’assistenza in ogni passaggio garantisce le migliori pratiche sanitarie per aiutare a risolvere le problematiche”.

Parco Ranghiasci, il degrado continua

L’incuria domina sempre più incontrastata nel centro storico così come in periferia. Gestire il territorio si rivela complicato e i piani d’intervento sono ridotti ai minimi termini tra la carenza di risorse economiche, perché i bilanci del Comune sono appesantiti dai soliti vecchi “bubboni” del passato, e la scarsa operatività.

La situazione a parco Ranghiasci sta degenerando. Il senso di abbandono si traduce nel fatto che il polmone verde del centro a San Martino è ormai sopraffatto dalle

devastazioni dei cinghiali, il crollo degli alberi e anche le perdite d’acqua con le segnalazioni agli uffici comunali che restano perlopiù fine a se stesse.

L’allarme è continuo sulle condizioni del parco, che è frequentato da chi ama camminare e correre tra il verde e la bellezza di quell’angolo di storia e natura. Comune e Provincia non riescono a trovare il modo di coordinare un intervento serio ed efficace di manutenzione, così il parco è colpevolmente lasciato al proprio destino nel degrado.

PAGINA 4 LA STORIA V G

NON SI SA COME CAMBIERÀ PIAZZA QUARANTA MARTIRI

L’ACCESSO ALLA CITTÀ AVRÀ UN NUOVO VOLTO CON I FONDI IN ARRIVO DAL PNRR . MA RESTA UN MISTERO IL PROGETTO DOPO I PRIMI RILIEVI

Cambierà volto piazza Quaranta Martiri. Se ne parla da lunghi anni, ma stavolta i soldi del Pnrr potrebbero e dovrebbero rappresentare la svolta. Il condizionale è d’obbligo ricordando i tormenti sul fallimentare Puc di San Pietro e le promesse sul recupero dell’ex ospedale cittadino con progetti annunciati fin da quando il primo marzo 2008 è stato inaugurato il nosocomio di Branca senza avere un seguito concreto (la Regione si è ripresa perfino i finanziamenti). In questo progetto per la piazza si è lanciato anima e corpo il sindaco Filippo Mario Stirati che però ha poco tempo a disposizione, visto che nel 2024 completerà il secondo mandato non potendosi ricandidare, immaginando però che voglia lasciare un segno importante su questo percorso specialmente se chiederà il voto agli eugubini per traslocare in Regione.

IL PIANO. Meno auto, verde più curato e una riqualificazione generale per rendere accogliente e a misura di persona l’ingresso della città. Questo è il piano, del quale però al momento non si conoscono i particolari e men che meno i tempi di realizzazione. È scattata la prima fase della rigenerazione della piazza, un intervento che fa leva sulle attese risorse del Pnrr per cinque milioni di euro con l’aggiunta di un contributo dal bilancio del Comune per 150mila euro. L’operazione permetterà di cambiare l’area, riqualificando pure i giardini pubblici che risalgono al 1892 e hanno bisogno di una urgente manutenzione. Sono state effettuate le rilevazioni georadar propedeutiche all’apertura del cantiere, in quanto nel sottosuolo di quell’area potrebbero trovarsi sottoservizi non mappati e soprattutto reperti archeologici da tutelare. L’obiettivo dichiarato è connettere nel modo migliore, da un punto di vista artistico e funzionale, la piazza che ricorda l’eccidio del 22 giugno 1944 al centro storico. Sono stati eseguiti una serie di rilievi approfonditi in una due giorni intensa.

LE PROSPETTIVE. “Siamo entrati nella prima fase - spiega il vicesindaco Alessia Tasso - di quella che sarà una riqualificazione cruciale per la rigenerazione urbanistica della città, grazie al finanziamento derivante dalle risorse destinate all’Umbria dal Pnrr, al quale andrà ad aggiungersi un co-finanziamento comunale”. Si è fatto sentire il consigliere comunale di minoranza Orfeo Goracci, chiedendo in un’interrogazione quale intervento verrà fatto considerato “che si dovrebbe intervenire in una zona delicata, sensibile, strategica per l’immagine e la fruibilità della città”. L’ex sindaco lamenta che né i consiglieri comunali né i cittadini sanno che tipo di lavori verranno eseguiti, come la piazza verrà trasformata, che uso se ne farà dopo l’intervento”. Dalla maggioranza trapelano commenti ironici sull’ennesima interrogazione di Goracci nel fare riferimento alla disastrosa operazione del Puc di San Pietro, che molti considerano l’impronta drammatica lasciata in eredità dei suoi 9 anni da sindaco, e alle disavventure giudiziarie personali derivate dall’esercizio dell’attività politico-amministrativa alla guida del Comune.

ATTUALITÀ PAGINA 5 V G
PET.
A.
Veduta aerea di Piazza Quaranta Martiri Foto Giampaolo Pauselli
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PARLA MARCO MORELLI : “RICHIESTE CONTINUE DI INDENNIZZO PER ESPROPRI”

INTERVISTA ESCLUSIVA CON L’ASSESSORE AL BILANCIO E ALLO SVILUPPO ECONOMICO. LA SITUAZIONE DEL PUC DI SAN PIETRO, DISCARICA DI COLOGNOLA E GUBBIO CULTURA E MULTISERVIZI. PREOCCUPAZIONE PER LE MINORI ENTRATE . IL FUTURO?

“TOCCHERÀ AD ALTRI, NON CAPISCO QUALE

CONTRIBUTO POSSA DARE CHI FA PIÙ MANDATI ”

Marco Morelli, come si trova a fare l’assessore al Bilancio?

“Dopo quarant’anni passati a valutare i bilanci di imprese private, potersi tuffare nelle finanze di un ente pubblico è stato direi un completamento della mia professionalità. Ci sono delle diversità dal punto di vista contabile ma il fine è comune: esprimere in numeri l’andamento della gestione per programmare correttamente le scelte future”.

Entrare in corsa non l’ha preoccupato neanche un po’?

“Subentrare è stato come alzarsi dalla panchina a venti minuti dalla fine della partita. Si cerca di correre su tutti i palloni per poter dare il massimo”.

Cosa trova soprattutto chi accetta l’assessorato al Bilancio?

“Nel mio caso, essendo stato un subentro, l’ho accettato con favore per poter dare il mio contributo dal lato della finanza cercando di orientare le scelte future in maniera finanziariamente sostenibile”.

Lo stato di salute delle finanze comunali?

“L’analisi è piuttosto complessa, ci sono delle disfunzioni a livello di trasferimenti che vanno assolutamente poste all’attenzione degli enti preposti. Se rapportiamo quello che ci viene riconosciuto da Regione e Stato in ragione dell’ampiezza del territorio e dei chilometri delle strade di nostra competenza, possiamo assolutamente affermare che c’è una grossissima disparità di trattamento. Ci sarebbero poi delle considerazioni da fare anche sulle entrate che sono sensibilmente inferiori a quelle dei Comuni umbri con i quali ci confrontiamo. Esempio sull’Irpef: da ogni cittadino incassiamo 59 euro contro gli 89,5 di Bastia e i 108 di Perugia”.

Quanto pesano nei conti il Puc di San Pietro, la discarica di Colognola e la società partecipata Gubbio Cultura e Multiservizi?

“Sono problemi che non potevamo scansare. Per il completamento del Puc siamo riusciti ad accendere un mutuo con un tasso d’interesse molto inferiore rispetto a quelli attuali. Non solo, ab-

biamo arricchito il complesso con il progetto dell’asilo mediante un bando a fondo perduto di circa 900 milioni. Della discarica abbiamo decretato lo stop: dal 31 dicembre 2022 non è piu’ attiva e stiamo verificando il traghettamento nel post mortem. La Gubbio Cultura e Multiservizi non è un problema per il Comune, vive di una propria vita e il piano che ci è stato presentato consentirà all’azienda di marciare con i propri mezzi”.

C’è chi la vede perennemente alla ricerca di soldi: le dà fastidio? “Sicuramente si acquisisce maggior consenso spendendo. Ma non è questo che richiede il mio ruolo. Senza risorse è impossibile poter dar corso al corretto funzionamento della macchina amministrativa e a una sana politica di investimenti. Consideriamo che i recenti aumenti delle materie prime non sono stati tutti ribaltati sui cittadini e che la spesa corrente dev’essere costantemente attenzionata”.

Era proprio necessario intervenire sui lumini e le tariffe del cimitero?

“Certo, è una scelta che difendo strenuamente. Intanto, ci uniformiamo alla normativa e in secondo luogo le entrate dei cimiteri vengono utilizzate per la manutenzioni degli stessi: non scordiamoci che sono oltre 30 nel territorio comunale. Era necessario poi individuare dei flussi di entrata certi, perché per programmare investimenti servono risorse e se poi ipoteticamente si dovesse esternalizzare il servizio anche l’eventuale gestore privato avrebbe necessità di quantificare i flussi di entrata”.

Sono un carico discutibile per i cittadini i costi fuori bilancio come le consulenze legali e i ricorsi ambientalisti?

“I ricorsi legali e le scritture fuori bilancio sono veramente modesti. Quello che preoccupa piu’ che altro sono le continue richieste di indennizzo per gli espropri”.

Teme un intervento della Corte dei Conti su certe spese?

“Siamo assolutamente certi sul nostro operato orientato alla disciplina, al rispetto delle regole e della legalità”.

Ci pensa a cosa farà l’anno prossimo dopo la scadenza del mandato?

“Ho alcuni progetti ma c’è ancora tempo per metterli a terra”.

Ha ambizioni da candidato a sindaco?

“No, ho fatto il mio pezzo ed è giusto che siano altri a portare nuove idee e avere l’onore di servire la città. Mi chiedo spesso quale contributo possa ancora dare chi da piu’ mandati siede sugli scranni”.

Pensa che nell’attuale Giunta Stirati ci sia qualcuno pronto a candidarsi come successore di Stirati?

“Non ne abbiamo parlato, credo che sia ancora prematuro”.

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A SAN PIETRO VOGLIONO IL DISCO ORARIO E NON LE STRISCE BLU

di MASSIMO BOCCUCCI

Il fronte è compatto e pesantemente critico. Sono pronti a tutto i commercianti della zona di San Pietro nei tratti che la Giunta Stirati ha deciso di destinare a parcheggio a pagamento, tra i malumori diffusi nella stessa maggioranza. Le reazioni sono state fortemente polemiche nel rimarcare la continua caccia ai soldi da parte del Comune, costretto a rastrellare risorse economiche nel bilancio assorbito perlopiù dagli storici “bubboni”. Così, anche i parchimetri diventano un pretesto per fare cassa. Il sindaco Filippo Mario Stirati e il vicesindaco Alessia Tasso hanno provato a spiegare che si tratta di una rotazione delle strisce blu e che attivarle in quel punto, dove ci sono la farmacia e varie attività, è un modo per far ruotare le auto.

LA ROTAZIONE. Ma i commercianti non ci stanno e contestano la motivazione, al punto da aver chiesto la consulenza di un legale, l’avvocato Andrea Migliarini, che rappresenta undici commercianti di via Campo di Marte e cinque di via Falcucci, via Reposati e via Mazzini. In una lettera inviata al Comune si sottolinea come la soluzione per far ruotare i veicoli debba essere diversa, a meno che quella sia soltanto una scusa per giustificare la manovra di cassa. Viene chiesto “di conservare lo stato attuale dei luoghi, senza collocazione di strisce blu e quindi senza gravare di costi il parcheggio dei mezzi. Di consentire la sosta con disco orario per 30 minuti, di sanzionare con multa adeguata il protrarsi della sosta oltre il detto limite”. Si tratta di una mediazione: se il principio è la rotazione dei mezzi, allora i commercianti sono disponibili a rinunciare all’iniziale richiesta di prevedere il disco orario di un’ora con una sosta a tempo e non a pagamento di mezz’ora.

Vie

I COMMERCIANTI DI VIA CAMPO DI MARTE, VIA FALCUCCI, VIA REPOSATI E VIA MAZZINI HANNO ATTIVATO UN LEGALE E SONO PRONTI A DARE BATTAGLIA. LA GIUNTA STIRATI

CERCA DI FARE CASSA E PROPONE

LA SOSTA DI MEZZ’ORA GRATUITA PRIMA DEL TICKET NASCONDENDOSI DIETRO L’INGANNEVOLE STORIA DELLA ROTAZIONE DEI VEICOLI

LA MEDIAZIONE. L’avvocato Migliarini mette in guardia sulla soluzione condivisa “anche per evitare un contenzioso che, al di là degli esiti, sarebbe impopolare. Le attività in questione, che nell’insieme di fatto costituiscono un centro commerciale a cielo aperto, sono il fulcro e l’anima di un quartiere della città che rischia concretamente di perdere vitalità anche a danno dei residenti”. La Giunta Stirati ha incontrato l’avvocato Migliarini, presenti Stirati e i due assessori Alessia Tasso e Giovanna Uccellani che puntano entrambe alla successione l’anno prossimo, e tengono ferma la posizione del parcometro concedendo soltanto la prima mezz’ora gratis. Il Comune pensa solo a incassare soldi e si nasconde dietro l’ingannevole storia della rotazione dei veicoli che verrebbe garantita già semplicemente dal disco orario.

via Falcucci un’anziana cade e si frattura il femore

nel

Le vie del centro storico sono una trappola. La pavimentazione è un disastro, tra buche, tratti sconnessi e toppe di catrame praticamente ovunque. Peggio ancora sta diventando sempre più pericolosa per quanti transitano a proprio rischio e le rovinose cadute possibili in ogni punto. Caso eclatante una vicenda a San Pietro, in via Sabina Falcucci, poco dopo la porta di accesso all’antico quartiere e davanti al vapoforno dove un’anziana quasi novantenne ha perso l’equilibrio rovinando a terra per aver messo inavvertitamente il piede in una delle buche che condizionano pesantemente quel tratto della strada. La via sconnessa registra un forte dislivello rispetto alla carreggiata asfaltata, con la presenza di pietre tra il formarsi delle buche che nel caso specifico hanno tradito la povera malcapitata.

QUANTI DANNI. La signora è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Branca dove le hanno riscontrato la frattura del femore. Sul posto si è portata l’ambulanza del 118 per il primo intervento con trasferimento in ospedale e sono intervenuti i vigi-

li urbani per accertarsi dell’accaduto, tra la preoccupazione dei presenti e le lamentele per la vergognosa condizione in cui è ridotto quel tratto di una via particolarmente transitata, visto che nei pressi ci sono anche una scuola e la biblioteca comunale Sperelliana.

POSSIBILE DENUNCIA. La signora potrebbe sporgere denuncia nei confronti dell’Amministrazione Comunale, che avrebbe una copertura assicurativa sebbene non siano noti i termini vista la palese negligenza manutentiva. Ci sono molti casi di incidenti transitando lungo le vie e strade eugubine, con il coinvolgimento sia dei pedoni che dei veicoli, e il problema riguarda svariate zone del centro storico e della periferia. In via Falcucci, da tempo la famiglia Casagrande, titolare del vapoforno, avrebbe peraltro chiesto di poter installare una pedana ma non ci sarebbe l’autorizzazione necessaria, con il Comune finito sotto accusa per la situazione ormai fuori controllo e che peggiora quando c’è il maltempo tra pioggia, neve e ghiaccio.

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dissestate
quartiere, in
L’area incriminata di via Falcucci

DUE CIRCOLI DIDATTICI SOTTO QUOTA 500 ALUNNI

POSTI DI LAVORO E SEDI A RISCHIO DOPO IL PASTICCIO DEL MANCATO ACCORPAMENTO , TRA GLI ERRORI DELL’ASSESSORE SIMONA MINELLI E IL POPULISMO ACCHIAPPAVOTI DI GORACCI E IL CENTRODESTRA. REGGE SOLO IL TERZO CIRCOLO

di MASSIMO BOCCUCCI

Rischiano di perdere personale e sedi i due circoli didattici che nei piani del Comune avrebbero dovuto essere accorpati con il piano approvato dalla Provincia e poi bocciato dalla Regione nel fare suo il parere negativo dell’Ufficio scolastico regionale. È abbondantemente sotto quota 500 la somma dei bambini in ciascuno dei due istituti, visto il calo delle iscrizioni alle prime classi del primo circolo “Giacomo Matteotti” e del secondo circolo “Aldo Moro”, mentre come previsto risulta largamente sopra il tetto il terzo circolo a San Martino pur se non sono stati resi noti i dati ufficiali (nell’anno scolastico in corso conta complessivamente circa 800 alunni).

MENO POSTI. Dalla prossima annata ci saranno meno posti di lavoro nei plessi del primo e secondo circolo (cosa che non sarebbe successa con l’accorpamento), aggiungendo la prospettata chiusura di qualche sede. Rischia per esempio tantissimo la sezione di Carbonesca, inaugurata dalla Giunta Stirati in pompa magna il primo aprile dell’anno scorso dopo i lavori di ristrutturazione al plesso e al centro di un reclamizzato progetto didattico aperto l’11 novembre scorso con la prima “Aula Natura” realizzata in Umbria. I due circoli didattici dovrebbero mantenere l’autonomia con la deroga della deroga, visto che per i Comuni montani c’era un deroga di almeno 500 alunni invece di 600 e con la pandemia questo tetto è stato ulteriormente abbassato fino a 300.

IL CAOS. La situazione del riordino dei circoli è sfuggita di mano tra le insurrezioni di parte del personale cavalcato da esponenti della politica sempre a caccia di consenso in chiave elettorale tra gli scambi di accuse sulla mancanza di visione strategica. Si sono divise le forze politiche con il sindaco Filippo Mario Stirati messo all’angolo nel percorso gestito approssimativamente dall’assessore all’Istruzione, Simona Minelli, che non ha creato le condizioni per far accettare il riordino con l’accorpamento (non ha evidentemente concordato il piano con Sergio Repetto dirigente dell’Ufficio scolastico regionale) e è rimasta comunque al suo posto perché ormai la difesa d’ufficio (ci si chiede chi lei rappresenti) è posto agli atti dell’Amministrazione Stirati. C’è stata la singolare convergenza tra l’ex sindaco Orfeo Goracci, consigliere comunale di minoranza oltre che insegnante elementare a Torre Calzolari, e il centrodestra che in Regione ha spinto per far bocciare l’accorpamento dopo che era stato approvato all’unanimità in Provincia. Un pasticcio su tutti i fronti, dalla fallimentare gestione dell’assessore comunale alla ribellione a tinte populiste senza guardare alle conseguenze e alle prospettive. I due circoli non hanno una dirigenza di ruolo, ma la reggenza fino ad agosto di Francesca Pinna al primo circolo (dirigente della scuola media “Mastro Giorgio-Nelli” oltre che consigliere comunale di maggioranza) e Maria Marinangeli (dirigente del polo liceale “Mazzatinti”), e la reggenza si riproporrà a settembre anche se forse con dirigenti diversi da Pinna e Marinangeli, mentre non ha problemi il terzo circolo guidato da Luigina Dongiovanni, dirigente assegnata di ruolo.

Karate Club Gubbio protagonista in Toscana

Karate Club Gubbio protagonista alla Coppa della Befana tornata, dopo tre anni di stop a causa del covid, a Impruneta in provincia di Firenze lo scorso 29 gennaio. Questa gara di karate, specialità kata, era riservata a giovani con età massima fino a 16 anni e aperta a tutte le federazioni. Gli allievi del maestro Gaetano Pierotti, cintura nera

7° Dan, allenati dall’istruttore Maurizio Mattiacci, cintura nera

4° Dan, si sono messi in evidenza. C’erano Maria Nives Dello

Iacono (14 anni), Giacomo Muzzini (13 anni), Denise Fiorucci (11 anni), Niccolò Di Matteo (10 anni), Sofia Ambrogi (16 anni), Ginevra Mariani (13 anni) e Mattia Comaniciu (9 anni).

Questi giovani, che si allenano costantemente presso la palestra Karate Club Gubbio, hanno portato a casa risultati importanti. Le premiazioni in questo torneo avvengono in in una doppia maniera: una premiazione più semplice , dal primo al quarto classificato, e una di livello superiore premia con i migliori assoluti. Il gruppo eugubino è rientrato al completo nella premiazione dei migliori primi tre assoluti, ciascuno nella propria categoria, tra la soddisfazione degli stessi atleti e di tutto lo staff tecnico. Il maestro Gaetano Pierotti ha festeggiato anche con la pluricampionessa italiana e mondiale Annalisa Casini, che ha allenato per diversi anni. C. BOC.

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L’inaugurazione ad aprile 2022 del plesso ristrutturato di Carbonesca Eugubini a Impruneta Pierotti e Annalisa Casini

GORACCI E LA PRESCRIZIONE, SORPRESA DAI SOCIAL

Certe espressioni vanno capite, studiate e approfondite. Mica è facile quando di mezzo ci sono i politici in servizio di attività permanente che hanno un elettorato a cui vogliono rispondere quotidianamente. Per questo si può chiamare sorpresa, e non si comprende per ora se è per tenere alto il morale delle truppe o altro, la novità al processo Trust in corso al tribunale di Perugia nei confronti dell’ex sindaco Orfeo Goracci e di altri politici, ex amministratori e dipendenti comunali. Goracci in un post su Facebook - in cui mette in correlazione Trust con le vicende personali di un magistrato che nulla hanno a che vedere con lo stesso Trust sul quale ha indagato - riporta testualmente: “Affermazione ridicola che io uscirei dal processo”.

IL GIALLO. Chissà a chi o cosa si riferisce l’espressione “affermazione ridicola” visto che il collegio giudicante, gli avvocati e i presenti in aula al tribunale di Perugia hanno sentito benissimo pronunciare dal legale Franco Libori, difensore di Goracci, la dichiarazione che il suo assistito non rinuncia alla prescrizione. Quella dichiarazione è stata riportata all’esterno, così come le dichiarazioni degli altri imputati o loro legali che rinunciavano alla prescrizione. Si apre, dunque, un giallo nella vicenda processuale dell’ex sindaco con le attese reazioni in aula alle prossime sedute e la posizione che assumerà al riguardo il presidente del collegio

L’EX SINDACO HA ESTERNATO: “AFFERMAZIONE RIDICOLA CHE IO USCIREI DAL PROCESSO ”. NON SI CAPISCE A CHI È RIVOLTA DOPO

L’ANNUNCIO IN TRIBUNALE AL PROCESSO TRUST DEL LEGALE LIBORI SULLA NON RINUNCIA

L’ANALISI. Ci si limita a registrare sull’imputato Goracci queste due situazioni apparentemente in profondo contrasto tra loro, tra la dichiarazione in aula dell’avvocato difensore Libori e l’imputato, senza esprimere alcun giudizio e lasciando a ciascun lettore prendere atto della verità sostanziale dei fatti, evidenziando come dopo la seduta del 25 ottobre 2022 in cui l’avvocato Libori ha annunciato pubblicamente in aula la non rinuncia alla prescrizione da parte dell’ex sindaco, lo stesso Goracci non ha più commentato le fasi del suo processo, cosa che in precedenza faceva spesso. Tornare a farlo del tutto a sorpresa qualcosa vorrà pur dire.

LE REAZIONI. Sarà interessante seguire gli sviluppi, con scrupolo e precisione com’è stato fatto, per informare l’opinione pubblica. C’è chi attorno a Goracci si dice convinto che l’ex sindaco non possa permettersi la condanna in primo grado anche per uno solo della ventina di reati contestati e che però al contempo avvalersi della prescrizione, annunciata in aula dal suo legale, rischi di diventare un boomerang per la sua provenienza politica sempre rivendicata. A Goracci gli avversari politici rimproverano sommessamente già il fatto di attaccare i magistrati che non condivide. La prima udienza del 2023 è annunciata per il 13 febbraio, alla vigilia dell’anniversario dell’arresto di Goracci e gli altri dell’inchiesta Trust avvenuta il 14 febbraio 2012 per tutta una serie di reati.

Sede e scuola del Pci con i soldi del Comune

ALL’ASSOCIAZIONE “ 21 GENNAIO” , GUIDATA DA FABIO SEBASTIANI CHE SI FIRMA COME SEGRETARIO DEL PARTITO COMUNISTA, È LEGATA L’INIZIATIVA DI AIUTO COMPITI E ALTRO HA ADERITO A UN BANDO COMUNALE

OTTENENDO UN CONTRIBUTO DI 4.500 EURO.

POTREBBE APRIRSI UN’INCHIESTA

Si chiama “Scuola Luigi Radicchi”, emanazione dell’associazione “21 gennaio” a guida di Fabio Sebastiani che nelle comunicazioni ufficiali evidenzia contestualmente nell’ordine i ruoli di segretario del Partito Comunista Italiano (Pci) e presidente dell’associazione. L’associazione si presenta come centro di aiuto per persone in difficoltà che eroga diversi servizi, come aiuto compiti pomeridiano, e ha aperto la nuova sede in via Saffi numero 4, dopo aver lasciato la sede precedente in piazza Quaranta Martiri. All’inaugurazione, il 2 febbraio scorso, c’erano tra gli altri il sindaco Filippo Mario Stirati, il vice sindaco Alessia Tasso, il consigliere provinciale Francesco Zaccagni, altri esponenti politici e militanti del Partito Comunista che ha lì la propria sede con simboli e vessilli, evidentemente già in campagna elettorale in vista del 2024.

In questa storia ha ruolo attivo il Comune, anche con riferimento al bando per l’assistenza scolastica e l’integrazione, promosso dai servizi sociali, che ha visto rientrare l’associazione “21 gennaio” in

graduatoria con un cifra assegnata di 4.500 euro, aggiungendo le manifestazioni di solidarietà di privati che elargiscono donazioni finalizzate al sostegno della scuola “Radicchi”. Non si conoscono dettagliatamente i rapporti istituzionali ed economici che intercorrono tra l’associazione con connotazione politico-partitica e l’Amministrazione Comunale. Da qui una richiesta di informazioni inoltrata al sindaco Stirati e trasmessa per conoscenza alla Procura della Repubblica di Perugia e alla Corte dei Conti.

“L’associazione in questione - ha risposto Stirati alla richiestasvolge una meritoria attività sociale e culturale nei confronti di soggetti svantaggiati, ha risolto il problema di una nuova sede in una struttura privata, ha partecipato a un bando ad evidenza pubblica incardinato in un avviso di selezione per la concessione di contributi annuali a soggetti o enti pubblici e privati per il sostegno di attività di interesse dell’Amministrazione Comunale. Si tratta di delibere e di determinazioni dirigenziali assolutamente trasparenti e fondate su procedure e criteri valutati da organi tecnici competenti. Possiamo naturalmente avere opinioni e valutazioni soggettive sulle posizioni politiche del dottor Fabio Sebastiani, ma ciò che per noi conta è l’attività della sua associazione e la congruità della stessa per accedere a fondi pubblici elargiti con tutti i crismi della legalità e della correttezza amministrativa”. Nessun riferimento specifico da parte del sindaco alla correlazione tra le attività e la chiara e strettissima connotazione politico-partitica.

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RIBALTA MILANESE PER ROCKILIENCE DI LUCA MORELLI

L’ORGANIZZAZIONE DI D.WINE HA PORTATO LA VITA DI UN INFERMIERE ROCK IN UN LOCALE PARTICOLARE TRA EVENTI MONDANI, SVAGO E CULTURA

di ANGELA PETTINACCI

Una vetrina speciale, una ribalta milanese unica nel suo genere per Luca Morellli che ha presentato ufficialmente il suo libro “Rockilience - La vita di un infermiere rock”, per l’organizzazione di D.Wine, in un locale particolare che coniuga eventi mondani, svago e cultura. Il suo B&B Dimora Morelli, in via del Bottagnone, ha radici forti che lo legano a Gubbio, ricordando l’indimenticabile papà Giuseppe Morelli, insegnante all’Itis e sindaco di Costacciaro, che gli ha lasciato in eredità anche le passioni e il mettersi in gioco per certe sfide.

Come mai ha scelto proprio Milano?

“Sono molto legato perché è una realtà in continuo fermento, ricca di opportunità, ed è anche il posto in cui ho prestato servizio come infermiere nel pieno della pandemia. Questo ha stretto un rapporto indissolubile. Il libro parla di tante cose e anche della pandemia vissuta a Milano”.

Che impatto ha avuto?

“Locale affascinante perché sullo stile dei New York bar, con un arredo urbano di tendenza che si apre su diversi spazi più intimi nei quali io ed altri autori abbiamo ambientato il nostro momento. C’è stata un’affluenza incredibile, perciò nonostante i molti presenti non è sempre stato facile trovare la concentrazione per raccontare le tante sfaccettature del libro. Ma era talmente coinvolgente l’atmosfera che ho seguito il mood della serata e tutto è andato per il meglio”.

La scelta di questo locale così esclusivo?

“Ho pensato a un contesto giovane nel quale poter comunicare i contenuti del libro in maniera più fresca e leggera. Fare una conferenza in uno spazio formale avrebbe raggiunto un pubblico che in qualche modo ho già coinvolto in altri eventi. Volevo rompere il muro che si crea spesso fra cultura e svago. Le due cose dovrebbero più spesso incontrarsi. Sapere poi che la serata era presentata da Iuliana Ierugan, attrice di successo nel film campione di incassi Natale sul Nilo e ora esperta di creatività digitale, è stata una garanzia di qualità. Iuliana è riuscita a incuriosire diversi giornalisti che sono venuti all’evento e con i quali ho avuto modo di confrontarmi”.

Addio

Se n’è andato un grande tifoso rossoblù e legato alla storia della città per il bar di famiglia in via Cairoli: in tanti si sono stretti attorno ad Antonio Menichetti, l’amato Tonino per tutti “Belancino”, che si è spento il 26 gennaio scorso a 71 anni. Alla famiglia Menichetti è giunto il cordoglio il Gubbio calcio, con il presidente Sauro Notari e tutte le componenti. Era sempre presente allo stadio per tifare la sua squadra

In che modo dovrebbero sentirsi coinvolti i giovani leggendo il libro?

“Il fil rouge del libro è la capacità di sogno. Partendo dalla mia infanzia, via via fino agli studi giovanili, alle scelte che ho fatto e molte delle quali hanno implicato cambiamenti repentini di vita, ciò che ha sempre illuminato la mia strada è la fiducia nel futuro, il desiderio di fare meglio e raggiungere obiettivi insperati. Il libro vuole dare un messaggio positivo ai giovani che si trovano spesso davanti a vicoli ciechi da cui sembra complicato uscire: la forza di reinventarsi e la curiosità devono rimanere un punto fermo nella vita di ognuno di noi”.

La presenza contestuale di altri autori ha unito l’intento di dare fiducia ai giovani in un momento storico così complesso?

“In effetti, nonostante i libri presentati trattassero i temi più svariati, credo che tutti in fondo fossimo lì per portare fiducia e ottimismo, oltre che un pizzico di leggerezza agli ospiti, perché siamo quotidianamente travolti da notizie nefaste che ci paralizzano e oscurano l’orizzonte. Lo scopo di un libro, oggi più che mai, dovrebbe essere quello di esortare a riprendere la strada con grinta e fiducia. Inoltre, l’aspetto affascinante è stato che un esperto di vini ha abbinato una degustazione a ogni manoscritto invitando gli ospiti all’ascolto sensoriale delle tematiche e non solo razionale. Pensandoci, le emozioni fluiscono attraverso tutti i sensi. Uno può diventare veicolo dell’altro, quindi è molto curioso questo approccio. Il valore aggiunto per me è stato sicuramente lo scambio di idee con gli autori. Al mio fianco avevo Nicola Scambia, autore del romanzo Jackfly, un thriller finanziario che ripercorre il crack finanziario che ha colpito l’Italia nel 2008 2009, poi c’era Potentilla, un fantasy scritto da Elisabetta Garbarini e Paola Battaglia con il suo Manuale di Autostima”.

Cosa le resta di questa esperienza milanese?

“La consapevolezza che Rockilience è sempre più un mezzo e non un fine. Che la scrittura è uno strumento per comunicare e condividere, che mi permette di portare i valori della mia terra ovunque io vada, com’è accaduto in America l’estate scorsa. Un libro è come una chiave che apre le porte dell’animo della gente, più si parla di verità e di emozioni e più le persone sono disposte ad ascoltare”.

del cuore. La Famiglia dei Sangiaorgiari ha espresso “le più sentite condoglianze alla famiglia Menichetti, in particolare al figlio Giovanni sempre vicino alla Famiglia nonché ex consigliere e alla nuora Tiziana Bellucci per la perdita di Antonio Belancino appassionato Sangiorgiaro e ceraiolo”. In tanti l’hanno salutato con commozione ai funerali nella chiesa parrocchiale di Sant’Agostino.

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Tonino “Belancino”, grande cuore rossoblù
Luca con Iuliana Ierugan

CAPITALI DELLA CULTURA

CON TERMOVALORIZZATORI

Bergamo e Brescia sono le capitali italiane della cultura 2023, oltre a essere ormai da anni tra le prime in classifica per qualità della vita, ambiente e lavoro. L’ha ricordato legittimamente con un post su Facebook il consigliere comunale di maggioranza Francesco Zaccagni (Socialisti Civici Popolari) nel fare presente, altrettanto legittimamente, che ospitano due grandi termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti. “Ma allora si può fare cultura e vivere bene - ha spiegato Zaccagni sui social - anche dove si bruciano rifiuti. Non ci avrei mai creduto”.

Gli ha risposto l’ambientalista incallito Ubaldo Emanuele Scavizzi: “Secondo Ispra è la città più inquinata d’Italia, soprattutto per le alte concentrazioni di Pm10. Il dato, è contenuto nell’edizione 2018 del rapporto Ispra-Sistema nazionale di protezione dell’ambiente sulla qualità dell’ambiente urbano che prende in esame ben 120 città e 14 aree metropolitane”. La replica di Zaccagni è stata a dir poco arguta: “Strano, io credevo fosse Gubbio la città più inquinata d’Italia”.

PER I CONSENSI. Al di là del siparietto social, questa caccia alle streghe ambientalista continua in realtà a essere una partita tutta esclusivamente politica. Non c’entra nulla il buon Scavizzi, che un percorso politico ideologico pure l’ha fatto al tempo di Goracci sindaco, e visto cosa è rimasto di quell’infausta lunga parabola cittadina è meglio soprassedere. In questa storia delle cementerie, il Css, le polveri sottili e altri orpelli ideologici c’è in verità la solita spasmodica caccia al voto, al consenso politico-elettorale di fasce sociali a metà tra l’ambientalismo come tarlo e la paura di fasce sociali inconsapevoli della materia. La battaglia è esclusi-

CONTRADDIZIONI EUGUBINE DI FRONTE A BERGAMO E BRESCIA , CHE INCENERISCONO I RIFIUTI E SONO DA ANNI

LE

TRA LE PRIME IN CLASSIFICA PER QUALITÀ DELLA VITA, AMBIENTE E LAVORO

vamente politica, con qualche risvolto collaterale di convenienza o tornaconto, oppure vendetta mista a invidia sociale.

MAGGIORANZA SPACCATA. Il problema è che a Gubbio si formano strane maggioranze al governo perché ci stanno i talebani e quelli che contro i talebani dell’ambientalismo e della lotta ai famosi “padroni” ci vanno ma soltanto a parole perché spesso e volentieri votano a favore quegli atti che tanto piacciono e vengono proposti proprio dai talebani. Curioso: parti della maggioranza dicono di essere a favore dell’attività delle cementerie (che producono ricchezza e lavoro) e del Css, ma il voto sugli atti contro le cementerie e il Css è compatto. Veramente singolare come comportamento. Sul Css, per esempio, è bene chiarire che l’autorizzazione deriva da normative europee e nazionale con il Decreto Cingolani che ha semplificato e la Regione Umbria che ha recepito, concedendo l’autorizzazione dopo aver messo i bastoni tra le ruote chiedendo come Giunta Regionale di centrodestra la procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale) allineandosi perfettamente alla sinistra eugubina. Il Comune di Gubbio ha fatto peggio con la maggioranza compatta (compresi quelli che a chiacchiere sono pro-cementerie) a contrastare il Css fino a lasciare che la Giunta Stirati promuovesse il ricorso al Tar (perso) con le spese legali a carico del bilancio e quindi dei cittadini. È vero che è stata respinta in aula consiliare l’ultima scorribanda del “crociato” Orfeo Goracci, ma è altrettanto vero che spesso il voto sui documenti del Css ha visto la convergenza talebana senza distinzioni di sorta. E Zaccagni (come altri) sa benissimo contano gli atti assunti, con i relativi voti e le decisioni, più che le posizioni parolaie che servono più che altro a rabbonire il popolo.

Calogero Alessi lascia in eredità la passione politica e l’impegno per la città

La passione politica con un forte impegno per la città è l’eredità lasciata da Calogero Alessi, figura di spicco della Democrazia Cristiana ai tempi d’oro prima di Tangentopoli e poi dirigente di Ppi, Margherita e Pd, ricoprendo incarichi istituzionali e tecnici di alto livello. Il dottor Alessi si è spento il 3 febbraio scorso all’Hospice di Perugia, dov’era stato trasferito da qualche giorno dall’ospedale di Branca e dopo aver lottato con un tumore. Una folla numerosa e commossa gli ha dato l’ultimo saluto il 6 febbraio nella chiesa parrocchiale di Sant’Agostino. Lascia il figlio Diego, i fratelli e la sorella.

Era nato il 7 gennaio 1940 e si era impegnato fortemente fin da giovanissimo per dare un apporto nella crescita e sviluppo della propria città. Ha mosso i primi passi in politica come allievo e collaboratore dell’altro storico rappresentante della Dc eugubina Vinicio Baldelli. Da sempre impegnato sulla tematica economica e sociale del territorio eugubino, si è battuto fino in fondo per togliere dalla marginalità questa zona dell’Umbria. Fece nel 1976

una prima esperienza elettorale candidandosi alla Camera dei Deputati, senza risultare eletto, ma entrò in Consiglio Regionale nelle elezioni del 1985 e venne confermato nel 1990. Si distinse nell’assemblea regionale per la sua particolare sensibilità istituzionale tanto che fu chiamato a presiedere la commissione istituita per la prima revisione dello Statuto regionale. La sua esperienza come direttore dell’Enasarco, l’ente di tutela dell’artigianato regionale, ha qualificato anche il suo impegno regionalista su i temi economici e sociali del territorio umbro. Professionalmente, dopo alcuni anni da insegnante alle scuole medie, ha ricoperto incarichi nell’Enalc (Ente nazionale per l’addestramento dei lavoratori del commercio), è stato direttore dell’Artigiancassa prima in Umbria e poi in Lombardia, fino a ricoprire per diversi anni fino al 2013 la carica di presidente di Sviluppumbria. Come appassionato di storia, ha dato vita insieme ad altri all’associazione culturale Federico II, che si è distinta per alcuni importanti convegni sulla figura e l’influenza dell’imperatore svevo.

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DAL LIONS CLUB UN ESCAVATORE ALLA COMUNITÀ DI PIETRALUNGA

UFFICIALIZZATO UN PROGETTO DI SOSTEGNO

DOPO L’ALLUVIONE DI METÀ SETTEMBRE.

INIZIATIVA ASSUNTA DI CONCERTO CON IL DISTRETTO LIONS 108 L E CO-FINANZIATO

DALLA LIONS CLUB INTERNATIONAL FOUNDATION

Un progetto fortemente voluto dal Lions Club Gubbio, di concerto con il Distretto Lions 108L e co-finanziato dalla Lcif (Lions club international foundation). Questo ha portato alla donazione di un escavatore, con una cerimonia di consegna presso il piazzale antistante il palazzo Comunale di Pietralunga. L’alluvione del 15 e 16 settembre 2022, che ha colpito larga parte del territorio umbro-marchigiano, ha interessato in modo drammatico anche la comunità di Pietralunga. A causa di conseguenti e copiose frane e smottamenti, tanto il comparto pubblico che quello privato hanno affrontato enormi criticità. Case private, costruzioni e produzioni industriali e artigianali sono state distrutte o seriamente danneggiate e lo stesso

Comune si è visto privato dei mezzi necessari alla rimozione dei detriti.

I Lions si sono prontamente attivati in soccorso del Comune di Pietralunga dando luogo a un lavoro sinergico tra tecnici comunali ed esperti Lions tradottosi sia nella mappatura delle aree alluvionate o soggette a frane che nella necessità di acquisisre un mezzo movimento-terra. È nato così un progetto curato nel dettaglio dal socio del club Ugo Minelli e presentato poi alla Fondazione Lions, che oltre ad altre fasi operative prevedeva l’acquisto di un escavatore modello Kubota U36.4, un mezzo basilare non solo per il ripristino delle condizioni antecedenti all’evento calamitoso ma anche per quegli interventi necessari a prevenire simili catastrofi. La consegna è avvenuta alla presenza di Fabrizio Sciarretta, governatore Distretto Lions 108L; Giacomo Mancini, presidente del Lions Club Gubbio; Marcello Valli, assessore del Comunue di Pietralunga; Francesco Lucaroni, delegato regionale della protezione civile e l’ingegnere Ugo Minelli, referente di club del progetto. MA.GI.

Veronica Camilloni, tocco di classe al Festival di Sanremo

Mani di fata, spazzole che sanno sempre dove andare perché Veronica Camilloni sa farle cantare come un big. Svariate acconciature degli ospiti del festival passano per le sue mani. Specialmente quella della popolare conduttrice radiofonica e televisiva Andrea Delogu che ha voluto espressamente si occupasse di lei. Veronica unica umbra nello staff messo in piedi da Salvo Filetti, hair-stylist di chiara fama chiamato a guidare il team incaricato di pettinare conduttori, cantanti e ospiti del settantunesimo festival della canzone italiana.

Filetti l’ha già coinvolta l’anno scorso a Sanremo ma anche ai festival del cinema di Venezia, Roma e Taormina, oltre che alle sfilate di moda tra Roma, Milano e Pitti a Firenze, fino a Miss Italia.

“Sanremo è sempre Sanremo - racconta -, l’opportunità professionale è sicuramente unica e particolare. Conosco bene il mio mestiere, vengo da lontano e ciò mi aiuta ad affrontare al meglio anche questo tipo di avventure. Il festival fa parte del costume e della storia del nostro Paese. Ormai da anni collaboro con l’importante gruppo che fa capo a Salvo Filetti. Nel suo team ho avuto il privilegio di portare la mia professionalità in appuntamenti importanti come il festival”.

Veronica ha fatto un percorso di qualità, dalla passione arrivata quindicenne al perfezionamento costante per essere sempre all’altezza del compito. “La strada che nella vita avrei preso l’ho capita fin da piccola - ricorda - quando convincevo le amichette a fare il gioco della parrucchiera con i ruoli già definiti. Io ero la stilista di fama e loro le clienti che dovevano stare ferme a farsi intrecciare i capelli, mettere i bigodini e sottoporsi alle acconciature principesche. Loro si sono stancate di stare immobili, mentre io ho trasformato quel gioco nella professione che è soprattutto passione”.

Il suo salone Compagnia della Bellezza, in via Leonardo da Vinci, testimonia 37 anni di attività in 46 di esperienza tra i percorsi di studio e perfezionamento che non vengono mai meno, anche su come gestire al meglio il gruppo di lavoro, la clientela e la comunicazione con lo staff composto da sei ragazze, da Ilaria Casini master colorist a Annamaria Picchi, Barbara Girelli, Silvia Picchi, Celine Moriconi e Adele Bucci, che la seguono passo dopo passo.

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Veronica Camilloni Veronica con Andrea Delogu

LA DOTTRINA NELLA STORIA

UN SALUTO SPECIALE ALLA CARNE LA TRISTEZZA DEL CARNEVALE DI OGGI

Dato il preoccupante analfabetismo religioso imperante, pochi ormai sanno che perfino le feste di carnevale hanno a che fare con l’unica religione vera: il cattolicesimo. In effetti, fin dal significato del termine, il carnevale è indissolubilmente legato alla festa più importante della religione cristiana: la Pasqua di Cristo. Una festa così fondamentale da far sì che tutto l’anno liturgico sia costruito attorno a essa e da richiedere un lungo tempo di preparazione spirituale, fatto di sacrifici e penitenze, che dura ben quaranta giorni e che per questo è chiamato quaresima: dal latino cristiano quadr(ag)esĭma, nel significato di ‘quarantesimo giorno (prima di Pasqua)’. La Pasqua è una festa mobile, nel senso che non cade - come per esempio il Natalesempre nello stesso giorno dell’anno. Deve la sua mobilità alle fasi lunari. La domenica di Pasqua è quella immediatamente successiva al primo plenilunio di primavera. Insomma, per sapere quando cade la più importante festa cattolica, basta prendere il calendario e andare a vedere quando c’è la prima luna piena dopo il 21 marzo. A Pasqua la luna è sempre piena, come qualcuno avrà notato anche dal capolavoro di Mel Gibson, La passione di Cristo, che si apre proprio con un primo piano dell’astro notturno completamente illuminato. Ebbene, con la quaresima iniziava l’astinenza dalle carni. Impegno talmente preso sul serio dai cristiani che ci hanno preceduto da far chiudere per quei giorni le botteghe dei macellai. Era un vero saluto - vale in latino - alla carne. Ovvero: il carne-vale. La cui festa cade nell’ultimo martedì che si mangia di “grasso”, prima del mercoledì delle ceneri che fa iniziare il tempo di quaresima.

Chiunque guardi con onestà e sano realismo a come è ormai ridotto il carnevale nella società post cristiana, non potrà non ammettere che più che una festa dell’allegria si è trasformato in una festa del lugubre. Non c’è infatti nulla di più triste che un’allegria “forzata” come è diventata quella dei nostri carri in maschera o delle nostre feste da ballo. Tutto ha perso sapore. Ce ne accorgiamo facilmente parlando con qualche anziano che, tra malinconia e rimpianto, ci racconta quanto erano più belli e veri i veglioni di un tempo, quando c’era qualcosa che sapeva dare sapore a tutto. Senza saperlo, stanno parlando del sale che è la religione cattolica che, con la sua saggezza, sapeva dosare bene divertimento e penitenza, momenti da dedicare ai piaceri effimeri del mondo e altri in cui pensare al bene eterno. La società post cristiana rifiuta proprio la dimensione che sa dare un senso a tutto il resto. Non ci si diverte davvero se ogni giorno è carnevale, se si vive nella follia sessantottina del “vietato vietare”, se non si parla mai della vita eterna e si pensa solo a godere quaggiù. Ecco perché le nostre feste e i nostri veglioni (che vengono organizzati fregandosene altamente se cadono in un giorno di quaresima) ci stordiscono ma non ci divertono, ci sollazzano ma non ci lasciano più quel senso di felicità che ancora alberga nel cuore dei nostri nonni. Una festa senza la consapevolezza della vita eterna è dimezzata. Faccio finta di divertirmi, ma ho nel cuore il dolore (che senza la religione cattolica è insensato e dunque assurdo) per la mia finitudine o per le persone che amo e che non ci sono più. E finita la musica mi sembra finito tutto.

Ci vediamo un giorno di questi, legame senza fine

La narrazione di Federica Bosco, proposta nel romanzo Ci vediamo un giorno di questi, è un susseguirsi di emozioni familiari e riconoscibili: un’amicizia intensa tra due bambine che, divenute ragazze e donne, si cercano costantemente nel frastuono della quotidianità che scandisce le loro vite, distanti ma perfettamente sincroniche.

Caterina e Ludovica sono due donne con caratteri molto diversi: la prima è un vulcano di energia, le sue giornate sono dominate dal caos e dall’assenza totale di pianificazione, tutto è vissuto al massimo, imprevedibile, magmatico e improvvisato; Ludovica è esattamente il suo opposto, precisa, metodica, allergica a qualsiasi tipo di responsabilità e concretizzazione nonostante la sua esistenza sembri rappresentare la quintessenza del concreto e del tangibile. La loro amicizia è iniziata quando erano bambine, da una merenda condivisa nel cortile della scuola e, da quel momento, nessun evento della vita ha finito per dividerle.

Insieme rappresentano un’equazione perfetta e inspiegabilmente funzionante, si cercano e si trovano al di là dei silenzi, delle invidie, della rabbia e degli allontanamenti, possiedono la certezza incrollabile di potersi riconoscere nelle turbolenze che, al

di là dell’ordine apparente, entrambe sentono di possedere. La dimostrazione compiuta della forza del loro rapporto arriva quando Ludovica sarà costretta, per supportare l’amica, a dover rinunciare a quell’ordine caro al suo animo e alla sua mente che, su richiesta di Caterina, finirà per mettere da parte.

Lo stile narrativo di questo racconto coniuga perfettamente la leggerezza alla trattazione di un tema importante e profondo, a perfetta dimostrazione del fatto che la semplicità delle parole che scorrono rappresenta un punto di forza e un talento che pochi narratori sono in grado di gestire e amministrare con maestria e naturalezza: Federica Bosco possiede questo talento e lo mette a frutto in un romanzo che, pagina dopo pagina, non vorresti fare a meno di leggere. La descrizione di un’affinità elettiva, come direbbe Goethe, simboleggia perfettamente le continue sorprese della vita e l’assoluta centralità di quei rapporti umani che colorano la nostra quotidianità e finiscono per stravolgere le certezze più assolute e incrollabili che non solo noi abbiamo su noi stessi, ma che, soprattutto chi ci conosce e ci sceglie è portato a ritrovare.

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IL RACCONTO DI UN’AFFINITÀ ELETTIVA IN UN ROMANZO CHE NON SI RIESCE A SMETTERE DI LEGGERE LA ROCCA Pillole Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI a
cura di LUIGI GIRLANDA

Il duomo, il pozzo di San Patrizio, la cappella di San Brizio: tutti luoghi che sicuramente non passano inosservati visitando Orvieto, abbarbicata su una rupe di tufo. Tuttavia, camminando per le vie molti non sanno che c’era una volta una città sotto a un’altra città. Quello che sembra essere l’inizio di una fiaba, è il preambolo di una storia antica in cui protagonista è l’avventura di alcuni speleologi che dentro alla grande rupe incline all’instabilità, hanno scoperto un mondo sotterraneo scavato, utilizzato e poi abbandonato. Nel sottosuolo di Orvieto, altrimenti detto Orvieto Underground, si articola un tetro labirinto ospitante un cospicuo numero di grotte, cisterne, cuniculi, pozzi creati dall’uomo in quasi tre millenni di ostinato lavoro. L’attenzione degli speleologi locali venne catturata a partire dalla fine degli anni ’70, quando una frana di grandi proporzioni assestò un bel morso nella rupe orvietana, a poche centinaia di metri dal celeberrimo duomo. La frana allarmò tutti, con la preoccupazione

Orvieto Underground, la città sotto ai piedi Come ti Cucino Sano

per la sopravvivenza di Orvieto e del suo patrimonio artistico, ma permise ai professionisti di mitizzare una Orvieto tutta vuota, sotto. La stessa rupe mostrava, in alcune delle sua strapiombanti pareti, misteriose aperture, finestrature dai profili irregolari, occhiaie vuote e buie che sottintendevano sotterranei inesplorati che oggi rappresentano un importante serbatoio di informazioni storiche e archeologiche. Se l’aspetto superficiale della città ha subito le mutazioni del tempo che scorre, l’Orvieto Underground rappresenta un utile strumento per entrare in contatto con il passato culturale rimasto in buona parte intatto. Un incredibile viaggio nel tempo nel cuore di Orvieto che qui conserva la sua suggestiva memoria. È possibile partecipare alla visita guidata della città sotterranea partendo da piazza Duomo ed è accessibile al costo di 7,00 euro a persona, con gli orari che variano a seconda del periodo stagionale. Per maggiori informazioni è consigliabile consultare il sito ufficiale.

PASSATELLI DI SAN VALENTINO

San Valentino fa respirare amore, che merita di essere celebrato ogni giorno ed è comunque piacevole per tutti gli innamorati come occasione per dedicarsi esclusivamente al romanticismo, linfa vitale per le coppie. San Valentino era umbro, ricordato come il primo vescovo di Terni. La Chiesa, durante il papato di Gelasio, l’ha scelto nel 496 per sostituire la festa pagana dei Lupercali. Da allora, è il patrono della sua città d’origine e degli innamorati: un motivo in più per sentire il legame con questa festa e con la nostra regione, terra di santi e tradizioni. Per questa occasione ho quindi deciso di unire gli ingredienti: il rosso dell’amore con i tradizionali passatelli, un grande classico delle nostre tavole le cui origini non sono molto ben definite né documentate, ma probabilmente figlio di una minestra di origine romana-marchigiana chiamata stracciatella. I passatelli nascono in campagna, dove la donna di casa utilizzava uno strumento particolare noto con il nome di ferro per i passatelli per preparare, con pochi ingredienti, un pasto sostanzioso per il marito.

RICETTA Per i passatelli

• 2 Uova

• 100 gr di Pangrattato

• 100 gr di Parmigiano

Reggiano

• Una scorza di limone

• Noce moscata

• Sale fino qb

Per il pesto di barbabietola

• 150 gr di Barbabietola

precotta

• 100 gr di Caprino

• 20 gr di Pistacchi

• Olio d’oliva qb

• Sale qb

• Pepe qb

PROCEDIMENTO

• Sbattete le uova in una ciotola con un pizzico di sale, aggiungete il pangrattato precedentemente mescolato con parmigiano, la scorza di limone grattugiata, la noce moscata e mescolate con una spatola.

• Lavorate a lungo l’impasto per ottenere un panetto consistente ed elastico, infine avvolgete in pellicola e fate riposare per 10-15 minuti a temperatura ambiente.

• Intanto preparare il sugo a crudo, mettere in un frullatore la barbabietola tagliata grossolanamente, i pistacchi, un filo di olio, un pizzico di sale e pepe, e il caprino: frullare per un minuto. Tenete da parte.

• Portate ora l’acqua a bollore, quando l’impasto è pronto inserite un pezzo alla volta in uno schiacciapatate a fori larghi oppure nell’apposito strumento e schiacciatelo direttamente nell’acqua.

• Utilizzate la lama di un coltello per tagliare i passatelli a una lunghezza di circa 6 cm.

• Scolate i passatelli e aggiungeteli in padella con la crema di barbabietola. Fate saltare un paio di secondi circa.

• Completate con qualche goccia di caprino, i pistacchi tritati e servite.

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a cura di LORENZO DIAMANTINI All’insolito posto a cura di CLAUDIA BOCCUCCI

ROGO A CANNE GRECHE, SARÀ UN PROCESSO LUNGO E MOLTO COMPLICATO

di MASSIMO BOCCUCCI

Sarà un processo lungo e complicatissimo. Passerà inevitabilmente per tre gradi di giudizio e sull’epilogo pesa in partenza se per quanto accaduto il 7 maggio 2021 a Canne Greche trattasi per i cinque rinviati a giudizio di omicidio doloso, come stabilito dal giudice dell’udienza preliminare Angela Avila nella fase che apre il dibattimento di primo grado, oppure colposo come di solito vengono configurate dai giudici le tragedie sul lavoro. Il 20 aprile, quando si aprirà il processo, si partirà da tutti i gravi reati contestati fin dall’inizio dalla Procura di Perugia, a cominciare appunto dal più grave che è l’omicidio doloso. Il giudice Avila ha disposto il processo per i cinque imputati ritenuti dal pubblico ministero Gemma Miliani responsabili a vario titolo dell’esplosione del laboratorio in cui hanno perso la vita il diciannovenne Samuel Cuffaro e la cinquantaduenne Elisabetta D’Innocenti che lavoravano nell’opificio in cui si produceva cannabis light, mentre Alessio Cacciapuoti all’epoca minorenne è rimasto gravemente ferito con altri due coinvolti senza particolari conseguenze.

I COINVOLTI. Il processo sarà celebrato davanti alla Corte d’Assise di Perugia a carico di Alessandro Rossi, 33 anni, legale rappresentante di Greenvest e di Green Genetics; Gabriele Muratori, 29 anni, legale rappresentante di Green Genetics; Maria Gloria Muratori, 25 anni, legale rappresentante di Greenvest; Luciano Rossi, 35 anni, considerato socio occulto e gestore di fatto di entrambe le società; Giorgio Mosca, 43 anni, proprietario dell’immobile in cui si è verificata l’esplosione, anche lui considerato socio occulto e gestore di fatto di entrambe le società. Dovranno difendersi a vario titolo anche dall’accusa di lesioni dolose gravissime e gravi, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, perché - stando alla ricostruzione della Procura - i cinque sarebbero stati consapevoli della potenzialità lesiva del pentano sia per come veniva stoccato nel laboratorio che per come veniva utilizzato, ovvero con lavatrici a ultrasuoni che si surriscaldano e per questo non avrebbero potuto essere impiegate con una sostanza infiammabile come il pentano. Per il pm Miliani, inoltre, gli imputati erano anche a conoscenza dell’assenza di specifiche competenze scientifiche o di una pregressa esperienza similare in capo all’inventore della tecnica, ovvero Alessandro Rossi.

A GIUDIZIO DAL 20 APRILE I CINQUE COINVOLTI NELL’ESPLOSIONE DEL 7 MAGGIO 2021 , NEL LABORATORIO DOVE SI LAVORAVA LA CANNABIS, CHE COSTÒ LA VITA A SAMUEL CUFFARO

ED ELISABETTA D’INNOCENTI. BRACCIO DI FERRO

TRA LE PARTI SULL’ACCUSA DI OMICIDIO DOLOSO

IL DOLORE. La famiglia di Samuel Cuffaro si è costituita parte civile nel processo da cui si aspetta verità e giustizia dopo il dolore inconsolabile. Non è stata accolta dal gup Avila la tesi dalle difese, rappresentate dagli avvocati Monica Bisio, Luca Maori e Gervasio Paolo Cicoria, secondo cui il reato più grave di omicidio doloso avrebbe dovuto essere configurato in omicidio colposo, ricordando il precedente rappresentato dal gravissimo rogo Thyssenkrupp a Torino in cui la Cassazione ha inquadrato gli incidenti mortali sul lavoro come omicidio colposo. “A noi Samuel non lo ridarà nessuno, però non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tutto quello che è successo. Chiediamo giustizia per lui”, ha detto Linda Fiorella Alonge, la madre di Samuel. Il ricordo è struggente, da quel 7 maggio 2021 la famiglia del ragazzo ha consumato le lacrime. La signora Linda ha assistito con il marito Gaetano all’udienza preliminare che ha portato al rinvio a giudizio dei cinque accusati. “Noi abbiamo poco, pochissimo, da dimostrare - ha evidenziato Gaetano Cuffaro, il padre di Samuel - perché i fatti sono così tanto evidenti che il giudice non ha potuto fare a meno di tenere questo impianto accusatorio. La nostra famiglia è stata distrutta completamente. Samuel per noi era tutto il mondo che ci girava attorno”. Anche a distanza di quasi due anni, la famiglia Cuffaro non si dà pace: “Abbiamo altri due bambini che ci tengono ancora in piedi. Vogliamo solamente giustizia e che queste persone che hanno fatto del male a tante famiglie paghino per quello che è giusto. Samuel qualche mattina, non sempre perché era a chiamata, andava a lavorare nei campi, mentre quel giorno il destino l’ha portato, chiamato dai datori di lavoro, in un posto in cui lui non doveva andare e di cui lui non sapeva niente. Poi è successo tutto quello che è successo”.

LA DIFESA. L’avvocato Luca Maouri, che difende Giorgio Mosca, ritiene che “la qualificazione del reato data dal gup non sussiste. I fatti sono molto gravi, questo è evidente, ma l’omicidio doloso non è una fattispecie che può essere contestata. Qui si tratta di una colpa e mai omicidio volontario. Abbiamo cercato di dimostrare questa circostanza prendendo a spunto la sentenza ThyssenKrupp di Torino. Il caso di specie è assolutamente lo stesso. Il mio assistito non era neanche socio delle attività ma proprietario dell’immobile e collaboratore saltuario”.

VIVOGUBBIO ARRIVA NELLA TUA CASSETTA DELLA POSTA

Tutti i numeri di VivoGubbio vengono consegnati direttamente nelle abitazioni e nelle attività pubbliche, riuscendo così a offrire una copertura ampia di tutto il comprensorio comunale e dando l’opportunità a tutta la cittadinanza di poter ricevere comodamente la copia della rivista direttamente nella cassetta della posta. Qualora però qualcuno abbia notato di non aver ricevuto la propria copia, può contattare la redazione all’indirizzo redazione@vivogubbio.com comunicando il proprio indirizzo, che verrà raggiunto a partire dal prossimo numero.

PAGINA 16 CRONACA V G

IL RUGBY GUBBIO FA META

NEL SEGNO DELL’INCLUSIONE

Tanti anni di attività bastano a certificare che il Rugby Gubbio è tra le realtà più importanti. L’associazione, nata nel 1984 e cresciuta grazie alla passione di tanti eugubini, a oggi può contare su più di 200 atleti La squadra Senior è il fulcro, seguita dalle giovanili che coprono la fascia d’età fino a 19 anni, e fa la sua parte la Old formata da ex giocatori eugubini, perugini, folignati e spoletini. Il club è da sempre molto attivo in campo e fuori, con la volontà di promuovere una sana cultura sportiva. Numerose sono infatti le iniziative realizzate nel corso degli anni, come gli scambi culturali e sportivi con gli under 18 provenienti dall’Ushuaia (Argentina) e la partecipazione a prestigiosi tornei nazionali ed europei che hanno coinvolto la squadra Senior e le categorie Old e Under.

LE INIZIATIVE. Il Rugby Gubbio s’impegna a far conoscere questo sport con incontri nelle scuole e attraverso eventi. L’inclusione è tra i principi cardine dell’associazione: tutti possono giocare a rugby, uomini e donne, grandi e piccoli, normodotati e diversamente abili. Così come il terzo tempo, il rispetto e la lealtà non vengono meno nel vivere il club a 360 gradi. Si prepara a partire il Servizio civile universale: i quattro volontari che vorranno prestare servizio presso il Rugby Gubbio saranno impegnati nel progetto “Sport su misura”, che mira a diffondere la cultura dello sport e promuovere l’attività motoria, al fine di migliorare la vita delle persone favorendo l’integrazione sociale, l’inclusione e la lotta al bullismo.

IL SODALIZIO È CRESCIUTO NEGLI ANNI CON TANTE INIZIATIVE PER ACCOGLIERE I GIOVANI. ALL’ATTIVITÀ SI UNISCONO GLI SCAMBI CULTURALI E SPORTIVI IN GIRO PER IL MONDO, LA PARTECIPAZIONE A PRESTIGIOSI TORNEI E GLI INNUMEREVOLI EVENTI IN CITTÀ

TORNEO LUPO. Tornerà, per la quinta edizione, il Torneo Lupo di Gubbio in programma il 3 e 4 giugno, divenuto uno dei più importanti tornei di mini-rugby del centro Italia con migliaia di bambini e ragazzi. Inoltre, l’associazione ha in mente di migliorare l’impianto sportivo, intervenendo a livello di spogliatoi, palestra e il rifacimento manto erboso, e pure la Club House riferimento per giocatori, dirigenti, allenatori, genitori e appassionati.

Il 19 Febbraio il Ballo in Maschera dei bambini

Dopo due anni di stop, imposti dalla pandemia, torna uno degli appuntamenti più amati di tutto il periodo di Carnevale organizzato nel territorio eugubino: il ballo in Maschera dei Bambini, come da consolidata abitudine promosso dalla Croce Rossa Italiana (Comitato di Gubbio), presieduto da Annalisa Barbetti. L’appuntamento è in programma domenica 19 febbraio alle ore 15,30 presso il Ristorante “Conte Fabiani”. L’ingresso è gratuito per i bambini in maschera, mentre per gli adulti il biglietto è di 10 euro. Previsti tanti giochi e attività e anche il trucca-bimbi. Premio alla “maschera più piccola” e tanti balli in maschera all’insegna del divertimento e della solidarietà.

PAGINA 18 SPORT V G

La Bacheca di ASSISTENZA

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specifico dell’apprendimento (DSA) e difficoltà nell’apprendimento. Si offre aiuto e supporto anche per la preparazione di esami universitari dell’area umanistica (facoltà di lettere, filosofia, storia, sociologia, antropologia, scienze della comunicazione, scienze politiche) e per la stesura e la correzione di tesi di laurea. Info: 347.0656027

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davvero un’anima libera

“Un’anima libera non muore, vola solo più in alto”. Sono le parole che i ragazzi della Gubbio Ultras hanno scelto per ricordare Araldo Libero Terradura Vagnarelli, che lo scorso 2 febbraio è stato ritrovato senza vita all’interno della propria abitazione in via Fontevole. Una morte che ha suscitato profonda commozione in una città che per decenni l’ha visto protagonista in numerosi ambiti, e che ne ha fatto una delle figure più caratteristiche per la giovialità e l’entusiasmo contagioso che sapeva diffondere. Araldo, 49 anni, viveva da solo e aveva allarmato i propri amici che da più di 24 ore non avevano sue notizie. L’intervento dei carabinieri, alla presenza del medico legale, non è servito a nulla, se non a constatarne il decesso, avvenuto per cause naturali. Alla

NUMERI UTILI

Centralino Comunale 075.92371

Centralino Osp. Branca 075.9270801

Pronto Soccorso 075.9270744

Numero Verde Farmacie 800.829058

Guardia Medica 075.9239468

Sez. Croce Rossa 075.9273500

Gubbio Soccorso 075.9277779

Misericordia Gubbio 340.3859797

Carabinieri 075.9235700

Vigili del Fuoco 075.9273722

Vigili Urbani 075.9273770

Cimitero Civico 075.9237690

IAT 075.9220693

Servizio Taxi 075.9273800

Carabinieri Forestali 075.9272585

Guardia di Finanza 075.9273789

Centrale ENEL 800.900.800

Canile 075.9274963

Curia Vescovile 075.9273980

075.9220795

333.5224537

FARMACIE

COMUNALE

Piazza 40 Martiri 10 075.9272243

CECCARELLI Via L. da Vinci 50 075.9222471

CENTRO Via Cairoli 15 075.8085796

LUCONI Via Perugina 151/B 075.9273783

PIEROTTI

Via Campo di Marte 46 075.9220635

CARDINALI

Loc. Casamorcia 075.9255131

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Frazione Padule 075.9291235

BRANCA Via Ponte Rosso

075.9256122

TOMARELLI

Loc. Ponte d’Assi 075.920134

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Società Editrice Infopress srl

Mail redazione@vivogubbio.com

Direttore Responsabile Massimo Boccucci

notizia della scomparsa, il web è stato inondato di messaggi e ricordi arrivati anche da fuori città (tra l’altro da Forlì, tifoseria gemellata con quella eugubina). Araldo era davvero quel che si potrebbe definire un’anima libera: ha vissuto la vita secondo le sue regole, e non ha mai avuto paura di mostrarsi per come era. In un’epoca che fonda il suo credo sull’apparire, Araldo ha sempre preferito “essere”, mostrando tutto il lato buono e sensibile di cui una persona si può fare carico. Allegro, spensierato, generoso, a volte magari un po’ sopra le righe, certamente mai banale: l’essersene andato in modo così tanto silenzioso, quasi senza voler disturbare, lo rende forse ancora più libero di quanto non lo sia stato nel suo percorso terreno.

Redazione Annalisa Boccucci, Claudia Boccucci, Lorenzo Diamantini, Luigi Girlanda, Angela Pettinacci

Grafica Roberto Barbacci

Stampa Artegraf srl - Trestina (PG)

Distribuzione S.I.S. Group - Corciano (PG)

Info Pubblicità 075.9228938

Chiuso in redazione: Lunedì 6 Febbraio 2023

Registrazione al Registro Operatori Comunicazione (ROC)

n. 38761 con prov. dir. 677 del 14 Novembre 2022

Il prossimo numero è in uscita

POLITICA PAGINA 19 V G
ACI Soccorso Stradale
SABATO 25 FEBBRAIO 2023

LA PRIMA AZIENDA ITALIANA A METTERE IN STRADA

Dopo la rivoluzione dei primi veicoli a metano liquido, con il full electric si introduce un nuovo concetto di mobilità e di logistica sostenibile Con LC3 nasce il trasporto pesante di prossimità no limits.

Una soluzione ideale per percorrenze a breve, che consente di collegare zone di carico periferiche ai centri urbani senza alcuna emissione inquinante sul posto. Utilizzare mezzi all’interno delle città, compreso l’accesso alle zone ZTL rende possibile il trasporto e la consegna di grandi quantità di merci, anche deperibili, a strutture che hanno necessità di approvigionamento quotidiano. L’introduzione del full electric è una nuova tappa del nostro viaggio lungo la strada della sostenibilità. Un ulteriore step verso la decarbonizzazione, parte del nostro progetto che ha come obiettivo raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040.

UNA MOTRICE 100% ELETTRICA. lc3trasporti.com

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