1. Il contesto dell’Agenda 2.0
1.2. Il contesto locale: la Città metropolitana di Bologna, dal 2015 ad oggi
Nonostante la leva sull’accountability dei Paesi e l’incentivazione di iniziative volte all’aumento della consapevolezza sui temi legati allo sviluppo sostenibile, il raggiungimento dell’Agenda 2030 richiede azioni concrete e rapide che implicano un cambiamento nel pensiero e nella costruzione di nuovi modelli socioeconomici. Su queste basi, nel settembre 2019 è stato lanciato il «Decennio di azione» dell’ONU per accelerare gli sforzi per il raggiungimento degli SDGs14. Se a livello nazionale la principale azione comune degli Stati membri è la definizione di una Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, la comunità internazionale ha integrato gli SDGs anche nelle sue conformazioni sovrannazionali, regionali, o settoriali. A titolo di esempio, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) ha adottato un piano d’azione per contribuire agli SDGs («Better policies for 2030»15, 2016), mentre organizzazioni quali quella per la Sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e il Consiglio d’Europa (CoE) hanno integrato gli SDGs nelle proprie politiche e attività. L’Unione europea (UE) si pone, sin dall’approvazione dell’Agenda 2030, come apripista nella sua attuazione. Nel novembre 2016 la Commissione europea ha presentato l’approccio strategico UE agli SDGs con la comunicazione «Il futuro sostenibile dell’Europa: prossime tappe»16, che pone lo sviluppo sostenibile come principio guida di tutte le strategie politiche e inaugura una piattaforma multilaterale ad alto livello per sostenere lo scambio intersettoriale delle migliori pratiche attuative. Ad oggi gli SDGs sono inclusi in tutte le sei priorità della Commissione 2019-2024 e con particolare intensità in «Un’economia al servizio delle persone» e «Green Deal europeo»17 (dicembre 2019). L’Agenda 2030 e i suoi 17 SDGs tanto offrono una linea guida globale, quanto necessitano di un efficace processo di territorializzazione. Questo è cruciale affinché sia sostenibile lo sviluppo del contesto locale, ma anche per contribuire al raggiungimento degli SDGs su scala globale. Il processo di territorializzazione, o localizzazione, come sarà meglio illustrato di seguito, parte da un’analisi del contesto dato e dalle sue relazioni con il tema dello sviluppo sostenibile.
La definizione di un’Agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile 2.0 giunge a compimento di un processo importante durato diversi anni. A partire dalla sua stessa istituzione, con la Legge n. 56 del 2014, la Città metropolitana di Bologna viene chiamata “a governare e garantire la crescita armonica, programmata e organizzata del territorio”, interagendo con le istituzioni regionali e nazionali e indicando fra i punti fondanti i temi della sostenibilità e della rigenerazione urbana e ambientale. Definita come ente locale ad ampio raggio e competente in materia di pianificazione strategica, ambientale e territoriale, di crescita economica e sviluppo sociale, di mobilità e infrastrutture e servizi ai comuni che la compongono, la Città metropolitana ha il ruolo di individuare e coordinare le strategie di sviluppo dell’intera area metropolitana, in stretta collaborazione con le politiche nazionali e regionali. Sin dai suoi primi anni di vita, la Città metropolitana di Bologna è stata dunque in prima linea nell’attuazione dei principi dello sviluppo sostenibile. Non a caso Bologna nel giugno 2017 viene scelta come sede per la riunione dei Ministri dell’Ambiente del G7 che si conclude con la sottoscrizione della Carta di Bologna per l’Ambiente18 da parte dei Sindaci di dodici Città metropolitane italiane. La Carta è radicata nei principi internazionali dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e mira a tradurli in pratiche locali virtuose, in quella territorializzazione fondante delle politiche di sostenibilità a livello locale. Nello specifico, la Carta individua otto temi di carattere ambientale legati al goal n. 11. Città e comunità sostenibili e stabilisce gli impegni riconducibili alle linee guida della strategia dell’Unione europea, indica obiettivi e traguardi misurabili e definisce le possibili prospettive anche in scala nazionale. Rafforzando il proprio impegno e coinvolgimento sulle tematiche di sostenibilità, la Città metropolitana di Bologna ha posto la sostenibilità ambientale, economica e sociale al primo posto dei principi fondanti del Piano strategico metropolitano 2.0 (PSM) del 2018, l’atto di indirizzo approvato dal Consiglio metropolitano, che orienta l’azione della Città metropolitana,
14. https://www.un.org/sustainabledevelopment/decade-of-action/. 15. https://www.oecd.org/dac/Better%20Policies%20for%202030.pdf. 16. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52016DC0739&from=IT. 17. https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:b828d165-1c22-11ea-8c1f-01aa75ed71a1.0006.02/DOC_1&format=PDF. 18. https://www.cittametropolitana.bo.it/portale/Engine/RAServeFile.php/f/comunicati_stampa/carta_di_bologna_per_l_ambiente.pdf.
13