VerdEtà 78 - Febbraio 2021

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LA RIVISTA PER I SOCI CHE TI INFORMA E TI CONSIGLIA

Pensionati

n° 78 | Bimestrale | Febbraio 2021 www.pensionati.cna.it

n° 78

VACCINI, COSA C'È DA SAPERE JOE BIDEN, 78 ANNI E NON SENTIRLI L'OCCIDENTE ALLA PROVA DELLA PANDEMIA

L'INCHIESTA: LIBERI O SCHIAVI DEL NOSTRO EGOISMO? VERDETÁ n° 78 | 1


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n° 78 | Bimestrale | Febbraio 2021

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Sommario

EDITORIALE Paginatre di Filippo D'Andrea 3 I, VACC IN DA SA PE R E 'È CO SA C EN, JOE BID NON SENTIRLI IE 78 ANN VA LLA PRO ENTE A L'OCCID NDEMIA PA DELLA

ATTUALITÀ Vaccini, cosa c'è da sapere 4

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ATTUALITÀ Joe Biden, 78 anni e non sentirli 8 L'INCHIESTA LIBERI O SCHIAVI DEL NOSTRO EGOISMO? L'occidente alla prova della pandemia 10 Covid19, la nostra risposta debola e confusa 12 FOCUS I social chiudono le porte all'ex presidente Trump, atto di libertà o pericoloso precedente? 16

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DALLE REGIONI Campania, interventi a supporto della popolazione anziana 20 I CONSIGLI DI SAMUELE 22

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LE NOSTRE RICETTE Stoccafisso accomodato 24

Direttore Editoriale

LA FINESTRA SUL CAVEAU Metti insieme videogiochi, Robin Hood e speculatori 26

Filippo D'Andrea (verdeta@cna.it)

SPAZIO DONNA Ricercatrici figlie nostre 28

Redazione Coordinamento Livia Pandolfi Comitato di redazione Filippo D'Andrea, Giovanni Giungi, Pietro Romano, Livia Pandolfi, Jacopo Basili, Maria Rosa Battan, Andrea Battistoni, Giulio Cesare Brandini, Mario Filippello, Valter Marani, Antonio Mecca, Elena Pezzetta, Maria Francesca Picchio. Progettazione grafica e impaginazione Tiziana Barone (Albavision Srl) www.albavision.eu - info@albavision.it Photo Editor: Adolfo Brunacci (Albavision Srl)

IL RACCONTO Il gabbiano 30 SALUTE PSICOLOGIA - Dormire fa rima con... nutrirsi GERIATRIA - Vaccino, istruzioni per l'uso DIETOLOGIA - Cosa preparare per il nostro microbiota ERBORISTERIA - Il carciofo corrobora lo stomaco

DAL TERRITORIO 42 LETTERE AL DIRETTORE 46 IL LIBRO DEL MESE 48 RELAX 49 PANTERE GRIGIE 50

Stampa: Postel SpA Via Campobello 43 - 00071 Pomezia (RM)

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Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 405/2006 dell’08/11/2006

2 | VERDETÁ 78 Din°questo numero sono state diffuse 204.500 copie - Stampato su carta riciclata


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di Filippo D'Andrea Care Lettrici e Cari Lettori , tutte le indagini socio-economiche dell’ultimo periodo dicono che gli anziani sono sulla breccia, nel bene e nel male. Continuiamo a soffrire per la pandemia che non si arresta ed imperversa ormai nel Paese e nel Mondo da più di un anno, ma i dati dell’economia d’argento ci dicono che i pensionati sono sempre più protagonisti ed attivi nel sistema economico. Tuttavia credo sia necessario aprire una riflessione sulle reali condizioni della popolazione anziana e delle disuguaglianze che il sistema stesso rende insuperabili. Anzi la pandemia. contrariamente a quelle del passato, ha aumentato queste disuguaglianze in termini economici e sociali. Anche i recenti fenomeni accaduti negli USA, inediti per quel Paese culla della democrazia occidentale, sono il frutto delle disuguaglianze. Quelle stesse tensioni sono pericolosamente presenti in tutti i sistemi occidentali e la soluzione non può certo essere il conflitto generazionale tra chi, quanto meno, percepisce una pensione e chi invece è scivolato nella povertà a causa della pandemia. Nel 2020 si sono persi in Italia 400.000 posti di lavoro ma le pensioni minime sono rimaste al palo: occorre considerare che il welfare familiare ha attenuato le tensioni che in altri Paesi sono esplose a causa delle sperequazioni che affliggono le nostre società. I ricchi sono diventati sempre più ricchi, basti pensare ai guadagni milionari dei network commerciali. Questo determina frustrazione e disperazione che spesso vengono canalizzati in forme d’odio. Ma quello che più determina le disuguaglianze meno evidenti, ma non per questo meno importanti, sono le disparità nell’accesso ai servizi di comunità: in questo lo svantaggio degli anziani è ancor più evidente. Si pensi all’accesso ai servizi sanitari, al mancato potenziamento della medicina territoriale ed al complesso di servizi socio-assistenziali poco attenti ai bisogni della popolazione più numerosa. Si tratta quasi sempre di un’offerta che presenta

gravi deficienze e limita la fruibilità dei diritti. Questo è il caso della mancata integrazione della presa in carico delle persone nel quadro ancora inesistenze di una rete diffusa di strutture che possano garantire equità di accesso. Oggi diventa ancor più evidente questa carenza con la confusione in tema di vaccini. Pochi produttori che sembrano più attenti al profitto piuttosto che considerare il ruolo salva-vita del vaccino stesso, soprattutto per gli over 65. Le Regioni in ordine sparso, siti produttivi concentrati in pochi Paesi, dispute nazionalistiche anche grazie alla Brexit sono il contesto nel quale l’anziano è sempre più disorientato. In questi giorni è iniziata la caccia alla prenotazione per via telematica per gli over 80 con il coinvolgimento di intere famiglie viste le evidenti difficoltà ad accedere al servizio on line. Viene spontaneo chiedersi perché se i vaccini sono salvavita non si sia provveduto a delocalizzare la produzione per tempo evitando lungaggini dei trasporti e ritardi facilmente prevedibili nella consegna. Quindi anche in questo caso prevarranno le disuguaglianze, che saranno territoriali ma anche sociali visto che l’accesso al servizio non sarà garantito alle stesse condizioni per tutti. Quegli anziani che non potranno beneficiare dell’assistenza della famiglia da chi saranno presi in carico per usufruire del vaccino? Ancora una volta il benessere economico farà la differenza e come già sta accadendo nei Paesi più ricchi la fruibilità del vaccino è già disponibile ed almeno 70 Paesi al Mondo non avranno questa possibilità per il corrente anno. In Italia la sperequazione ancora una volta sarà garantita da un sistema sanitario che si è dimostrato inadeguato già all’inizio della pandemia ma che ancora aspetta di essere sottoposto ad una riforma profonda. Intanto mentre andiamo in stampa aspettiamo di sapere come si risolverà la crisi di Governo più indecifrabile degli ultimi decenni. Buona lettura! Filippo VERDETÁ n° 78 | 3


ATTUALITÀ

VACCINI, COSA C’È DA SAPERE: QUELLI DISPONIBILI, LE CATEGORIE PRIORITARIE E GLI OBIETTIVI VITTORIO DI GUILMI

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È partita il 27 dicembre, con le prime 9.750 dosi del vaccino Pfizer-Biontech arrivate dal Belgio all’Ospedale Spallanzani di Roma, la campagna di vaccinazione in Italia, così come in tutta Europa. Una tappa storica e particolarmente attesa, poiché al momento il vaccino rappresenta l’unica “via di fuga” dalla pandemia. L’obiettivo è di vaccinare almeno il 70% della popolazione per raggiungere la tanto agognata immunità di gregge e quindi abbattere la circolazione del virus. I vaccini sono offerti in forma gratuita a tutta la popolazione, senza obbligatorietà e secondo un ordine di priorità che tiene conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità. Queste priorità sono individuate dal “Piano strategico”, elaborato a dicembre da Ministero della Salute, Commissario Straordinario per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa. Ad oggi il piano è stato aggiornato con l'arrivo di nuovi vaccini. I vaccini disponibili. Attualmente in Europa e in Italia sono disponibili tre vaccini anti Covid-19 e altri cinque potrebbero arrivare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. I vaccini attualmente autorizzati hanno dimostrato un’efficacia nel prevenire la malattia pari al 95%. Dei tre i vaccini anti Covid-19 già disponibili, il primo a essere stato approvato è stato quello dell’azienda statunitense-tedesca PfizerBioNTech, il 21 dicembre. Il secondo in ordine di approvazione, è stato il vaccino dell’americana Moderna, che dà una protezione confrontabile al vaccino precedente, e che sta studiando la possibilità di somministrare una terza dose per aumentare ulteriormente la risposta immunitaria contro le nuove varianti del virus Sars CoV2. Gli studi clinici su Pfizer-BioNtech e Moderna hanno dimostrato un’efficacia molto elevata del vaccino, rispettivamente, dopo una settimana e dopo due settimane dalla seconda dose. La seconda dose del vaccino, effettuata ad almeno 21 giorni dalla prima dose per il vaccino della Pfizer e 28 per quello di Moderna, ha il compito di rinforzarla e renderla più prolungata. Il terzo vaccino autorizzato in Italia è quello messo a punto da AstraZeneca, che raggiunge un’immunità intorno al 60% dopo due

dosi, somministrate con un intervallo da quattro a dodici settimane, e che l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato con l’indicazione per l'utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni. Nelle prossime settimane è atteso l’ok dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) per il vaccino della Johnson & Johnson, e più in là potrebbe essere la volta di un altro vaccino americano, quella della Novavax. Non si esclude, poi, che l'Europa possa dare il via libera al vaccino russo Sputnik e a quello dell’azienda cinese Sinovac. All’orizzonte in Italia c’è poi il vaccino della Reithera, l’azienda di Castel Romano (Roma) nella quale lo Stato ha deciso di entrare con capitale pubblico, e che potrebbe essere disponibile da settembre. Le categorie prioritarie. Tra categorie prioritarie, sono rientrati gli operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani, persone di età avanzata (prima over 80, poi fascia 60-79 anni) e persone con fragilità di ogni età. A seguire, i servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze dell’ordine, detenuti e guardie carcerarie, operatori dei servizi essenziali. Infine, la popolazione rimanente. Secondo il programma, una più significativa distribuzione delle dosi avverrà tra il secondo e trimestre 2021, per completarsi entro l’anno. I numeri italiani. Il piano vaccinale prevede, tra le altre cose, oltre 215 milioni di dosi disponibili per il nostro Paese in base agli accordi stipulati. Ad oggi in Italia sono state già somministrate oltre 2 milioni di dosi di vaccino anti-Covid, mentre sfiorano il milione le persone che hanno ricevuto anche il richiamo. Stando agli ultimi numeri, l’Italia è in terza posizione nella classifica europea per vaccini somministrati in rapporto alla popolazione (1,07%), dopo la Danimarca e la Slovenia, ma prima della Germania (0,64%), della Spagna (0,54%) e della Francia (0,07%). Gli anticorpi monoclonali. Dopo gli Stati Uniti e la Germania, anche in Italia è stato dato il via libera alla distribuzione degli anticorpi monoclonali. Si tratta di un’arma in più per contrastare il Covid-19, anche se l’Aifa ha già chiarito che gli anticorpi monoclonali non possono essere attualmente considerati uno standard di cura. Sono indicati VERDETÁ n° 78 | 5


unicamente per soggetti di età maggiore di 12 anni non ospedalizzati, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (o almeno due se uno di essi è l’età maggiore di 65 anni) come malattia renale cronica, diabete non controllato e immunodeficienze. In merito all'efficacia, come hanno dimostrato i risultati della sperimentazione, il trattamento riduce il rischio di ospedalizzazione e morte per Covid-19 del 70% in pazienti ad alto rischio. Le varianti. A preoccupare, però, sono le nuove varianti del virus, che nel frattempo è mutato e sembra aver anche potenziato la sua trasmissibilità. Queste varianti del Covid sono chiamate abitualmente “inglese”, “brasiliana” e “sudafricana”, dal luogo in cui sono state individuate per la prima volta. L’Istituto superiore di sanità ha confermato la possibilità che le varianti possano compromettere l'efficacia degli anticorpi monoclonali e, in alcuni casi, anche dei vaccini. Secondo l’Istituto, tuttavia, al momento i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia. A proposito di varianti, anche gli epidemiologi più autorevoli

hanno già rassicurato sul fatto che il vaccino non diventa inefficace, ma che questo diminuirebbe soltanto l’efficacia. Il primo obiettivo: 7 milioni di immuni entro marzo. L’ultima rimodulazione del piano vaccinale, discussa tra governo e regioni, prevede che i vaccini Pfizer e Moderna saranno somministrati agli over 80 e ai soggetti ritenuti più fragili, mentre quello di AstraZeneca agli under 55 e al personale scolastico docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti. L’obiettivo è somministrare 2 milioni di dosi entro febbraio, 4 milioni a marzo e 8 milioni ad aprile, per un totale di 14 milioni di dosi in un trimestre. Pertanto, entro marzo, così come dichiarato dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, dovrebbero essere immunizzati 7 milioni di italiani. Anche se non reso obbligatorio dal governo, il vaccino è fortemente raccomandato per tutta la popolazione. Il consiglio è comunque quello di consultare il proprio medico per qualsiasi dubbio o chiarimento, ma anche quello di non abbassare la guardia e rispettare scrupolosamente le misure anti-covid previste, destinate ad accompagnarci anche nei prossimi mesi.

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ATTUALITÀ

JOE BIDEN, 78 ANNI E NON SENTIRLI GIAMPIERO GRAMAGLIA

L’Europa carica Joe Biden di attese eccessive: se ne aspetta attenzione, considerazione, un cambio di tono e di passo. Ma il 46° presidente degli Stati Uniti non avverte la pressione, perché, nei primi cento giorni del suo mandato, ha altro cui pensare rispetto agli stati d’animo d’alleati un po’ troppo causidici per i gusti americani e che si sentono trascurati.

Biden eredita un Paese che, pur essendo la maggiore potenza mondiale, politica, militare, economica, scientifica, s’avvia ai 30 milioni di contagi da coronavirus e ai 500 mila decessi. Con meno del 5% della popolazione mondiale, gli Stati Uniti accusano oltre un quarto dei casi e circa un quinto delle morti: un americano su dieci l’ha preso, quasi uno su 500 ne è morto.

La priorità di fondo di Biden e del suo team è attenuare la polarizzazione e riportare la concordia nell’Unione, riducendo contestualmente le disuguaglianze. Le priorità contingenti sono la lotta alla pandemia e il rilancio dell’economia.

Tutto il resto, la politica estera, le guerre commerciali, rimane per il momento sullo sfondo. Certo, l’Europa avrà in Biden un interlocutore più coerente e più misurato di Trump, rispettoso e attento alle tradizionali alleanze e non ostile

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al multilateralismo. Ma nel XXI Secolo l’asse americano è ruotato verso la Cina e l’Asia: la centralità europea nella politica estera degli Stati Uniti è un dato del passato, della Guerra Fredda e dei traumi conseguenti al crollo del comunismo; e per molti versi è meglio così. Il che non significa che non vi siano terreni di cooperazione importanti: l’ambiente, dove il ritorno degli Usa negli accordi di Parigi prelude a un rilancio della leadership congiunta Usa/Ue nella lotta ai cambiamenti climatici; la sicurezza e la difesa, anche sui fronti informatici; la difesa dei valori. Se Biden ha parlato soprattutto di Cina e di Russia – i grandi rivali degli Usa - e di Medio Oriente, nelle sue prime sortite sulla politica estera, il segretario di Stato Anthony Blinken intende rilanciare e rafforzare le relazioni transatlantiche: lo afferma una dichiarazione congiunta con i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito, pubblicata il 5 febbraio. Nella dichiarazione, fatta al termine di un incontro virtuale definito "cordiale e costruttivo", il primo del genere nell'era Biden, si sottolinea come Washington e le principali capitali europee intendano “affrontare insieme in futuro tutte le sfide globali". Commentando l’incontro, il ministero degli Esteri tedesco sottolinea l’accordo sulla volontà di “rivitalizzare le tradizionalmente strette relazioni transatlantiche” e definisce l’atmosfera delle consultazioni “di reciproca fiducia”, quasi contrapponendola alla diffidenza che si respirava nei due sensi con l’Amministrazione Trump. I ministri degli Esteri europei e Blinken hanno pure discusso dell’accordo sul nucleare con l’Iran, sottoscritto nel 2015 con Teheran dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu e dalla Germania, ma poi compromesso dalla fuoriuscita degli Usa dall’intesa nel 2018. Il ministero degli Esteri britannico ritiene che “un approccio unitario consenta di affrontare i comuni timori” verso l’Iran. Il ministero francese parla di “un’importante conversazione sull’Iran”

e della volontà di gestire “insieme” le sfide della sicurezza nucleare e regionale. L’elezione di Biden significa per gli Usa innescare la marcia indietro, più che fare un passo avanti, rispetto al suo predecessore: ritorno a valori che Trump non impersonava, rispetto delle Istituzioni e della Costituzione, affidabilità e correttezza verso alleati e partner, credibilità e trasparenza all’interno. Biden, il più anziano presidente mai eletto – ha 78 anni – e il secondo cattolico – John F. Kennedy, il primo, resta il più giovane mai eletto - eredita una nazione divisa e le offre, a garanzia di serietà e di competenza, una sorta di riedizione dell’Amministrazione Obama: una squadra di vice promossi titolari, a partire dal ‘comandante in capo’, che per otto anni fu ‘numero due’ di Barack Obama. Nei confronti del magnate presidente, è subito scattata una vera e propria ‘damnatio memoriae’. Decine di firme di Biden, nei primi giorni di lavoro nello Studio Ovale, hanno cancellato quasi tutto il lascito normativo del suo predecessore, in larga parte affidato a decreti facilmente rimpiazzabili con un altro decreto di segno opposto – resta la riforma fiscale, scritta dal Congresso nella pietra della legge. Con un blitz da guerra lampo, che contrasta col nomignolo affibbiatogli dal suo rivale, ‘Sleepy Joe’, Biden ha varato una serie di decreti che riguardano pandemia ed economia, clima ed emigrazione, disuguaglianze sociali e relazioni internazionali. Entro la fine di gennaio, nel giro di dieci giorni, l’eredità di Trump è stata ‘rottamata’ con il ritorno degli Usa negli Accordi di Parigi sulla lotta contro il cambiamento climatico e nell’Oms; l’obbligo di mascherina negli edifici e sui mezzi di trasporto federali e pure il rafforzamento della campagna di vaccinazioni anti-coronavirus, in attesa del pacchetto d’aiuti da 1900 miliardi di dollari; la revoca del 'muslim ban'; lo stop al muro al confine con il Messico; il blocco delle esecuzioni federali; e molti altri provvedimenti. Non c’è l’Europa, in queste misure. Ma piacciono tutte all’Europa. VERDETÁ n° 78 | 9


l'inchiesta LIBERI O SCH L’OCCIDENTE ALLA PROVA DELLA PANDEMIA ALLA RICERCA DI UNA UMILTÀ SMARRITA pagine a cura di LIVIA PANDOLFI Archiviato l’Annus horribilis 2020, bisestile e numericamente inquietante, siamo ancora alle prese con la più grande pandemia della storia. Un numero di morti spaventoso, 2,2 milioni nel pianeta e più di 90mila nella sola Italia, economie messe in ginocchio nello spazio di pochi mesi. Eppure sembriamo incapaci di capire la gravità assoluta della situazione. In buona compagnia con numerose altre democrazie occidentali. Allergici alle regole con sempre maggiore decisione negli ultimi due decenni, noi europei abbiamo fatto sfoggio di una pervicace ribellione alle norme imposte dal contenimento del contagio. Gli inglesi, in particolare, dopo aver attraversato la prima illusione di una veloce immunità di gregge sono stati decimati dal virus che, proprio perché largamente circolante, ha avuto la possibilità di mutarsi in una temibile e più pericolosa variante. Eppure chi vive a Londra racconta di persone ancora allegramente in giro senza mascherina. Resistenze simili si sono registrate anche in Francia che pure ha raggiunto un numero di morti simili ai nostri. La Svezia ha fatto scuola ma anche retromarcia. E così via. Nel resto del mondo 10 | VERDETÁ n° 78


HIAVI DEL NOSTRO EGOISMO? occidentale non è andata meglio. Negli Usa, patria democratica mondiale, solo dopo la fine di Trump si stanno adottando con più decisione divieti in larga parte mal digeriti. E con i vaccini Anticovid? Dubbi, attese, bocche storte. Minoranze per fortuna, ma di mezzo ci sono anche medici e infermieri. Eppure si tratta del successo scientifico forse più grande della storia: a un anno dalla diffusione mondiale del virus già possiamo contare su almeno 5 vaccini pronti al commercio: Pfiser, Moderna, AstraZeneca, Johnson e Johnson, il russo Sputnik 5. Un sogno sfrenato nel marzo scorso, quello del lockdown . Farmaci nuovi, certo, con qualche rischio in dote. Ma il rischio è certamente minore del beneficio. Al di là dell’orizzonte, nel Pacifico e in Asia, invece la situazione appare molto più sotto controllo. Con durezza e regole ferree i Paesi asiatici, senza tante storie, hanno contenuto la pandemia e salvato con più rapidità la loro economia. Questione di disciplina? La Pandemia, in effetti, ha testato il nostro livello di maturità collettiva. E noi, gli occidentali, scivolati in un individualismo dilagante abbiamo scoperto di essere regrediti. Anche le nostre grandi conquiste di rivoluzionarie libertà, infatti, sono state fatte sempre seguendo rigide regole: sacrificio, la ricerca del bene comune, la solidarietà. Qualcuno nella notte più buia della democrazia, l’epoca del nazifascismo, per questi valori ci ha perso persino la vita. Quel qualcuno sacrificava la propria individualità per la libertà di tutti. Fantascienza oggi. Anche i diritti civili, l’uguaglianza di genere e molto altro sono stati perseguiti seguendo lo spirito collettivo e il bene comune al grido di tutti per uno, uno per tutti.

E oggi? Negli ultimi 70 anni, nell’era più lunga di pace e prosperità, abbiamo cominciato a vivere sempre di più per noi stessi e per il nostro solo piacere, per altro con scarsi risultati sul piano della felicità. Risultato? Siamo popoli disorientati, dubbiosi, incapaci di credere alla scienza, regrediti culturalmente e in balia di mille paure: una moneta, gli immigrati, la perdita della propria individualità e dei propri confini, la possibilità di un futuro migliore. Popoli incapaci di cambiare, adattarsi a un mondo diverso, diventati rancorosi e cattivi.Pronti a riversare veleno sui social, bullizzare gli altri, denigrare e insultare. E persino di menare le mani con evidente incapacità di valutare le conseguenze come è successo a chi ha assaltato il Campidoglio negli Usa pensando a una fantomatica immunità presidenziale. Insomma abbiamo perso l’umiltà. Quella che serve per sacrificarsi, imparare, studiare, ricominciare da zero e rialzarsi. Mentre scriviamo si sta formando il governo Draghi. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dovuto mettere fine alla paralisi di una classe politica incapace di governare con serietà il Paese prima, durante e dopo la pandemia. Proprio come una classe di adolescenti litigiosi alle prese con una improbabile autogestione. Ci è voluta una figura autorevole, seria certo, ma anche paterna e in grado di indurre rispetto. Nessun profilo Facebook, Twitter, Istagram. Neanche una chat di whatsapp, a quanto si dice. Uno che parla in tedesco alle consultazioni con le minoranze linguistiche altoadesine perché conosce diverse lingue. Un signore che ha perso i genitori a 15 anni ma, studiando e praticando la fatica, è diventato uno degli uomini più apprezzati al mondo. Famoso anche per essere piuttosto umile. Benvenuto. VERDETÁ n° 78 | 11


l'inchiesta LIBERI O SCH COVID 19, RICOLFI: "LA NOSTRA RISPOSTA? DEBOLE E CONFUSA" L. P.

Luca Ricolfi

Ha le idee chiare Luca Ricolfi, Sociologo, docente di Analisi dei dati e Presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. Siamo un paese confuso e che ha avuto una reazione arraffazzonata alla pandemia sia sul piano sanitario che - anche e soprattutto - economico. Un paese che, a differenza degli Stati del Sol levante, molto più efficaci nella lotta al virus, si è dato obiettivi sbagliati, in buona compagnia con i colleghi occidentali. Gli chiediamo di spiegarci cosa sta succedendo e come dovremmo affrontare la campagna vaccinale. 12 | VERDETÁ n° 78

Domanda, Le democrazie occidentali hanno subito la prova della Pandemia in modo molto sofferto. I cittadini hanno spesso trasgredito alle norme, anche di buon senso, che sono state poste a difesa della salute pubblica. Dove sta il confine fra libertà personale e interesse collettivo? Risposta. In un’ottica liberale la risposta è (apparentemente) semplice: la mia libertà finisce dove comincia la tua. In pratica non è facile dirlo in ogni circostanza, perché ci sono situazioni in cui il confine non è scontato, ad esempio perché non si sa qual è l’interesse collettivo prevalente: l’interesse collettivo è impedire la chiusura di decine di migliaia di attività, o evitare decine di migliaia di morti? Ma soprattutto: l’interesse immediato a salvare le attività economiche può essere in contrasto con il fatto che, se le si salva ora, si potrebbe essere costretti a sacrificarne ancora di più quando – proprio perché si è badato a salvarle – l’epidemia rialzerà la testa. È quel che è successo a ottobre, quando per ritardare la chiusura per 1 mese dei ristoranti, si è spianata la strada a chiusure molto più lunghe e severe nei 4 mesi successivi. D. L’individualismo che ha trionfato negli ultimi 20 anni non rischia di minare alla base le fondamenta delle nostre democrazie?


HIAVI DEL NOSTRO EGOISMO? R. Le ha già minate. Il senso civico, la capacità di sacrificio, il rispetto delle regole sono oggi ai minimi, e senza questi requisiti le democrazie diventano puramente procedurali: ogni 4 o 5 anni si vota, ma la vita politica si riduce al mero esercizio del potere. D. Tralasciando i regimi totalitari come la Cina, le democrazie dei Paesi asiatici, dal Giappone a Taiwan, sono riusciti a fronteggiare meglio la diffusione del virus. Come mai e che lezione possiamo trarne? R. Le ragioni del successo variano da Paese a Paese, ma l’elemento fondamentale è stato il rifiuto del protocollo europeo-occidentale, fondato sulla mitigazione dell’epidemia anziché sulla soppressione del virus. Si può puntare sui tamponi, sul tracciamento elettronico, sulle

quarantene sorvegliate, sui lockdown locali, sulla chiusura delle frontiere, ma l’elemento essenziale è la soglia di allarme: nei paesi “lontani”, non solo quelli che ricorda lei ma anche Corea del Sud, Hong Kong, Australia, Nuova Zelanda, la soglia di allarme scatta con un numero di casi da 10 a 50 volte più basso di quello dei paesi europei. Perché per le classi dirigenti di quei paesi la stella polare è la salute dei cittadini, non la salvezza del sistema sanitario come nei paesi occidentali. D. Perché la scienza, assoluta padrona del 900, è oggi messa in discussione proprio nella parte del mondo che ne ha tratto i più grandi benefici? Come mai, ad esempio, dubitiamo dei vaccini? R, I dubbi sui vaccini sono di due tipi. C’è il dubbio NoVax, che è aprioristico e generalizzato (riguarda tutti i vaccini), e poggia sulle infinite

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l'inchiesta LIBERI O SCH varianti e sfumature del romanticismo antiscientifico. E poi c’è il dubbio su questi vaccini, che è alimentato anche da circostanze obiettive: nessuno conosce i rischi di periodo mediolungo, le notizie su sicurezza e efficacia sono contraddittorie, le case farmaceutiche non onorano tutte le loro promesse, i contratti sono secretati, gli studiosi non possono accedere ai dati delle sperimentazioni. Per superare queste fonti di dubbio ci vuole un surplus di razionalità, nel senso che occorrerebbe essere capaci di comparare due rischi: il rischio di ammalarsi e/o morire di Covid, e il rischio di danni connessi a reazioni avverse ed effetti collaterali di periodo più o meno lungo. Scegliere di vaccinarsi significa considerare il primo rischio molto superiore al secondo. Con una complicazione:

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che il primo rischio si può calcolare abbastanza accuratamente, mentre il secondo è di entità sconosciuta, anche se – verosimilmente – molto inferiore a quella del primo. Insomma: io credo che la scelta razionale sia di vaccinarsi, ma la mia è appunto una credenza, che non è possibile giustificare al di là di ogni ragionevole dubbio, come l’etica scientifica auspicherebbe. D. Siamo fra gli ultimi paesi al mondo nei numeri che contraddistinguono la gestione della pandemia, sia in termini di morti che di contenimento dei danni economici. Eppure abbiamo impegnato oltre 100 miliardi. Lei ne parla nel suo libro “La notte delle ninfee”. Perché è successo? E cosa avremmo potuto e dovuto fare?


HIAVI DEL NOSTRO EGOISMO? R. È successo per moltissimi motivi, non ultimo fra i quali la presunzione dei politici, che hanno ascoltato solo i loro tecnici di fiducia, rifiutandosi sempre e ostinatamente di ascoltare gli studiosi indipendenti. Quanto a quel che avremmo dovuto fare non lo si può comprimere in una frase o due, perché le misure cruciali e non adottate sono decine. Nel campo della salute, giusto per fare qualche esempio: chiusura frontiere, tamponi di massa, contact tracing elettronico, Covid-hotel, messa in sicurezza delle scuole, rafforzamento del trasporto locale (per garantire il distanziamento), chiusura delle discoteche, controllo del rispetto delle regole. Nel campo dell’economia: non solo cassa integrazione e sussidi, ma riduzione delle tasse sui produttori (Ires e Irap), pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, alleggerimento degli adempimenti burocratici e fiscali. E poi, dopo i primi mesi, consentire alle imprese di ristrutturarsi, licenziando e assumendo. Il blocco prolungato dei licenziamenti sembra una misura giusta, ma è semplicemente uno strumento di trasferimento intergenerazionale della disoccupazione, che distrugge possibilità occupazionali future - tendenzialmente riservate ai più giovani - per mantenere viva ancora un po’ l’illusione del posto per le generazioni più anziane. D. Abbiamo vissuto un periodo, quello pandemico, in cui gli anziani sono stati spesso considerati sacrificabili perché ‘a fine vita’ e quindi improduttivi. Che posto avranno nella società post Covid19? R. Lo stesso che avevano prima. Gli anziani sono una strana categoria: mediamente privilegiati rispetto ai giovani sul piano economico, sono e resteranno fondamentalmente emarginati sul piano sociale e culturale. VERDETÁ n° 78 | 15


FOCUS

I SOCIAL CHIUDONO LE PORTE ALL’EX PRESIDENTE TRUMP ATTO DI LIBERTÀ O PERICOLOSO PRECEDENTE? PAOLA TOSCANI L’opinione pubblica si è divisa sulla decisione dei social network di silenziare, e poi chiudere definitivamente, il profilo dell’ex presidente americano, Donald Trump. Facebook, Twitter, Snapchat e YouTube lo hanno accusato di incitamento alla violenza scatenata lo scorso sei gennaio a Capitall Hill dai suoi sostenitori. Il dibattito si è aperto tra favorevoli, che considerano sacrosanta la decisione dei colossi social, e contrari. Questi ultimi riconoscono la responsabilità di Trump negli episodi di violenza inaudita cui tutti abbiamo assistito interdetti. Tuttavia ritengono irrituale e inopportuno che un privato si autolegittimi arbitro del bene comune. Perché agire in nome di un presunto interesse collettivo è un compito che spetta allo Stato. Oggi è toccato a Trump, e mezzo mondo (e forse di più) ha tirato un sospiro di sollievo. Ma domani? Non è un pericoloso precedente? Sospendere Trump è sacrosanto, è d’altro canto la tesi dei favorevoli, perché si sono applicate all’uomo più potente della terra le stesse regole previste per i cittadini comuni. Trump ha radicalizzato la sua base. Con discorsi incendiari ha spinto ad azioni violente, 16 | VERDETÁ n° 78


è il responsabile di un attacco gravissimo al cuore della democrazia americana. Il sipario si è abbassato sulla vicenda, ma lascia aperti tanti interrogativi, e qualche paradosso, nella misura in cui il Tycoon ostenta i panni del liberale, di fronte alla censura dei social. Proprio loro che dovrebbero essere l’agorà per eccellenza. Sinonimo di apertura di idee e libero dibattito. Insomma, chi ha la regia dei social dispone anche di tutti gli strumenti per monitorarne le anomalie. Ma a chi spetta l’ultima parola per assicurare che la cassetta degli attrezzi sia usata correttamente? Ne va della garanzia di pluralismo, considerando che le piattaforme sono utilizzate anche come strumenti di informazione. Secondo una ricerca del Censis, Facebook è il secondo strumento di diffusione delle notizie, dopo i tg. Tre italiani su dieci lo utilizzano per informarsi. Ma gli over 65 preferiscono ancora i telegiornali: sette su dieci mettono da parte il cellulare e prendono in

mano il telecomando per aggiornarsi. Più che una scelta, per quasi sei anziani su dieci, è una questione di deficit di competenze digitali, rileva l’istituto di ricerca. Ma la tendenza è utile per comprendere l’importanza del fenomeno. Perché i mezzi di informazione sono le sentinelle di ogni democrazia, dove idee e opinioni possono circolare, libere da condizionamenti. Il pluralismo è il baluardo di ogni sistema democratico. Siamo ancora in tempo per difenderlo, e affidarne le chiavi alle nuove generazioni.

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CONTRARIO SE UNA BUGIA FA PIÙ NOTIZIA DI UNA NOIOSA VERITÀ

Beniamino Pagliaro

Intervista a Beniamino Pagliaro, giornalista di Repubblica e fondatore di Good Morning Italia e State of the Net Domanda. Come si spiega che un gestore privato agisca unilateralmente, senza alcun mandato da parte di un’autorità pubblica? Risposta. La decisione dei social di chiudere i profili dell’ex presidente americano, Donald Trump, è una soluzione tampone e non risolve nulla. Interviene nell’emergenza, ma in altre cento occasioni non potrà funzionare. Serve un metodo, degli strumenti per decidere se i contenuti debbano essere tolti dal discorso pubblico. Non che così si risolverà interamente il problema della manipolazione delle informazioni, ma lo si ridurrà di molto. D. Capitol Hill è stata la punta dell’iceberg. Ma la misura non era già colma da tempo? R. È stato comodo per Twitter e gli altri agire così: Trump era alla fine del suo mandato e intervenire in questo contesto è stata una prova di opportunismo. D. La circolazione delle informazioni non conosce barriere fisiche. Ma così non si pone un problema di asimmetria normativa, tra paesi che si ispirano a sistemi e giurisprudenze diverse? R. È il momento di stabilire delle regole per prevenire questi fenomeni. Meglio una regia ex ante, piuttosto che un arbitro che sistemi le cose ex post. In particolare per il legislatore comunitario la sfida è importante. Perché l’Europa ha subìto questa trasformazione. Diversamente dai territori in cui le piattaforme hanno messo le radici, non ha beneficiato di alcun valore economico. Ci si è trovati così di fronte alla necessità di darsi delle 18 | VERDETÁ n° 78

regole, soprattutto in tema di privacy. D. Il GDPR è una risposta? R. Il GDPR nasce per garantire una tutela, ma in verità non sempre ha centrato gli obiettivi. Come quando ha messo le piccole imprese sullo stesso piano dei colossi. D. Le regole del gioco dei media tradizionali non ammettono violazioni del principio cardine del pluralismo. E sui social media? Si può evitare che una cattiva o distorta informazione manipoli il consenso, mettendo anche in discussione i fondamenti delle democrazie occidentali? R. In questo contesto la Commissione europea sta varando due pacchetti di riforme: sul mercato e la concorrenza e sui servizi digitali e lotta alle fake news. In quest’ultima cornice legislativa rientra la definizione di “grande piattaforma”, che deve sottostare ad alcune regole. D. E questo servirà per arginare il fenomeno delle fake news? R. Nel momento in cui si fissano degli standard al di sotto dei quali non si può più giocare, i grandi attori sono chiamati a garantire la moderazione e il controllo dei contenuti. D. Dove nascono le fake news? R. Nascono nelle nicchie, all’interno delle quali si moltiplicano, generando degli spazi inespugnabili. Sono bugie, ma vendono più delle noiose verità.


Giuliano Ferrara

FAVOREVOLE SILENZIARE L’EX PRESIDENTE TRUMP È STATO UN ATTO DI LIBERTÀ Intervista a Giuliano Ferrara, fondatore de Il Foglio

D. Un colosso, privato, ha agito in nome di un presunto interesse collettivo. Senza alcun mandato da una pubblica autorità. Non è un pericoloso precedente? R. No, nessun pericoloso precedente. È un episodio circoscritto, delimitato al perimetro del fatto. È successo che un bandito, da presidente degli Stati Uniti, sia stato oscurato da un social network che si è avvalso dei poteri che la legge gli ha concesso per farlo. D. Un’eccezione, dunque? R. Una grande eccezione. Gli editori sono privati e decidono cosa pubblicare e cosa no. Chi ha titolarità di un mezzo di comunicazione decide del suo destino. Se invece la questione viene affidata a autorità terze, di tipo statale, allora lì sì, si può arrivare a forme di censura.

dal passaggio del testimone. Perché proprio allora? Non è stata una scelta opportunistica? R. Avrebbe dovuto agire prima e con più durezza, ma Trump ha fatto strali della costituzione americana, facendo leva su un margine di indeterminatezza dovuto ai poteri esorbitanti che quella carta gli riservava come presidente. Ma quando Trump ha invitato all’insurrezione ci siamo trovati davanti a quel che gli americani chiamano “Clear and present danger”. E poi c’è da dire che con la sua decisione Jack Dorsey (fondatore di Twitter ndr) ha eliminato dalla sua piattaforma un profilo da 88 milioni di follower. Prima di parlare di opportunismo bisognerebbe valutare anche questo aspetto.

D. Lei mette sullo stesso piano i social con la stampa tradizionale, che però ha codici deontologici, carte e regole ben precise. R. Certo non si può mettere sullo stesso piano Twitter del XXI secondo con lo Spectator di Londra del ‘700. Ovvio che i pericoli autoritari sono aumentati con la globalizzazione della comunicazione e l’invenzione dei social network, ma alla fine la questione è sempre la stessa. Libertà di stampa è competere attraverso soggetti editoriali. E questa libertà è stata rispettata. Tanto è vero che Trump ha traslocato su un’altra piattaforma. D. Twitter ha però silenziato Trump a pochi giorni VERDETÁ n° 78 | 19


DALLE REGIONI

CAMPANIA, INTERVENTI REGIONALI A SUPPORTO DELLA POPOLAZIONE ANZIANA A.B.

Bruna Fiola

La Cna Pensionati regionale della Campania da anni ha promosso e collaborato attivamente con la Regione Campania per l’attivazione della legge per l’invecchiamento attivo. L’attività portata avanti dalla VI Commissione Permanente (Istruzione e Cultura, Ricerca Scientifica, Politiche Sociali) dallo scorso novembre ha un nuovo Presidente: Bruna Fiola. 20 | VERDETÁ n° 78

Nell’augurare un buon lavoro per la direzione di una commissione importante e delicata, Cna Pensionati Campania ha confermato la sua collaborazione per poter continuare lo stesso lavoro iniziato da anni nell’interesse della popolazione anziana che è in continua crescita. E’ stata anche l’occasione per conoscere la rivista nazionale dell’associazione, Verdetà, con la quale è stato possibile documentare alcune iniziative svolte negli anni passati, sempre in collaborazione con la VI Commissione, proprio sulla Legge per l’invecchiamento attivo. Una legge all’avanguardia per la tutela e l’integrazione degli anziani della regione. Il presidente Bruna Fiola ha accolto la richiesta di Cna Pensionati Campania con un suo intervento riguardo l’evolversi della situazione attuale e il relativo impatto sulla popolazione anziana, sottolineando criticità e misure a supporto della categoria degli over 60. “L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ormai da tempo ci impone una riflessione che spesso è passata in secondo piano: l’impatto sugli anziani – ha detto la Fiola nel corso dell’incontro - Penalizzati non solo dalla limitazione dei rapporti sociali e dai lockdown che siamo stati costretti a seguire,


nella prima parte in modo rigoroso, più blando il secondo ma comunque con restrizioni che hanno, nei fatti e in molti casi, isolato gli anziani dal resto della famiglia. Dura per una coppia di anziani non poter ricevere la visita di un figlio, non poter essere accuditi e ricevere attenzioni magari dai nipotini. E’ ancora peggiore per un anziano restare solo in casa in totale isolamento dal resto del mondo per periodi lunghi. E ancora di più per quegli anziani malati, bisognosi di cure e quindi di maggiori attenzioni e affetto da parte dei propri familiari”. Secondo la Fiola questo tema dev’essere affrontato con serietà e nell’immediato dal settore Politiche sociali. “Servono misure invasive dedicate agli anziani, di supporto, di sostegno di ogni genere, di attenzione. E lo scrivo da presidente della sesta commissione della Regione Campania che si occupa proprio di Politiche sociali - ha chiarito - ritengo che all’interno di tutte le misure già adottate, nel rispetto del lavoro che la sanità e le Rsa hanno comunque garantito in un momento difficile ed emergenziale come questo di una pandemia mondiale, ci sia bisogno di fare di più e si possa fare di più”. Secondo la Fiola la pandemia ha messo in evidenza quattro importanti questioni che riguardano tutti ma particolarmente gli anziani: il valore della solidarietà fra le generazioni per poter superare al meglio e più in fretta la crisi e pianificare la fase di ripresa; la necessità di controbilanciare il distanziamento fisico con una più forte vicinanza sociale; l’attenzione alla protezione e al rispetto dei diritti umani delle persone più deboli e fra queste gli anziani in particolar modo; l’esigenza di ascoltare anche la loro voce nel programmare le misure per un graduale ritorno alla cosiddetta normalità. “Mi piace ricordare - ha continuato - che la Campania con la legge Regionale 12 del Febbraio 2018 a favore dell’invecchiamento attivo ha inteso già dare vita ad un progetto importante volto a tutelare e garantire il diritto alla qualità della vita ed alla sicurezza in favore della popolazione anziana e con il voucher anziani punta a favorire anche per i meno abbienti l’ accesso gratuitamente a visite museali e turistiche. Proprio questa è stata una delle scelte sulle quali

maggiormente mi sono spesa per quanto riguarda questo tema così importante. Tuttavia resta ancora di fondamentale importanza promuove e sostenere ulteriori iniziative. Il COVID-19 rischia di intaccare i diritti delle persone anziane specie per quanto riguarda il diritto alla salute, l’accesso ai servizi sanitari e sociali, l’inclusione sociale e il diritto a non essere discriminati. In tempi di COVID-19 - in cui spesso si è costretti a stabilire delle priorità - è facile la tentazione di non riconoscere agli ultra65enni gli stessi diritti degli altri”. Il documento di AGE Platform Europe approfondisce questi aspetti che fra l’altro sono stati anche ripresi in una lettera aperta inviata il 20 Aprile alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen. “Su questo tema sarò quindi in prima linea – ha concluso - cercando di sensibilizzare la commissione che guido, e quindi la Regione Campania, ad intraprendere ulteriori misure a sostegno degli anziani. I nostri genitori, i nostri nonni, i nostri papà, le nostre mamme, i nostri ‘vecchietti’ sono un patrimonio per la nostra società. Sono testimonianza di radici, di valori, sono la nostra storia. Ed a loro abbiamo il dovere di dedicarci con la massima attenzione e priorità. Non sono parole. Ma si tratta di un impegno. Un impegno che prendo e che intendo, come sempre, rispettare”. VERDETÁ n° 78 | 21


n.3

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Sai che il tuo smartphone può funzionare come una vera e propria macchina fotografica o cinepresa? L’applicazione si chiama FOTOCAMERA ed è installata di default in tutti i dispositivi… usarla è un gioco da ragazzi! Clicca sull’icona della macchina fotografica, inquadra il soggetto che vuoi catturare e premi il tasto centrale di forma rotonda. Ecco il tuo scatto pronto da salvare nell’album digitale o da condividere con i tuoi amici. Premendo invece sul cerchio rosso o sul comando REC puoi passare alla modalità video e registrare bellissimi filmati. Nelle foto di famiglia e nei ricordi di viaggio non ci sei mai… tocca infatti sempre a te scattare le foto agli altri! Non ti preoccupare, con la funzione SELFIE il problema è risolto: clicca sulle freccette per capovolgere l’obiettivo! Dopo aver realizzato i tuoi servizi fotografici non ti rimane che cliccare sull’icona GALLERIA per rivedere gli scatti migliori. Puoi anche ordinare le foto negli album o scegliere l’immagine più bella da usare come sfondo dello schermo del tuo telefono.

Forse non sai che ogni elemento presente sul tuo smartphone, dalle app alle fotografie, ha un “peso”. Maggiore è il peso, maggiore è lo spazio di memoria che occupa. Attraverso le impostazioni del telefono puoi monitorare la memoria occupata e liberare spazio quando ne hai più bisogno. Dall'icona IMPOSTAZIONI puoi selezionare la voce MEMORIA DI ARCHIVIAZIONE: all’interno trovi una panoramica di tutti gli elementi “pesanti” contenuti nel tuo smartphone. Per eliminare gli elementi che ritieni superflui è sufficiente selezionarli con un tocco del dito. A questo punto premi il tasto ELIMINA o DISINSTALLA per cancellarli definitivamente e fare spazio a contenuti nuovi. È buona abitudine ripetere queste operazioni regolarmente, per mantenere il telefono sempre “giovane”, leggero e veloce!

Anche sul prossimo numero di VerdEtà cerca la rubrica I consigli di Samuele. È un appuntamento fisso sulla tua rivista.

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Stoccafisso accomodato

CNA Pensionati

Le nostre ricette

Ricetta presentata da Franco Santoro CNA Pensionati Liguria

RICETTA PER 6 PERSONE INGREDIENTI 800 g di stoccafisso bagnato) 4-500 g di patate quarantine 1 cipolla bianca 1-2 spicchi d’aglio bianco privo di camicia 1 ciuffo di prezzemolo fresco 1 carota 250 g di pomodori pelati e privati dei semini (o polpa a cubetti o 3 cucchiaiate di conserva) – facoltativo 120 g di olive taggiasche (o comunque nere) 30 g di pinoli italiani 1 bicchiere di olio extravergine di oliva Riviera Ligure DOP (circa 180 ml) 1 bicchiere di vino bianco secco (circa 180 ml) sale qb

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PROCEDIMENTO Sbollentato per circa 20 minuti il pesce in acqua, con qualche goccia d’aceto, si possono agevolmente eliminare pelle e lische e tagliarlo a pezzettini (finirà di disfarsi successivamente in cottura). Sbucciare le patate e lavorarle – come si preferiscea dadini o a rondelle. Tritare aglio, cipolla, carota e prezzemolo, dopo di che rosolarli in casseruola a fuoco tenue, con alcune cucchiaiate d’olio, far attenzione a non bruciare l’aglio tritato. Unire il pesce, farlo insaporire qualche minuto, a quel punto aggiungere i pomodori a spicchi, le olive e i pinoli, e se si vuole anche 1-2 cucchiai di capperi desalati. Cuocere indicativamente per una mezz’ora a fuoco moderato, coprendo con coperchio o con carta stagnola, aggiungendo un po’ d’acqua e vino ove occorra. Gli ultimi 30 minuti, non prima, aggiungere le patate e aggiustare di sale (qui alcuni aggiungono anche uvetta passa bagnata e strizzata). Il piatto, dove pesce e patate debbono amalgamarsi in un insieme spesso, si serve ben caldo, anche spolverato con prezzemolo tritato.

Buon appetito!

STORIA Stockfish, pesce bastone, fratello del bacalão*, pesce che divenne un culto immediato quando via via – da fine ‘400 - giunse anche a Genova dai Mari del Nord, rimpiazzando sui banchi dei pizzicagnoli gli storioni affumicati. Dopo Cristoforo Colombo, infatti, il quale già nel 1477 aveva scoperto in Islanda stoccafissi usati anche come moneta di scambio, l’intensificata esplorazione dei mari nordici - e delle isole Lofoten - condusse ad una scoperta gastronomica di eccezionale valore, tanto che in pochi anni molti pescatori salpavano da Marsiglia per raggiungere addirittura i banchi di Terranova. I genovesi stessi, che furono sempre navigatori e commercianti più che pescatori, si convertirono rapidamente, tanto più che il Concilio Tridentino incentivava i giorni di magro. Accomodato significa condito in cottura, conciato con olio, la ricetta peraltro consente più che qualche variabile. La presente versione nel soffritto non fa uso di ‘insaporitori’ quali le acciughe salate Mar Ligure IGP e i funghi secchi (le acciughe vanno in cottura nel soffritto iniziale, i funghi secchi anche più tardi), né infine di pepe.

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LA FINESTRA SUL CAVEAU

METTI INSIEME VIDEOGIOCHI, ROBIN HOOD E SPECULATORI CLAUDIO DI DONATO

La letteratura dei mercati finanziari si è arricchita di un nuovo capitolo i cui protagonisti sono videogiochi, Robin Hood e shortisti. I primi due non hanno bisogno di presentazioni. Il terzo è l’esercito di speculatori che guadagna scommettendo sul ribasso dei titoli. La storia che ha conquistato le copertine della stampa mondiale è quella di GameStop, società che 26 | VERDETÁ n° 78

vende videogiochi usati e che da tre anni accusa perdite record in bilancio. A novembre dell’anno scorso l’azione oscilla intorno ai 12 dollari, prezzo elevato per molti analisti. Ecco allora che entrano in scena gli shortisti. Si tratta di operatori che non possiedono il titolo GameStop ma se lo fanno prestare riconoscendo una provvigione al proprietario. Lo vendono a 12 dollari e dovranno


restituire l’azione al legittimo proprietario ma contano di farlo quando il prezzo sarà sceso abbastanza da garantirgli un lauto guadagno. Se l’azione scende a 5 dollari avranno realizzato un margine di ben 7 dollari. Sui mercati finanziari è una pratica molto diffusa, soprattutto tra gli hedge fund, fondi di investimento che operano prevalentemente prendendo soldi a prestito. Gli shortisti hanno cattiva fama, soprattutto perché vendono qualcosa che non possiedono. Però rischiano molto e in teoria la loro perdita potenziale è infinita (o quasi). Nell’aprile del 2019 un’azione della Tesla di Elon Musk valeva 100 dollari. Se uno shortista avesse deciso di scommettere sul ribasso del titolo investendo un milione di dollari oggi per coprire la sua posizione dovrebbe sborsare la modica cifra di 9 milioni. Perché la storia di GameStop ha fatto scalpore? L’azione degli shortisti ha provocato la reazione di un gruppo di giovani smanettoni del trading che opera sulla piattaforma Robinhood e smaniosi di punire la speculazione. In modo coordinato hanno acquistato a piene mani azioni GameStop che in un paio di settimane è schizzato fino a oltre 900 dollari per un valore di borsa superiore a 9 miliardi. Dire che è sopravalutato è un eufemismo ma a quel prezzo le perdite degli shortisti sfiorano

i 50 miliardi di dollari. Finalmente i novelli Robin Hood hanno punito i biechi speculatori? E’ sempre rischioso condire con riferimenti morali il funzionamento dei mercati finanziari. E poi il signore della foresta di Sherwood rubava ai ricchi per dare ai poveri. Questi piccoli Robin Hood più prosaicamente vogliono abbattere i poteri forti della finanza per costruirsi patrimoni con molti zeri. Il fenomeno che si è generato si caratterizza per la velocità impressionante. In pochi giorni le piattaforme animate da alcuni influencer si sono popolate di oltre 6 milioni di piccoli investitori, in larga parte under 30, per dare l’assalto alla finanza tradizionale. Difficile dire se siamo davanti a una manifestazione di democrazia economica o addirittura, come hanno sentenziato alcuni opinionisti, all’inizio della rivoluzione finanziaria che cambierà i connotati di Wall Street e dei mercati azionari mondiali. Forse è più banalmente un altro esempio delle dinamiche senza alcun controllo prodotte dalle piattaforme social. Un esercito di novelli Warren Buffet cavalca un investimento incurante del valore effettivo e convinto che troverà qualcuno disposto a pagare un prezzo più alto. E’ come il gioco del cerino, si passa velocemente di mano in mano ma alla fine uno si scotta. In fondo la trama è sempre la stessa. VERDETÁ n° 78 | 27


SPAZIO DONNA

RICERCATRICI, FIGLIE NOSTRE MARIA ROSA BATTAN, Vicepresidente Nazionale CNA Pensionati Il 2020 è stato, come dicono tutti un anno da dimenticare, a meno che non si vogliano riconoscere i meriti che la scienza, con i mezzi a disposizione è riuscita a darci nel campo della ricerca/scienza. Sono state giustamente molto elogiate infatti, le tre ricercatrici dello Spallanzani di Roma che per prime sono riuscite a isolare il virus che ancora ci perseguita, il COVID. Anche l’individuare il vaccino è un ulteriore e indispensabile frutto della ricerca scientifica. La ricerca, tuttavia, non si ferma se su di essa si investe. Vorrei evidenziare infatti, il ruolo che la scienza ha nella nostra vita e come fino ad ora siamo riusciti a minimizzarlo, a non darne il giusto valore. Pensando a questo, mi è venuta subito in mente una mia amica che racconta le difficolta vissute da una ragazza, sua figlia Greta, nell’esprimere il proprio

Greta Pintacuda 28 | VERDETÁ n° 78

sapere (che non è ballare e cantare aggiungo io) e averne il giusto riconoscimento. Per questo motivo ho ritenuto di riportare il percorso di Greta attraverso questa sua testimonianza. Sicura che molte di noi, mamme e nonne, hanno nel cuore le scelte di figli/e con analoghi percorsi e leggendo lo condivideranno. Dottoressa Greta Pintacuda Sono stata educata e cresciuta in un contesto in cui la parità di genere faceva parte della natura delle cose, banalmente fattuale come un’operazione aritmetica o un evento metereologico. Due più due fa quattro, fuori piove, la dimensione della progettualità non si declina al maschile o al femminile. Il privilegio di non aver sofferto discriminazione alcuna, mi ha permesso di misurarmi col maschile senza timori o complessi durante l’interezza del mio precorso scolastico e universitario. D’altro canto, la mia estraneità alle logiche del paternalismo e della discriminazione contro le donne, mi ha spesso resa incapace di diagnosticarne i sintomi, purtroppo presenti e preponderanti in ambito accademico. Solo dopo essermi trasferita a Cambridge, per un master in biologia molecolare seguito da un dottorato di ricerca ad Oxford, ho notato il contrasto netto tra Inghilterra e Italia nella composizione del corpo universitario. Almeno la metà del personale era composto da donne e ragazze come me. Netto contrasto rispetto alla popolazione studentesca dell’università che mi aveva formata in Italia, la Scuola Normale Superiore di Pisa. Unica biologa ammessa alla Classe di Scienze 2007, mi trovai a far parte del suo sparuto 10% femminile. La struttura fortemente competitiva della Scuola improntata allo sviluppo talvolta brutale dello spirito critico ed auto-critico, rende difficile distinguere


umiltà intellettuale da una sistematica tendenza all’auto-svalutazione dei soggetti più deboli. L’assenza di modelli femminili creava mitologie di scienziate “brave quanto i maschi”, laddove l’alterità di genere era di fatto una debolezza. La mia constatazione al tempo semi-aneddotica della ben maggior rappresentanza femminile tra i miei colleghi inglesi, è in realtà cosa seria nel Regno Unito. Una politica pluridecennale improntata all’esplicita eradicazione del gender bias nella formazione e nella ricerca, si riflette in campagne di informazione nelle scuole, commissioni di controllo nei criteri di selezione del personale specializzato, e in alcuni casi di vere e proprie “quote rosa”. Improvvisamente la scelta di emigrare, che avevo sempre attribuito ad una mia personale attitudine esplorativa, mi è sembrata molto meno una scelta e molto più un’attrazione naturale per un contesto culturale in cui il femminile e le esigenze del femminile trovino spazi meno asfittici. Quella che inizialmente fu un ricollocamento temporaneo si è nel tempo consolidato come l’unica alternativa possibile per perseguire una carriera di alto profilo in ambito biomedico. Dopo il dottorato mi sono spostata a Boston, Massachusetts dove risiedo attualmente. Sono ora ricercatrice presso il Dipartimento di Stem Cell and Regenerative Biology della Harvard University e il Broad Institute, nel gruppo del Professor Kevin Eggan, pioniere nello studio del Reprogramming, ovvero di quel processo che permette di “resettare” l’identità delle cellule umane riportandole al loro stato “primordiale” di cellule staminali. Il mio principale interesse di ricerca é sempre consistito nello studio dell’RNA non-codificante e del suo ruolo nel determinare l’identità cellulare, “regolando” l’espressione dei geni. Qui ad Harvard, utilizzo le cellule staminali riprogrammate per studiare l’effetto di mutazioni legate a malattie neurodegenerative e neuropsichiatriche nella specificazione neuronale. Un’opportunità straordinaria che non avrei avuto in Italia, dove purtroppo manca una gestione organica delle risorse umane e finanziarie dedicate alla ricerca. Certamente anche noi italiani vantiamo centri di eccellenza e progetti di altissimo profilo, ma la mia impressione é che si configurino come

isole felici o casi isolati in un contesto piuttosto frammentato, e che spesso non godano di adeguato supporto logistico e istituzionale. Simili sono le considerazioni circa il supporto alla carriera dei talentuosi giovani ricercatori e ricercatrici italiani, che sono spesso costretti/e a farsi carico della cronica penuria di docenza di ruolo, accollandosi responsabilità d’ateneo con spirito quasi volontaristico e sacrificando molto tempo di ricerca all’insegnamento senza peraltro alcun diretto vantaggio economico. Peraltro non solo gli stipendi a inizio carriera non sono competitivi, ma le prospettive di una rapida (o persino lenta) risalita della scala salariale non è realistica nella maggior parte dei casi. Questo da una parte scoraggia il rientro di chi come me si trova all'estero, dall’altra rende la nostra università sistematicamente incapace di attirare stranieri, accentuandone l’isolamento sul piano internazionale. E ancora una volta, il femminile è ulteriormente svantaggiato. Non avendo l’accademia italiana mai operato un redde rationem circa la discriminazione di genere, le donne più che gli uomini si trovano a dover scegliere tra la propria soddisfazione professionale e l’umanissimo desiderio di tornare. Scelta che spesso si delinea in un’età in cui l’esigenza di trovarsi vicino alla propria famiglia, o di ricongiungersi con amici e/o partner, si fa concreta. E così il“viaggio di formazione”, mio come di tanti, si trasforma in una scelta permanente e talvolta dolorosa. Per quanto mi riguarda, le soddisfazioni professionali, l’opportunità di offrire la mia mentorship a giovani ricercatrici a inizio carriera attraverso programmi STEM, perché no, l’entusiasmo per una nuova stagione politica, prevalgono per ora sulla nostalgia e l’amarezza di non poter contribuire alla crescita tecnico-scientifica del Paese che mi ha formata ed educata, e che continuo, in fondo, a chiamare “casa”. Tifo, tifiamo per Greta, insistendo perché le scelte di sensibilizzare e investire nella ricerca non si esauriscano a fine Covid ma diventino pane quotidiano e i giovani rimangano e/o ritornino a “CASA” sicuri che con loro e per loro noi saremo i mattoni su cui poggiare. VERDETÁ n° 78 | 29


IL RACCONTO

IL GABBIANO AUGUSTO MATTEAZZI

Era una ammiratrice dei gabbiani – veramente lei si definiva una “patita” – e, quanto andavano qualche volta al mare, stava ore ad osservarli, specialmente quelli più grandi, le piaceva il modo elegante e maestoso in cui si libravano, apparentemente senza sforzo e senza peso, lanciando ogni tanto il loro caratteristico grido. In loro vedeva un simbolo di serena e maestosa bellezza, ma soprattutto di libertà: una libertà che lei, sposata da tanti anni e con figli e nipoti che erano sì la sua consolazione, ma anche un legame piuttosto impegnativo, aveva perduta da tanto tempo, così un po’ si immedesimava in quei volatori instancabili, sognando che, in qualcuno di essi, il suo Spirito avrebbe trovato modo di evadere dai legami che troppo la costringevano. 30 | VERDETÁ n° 78

Era molto forte questa sensazione, al punto che ogni tanto ne parlava al marito, che a volte condivideva le sue fantasie, perché anche lui, da un certo punto di vista, era un sognatore, anzi qualche volta lei lo accusava di esserlo troppo, così scherzavano spesso: “ecco quello andrebbe bene, sembri proprio tu”; “ma va, io sono più leggera, quello invece, quello grande, non vedi che sembra avere i baffi come te?”, “ma cosa vedi, perché non ti pulisci gli occhiali?”, “ma perché tu non te li compri?” e così, battuta su battuta, si divertivano come due giovani innamorati. Per loro quelle visite alla spiaggia erano come un balsamo che rendeva piacevole una vita altrimenti costellata da piccoli ma noiosi contrattempi e ridava la carica ad un rapporto che, pur nel


reciproco rispetto e fedeltà, non era immune dal logorio della quotidianità. Tante volte ancora andarono a quella spiaggia e tante volte ancora ammirarono i gabbiani, ma la vita decise per loro, poiché anche l’età ha le sue conseguenze, tra una leggera malattia, una serie di acciacchi e altri problemi, passarono parecchi anni senza godere di quelle passeggiate con vista gabbiani. Ormai però non se ne crucciavano più, perché, tra la cura dei vari nipotini, qualche passeggiatina nei boschi vicino casa, con vista montagne, e la lettura di qualche buon libro, le loro giornate erano comunque serene. Ma la tranquillità che sembrava finalmente arridere, dopo una vita di lavoro, non ebbe lunga durata: una terribile malattia, di quelle che non perdonano, colpì il marito all’improvviso, lasciando la coppia nel più nero sconforto. Fu una lunga agonia, penosa per entrambi, perché la forte fibra, la voglia di vivere e l’attaccamento a lei resero il distacco particolarmente lungo e straziante. Ogni tanto diceva: “forse domani me ne vado e guai se ti vedo piangere, considera che è solo un distacco provvisorio, poi ti aspetterò, magari volando a bordo di un grosso gabbiano, come ogni tanto fantasticavamo”.

Quando veramente la conclusione si avvicinò, passavano parecchie ore al giorno, mano nella mano ricordando i tempi in cui la vita sembrava sorridere, ripassando come un film le varie scene che avevano caratterizzato la lunga vita trascorsa in comune. Lui con le ultime forze, le chiedeva perdono per non essere mai riuscito a regalarle la collana di perle, che a lei piacevano tanto e più volte le aveva promesso. Come i medici avevano previsto, gli ultimi giorni furono brevi ma meno sofferti “il canto del cigno” diceva scherzosamente lui, ma lei capiva quanto gli costasse quello scherzo. Dopo essere rimasta vedova, tornò ancora una volta in quella spiaggia, con il previso proposito di andare ad ammirare e salutare i “suoi” gabbiani, come estremo commiato ai bei tempi, e ne vide uno, veramente grande, che volava lentamente in cerchio, guardandola in modo particolare, come ad ammirarla, e le venne di pensare alle frasi scherzose di un tempo: forse era la sua impressione o il gioco di ombre ma veramente sembrava avesse i baffi, ed ad un certo punto le si parò davanti, volando da fermo come un elicottero, girò leggermente la testa di lato e la guardò fissa negli occhi, uno sguardo che lei parve riconoscere, e le lasciò cadere ai piedi una piccola, lucente perla che aveva nel becco.

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SALUTE

Psicologia

DORMIRE FA RIMA CON… NUTRIRSI CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

Dormire è necessario, come nutrirsi. È vitale, non è una scelta, è un bisogno fisiologico. Come spiega lo psicologo J.S. Szymanski, da bimbi si dorme per intere giornate ad intermittenza (sonno polifasico) perché gli stimoli esterni sono talmente intensi che il neonato si stanca facilmente. Per registrare dentro di sé tutte le nuove esperienze, necessita di riposare e mentre dorme rimette neurologicamente in fila i vissuti emozionali, fisici, intellettivi. Da ragazzi, e poi da adulti, si dorme invece tutta la notte (sonno monofasico). 32 | VERDETÁ n° 78

Da anziani poi, diminuiamo sempre più le ore di sonno notturno, tornando ad uno stadio polifasico ultradiano, vale a dire fare tante sieste, i cosiddetti riposini. Sviluppiamo nel tempo la capacità di rispondere agli stimoli esterni senza subirli, o meglio subendoli meno. Cosa vuol dire questa cosa nella pratica? Vuol dire che all’interno di una relazione tra due adulti, l’esperienza si esaurisce, cioè inizia e termina, esprimendo ciò che si desidera.


Contenti tutti, no? Non è proprio così! Quando infatti non si riesce a dire tutto ciò che si voleva, o comunque non si è soddisfatti dello scambio, accade spesso che prima di addormentarsi si presentino tutte quelle frasi che avremmo voluto dire, accanto ad immagini del colloquio che avremmo voluto si realizzasse. È lì che si insinua il pensiero del “potevo fare così, avrei potuto dire, ma se non avessi”. Spesso non c’è libro o canzone che riesca a portarci via da questo circolo vizioso e fortemente negativo. Perché accade tutto ciò? In generale, durante la notte tendiamo a registrare cosa è accaduto durante il giorno, soprattutto gli eventi negativi, che in qualche modo tendono a diventare ossessivi. Tanto più in un periodo complesso come quello che attraversiamo, le difficoltà del sonno sono causate dalle eccessive energie, fisiche e intellettive, che non riusciamo ad investire durante il giorno. L’inattività da questo punto di vista non aiuta. L’adrenalina ancora in circolo infatti, soprattutto nelle persone anziane poche dedite al movimento, mantiene svegli e amplifica la conflittualità e i sentimenti di tristezza e noia. La difficoltà ad addormentarsi infatti è figlia dell’ansia, il risveglio notturno nasconde depressione. Se pensiamo che è quasi un anno che conviviamo con uno stato di ansia generalizzato, capiamo bene che le “digestioni notturne” delle attività e delle relazioni giornaliere, rischiano di essere “cattive”. Purtroppo però, stare fermi a letto e perpetuare in pensieri disturbanti, non fa altro che ri-attivare emozioni di rabbia o rimuginii che fiaccano l’individuo.

volte possono essere anche eccessive rispetto alle energie che si hanno in quel momento. Così come è inutile dormire il pomeriggio per due ore di fila. Meglio stare nel proprio spazio e recuperare lentamente e con umiltà attraverso i microsonni, quelli da 10 max 20 minuti di sonno profondo. L’igiene del sonno. Fondamentale per l’essere umano è conoscere le proprie modalità rispetto al sonno e seguirle, mantenerle, ricordando che “chi possiede la notte possiede la propria vita” (A. Meneghetti). Poche e semplici regole da rammentare sono: lavarsi sempre i genitali prima di andare a letto, perché ciò favorisce una pulizia anche psicologica; dormire con abiti comodi, larghi per permettere libertà di movimento al corpo; evitare strumenti digitali in funzione, o anche in standby; porre attenzione agli odori, se fastidiosi trovare una soluzione per immettere odori propri; evitare il buio completo, lasciare una luce calda in prossimità della stanza in cui si dorme; evitare letture o filmati che accendano piuttosto che rilassare. Curiosità. Molte figure di rilievo utilizzavano la notte per dedicarsi a diverse attività. Tra queste, Leonardo Da Vinci, che si diceva arrivasse a stare sveglio per 22 ore: alternava 4 ore di veglia a periodi di “trance” di 20 min, raggiunti chiudendo gli occhi ed isolandosi in un luogo tranquillo. Il tutto lo portava ad avere 6 periodi di sonno/ riposo per un totale di 2 ore e ad avere 22 ore di veglia per tutte le altre attività. Potremmo dire che della sua insonnia abbiamo beneficiato tutti, non tutti i mali vengono per nuocere, forse….

L’effetto dell’insonnia subita dal soggetto è visibile in primis a livello fisico: gli occhi sono privi di lucentezza, appaiono vitrei, i gesti sembrano rallentati e si manifestano sensibilità e irritazioni maggiori rispetto al solito. Se da una parte c’è chi cede al sonno durante il giorno e attiva un circolo vizioso per cui poi il ritmo circadiano è compromesso, c’è chi cerca di recuperare vitalità attraverso le azioni pratiche, che la maggior parte delle volte però risultano essere fallaci. È inutile cercare di recuperare con azioni che a VERDETÁ n° 78 | 33


SALUTE Geriatria

VACCINO, ISTRUZIONI PER L'USO DOMINGA SALERNO, Geriatra

In Italia le vaccinazioni contro la malattia da Covid-19 proseguono secondo le priorità indicate nel Piano Strategico elaborato dal Ministero della Salute, dal commissario straordinario per l’emergenza, dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Viene specificato che le raccomandazioni saranno soggette a modifiche e verranno aggiornate in base all’evoluzione delle conoscenze ed alle informazioni sull’efficacia e sulla sicurezza vaccinale.

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Secondo AIFA in questo momento la vaccinazione contro Covid-19 è uno strumento fondamentale per far fronte alla pandemia. Durante le ultime settimane si è discusso molto, attraverso tutti i canali di comunicazione, rispetto alla sicurezza dei primi vaccini disponibili. L’AIFA spiega come sono stati condotti gli studi clinici per il vaccino Pfizer-BioNTech e che il profilo di sicurezza ed efficacia di questo vaccino è stato valutato nel corso di ricerche svolte in sei paesi.


Le reazioni avverse osservate più frequentemente (più di 1 persona su 10) nello studio sul vaccino COVID-19 mRNA sono stati in genere di entità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Tra queste figuravano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli ed alle articolazioni, brividi e febbre. Prurito nel sito di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad addormentarsi e sensazione di malessere sono stati effetti non comuni, che hanno interessato meno di 1 persona su 100. Secondo l’AIFA questi vaccini non utilizzano virus attivi, ma solo una componente genetica che porta nell’organismo di chi si vaccina l’informazione per produrre anticorpi specifici. Una domanda che molti si pongono è se le persone con allergie possono vaccinarsi con i vaccini a mRNA. Secondo l’AIFA le persone che soffrono o hanno sofferto di allergia respiratoria possono vaccinarsi, rimanendo in osservazione per 15 minuti dopo l’iniezione. Per chi soffre di asma bronchiale persistente grave è raccomandata la vaccinazione sotto controllo medico in ambiente protetto ospedaliero. In caso di asma non controllata la somministrazione del vaccino va rinviata fino a quando la situazione clinica non sia di nuovo sotto controllo. Lo stesso Ente nazionale afferma inoltre che le persone con allergie ai farmaci possono vaccinarsi rimanendo in osservazione per 15 minuti dopo l’iniezione. Chi ha presentato in precedenza reazioni allergiche gravi (anafilassi) a farmaci deve rimanere sotto controllo medico per almeno 60 minuti. Se all’allergia a farmaci si associa asma bronchiale persistente grave è opportuno che la vaccinazione sia eseguita in ambiente protetto ospedaliero. Le persone con allergia agli eccipienti polietilenglicole (PEG), macrogol e polisorbati, non devono ricevere i vaccini a mRNA.

di Sanità “Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all'infezione da SARS-CoV-2 in Italia”, le più comuni malattie croniche diagnosticate prima di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 nei pazienti deceduti sono l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito di tipo 2, le cardiopatie ischemiche, la fibrillazione atriale, le demenze, l’insufficienza renale cronica, la broncopneumopatia cronico ostruttiva, i tumori attivi negli ultimi 5 anni. Il Ministero della Salute, dunque, pone le seguenti raccomandazioni: le persone con patologie croniche non devono abbandonare i percorsi di cura. Inoltre, dovrebbero, oggi più che mai, tenere sotto controllo la malattia di base assumendo in modo corretto le terapie. In conclusione, ancora una volta, l’interlocutore privilegiato è rappresentato dal medico di medicina generale che conosce la storia del paziente e può fornire indicazioni accurate, seguendo le indicazioni ministeriali e degli enti preposti alla farmacovigilanza e dialogando con i propri pazienti, analizzando l’unicità di ciascun assistito.

I malati affetti da patologie croniche sono più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19. Secondo i dati del report dell’Istituto Superiore VERDETÁ n° 78 | 35


SALUTE

Dietologia

UN PRANZO PER TANTI OSPITI: COSA PREPARARE PER IL NOSTRO MICROBIOTA

LUCA LOTITO, Biologo Nutrizionista

Negli ultimi anni si sente spesso parlare di microbiota e microbioma e della necessità di alimentarci in determinati modi per farli star bene. Ma cosa sono queste due nuove entità? Il microbiota intestinale è l’insieme degli organismi viventi che popolano il nostro tratto digerente. In realtà ultimamente sono stati individuate popolazioni di microrganismi che popolano anche la nostra cute e l’apparato genitale e ognuno di questi gruppi costituirà un microbiota a sé stante. 36 | VERDETÁ n° 78

Il microbioma invece costituisce l’insieme dei microrganismi simbionti, del loro genoma e delle componenti ambientali. Si pensa che ci siano circa 1000 diversi tipi di specie batteriche che vivono nel nostro intestino, che ammontano a 40 trilioni di cellule singole. Considerato che siamo costituiti da 30 trilioni di cellule umane, possiamo essere considerati più batteri che uomini. Il microbiota non è, tuttavia, formato solo da


batteri utili. Nell'intestino esistono batteri che possono essere dannosi, quindi è importante avere una quantità diversa e ricca di batteri "buoni" per garantire l'equilibrio della nostra salute. Il microbiota è fondamentale per alcuni aspetti della nostra vita; in particolare riveste un ruolo nel processo della digestione aiutandoci a utilizzare al meglio i nutrienti di cui abbiamo bisogno per la nostra salute e per mantenere i giusti livelli di energia. Il microbiota svolge anche un ruolo importante nello sviluppo del nostro sistema immunitario, nella infiammazione ed ha un ruolo nel ridurre il rischio di alcuni tumori, in particolare produce acidi grassi a catena corta come il butirrato il quale ha una azione antinfiammatoria utile a ridurre molte problematiche a livello intestinale e riduce il rischio di cancro al colon. I nostri batteri intestinali producono anche il 95% di serotonina che esercita le sue azioni nel nostro cervello ed è definito l’ormone della felicità. Questo è un esempio delle interazioni biunivoche esistenti fra cervello e intestino.

per migliorarne il grado di digeribilità. Introdurre verdura cruda finemente tagliata e verdura cotta di stagione, anche sotto forma di minestrone o passato. Inoltre, è bene ricordare di mangiare in un ambiente tranquillo, di masticare a lungo e di rispettare quanto più possibile gli orari dei pasti. Anche l’esercizio fisico sembra migliorare il nostro microbiota intestinale, mentre tra i fattori che lo influenzano negativamente non possiamo non citare il fumo e l'abuso di antibiotici. È quindi importante ricordare che a tavola non si è mai soli, ma i miliardi di microrganismi che ospitiamo nel nostro intestino sono in trepida attesa di ricevere tutte le molecole che forniremo con una sana e corretta alimentazione.

Il nostro microbiota influenza la quantità di colesterolo buono e cattivo e i livelli di zucchero nel nostro sangue. Inoltre produce vitamine quali la B1, la B7, la B9, la B12 e la K2. Vista l’importanza di questo microbiota, cosa si può fare per garantire un ambiente intestinale in cui i batteri buoni possano prosperare? La dieta ha certamente un ruolo chiave. Deve essere varia ed equilibrata, ricca di fibre, può avvalersi dell’uso di probiotici (alimenti o integratori che contengono batteri “buoni” per il benessere del nostro intestino) tra i quali annoveriamo i cibi fermentati (crauti, miso e kefir), gli yogurt, i sottaceti e alcuni formaggi. Non dimentichiamo anche i prebiotici che sono tipi di fibre utili ad alimentare il nostro microbiota. Ne è un esempio l’inulina che ritroviamo in cipolla, aglio, porri, banane, carciofi, asparagi e radice di cicoria. É utile consumare cereali integrali quali farro, orzo, segale, quinoa, riso. Tra i legumi privilegiare ceci e lenticchie da assumere passati VERDETÁ n° 78 | 37


SALUTE

Erboristeria

IL CARCIOFO AMICO DELLO STOMACO E DEL FEGATO GENNARO SPORTIELLO, Fitopreparatore

“La verza si mise a provar gonne, l’origano a profumare il mondo e il dolce carciofo lì nell’orto vestito da guerriero brunito come una granata, orgoglioso…” É uno stralcio dell’ode al carciofo del grande Pablo Neruda. Il poeta lo paragona a una granata, ma una cosa è certa, fin dai tempi antichi non è passato inosservato, per la forma particolare, per il colore verde cupo, quasi cinereo. Con i suoi aculei che spuntano come unghie irte di spine. In cucina usiamo il fiore non ancora aperto e che 38 | VERDETÁ n° 78

una volta sbocciato se non raccolto si trasforma in un fiore vero e proprio, di colore porpora. La parte con le maggiori proprietà medicinali è la grande foglia seghettata unita allo stelo. Il nome botanico è “cynara scolymus” e appartiene alla famiglia delle Composite. Il termine cynara sarebbe dovuto all’abitudine di concimare questa pianta con la cenere (cinere in latino). Predilige terreni morbidi e asciutti ma soprattutto un clima mite. Non teme il vento e la salsedine.


Conosciuto da greci e romani e prima ancora dagli egizi è stato a un certo punto dimenticato per riapparire alla fine del XV secolo, grazie al mondo arabo. Il termine carciofo deriva dall’arabo e vuol dire spina della terra. Divenne subito di moda anche perché si sparse la voce, mai confermata dalla scienza, che avesse effetti afrodisiaci. Per questo il suo utilizzo da parte delle donne era considerato sconveniente. Fin quando Caterina de’ Medici non ruppe questo tabù. Ne fece uso alla presenza di nobili e dignitari, provocando uno scandalo. Ma aprì le porte del carciofo a tutti, senza distinzioni. Non molti anni dopo Castore Durante, medico e botanico, aveva capito per sommi capi le proprietà di questa pianta. “Corrobora lo stomaco, fa buon fiato, fa buon odore a tutto il corpo e provoca l’urina.” Toccasana per la digestione Il carciofo ha un effetto coleretico sulla digestione. Vuol dire che sollecita il fegato a produrre la bile, liquido di colore verdastro “fabbricato” appunto nel fegato e nella cistifellea. Dopo ogni pasto quest’ultima si contrae e così facendo rovescia la bile nell’intestino per prendere parte alla digestione dei grassi. La bile è verde a causa dei pigmenti dei globuli rossi arrivati a fine ciclo e eliminati. Continuando a fluire nell’intestino il liquido biliare diviene marrone, dando alle feci il colore che le contraddistingue. La pianta stimola anche la produzione dei sali biliari. Si tratta di un detergente che ha il compito di agire sui grassi. Grassi formati da molecole unite tra loro. I sali biliari le dividono, le separano. In questo modo facilitano il lavoro degli enzimi che hanno a che fare con poche molecole per volta e non su un insieme informe. La stessa capacità della pianta di favorire la produzione della bile rende più agevole l’espulsione del colesterolo con le feci. Attenzione perché non è chiaro se l’azione coleretica del carciofo impedisce o agevola il formarsi dei calcoli. Alcuni studiosi sono convinti che questa pianta contribuisca a tenerli sotto controllo. Altri ritengono che spingere la cistifellea a aumentare la produzione della bile possa essere dannoso e peggiorare la situazione, rischiando di intasare il condotto.

Altre proprietà Un’altra caratteristica di questa pianta, specie delle foglie dentate attaccate allo stelo, è quella di avere un effetto diuretico. Favorisce la fuoriuscita di urina e acido urico. Di questo dobbiamo dare atto a Castore Durante che già nel ‘500 l’aveva capito. Riduce il “colesterolo cattivo” e contribuisce a tenere sotto controllo la glicemia. Contrasta l’opera dei radicali liberi e difende dall’invecchiamento e dai segni del tempo che passa. É una pianta utile in caso di diabete di origine epatica. É un blando lassativo. Depura il sangue. A cosa fa bene Gli estratti di foglie di carciofo sono utili in caso di diabete, di fegato grasso, insufficienza epatica, ritenzione biliare, stipsi, reumatismi. Controindicazioni Le allergie a questa pianta non sono comuni, ma in alcuni casi sono possibili. Soprattutto da parte di chi è allergico a altre erbe della famiglia delle Composite. Senza dubbio una digestione efficace contribuisce al nostro equilibrio psicofisico. Tanto da non doversi rodere il fegato o avere un fegato giallo di bile. Ma invece ci stimola a essere determinati, energici, insomma ad avere fegato e prendere il toro per le corna.

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Ode al carciofo di Pablo Neruda

Il Carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero, ispida edificò una piccola cupola, si mantenne all’asciutto sotto le sue squame, vicino a lui i vegetali impazziti si arricciarono, divennero viticci, infiorescenze commoventi rizomi; sotterranea dormì la carota dai baffi rossi, la vigna inaridì i tralci dai quali sale il vino, la verza si mise a provar gonne, l’origano a profumare il mondo, e il dolce carciofo lì nell’orto vestito da guerriero, brunito come una granata, orgoglioso, e un bel giorno, a ranghi serrati, in grandi ceste di vimini, marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno: la vita militare. Nei filari mai fu così marziale come al mercato, gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi, file compatte, voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade. Ed ecco sul più bello arriva Maria con la sua sporta, sceglie un carciofo, non lo teme, lo esamina, l’osserva contro luce come se fosse un uovo, lo compra, lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe, con un cavolo e una bottiglia di aceto finché, entrando in cucina, lo tuffa nella pentola. Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo, poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica polpa del suo cuore verde. 40 | VERDETÁ n° 78


QUALI VANTAGGI PER GLI ISCRITTI L’iscrizione a CNA Pensionati dà diritto ad una serie di agevolazioni, servizi ed assistenze: Polizza assicurativa UnipolSai Assicurazioni contro gli infortuni ed i ricoveri per grandi interventi chirurgici Polizza assicurativa UnipolSai Assicurazioni contro gli scippi e le rapine CNA EPASA-Itaco Cittadini e Imprese CAF CNA CNA ServiziPiù Carrefour Hyundai Fit Prime Efarma Eden Viaggi Bluserena Partecipazione alle iniziative di Turismo Sociale ed alla Festa Nazionale Invio rivista VerdEtà Accesso alle numerose agevolazioni offerte dalle Sedi territoriali CNA Pensionati (convenzioni nel campo dei servizi sanitari, sociali, culturali, dei trasporti, della distribuzione e del commercio)

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DAL TERRITORIO

EMILIA ROMAGNA BOLOGNA L’INCLUSIONE PASSERÀ SEMPRE PIÙ DAL DIGITALE Anche in questo inizio d’anno le dinamiche causate dal Covid tengono ancora “a distanza” le persone. Ma non è solo questo il motivo per cui Cna Pensionati Bologna sta puntando con decisione verso iniziative, incontri, messaggi e comunicazione digitale. E’ un processo ormai irreversibile, che sicuramente continuerà anche una volta terminato il rischio contagio. Perché la nostra società si è decisamente rivolta al digitale: gli acquisti on line, l’home banking, l’utilizzo di Spid ormai chiave d’accesso fondamentale per i servizi della pubblica amministrazione. La stessa comunicazione tra le persone, sia per lavoro che per piacere, utilizza social, app e siti con la stessa frequenza con cui ci si telefona e ci si parla di persona. Questa rivoluzione digitale non può restare distante dai pensionati, sarebbe un rischio altissimo di perdita di integrazione e mancanza di socialità, adesso veramente si rimarrebbe

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tagliati fuori da quanto si muoverà nel mondo anche nel dopo Covid. Cna Pensionati Bologna, dunque, ha fatto di necessità virtù. Se per tutto il 2020 lo sviluppo digitale dell’associazione è stata una risposta necessaria al rischio di isolamento dei nostri soci obbligati in casa, ora per il 2021 è stato allestito un programma di seminari on line (i webinar) e di corsi di educazione digitale che non sono più eventi straordinari, ma una interessante e stimolante opportunità con un programma lungo e ricco. Un’opportunità perfettamente raccolta dai nostri associati che si iscrivono a decine ad ogni iniziativa on line. Il primo seminario digitale del 2021 era dedicato alla “Sicurezza alimentare e alle etichette”. Quindi tutte le informazioni utili al consumatore per acquisti consapevoli: avvertenze allergeni, date di scadenza, condizioni d’uso, dichiarazioni nutrizionali, elenco ingredienti. Con focus in particolare sulle strategie per evitare gli sprechi e su come “leggere le etichette” anche quando si fanno acquisti on line, un’attività che in questi mesi è cresciuta a dismisura.


DAL TERRITORIO

Il corso organizzato insieme alla Confconsumatori ha visto la partecipazione di una trentina di pensionati, al termine è stato realizzato un sondaggio di gradimento che ha dato esiti molto soddisfacenti: il 63% ha giudicato il webinar molto interessante e il 37% interessante, nessuno ha riscontrato difficoltà tecniche il che non era assolutamente scontato, il 90% ha utilizzato il personal computer e il 10% il tablet. Dopodiché è stato chiesto quali altri argomenti possono interessare i “digital senior” e così si è potuto organizzare i prossimi seminari on line che occuperanno tutta la parte iniziale di quest’anno: un approfondimento assolutamente necessario su Spid, strumento fondamentale per ogni cittadino di qualsiasi età; la banca on line e i

pagamenti in sicurezza; la salute e naturalmente il tema delicatissimo dei vaccini; viaggi virtuali in attesa di poter tornare ai viaggi reali; l’arte, la cultura e l’intrattenimento che non devono mai mancare, soprattutto adesso che musei, cinema e teatri sono chiusi. Cna Pensionati Bologna ha fatto dell’invecchiamento attivo una sua bandiera. Fino a qualche mese fa si concretizzava in iniziative, eventi, azioni di volontariato solidale, momenti conviviali e sociali, viaggi e visite guidate. Tutti noi vogliamo rivivere questi momenti, ma siamo convinti che oggi e anche domani l’inclusione sarà anche e sempre più digitale, la tecnologia non dovrà essere più vista come un ostacolo insuperabile ma un’opportunità da cogliere.

FRIULI VENEZIA GIULIA CAPLA FVG HA INCONTRATO L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SALUTE “Esprimiamo un giudizio positivo, e continueremo a collaborare per far sì che il piano di lavoro della Regione a favore degli anziani e delle persone fragili sia uno degli obiettivi fondamentali per dare risposte alla nostra base sociale”. Questa la dichiarazione di Sergio Cozzarini, che in qualità di presidente Capla Fvg, ha partecipato all’incontro con l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi . Tra i punti di discussione: assistenza di prossimità agli anziani, servizi di base, situazioni case di riposo. Presenti tra gli altri Pierino Chiandussi, Guido De Michielis e Maria Zanin in rappresentanza di 80 mila pensionati del lavoro autonomo.

“Siamo soddisfatti –ha aggiunto Cozzariniche l’assessore ci abbia assicurato che la nostra associazione avrà il riconoscimento di interlocutore e quindi sarà coinvolta nei prossimi tavoli strategici”. L’incontro è stato organizzato a seguito di una richiesta che Capla Fvg ha rivolto alla Regione, con il presupposto di conoscere le azioni che l’assessorato alla Salute sta mettendo in atto, anche a seguito della situazione che si è venuta a creare dopo Covid 19. Il direttivo Capla si incontrerà prossimamente per esaminare il documento relativo alla proposta del sistema residenziale delle persone anziane presentato in terza commissione a novembre scorso. Da questo lavoro saranno elaborate le proposte che l’associazione intende presentare all’assessorato. VERDETÁ n° 78 | 43


DAL TERRITORIO

LOMBARDIA “LUCI E OMBRE DELLA SANITÀ” È Il tema trattato dall’Assemblea regionale di CNA Pensionati svolta in modalità videoconferenza alla quale hanno partecipato un rappresentante delle forze politiche che governano la Regione, un rappresentante dell’opposizione, il deputato della Repubblica Bruno Tabacci (già presidente di Regione Lombardia), il presidente e segretario regionale CNA e portato loro testimonianze imprenditori del Consiglio regionale CNA che operano nel settore sanitario. Qui di seguito la sintesi dell’intervento di Giovanni Bozzini, presidente CNA Cremona, imprenditore servizi socio sanitari territoriali. “L’assistenza domiciliare di carattere sociale in Lombardia è erogata attraverso oltre 2000 unità d’offerta che, sul totale di 8.292 unità d’offerta sociali totali ad oggi autorizzate rappresentano il 25%. L’esperienza COVID 19 ci impone una seria riflessione sul futuro delle cure domiciliari. È improcrastinabile un potenziamento dell’assistenza, non solo sanitaria ma anche socio sanitaria e sociale, della persona fragile e della sua famiglia al proprio domicilio.

Giovanni Bozzini 44 | VERDETÁ n° 78

Nell’immediato futuro si dovrà attivare un comparto di rete territoriale molto forte, coesa a cui affidare tecnologie di telemedicina e tele monitoraggio nonché il potenziamento delle risorse umane (infermieri di comunità assistenti sociali … ). Si dovranno ben definire ruoli e precise responsabilità all'interno della filiera con l’obiettivo della prevenzione e cura a domicilio lasciando l’Ospedalizzazione come ultima ratio. Tutto quello che può essere organizzato ed erogato sul territorio semplicemente, deve essere fatto. Venendo alla revisione della Legge regionale 23/2015. Puntualizzo revisione come grande occasione di ripensare e riorganizzare l’assistenza territoriale. La grande opportunità data dalla Legge 77/2020 (ex rilancio) consente un forte investimento di risorse per il potenziamento delle cure domiciliari. Valutando a consuntivo l'assistenza domiciliare integrata che offre prestazioni medico infermieristiche e riabilitative di durata limitata non soddisfa a pieno i bisogni delle persone fragili che necessitano di supporti continuativi nel tempo anche di carattere sociale. È urgente un ripensamento complessivo sul lato sanitario e su quello sociale. In sostanza si dovrà concepire un modello di cure domiciliari che superi la separazione tra ASST (Aziende Socio Sanitarie Territoriali) e Comuni creando un modello integrato di cure socio sanitarie e sociali. Le cure domiciliari devono rientrare nel quadro dei livelli essenziali di assistenza garantiti nei confronti della popolazione fragile. L’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) e il SAD (Servizio Assistenza Domiciliare) dovranno trovare punti di convergenza superando la divisione tra la gratuità dell’ADI e la compartecipazione ai costi dei SAD. Le cure domiciliari delle ASST e di Comuni oggi raggiungono una quota largamente minoritaria del bisogno potenziale. Si pensi che alcuni studi fanno notare che l’ADI in Regione Lombardia


DAL TERRITORIO

garantisce 12 ore di prestazioni annue pro capite. Addirittura in alcuni piccoli Comuni della nostra Regione con una forte presenza di persone anziane il SAD non è mai stato attivato. In molti Comuni l’incidenza di bilancio per le cure domiciliari SAD è insignificante. Dobbiamo ridurre la distanza tra bisogni e servizi lavorando sui luoghi fisici e concreti in grado di attivare la presa in carico vera da parte delle istituzioni. Bisogna coinvolgere e sensibilizzare i medici di medicina generale nelle forme singole o associate e l’insieme delle cure primarie nei confronti delle cure domiciliari che devono essere una grande e ampia opportunità e non un momento episodico. Vanno realizzati i presidi socio-sanitari territoriali già previsti dalla legge 23 e mai decollati. Vanno concepite strutture di prossimità come luoghi di facile accesso di facile informazione e con dotazioni informatiche e strumentali. Bisogna superare il concetto della sola erogazione. Bisogna mettere a disposizione una organizzazione di comunità con figure professionali capaci e motivate in rete che parlano lo stesso linguaggio informatico e che sviluppino una modalità di lavoro in co–progettazione. In sostanza serve riprogettare i servizi di assistenza domiciliare: visite mediche, prestazioni infermieristiche, somministrazioni farmaci, aiuti di supporto alla domiciliarità nelle sue diverse sfaccettature. Oltre che a un supporto al nucleo familiare spesso fragile anche se in presenza di un’assistente di famiglia. La vera integrazione si raggiunge se si riesce a creare una nuova governance che faccia sintesi tra due soggetti istituzionali coinvolti: comune e ASST. Iniziare questo tipo di cambiamento in Lombardia richiede una governance condivisa a livello regionale, mentre la presenza di 3 assessorati di riferimento al Welfare al Sociale e alla Famiglia non aiuta l'integrazione.

Chiudo con i servizi domiciliari e le cure primarie. Nel territorio occorre investire nelle cure primarie. Servono strutture territoriale stabili su cui indirizzare finanziamenti. I medici di medicina generale devono assumere una funzione di prevenzione diagnosi e presa in carico, anche in regime di telemedicina in collaborazione con gli infermieri di famiglia. Vanno incentivate le forme di aggregazione dei MMG (Medici di Medicina Generale). Gli investimenti sulla domiciliarità continuano ad essere limitati. Una seria revisione dei budget che vada oltre la fase emergenziale. E’ indubbia una progressiva crescita della popolazione anziana che per fortuna campa di più ma con un aumento delle patologie croniche. Tutto ciò comporta un ripensamento per il quale il legislatore deve porsi alcune domande: • di quali servizi sociali avranno bisogno gli anziani nel prossimo futuro in Italia? • quali sono le politiche e gli interventi da mettere in campo allo scopo? In poche parole bisognerà riflettere sulla visione da adottare e gli strumenti necessari da mettere in pratica”. VERDETÁ n° 78 | 45


LETTERE AL DIRETTORE

G

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----------------------------------------Caro Mario, mi sembra veramente una buona idea quella di cercare nella cassetta dei ricordi e di riallacciare rapporti con vecchi amici, parenti quasi sconosciuti o compagni di scuola. Mi aspetto che i nostri lettori accoglieranno positivamente il suo suggerimento. Filippo

----------------------------------------Gentile Luciano, io personalmente le posso dire che la compagnia degli animali, ed in particolare dei cani, è veramente unica. Avere in casa degli animali è sicuramente impegnativo e dispendioso ma quello che si ha di ricompensa è senz’altro impareggiabile. Le posso consigliare di adottare un cagnolino di piccola taglia rivolgendosi ad un canile di zona. I cani abbandonati e/o i randagi sono sempre molto affettuosi e la spesa, se non hanno accadimenti particolari di salute, implica un controllo annuale dal veterinario. Il resto, cibo e igiene personale, non sono altro che un piccolo contributo che può sostenere chiunque. Preparare una sana pappa ad un piccolo animale domestico è una facile e gratificante azione! Altri consigli sicuramente potrà darglieli il custode del canile al quale potrà rivolgersi per la adozione della bestiola. Filippo

Gentile direttore, stanco di guardare la televisione, e di essere, quindi, uno spettatore passivo di fatti, di storie, di battibecchi spesso totalmente inutili, tempo fa ho avuto l’idea di cercare amici perduti di vista, lontani parenti, compagni di scuola o di università ecc. e di iniziare una corrispondenza o addirittura di ricercarli. E’una esperienza di grande impegno e soddisfazione e vorrei suggerirla ai lettori di VerdEtà ed ai miei coetanei pensionati. Mi auguro, addirittura che qualche suo lettore, si ricordi di avermi incontrato anni fa da qualche parte. Grazie. Mario Longo (Viterbo)

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aro Direttore, gli anni passano troppo velocemente e le cose non fatte continuano a pesare. Per esempio io ho sempre desiderato avere a casa un cane ma mi sono frenato perché, essendo un pensionato a basso reddito, ho paura di non poter sopportare le spese di mantenimento e di cura di un cucciolo. Ho chiesto consigli e le risposte sono state a volte contrastanti. Chi dice che un cane costa come un figlio, chi dice che è possibile tenerlo in forma ed in salute spendendo poco, poi c’è il problema della taglia e dell’impegno fisico relativo. Vorrei leggere qualche consiglio da qualcuno che ne sa più di me per maturare finalmente una decisione. Luciano Marchetti (Padova)


LETTERE AL DIRETTORE

G

entile Direttore, sono una pensionata appassionata di ballo, lo faccio sin da bambina e in questo periodo mi manca molto. Sono chiusi locali e palestre dove si fanno corsi di ballo però ho notato che nei parchi ci sono gruppi che fanno lezioni magari non di coppia. Secondo lei è sicuro per noi anziani o sarebbe meglio evitare e aspettare il vaccino? Maria De Santis (Roma)

B A R ■ D ■ G ■ B A S C O

R I N N O V A M E N T O ■

A A ■ A M E B A ■ T E L L

C ■ ■ M E N E G H E L L O

C O M U N E L L A ■ L I U

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B D ■ F A C E T E ■ I C I

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N A T A L I T A ■ A T ■ M

D ■ O R M A I ■ ■ R I V A

E O L I E ■ F A V E ■ A D

79 REBUS: Assi S T E - rada B I - lische R - maglie D I A - letti C H E = Assister ad abili schermaglie dialettiche. F O N ■ C A V E R N I C O L I ■

A L ■ F U G A ■ P A N A M A ■ P

R E N A T O ■ M ■ T E N E R S I

M A I N E ■ T A C ■ S A L V I A

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L ■ T I R ■ I N A N I ■ G R O G

O N E S T I ■ A L I ■ L E T T I

G E S T I R E ■ E ■ F I N I T O

O ■ T E T A N O ■ D A M E ■ E N

■ M I R A N D O L I N A ■ E R E

SOLUZIONE DEI GIOCHI 77PAG. 49 DI

R A I D ■ D I R E ■ A S I

B S ■ A P O C A L I S S E

E I N ■ A M A R A N T O ■

G ■ O T T U R A T O R I ■

■ P E R ■ S E T A ■ I O R

----------------------------------------Cara Maria, il movimento e la musica fanno bene all’anima e al corpo. Sicuramente in questo periodo ci mancano sia l’uno che l’altro ed è una delle cose più difficili da sopportare. Posso dirle che i corsi nei parchi, se autorizzati e organizzati in sicurezza, possono essere utili e non pericolosi. Chieda tuttavia un consiglio al suo medico di base e si faccia aiutare magari da un figlio o un nipote a trovare un’attività organizzata da professionisti attenti alle norme del distanziamento. Buon divertimento! Filippo

VERDETÁ n° 78 | 47


IL LIBRO DEL MESE

I LEONI DI SICILIA LIVIA PANDOLFI Una cavalcata nella storia dell’unificazione italiana attraverso le passioni, le disgrazie e le fortune della famiglia Florio, una famiglia calabrese dedita al commercio. Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione... E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri - il marsala viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re. A Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno - sott'olio e in lattina ne rilancia il consumo in tutta Europa e scalza il baccalà sotto sale. In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l'espansione dei Florio, ma l'orgoglio si stempera nell'invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque stranieri, facchini il cui sangue puzza di sudore. Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell'ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e - sebbene non lo possano 48 | VERDETÁ n° 78

ammettere - hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto - compreso l'amore - per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.


CRUCIVERBA 1

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REBUS:

ORIZZONTALI: 1. Esperto di medicine - 10. Mosca dannosa alle colture 11. Termine di paragone - 13. Il nome di Frassica - 14. Libri scolastici - 16. Località marchigiana - 17. Signore londinese - 18. La pelle umana - 19. La disputano le squadre - 20. Ha la cruna - 21. Auto a Detroit - 22. Si chiamò Persia - 23. Il centro di Novara - 24. Li pigia il pianista - 26. Fine inglese - 27. Frac - 29. Doppio zero - 30. Iniz. di Pozzetto - 32. Linea montana - 33. Il nome di “King” Cole - 35. Pecore e agnelli - 36. Breve giorno - 37. Il nome della Sastre - 39. Qui... a Parigi - 40. Ammira la diva - 41. Un gioco di carte - 43. La capitale del Perù - 44. Discorso religioso - 45. Un noto Gnocchi - 46. Insetto in formazione - 47. Campi con verdure - 49. Affermazione - 50. Un campo ippico - 52. È ricca di alberi. VERTICALI: 1. Asciugacapelli - 2. Il nome di Pacino - 3. Il nome di Zero - 4. Uno degli Stati Uniti - 5. Bagna Pisa 6. Questa cosa - 7. I confini dell’Olanda - 8. Non disposti a imbrogliare - 9. Amministrare - 12. La locandiera goldoniana - 14. Bisonti della strada - 15. Pericolosa infezione - 16. Si tenta per salvarsi - 17. Isola delle Piccole Antille - 18. Uomini primitivi 19. È contrapposta all’attività - 21. Veicolo agricolo - 24. Fa eco al tic - 25. Del tutto inutili - 28. Arti pennuti - 31. Canale americano - 34. Reggersi - 36. Pedine... promosse - 38. Un’erba aromatica per il cuoco - 40. Completato, ultimato - 42. Un consenso strappato 43. Mobili con la testata - 45. Bevanda calda - 47. Non la vede chi è impaziente - 48. Periodi che possono durare millenni - 50. Uguali nella lotta - 51. Sigla di Enna.

frase: 8 2 5 11 11

SOLUZIONI DEI GIOCHI A PAG. 47 ??

GIOCHI TRATTI DA

VERDETÁ n° 78 | 49


PANTERE GRIGIE PIETRO ROMANO È SEMPRE TEMPO DI EROI Non ho mai creduto che fossero fortunati i popoli che non hanno bisogno di eroi. Dipende dalle circostanze. Dai popoli. Dagli eroi. Come emerge anche dall’emergenza sanitaria, e di conseguenza socio-economica, che si vive da un capo all’altro del mondo, pur con tante sfumature ed eccezioni. Dalla quale stanno scaturendo eroi ed eroismi diversi. Ci sono gli eroi quotidiani che spesso, però, sono quanti fanno il loro dovere tra numerosi scansafatiche. Un eroismo, naturalmente, ma di cui si potrebbe anche fare a meno se la ordinarietà in molti casi non fosse diventata straordinaria. Esistono, poi, gli eroi di cui si farebbe volentieri a meno, ma non per loro, poveretti, bensì per il contesto dal quale sono emersi. Un caso per tutti? Quello di Li Wenliang, il coraggioso medico cinese di Wuhan morto per Covid dopo aver cercato inutilmente di lanciare l’allarme sul pericolo del nuovo/antico virus e pertanto perseguitato dal governo di Pechino quando già era stato contagiato dai suoi pazienti e ricoverato in ospedale. A un anno di distanza dalla sua morte, avvenuta il 6 febbraio 2020, questo perseguitato per causa di giustizia è stato ricordato in tutto il mondo e soprattutto da tanti connazionali, attraverso i social media, nel silenzio dei mezzi di comunicazione ufficiali controllati dal regime cinese che su Li Wenliang hanno voluto far cadere una cortina di silenzio al fine di cercare di far passare il virus come un virus di importazione e non, come molto più probabile, un virus d’esportazione. Del resto, fin dalla Peste Nera, che a partire dagli anni trenta del Trecento spopolò l’Europa, proprio la Cina e la città di Wuhan sono state più volte focolai epidemici. Sarebbe stata più fortunata la Cina se non avesse avuto un eroe come Li Wenliang? Non credo. Ma certo sarebbe stata più fortunata la Cina, e il mondo con essa, se un anno fa avesse accolto l’appello del medico di Wuhan invece di tacitarlo. Il problema, quindi, non è l’eroe, che fortifica con il suo esempio i propri connazionali di buona volontà e noi tutti. E’ il contesto. Ci sono, però, anche eroi che tonificano il morale e rimangono esemplari in un contesto che favorisce e non soffoca le loro splendide individualità. Un altro caso per tutti? Quello di Thomas Moore, nato nel Nord dell’Inghilterra, quasi ai confini con la Scozia, il 30 aprile 1920 e morto lo scorso 2 febbraio. Moore, che era stato capitano nella seconda guerra mondiale e si era distinto in molte azioni belliche, insignito del grado di colonnello onorario e dell’alta onorificenza di Sir ormai a un secolo di vita compiuto, è assurto alla notorietà nella primavera scorsa. Alla vigilia del suo centesimo compleanno “captain Tom” aveva deciso di lanciare un gagliardo appello attraverso Internet con l’aiuto dei nipoti, promettendo di compiere cento giri del suo giardino con l’aiuto del solo deambulatore per raccogliere fondi al Servizio sanitario pubblico (Nhs). Sperava di raggiungere un migliaio di sterline, nel giro di qualche settimana fece affluire nelle casse dell’Nhs oltre 33 milioni di sterline e scatenò un’ondata di emulazione in tutto il Regno Unito dove bambini, giovani, anziani, vecchi si dedicarono a molte di queste sfide in un afflato corale degno dei tempi di guerra. “Fonte d’ispirazione”, lo ha definito la regina Elisabetta che con lui ebbe un lungo colloquio dal quale non è trapelata parola. “Un tesoro”, ha chiosato Judith Woods, giovane editorialista del quotidiano britannico “The Daily Telegraph”, che ha rappresentato “l’incarnazione di un Paese che se ce la può fare a uscire dalle crisi è tirando insieme la carretta”, per usare una traduzione libera ma in grado di rendere l’idea. Onore a Tom Moore, autentica pantera grigia. Eroe fuori dal quotidiano per tempi fuori dal quotidiano, quando di eroi esemplari ce n’è bisogno. Eccome. 50 | VERDETÁ n° 78


LE SEDI CNA PENSIONATI Sedi Regionali

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Corso Lancieri di Aosta 11/F Via Millio 26 Via San Vincenzo 2 - 1° piano Via Marco D'Aviano, 2 Via Verona 28 int. 1 Via della Pila 3/B-1 Via Rimini 7 Via Luigi Alamanni 23 Via Sandro Totti 4 Via A. Morettini 7 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Cetteo Ciglia 8 C.da Colle delle Api - Z.I. Via G. Porzio 4-C. Dir. ISOLA G 8-13° p. Via Nicola Tridente 2/Bis Via Isca del Pioppo 144 - Pal. Pino Via Lucrezia Della Valle 19 - II° piano Via Francesco Crispi 72 Viale Elmas 33

11020 10141 16121 20131 33100 30175 40128 50123 60124 06128 00154 65128 86100 80143 70125 85100 88100 90133 09123

0165-31587 011-19672111 010-5959171 02-36512030 0432-616911 041-921715 051-2133211 055-212121 071-286091 075-5009056 06-570151 085-4326919 0874-482021 081-7501065 080-5486931 0971-50148 0961-792484 091-582833 070-273728

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Via Imera 223/C Via Gramsci 59/A Via Umani 1/A - Baraccola Via Carlo Donat Cattin 129 Viale Indipendenza 42 Corso Alfieri 412 Via Serafino Soldi 9-11 Via Nicola Tridente 2/Bis Via S. Gervasio 17 Viale Mellusi 36 Via S. Antonino 3 Via Repubblica 56 Via Aldo Moro, 22 Via Pola 3 Via Milano 68 Via Orzinuovi, 3 Via Tor Pisana 102 Viale Elmas 33 Via Antonio Gramsci 1/3 Via Alcide De Gasperi 14 C.da Colle delle Api - Z.I. Viale G. Galilei 1/A Via Carlo Santagata 19 Piazza dei Martiri 8 Via Italia 19 Via Valera 22 Viale Innocenzo XI 70 V.le Giacomo Mancini-Pal. SOIMCO Via Lucchini 105 Via Firenze 34 Via Cuneo 52/I Via Emilia Romagna 3 Via Salvo D'Acquisto 123 Via Caldirolo 84 Via Luigi Alamanni 31 Viale XXIV Maggio 44 Via Pelacano 29 Via Mària 51 Via San Vincenzo 2 (Torre S.V.) Viale Trieste 31 Via Birmania 96 Via Acquasciati 12 Corso Garibaldi 221

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L’Aquila Avezzano La Spezia Latina Lecce Lecco Livorno Lucca Macerata Mantova Matera Messina Milano Modena Napoli Novara Nuoro Tortolì-Ogliastra Oristano Padova Palermo Parma Pavia Perugia Pesaro Pescara Piacenza Pisa-Ghezzano Pistoia Pordenone Potenza Prato Ragusa Ravenna Reggio Calabria Reggio Emilia Rieti Rimini Roma Civitavecchia Rovigo-Borsea Salerno Sassari Olbia-Gallura Savona Siena Siracusa Teramo Terni Torino Trani-BAT Trapani Treviso Trieste Udine Varese Venezia-Marghera Verbania Vercelli Verona Vibo Valentia Vicenza Viterbo Viterbo

C. Dir. Strinella 88-via Pescara, 2/B Via Bruno Buozzi 31 Via Padre Giuliani 6 Viale P. L. Nervi 258/L Via Brunetti 8 Via Carlo Alberto 37 Via Martin Luther King 15 Via Romana 615/P-Arancio Via Zincone 20 Via L. Guerra 13 Via degli Aragonesi 26/A Via Maddalena 108 Via Marco D'Aviano, 2 Viale Corassori 72 Corso Umberto I° 109 - 2° p. Viale Dante Alighieri 37 Via Napoli 14 Zona Industriale Baccasara Via Canalis 29 Via Croce Rossa 56 Via Rosolino Pilo 20 Via La Spezia 52/a Viale Montegrappa 15 Via A. Morettini 7 Via Degli Abeti 90 Via Cetteo Ciglia, 8 Via Coppalati, 10 (Loc. Le Mose) Via Carducci 39 Via Enrico Fermi 2 Via Nuova di Corva 82 Via Isca del Pioppo 144/A Via Zarini 350/C Via Psaumida 38 Viale Randi 90 Via Nicolò Da Reggio 7 Via Mameli 15/G Piazza Cavour 54 P.le Leopoldo Tosi 4 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Togliatti 7 Via Alleati Combattenti d'Europa 9/D Corso Vittorio Emanuele 75 Z.I. Predda Niedda Nord Str. 18 BIS Via Vittorio Veneto 15 Via Paleocapa 22/8 Via Simone Martini 18 Via Carso 33 Via Francesco Franchi 25/B Via Lungonera Savoia 126 Via Millio 26 Via Piccinni 4 Via Venere 20 Viale della Repubblica 154 Piazza Venezia 1 Via Verona 28 int. 1 Via Bonini 1 Via della Pila 3/b-1 Via San Bernardino 31/c Via Guicciardini 20 Via Perlar 12 Via P.E. Murmura 56 Via G. Zampieri 19 Via I° Maggio 3 Via I° Maggio 3

67100 67051 19125 04100 73100 23900 57128 55100 62100 46100 75100 98122 20131 41124 80138 28100 08045 08048 09170 35129 90139 43100 27100 06129 61100 65128 29100 56010 51100 33170 85100 59100 97100 48100 89128 42123 02100 47923 00154 00053 45030 84123 07100 07026 17100 53100 96100 64100 05100 10141 76125 91100 31100 34123 33100 21110 30175 28922 13100 37100 89900 36100 01100 01100

0862-61750 0863-414499 0187-598080 0773-605994 0832-256117 0341-363811 0586-267511 0583-4301100 0733-27951 0376-368742 0835-387744 090-661848 02-26142543 059-7476771 081-455165 0321-399564 0784-200264 0782-622913 0783-211188 049-8062211 091-6110688 0521-227211 0382-433111 075-505911 0721-4260 085-8430880 0523-572230 050-876111 0573-9211 0434-598141 0971-50148 0574-5784 0932-686144 0544-298511 0965-22853 0522-356488 0746-251082 0541-760211 06-570151 0766-546882 0425-21413 089-2583108 079-262751 0789-26910 019-801942 0577-260511 0931-64299 0861-23941 0744-206711 011-19672111 0883-480171 0923-593221 0422-3155 040-3185511 0432-616911 0332-285289 041-925925 0323-52385 0161-251687 045-4951425 0963-592429 0444-569900 0761-303312 0761-2291

Sedi ESTERE

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Germania Colonia - Burgmauer 18 – 50667 GERMANIA (EE) - Tel 0049.221124761 Germania Mannheim - Augusta Anlage 10 - Tel. 0049.62216530968 Germania Solingen - Talstrasse 3 – 42697 GERMANIA (EE) - Tel. 0049.2123803240 Svizzera San Gallo - Unterer Graben 1 – 9000 SVIZZERA Tel. 0041.712237692 Francia Nizza - Rue Michel Ange 12 – 6100 FRANCIA Tel. 0033.981108543 Belgio Liegi - Chaussee Churchill 81 – 4420 BELGIO - Tel. 0032.42356700 Spagna Alicante - Plaza San Cristobal 2, Planta 1 , Puerta 1 03002 Alicante (Spagna). Tel. 0034.865716972

Australia Sidney Wollongong Coolatai Cescent 1 – 2176 - AUSTRALIA - Tel. 0061.287860888 Australia Melbourne - Grantham ST 57 – 3055 AUSTRALIA - Tel. 0061.393879126 Canada Toronto - 654 Bloor ST. Mississauga - Canada - Tel. 0019.058503611 USA New York - Myrtle Avenue – Glendale 65-54 – 11385 STATI UNITI - Tel. 001.7183865212 Brasile San Paolo - Av. Sao Luiz 50 - 2 Andar CJ 21-A - Brasile - Tel. 0055.1132562455 Argentina Buenos Aires - Calle 45 Uff 5 B 1068 – 1900 ARGENTINA - Tel. 0054.2214588948

VERDETÁ n° 78 | 51


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CNA PENSIONATI È UN MONDO DI PASSIONI 52 | VERDETÁ n° 78 VANTAGGI ED OPPORTUNITÀ. ENTRA ANCHE TU.


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