Rinascita delle Associazioni, nuovi stimoli al proselitismo
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a qualche tempo assistiamo impotenti ad una riduzione di iscritti alle Associazioni affiliate alla F.O.I. Cercando di capire le motivazioni di tale fenomeno, tra soci che non rinnovano e gente che, anche se a conoscenza dell’Istituzione, decide che a “nulla” serve, mi sono posto la domanda: perché? Il mio pensiero va al peso della crisi economica, ala scarsità di occupazione, alla decadenza del singolo connessa con il nichilismo sociale. Tali motivazioni non sono sicuramente da tutti percepite e quindi accettate, scaricando colpe su chi eventualmente non le ha. Proviamo qui ad elencarne altre che, insieme alle precedenti, potrebbero darci una visione più chiara e farci capire dov’è il problema principale e come cercare di risolverlo. Ripensando a quanto giornalmente la vita mi ha insegnato ed ogni momento vissuto, a quante persone, in circa 35 anni di appartenenza al movimento ornitologico, ho conosciuto, porrei come concausa emorragica, l’evoluzione della società, nella quale oggi viviamo. Questo cambiamento è certamente attribuibile alla velocità con la quale oggi si vive sempre in affanno, non si ha tempo per niente e per nessuno, neanche per gli affetti, figuriamoci per gli uccelli. Questo uomo non ha tempo per la natura: il volere tutto e subito, il cercare profitto da ogni singolo momento speso, la frenesia del valore assoluto del dio denaro e del raggiungimento dei propri scopi, lontani da quelli altrui, se non utili per sé stesso. A questo va aggiunto un iper-protezionismo familiare, capace di generare eterni fanciulli inabili a gestire una vita autonoma, che porta i giovani a restare in famiglia fino ad una età una volta inaccettabile. A questo punto bisogna anche parlare di ciò che io chiamo “la cultura degli isotteri” che va a coincidere con il sistema abitativo condominiale, il quale poco spazio lascia a luoghi ricreativi personali. Detto questo, voglio ora approfondire ciò che più mi sta cuore, la vita sociale e le attività ad essa correlate. In moltissimi casi, si palesa una negligente colpa dei dirigenti di base, incapaci di stimolare curiosità, incapaci di pensare iniziative adatte ad attrarre nuovi adepti o anche solo a conservare quei soci che, privi del fuoco ornitologico, lasciano dopo uno o due anni di iscrizione, perché non ben motivati nel continuare la loro esperienza associativa; gente che non ha mai partecipato non solo ad incontri tecnici ma neanche ad Assemblee sociali. Sarebbe interessante conoscere, a questo proposito, anche la percentuale di Associazioni che partecipano alle Assemblee Federali. Se facciamo una elementare proporzione, tra le Associazioni federate e mostre ornitologiche richieste, possiamo tracciare una prima analisi sconfortante, ma sufficiente ad
evidenziare il problema. Lo scorso anno, circa 227 Associazioni Federate, più della metà, sono rimaste inattive, non hanno, cioè, organizzato ed effettuato alcuna manifestazione capace di soddisfare i propri associati ed attirare la curiosità dei tantissimi amanti dell’ornicoltura. La colpa, prima di cominciare con lo scarica barile, sta nella mancanza di stimoli incentivanti per gli stessi Amministratori di base. Sarebbe, per esempio, interessante capire quante e quali Associazioni non hanno mai partecipato alle Assemblee, oppure organizzato mostre ornitologiche o altre manifestazioni a tema che diano lustro e visibilità al nostro hobby ed alla nostra capillare organizzazione. Da questo si dovrebbe partire per eliminare i rami secchi di una quercia che ha solo bisogno di nuova linfa e, per usare un eufemismo ornitologico, non di posti dove far nidificare corvi. Eppure questi rami secchi, in sede di adunanza generale, hanno lo stesso peso politico di quelle Associazioni che durante l’anno danno lustro e visibilità al Sodalizio. Ora volendo aiutare queste zavorre a riemergere dal fondo melmoso dello stagno della immobilità e dar loro la possibilità di vivere e contare quanto basta anche a livello politico, invitandoli a produrre acqua corrente che rinfreschi la nostra Federazione, dovremmo cercare di mettere a punto una cura riabilitante e ricostituente per lo scopo. Lo stimolo primario potrebbe essere quello della attuazione del sistema elettorale in uso nelle Società per Azioni, o altrimenti detto “Voto Pesante”. Della serie “conti quanto vali”. La F.O.I.-ETS è costituita da soci ordinari, cioè ASSOCIAZIONI. Ogni Associazione ha nel proprio “portafoglio” un numero X di “quote” (soci). Ora immaginiamo un parallelismo con le S.p.A. Possiamo dire che ogni socio corrisponde ad una azione. Se consideriamo che secondo il regolamento Federale la misura minima delle “azioni” per poter far parte della S.p.A. è di 15 soci, dovremmo dare la possibilità alle Associazioni che con il loro impegno accrescono ogni anno il capitale sociale, di contare più di quelle che inermi vegetano come delle alghe sottraendo così ossigeno a quelle piante che si dannano per produrre fiori e nuova vita. Con un pratico esempio, cerco di spiegarmi meglio: un voto ogni 15 soci, aumentato del 30 % per ogni altra attività, quali convegni, corsi ludico educativi nelle scuole primarie, gestione di parchi naturali pubblici o privati ed ogni altra attività capace a dare visibilità e nuovi iscritti. Credo che questo potrebbe dare una scossa elettrica alle nostre Associazioni, porterebbe alla ribalta solamente Presidenti fattivi, capaci e propositivi, evitando così la occupazione delle poltrone.
Lettere in Redazione
di S ERGIO PALMA
NUMERO 10 - 2020 63