Italia Ornitologica 8/9 2020

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CRONACA

Compio 50 anni di F.O.I. di GIOVANNI CANALI

L’autore all’interno del Museo F.O.I.

V

orrei ricordare qualcosa del mio passato ornitologico, poiché penso che le mie esperienze e valutazioni possano essere condivise da qualcuno e possano suggerire considerazioni, mi auguro utili. Poiché mi sono iscritto il 01–01–1970, ho compiuto il mezzo secolo di iscrizione alla mia associazione, che è quella di Parma, allora A.O.P. oggi A.D.O.P. affiliata alla F.O.I., vedendomi attribuito l’R.N.A. A895. Va aggiunto che allevavo già da tempo; ho avuto i primi uccellini (pappagallini ondulati) ad 8 anni e mi sarei iscritto prima; avevo letto qualcosa della F.O.I. su di un libro, ma il negoziante che frequentavo non era in buoni rapporti con l’associazione locale e non faceva informazione in tal senso. Da qui il consiglio che do alle associazioni di avere un buon rapporto con i negozianti. Finalmente, quando ebbi informazioni precise, avevo quasi 22 anni, andai nella sede dell’associazione, che poi non era una sede, ma il bar di un circolo sportivo

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(mi pare che fosse il Rapid) dove alla domenica i soci si riunivano. Il bar è un contesto utilissimo per fare gruppo, e sarebbe bene che non mancasse. Mi presentai e mi iscrissi, come se stessi facendo una cosa da tempo desiderata e che ritenevo importante. Fui accolto bene, ma non riscontrai subito il coinvolgimento che avrei gradito. Anche da qui nasce la disponibilità che ho sempre nei confronti dei nuovi iscritti e che sollecito anche agli altri soci anziani. All’inizio il mio rapporto con l’ambiente

Poiché mi sono iscritto il 01–01–1970, ho compiuto il mezzo secolo di iscrizione alla mia associazione

degli allevatori del quale venivo a far parte era quasi esclusivamente limitato all’associazione locale. Purtroppo, all’epoca non c’era la rivista Italia Ornitologica e quindi il collegamento F.O.I.allevatori era alquanto labile. Della Federazione sentivo parlare poco e come qualcosa di lontano. Solo successivamente ci fu qualche importante contatto in più; del resto, ebbi anche un’esperienza a livello di raggruppamento e divenni giudice. Poi ricevetti anche l’alto incarico di tenere diversi corsi allievi giudici che non credo possano essere dimenticati tanto facilmente. Un ulteriore impegno è stato anche il museo, ove ho collaborato e collaboro. Ho avuto anche partecipazioni nella commissione tecnica. Mi fu utilissimo l’abbonamento alla rivista “Il giornale degli uccelli” edito dall’Encia di Udine, pubblicazione mensile di notevole pregio per l’epoca sulla quale scrissi i miei primi due articoli, assieme ad un valoroso compianto amico, Paolo Franzosi. Su quella rivista si parlava non solo di tecnica, ma qualche volta anche della Federazione, delle mostre ecc.. C’era anche un’altra rivista: “Uccelli”, pure di Udine, alla quale mi sono abbonato dopo, ma la apprezzavo meno: c’era qualche buon articolo, ma lo spazio dato alle polemiche, spesso opinabili e di dubbia utilità, ritenevo fosse eccessivo. Successivamente migliorò sotto questo aspetto, ma purtroppo non durò e chiuse. Avere riviste di settore è importantissimo poiché sono strumento utilissimo di approfondimento e l’approfondimento è cosa ben diversa dalle chiacchiere da bar. Inoltre, è bene diversificare le fonti di informazione. Poi è arrivata la rivista “Italia Ornitologica” che ha costituito un salto di qualità nei rapporti con gli allevatori e


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