POMEZIA-NOTIZIE
Febbraio 2022
BAMBINI SCHIAVI - dedicata a Iqbal Masih di Wilma Minotti Cerini Lasciatemi pensare che mani di bimbo siano petali di loto, il viso: velluto di pesca rosse ciliegie per guance occhi raggianti come il più bel giorno ridente labbra: cascate argentine Lasciatemi pensare che bimbo non si possa comprare, né vendere per miseria ad arrostire mattoni, la vita come fornace che brucia anche l’anima Lasciatemi pensare che mani non siano per nodi minuti, per morbidi tappeti e pietose cicatrici, e vita incatenata finché non crescono un poco Lasciatemi pensare
Pag. 11
a quegli occhi di bimbo un oceano di tristezza incatenato anche quando mangia un piccolo pasto insignificante. Non vorrei pensare vorrei chiudere gli occhi eppure debbo ricordare quegli occhi dove l’amarezza è un oceano senza confini dove un Dio nascosto osserva questi uomini truci dove alcuna religione ha urlato abbastanza questa pena nessuno ha brandito l’arma della decisione per liberare l’agnello sacrificato alle brame della nostra ignoranza E nessuno può dirsi innocente se non conosce neppure il suo nome Wilma Minotti Cerini Se avesse potuto studiare, se fosse ancora vivo La sua vita invece è stata diversa, e si è conclusa tragicamente a soli 12 anni, con il suo nome assurto a simbolo della lotta allo sfruttamento minorile nel Pakistan. In Pakistan, a Muridke nel Punjab, Iqbal era nato nel 1983. La sua famiglia, poverissima, indebitatasi per pagare il matrimonio del primogenito, lo aveva inizialmente costretto a lavorare in una fabbrica di mattoni e poi lo aveva venduto all’età di 5 anni per 600 rupie (più o meno 12 dollari americani) a un fabbricante di tappeti, che lo aveva ridotto in schiavitù. Un destino non insolito. Sono milioni i bambini ridotti in schiavitù per integrare il magro bilancio familiare, o per colmare debiti. Il Pakistan possiede infatti una di quelle economie