POMEZIA-NOTIZIE
Febbraio 2022
IL MIO MONDO FINIRÀ CON TE di Lucio Zaniboni
C
ARMELO Aliberti, critico letterario, saggista e poeta ci propone una seconda opera narrativa: “Il mio mondo finirà con te” mantenendo il piano propositivo e strutturale di “Briciole di un sogno” con cui voleva dare una scossa al mondo letterario attuale, appiattito da una narrativa usa e getta che sforna libri a gogo con la durata di un rasoio monouso. Narrativa, storia, saggistica, poesia e denuncia qui si fondono in un tessuto nuovo che incide per intensità etica e possibilità di approccio. La trama è semplice: Carlo, uomo del Sud, letterato, cresciuto in una famiglia che gli ha trasmesso ideali fondanti, con un gruppo di amici della stessa tempra morale, dà vita a un giornale, importante, pur nelle sue modeste proporzioni, a cercare di diffondere cultura e speranza in un futuro migliore. Si innamora di Anna che lo ricambia con uguale sentimento, ma il loro amore svanisce all'improvviso per la morte inaspettata della ragazza. Lo sconforto sembra trascinare il giovane in un gorgo senza fine, quando casualmente conosce Rosa che riesce a risollevargli il morale e ridargli nuova speranza di vita. Anche questa volta il destino sembra accanirsi contro di lui. Dopo un periodo di giorni felici, improvvisamente Rosa si allontana, sparisce e nulla si sa più di lei.
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Il mondo di Carlo sembra finire (il motivo del titolo), ma l'incontro con un pastore lo scuote e nasce la riflessione sulla vita che può divenire missione di aiuto al prossimo. Così Carlo si riprende e vivrà per diffondere fraternità intorno a sé. Sfondo di questa trama, ma anche parte essenziale del libro, è la denuncia sociale. Il nostro è un mondo in cui il capitale depaupera sempre più i popoli, siano essi dediti all'agricoltura, come i tanti contadini della zona messinese (nativa dell'autore) e della Sicilia in genere o degli operai costretti alle catene di montaggio nelle fabbriche del Nord. C'è la fame di milioni di esseri che, con esodo da terre aride, cercano scampo verso paesi che diano loro un pane e sono respinti come animali infestanti; c'è il caporalato del
Sud (e non) che costringe a turni inumani di lavoro i raccoglitori di ortofrutticoli, con paghe da miseria e angherie e violenze di ogni specie. In più non vi è zona della terra dove non alligni la guerra, perché i grandi blocchi nazionali reggono le fila delle lotte, apparentemente tese a raggiungere esiti di giustizia, progresso e civiltà, invece realmente intesa a conquiste territoriali e impadronimento di materie prime per interesse economico. Aliberti in una visione universale ci mostra i mali del mondo dalla prima guerra (mondiale) ai giorni nostri. Non nega il progresso tecnico che ha portato migliori condizioni di vita e alleggerito la fatica, ma che contemporaneamente ha snaturato il rapporto uomo-terra-dio.