editoriale Nunzio Ianiri - Presidente A.T.E.
Lo Spirito del Lavoro all’epoca della pandemia
L
a pandemia mondiale ha messo in luce criticità ma anche situazioni positive. Se ne è discusso, e se ne discute. Che altro si potrebbe aggiungere? Nel sistema italiano abbiamo assistito a tutto ed al contrario di tutto. La qualunquistica, farisaica e bigotta falsa morale sempre alla ricerca di una decisione dall’alto per poi criticarla di continuo ci ha scaraventati dalle paure al plauso per gli “angeli”, dagli agili “fancaxxismi” nel periodo del lavoro smart al ‘penso solo a me stesso’. L’atavica carenza italica del senso di comunità e di volontà generale da tutelare, alla fine fa emergere la nostra aggressività in difesa dei personalismi, l’intellettualismo e il senso della pretesa dei soli diritti. Si è evidenziata tutta la potenzialità e la capacità di risposta della Sanità Italiana e del Servizio Sanitario Regionale in genere, che possiamo vantare con orgoglio rispetto agli altri stati. Non possiamo qui però non menzionare gli aiuti ed i contributi esteri. Abbiamo constatato ancora una volta i limiti della nostra burocrazia, le sue conflittualità e complessità di norme spesso autoreferenziali. Eccoci nel microcosmo degli appalti in cui siamo stati testimoni dell’evoluzione delle clausole “agevolanti” per l’emergenza sanitaria in fase d’urgenza, salvo rialzare la guardia in fase di conversione in legge, creando nuova confusione in un sistema già in crisi. Mai come ora il sistema sanitario ha bisogno di persone, non solo in ambito sanitario, ma anche di personale amministrativo. In molte Regioni, come nel Veneto, viene finora negato l’incentivo Covid al personale amministrativo. Tra ipocrisia e qualunquismo, riconoscenza e stima che hanno rivalutato la struttura pubblica, abbiamo bisogno di riaffermare e ricostruire gli organici del personale amministrativo, di formarli e di motivarli in modo da supportare le attività socio-sanitarie e per offrire sempre e di più servizi di qualità. Dopo tagli e riforme, è arrivato il momento di investire nuovamente in risorse umane anche nei nostri Enti Territoriali che, se hanno perso un po’ di autonomia e potere decisionale, mantengono invariata la gestione delle funzioni e delle attività. Nella formazione professionale, alla base di qualsiasi nozione tecnica e gestionale, cerchiamo di favorire un risveglio etico nei confronti dell’altro, nel rispetto della propria identità, delle nostre Aziende, del nostro sistema sanitario regionale, delle nostre istituzioni e società, di quello che un tempo si chiamava Bene Comune. “Il lavoro dello spirito” (*) dovrebbe poter permeare le professioni del Tecnico per fornire un quadro il più possibilmente oggettivo al Politico e contribuire ad un’equilibrata ed etica struttura economica superando l’attuale condizionamento di quest’ultima alle altre due professionalità soccombenti. Ma forse questa sarà un’altra storia che non uscirà dal Covid… . (*cfr. Il lavoro dello spirito, M. Cacciari, Adelphi Edizioni Mi, 2020)
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