La donna nella storia di Waimer Perinelli
NILDE IOTTI: “la Signora della Repubblica”
“Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”.
È
il 1979 quando Nilde Iotti, appena eletta alla presidenza della Camera dei Deputati, pronuncia queste parole. E’ la prima donna a raggiungere un traguardo tanto elevato nella Repubblica italiana che lei stessa ha contribuito a fondare. Leonilde, questo il suo vero nome, aveva 26 anni quando venne eletta Deputato alla Costituente nel 1946, subito dopo quel referendum del due giugno con cui gli italiani avevano bocciato la monarchia. Era nata nell’aprile del 1920 a Reggio Emilia, da una famiglia povera. Il padre era un deviatore delle ferrovie, sindacalista socialista, cattolico, “meglio stare con i preti che con il fascismo”, diceva. Fu anche per questo che Nilde s’iscrisse all’università Cattolica, facoltà di lettere, nel 1940, grazie ai sacrifici e all’ambizione del padre e della madre. Era matricola quando s’iscrisse al partito Comunista ed allo scoppio della guerra mondiale partecipò attivamente alla Resistenza come staffetta dirigendo anche i Gruppi di Difesa della Donna di Reggio Emilia, un’esperienza che la porterà, il 25 giugno del 1946, assieme ad altre venti donne, nella Costituente. E’ l’anno in cui viene riconosciuto alle donne il diritto di voto. Come deputata s’impegnò subito per la riforma del diritto di famiglia, la parità e dignità della
donna. Una lotta non facile se ricordiamo che il Codice Penale entrato in vigore nel 1942, concepiva le donne come “beni”, sui quali il padre prima ed il marito poi, esercitavano assoluta autorità. Rafforzata dall’impegno nella Costituente ed eletta parlamentare nel 1948, Nilde proseguì l’impegno in difesa dei più deboli e delle donne promuovendo le più importanti leggi sulla famiglia, il matrimonio, il divorzio, i figli. Sono anni terribili quelli in cui viene eletta presidente della Camera. Il 9 maggio del 1978 venne ucciso dalle Brigate Rosse l’onorevole Aldo Moro, in un tentativo fallito di fermare il compromesso “Storico” fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano. L’anno dopo, Nilde Iotti venne eletta Presidente della Camera ruolo che, secondo i suoi stessi colleghi ricoprì, con equilibrio e saggezza, fino al 1992. Nel 1993 ottenne la presidenza della Commissione Parlamentare per le riforme istituzionali e nel 1997 venne eletta Vicepresidente del Consiglio d’Europa. Anche nella vita privata non sono mancate occasioni per difendere il ruolo della donna nella
società e contro attacchi maschilisti. Al centro è la storia sentimentale con Palmiro Togliatti, leader carismatico del PCI. “Robusta, alta, i capelli sciolti sulle spalle, il manifesto desiderio di imparare a fare il deputato”, secondo la descrizione del suo portavoce alla Camera G. Frasca Polara, Nilde conobbe Palmiro Togliatti, a Montecitorio dove era da poco entrata. Fu un amore avversato da molti membri del partito, forse un uso strumentale nella lotta politica. Ma poiché era donna in occasione di discorsi brillanti si disse “Glielo avrà scritto lui”, e nei corridoi del Transatlantico alcuni compagni la evitavano. Togliatti morì nel 1964 e lei ricorderà qualche anno dopo, “”Solo dopo la sua morte il partito mi rispettò”. E iniziò la fase politica più importante della sua vita! Si è dimessa dalla carica parlamentare, per motivi di salute, il 18 novembre 1999 ed è morta il 4 dicembre.
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