Conosciamo il nostro passato
“Le ferrovie portatili della prima guerra mondiale”.
È
il titolo di un libro (autore Mauro Bottegal) che svela un mezzo di trasporto poco conosciuto e interessantissimo, usato anche nelle nostre zone durante la prima guerra mondiale. Si trattava di piccole ferrovie i cui binari erano formati da elementi prefabbricati, che potevano essere installate velocemente, esattamente come i trenini modello. Erano state inventate verso la fine del 1800 per l’agricoltura, in particolare per la raccolta della barbabietola da zucchero in Francia e poi adattate per l’uso nell’industria. Visto la loro efficacia e relativa facilità di utilizzo anche gli eserciti pensarono di usarle per lo svolgimento dei loro compiti. In Italia
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sono conosciute come Decauville, dal nome dell’ingegnere che per primo le industrializzò e diffuse, sono conosciute anche col nome tedesco di feldbahn. I militari utilizzarono inizialmente queste ferrovie all’interno delle grandi fortezze, per esempio la famosa Linea Maginot, e negli impianti di produzione delle armi. Con la Grande Guerra ci si accorse subito che era estremamente difficile fare arrivare uomini e mezzi sui fronti guerra. Le armi disponibili erano ormai molto grandi e richiedevano adeguati mezzi di trasporto per essere portate nelle zone di utilizzo e inoltre richiedevano un rifornimento continuo di proiettili e altri materiali per funzionare. Le
strade sterrate non reggevano il traffico di veicoli pesanti, i camion erano ancora poco affidabili. Le ferrovie avrebbero potuto trasportare tutto il materiale necessario ma non arrivavano fino a tutte le zone di combattimento. Una delle soluzioni trovate per affrontare il problema del trasporto furono queste ferrovie. Potevano essere posate velocemente, da personale non specializzato, con pochi lavori sul terreno e spesso sulle strade. Gli elementi di binario venivano trasportati sul luogo di posa dagli stessi treni e poi, venivano scaricati e messi in opera a mano. Lo scartamento, cioè la distanza tra le facce interne delle rotaie, più comune era di 60 cm, ma vennero usati anche i 50 cm, 70 cm, 75 cm, 76 cm e anche 1 m. Finito l’utilizzo venivano smontate e potevano essere usare in altri luoghi. Alcune di essere vennero posate anche in Valsugana: tra Marter e Roncegno e tra Borgo e Maso Beselga, vicino a Olle. Nel resto del Trentino ne vennero costruite alcune vicino a Rovereto, in città a Trento, a Tione, tra Riva del Garda e Sarche e da Malé a Fucine. Tra la val Pusteria e il Cadore, passando per