Ieri avvenne di Chiara Paoli
Partigiani e resistenza, per un’Italia Liberata «Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire».
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ueste le parole del comandante Sandro Pertini nell’appello radiofonico volto a proclamare lo sciopero generale a Milano, il 25 aprile 1945. La lotta partigiana ha avuto inizio 20 mesi prima, esattamente l’8 settembre 1943, il movimento di resistenza muove i suoi passi per contrastare il governo fascista e l'occupazione nazista. Quello che viene definito anche come Secondo Risorgimento ha inizio quindi con la firma dell’armistizio di Cassibile, avvenuta il 3 settembre nella località di Siracusa dove il generale Castellano firma per l’Italia, stringendo la mano al generale Eisenhower. L’annuncio agli italiani della cessazione delle ostilità nei confronti dei governi alleati viene comunicata ai microfoni dell'EIAR (antenata della RAI), solo cinque giorni dopo dal maresciallo Badoglio. Il giorno successivo nasce il Comitato di Liberazione Nazionale che al suo interno ingloba differenti e contrapposti orientamenti politici dai comunisti, ai monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, e anarchici. Dopo mesi di lotte, giunge il 25 aprile 1945 il proclama che incita all'insurrezione generale, sancito dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Le forze partigiane che componevano il Corpo Volontari della Libertà vengono sollecitate ad assaltare le guarnigioni fasciste e tedesche intimando la resa, precedendo così l'arrivo delle truppe alleate. Oltre a ciò il Comitato promulgò alcuni decreti legislativi, prendendo il potere «in nome del popolo italiano», e condannando
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a morte tutti gli alti funzionari fascisti, Benito Mussolini compreso. Il Duce verrà catturato e ucciso tre giorni dopo a Giulino di Mezzegra, a 21 chilometri da Dongo, in provincia di Como, assieme alla sua amante Claretta Petacci. I loro corpi, assieme a quelli di Alessandro Pavolini, Nicola Bombacci, e del generale Achille Starace, verranno esposti al pubblico ludibrio in piazzale Loreto a Milano, dove l’anno precedente, in data 10 agosto erano stati giustiziati quindici partigiani. La folla si accanisce con insulti, sputi, percosse, e spari sui cadaveri, in particolare quello di Mussolini; partigiani e vigili del fuoco che dovevano garantire l'ordine, risolvono appendendo i cadaveri a testa in giù, penzolanti dalla tettoia del vicino distributore di benzina. Un epilogo orrendo che ha scatenato molte critiche, lo stesso Pertini affermò che «A Piazzale Loreto l'insurrezione si è disonorata». Nel giro di pochi giorni tutta l'Italia del nord viene redenta, Bologna in anticipo assieme a Genova, liberate rispettivamente il 21 e il 23 aprile, segue Verona il 26 e Venezia il 28 dello stesso mese. La liberazione di Roma era avvenuta già l’anno precedente tra il 4 e il 5 giugno, mentre un po’ in ritardo giunge quella del Trentino, che accoglierà gli alleati soltanto il 4 maggio 1945. Vale la pena ricordare che dopo la resa di Caserta, firmata il 29 aprile, e il cessate il fuoco entrato in vigore tre giorni
dopo, continuano gli scontri nella nostra regione. Le stragi di Ziano, Stramentizzo, e Molina di Fiemme, si consumano proprio in quei giorni tra il 2 e il 4 maggio 1945 e causano altre 45 vittime, tra sparatorie e incendi. Una data simbolica quella del 25 aprile che costituisce il culmine della Resistenza e vede avviarsi una nuova fase di governo che condurrà al referendum per la Repubblica del 2 giugno 1946. È il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi che propone di celebrare questa data invitando il principe Umberto II a promulgare il 22 aprile 1946 un decreto che testualmente riporta: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale». La Liberazione ha sancito la fine del capitolo fascista dopo una dittatura protrattasi per 20 anni. Quello che ancor oggi noi celebriamo è la genesi della Repubblica Italiana, perché è proprio dagli esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale che ha preso vita l'Assemblea Costituente.