Il turismo di montagna e l'impatto del Covid-19 di Elisa Rodari
Due realtà a confronto
Faloria Cortina_d'Ampezzo- foto Kallerna da Wikipedia
A
due anni di distanza dal primo lockdown e dagli effetti provocati da quella che conosciamo come pandemia da Covid-19, molteplici sono le aree che il virus è andato a colpire: parliamo di vita quotidiana, attività commerciali e interi settori produttivi ed economici. Come conseguenza diretta del diffondersi di questo nemico invisibile, abbiamo dovuto tutti rinunciare alle nostre libertà tra cui gli spostamenti e quindi a viaggiare. Il turismo, in questi due anni, è stato il settore maggiormente colpito dall’impatto del Covid-19, per via delle continue limitazioni e restrizioni imposte. Andando ad investigare da vicino le dinamiche che hanno interessato il settore turistico, abbiamo orientato la nostra attenzione verso il turismo di montagna. Abbiamo selezionato due realtà montane, per coglierne similarità, diversità e peculiarità in questi ultimi due anni di pandemia. In particolare, per le due destinazioni identificate,
36
Primiero San Martino di Castrozza e Cortina D’Ampezzo, abbiamo rivolto una serie di domande ad un gruppo eterogeneo di soggetti, con l’obiettivo finale di ottenere un quadro generale di quella che è stata la situazione pandemica che le due destinazioni hanno dovuto affrontare, sempre dal punto di vista della gestione del turismo. Dopo poco tempo dalla comparsa del virus e la necessità sempre più imminente d’imporre un lockdown per arginare l’avanzata del virus, le destinazioni turistiche si sono trovate ben presto senza turisti, dovendo fronteggiare una situazione mai vissuta prima. La prontezza nel reagire da parte dei soggetti coinvolti nell’organizzazione turistica del territorio è stato l’elemento fondamentale per far sì che l’inizio della pandemia non fosse la fine per il settore turistico, ma piuttosto un nuovo inizio, anzi un nuovo modo di concepire questo settore. Il periodo del lockdown da marzo a
maggio 2020 è stato fondamentale per ripensare a quelle dinamiche che con l’avvento della pandemia non potevano più esistere. Nel contesto di Primiero San Martino di Castrozza, l’APT (azienda di promozione turistica) è stata il soggetto cardine, in quanto tramite la sua attività di coordinamento e supervisione, ha permesso la creazione di una rete di collaborazione tra diversi soggetti presenti sul territorio. Innanzitutto, l’APT stessa ha dovuto rimodulare la sua attività come ad esempio il suo “calendario eventi”, chiamandolo “calendario appuntamenti”, dato che a seguito delle restrizioni diventò sempre più difficile se non impossibile organizzare eventi con numeri elevanti di partecipanti. Per questo motivo venne scelta la parola “appuntamenti”: questi infatti prevedevano un numero limitato di partecipanti ma venivano riproposti più volte al giorno se non più volte alla settimana per permetterne la fruizione