In Mare, allevamento modello di orate, ombrine e spigole a Torre Suda
Bio in mare aperto di Massimiliano Rella
In Mare è un allevamento sostenibile ed eco-compatibile di pesce (orate, ombrine, spigole) a Racale (LE), divenuto un modello di riferimento nel settore, più volte premiato e oggi sempre orientato verso l’alimentazione bio, già impiegata in 3 delle 15 gabbie totali. Fondata nel 2006 dopo un lungo percorso d’autorizzazioni (la burocrazia impera!), l’azienda ittica dei cinque fratelli REHO — ALDO, GIOVANNI, ANDREA, ANGELO e GIULIO — commercializza e trasforma 150 tonnellate di pesce l’anno. Sono gli unici in Sud Italia per le ombrine. 20 dipendenti, 5 barche, un porticciolo riservato sulla costa, non lontano da Gallipoli, i fratelli Reho distribuiscono il pescato tra Puglia, Lombardia e Veneto e nel canale retail (botteghe, pescherie, ristoranti, e-commerce), con il sottovuoto pronto a cuocere; prodotti che
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rappresentano il 25% del pescato. Numeri a parte, In Mare è un’azienda alla ricerca di novità e con vari progetti per migliorare l’efficienza e la sostenibilità della pesca. Ad esempio, sta sperimentando il recupero della polpa che rimane attaccata alla lisca per farne dei burger di pesce o altri tipi di prodotti con l’obiettivo degli “scarti zero”. Sta investendo inoltre nel fotovoltaico, per il suo centro di trasformazione a Sannicola, e nel potenziamento dei motori green delle imbarcazioni. Aderisce, infine, alla APP contro lo spreco alimentare “Too Good Too Go”, che permette la vendita immediata delle merci; applicazione per smartphone tra le più scaricate in Italia nel 2021. Le 15 gabbie di allevamento si trovano a 2 km dalla costa di Torre Suda, ancorate a 40 metri di pro-
fondità: tutte strutture galleggianti ritirabili, senza accumulo di metaboliti grazie a correnti costanti anche a mare calmo e senza dispersione di mangime, né utilizzo d’elettricità. Sono gabbie di 22 metri di diametro: un ampio spazio di allevamento con densità di circa 10 kg a metro cubo. Tre sono già biologiche, vanto di un’azienda tra le prime e le poche in Italia a essere bio in mare aperto. «Sono fondamentali il tipo d’ambiente, la densità d’impianto e l’alimentazione» precisa Aldo Reho. «Al momento noi assicuriamo il biologico in tre gabbie per l’allevamento delle orate, ma l’obiettivo è di convertire anche le altre, però dobbiamo procedere gradualmente perché il pesce di allevamento bio è un concetto ancora nuovo che non trova subito mercato, quindi ci trasformeremo man mano che cresce la sensibilità del consu-
IL PESCE, 2/22