LA FACILITAZIONE DELLE ATTIVITÀ EDUCATIVE
5.1
Le attività educative, nel presente capitolo, sono state pensate per essere autoconsistenti ma anche per far parte di un percorso formativo che ogni facilitatore può mettere a punto in base ai bisogni e agli interessi dei discenti ed al contesto di riferimento. Ogni attività dovrà essere adattata dai facilitatori al proprio contesto di riferimento, in considerazione della numerosità e degli interessi dei partecipanti, dei tempi e degli spazi a disposizione.
Realizzare un percorso formativo che porti alla realizzazione della mostra Com’eri vestita? Se voleste realizzare un percorso formativo sul tema del consenso consapevole, declinato in più attività che terminano con la realizzazione della mostra Com’eri vestita?, potreste voler iniziare con il proporre quelle attività che permettono l’esplorazione delle proprie emozioni, vedi “Il collage delle emozioni (pag. 71) e delle proprie relazioni, vedi il percorso di mindfulness che si sostanzia di tre attività quali “La consapevolezza nostra migliore alleata” (pag. 81), “Un cuore saggio” (pag. 93) e infine “Fare scelte salutari nel gestire comunicazioni difficili” (pag. 62). Si potrebbe poi passare a riflettere su stereotipi, pregiudizi e ruoli sociali con l’attività “Donne e uomini” (pag. 57) per andare avanti con attività legate al tema del consenso consapevole e dei diritti umani come “Il caffè del consenso” (pag. 69) oppure “Il diamante delle disposizioni più efficaci” (pag. 66). Il percorso si potrebbe concludere con attività tipo “Vuoi una tazza di tè” (pag. 96) o ancora “Nuvole di espressione” (pag. 85) in cui i partecipanti trattano in modo specifico il tema del consenso consapevole. Infine si potrebbe proporre ai partecipanti di attivarsi nel contesto scolastico realizzando la mostra Com’eri vestita? (pag. 104). Ogni facilitatore dovrà comunque pianificare con cura le attività educative, anche se gestite singolarmente: • riflettendo sui propri stereotipi e pregiudizi in relazione alle tematiche che si vogliono trattare; • documentandosi sui temi che vuole trattare e ricercando informazioni che lo sostengano nelle attività di debriefing; • scegliendo le attività educative in base alla tipologia dei partecipanti, dei loro bisogni e delle loro potenzialità; • adattando le proposte; • mantenendo un approccio inclusivo e congruente; • utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile, dando indicazioni chiare sulle azioni e le fasi delle diverse attività; • utilizzando la forma esortativa più che quella direttiva nella conduzione delle attività; • chiedendo feedback durante le attività, per essere sicuri che tutti i partecipanti siano coinvolti; • proponendo metafore o immagini per facilitare la comprensione; • offrendo suggerimenti ed esempi di sensazioni, emozioni, pensieri durante le attività di debriefing; • facendosi accompagnare da colleghi ed esperti, nel caso in cui le tematiche approcciate, richiedano expertise e competenze variegate.
Capitolo 5 • Proposte pratiche per trattare il tema del consenso 47