Theriaké Gennaio/Febbraio 2021

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Attualità

INTERVISTA A PIETRO AMORELLI PRESIDENTE DI A.TI.FAR. FEDERFARMA AGRIGENTO

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o t t o r e A m o r e l l i , q u a l i s > i d e L a attendono come presidente di A. Ti. Far. Agrigento? «In verità già nei primissimi giorni del mio mandato mi attendeva la prima s4ida: con la fattiva collaborazione dei vertici ASP, mi sono adoperato per garantire la vaccinazione COVID dei farmacisti titolari e dei loro collaboratori. L’operazione è stata portata a termine con successo tanto da affermare che in provincia di Agrigento tutti i titolari che lo hanno richiesto sono stati vaccinati. Subito dopo abbiamo affrontato la migrazione di piattaforma DPC da un sistema ad un altro, organizzata in modo da creare il minor disagio possibile ai colleghi ed ai pazienti. Le s4ide che ancora mi attendono sono le s4ide che impegneranno tutta la categoria nei prossimi mesi. Sul versante nazionale ancora tanti tavoli sono aperti, mi riferisco in particolare alla nuova remunerazione, alla Farmacia dei Servizi ed al rinnovo della Convenzione scaduta da troppi anni. È mio intendimento rappresentare nelle sedi nazionali il pensiero e la voce della base agrigentina. Sul versante provinciale, ritengo prioritario ricostruire un tessuto relazionale tra i colleghi, che possa farci percepire come una categoria unita in tutte le sue articolazioni, così da portare avanti le iniziative che vorrei realizzare, per aprirci al territorio nell’ottica di un confronto costruttivo con tutte le Istituzioni, sanitarie e non. La nostra dislocazione capillare e quali4icata ci pone in ogni centro abitato quali interlocutori capaci sempre di dire la nostra su tutte le tematiche riguardanti la salute… e di questi tempi ne abbiamo cose da dire! Sono fermamente convinto che la dirigenza poco o nulla può fare se non ha alle spalle una categoria unita, formata, informata e, soprattutto, motivata». Parliamo della pandemia, in che modo i farmacisti possono contribuire alla vaccinazione di massa contro il SARS-CoV2? «Al di là delle istanze portate avanti dai dirigenti nazionali di FOFI e FEDERFARMA sulla 4igura del “farmacista vaccinatore“, ritengo che le farmacie possano contribuire alla vaccinazione di massa se solo le istituzioni preposte, in primis le Regioni, avessero la “bontà“ di coinvolgerle. Innanzitutto le farmacie, tramite le piattaforme CUP o tramite

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piattaforme apposite, potrebbero diventare centri di prenotazione per registrare i cittadini da vaccinare; in alcune Regioni più avvedute (ad esempio la Puglia o l’Emilia Romagna) questo già avviene, mentre la Sicilia, per motivi “imperscrutabili“, ha scelto di af4idarsi ad una piattaforma creata ad hoc da Poste Italiane (!), dove gli interessati (ultraottantenni) possono “comodamente“ iscriversi. Il risultato di questa scelta scellerata è stato l’oggettiva impossibilità per moltissimi anziani di accedere al servizio, per cui, nella nostra provincia, abbiamo sentito il dovere morale di aiutarli nell’esercizio dei loro diritti. Un altro contributo importante può essere dato dalle farmacie nella logistica: sfruttando la rete capillare e la distribuzione intermedia, si potrebbe fare arrivare il vaccino 4in nel più remoto paese, le farmacie potrebbero occuparsi di gestire le prenotazioni e lo stoccaggio, realizzando in collaborazione con i medici di famiglia una campagna vaccinale di massa sicura, rapida ed ef4icace, senza esporre gli anziani a pericolosi spostamenti. Questo

Anno IV n. 31 – Gennaio – Febbraio 2021


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