febbraio 2022
Il presidente Dino Muto al centro della foto di gruppo
Un progetto innovativo contro la Xylella fastidiosa
Il super naso dei cani Presentata a Fasano la task force in grado di identificare precocemente le piante infette dal batterio. Il presidente Dino Muto sottolinea l’importanza del progetto
IIl fiuto dei cani rimanda a immagini lontane nel tempo. Già nel periodo del Neolitico, venivano impiegati per seguire le piste di animali selvatici. Una caccia più silente rispetto a quella a vista, che permetteva un notevole risparmio di energie sia per l’uomo che per il cane. Il naso del cane, studiato dai ricercatori, è sempre protagonista della nostra storia moderna. Possiede sino a 300 milioni di recettori olfattivi (rispetto ai circa sei milioni dei nostri), e l’area cerebrale dedicata è circa 40 volte più grande della nostra. Inoltre, quando i cani respirano, una piega di tessuto posta appena all’interno della loro narice (piega che noi umani non ab-
biamo) aiuta a separare le due funzioni di inspirazione e espirazione, consentendo al cane di annusare più o meno in maniera continua. Questo prezioso strumento è impiegato in diverse tipologie di ricerca di sostanze, come droga ed esplosivo e messo in campo nella ricerca di persone scomparse o rimaste sotto le macerie di un terremoto. Attualmente, una interessante sperimentazione, frutto della collaborazione fra ENCI, Coldiretti e CNR – IPSP, è stata presentata alla stampa internazionale, suscitando vivo interesse. Si tratta di 6 cani addestrati a fiutare la Xylella, che rischia di espandersi il tutto il territorio nazio4