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COSTUME E SOCIETÀ
È GIUSTO DIRE PADRONE O PROPRIETARIO DI UN PET? A MOLTI PERALTRO NON PIACE NÉ L’UNO NÉ L’ALTRO TERMINE. LA SITUAZIONE POI SI COMPLICA ULTERIORMENTE QUANDO DOBBIAMO DEFINIRE GLI ANIMALI DAL PUNTO DI VISTA GIURIDICO
ANIMALE
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LESSICO
Lorena Bassis
porto profondo che cresce e si sviluppa con il tempo. L’animale dona emozioni e non può essere messo sullo stesso piano di un’automobile o di un appartamento. Trovare la definizione giusta non è però così facile. Vediamo perché.
Giornalista
Cosa sono io per te?
N
egli anni è cambiato il modo con cui gli individui vivono il rapporto con gli animali da compagnia. Se in passato veniva facile definirsi padroni o proprietari di un pet, come se si trattasse di un qualsiasi oggetto di uso comune, oggi occorre rivedere il linguaggio. Con un cane o un gatto si innesca un rap-
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PetTrend • Maggio 2021
In passato chi decideva di prendere un cane diventava inevitabilmente il suo «padrone». Essere padroni però vuol dire comandare ed esercitare un dominio assoluto. E chi ama il suo animale non vuole collocarsi in questa posizione di superiorità nei confronti dell’amato pet. Più spesso, oggi, si utilizza la parola «proprietario», anche se non piace a tutti perché lascia sempre intendere di poter disporre in modo
pieno ed esclusivo di qualcosa che si considera di proprietà. Ma un pet non è un oggetto da poter utilizzare per soddisfare le proprie necessità. Ecco che allora si scatena una frenetica ricerca per trovare il modo più consono per definire l’umano che convive con un pet. Qualcuno ama farsi chiamare «mamma» o «papà». Il che potrebbe anche andar bene tra le mura domestiche, ma suscitare disapprovazione quando ci si trova fuori casa perché è altresì poco apprezzato umanizzare gli animali. Se poi l’animale combina qualche guaio è l’umano che ne risponde, allora si potrebbe anche ricorrere al termine tecnico di «responsabile». Sono solo delle idee come quella di essere un «leader» per il pet o il suo «conduttore». O forse sarebbe preferibile uti-