Rivista GBI 194

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Quine S.r.l. – GBI - Anno XXVIII N. 194 - Aprile - Maggio 2022 – PT Magazine

LA DISTRIBUZIONE HORECA

WHITE SPIRITS LA RIVINCITA DEL GIN: VENDITE AL TOP E NUOVI BRAND DA INSERIRE IN ASSORTIMENTO

MERCATO/IRI MIXOLOGY, LA RIPARTENZA DELLE BEVANDE PASSA DA QUI

F O R M A Z I O N E /A F D B IL FUTURO SOSTENIBILE DELL’HORECA


IL NOSTRO ARTICO, LA NOSTRA VODKA

Tre Cime di Lavaredo - Dolomiti - Italia ILLVA SARONNO S.p.A Via Archimede, 243 - 21047 Saronno (VA) Tel. +39 02 967651 - e-mail: contatti@illva.com

BEVI RESPONSABILMENTE

P U RE I TALI AN VO D K A


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I L P UN TO

PROTAGONISTI DEL NOSTRO FUTURO Nel 2022 cade il trentesimo anniversario della fondazione di Italgrob. Questi trent’anni non sono certo passati invano, ma hanno lasciato un segno nella storia del mondo Horeca. Ogni giorno 3.800 aziende di distribuzione food&beverage entrano in azione per far girare il mercato del fuori casa. Un mercato che, nonostante il Covid-19 e l’ultima recente drammatica crisi causata dagli eventi bellici in Ucraina, è un asse fondamentale della nostra economia, un emblema del made in Italy, un tratto distintivo della nostra società e del nostro saper vivere. Italgrob ha contribuito in maniera determinante all’evoluzione del comparto Horeca attraverso le presidenze che si sono succedute. Uomini che oggi è doveroso ricordare: dal primo Presidente Giancarlo Corsi al grande e indimenticato Angiolino Cortesi. Poi Bepi Cuzziol, a cui si deve la nascita dell’International Horeca Meeting, un evento che lo scorso marzo

ha celebrato a Rimini – in occasione della fiera Beer & Food Attraction – la sua 11ª edizione con una ricca agenda di talk tenuti nell’Horeca Arena. E ancora Andrea Menici, Vincenzo Caso, fino a giungere alla nostra attualità, al Presidente Antonio Portaccio, che ha fortemente voluto che il Censis, con la sua autorevolezza, facesse diventare visibili quelli che sono sempre stati invisibili, mettendo in luce il valore indiscusso della distribuzione Horeca attraverso una ricerca che vi racconteremo in questo e nei numeri successivi di Gbi. Andiamo verso il futuro, ma senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Il “codice” per aprire la porta del futuro lo troviamo nella storia della distribuzione, che è come un grande libro in cui in tanti hanno lasciato un segno con passione, convinzione. Il loro esempio ci è d’insegnamento e dobbiamo ripartire da qui per tracciare un nuovo inizio.

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EDITORIALE COSTRU IAM O I L N UOVO, I N S I E M E

ANTONIO PORTACCIO, P R E S I D E N T E I TA L G R O B

Nel 2021 abbiamo assistito ad una crescita – o meglio a un rimbalzo tecnico – del fatturato rispetto all’orribile 2020, ma la ripresa per consolidarsi ha bisogno di progettualità, innovazione, investimenti. E di pace. La feroce e violenta aggressione subita dall’Ucraina ha fatto sprofondare l’Europa in una situazione pericolosissima, economica e soprattutto sociale. La guerra ha avuto ricadute pesanti sui prezzi dei prodotti energetici, delle materie prime e sulla loro reperibilità, mentre il consumatore vede erodersi il suo potere d’acquisto. Fatturati contratti, organici ridimensionati, difficoltà di smobilizzo dei crediti commerciali, rendimenti di scala compromessi, contrazione dei consumi: questo è l’orizzonte che si presenta davanti a noi. Dobbiamo iniziare a costruire la distribuzione Horeca del dopo emergenza e serve un impegno comune per rendere più forte Italgrob. Una Federazione moderna, impegnata

nella crescita culturale dei suoi associati, nella tutela dell’ambiente, nella sfida della digitalizzazione e, attraverso AFDB e insieme a diverse aziende dell’industria, nella formazione delle future generazioni. Dobbiamo rendere efficienti le aziende, orientarle con scelte innovative partendo da analisi approfondite ed elementi certi, che devono essere il nuovo patrimonio del distributore e diventare fattore di sviluppo. In estrema sintesi c’è assoluto bisogno di voltare pagina, che significa uscire dall’invisibilità, sancire il ruolo sociale ed economico della distribuzione, aprire un tavolo di concertazione con le altre associazioni di categoria per fare fronte comune su problematiche normative che gravano sulla filiera distributiva, cercare con l’industria soluzioni condivise per l’operatività giornaliera. Parafrasando Socrate, voltare pagina è concentrare tutta l’energia non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo.

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SOMMARIO

01.

IL PUN TO

03.

E DITO R I A L E

06.

INTE R N AT I O N A L HOR EC A M E E T I NG

10.

INTE R N AT I O N A L HOR EC A M E E T I NG

12.

ME RC ATO/ I R I

16.

MERCATO/TRADELAB

20.

ME RC ATO/ FO R M I N D

24.

LOGISTICA/ PROGETTICA

28.

S C E N A R I / B E VA N D E CARBONATE

30. 38. 4

Protagonisti del nostro futuro

Costruiamo il nuovo, insieme

Un valore da difendere

La parola ai produttori

Mixology, la ripartenza delle bevande passa da qui

La nuova normalità del fuori casa

Pronti per il futuro?

L’efficienza? Questione di standard

Tempo di ripresa?

BEVANDE CARBONATE/AZIENDE Un’offerta in evoluzione

SCENARI/WHITE SPIRITS Il re della mixology


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42. 44. 50. 54.

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W H I T E S PI R I TS/ B RA N D L’offerta dei big

W H I T E S PI R I TS/ B RA N D Gli altri protagonisti del mercato

own FORM A Z I ONE /AFloD ckdB il

ost

AQUA VERA. Fabrizio Quagliuolo

62.

B OL L I C I N E C OM M U NI T Y

64.

I N T ERV I STA

92.

nte

I N T ERV I STA

58.

74.

Di

a e dim o. L em ent che fort nno m s a t s a ?E s n sine qui tari ibile i u l n n l ’i b l e e i ost ire sat od ? inu ra s oto ere dell dim nco mo Le f ved a o e n t r à t u p r a ha ro ha f o sa bbe eCa ant otre HoR nte, qu p i is a uin zion inq solu

C ON S ORZI

68.

e

e n Il futuro sostenibile dell’Horeca o ch ribuzio d st ran

Beverage Network. Crescere, in ogni caso sempre crescere

Fidiamoci degli algoritmi

Maniva. Guardiamo al futuro con cauto ottimismo

I L DI ST RI BUTOR E I N V I S I B I LE Sogno o son desto? Storie dal metaverso

ITALGROB

Logistica, una sfida da vincere in partnership

# N EWS

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I N T E R N AT I O N A L H O R EC A M E E T I N G

U N VA L O R E D A DIFENDERE L A DI ST RIB UZI O N E H O R EC A H A U N RU OLO FONDAME NTAL E NEL SIST EMA ECO N O M I C O N A ZI O N A L E E C ONTR I BU I SC E A MI G L I ORAR E L A QUA LITÀ DE LL A V ITA D EG L I I TA L I A N I . A C H I AR I R LO È I L RAPPORTO R E ALIZZATO DAL C EN S I S I N C O L L A B O RA ZI ONE CON I TALG ROB

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ai più invisibili. I distributori Horeca sono un pilastro dello stile di vita italiano, del suo modello di convivialità apprezzato nel mondo, ma il loro ruolo è misconosciuto, in particolare dai decisori politici. Ecco, dunque, la necessità di raccontare il valore economico e sociale di un settore che crea occupazione, promuove la cultura enogastronomica nazionale, migliora la qualità della vita delle comunità, garantisce la sopravvivenza di oltre 300mila microimprese del fuori casa. Di VERONICA GENTILI, questo compito si è fatta carico G I O R N A L I S TA E C O N D U T T R I C E M E D I A S E T , Italgrob, affidando al Censis la reM O D E R AT R I C E D E L C O N V E G N O alizzazione di un rapporto presentato nell’ultima edizione dell’International Horeca Meeting, il principale appuntamento per la filiera svolto presso il Beer & Food Attraction di Rimini. Un evento finalmente fisico, come ha sottolineato Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Italian Exhibition Group, con cui Italgrob ha siglato lo scorso anno un accordo triennale. BENESSERE E SICUREZZA Cerniera insostituibile tra industria produttrice e luoghi di consumo, la distribuzione Horeca conta 3.814 imprese, oltre 60mila addetti e 17 miliardi di euro di fatturato nel pre-Covid 19, calati del 37,1% a causa della pandemia (-6,4 miliardi di euro). Numero importanti, ma non sufficienti per descrivere il valore sociale, “inteso come contributo diretto o indiretto al benessere degli italiani – ha affermato Francesco Maietta, Responsabile Area Ricerche del Censis – che per l’88,3% ritengono che una fitta rete di esercizi pubblici migliori la qualità della vita, mentre per il 68,8% rende il territorio più

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sicuro”. Tanti i temi affrontati nel rapporto, che sarà descritto in dettaglio nei prossimi numeri di Gbi, tra cui il ruolo di ‘banca di fatto’ svolto dalla distribuzione Horeca, vitale nella fase critica della pandemia: “In base ai dati Cerved – ha raccontato Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob – nel 2019 le fatture dei distributori sono state pagate mediamente in 92 giorni e al 31 dicembre erano ancora da saldare circa 4 miliardi di euro. Ma cosa avremmo potuto chiedere ai gestori che avevano l’attività chiusa? La pandemia ci ha tolto tutte le certezze, ma ci ha fatto prendere coscienza di quanto abbiamo fatto per anni a livello economico e sociale”.

CORRADO PERABONI, A M M I N I S T R AT O R E D E L E G AT O D I I TA L I A N E X H I B I T I O N G R O U P

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piattaforma dei distributori”. IL RILANCIO DEI La soluzione? Uscire da un CONS U M I I N TE RNI paradigma focalizzato su riduAltro aspetto di forte attualità zione dei costi di produzione è la competizione tra digitaed export, che ha portato al le e fisico: “Il rapporto metcalo della domanda interna: te in luce la voglia di tornare “A fine 2019 – ha evidenziato nel fuori casa degli italiani – Valerii – i consumi delle faha premesso Massimiliano miglie italiane erano ancora Valerii, Direttore Generale inferiori dell’1,4% rispetto al del Censis – ma il problema è livello raggiunto prima della a monte della scelta tra fisico crisi finanziaria del 2008”. e digitale. Mi riferisco all’inUn’esigenza di voltare pagina certezza delle famiglie, che espressa a chiare lettere da si traduce in un’impressionate Dino Di Marino, Direttore di crescita della liquidità, cioè Italgrob: “Le aziende di districontanti e depositi sui conti ANTONIO PORTACCIO, P R E S I D E N T E D I I TA L G R O B buzione food&beverage fanno correnti: 1.000 miliardi di eugirare ogni giorno il mercato ro, la sesta economia europeHoreca, un asse fondamentale a. Questo fenomeno, iniziato della nostra economia. Andiamo quindi verso il futuro, ben prima del Covid, distoglie risorse all’economia reale e a risentirne sono anche gli esercizi pubblici e la ma senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo”.

FRANCESCO MAIETTA, RESPONSABILE AREA RICERCHE DEL CENSIS

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MASSIMILIANO VALERII, D I R E T TO R E G E N E R A L E D E L C E N S I S

DINO DI MARINO, D I R E T T O R E D I I TA L G R O B


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I N T E R N AT I O N A L HORECA MEETING

DA SINISTRA MICAELA PALLINI, PRESIDENTE DI FEDERVINI ED ENRICO ZOPPAS, PRESIDENTE DI M I N E R ACQ U A

L A PA R O L A A I P R O D U T T O R I I PRESIDENTI DELLE QUATTRO PRINCIPALI ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA DEL BEVERAGE CONCORDANO SULLA NECESSITÀ DI COLLABORARE CON LA DISTRIBUZIONE, PER AFFRONTARE UNA FASE DI PROFONDA INCERTEZZA

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sigenza di un fronte comune nel rapporto con le istituzioni e consapevolezza del ruolo strategico del distributore: per i Presidenti delle quattro principali associazioni di produttori del beverage, ospiti dell’International Horeca Meeting, l’attuale fase di forte instabilità impone di puntare su ciò che unisce, piuttosto che su quello che divide. Per Alfredo Pratolongo, Presidente di AssoBirra, “L’approccio seguito da Italgrob mediante il rapporto realizzato dal Censis è corretto:

ALFREDO PRATOLONGO, PRESIDENTE DI ASSOBIRRA

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analizzare il valore economico e sociale generato dalle proprie attività è un linguaggio di sintesi che le istituzioni comprendono bene e che fa diventare importante chi parla”. A fargli eco Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe: “Non c’è solo un problema di essere ascoltati, ma di difendersi da certe scelte dei decisori pubblici. Per esempio, i sindaci che imbottigliano acqua in contenitori difficilmente riciclabili e la spacciano come iniziativa sostenibile”. Un chiaro riferimento al brick con L’acqua del Sindaco, presentato dal Comune di Milano lo scorso 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Micaela Pallini, Presidente di Federvini, ha invece sottolineato l’evoluzione del distributore che da operatore logistico, sta diventando il ‘braccio’ delle aziende medio-piccole, raccontandone i valori e i prodotti alla clientela Horeca. Infine, Enrico Zoppas, Presidente di Mineracqua, ha ricordato il lavoro svolto sul fronte della sostenibilità, a cominciare dal recupero del Pet, un’area in cui anche la distribuzione potrebbe essere coinvolta: “Si parla di sistemi di cauzione, ma sono aspetti da valutare con molta attenzione, GIANGIACOMO PIERINI, PRESIDENTE DI ASSOBIBE perché potrebbero creare costi enormi”.


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Romagna: ti verso una storia Scopri tutta la linea Horeca Vigneti Romio: Romagna DOC Trebbiano Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva Romagna Rubicone IGT Appassimento

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M E RC ATO/ I R I

M I X O L O G Y, L A R I PA R T E N Z A D E L L E B E VA N D E PA S S A D A Q U I IN U N C O N T E STO D I S OSTA NZI AL E R ECU PE RO, L E VE NDI TE DI B EV ERAGE SON O S P I N T E DA A LC U N E C ATEG OR I E . C I SONO DI SC R E TE PROSPET T IV E P ER IL 2022, M A AT T E N ZI O NE , I DATI VANNO I NTE R PR E TATI DI ELENA CONSONNI

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uali sono le prospettive per i distributori di bevande per il 2022? Secondo quanto emerge dalle rilevazioni di IRI sembrerebbe che siano favorevoli: si prevede che le vendite

per gli operatori del comparto beverage arriveranno quasi a recuperare i livelli del 2019. Al recupero di valore contribuirà, almeno in parte, l’effetto dell’inflazione, che si fa sentire in tutto il mondo, e che vede una convergenza di fattori che non si era mai vista dalla Grande Depressione


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degli anni Venti del secolo scorso. Già nel 2021 si è verificato un generale incremento dei prezzi di cessione delle bevande, sia rispetto al 2020 che al 2019, per il tentativo da parte dei distributori di recuperare marginalità, rinunciando alle promozioni. Questo incremento dei prezzi sarà ancora importante per tutto il 2022, anche per una tendenza – che si è fatta sentire nell’ultimo quinquennio – a orientare il proprio portafoglio merceologico verso categorie ad alta profittabilità e rivolto a una clientela qualificata, in locali serali o nella ristorazione di medio e alto livello. “Quello che emerge – ha spiegato Mario Carbone, Account Director IRI nel corso del suo intervento all’International Horeca Meeting di Rimini – è che ci sono categorie che stanno performando benissimo: gli spirits, gli aperitivi e gli analcolici da miscelazione (toniche e ginger). Il mondo della mixology è favorito dalle nuove tendenze di consumo, grazie alle spinte dell’industria da un lato e dei distributori dall’altro, e sta avendo enorme successo. Diverse le aziende di analcolici a essere entrate nella miscelazione aggiungendo alcolici alle loro proposte; specularmente i produttori di spirits hanno inserito in gamma toniche e ginger. Cavalcando l’onda della mixology, gin, tequile, rum e aperitivi alcolici, hanno superato i livelli del 2019, con crescite a valore superiore rispetto a quelle in volume. Questo significa che si punta su prodotti di alta qualità e alta gamma, sia nell’ambito degli alcolici, sia negli analcolici, con toniche e ginger vendute soprattutto in bottiglie in vetro nei locali di tendenza”.

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Per i distributori vale la pena cavalcare questo trend con prodotti che garantiscono anche un margine superiore ad altre categorie; infatti, proprio in questi segmenti, gli assortimenti si arricchiscono di nuove referenze. “Sembra – ha sottolineato Carbone – che in alcune tipologie di locali ci sia un cambiamento dei consumi; si è passati dalla birra ai cocktail, che hanno un valore percepito superiore presso il consumatore finale. Se l’utente spende 10 euro per un aperitivo, proposto con antipasto e stuzzichini, beve più volentieri un cocktail rispetto alla birra. Lavorare sulle birre di tendenza potrebbe essere un modo per superare questo ostacolo”. UNO S C E NAR IO IN R IP R E SA

Queste dinamiche si collocano in un ritorno, seppur parziale, ai trend di vendite pre-pandemia, fenomeno già in atto nel 2021. Secondo le rilevazioni IRI, a livello globale, le vendite dei distributori di bevande hanno recuperato il 32% a valore rispetto al 2020, ma manca ancora il -12,8% rispetto al 2019.

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dove la ripresa nelle città d’arte e nelle aree urbane si è mostrata più lenta. In autunno, il recupero della filiera è stato rallentato dalla variante Omicron, ma si può concludere che le vendite sembra siano effettivamente ripartite”. Puntare su prodotti di valore in grado di garantire un’esperienza di qualità, potrebbe essere la chiave di volta per completare il recupero e procedere con maggiore slancio verso la stagione estiva 2022.

C OSA S UC C E D E AL L'E STE RO

“Il rimbalzo c'è – ha commentato Carbone – ma non è ancora del tutto completo per diversi fattori. Soprattutto nei primi mesi dell’anno 2021, gennaio e febbraio, quando eravamo ancora in parziale lockdown. Di fatto, la filiera Horeca è ripartita a marzo, e da lì in poi è andata molto bene, complice un’estate calda dal punto di vista meteorologico. Il turismo balneare ha favorito i consumi, infatti, a livello territoriale, nel corso della scorsa estate, le vendite al Centro Sud sono andate meglio rispetto al Nord

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Può essere interessante un confronto con la situazione internazionale. Partendo dai Paesi più vicini geograficamente, in Francia il peso del fuori casa sul totale food&bev è passato dal 35% del quarto trimestre 2019 al 23% del 2020 per recuperare due punti percentuali nel 2021. In Spagna, dopo perdite per il 27% nel 2020, le vendite nel fuori casa son cresciute del 29% nel 2021, tornando ai livelli del 2019. Nel Regno Unito le vendite di bevande nel food service hanno segnato un calo del 21% rispetto al 2019. Pieno recupero negli USA, con vendite di cibo e bevande nell’out of home pari al +32,1% che hanno compensato il -18,4% del 2020.


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M E RC ATO/ T RA D E L A B

L A N U O VA N O R M A L I TÀ DEL FUORI CASA

L A VO G LIA D I C O N V I VI A L I TÀ GU IDA I L REC U PE RO D E I C ONSU MI NE LL’ HO REC A C H E , S E PPU RE NON AN C O RA C O M PL E TO, PRO M E TTE BEN E. È Q UA N TO E M E RG E DAL L E AN A LIS I DI T RA D E L A B DI ELENA CONSONNI

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o scenario economico e internazionale desta grande preoccupazione, ma le prospettive per il fuori casa sembrano essere buone, perché gli italiani mostrano di non voler rinunciare a ciò che considerano un piacere ritrovato dopo il lungo lockdown. Certo, l’elenco delle criticità è noto e lungo: “Per il 2022 – dichiara Bruna Boroni, Direttore Industry AFH TradeLab – c’è l’incertezza legata all’aumento dei prezzi, allo smart working, al turismo extra europeo, che potrà essere influenzato dal conflitto. Con riguardo ai rincari, però, voglio ricordare che durante la crisi 2007-2013 gli italiani, che avevano perso reddito e potere d’acquisto, hanno continuato a spendere fuori casa. È una sorta di premio che ci concediamo dopo tante privazioni, per questo resto ottimista. Ed ecco perché la previsione di TradeLab è che nel 2025 si torni agli 80 miliardi di


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euro di consumi”. Cioè su una soglia molto più vicina a quella toccata nel pre-pandemia. L’A L T A L E N A D E L L E VE NDI TE Le analisi di TradeLab partono dalla considerazione che le scelte di consumo degli anni passati ci possono far ipotizzare gli scenari del prossimo futuro. Di qui l’utilità di ripercorrere brevemente i trend del recente passato, che ha visto risultati altalenanti: “Siamo passati da 85 miliardi di euro di spesa nel fuori casa nel 2019 – elenca Boroni – a 65 miliardi nel 2021, recuperando solo in parte le grosse perdite del 2020. L’andamento dell’estate 2021 è stato davvero positivo. Da ottobre in poi c’è stata una leggera flessione, ma su dati vicini al pre-pandemia. Dicembre e gennaio 2021 hanno patito la variante Omicron, inattesa, ma febbraio 2022 si è posizionato su livelli simili al pre-pandemia”. Segnali che fanno ipotizzare si stia andando in direzione di una normalizzazione. Secondo le rilevazioni di TradeLab, infatti, già a partire da luglio 2021 in termini di spesa (144 euro pro capite/mese) e di frequenza di visite (18), il mercato del fuori casa è tornato ai livelli del 2019 e i prossimi mesi dovrebbero confermare il trend positivo.

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PREVISIONI PER IL 2022-2025: tornerà tu ocome prima? …

Trend mercato AFH (mio di €) 100 85,3

90

81,7

80

87,6

90,1

92,3

2023

2024

2025

+3%

+6%

+8%

65,3

70 60

53,6

50 40 2019

verso il 2019

2020

2021

-37%

-23%

2022

-4%

... a livello MACRO SÌ a livello MICRO NO Servirà una capacità di le ra più granulare e dinamica del mercato per iden care cambiamen e nicchie di opportunità

andate meglio nel 2021 sono state la colazione, il pranzo (soprattutto nel primo semestre) e la cena (nel secondo semestre). Hanno invece sofferto di più la pausa mattutina, l’aperitivo e il dopocena. L’aperitivo ha ripreso nell’estate, con livelli di penetrazione simili al 2019, mentre il dopo cena deve reinventarsi dopo la pandemia. LE BEVANDE PIÙ APPR EZZAT E Tra le categorie più consumate nei vari momenti della giornata figurano diverse bevande. L’acqua, a pranzo e a cena; i cocktail, le bollicine e la birra al momento dell’aperitivo, con un peso degli analcolici pari al 40%; le bibite a cena. “I cocktail – continua Boroni – pesano per il 2% sulla cena, mentre più in generale, il 10% dei drink sono consumati durante la sera”.

IL R I T OR N O AL L A NORM AL I TÀ Va detto però che se le preoccupazioni sui contagi si sono ridotte, sono cresciute quelle relative alla tenuta economica del settore dell’out of home. “Un tema importante è lo smart working – esemplifica L’ANDAMENTO DEL 2021: bene grazie ad un estate straordinaria e a un buon trimestre ... 10 giorni di dicembre Boroni –. Quest’anno circa il 17% delle persone occupate continueranno al lavorare da remoto, con picchi del 25% nei grandi centri urbani. In questi territori il fenomeno avrà un peso rilevante sull’andamento della ristorazione, ma a livello complessivo l’impatto 65.300 mio € sarà del 2-3%”.

o

-30% turis stranieri

Trend mercato

-46%

-58%

2021 vs 2019

-37%

-62%

-22%

8%

-8%

-64%

8.248

9.492

0%

7.886

6.205

2.442 Gen

IL NU OV O V OL TO DE I C ONSU M I TradeLab ha analizzato nel dettaglio anche le occasioni di consumo. Quelle che sono

3.178 Feb

-3%

6.871

4.557

2.517

2.382

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

O

-3%

-8%

5.646

5.923

Nov

Dic

-9%

5.279

-5%

5.616

Gen '22 Feb '22

Q1: lockdown

Q2: riapertura

Q3: estate

Q4: nuova normalità

Primi mesi 2022

-56%

-40%

0%

-5%

-7%

Da luglio in poi in termini di spesa e di frequenza di visita 144 euro pro capite al mese 18 visite mese

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Un altro aspetto analizzato da TradeLab so2021 OCCASIONI DI CONSUMO: finito il lockdown la stru ra delle occasioni di consumo è tornata simile al no i canali di vendita: il bar è quello che ha 2019; colazione, pranzo e cena nel 2021 hanno guadagnato quote sofferto di più e che sta tornando a essere % VISITE tipicamente caffetteria. La tendenza al consumo on the go non sembra essere entrata in Colazione Colazione modo stabile nelle abitudini degli italiani e sta P. ma a / Ape pranzo Pranzo Cena Pranzo perdendo il suo appeal con il blocco delle rePausa pomeriggio P. ma na Aperi o Aperi o serale strizioni. Nella ristorazione, la fascia medio Dopo cena Cena Dopo cena + N bassa è stabile, mentre la pizzeria – che nei primi mesi del 2021 con l’asporto aveva lavorato molto – ha ceduto il passo alla ristorazione di fascia medio alta nei mesi successivi, a testimonianza di un approccio più legato alla convivialità. E passiamo alle catene: negli ultimi due anni hanno visto crescere la loro quota dal 7 al 10%, perché hanno saputo sfruttare meglio il delivery. “Non c’è giorno che in una grande città non venga lanciato un nuovo format – sottolinea Boroni – ma credo si andrà verso una maggiore organizzazione del mercato. Il delivery deve essere strutturato e pensato meglio per permettere una buona marginalità”. Sul fronte dei territori, il Nord ha sofferto di più, insieme ai centri urbani di maggiori dimensioni, ma è già in atto un forte recupero. “Crediamo – conclude Boroni – che le grandi città torneranno ad avere il ruolo che avevano già nel 2019. I segnali positivi ci sono tutti”. 26%

28%

17%

14%

17%

19%

8%

8%

18% 7%

2019

18

9%

6%

19% 4%

2021

26%

32%

13%

16%

18% 9%

7%

21%

21%

10% 4%

17%

6%

2° sem. ‘21 1° sem. ‘21


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M E RC ATO/ FO R M I N D

P RO N T I P E R I L F U T U RO? L A PA N DEM I A H A C A M BI ATO LO S C EN A R I O I N C U I O PE RA L A DI ST RIB UZI O N E H O R EC A. LE O P P O RT U N I TÀ D I C R E S C I TA CI S O N O, M A PE R C O G L I E R LE È NEC ES SA RI O G UA R DA R E AVANTI , SE N ZA P ENSA R E A U N PA S SATO CH E N O N TO R N E RÀ PI Ù D I A N T O N I O FA R A L L A

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l futuro è iniziato. E la prima cosa da fare è abbandonare l’idea di poter tornare alle performance pre-pandemia. Il mercato che conoscevamo si è trasformato, adattandosi a esigenze del tutto nuove. Molti operatori hanno saputo cogliere le opportunità offerte dal cambiamento, altri si dibattono ancora tra le difficoltà, ma tutti hanno percepito una sensazione di forte discontinuità che attraversa il canale Horeca. In occasione del recente International Horeca Meeting di Rimini, Formind ha puntato il periscopio sui fattori che stanno contribuendo all’evoluzione del fuori casa, ridisegnando i nuovi modelli di business. Ma partiamo con ordine e analizziamo la chiusura del primo trimestre 2022, per arrivare poi ai drivers che influenzano il canale e allo status attuale dei singoli attori della filiera.


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I L CO NTES TO AT TUALE

Il primo quarter del 2022 si è chiuso registrando un dato progressivo di circa -20% a volume vs il 2019. Il trimestre è stato caratterizzato da molte difficoltà per il mercato, prima tra tutte l’aumento dei costi delle materie prime, che sembra non essersi ancora assestato e che colpisce a cascata tutta la filiera, sfociando in un innalzamento dei prezzi al consumo e al trade. La ripresa dei contagi invernali, con conseguente impennata della curva pandemica, ha posto un freno all’euforia del consumatore, costringendo il legislatore a mantenere un alto stato di allerta sul tasso di positività. Piacevole sorpresa sono state la riapertura delle discoteche, evento tanto atteso da più cluster di clientela finale, e la possibilità di tornare a consumare nei cinema e teatri: due momenti di consumo che sembravano essere incompatibili con il Covid, ma che con qualche restrizione possono trovare una ripresa. Formind a settembre 2021 in occasione della seconda edizione del M.O.M. (Mind Observatory Market), momento d’incontro con il mercato, aveva già previsto questi fattori nell’assumption 2022, fornendo un dato previsionale che si è discostato dal consuntivo di solo 0,33%, dando quindi un forecast molto vicino al reale risultato conseguito dal settore.

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flussi ha subito un duro colpo dopo l’inizio della pandemia. A questi drivers, che definiamo storici, nell’arco degli ultimi due anni se ne sono aggiunti di nuovi, primo tra tutti il Covid-19. Un fattore che ha stravolto completamente la visione del mercato, influenzandolo direttamente – con l’aumento dei casi positivi, costringendo a casa milioni di persone che non hanno partecipato ai consumi – e indirettamente, attraverso le continue disposizioni del legislatore, che per la salvaguardia della sanità nazionale ha dovuto optare per una ripresa lenta e controllata. Con il Covid-19 dobbiamo ormai convivere: molti scienziati e virologi confermano il cambiamento della situazione da pandemica a endemica. Un fattore importante è la ciclicità con cui il numero dei contagi registra una netta ripresa nel periodo invernale, impattando drasticamente sul mercato: si stima che circa il 15% dei consumatori sono assenti per il 30% del tempo consumo su base mese in questo particolare periodo dell’anno. Altro driver con cui dobbiamo fare i conti – e tra le principali conseguenze del Covid-19 – è lo sviluppo dello smart working, modalità già marginalmente in uso prima dell’emergenza sanitaria, ora diventata quotidianità per molti. Nel 2019 si stimavano circa 400mila smart workers in Italia, numero che ha raggiunto il suo massimo storico

D RIVE R S VECCH I E N U OVI

Nella storia del fuori casa i principali drivers a cui tutti facciamo riferimento sono il clima, l’andamento del turismo, lo stile del consumatore e l’index Horeca. Quest’ultimo, in particolare, è l’indice che misura la spesa destinata all’Horeca. Il dato negli ultimi anni è sempre stato al di sopra dell’indice del panel Istat, il che dimostra la grande propensione a frequentare e, di conseguenza, spendere nel canale. Da sempre gli italiani mettono al primo posto la socialità e il forte edonismo che ne deriva, manifestando comportamenti che hanno generato un marcato aumento delle occasioni di consumo. In tema clima si continua a registrare un rialzo medio delle temperature, mentre per quanto riguarda l’andamento del turismo, la crescita dei

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di 8 milioni nel pieno del lockdown 2020 e che nel primo trimestre 2022 si è attestato a circa 5 milioni di persone. In termini previsionali si ipotizzano 2 milioni di smart workers a regime con una media di 1,5 giorni lavoro in smart. Questo fattore rimodula fortemente gli stili del consumatore, che per esigenze lavorative partecipa molto di più alle occasioni di consumo notturne che diurne. Usiamo il termine rimodulare perché gli italiani, negli ultimi due anni, non hanno mai mostrato l’intenzione di ridurre il numero di occasioni dedicate al canale Horeca. Ultimo driver che prendiamo in considerazione è lo sviluppo del delivery, fenomeno che ha mostrato una considerevole crescita nel periodo pandemico e che, purtroppo, non marcia alla stessa velocità per il food e per il beverage. Solo una parte minoritaria delle ordinazioni di consegna a domicilio comprende il beverage, e quando ciò accade, ad essere acquistate sono principalmente due categorie: birra e bibite gasate. Abbiamo così analizzato tutti i drivers che attualmente influenzano la filiera, ma andiamo ancora più in profondità e vediamo come i singoli attori si sono adattati a questa evoluzione o quali sono le lacune e criticità sorte a causa delle nuove esigenze espresse dal mercato. RETH I N KI N G H O REC A

Iniziamo dal primo livello della filiera, ma avendo già speso molte parole per il cliente finale aggiungiamo solo qualche

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considerazione. Abbiamo anticipato il concetto di rimodulazione della domanda che ha portato un incremento dei consumi serali e non solo: anche la colazione ha registrato degli aumenti considerevoli. I due fenomeni hanno però motivazioni differenti. Per i momenti serali la crescita è dovuta alla già citata rimodulazione degli stili di consumo e a un riorientamento del budget di spesa. Viceversa, la colazione è stata l’unica occasione fruibile per l’avventore durante la serie di aperture e chiusure. Ciò ha determinato un incremento delle presenze e una maggiore fidelizzazione che, anche dopo la riapertura di tutti i momenti di consumo, è stata mantenuta. Passiamo ora al trade, l’attore della filiera che forse ha saputo cogliere maggiori opportunità da questo periodo storico, grazie anche alla sua struttura molto più dinamica rispetto ad altri, che hanno organizzazioni più


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S PECIALI S TI S Ì , M A N E L S E RVIZI O

complesse e statiche. Il trade ha puntato il focus sulla soddisfazione e sull’esperienza del cliente, che in alcuni casi significa anche maggiore sicurezza: dove è stato possibile questo attore ha aumentato gli spazi all’aperto ed è stato flessibile in termini di chiusure settimanali. Inoltre, il trade ha concentrato i propri assortimenti selezionando accuratamente le referenze a disposizione, riducendo l’offerta e focalizzandosi sulla qualità del prodotto e sulla sostenibilità. Spostandoci sull’industria, dobbiamo ripercorrere le evidenti difficoltà del biennio. La maggior concentrazione dei consumi nella stagione estiva ha generato forti criticità, causando rotture di stock rispetto alle quali nessun ciclo produttivo è riuscito a stare al passo. Fondamentale per il prossimo futuro sarà riorganizzare la logistica soprattutto nel periodo estivo, preparando insieme alla distribuzione un piano predefinito di scorte, spostando il focus su una razionalizzazione degli assortimenti. Altrimenti c’è il serio rischio di incorrere negli stessi problemi del recente passato, non essendoci industria in grado di far fronte a una simile concentrazione della domanda.

Concludiamo con il distributore, cardine del sistema, che ha contribuito allo sviluppo della filiera. Un attore che sempre più si sta avvicinando al concetto di company as a service, quindi diventando specialista di servizi e non di categoria, rimodulando le reti commerciali, ponendo maggior attenzione alla fidelizzazione dei punti vendita, ottenendo una maggior concentrazione della distribuzione. I distributori stanno rivisitando la logistica anche con l’aiuto dell’industria, per sopperire alle esigenze di un mercato frenetico, che vede picchi fuori dal comune. In conclusione, per un motivo puramente statistico continuiamo a guardare al 2019, in modo da osservare un dato oggettivamente più chiaro, ma ormai stiamo confrontando due mercati molto diversi. Oggi ci sono nuovi drivers che influenzano l’andamento generale e sono elementi con cui sicuramente nel breve periodo dovremo convivere. Per non parlare dei rincari delle materie prime, dovuti in parte al conflitto Ucraina-Russia che avrà anch’esso ripercussioni durature. Ed ecco perché bisogna abbandonare l’idea di puntare ad un ritorno alle performance pre-pandemia.

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IL PRIMO QUARTER DEL 2022 SI È CHIUSO REGISTRANDO UN DATO PROGRESSIVO DI CIRCA -20% A VOLUME VS IL 2019. IL TRIMESTRE È STATO CARATTERIZZATO DA MOLTE DIFFICOLTÀ PER IL MERCATO, PRIMA TRA TUTTE L’AUMENTO DEI COSTI DELLE MATERIE PRIME, CHE SEMBRA NON ESSERSI ANCORA ASSESTATO E CHE COLPISCE A CASCATA TUTTA LA FILIERA, SFOCIANDO IN UN INNALZAMENTO DEI PREZZI AL CONSUMO E AL TRADE.

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LO G I ST I C A / P RO G E T T I C A

L’EFFICIENZA? Q U E ST I O N E D I STA N DA R D IL LONG-COVID PER I DISTRIBUTORI HORECA È L’INCREMENTO DI COSTI CAUSATO DALLA FRAMMENTAZIONE DEGLI ORDINI E DAL LORO MINOR VALORE. GS1 E PROGETTICA SOSTENGONO DI AVERE LA SOLUZIONE: L’ADOZIONE DI SISTEMI DI CODIFICA PER SEMPLIFICARE LA GESTIONE DI TUTTI GLI ASPETTI LOGISTICI DI ELENA CONSONNI

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atti a fidare dei numeri: a volte anche quelli positivi nascondono delle insidie. Prendiamo il caso del primo trimestre del 2022, in cui il fuori casa ha mostrato valori sovrapponibili al 2019 e se il food ha perso meno nella fase iniziale dell’anno, il beverage è ripartito meglio in febbraio e marzo. Dati che farebbero ipotizzare un ritorno alla normalità per i distributori di bevande. “Ma le cose non stanno esattamente così – dichiara Alberto Scola, Partner e Ceo di Progettica, società di consulenza per l’Horeca – perché rispetto al pre-Covid sono cambiate le modalità di lavoro. Nel periodo di normalità del 2021, tra giugno e novembre,


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sono cresciuti gli assortimenti in tutte le categorie, a eccezione della birra in fusti. Al momento si registra una elevatissima numerica di ordini e di documenti di ricezione merce con una grande complessità operativa”. Il risultato? Un incremento dei costi per i grossisti, sia in magazzino – a causa dell’aumento del tempo di pick dovuto alla frammentazione degli ordini – che in fase distributiva. In pratica, si riduce il numero medio di colli per ordine e per riga e sale la frequenza delle consegne, con una diminuzione di valore dei prodotti richiesti (vedi figura 2).

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agli standard GS1 dovrebbe portare risparmi nell’area dei costi di magazzino (-3,1% beverage e -3,8% food) e amministrativi (-4,3% beverage e -4,5% food), con un impatto significativo sul margine operativo lordo di quanti lo adotteranno (+10,8% beverage e +12,3% food). In particolare, si stimano oltre 131 milioni di euro di risparmi totali all’anno, di cui il 73% collegati alla meccanizzazione con applicazioni per la gestione del magazzino (WMS, Warehouse Management System), ripartiti come illustrato nella figura 3. A questi numeri si potrebbero aggiungere diversi benefici immateriali: armonizzazione dei linguaggi, migliore qualità e descrizione dei gli assortimenti prodotti per una vendita più efficace; maggiore precisione nell’operatività, riduzione degli errori qualitativi, percezione di una superiore professionalità della filiera; maggiore velocità nella formazione e nell’inserimento dei venditori. “Alla luce degli incentivi legati al piano nazionale Transizione 4.0 – riprende Scola – la barriera di ingresso alle tecnologie di meccanizzazione si è notevolmente abbassata, rendendo l’investimento abbordabile anche per aziende di dimensioni davvero contenute, cioè con un fatturato nell’ordine di alcuni milioni di euro. Ma ciò che vale davvero per tutte le imprese è la necessità di avviare un percorso di digitalizzazione dei processi interni e delle risorse”.

L’ES E MPI O D E L L A G DO Fig . 1 Crescono Ma la soluzione c’è: adottare standard di codifica che permettano di gestire l’acquisto e il riordino, la logistica del magazzino e la pianificazione dell’uscita della merce. A sostenerlo è GS1 (vedi a pag. 26), che con il supporto di Progettica ha sviluppato un progetto per portare alla cooperazione tutti i player della filiera Horeca: produttori, distributori, ristoratori e gestori di punti di consumo, associazioni di categoria, operatori logistici. “Con l’adozione degli standard GS1 – afferma Scola – anche l’Horeca italiano, come già il retail, avrà benefici in termini di digitalizzazione e ottimizzazione dei processi e opportunità di collaborazione e crescita per tutti gli operatori del settore”. Lo studio ha coinvolto una quarantina di aziende della distribuzione clienti di Progettica, per un fatturato totale intorno ai 500 milioni di euro. Un campione molto ampio, dunque, che ha consentito di quantificare i benefici economici: il passaggio Fig. 2 Le criticità

del mercato

VERS O LA NUO V A NO R MA LI T À I tempi sono cambiati, anche nella filiera che opera al servizio del fuori casa. “Se in passato – osserva Scola – in area acquisti e riordino era necessario

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un controllo visivo del magazzino e l’uso solo di strumenti statistici, ora serve un algoritmo per prevedere le vendite. Se in magazzino bastavano sistemi visivi e cartacei o, a limite, un lettore di bar code per gestire le merci, ora è necessario uno strumento per identificare il lotto e la relativa scadenza. Se in fase di delivery era sufficiente una pianificazione soggettiva o un’aggregazione statistica delle consegne, ora serve uno strumento dedicato per gestire la maggiore complessità. In definitiva, nella ‘nuova normalità’ le decisioni verranno supportate da uno strumento software in grado di fornire risultati oggettivi e tracciabili”. C’è però una domanda che resta in sospeso: la distribuzione Horeca e l’intera filiera sono pronte e interessate ad adottare gli standard GS1? “A mio avviso – risponde Scola – è una L’O MB RA D I A M AZON

Si fa sempre più insistente la voce dell’interessamento di Amazon al mondo della distribuzione di bevande. È indubbio che il punto di forza di questo colosso sia l’efficienza e la capacità di ottimizzare i costi, offrendo un servizio puntuale e, soprattutto, veloce. Quello che gli manca, però, è la profonda conoscenza del mercato, la capacità di essere un consulente, oltre che un venditore. Questi sono i plus dei distributori, ma non è detto che siano ancora sufficienti. Se le aziende della distribuzione Horeca sapranno implementare i sistemi di efficientamento, migliorando le performance sul piano digitale e inserendo software all’avanguardia, potranno essere all’altezza del confronto con il colosso del commercio mondiale.

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questione culturale. Gran parte dell’industria beverage è sostanzialmente pronta, perché già utilizza i sistemi di codifica con la Gdo e dunque dovrebbe al massimo estendere lo stesso modello ai formati specifici per il canale Horeca. I piccoli produttori potrebbero avere qualche difficoltà in più, ma in ogni modo parliamo di referenze di nicchia, la cui gestione impatta poco in termini di volumi. Diverso è il discorso per il food, dove si riscontra una forte polverizzazione dei fornitori, ma il vero salto deve avvenire sul fronte dei distributori e credo che Italgrob, come ente istituzionale, ed i Consorzi come soggetto operativo possano recitare un ruolo di primo piano. Alcuni lo stanno già facendo, nella consapevolezza che accanto alla fondamentale attività commerciale, è possibile apportare benefici agli associati supportandoli nel migliorare le loro competenze in ambiti come la logistica e i flussi gestionali, che impattano più del 50% sul conto economico”. C H I È GS 1

GS1 è un’organizzazione non profit che ha creato standard di identificazioni della merce, tra cui il più noto è il codice a barre, usato da oltre un milione di imprese nel mondo. Attiva a livello internazionale, opera in Italia tramite GS1 Italy, una comunità di cui fanno parte 35mila imprese della filiera del largo consumo. GS1 Italy ha il ruolo di creare collaborazione e dialogo per rendere la filiera sempre più efficiente ed efficace. In GS1 Italy i manager e le imprese dell’industria e della distribuzione lavorano insieme e si confrontano con i rappresentanti delle istituzioni e degli altri settori per individuare soluzioni di sistema condivise, che portino valore alla filiera e beneficio al consumatore finale e al sistema. Chiaramente, in questi gruppi di lavoro non si affrontano tematiche commerciali. L’idea di base è che fare business è più facile quando si parla la stessa lingua di clienti, fornitori e partner. Gli standard GS1 sono appunto un linguaggio comune per identificare, catturare e condividere le informazioni lungo la supply chain, assicurando che quelle importanti siano accessibili, corrette e facilmente comprensibili.


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S C E N A R I / B E VA N D E C A R B O N A T E

TEMPO DI RIPRESA? IL 202 1 H A S EG N ATO PER I G ROSSI STI UN PR I MO, SI G NI FI CAT IVO, REC U P ERO D E I L I V E L L I PRE PANDE MI C I . MA SUL 2 02 2 I NCOMBONO I N C O G N I T E PO C O RA S S I C URANTI . CH E POTR E BBE RO PORTARE AD AU M E N T I D I L I STI NO ANCH E MOLTO DEC I SI

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D I M A N U E L A FA LC H E RO

l Covid, e le restrizioni che ne sono seguite sul fronte dei consumi fuori casa, iniziano ad allentare la presa. Lo testimonia la fotografia, sostanzialmente virata sui toni tenui del rosa, di un comparto nevralgico per l’away from home: le bevande carbonate. In base ai dati Iri, il settore pesa per l’11,1% sul totale portafoglio beverage venduto dai grossisti e nel 2021 ha mosso oltre 343 milioni di euro. A volume i soft drink hanno allungato del +29,9% rispetto al 2020, con un recupero almeno parziale di quanto perso nel biennio di pandemia. Parziale, perché il confronto con il 2019 fa ancora segnare un gap del -15,6%. E altrettanto accade con riguardo al valore: anche questo indicatore, infatti, fa segnare nel 2021 una decisa fiammata sull’anno precedente (+34,4%), che pur si confronta ancora con un disavanzo del -13,5% rispetto al 2019. “Alla prova del conto economico – spiega Mario Carbone, Account Director di Iri – nel 2021 il mercato ha insomma mostrato i primi segni di risalita”. Una buona notizia che però nasconde qualche criticità. “Se si guarda al prezzo medio di cessione dei prodotti da parte del distributore ai punti di consumo – dice Carbone –, si nota una rimonta del 2021 nei confronti sia del 2020 (+3,4%) sia del 2019 (+2,5%). E questo fa pensare a un fenomeno inflattivo che, va detto, non è imputabile a un aumento dei listini quanto piuttosto a una

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minore attività promozionale, indotta da una contingenza difficile. I distributori hanno, infatti, dovuto fare fronte a un calo dei volumi che si è accompagnato a un carico sostanzialmente invariato dei costi fissi”. LA TENUTA DI COLE E ARANCIATE

Alla radice della ripresa ci sono in prima battuta le performance del poderoso esercito delle cole, che per i grossisti rappresentano il 64,6% a volume del mercato delle bibite, per un valore superiore ai 205 milioni di euro. Il segmento si attesta poco sotto la media del comparto: a volume cresce del 27,2% rispetto al 2020, ma chiude in calo del 17,5% nel confronto con il 2019. E la stessa dinamica si riscontra a valore, dove nel 2021 il segmento compie un balzo del +31% al confronto con il 2020, ma segna ancora una netta distanza (-17,1%) rispetto al 2019. Un incoraggiante segno più campeggia davanti ai numeri registrati da quella che, con il 12,4%, è la seconda voce a volume del settore: le aranciate, protagoniste di un’ottima annata con un +34,9% a volume e un +37% a valore, per un fatturato totale di quasi 35,7 milioni di euro. “Cole e aranciate – commenta Carbone – hanno saputo reagire alla crisi pandemica dimostrando una sostanziale tenuta, costruita principalmente sulla performance delle varianti ‘zero’. Su queste ha puntato l’industria per


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rispondere alla crescente attenzione del consumatore verso un’alimentazione sana”. LIMONATE, TONICHE E GINGER: CHI CORRE DI PIÙ

I risultati migliori sono stati raggiunti da tre categorie ‘minori’ in termini di incidenza. La prima è quella delle limonate: lo scorso anno sono aumentate del +49,5% a volume, un dato che limita al -11,7% il gap accusato sul 2019. E lo stesso schema seguono anche i riscontri a valore, che nell’anno hanno evidenziato un allungo del +49,1% rispetto al 2020, non ancora capace però di compensare la perdita sul 2019 (-13,2%). Particolare vitalità è stata mostrata dalle acque toniche, che archiviano il 2021 con +47% a volume e +44,5% a valore, incassando quindi una performance che aiuta il recupero sui valori pre-pandemici: al confronto con il 2019 la categoria fa segnare infatti un -4,6%% in quantità e un ottimo +1,2% sul fronte del conto economico. Infine, va ricordata la dinamicità dei ginger, che nel 2021 corrono tanto a volume (+41,2% sul 2020; -9,2% sul 2019) quanto, ancora più, alla prova delle fatture (+50,8%; +0,5%). Certo, si tratta di tre casi che presi singolarmente incidono poco sul totale bibite gassate, ma insieme pesano oltre il 13% a volume. “Su queste categorie – osserva Carbone – l’industria ha lavorato parecchio, creando un’offerta di tendenza, che spesso utilizza packaging in vetro, molto adatti all’Horeca. Ha insomma dato vita a prodotti di design che si prestano a essere utilizzati sia per la mixology sia per un consumo singolo”. PREVISIONI INCERTE

Il settore mostra insomma fondamentali solidi e, dopo la battuta d’arresto del Covid, ha ripreso a marciare. “Le

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incognite in campo sono però molte – avverte Carbone –. Si deve sempre considerare la variabile della pandemia, che pure sembra promettere per il 2022 risvolti meno amari rispetto al biennio precedente. C’è poi la questione meteorologica: le alte temperature dell’estate 2021 hanno aiutato i consumi e non è detto che lo stesso traino si riproponga quest’anno. Infine, va valutata la concreta possibilità di dovere fare i conti con aumenti di listino anche molto forti, che se trasferiti al consumatore, potrebbero rallentare se non pregiudicare la ripartenza”. Aumenti che l’industria potrebbe essere portata a praticare, considerato il quadro economico globale. “Il 2022 – spiega Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe – avrebbe dovuto essere l’anno della ripresa, ma alla luce della congiuntura attuale, alla quale si aggiungono i rincari di materie prime ed energia, con le conseguenti difficoltà legate ai trasporti su gomma, e i riflessi del conflitto russo-ucraino, si prospettano mesi molto complicati. I ritocchi sui listini appartengono alle strategie delle singole aziende, ma il comparto si trova a fronteggiare rincari che vanno al di là di ogni ragionevole pressione. Ed è molto probabile che le imprese non possano sostenere da sole questa onda d’urto facendosi carico interamente dell’esplosione dei costi. Serviranno sforzi straordinari del Governo per sostenere politiche adeguate a un momento molto difficile per tutti. Il settore e la sua filiera non possono pensare di sostenere l’aumento della pressione fiscale del 28% su un litro di soft drink legato alla sugar tax, la cui entrata in vigore è prevista il 1° gennaio 2023. Fare sistema con i diversi soggetti a monte e a valle rappresenta una leva importante per individuare gli interventi necessari e presentarli insieme ai decisori pubblici”.

Bevande gassate, le vendite dei grossisti Totale bevande gassate Cole Toniche Aranciate Limonate Gassose Ginger Altre bevande gassate Chinotti Pompelmi

Vendite in valore € 343.915.137 205.180.972 38.091.408 35.692.873 19.599.683 14.075.948 13.328.552 11.079.291 6.070.079 796.332

Vendite in volume I 264.982.944 170.978.761 16.724.280 32.757.681 12.577.931 11.739.541 5.225.479 10.961.744 3.477.135 540.393

Incidenza % a volume 100 64,6 6,3 12,4 4,8 4,4 2,0 4,1 1,3 0,2

Fonte: IRI – Grossisti Bevande – anno 2021

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B E VA N D E C A R B O N A T E / A Z I E N D E

U N ’ O F F E RTA IN EVOLUZIONE

NATURALI, CON ZERO ZUCCHERI, TESTIMONI DELL’ITALIANITÀ E PERFETTE PER I SOFT DRINK. SONO QUESTE LE PECULIARITÀ CHE LE BIBITE CARBONATE EVIDENZIANO NEL PRIMO TRIMESTRE 2022. MA LA COLLABORAZIONE TRA PRODUTTORI E DISTRIBUTORI È L’ELEMENTO CHIAVE PER FAR APPREZZARE QUESTA RICCHEZZA ASSORTIMENTALE DI MADDALENA BALDINI

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BE VA N D E F U T UR I STE È I L M O M E N TO DE I SOF T DR I NK “Le toniche, assieme ad altri soft drink, stanno vivendo un momento favorevole – dichiara Elena Ceschelli, Direttore Marketing e Comunicazione di Bevande Futuriste –. Un successo supportato dalla mixology, sempre più riconosciuta come esperienza da provare nei locali, ma anche tra le pareti di casa”. Cortese è una nuova linea di sodate premium per il bartender professionista, che comprende referenze come bio indian tonic, tonica mediterranea e ginger beer. “La nostra attività è in costante evoluzione – precisa Ceschelli – e questo percorso di crescita avviene in parallelo

con distributori e grossisti, un anello insostituibile del mercato. I consumatori vogliono esperienze uniche e prodotti naturali. Stiamo quindi puntando sulla mixology con bevande bio e sul food paring, non solo nella versione salata, ma anche dolce, come dimostra il lavoro che stiamo facendo assieme alla Bindi Dessert”. www.bevandefuturiste.it

G RU PPO LU N E L L I I L VA LO R E D E L PR E SI DI O “Fra le tendenze che abbiamo visto delinearsi negli ultimi anni, l’arte di miscelare alcolici e analcolici – afferma Massimiliano Capogrosso, Direttore Commerciale Italia del Gruppo Lunelli – è diventata di grande attualità. Per questo ci stiamo concentrando su progetti legati alla mixology. Subito dopo l’acquisizione della cedrata Tassoni abbiamo riscontrato interesse da parte dei distributori di tutto il territorio nazionale, portando così la Tassoni a essere presente in modo capillare e godere della stessa notorietà di altri prodotti del gruppo. Il successo per

la distribuzione di una referenza è dato dalla presenza continuativa nei punti di consumo, che accompagnati da una comunicazione rivolta a far conoscere le proprietà organolettiche del prodotto, potranno creare una domanda spontanea dell’acquirente finale”. www.gruppolunelli.it www.cedraltassoni.it

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G RU PPO C AFFO TO N I CH E , N O N SO LO COCKTAI L Le acque toniche Bisleri, marchio acquisito dal Gruppo Caffo, sono a base di infuso delle migliori qualità di corteccia di china, la medesima adoperata dal 1881 per Ferro China Bisleri. “A Beer&Food Attraction abbiamo partecipato con uno stand

dedicato a Bisleri – dice Noè Alquati, Direttore Vendite Italia del Gruppo Caffo –, un modo per sottolineare il valore del brand che comprende anche bibite naturali e Robur, una bevanda innovativa in quanto integratore di ferro. Negli ultimi tempi assistiamo a un ampliamento del mercato delle toniche per la mixology, ​anche se le toniche ‘naturali’ sono consumate altrettanto come bevande ‘tradizionali’. I nostri prodotti – conclude Alquati – si trovano nel canale Horeca grazie anche a distributori con i quali collaboriamo, facendo operazioni di sell out per incentivare vendita e conoscenza delle varie referenze”. www.caffo.com www.bisleri1881.it

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FO N T E P LOS E L A Q UA LI TÀ F I D E L I ZZA A Beer&Food Attraction Fonte Plose ha presentato Alpex Spritz, ultimo nato della linea Alpex. “Abbiamo dato spazio anche alle bibite frizzanti BioPlose – fa sapere Giulia Camilla Wagner, Responsabile Comunicazione e Marketing di Fonte Plose – lanciate da poco, 100% biologiche, ma che conservano effervescenza e gusto dei soft drink. Il mercato premia le aziende italiane che puntano su qualità e sostenibilità. Noi vediamo una qualificazione maggiore verso i mocktail e gli aperitivi low alcool e

una ricerca di bibite poco zuccherate o senza aggiunta di zuccheri”. Fonte Plose lavora con una rete di distributori capillare in tutta Italia. “L’aver completato la gamma con le bibite gassate – riprende Wagner – è stato utilissimo per offrire un catalogo ancor più ricco ai distributori. Il sell out di Plose è fatto dai prodotti stessi che fidelizzano, in quanto capaci di raccontare la loro storia e garantire qualità, ovviamente supportati

COCA-COLA HBC ITALIA BE VA N D E ZE RO E S OST E N I BI L I TÀ L’ultima novità è lei: Coca-Cola Zero Zuccheri Zero Caffeina. “Una referenza nata per offrire un’altra variante nella nostra gamma zero – racconta Silvia Molinaro, Channel Director Out of Home Coca-Cola HBC Italia – e un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno nella riduzione degli zuccheri, in linea con l’impegno assunto da Assobibe con il Ministero della Salute. Inoltre, da un anno abbiamo lanciato le bottiglie in 100% rPET per Coca-Cola, Fanta, Sprite e FuzeTea. Infine, con la nuova linea Lurisia dedicata alla mixology, esaltiamo le eccellenze italiane: dal peperoncino calabrese all’ireos toscano”. Anche un marchio globale come Coca-Cola si appoggia ai distributori: “Giocano un ruolo importantissimo – dice Molinaro –, tanto da decidere di affidare loro anche il nostro strumento di vendita più importante: le frigovetrine”. www.coca-colahellenic.it www.coca-colahellenic.it

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dal team commerciale e da strumenti di visibilità e promozione”. www.acquaplose.com

LA GALVANINA I NG R E DIEN T I TOP PE R L A MIXOLOGY “Il focus per il 2022 – esordisce Roberto Roccatti, Ceo di La Galvanina – è sviluppare la linea biologica per la mixology. La nostra gamma di mixer premium può essere miscelata con tutti gli alcolici e non solo, proponendo cinque toniche: mandarino verde, cola ginger, ginger beer, bitter lemon e pompelmo rosa. Emergono categorie di nicchia, quali le sode per i cocktail o le funzionali con aggiunta di fibre, minerali e vitamine, così come le acque minerali quasi a uso cosmetico. Vogliamo generare un sell out sostenibile, che abbia visibilità nel punto vendita, a cui affianchiamo un ottimo rapporto con i distributori”. www.galvanina.com


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P EP S IC O IL B ELLO DE L S U GA R F R E E

“Il 2022 per noi è un anno di consolidamento– sintetizza Paolo Rizzo, Italy Sales Manager di PepsiCo –. Puntiamo su cavalli di battaglia come Pepsi Max, una bevanda dal massimo gusto e zero zucchero che al Beer&Food Attraction si è presenta nel sodalizio con la pizza. Completano la gamma Pepsi Max zero caffeina e Pepsi Max lime. La tendenza per le bevande carbonate, soprattutto nelle cole, si indirizza verso il senza zucchero”. PepsiCo continua a rafforzare la rete

di sell out: “Crediamo che la forza vendita, affiancata ai distributori, sia l’unica strada per tenere alto il focus sulla categoria – ribadisce Rizzo – e favorire la crescita. Il rapporto con i distributori per noi è privilegiato ed un modo efficace ed efficiente per raggiungere le migliaia di punti di consumo sul territorio. Riteniamo che i distributori possano garantire un servizio di qualità e li sosteniamo per affrontare insieme un momento difficile”. www.pepsico.co.it

SANPE L L EG R I NO LA MISCELAZIONE È ANCHE ANALCOLICA “Con l’obiettivo di rivitalizzare il segmento delle agrumarie – racconta Antonio Rigano, Senior Brand Manager di Sanpellegrino – al termine del 2021 abbiamo lanciato le Naturali Sanpellegrino: aranciata, aranciata amara e limonata con 100% ingredienti naturali. Nel 2022 valorizzeremo tutta la gamma dei nostri prodotti, esaltando il mondo della mixology sia alcolica sia analcolica. Abbiamo creato insieme al mixology expert di Bibite Sanpellegrino, Mattia Pastori, una drink list analcolica. Nel 2021 categorie come limonate e toniche sono cresciute, altre hanno sofferto: è il caso delle aranciate che, fortunatamente, nel primo trimestre del

2022 si sono riprese. Il rapporto con i distributori è collaborativo e riguardo al sell out, il marketing mix è fondamentale e la comunicazione porta un grande contributo alle vendite. Le promozioni avvicinano i consumatori, come la presenza a fiere e congressi di settore”. www.bibite.sanpellegrino.it

ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO I G U ST I R I C E RCATI DE L BE R E I TAL I ANO “Nelle bibite gassate siamo presenti con la linea di marca più completa del mercato nella versione tradizionale e zero – sostiene Vincenzo Tundo, Direttore Commerciale e Marketing Italia di Acqua Minerale San Benedetto –. Oltre alle referenze classiche, si affiancano i gusti del bere italiano come chinotto, gassosa, cedrata e spuma. Per quanto

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riguarda Schweppes, la novità 2022 è il lancio di Schweppes Selection dal sapore delicato e dalla bolla consistente, con aromi tipici degli spirits di qualità, disponibile in diverse referenze e gusti. San Benedetto guarda anche al look delle bottiglie, sempre glamour ed elegante, perfetto per un target giovane. Con i distributori abbiamo un rapporto privilegiato che ci

permette di sviluppare diversi prodotti per il fuoricasa”. ww.sanbenedetto.it


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LEMONSODA COM U N IC A ZI O N E MIRATA S U I FO R M AT I

“Per il 2022 Lemonsoda ha l’obiettivo di consolidare la crescita dei formati lattina e vetro (33 e 20 cl) attraverso una solida campagna di comunicazione – dichiara Donatella Milani, Trade Marketing Manager On Trade Channel –. Il mondo dei soft drink preferisce prodotti italiani con una selezione di ingredienti di alta qualità, proprio come nel nostro caso con agrumi 100% siciliani. Tutto ciò si lega al concetto di zero zuccheri ma gusto assoluto”. Un brand consolidato che si affianca ai distributori, indispensabili per raggiungere i consumatori, oltre a essere dei partner per costruire piani di sviluppo sostenibili, compresa la costante valorizzazione del marchio. “Il sell out dei nostri prodotti lo si fa nei punti di consumo – conclude Milani –. Lemonsoda da sempre ha una rete di promoter con competenze nazionali. Abbiamo rafforzato la nostra presenza anche in cinque città così da fare la differenza”. www.lemonsoda.it

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B E VA N D E C A R B O N A T E / T R E N D

TE N D E N ZE F R I ZZA N T I

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DI ANNA MUZIO

ndulgenza, benessere, sostenibilità: tre driver ereditati dal biennio pandemico che improntano l’innovazione anche nelle bevande carbonate. Ecco qualche esempio. Premium: l’indulgenza incrocia la salute. Le bevande di fascia alta incorporano succhi naturali e zucchero integrale. E ingredienti dop e certificati, anche dal punto di vista ambientale. Dal benessere fisico a quello mentale: le bevande supportano la riduzione dello stress. Se nel 2021 gli occhi erano puntati sul sistema immunitario, ora cresce l’attenzione sulla salute mentale, compromessa da due anni di pandemia. Negli Usa, PepsiCo ha lanciato Soulboost, bevanda con l-teanina, un aminoacido del tè con proprietà rilassanti, antistress e ansiolitiche. È tutto un fermento: salute, indulgenza, desiderio di novità tirano la volata alle bevande fermentate, come

il kombucha (ottenuta dalla fermentazione del tè zuccherato) e il kefir d’acqua (bevanda probiotica a base di acqua naturale, grani di kefir e dolcificante naturale). Diego Vitagliano nelle sue pizzerie di Napoli e Pozzuoli le propone in abbinamento con la pizza, al posto della birra. E negli Usa Coca-Cola ha investito 20 milioni di dollari nell’azienda Health-Ade Kombucha. L’ascesa del caffè freddo: da Stati Uniti e Australia è arrivata l’estrazione a freddo o cold brew e il nitro coffee, il “caffè alla spina” con aggiunta di azoto, una bevanda fredda e frizzante con una schiuma che assomiglia alla Guinness (la quale non a caso ha lanciato la birra Nitro Cold Brew Coffee). Ora è il momento delle proposte in lattina, come Coca-Cola Plus Coffee.


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LA BEVANDA CHE DÀ FORZA! INTEGRATORE ALIMENTARE CON FERRO Robur analcolico, riconosciuto a tutti gli effetti come integratore alimentare dal Ministero della Salute, è un infuso a base di china, citrato di ferro ed erbe rare dalle proprietà corroboranti digestive e aperitive. Perfetto per ritrovare forza, energia e vigore, soprattutto nel caso di carenza del ferro. Ideale per i vegani.

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BIBITE BISLERI Le bibite Bisleri sono tutte a base di infuso di China Bisleri. Prodotti 100% Naturali e senza coloranti artificiali. La lavorazione dei frutti viene fatta subito dopo la raccolta per mantenere intatte le proprietà organolettiche.

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SCENARI/WHITE SPIRITS

IL RE DELLA M I XO LO GY IN U N O S C E N A R I O C H E V E D E I W HI T E S P I R I T S A S S O LU T I P ROTAG O N I ST I , C O N C O N SUMI IN A LC U N I C A S I PE RS I N O SUP ERI O RI A I L I VE L L I PR E - COVI D, IMP ERV ERSA L A M O DA D E L G I N CH E FA L A PA RT E D E L L EO N E CON U N A C R E S C I TA D E L’8 6% A VOLU M E E D E L 9 8, 3 % A VA LOR E DI VITTORIO FERLA

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’onda lunga del gin non si ferma. È lui – e non da oggi – il distillato protagonista assoluto nel fuori casa, anche se va detto che quasi tutto il mondo degli spirits vive una stagione favorevole. “Si tratta di un mercato in fortissima crescita – afferma Mario Carbone, Account Director di Iri –. Rispetto al pre-Covid, nel 2021 si è registrato +8,1% a valore, contro un -2,5% a volume. Le vendite si spostano sempre più verso i white spirits, vodka esclusa, con +43,7% in termini di giro d’affari 2021 rispetto al 2019”. A quantificare l’importanza degli spirits è Lucio Roncoroni, Direttore Generale di Cda. Nel caso del consorzio – che dichiara di detenere il 25% del fatturato totale del beverage nazionale e il 24,3% del mercato superalcolici compresi aperitivi e vermouth – l’incidenza a valore del fatturato Horeca è per il 49% legato al mercato diurno, per il 32% alla


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ristorazione e per il 19% al mondo della notte. “In questo ambito merceologico – precisa – riscontriamo un aumento più del fatturato (+40%) che dei volumi (+15%). In pratica, si vendono bottiglie di maggior valore”. I PRI N CI PALI PRO D OT TI

Focalizzando l’attenzione sui white spirits, la parte del leone la fa ovviamente il gin, che per la distribuzione Horeca rappresenta un sell out intorno agli 80 milioni di euro. “Le vendite – chiarisce Carbone – sono raddoppiate nel 2021 rispetto all’anno precedente: la crescita è stata dell’86% in quantità e del 98,3% in fatturato”. Sul secondo gradino del podio si colloca il rhum: a fronte di una sostanziale stabilità dei volumi nel canale grossisti (-0,8%) sul 2019, il distillato realizzato con zucchero di canna è salito del 10,8% a valore. Più nel dettaglio, gli addetti ai lavori segnalano buone performance per i rhum invecchiati e una flessione per i bianchi. Positivo il risultato della tequila (+42,4% in quantità e +58,1% sotto il profilo del giro d’affari) che conta meno nelle scelte dei consumatori, ma qualifica parecchio la propria offerta. Pesa pochissimo la cachaça (peraltro in calo: -12% a volume e -5,4% a valore rispetto al 2019) ed è ancora in difficoltà la vodka, progressivamente rimpiazzata dal gin nei cocktail (-16% a volume e -5,5% a valore). Bassa anche l’incidenza sul totale della tequila (2,5-3%), penalizzata dalla carenza di agave, la sua materia prima. “Quanto alla grappa – riprende l’Account Director di Iri – paga l’essere polverizzata tra tanti piccoli produttori in assenza di

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una grande industria. Il consorzio da poco creato potrebbe realizzare un disciplinare nella speranza di svilupparne i consumi. In generale, la categoria white spirits ha comunque superato i risultati del pre-Covid e il mercato dipende molto dai trend creati dai grandi produttori di bevande alcoliche”. Ad aumentare è la richiesta di referenze con un posizionamento più alto: “Prima una bottiglia di gin costava mediamente 11 euro in termini di prezzo di vendita al locale – dice Roncoroni –, ora questa cifra è raddoppiata, se non triplicata. Il consumatore ha voglia di gratificarsi. Durante le chiusure provocate dalla pandemia la gente ha risparmiato e ora ha più da spendere. Resta da capire se la tendenza sarà confermata in futuro”. PI Ù RE FE RE NZE A M AGA ZZI N O

“Il consumatore italiano nel locale serale spende cifre elevate – concorda Carbone –. Un cocktail costa 10, 12 o 15 euro, quindi chi lo sceglie vuole un prodotto di qualità. Di riflesso, c’è più marginalità per tutta la filiera. Le marche sanno bene che è la mixology a guidare il mercato e cavalcano il trend, affiancando anche gli analcolici da miscelazione come tonica e ginger. Questo comporta che sul piano dell’assortimento ci sia un incremento degli spirits nei magazzini, a fronte di una razionalizzazione delle birre che hanno perso quote”. Secondo i dati Iri, le referenze medie settimanali in magazzino nel settore ‘spirits+aperitivi’ lo scorso anno sono ammontate a 264, con un +45 rispetto al 2020. Ancora una volta è da

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di concretezza. È necessario alzare l’asticella, capire che si deve dare un servizio. Nella presentazione di un gin c’è un mondo da raccontare, ecco perché ci vuole più formazione e professionalità. Occorre poi una figura di business analyst in grado di leggere i dati e cogliere le tendenze del mercato”. La distribuzione Horeca è insomma alle prese con il cambiamento: “Gli operatori hanno capito che gli alcolici offrono più opportunità degli analcolici – sottolinea I L RU O LO D E I D I S TRI B UTO RI Carbone – e stanno qualificando la loro clientela, perché Dal punto di vista dei distributori, Roncoroni racconta che “Il il bar serale e il mondo gruppo Cda tratta 27mila della notte promettono referenze gestite a maI best seller nei white spirits più valore. Inoltre, in vari gazzino dai soci e il 70% Quota % Var. % Var. % Var. % Var. % a valore su a valore a valore a volume a volume hanno aperto scuole di del fatturato è realizzato categoria vs 2020 vs 2019 vs 2020 vs 2019 formazione per bartender da 150 di quelle referenze, Gin 41,1 +98,3% +64,4% +86,0% +36,3% che favoriscono le vendite mentre il mondo degli spiRhum 18,8 +56,2% +10,8% +51,8% -0,8% Tequila 4,5 +110,0% +58,1% +97,9% +42,4% e fidelizzano i clienti”. rits vale il 16,9%. Abbiamo Cachaça 0,5 +49,2% -5,4% +43,9% -12,0% Da ultimo, così come in rapporti con 590 produtFonte: Iri – Grossisti Bevande – anno 2021 qualsiasi settore, emertori di superalcolici e 128 gono i timori di rallendi aperitivi e vermouth, tamento a causa delle per un totale di 8.600 reSpirits, le vendite dei grossisti vicende belliche e della ferenze. Quanto ai white Quota % Var. % Var. % Var. % Var. % fiammata inflazionistica, spirits, incidono il 15% sul a valore su a valore a valore a volume a volume categoria vs 2020 vs 2019 vs 2020 vs 2019 che vanno a comprimere il fatturato di un distribuSpirits 100,0 +56,6% +8,1% +49,3% -2,5% potere d’acquisto del contore medio nella famiglia White spirits 37,7 +84,5% +43,7% +74,7% +22,6% sumatore. Creando effetti dei superalcolici”. Viene Digestivi alcolici 17,6 +34,5% -9,0% +33,1% -10,9% persino merceologici: “La fatta un’adeguata selezioLiquori 17,3 +43,9% -5,2% +40,2% -10,1% Vodka 10,5 +63,5% -5,5% +50,6% -16,5% guerra in Ucraina accelene da parte dei grossisti? Whisky 7,1 +44,4% -2,0% +41,0% -8,0% rerà il declino della vodka “Ni – risponde il Direttore Grappa 6,3 +38,3% -9,4% +35,6% -12,3% – profetizza Carbone – in–, ma andrebbe condotta Brandy e cognac 3,0 +46,0% +3,7% +40,7% -4,5% nescando una resistenza in una logica di efficacia Altro spirits 0,3 +47,1% -2,0% +33,3% -14,7% psicologica e culturale nei ed efficienza. Prima del Rtd e rts 0,2 +51,9% +10,7% +39,0% +36,2% confronti del prodotto”. Fonte: Iri – Grossisti Bevande – anno 2021 Covid la realtà era tranquilla e pianificabile. Ora invece bisogna lavorare molto di più sul digitale e sulla comunicazione. Il problema del distributore è capire se ha a disposizione persone capaI L G I N È I L DI STI L L ATO ci di proporre il prodotto. Spesso il mondo dell’Horeca è PROTAG ONI STA ASSOLUTO più preparato rispetto a chi vende. Il pubblico esercizio NE L FUOR I CASA, A NCHE ha bisogno certamente di prodotti e di consegne puntuali, SE VA DE TTO CH E QUA SI ma anche di conoscere le novità e di comprendere come si usano. Insomma, il distributore deve essere un consulente. TU TTO I L MONDO DEGLI Chi gestisce un bar, infatti, è un imprenditore e ha bisogno SPI R I TS VI VE U NA STAGIONE rimarcare la crescita esponenziale del gin con 38 referenze medie settimanali (+9 rispetto al 2020). “Un fenomeno che, tuttavia, dovrebbe prima o poi fermarsi – avverte Carbone – forse a vantaggio del whisky. Le mode vivono dei cicli e vengono soppiantate da altre, ma molto dipenderà dalle scelte promozionali delle aziende produttrici”.

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FAVOR E VOL E

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WHITE SPIRITS/BRAND

L ’ O F F E RTA D E I B I G IL COMPARTO DEI WHITE SPIRITS È IN FERMENTO, PER EFFETTO DELLA PROGRESSIVA SEGMENTAZIONE DELL’OFFERTA E DELLE TANTE ATTIVITÀ DI MARKETING REALIZZATE DALLE AZIENDE. CHE MIRANO IN PRIMO LUOGO A COINVOLGERE I DISTRIBUTORI NELLE LORO INIZIATIVE D I N I C O L E C AVA Z Z U T I

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o abbiamo già chiarito, ma lo ribadiamo: a trainare il mercato dei white spirits è il gin, con la tequila in crescita e la vodka che prova a difendere il suo spazio. Il mercato è affollato e i big della distribuzione lo presidiano con un portfolio segmentato ed eterogeneo, pensato per venire incontro a tutti i gusti e a tutte le tasche. A scanso di equivoci, quando parliamo di big ci riferiamo a Bacardi Martini, Campari, Diageo, Pernod Ricard, Stock. Le aziende che, di fatto, fanno il mercato. Lo scenario? Se le referenze di linea muovono il fatturato (per intenderci, Gordon’s distribuito da Diageo è il gin più venduto al mondo), l’attenzione è rivolta ai premium e ai super premium. Così, per esempio, Campari nel 2017 ha acquistato Bulldog London Dry Gin, brand lanciato negli Usa nel 2007 che secondo la International Wine & Spirits Competition (IWSC) è il quarto premium gin nel mondo. Da segnalare: parola chiave condivisa è sostenibilità, che si traduce, per dirne una, “nella scelta di imballaggi riciclabili piuttosto che nel sostegno di iniziative a scopo benefico, come Skip Ordinary Beauty, un progetto di riqualificazione della periferia di Milano firmato Keglevich”, ricorda Marco Alberizzi, Amministratore Delegato di Stock Spirits Italia. Ancora: diffuse sono le

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attività di sell out con offerte abbinate a gadget, eventi, promozioni. Non è finita: si moltiplica la produzione di cocktail ready to drink, così come quella di distillati alcool free. Tra gli altri, Diageo ha lanciato Tanqueray 0.0%, versione analcolica del gin Tanqueray London Dry.

CHI VENDE COSA

Bacardi Martini: gin Bombay Sapphire; vodka Grey Goose; tequila Patrón Diageo: gin Gordon’s, Tanqueray, Villa Ascenti (prodotto italiano super premium); vodka Ketel One, Smirnoff; tequila Casamigos (brand super premium ideato da George Clooney) Campari: gin Bulldog, O’ndina; vodka SKYY; tequila Espolòn, Cabo Wabo Pernod Ricard: gin Beefeater, Monkey 47, Malfy, Plymouth, Ki No Bi; vodka Absolut, Wyborowa; tequila Sauza Stock: gin Larios Dry Gin, Nordés, Roku; vodka Amundsen, Keglevich; Tequila Mijenta (distillato premium orientato ai valori dell’artigianalità e della sostenibilità importato da pochi mesi)


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ILLVA SARONNO S.p.A. Via Archimede, 243 – 21047 Saronno (VA) Tel. +39 02 967651 – e-mail: contatti@illva.com

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WHITE SPIRITS/BRAND

G L I A LTR I P ROTAGO NISTI DEL MERC ATO DI MADDALENA BALDINI

GRUPPO MONTENEGRO L AN CIA E DGAR SO PPE R G I N “Il brand di punta di Gruppo Montenegro nella categoria White Spirits è Edgar Sopper London Dry Gin – dichiara Gianluca Monaco, Marketing Director & New Business di Gruppo Montenegro –. Lanciato a Giugno 2021, è frutto dell’expertise di una delle più antiche distillerie di gin della Gran Bretagna. Prodotto seguendo il metodo “London Dry”, si caratterizza per la presenza di cinque botanical e una gradazione di 40% vol. Il pack è premium e originale, con protagonista in etichetta il corvo imperiale “Edgar Sopper”. “La categoria dei Gin sta registrando importanti trend di crescita e ha raggiunto il terzo posto nel ranking a valore – continua Monaco –. Tali andamenti, uniti alla priorità strategica per Gruppo Montenegro di completare la propria offerta commerciale, con particolare focus all’Horeca, hanno portato al lancio del nostro Gin. Per quanto riguarda i distributori, Monaco precisa che “il canale Ingrosso è chiave per lo sviluppo del business del fuori casa. Per questo, privilegiamo partner disponibili a valutare approcci promozionali e di incentivazione al sellout delle nostre marche. In parallelo poi, attraverso la nostra rete commerciale, siamo in grado di sviluppare, su un parco selezionato di punti di consumo, collaborazioni più tailor made”. www.gruppomontenegro.com

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ILLVA SARONNO PE R CH I AMA S PE RI M E NTARE

“Resta alta l’attenzione per l’on-trade – esordisce Claudio Giuliano, Marketing Manager Italia di Illva Saronno – e l’impegno aziendale è quello di consolidare il rapporto con i distributori, per incentivare la vendita e allargare la presenza del portafoglio Illva. Vogliamo che le nostre etichette diano ai bartender la possibilità di sperimentare. Per questo abbiamo scelto collaborazioni con i player della distribuzione,

attuando piani di spinta del sell out”. Per il 2022, oltre al consolidamento, ci si concentra su Vodka Artic, portavoce di modernità. “Artic Vodka – aggiunge Giuliano – rappresenta un importante asset: è 100% italiana, trasparente e pura. L’assenza di coloranti e gli ingredienti naturali abbracciano le preferenze di clienti e bartender. Al gusto si unisce poi l’attenzione al packaging, con una bottiglia essenziale che sembra scolpita da un blocco di ghiaccio”. www.illva.com

GRUPPO CAFFO SU LLE TR ACCE D E I FE N I CI “È dalla relazione di fiducia con i nostri distributori – spiega Noè Alquati, Direttore Vendite Italia del Gruppo Caffo – che dipende la diffusione delle nostre referenze. A maggio 2020 abbiamo lanciato Emporia Gin, nato da un alambicco del 1945 usato un tempo per fare la grappa – ricorda Alquati –. Ci sono poi 12 botaniche del territorio oltre a una varietà di ginepro fenicio scoperto

grazie alla collaborazione con l’Università di Reggio Calabria. Si tratta di una bacca piccola, di colore rosso che dona morbidezza. Viene distillato due volte, con la seconda distillazione fatta dopo un anno con acqua del Mar Tirreno depurata”. www.emporiagin.it - www.caffo.com


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APERITIVO FOOD IS THE KEY imported and distributed by

pallini.com

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RINALDI 1957 CU LTU R A , QUALITÀ E TERRITORIO “Il comparto dei gin è in crescita e coinvolge un pubblico giovane – racconta Gabriele Rondani, Direttore Marketing e Pr di Rinaldi 1957 –. Il prodotto per noi strategico è Fifty Pounds Gin, un London Dry che arriva dalla Thames Distillers, attiva da più di due secoli a Londra”. Seguendo le linee aziendali applicate anche ad altre referenze, le attività a supporto si basano su un’azione verso clienti, rivenditori, distributori e

pubblico con degustazioni, eventi e food pairing. “La strategia per i distributori è elaborata – sostiene Rondani – e non si affida a un unico prodotto. Il portafoglio gin e white spirits di Rinaldi 1957 è stato costruito nel tempo e la sua forza è la varietà, alla quale uniamo aspetti come cultura, qualità e territorio”. Il 2022 è l’anno di “Santa Ana Gin, Buckingham Palace Gin, Vento, Principum e Rena41 – annuncia Rondani –, prodotti speciali che sanno raccontare la loro storia e il loro territorio”. www.rinaldi1957.it

GHILARDI SELEZIONI PIÙ CLIENTI, GRAZIE AI PARTNER “Grazie al lavoro dei distributori il numero di clienti aumenta in maniera sensibile – sintetizza Pietro Ghilardi, Ceo di Ghilardi Selezioni –. I clienti diretti

incidono per circa il 60%, mentre tramite distributori realizziamo il 40%, ma prevediamo di raggiungere il 50% al crescere dei marchi”. A farla da padrone sono i gin, specialmente Sabatini Gin e Brewdog Gin. “Negli ultimi anni il nostro portfolio è cresciuto in linea

GAMONDI PIÙ VISIBILITÀ CON I BRAND AMBASSADOR Mirko Meneghello, Responsabile Ho.Re. Ca. Italia di Gamondi, presenta la Vodka Ille-Gal: “Deriva da una tripla distillazione di grano e da un’unica filtrazione per ‘pulire’ il prodotto senza impoverirlo. Nel 2021 le bottiglie vendute nell’Horeca sono state circa 80mila”. Numeri che evidenziano come l’azienda sia attenta nella selezione del canale distributivo. “Abbiamo una collaborazione con alcuni consorzi

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di distributori nazionali – precisa Meneghello – ma anche partnership con distributori indipendenti. Da qui ci agganciamo alla strategia di marketing, basata sulla visibilità del prodotto con degustazioni mirate, mettendo in campo brand ambassador specializzati in affiancamento con il personale di vendita dei distributori ed eventi nei locali del territorio”. Entro la fine dell’anno, Gamondi presenterà la nuova veste grafica per le bottiglie da 1 l della vodka. www.gamondi.it

con l’espansione aziendale – prosegue Ghilardi –. Nei white spirits e nei liquori ad Antica Distilleria Quaglia e Btiotett, che sono sempre stati forti nel canale grossisti, si sono aggiunti i gin. L’interesse si è allargato anche verso altri prodotti, come i rum di Doorly’s e i whisky giapponesi di Kaykio Distillery. Alla fine del 2021 abbiamo introdotto Green Grove Mixers, un brand di sodati premium made in Italy”. www.ghilardiselezioni.com


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TENTAZIONE

SICILIANA

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arciofo di Niscemi, Ginepro, Gelso nero dell’Etna, Arancia e Limone. Sono queste le botaniche impiegate per realizzare TNT, un Gin che ‘raccoglie’ la nuova tendenza che vede sempre più operatori del settore andare alla scoperta di prodotti del territorio che generino valore aggiunto alla categoria. TNT GIN nasce in una famiglia che vanta una grande esperienza nel settore degli spirits, la famiglia Bruccoleri, già conosciuta per il suo Amaro al Carciofo di Niscemi, una città questa che da qualche anno è finita nella mappa dei migliori distillati d’Italia grazie al lavoro profuso da questa famiglia per riproporre antiche ricette con una franchezza e personalità unica. E oggi è la volta del gin TNT: un distillato di grani particolarmente equilibrato con una nota di frutta rossa matura, ingresso spiccato e aromatico dato dal ginepro, rotondo, persistente in degustazione con sentori di carciofo e agrumi. Fatto invecchiare 90 giorni in damigiane di vetro, questo London Dry Gin viene realizzato con acqua demineralizzata dei Monti Peloritani. Particolare e accattivante anche il suo packaging, con dedica in etichetta al filosofo Friedrich Nietzsche, perché questo distillato di ginepro e botaniche siciliane di alta qualità, è stato ispirato dal pensiero del più grande libero pensatore di tutta l’umanità da cui il claim: “Ruminato con le viscere della ragione fino a farlo transitare dal cuore. TNT non è un Gin è … dinamite!”.

amaronnasicily@gmail.com follow us 53


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LEGENDARIO I DI STRI B U TO R I ? I N D I S PE N SA BI L I PE R AFFE R MARSI “Il n os t ro prodotto più rappresentativo è l’Anejo Blanco – fa presente Massimo Giannotti, Amministratore Unico di Legendario –, un ron ligero cubano con 40%vol e affinamento fino a cinque anni in botti di rovere americano,

perfetto per cocktail e long drink. Il catalogo si è arricchito di altri prodotti: la vodka cubana, un Aguardiente de cana natural e un London Dry, il Bowtie Gin”. Referenze ben inserite nella rete di distributori: “Le aziende di distribuzione sono sempre state partner importanti. In più, la nostra azienda è in grado di formare e promuovere,

OPIFICIO FRED CR ES C I TA N E L S EG N O D E L L A MIS C EL A Z I O N E

Tante novità per Fred Jerbis, come la linea di liquori Fred Alkemil per la miscelazione. “Al Roma Bar Show presentiamo anche la ricetta di Bitter34 Fred Jerbis con miele di castagno friulano – dice Federico Cremasco, bartender dell’azienda –. Il prodotto di punta di Opificio Fred rimane Amaro16 Fred Jerbis, ma se devo pensare a quello più strategico per i white spirits, penso al GIN43”. L’azienda ha registrato numeri in crescita, con un costante +40% annuale che dovrebbe 48

divenire +80% quest’anno: “Possiamo pianificare investimenti su più canali – aggiunge Cremasco –, strategie di marketing che vanno dai social network al nuovo e-commerce (www. opificiofred.com), oltre a future collaborazioni con brand del settore. Il rapporto con i distributori è un punto di forza. Facciamo affiancamento con i venditori, li supportiamo sul territorio e nei locali e organizziamo masterclass nelle principali fiere di settore”. www.fredjerbis.com

attraverso canvass di sell out, la vendita dei prodotti”. L’obiettivo è suscitare curiosità nel mercato. Il 2022 vedrà il consolidarsi delle referenze presenti, “ma questo – rimarca Giannotti – sarà anche l’anno dell’inserimento del Legendario Very Old, un rum per commemorare i 75 anni dell’azienda, in una bottiglia che rievoca quella del 1945”. www.legendario.it

SILVIO CARTA L A STOR I A I N BOTTI G L IA

“Il gin, negli ultimi 10 anni, ci ha permesso di oltrepassare i confini dell’Europa Occidentale – evidenzia Elio Carta, titolare della distilleria Silvio Carta – come è accaduto con Giniu e Grifu Limu. Abbiamo altri prodotti, come i BitteRoma, il Brandy di Vernaccia, le grappe di Vernaccia e i vermouth a base Vernaccia”. L’azienda ha una sede destinata alla produzione

di vino e un’altra per liquori e distillati. “Per la distribuzione – chiarisce Carta – ci affidiamo a più operatori in Italia e all’estero. Chi ci vende conosce le nostre peculiarità, la nostra storia e vogliamo che questo racconto non vada perduto. Allo scorso Vinitaly abbiamo presentato una linea dedicata all’amore: si chiama Per Te e comprende un London Dry Gin e una Vernaccia di Oristano Doc R iser va 2002. Prodotti accompagnati da Estremista, un amaro con solo 3 gradi di alcool, ricco di profumi e sapori che ricordano la macchia mediterranea sarda”. www.silviocarta.it


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PALLINI I L G I N ‘CO N L A CH IAVE’

La referenza di punta? “Il No.3 London Dry Gin, prodotto dalla Berry Bros & Rudd di Londra che vanta oltre 300 anni di storia – risponde Micaela Pallini, titolare di Pallini –. Un gin premiato quattro volte come migliore al mondo, dal packaging accattivante e riconoscibile. Il ‘Gin con la chiave’ è diventato ormai un modo familiare di riferirsi al No.3. Abbiamo iniziato la

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COMPAGNIA DEI CARAIBI SOL I DAR I E TÀ E FOR MAZION E

distribuzione nel 2015 con numeri piuttosto esigui, ma ben presto il prodotto si è fatto conoscere e siamo riusciti ad ampliarla. Il successo deriva anche da un lavoro con masterclass, seminari e un’ampia comunicazione”. A giugno il lancio di un nuovo progetto, su cui Pallini mantiene il riserbo: “Anche in questo caso il ruolo dei distributori sarà fondamentale per rendere un prodotto appetibile. Il tutto affiancato da una comunicazione digitale presente ma non invasiva, per favorire la conoscenza delle referenze e delle loro caratteristiche”. www.pallini.com

Anche Compagnia dei Caraibi cavalca il trend dei white spirits. “Abbiamo due importanti referenze – premette Francesco Animobono, Direttore Commerciale Italia di Compagnia dei Caraibi – cioè Citadelle e Canaima. Le nuove etichette permettono di segmentare, proponendo lo stesso know-how, ma con risultati differenti. Operiamo anche nel sociale con Canaima, il gin dello spirito dell’Amazzonia: il 10% delle sue vendite è

destinato a progetti per la riforestazione della regione amazzonica”. Animobono sottolinea il ruolo dei distributori, con i quali si cerca di interagire mediante attività che si discostino dal solo aspetto promozionale, per costruire un percorso di formazione della rete agenti: “Per il 2022 abbiamo più di 100 referenze, tra cui Vulcanica, la vodka fatta co n gra n i antichi coltivati alle pendici dell’Etna, e Last Episode, Saigon Baigur e Stranger & Sons, i gin che strizzano l’occhio all’Oriente”. www.compagniadeicaraibi. com

MARZADRO DALL A G RA PPA A L G I N “La nostra azienda nasce nel 1949 con la produzione del white spirit italiano per eccellenza, ossia la grappa – fa notare Alessandro Marzadro, a capo di Distilleria Marzadro –. Nel corso degli anni il consumatore è cambiato e, di conseguenza, abbiamo sviluppato numerosi progetti, come la distillazione

di singole varietà d’uva, l’utilizzo di botti e barrique che hanno portato il nostro distillato a un livello equiparabile agli altri distillati internazionali. Oggi Distilleria Marzadro, oltre alla grappa, produce gin nelle tre varianti London Dry, Distilled e Compound”. Un catalogo

che è andato incontro ai gusti dei clienti: “Abbiamo costruito delle sinergie con più di 1.000 distributori – ribadisce Marzadro – e questo è uno degli elementi di successo. Dobbiamo continuare a collaborare portando cultura, tecnica e professionalità ai clienti per migliorare l’offerta in un momento in cui il mercato ha bisogno di rinnovarsi”. www.marzadro.it

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LA DISTRIBUZIONE HORECA

F O R M A Z I O N E /A F D B

IL FUTURO “GREEN” DELL’HORECA QUANTO È SOSTENIBILE IL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE HORECA? L A R I S P O S T A A R R I VA D A U N A P R O G E T T O S V I L U P P A T O D A I C O R S I S T I DEL MASTER LUISS IN HORECA TRADE MANAGEMENT PROMOSSO DA AFDB D I M A R I A E L E N A D I PAC E

Q

uello della distribuzione Horeca è un modello di business fortemente inquinante. Ipotizzare soluzioni “sostenibili” che permettano al settore di contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nell’ecosistema, non è affatto semplice perché si deve considerare una serie non trascurabile di elementi che, insieme, rendono questa tematica molto articolata. “Per dare un’idea complessiva delle ‘determinati carboniche’ della distribuzione Horeca, riprendo i dati proposti da FourGreen (startup innovativa che studia come rendere la distribuzione dei prodotti food&beverage nel canale fuori casa a impatto zero), presentati nel recente International Horeca Meeting di Rimini - spiega Febo Leondini, Presidente AFDB -. Il 49% delle emissioni è imputabile ai trasporti, 12% all’azione di vendita, 5% all’assistenza tecnica (queste 3 sono le 7 visite al mese per punto di consumo), 16% è legato al materiale PoP, 12% è il consumo di energia per la gestione dei servizi vari, a saldo il resto”.

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Un argomento, quello della sostenibilità, di cui si parla da diverso tempo e che, nel 2020, è diventato oggetto di uno studio da parte dei ragazzi che frequentano il Master della Luiss in Horeca Trade Management promosso da AFDB. Proviamo, assieme al Presidente Leondini, a capire meglio come nascono questi progetti, come vengono sviluppati e, nello specifico, cerchiamo di capire quali sono stati i fattori critici emersi dallo studio dei ragazzi sul tema della sostenibilità. COME VENGONO SCELTI GLI ARGOMENTI DEI PROGETTI E IN CHE MODO VENGONO SVILUPPATI?

Nella scelta degli argomenti oggetto di ricerca la precedenza è data ai partners AFDB, cui viene chiesto se o in quale ambito, abbiano dei progetti da sviluppare. Solo successivamente, qualora ce ne fosse bisogno, si amplia la scelta dei temi mantenendo sempre la centralità del settore Horeca. C OM E V IE NE ORGANIZZATO I L L AVO RO D E L TE AM ? C H I S EGUE I RAGAZZI N E I P RO G E T T I ?

I ragazzi sono divisi in gruppi, prestando attenzione a mantenere gli equilibri interni, e lasciati molto liberi dal


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punto di vista organizzativo per abituarli all’assunzione di responsabilità propria di un percorso di maturazione progressivo. Evidentemente, vengono concordati degli incontri intermedi in cui gli elaborati sono commentati e indirizzati. In questa fase, se il progetto è stato commissionato da uno o più partner, Agnese gli Alba incontri vedono la presenza attiva dei tutor aziendali, Vincenzo diversamente il confronto è con il tutor del master. Iacolare ENTRIAMO NEL VIVO DI UN PROGETTO. PARTIAMO DA U N T E M A C H E T I E N E BA N C O DA U N P O ’ D I T E M P O : L A S O ST E N I B I L I TÀ . C O M E I R AGA Z Z I H A NNO APPROCCI ATO QU ESTO ARGOM E NTO E Q UA L I OB IET TI VI SI SONO DATI ?

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I L TE AM DI A F DB

Agnes

V I N C E N ZO I AC O L A R E

AGNESE ALBA

Chiara

della sostenibilità è stato affrontato nel 2020, quindi ChiaraIlintema Pisani anticipo rispetto al notevole hype di cui gode adesso. Questo perché il master AFDB èRoberta un punto di Ricciardello osservazione

privilegiato delle dinamiche di settore e riesce, effettivamente, RO B E RTA R I C C I A R D E L LO CHIARA PISANI a intercettare in anticipo i cambiamenti che stanno avvenendo nell’Horeca. Devo dire che i ragazzi hanno affrontato con molta serietà il compito e hanno trovato alcune soluzioni molto interessanti, almeno per l’epoca. In particolare, vanno Marta Marta ricordate Sgarlata almeno due ipotesi di lavoro. La prima che prevedeva la costituzione di un’Associazione di FilieraVirginia Controllata Horeca Vacca che certificasse i diversi gradi di sostenibilità di tutti gli attori coinvolti nel processo: dall’industria ai punti di consumo. Questa V I R G I N I A VA C C A M A RTA S GA R L ATA associazione, non profit, avrebbe il compito di controllare i singoli passaggi, rendicontarne digitalmente le osservazioni della sostenibilità; cosa che, a oggi, non sembra e reinvestire i proventi derivanti dalla gestione dei certificati essere ancora chiara. La seconda, su cui andrebbe bianchi e dalle quote associative in iniziative di miglioramento davvero aperto un dibattito serio, riguarda la gestione operativo interne. Al di là delle difficoltà di fattibilità, l’aspetto delle consegne ai punti di consumo, effettuata importante è che, in anticipo su tutti, i ragazzi del Master hanno con automezzi vecchi, spesso non a pieno carico capito la necessità di un approccio sistemico al problema e in continua sovrapposizione di zone (accennavo

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prima al problema del numero eccessivo di visite per pdv). Lo sviluppo di un hub di smistamento logistico, con i compiti di ottimizzazione dei percorsi globali e di conversione fossile-elettrico, è ancora oggi una possibile soluzione per il miglioramento complessivo della sostenibilità logistica. DI FATTO, L A SOSTENIBILITÀ È U N A RG O M E N T O C H E SI INTRECCIA IN MODO E V I D E N T E C O N I L L AVO RO D E L D IST RIB UTOR E…

Nel modo più diretto possibile: per soddisfare le necessità di un singolo punto di consumo il distributore, mediamente, lo visita 7 volte al mese (insisto su questo concetto), in date e con personale diverso. La sostenibilità del processo, evidentemente, va messa in discussione seriamente. D OV E AV VIENE LO ‘SPR ECO’ ?

Il punto non è il concetto di spreco, quanto piuttosto quello di utilizzo di risorse non rinnovabili, quindi, più che rifarsi a un’idea di utilizzo inefficiente di risorse, che comunque c’è e non è di poco conto, dobbiamo riflettere sull’abitudine di un ‘mondo a perdere’ che va cambiata. Il paradigma estrattivista credo sia il vero problema, di cui lo spreco è un sintomo. E i ragazzi lo hanno ben esplicitato nel loro studio. P RO D U Z I O N E E T R A S P O RT O S O N O G L I I M PUTAT I MAGGI OR I ?

Lo studio ha evidenziato che i due aspetti vanno scissi. La produzione, soprattutto se riferita alle grandi aziende multinazionali, negli ultimi 10 anni ha realizzato dei passi avanti notevolissimi in tema di sostenibilità, più per necessità industriali che per vero amore per l’ambiente, ma non si fanno mai i processi alle intenzioni. Altrettanto, nelle industrie medie, piccole e nelle microimprese, i problemi ambientali godono di assai poca attenzione, per non dire nulla. Per quanto riguarda tutta la logistica, lì il problema è di dimensioni enormi, complice un’idea distorta di globalizzazione che, per l’appunto, ha considerato l’ambiente

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come un grande contenitore VaP il cui smaltimento non è mai stato preso in considerazione.

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Q UA N TO S O N O I N T E R E S S AT I I P DV H O R EC A A L C O N C E T TO D I S O ST E N I B I L I TÀ E Q UA N TO È I M P O RTA N T E P E R L O R O AV E R E U N A C E RTIFIC AZIONE D I FIL IE RA?

I dati pubblicati da FIPE nell’ultimo Rapporto, ci dicono che prima della pandemia il 40% dei pubblici esercizi era in perdita, dopo la pandemia siamo arrivati al 60%. Ora, parlare di sostenibilità a chi ha fame rischia di essere una colossale presa in giro, altrettanto, però, questa situazione non può costituire una giustificazione al disinteresse. D’altra parte, l’industria, per un motivo o per l’altro, sta cercando di fare la sua parte. Ancora una volta, quindi, tocca alla distribuzione Horeca decidere del suo destino e del suo ruolo nell’ecosistema. Ed è importante sensibilizzare i nostri corsisti su questo aspetto, perché rappresenta il futuro ma anche la tenuta della filiera Horeca.


MAVOLO , NUOVO GBI

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CAPITOLO CON UNA LINEA DI ESCLUSIVE PREMIUM LA STORICA AZIENDA VENETA HA SCELTO IL BEER&FOOD ATTRACTION PER PRESENTARE UNA RINNOVATA SELEZIONE DI PRODOTTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI DI ALTISSIMO LIVELLO, CON FORTE IMPATTO EMOZIONALE

Debutta il catalogo Exclusive di Mavolo srl con oltre 150 nuove referenze tra spirits, birre e toniche. Una gamma ampia per intercettare le tendenze del mercato e dei consumatori all’insegna di un’unica parola d’ordine: qualità. E se tra gli spirits compaiono nomi importanti come Amuerte Gin, May Fair Gin, Matsui distillery, Ambrosia Gin, Don Ramon e Noble Coyote Tequila & Mezcal o Le Tribute tra le toniche, è con la birra che Mavolo ha fatto incetta di consensi nell’ultima edizione di Beer&Food Attraction, a Rimini. Parliamo di

brand di altissima qualità come Rye River, Lefebvre, Eggenberg. E ancora, con una fornitura in fusti per il canale Horeca, Mavolo ha firmato una partnership significativa con Braugold, storico birrificio tedesco che vanta una gamma davvero unica. Altra collaborazione in esclusiva per la distribuzione in Italia è firmata Rolling Hills, un microbirrificio belga, creativo e orientato al futuro con un forte radicamento nella regione, nella storia e nella natura. E tra le specialità troviamo, Lelijken Das, Steeple e Wildebeest.

NUOVA IMMAGINE Il rinnovamento di un’azienda solida e storica come Mavolo, passa anche dall’immagine, con un logo aziendale rivisto in chiave contemporanea, una profonda ristrutturazione della sede e il potenziamento dell’organico con nuove figure e ruoli, determinanti per gli ambiziosi obiettivi futuri. “La nostra RTM nell’Horeca non cambia – spiega Davide Daturi, General Manager dell’Azienda – Confermiamo il nostro impegno a operare in partnership con i distributori, non è nostra intenzione distribuire direttamente ai punti di consumo”.

www. mavo l o. i t 47


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I N T E RV I STA

FA B R I Z I O Q UAG L I U O LO A M M I N I ST R ATO R E D E L EGATO DI AQUA VERA E FONDATORE DI SICON

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D I M A R I A E L E N A D I PAC E

cqua Vera è tornata ufficialmente in mani italiane: lo storico marchio di San Giorgio in Bosco (Padova) fondato nel 1979 da Lino Pasquale e passata nel 2005 alla multinazionale Nestlé, è stata acquisita dalla famiglia Quagliuolo, proprietaria della Sicon (Società Italiana Contenitori), azienda che da più di trentacinque anni è attiva nella produzione di preforme in plastica Pet per acque minerali e soft drink. Una famiglia solida che sta cercando di dare nuova linfa allo sviluppo dell’azienda. “L’acquisizione di Acqua Vera rappresenta un passo importante nel percorso di crescita e consolidamento delle nostre attività – ci ha spiegato Fabrizio Quagliuolo, Ad di AQua Vera – Abbiamo voluto

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riportare in mani italiane un importante e storico brand delle acque minerali. La nostra strategia per il rilancio di Vera è basata sull’integrazione del processo produttivo e sull’ampliamento della gamma prodotti, con un massiccio e molto più convinto posizionamento nell’Horeca, attraverso una linea dedicata in Pet e Var che garantisce la presenza sulle tavole di bar e ristoranti di quella che è considerata una delle migliori acque minerali in Italia”. CI FA UNA BREVE CARTA D’IDENTITÀ DI LEI IMPRENDITORE?

La mia storia ‘lavorativa’ inizia in famiglia: mio padre faceva l’imprenditore e io sognavo di seguire la sua strada. Siamo negli anni ’50, la mia famiglia si


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occupava di costruzione e montaggio di grandi impianti industriali (raffinerie, centrali elettriche e siderurgiche). Agli inizi degli anni ‘80 abbiamo creato Sicon, una delle prime società a operare nel packaging del PET. Dagli anni ‘90 fino alla vendita a Hellenic del 2008 Sicon è stata anche azionista di Socib, imbottigliatore di CocaCola per il Sud Italia, gestendo un processo integrato dalla produzione del packaging all’imbottigliamento e alla distribuzione. Oggi, l’operazione Vera con Sicon tende a ricreare questo modello di business verticale che ha molti vantaggi.

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le bibite del Gruppo, proseguirà l’attività di imbottigliamento dell’acqua minerale Vera in virtù di un accordo di co-packing che abbiamo fatto in fase di acquisizione del brand. A San Giorgio, sorgerà – entro il 2024 – il nostro stabilimento che sarà adiacente a quello di Sanpellegrino. AV E TE FATTO UN R E B RAND ING S U TUTTA L A GAM M A…

Sì, abbiamo lavorato intensamente nel corso del 2021 proprio per essere pronti a lanciare tutte le novità per il 2022, il primo vero anno per la

COSA RAPPR ESENTA PER VOI QU ESTA OPERAZI ONE?

Acqua Vera rappresenta per noi un punto di svolta importantissimo perché ci permette di ritornare nel mercato del ‘business to consumer’ mettendo al servizio dell’acqua minerale le conoscenze che abbiamo nella plastica, nell’acquisto della materia prima oltre che il nostro know how nella trasformazione. SONO PASSATI DI MANO OLTR E AL MARCHI O, A NC H E DU E DEI TR E STABI LI ME NTI PRODU TTI VI …

Esatto. L’accordo prevedeva l’acquisizione degli stabilimenti di Santo Stefano Quisquina (Agrigento) e quello di Castrocielo (Frosinone). Il sito produttivo storico di San Giorgio in Bosco (Padova), invece, rimane di Nestlé Waters e, oltre a continuare a produrre

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ripartenza dell’Horeca. Stiamo presentando proprio in queste settimane una linea in PET dedicata, nei formati da un litro e da mezzo litro. A questa, si affiancano due linee VAR, naturale e frizzante, nel formato da 75 cl. Si tratta di una linea Premium pensata per una ristorazione di alta gamma con un packaging di grande impatto, molto elegante, e una linea più tradizionale nella classica bottiglia sagomata, per una ristorazione più trasversale. Il re-branding è centrale in questa operazione: Siamo partiti da un nuovo logo, dal quale scompare Nestlé per far vivere in assoluto il marchio Vera legandolo ad un concetto di trasparenza e modernità che si declina nelle nuova immagine della gamma con una grafica molto pulita ed equilibrata.

ciò che riguarda i distributori, ci siamo concentrati su attività taylor made sul territorio in accordo con loro e in prima persona; dobbiamo essere vicini ai distributori: ascoltarli e mettere in pratica i loro suggerimenti. Abbiamo voluto metterci la nostra faccia, la

CHE POLI TI CHE COMMERCI ALI E DI MAR KETI NG AVETE PR EVI STO PER AI U TARE L A DI STR I BUZI ONE A FAR E SELL OU T DEI VOSTR I PRODOTTI ?

Il primo punto in assoluto è la comunicazione scegliendo di puntare sul nostro nome, Vera, attraverso investimenti mirati e una pianificazione che consenta l’utilizzo di differenti media: advertising classico con una campagna televisiva, social media e product placement. In questo momento c’è bisogno di verità in contrapposizione alle fake news. Avere questo marchio è un vantaggio e noi lo abbiamo trasformato nel nostro punto di forza. Per

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nostra credibilità: in pratica, si tratta di una politica di vicinanza. Noi ci siamo! Credo che questo sia veramente un elemento che paga tantissimo e il fatto di essere un brand multi fonte ci aiuta ancora di più in questa direzione.


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CENTRALE PER VOI I L TEMA DELL A SOSTENI BI LI TÀ…

Parlare di sostenibilità in questo settore significa naturalmente parlare di plastica perché è un materiale che

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parte energia rinnovabile oltre che aver investito recentemente in un impianto di cogenerazione; in più, grazie al sistema multi fonte, c’è un minor impatto anche sui trasporti visto che siamo vicini con le fonti ai nostri consumatori. Dal punto di vista dell’immissione di plastica nell’ambiente, ci siamo mossi su più fronti per cercare di avere un impatto più sostenibile. L’obiettivo è andare verso una neutralità di emissioni nel più breve tempo possibile. P E NSATE D I E NTRAR E ANC H E NE L M OND O D E I S OF T D R INK?

Al momento ci concentriamo sull’acqua. Abbiamo investito su una nuova linea di produzione per lo stabilimento di Santo Stefano in grado di fare più formati. Dobbiamo realizzare il nostro stabilimento a San Giorgio; fatti questi due investimenti strategici, valuteremo l’opportunità di fare degli ampliamenti di gamma.

ha una grande possibilità di riciclo, ecologicamente premiante: non c’è sistema più ecologico della plastica. Cerchiamo di essere virtuosi anche sul fronte dell’energia: nello stabilimento di Castrocielo e in Sicon utilizziamo in

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CONSORZI

BEVERAGE NET WORK

CRESCERE, IN OGNI CASO SEMPRE CRESCERE È I L C L A I M D E L C O N S O R Z I O B E V E R AG E N E T WO R K C H E , C O N 6 2 A Z I E N D E D I S LO C AT E S U L T E R R I TO R I O N A Z I O N A L E E 5 5 0 M I L I O N I D I FAT T U R AT O P R E V I S T I N E L 2 0 2 2 , È U N A D E L L E P I Ù I M P O RTA N T I R E A LT À N E L PA N O R A M A D E L L A D I S T R I B U Z I O N E H O R E C A I N I T A L I A

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D I M A R I A E L E N A D I PAC E

del settore. Un esempio virtuoso ancora everage Network nasce oggi unico nel suo genere a livello nel 1999 con 14 soci titolari europeo. di aziende di distribuzione “Beverage Network è in continua nel settore horeca. Nel 2003 espansione – spiega la prima Antonio Portaccio, innovazione per un Presidente del Consorzio Consorzio di distributori – Oggi abbiamo 62 di bevande: l’acquisizione aziende dislocate sul di una delle più importanti territorio nazionale, con birrerie italiane, Birra una proiezione per il 2022 Castello. Nel 2006 di oltre 500 milioni di Castello acquisisce da euro di fatturato di Heineken Birra Pedavena puro Horeca. Sottolineo e diventa il primo Gruppo ANTONIO PORTACCIO, PRESIDENTE DEL CONSORZIO questo aspetto perché nazionale di produzione BEVERAGE NETWORK

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l’attività di espansione non ha mai abbandonato il motivo dominate che ha portato alla costituzione del nostro Consorzio, ovvero aggregare aziende che presidino questo canale. COM E FU NZI ONA I L LAVOR O D E L C ONSORZI O E QUALI BE NE FI C I H A PE R I SOCI? L’area commerciale è fondamentale: è punto di snodo focale fra accordi quadro con l’industria, meeting di negoziazione e confronto, piani di attività distributive, promozionali e d’incentivazione al trade o alla forza vendite; insomma, il cuore pulsante nell’economia del Gruppo. Da sempre, la struttura decisionale presidiata dal CdA affida alla commissione commerciale il ruolo strategico che, di anno in anno, in base a programmi rinnovati costantemente, si rende protagonista di interpretare dinamicamente le necessità di un mercato che risulta essere sempre più dinamico, complicato e affollato di nuovi protagonisti. Lavorare costantemente con aggiornamenti continui è di vitale importanza. NE L 2 019 AVE TE FATTO NASC E RE DU E NU OVE S OC I E TÀ. . . Nell’ottobre 2019 è stata costituita Egida Holding, società che il compito di raccogliere e armonizzare capitali da investire nella creazione di nuove aziende sia nel mondo della produzione che nel mondo della commercializzazione e della distribuzione. La prima creatura di Egida Holding è Beer Gravity nata nel novembre 2019, società di importazione e commercializzazione di birre speciali provenienti da tutto il mondo.

PIETRO FLACCADORI, D I R E T TO R E CO M M E R C I A L E D E L CONSORZIO

PAR LIAMO DEI PR ODOTTI A MAR CHIO… Oltre a Birra Castello e a Birra Pedavena, abbiamo tre linee di vini spumanti ad alta rotazione e una serie di concentrati per cocktail per i barman più esigenti (spiega il Direttore Commerciale Pietro Flaccadori). Nel 2020 abbiamo aggiunto anche uno Champagne di alta qualità e sviluppato una linea - denominata “di vino Essenziale” - per la quale abbiamo selezionato aziende vitivinicole con l’esclusiva della distribuzione localizzata per aree. Oggi possiamo vantare una carta dei vini completa e moderna che soddisfa le necessità di ogni tipologia di punto vendita. COME STATE AF F R ONTAN DO LA CONTINGEN ZA E COSA STATE CHIEDEN DO ALL’INDUSTR IA? Per chi come me lavora nel settore alimentare dagli anni ‘80, un periodo come quello vissuto nell’ultimo biennio era impensabile fino a quando non ci siamo trovati dentro. Il claim - da allora - è sempre stato lo stesso (anche se con alternanze più o meno marcate): crescere,

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in ogni caso sempre crescere. La pandemia ha portato a una evoluzione accelerata anticipando di un decennio quello che sarebbe successo normalmente: penso al delivery, all’evoluzione delle catene della ristorazione, alla digitalizzazione e, soprattutto, al PNRR, che coinvolge strutturalmente tutte le imprese italiane dovendo attuare innovazione e progettualità, per avere accesso alle risorse stanziate dall’Unione Europea. Ora, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, oltre agli orrori della guerra, vivremo scenari nuovi sul fronte aumenti, disponibilità delle materie e dei consumi. Alcuni di questi argomenti sono temi che abbiamo recentemente affrontato al 1° tavolo tecnico di concertazione istituito della nostra Federazione Italgrob che, a tal proposito, ha convocato tutti gli attori che compongono la filiera, dalla produzione alla distribuzione, al fine di condividere soluzioni alle diagnosi preoccupanti che si prospettano. Le soluzioni non certo risolveranno completamente i problemi, ma sicuramente danno un grande contributo a un settore che merita un’attenzione diversa anche da parte delle Istituzioni. Q U AL È L A VOSTRA P OSI ZI ONE RI SPE TTO ALLA

ALCUNI SOCI DEL CONSORZIO BEVERAGE NETWORK IN OCCASIONE DI UN MEETING

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RICCARDO MARINONI, D I R E T T O R E A M M I N I S T R AT I V O D I BEVERAGE NETWORK

DIGITALIZZAZION E DELLE IMPR ESE? Beverage Network ha iniziato sin dal 2008 ad attribuire importanza alla digitalizzazione, con particolare riguardo alla raccolta dei dati commerciali degli associati (commenta il Direttore Amministrativo Riccardo Marinoni). Ad oggi, tutte le aziende associate a Beverage Network, sono in grado di fornire i dati di acquisto e di vendita giornalieri alla Centrale. Per raggiungere questo obiettivo, è stato necessario attivare cambiamenti interni presso gli associati che hanno fatto crescere complessivamente il grado di percezione dell’importanza della digitalizzazione. Una esigenza questa che sta portando la Centrale ad approfondire la possibilità di mettere loro a disposizione una suite di applicazioni che vada a coprire buona parte delle necessità e che sia da stimolo per gli altri associati. Una soluzione che permetta a tutti di avere a disposizione gli stessi strumenti, indipendentemente dalla dimensione aziendale, in linea con la filosofia di Beverage Network.


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BOLLICINE COMMUNITY

FIDIAMOCI DEGLI ALGORITMI! G LI STR ALCI D’O RD I N E SO N O U N PRO B LE MA PE R I C ARI CH I D I L AVO RO D E LL A LOG I STI C A E I LIVE LLI D I S E RVIZI O. CO M E RI DU RLI? DI GRAZIANO GUAZZI

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GRAZIANO GUAZZI A M M I N I S T R ATO R E D E L E G ATO D I D ATA F LO W

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a pandemia ha imposto nuove regole nella filiera consumi fuori casa che hanno impattato anche sui processi logistici. A parità di fatturato sono aumentate le frequenze di consegna. È ragionevole pensare che con il passare del tempo questa criticità venga meno. Al contrario, è mia convinzione che la riduzione degli stock nel punto vendita e, di conseguenza, l’aumento del numero degli ordini, diventi fisiologico. Sarà quindi necessario ripensare i modelli logistici in uso. In questo spazio, vorrei focalizzarmi sulla problematica degli stralci: intendendo la modifica dell’ordine cliente a causa delle rotture di stock e l’impossibilità di consegnare quanto richiesto. Per la logistica, che deve gestire la consegna di centinaia di ordini in giornata, questi ‘imprevisti’ possono diventare un incubo e sono anche un grave disservizio per i clienti e ragioni di conflitto con la forza vendite. La domanda a cui vogliamo rispondere è come ridurre gli stralci.


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ACQ U I S TARE Q U E LLO CH E S E RVE

La prima risposta è ovvia: acquistare quello che serve evitando di stoccare troppo. A supporto di questa complicata attività, esistono efficaci tecniche di previsione della domanda che, incrociate con specifici parametri di scorta, suggeriscono al buyer (il cui ruolo rimane determinate) quando e quanto acquistare. L’obiettivo di questi sofisticati algoritmi è da una parte massimizzare l’indice di rotazione delle scorte, dall’altra ridurre le probabilità di rottura di stock. Bollicine Community (Zucchetti Group) dispone di un modulo specifico, ma purtroppo sono poche le aziende che lo utilizzano, nonostante ci siano case history soddisfacenti.

ANTI CI PARE I L PRO B LE MA

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A questo punto, l’agente dovrà decidere come procedere. Le azioni sono predeterminate: 1. Eliminare o ridurre la riga ordine 2. Sostituire il prodotto con una delle alternative previste 3. Dividere l’ordine in due: la parte che può essere evasa e quella che sarà evasa all’arrivo della merce (l’ordine diventa automaticamente una prenotazione). BCGO permette di gestire la lista delle sostituzioni e governare le logiche di prezzo. N O N OS TANTE TUT TO, SAR À I M P OSS I B I LE A ZZE R ARE G LI S TR ALCI

L’agente ha a disposizione uno specifico report. In più, all’apertura del carrello, vengono evidenziati gli stralci in essere, la disponibilità e gli eventuali ordini fornitori. L’agente potrà quindi attivarsi con il cliente e decidere come procedere. Ancora una volta, eliminare la riga d’ordine, sostituirla o prenotarla con un nuovo ordine. Anche queste azioni sono governate con automatismi facili da usare. In più, a BCGO sono stati aggiunti due report: • un monitor che permette di controllare lo stato di evasione delle prenotazioni senza dover telefonare in sede • un monitor che permette di verificare gli arrivi dai fornitori.

L’agente dovrebbe evitare di inviare righe d’ordine che non possono essere evase o, quantomeno, discuterne con il cliente. Come fare? Disporre in tempo reale della disponibilità al momento della presa V INC IAM O INS IE M E , NOI C I S IAM O. ordine è un ragionevole punto di Concludendo, lo sviluppo di queste funzionalità non è stato partenza. semplice, ma i risultati ottenuti, anche grazie alla preziosa BCGO è l’APP di Bollicine usata dalla consulenza di clienti pilota, sono stati molto apprezzati dalla agenti a cui è stato aggiunto il controllo community e, sul campo, hanno evidenziato la loro efficacia. in tempo reale della diponibilità (= Questa è una concreta dimostrazione che i problemi possono giacenza – ordini clienti). Al salvataggio trovare nell’informatica soluzioni ragionevoli. Basta isolarli e dell’ordine, BCGO interroga Bollicine sviscerarli. Compito, questo, che noi informatici non possiamo e blocca le righe che non possono svolgere senza il contributo della clientela. In fin dei conti, il senso essere evase. di una partnership è proprio quello di crescere insieme.

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I N T E R V I S T A / M A N I VA

GUARDIAMO AL FUTURO CON CAUTO OTTIMISMO DUE STABILIMENTI, 160 MILIONI DI BOTTIGLIE PRODOTTE A L L ’ A N N O E P I Ù D I 1 8 M I L I O N I D I E U RO D I FAT T U R AT O . M A N I VA È T R A I P R O T A G O N I S T I D E L M E R C A T O I T A L I A N O N E L SETTORE ACQUE MINERALI E BIBITE

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D I M A R I A E L E N A D I PAC E

a storia del Gruppo Maniva è la storia della famiglia Foglio. E parte da un sogno: quello di portare la ricchezza dell’acqua delle proprie montagne sulle tavole degli italiani. Maniva nasce infatti a Bagolino (Bs) nel 1998, alle pendici del monte omonimo (Maniva) da cui sgorga un’acqua leggera e dal pH alcalino pari a 8. Nel corso degli anni, la crescita di quella che inizialmente era una piccola realtà imprenditoriale, è stata progressiva fino a consolidare il Gruppo fra i marchi più prestigiosi del mercato nazionale del beverage. Ne parliamo con l’AD Michele Foglio.

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C OM E STA ANDAND O QUE STO INIZIO ANNO P E R M ANIVA?

Nel primo trimestre 2022 stiamo performando a livello complessivo con un + 36% rispetto al pari trimestre 2021. Dati questi in parte dovuti al fatto che lo scorso anno, in questo stesso periodo, il mondo del fuori casa era ancora parzialmente chiuso. Tuttavia, buona parte di questa crescita deriva dal successo che i nostri prodotti stanno avendo sul mercato, spinti anche dalle novità lanciate negli ultimi anni. S I S ONO DA P OC O C ONC LUS E UNA S E R IE D I FIE R E C H E H AN NO P E R M E S S O D I DAR E ‘ NUO -


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VA’ VI SI BI LI TÀ AI VOSTR I P RO-

SISTA PER CREARE UN RAPPOR-

DOTTI . QUAL È I L BI L A NC IO?

TO PIÙ STABILE CON IL PDV?

Considerando che siamo ancora lontani dalla normalità e che i freni (anche psicologici) sono ancora presenti, siamo soddisfatti dei risultati avuti negli eventi e fiere sin qui avuti. Finalmente abbiamo rialzato la testa e ci siamo confrontati con gli attori economici di riferimento.

Esatto, il distributore di bevande finalmente può proporre e vendere un prodotto innovativo e di qualità che crea un rapporto continuativo con il punto vendita, proprio come avviene con il fusto di birra.

ENTR I AMO NELLO SPEC IFIC O DEI PRODOTTI . AVETE L ANCI ATO CI RCA 10 MESI FA UNA GRANDE NOVI TÀ PER IL M ONDO DELL A MI SCEL AZIONE , L’ACQUA MI NERAL SE LTZ IN F U STO. CE NE PAR LI .

Come ci dicono i clienti che la stanno acquistando, finalmente si è data una risposta “di qualità e di quantità” a una necessità latente nel vasto mondo della miscelazione, fino ad oggi non soddisfatta. I nostri fusti in acciaio (a rendere) da 20 litri, con attacco a baionetta, con la moderna forma slim, impilabili e con gomma anti-scivolo, rispondono perfettamente alla necessità dei locali che consumano importanti quantità di acqua seltz, fornendo un prodotto certificato, dalla gassatura intensa e persistente e sempre uguale fino all’ultima goccia. I bartender da noi contattati ci hanno confermano che il prodotto miscelato con la nostra Mineral Seltz guadagna in qualità organolettica e permette di “raccontare” al cliente finale la qualità di ciò che beve. COM’ È STATA ACCOLTA DAI DISTRIBUTORI DI BEVANDE? PUÒ ESSERE CONSIDERATA UN’OCCASIONE PER IL GROS-

E P OI L A NOV ITÀ D E L L’AC QUA NE L C ARTONE .

Sì, usciremo a giugno con l’Acqua Maniva nel cartone, cioè con 2 brick di Tetra Pak da cl. 50 e 100 per una proposta alternativa e di qualità. La protezione totale del brick “coccolerà” la nostra acqua alcalina che, grazie al suo pH8, viene sempre più apprezzata nel mondo della nutrizione sana e consapevole, poiché aiuta a mantenere il pH alcalino del nostro liquido extracellulare. Oggi poi la piena riciclabilità di questi cartoni viene assicurata da ben 55 cartiere in tutta Italia. M ANIVA È M OLTO ATTE NTA AL C ONC E TTO D I S OSTE NIB IL ITÀ. AV E TE ANC H E IL P E T C OM P L E TAM E NTE R IC IC L AB IL E E L E VOSTR E AC QUE IN VAR .

Negli ultimi 5 anni abbiamo particolarmente investito sul Vetro a Rendere attraverso il lancio di 4 bottiglie per la ristorazione: la Chef Maniva, Balda AQ,

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Classica e Verna AQ. Tutto ciò ci sta dando un tasso di crescita nell’Horeca molto positivo, soprattutto in questa fase di ripartenza. Per quanto riguarda il Pet Riciclato, posto che siamo stati tra i 5 fondatori del Consorzio Coripet (bottle to bottle), abbiamo iniziato il percorso di utilizzo dell’R-Pet dalla nostra bottiglia pH8 SPORT a forma di borraccia, però al momento il piano ha subìto un rallentamento a causa della scarsità e costo elevato del Pet Riciclato. Aggiungo che da mesi stiamo utilizzando energia 100% green, cioè interamente proveniente da fonti rinnovabili.

1920 ed ha sede ad Acireale; quindi nella produzione fruisce dell’acqua dell’Etna e degli agrumi di Sicilia, così da ottenere bibite di alta qualità e distinzione. È UN PERIODO DI GRANDE INCERTEZZA, TRA CODA DELLA PANDEMIA E IL CONFLITTO IN UCRAINA. CI SARANNO AUMENTI PER I DISTRIBUTORI SUI VOSTRI BRAND?

Dopo aver apportato un ritocco a inizio anno sui nostri listini, avremo anche noi la forte necessità di rivederli una seconda volta: stiamo ancora valutando la situazione e, per ora, stringendo la cinghia al massimo delle nostre possibilità! LASCIAMOCI CON QUALCHE SPERANZA PER IL FUTURO CON UN ACCENNO AI NUOVI PROGETTI IN CANTIERE.

CI PAR LI DELLE BI BI TE TOMARCHI O.

Da un anno siamo distributori nazionali, esclusa la Sicilia, delle bibite Tomarchio. Questa azienda è nata nel

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Dal mondo del fuori casa si percepisce la grande voglia di riprendersi una vita un po’ più normale e meno ansiogena: questo fa sperare che, non appena dovessero diradarsi le enormi preoccupazioni vissute negli ultimi tempi, si potrà tornare a ottenere quelle soddisfazioni che tutti noi, produttori e distributori, ci meritiamo per la grande resilienza dimostrata. Anche la nostra azienda sta guardando avanti con un pizzico di ottimismo, tant’è che abbiamo nel cassetto nuove idee che speriamo di concretizzare nel prossimo biennio.


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INSIEME, PER LO SPORT, PER TUTTI.

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Parte del ricavato dalla vendita di queste bottiglie verrà devoluto a Obiettivo3, centro di ascolto per atleti disabili, di Alex Zanardi. Grazie al vostro acquisto possiamo aiutare le persone disabili ad avvicinarsi alle discipline sportive, supportati da un team di atleti, preparatori e allenatori. 67


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IL DISTRIBUTORE INVISIBILE

SOGNO O SON DESTO? STORIE DAL METAVERSO DI FEBO LEONDINI

A

ndrea e Anna stavano godendosi la fine della sessione di esami all’ESCP di Parigi. Sdraiati sul divano, giocavano nel metaverso divertendosi con AndreAvatar e AnnAvatar, i loro meta-personaggi. Verso mezzogiorno i loro avatar entrarono in una delle 10 insegne che McRestaurant possedeva nel metaverso e ordinarono un BigRest e un Crispy McRest con due bicchieri di the freddo, pagando in Ethereum. Nell’attesa di essere avvertiti da un meta-totem che i loro meta-panini erano pronti, si sedettero a chiacchierare. Di lì a poco i loro meta-ordini furono preparati e un campanello reale avvisò Anna e Andrea che il fattorino del McRestaurant all’angolo stava consegnando a loro i panini ordinati dai loro avatar. Mentre Andrea andava ad aprire, Anna sorrise ad AnnAvatar che ricambiò facendola avanzare di livello nel metaverso. Nel tardo pomeriggio, poco lontano da lì, nella sede di McRestaurant EMEA, il Dr. Gianni Esperienza, a capo della Customer Experience, stava concludendo una riunione con Francesco Cipolla e Ugo Rettiliani, rispettivamente CIO e HR del Gruppo. “Il metaverso è una sliding door continua che mette in comunicazione la città digitale con quella fisica e viceversa - stava dicendo il Dr. Esperienza - di conseguenza tutta la customer experience va ripensata nell’ottica di questa continua trasfusione tra i due mondi”. “La tecnologia digitale - intervenne il Dr. Cipolla - ha la capacità di disaccoppiare la presenza dalla posizione. Chiedere dove si è, diventa di colpo una domanda molto sensata”. “Vero - disse pensoso il Dr. Rettiliani - ma questo ha importanti conseguenze sul disegno dei percorsi organizzativi e

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sulla gestione del personale che, francamente, non siamo pronti ad affrontare”. “E se ti dicessi, Ugo - interloquì il Dr. Esperienza - che quello che tu definisci percorso organizzativo io lo chiamo customer experience dei dipendenti? Vedi, il punto non è se siamo pronti o meno, ma che questa cosa esiste e va gestita”. “Altrimenti - chiosò serafico il Dr. Cipolla - continueremo a confondere lo smart working con il telelavoro e a chiedere a me di potenziare VPN che, poi, nessuno usa perché è scomodo avere due device per comunicare le stesse cose”. “Quindi - concluse il Dr. Rettiliani - mi state dicendo che il lavoratore in smart working è una sorta di avatar che lavora in una meta-azienda presente a casa sua, ma posizionata in altro luogo?”. “Esattamente questo - riprese il Dr. Esperienza - si tratta di mettere insieme le nostre competenze per creare un percorso organizzativo, esperienziale e tecnologico trasversale. E adesso, se siete d’accordo, apericena da Dior”. “Andata!” - risposero all’unisono i due colleghi, e sorridendo si incamminarono verso il nuovo experience hub della famosa maison francese: 10.000 metri quadrati di spazi polifunzionali tra i quali una pasticceria-bar, un ristorante, e un albergo. “Ecco - disse pensieroso il Dr. Esperienza ai colleghi - il bar è l’ultimo posto in cui presenza e localizzazione, per riprendere

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quanto detto da Francesco in riunione, si ricongiungono”. “Vero - intervenne il Dr. Cipolla ma, altrettanto, ricordiamo che nell’Horeca si crea una nuova forma di mixed reality in cui il fisico rimanda al digitale rimanendone però sempre il presupposto fondante”. “Quindi - proseguì il Dr. Rettiliani - mi state dicendo che possiamo conoscere avatar di colleghi e poi invitarli al bar sotto casa? O fare riunioni nel digital twin dell’azienda residente nel metaverso e averne i risultati in quella fisica?”. “Esatto” - risposero quasi all’unisono i due colleghi. “Senza dimenticare, però - proseguì il Dr. Esperienza - che il corpo non è un involucro sostituibile e che l’esperienza non risiede in cloud. Noi siamo una sintesi di materia, corpo e forma. Una sorta di equilibrio iperbolico ottico-cinestesico. E il bar ha il compito di ricercare e mantenere questo equilibrio”. Di colpo i telefoni dei tre managers vibrarono. Tutti e tre li guardarono e videro i loro avatar che, sorridendo, applaudivano e li facevano avanzare di livello nel mondo metaMcRestaurant. Era aprile e il giardino interno dell’Experience Hub si stava vestendo di nuovi colori. A un tratto il venditore di un distributore di bevande, entrando e scherzando con il barista, urlò Boissons (bevande). E i tre colleghi si chiesero, guardandosi, che giorno fosse. IL M E TAV E RS O

‘Metaverse’ è un termine nato nel mondo cyberpunk nel 1992 e salito ora alla ribalta perché utilizzato da Facebook. Per intenderci, è l’evoluzione di internet, ma non lo sostituisce. Un concetto che prefigura un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, popolati da avatar. Microsoft ha da poco integrato il metaverso nella piattaforma Teams con una funzionalità chiamata Mash: gli utenti possono creare un avatar con cui partecipare alle riunioni di lavoro. Nel metaverso, gli utenti accedono tramite visori 3d e vivono esperienze virtuali: possono incontrare altri utenti, creare oggetti o proprietà virtuali, andare a concerti, al ristorante o al bar, conferenze, visitare negozi, viaggiare e altro. 69


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AZIENDE/MEC3

DOUMIX?

U N A L I N E A G I O VA N E CON UN KNOW-HOW I M P O RTA N T E C I N Q U E L I N E E D I P R O D O T T I C H E VA N N O O L T R E Q U E L L O CHE IL MERCATO GIÀ PROPONE, DESTINATE A CHI DESIDERA STUPIRE I PROPRI CLIENTI E DARE UN T WIST AL PROPRIO ESTRO C R E A T I V O C O N B E VA N D E S T R A O R D I N A R I E

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OuMIX? Un nome accattivante che nasce dall’esperienza di MEC3, azienda leader nella creazione di basi per la gelateria e pasticceria artigianali dal 1984, esperta nel trasformare ingredienti, siano essi frutte o creme. “Forti di questo know-how abbiamo lanciato una gamma di prodotti, tutti di altissima qualità – spiega Andrea Bressan, Brand Manager DOuMIX? –. Una serie di referenze innovative, perfette per coprire tutti i momenti di consumo della giornata: dai caffè gourmet del mattino fino ai cocktails della notte, con packaging attraenti, ergonomici ed easy to use”. LA GAMMA DOuMIX? Cream è la linea di creme nata per sorprendere con espressi gourmet, iced cold coffee,

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creme fredde, frozen e molto altro, e con un packaging a pompetta che permette di non avere sprechi. Fruit Elixir è una linea di puree di frutta da mixare con acqua o latte e fantasia, per creare tantissime bevande e smoothies dal sapore intenso e profumato, che non hanno niente da invidiare alla frutta fresca, anzi con il plus di non doverle sbucciare. Squeeze è il nome super trendy della gamma di pre-mix ideali per cocktails, mocktails e drink aromatizzati come spanish latte, thè o granite. Syrup è una linea dalla formulazione ad alta concentrazione, per portare ogni creazione, a base latte o caffè, e ogni drink, a livelli impensabili con pochissime gocce. Infine, Base, una ricca proposta di basi complete per creare dei capolavori, ideali per realizzare in modo semplice e veloce gustose bevande fredde e cremosi milkshake. S Y R U P O L’ U P G R A D E D E G L I S C I R O P P I Cosa rende così unica la linea DOuMIX? Syrup? “Certamente la sua formulazione ad alta concentrazione che porta ogni creazione a livelli impensabili con poche gocce – continua il brand manager – 12 gusti in bottiglie di vetro perfetti per creare ricette sempre nuove”. La gamma DOuMIX? Syrup comprende dalle più classiche referenze per la mixology come menta, menta verde, rosa, fiori di sambuco e granatina a quelle perfette per il mondo della caffetteria, come vaniglia e cannella (due referenze uniche nel loro genere), caramello, nocciola e amaretto. Non mancano poi le proposte fuori dagli schemi come il blue unicorn e il pink unicorn, ideali per creare bevande super colorate a prova di instagrammer! La linea Syrup, per come è concepita, può essere utilizzata come finitura nelle creazioni, ma anche in diluzione per la produzione di liquori. Insomma, con DOuMIX? l’unico limite è la fantasia del bartender! Ciò che la rende unica sul mercato è la presenza di bacilli di vaniglia e cannella (caratteristici di quelle due referenze) in sospensione, un plus importante che trasferisce immediatamente al cliente tutta la naturalità del prodotto.

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SQUEEZE: IDEALE PER LA MIXABILITY Con l’arrivo della bella stagione aumentano le richieste da parte degli avventori di cocktail a base di frutta fresca. Sappiamo bene quanto sia importante lavorare con prodotti di stagione, tuttavia, conosciamo anche le difficoltà legate alla conservazione della frutta fresca e ai tempi di lavorazione. Ebbene, grazie a DOuMIX? Squeeze tutto questo non sarà più un problema. “Proprio così – conclude Andrea Bressan – fin dal nome super trendy possiamo cogliere come la gamma DOuMIX? Squeeze sia appunto una linea di pre-mix ideali per cocktails, mocktails e drink aromatizzati come spanish latte, thè o granite. Un concentrato di tantissima frutta pronta da ‘squeezare’, per stupire ogni giorno dell’anno con 18 gusti dai nomi esotici e stuzzicanti, perfetti per creare ricette sempre nuove. Un premix diverso da tutti quelli presenti sul mercato, un prodotto qualitativamente superiore in cui preserviamo la densità del frutto originario e la sua parte visiva, come nelle varianti Maracuja e Kiwi: la presenza di semi e di altre parti del frutto, come ad esempio la polpa, permettono da un lato di lavorare come se si utilizzasse la frutta fresca, dall’altra offrono un’esperienza sensoriale, a livello visivo e gustativo, che non teme paragoni”. Lavorare con Squeeze è dunque come lavorare con la frutta fresca, ma riducendo tempi, costi e il problema legato alla stagionalità della frutta. Ulteriore plus è il packaging moderno e accattivante: il collo della bottiglia, infatti, è stato personalizzato con la frutta per riconoscere ogni referenza al primo colpo!

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A Z I E N D E /GA M O N D I

L’HAPPY HOUR DIVENTA BIANCO GAMONDI PRESENTA IL NUOVO APERITIVO FIORI DI SAMBUCO

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asa Gamondi, considerata un’eccellenza della tradizione liquoristica piemontese e protagonista di una recente strategia di rinnovamento e comunicazione, presenta il nuovo Aperitivo Fiori di Sambuco. La raccolta dei fiori freschi di sambuco, cresciuti spontanei nei fondovalle tra le colline delle Langhe, nei pressi del sito di produzione, viene effettuata durante i mesi di aprile e maggio utilizzando semplicemente forbici e cestino. Questo processo, completamente manuale, consente di scegliere solo i fiori più profumati e rigogliosi, che vengono poi sapientemente infusi in alcol in modo da ottenere una base fresca e dal ricco bouquet aromatico. A questa si aggiungono un vino liquoroso ottenuto da Moscato d’Asti Docg, ingrediente importante perché in grado di esaltare le note aromatiche dei fiori freschi di sambuco, e distillato di vino, che va a conferire maggiore struttura al prodotto finale. Nasce così l’Aperitivo Fiori di Sambuco Gamondi, un vino aromatizzato di buon tenore alcolico (21% vol.) dal sapore fresco e delicato, con un bouquet aromatico che spazia dalle note floreali alla frutta fresca e agli agrumi. Ottimo all’ora dell’aperitivo, perfetto liscio o come base in miscelazione, ideale

www.gamondi.it

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per la preparazione dello Spritz Bianco o dell’Hugo: un long drink semplice e profumato nel quale si miscelano 2/3 di spumante, 1/3 di Aperitivo Fiori di Sambuco Gamondi, una spruzzatina di soda, 2 foglie di menta e 1 spicchio di limone. L’ Aperitivo Fiori di Sambuco si presenta in un esclusivo nuovo pack esagonale, segno distintivo dei prodotti Gamondi, ispirato a un monumento dell’architettura come la fonte termale de La Bollente di Acqui Terme, città natale del fondatore del marchio: Carlo Gamondi. La nuova bottiglia ha una forma più slanciata per venire incontro alle esigenze del barman e garantire una maggiore comodità di utilizzo in miscelazione. Questa novità si aggiunge alla già ricca gamma Gamondi, affiancandosi a Bitter, Aperitivo Agrumi Mediterranei, Vermouth di Torino Superiore Rosso e Bianco, Amaro, Sambuca, Crème de Cassis. Anche il nuovo Aperitivo Fiori di Sambuco rappresenta al meglio i valori del brand Gamondi, perfetto mix tra modernità e storia, prodotto autentico, genuino e fresco, dove l’artigianalità e la selezione delle materie prime a chilometro zero valorizzano un processo produttivo unico e tradizionale.


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I TA LG RO B

LOGI STICA, UNA SFIDA DA VINCERE IN PARTNERSHIP AL V I A I L P R I M O TAVO LO D I CON FRO N TO T RA I PR I N C I PA L I P RO DU TTO R I D I BE VA N D E E I L MO N DO DE L L A D I ST R I BUZI ONE HO REC A . T RA G L I O B I E T T I VI , L A DEFI N I ZI O N E D I U N P ROTO C O L LO C O M U N E S U LL A SODDIS FA ZI O N E E L A Q UA LI TÀ DE L S ERV IZ I O LO G I ST I C O DI VITTORIO FERLA

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onfrontarsi con l’industria per condividere le specifiche strategie da attuare nel canale fuori casa. Rafforzare la cooperazione come elemento insostituibile per affrontare insieme, produttori e distributori, le complesse sfide di un mercato sempre più evoluto. Verificare gli ostacoli che penalizzano la collaborazione e individuare strumenti e opportunità per superarli. Discutere le iniziative di canale più adeguate per valorizzare la collaborazione fra produttori, consorzi nazionali e gruppi di distributori indipendenti. Sono questi gli obiettivi del primo tavolo tecnico di confronto promosso da Italgrob, la Federazione Italiana dei Distributori Horeca, comprensivo di tutto il circuito dei consumi fuori casa e aperto alle imprese della produzione e della distribuzione rivolte al mondo dei pubblici esercizi. “Due le ragioni alla base di questa iniziativa – spiega Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob –. Innanzitutto, la volontà di Confindustria, di cui Italgrob è parte, di favorire la massima sinergia fra l’imprenditoria dei servizi e quella di produzione. In secondo luogo, il desiderio della Federazione dei distributori di dialogare sempre di più e meglio con le maggiori industrie di produzione del comparto Horeca, allo


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scopo di cooperare in maniera più organizzata ed efficace nell’interesse di tutti. Il confronto, pertanto, si rende necessario per generare valore aggiunto a vantaggio di tutti gli attori della filiera”. LA D I FFI C I L E NU OVA NORM AL I TÀ Al centro del primo tavolo di concertazione, che ha visto la presenza di imprenditori, Presidenti e Direttori di consorzi nazionali della distribuzione insieme con i rappresentanti delle imprese di produzione di bevande (Coca-Cola, PepsiCo, Peroni, Heineken, San Benedetto, Sanpellegrino, Campari, Ferrarelle) è stato il tema dei trasporti e della logistica. Nel corso del 2021, infatti, la distribuzione ha dovuto fronteggiare una serie di difficoltà, in buona parte provocate dai cambiamenti imposti dal caos pandemico: i disservizi logistici, le rotture di stock che hanno generato sostituzioni, la frammentazione degli ordini dei clienti, l’incremento della media delle consegne per viaggio, il decremento della media del valore per consegna, le attività di riconsegna degli stralci d’ordine. Oltre all’analisi della situazione, il giro di interventi da parte dei protagonisti dell’industria ha suggerito una serie di strategie e di misure per migliorare lo status quo. In primo luogo, la necessità di un recupero di efficienza delle consegne distribuendole nel corso del mese ed evitando di generare picchi di attività. L’altro tema emerso è quello della tracciabilità e della digitalizzazione. Colpisce il fatto che, di fronte all’estrema capacità di un soggetto come Amazon di tracciare e verificare le proprie consegne, il sistema della distribuzione che muove quantità di merci importanti non sia ancora attrezzato per fare lo stesso. Si deve pertanto investire sulla digitalizzazione dei processi, magari con un gruppo di lavoro ad hoc. C’è poi il tema della pianificazione da realizzare tra professionalità diverse, che devono essere capaci di parlare la stessa lingua. A C A C C I A D I SOL U ZI ONI C ONDI VI SE La gestione efficiente della supply chain è la chiave strategica del prossimo futuro. All’interno delle singole aziende

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c’è, però, un problema legato alla ricerca e formazione del personale: dagli autisti al customer care, alla comunicazione. Ed emerge anche il tema della sostenibilità: dal cambio dei mezzi in opera alla riduzione del chilometraggio, all’aumento delle capacità di carico. Alla fine del dibattito si è fatta strada l’idea che la sfida per questa filiera sarà la ricerca di soluzioni per la logistica, a cominciare da un protocollo comune sulla soddisfazione e la qualità del servizio logistico che andrebbe costruito in maniera condivisa. È pur vero che si è trattato di un primissimo incontro che fa da preludio a una serie di appuntamenti che vedranno tutta la filiera seduta allo stesso tavolo per trovare soluzioni condivise e sostenibili. “Siamo consapevoli che non possiamo più confrontarci con il 2019 – avverte Dino Di Marino, Direttore Generale di Italgrob – e che non tornerà tutto come prima. Il cambiamento è già in atto e proprio per questo era importante aprire uno spazio di confronto tra i protagonisti della filiera. Il primo appuntamento è stato più che soddisfacente e ci incoraggia a proseguire. Sono emersi un metodo nuovo di relazione, un impegno a condividere le problematiche nel rispetto dei ruoli e delle esigenze, l’importanza della programmazione e della pianificazione per migliorare l’area dei trasporti. Come emerge dai preziosi contributi di tutti, l’obiettivo di questo tavolo deve essere la definizione di un agreement sulla soddi-

sfazione e la qualità del servizio logistico. È il momento opportuno per essere più consapevoli delle necessità di ciascun attore e per avvicinare le distanze tra i diversi punti della filiera”.

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IDE NTIT Y Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.

MISSION La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.

VIS I O N Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission. • POLITICO ECONOMICO SOCIALE • SINDACALE • ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA SUL MERCATO HORECA

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G BI NE WS

INTERNATIONAL HORECA MEETING L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.

GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.

GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.

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ISCRIZION I A ITA LG RO B DA PA RTE DI IMPRESE IND I P E N D E N TI : Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti: • Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria • Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato • Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS • Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)

P E R U LT E R I O R I I N F O R M A Z I O N I NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it

SITO ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.

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A Z I E N D E / B E AV I T A D I S A N M A R T I N O

L’ECCELLENZA DEI VINI DELLA RIVIERA DEL BRENTA BEAVITA DI SAN MARTINO: LE NOBILI BOLLICINE NATE TRA LE VILLE VENETE

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n prezioso territorio da rivalutare e il fascino irresistibile delle bollicine danno vita al nuovo progetto Beavita di San Martino Vini. Lo scorso dicembre l’azienda ha perfezionato l’acquisizione della storica cooperativa delle Cantine Riviera del Brenta, per ringiovanire una produzione vinicola d’eccellenza, tutta da gustare. A metà strada tra le Dolomiti e Venezia, la Riviera del Brenta è una delle zone urbane più affascinanti dell’area metropolitana veneziana, un territorio da riscoprire nella sua vocazione enologica per far conoscere i pregiati vini che nascono nelle splendide tenute di campagna che furono di Dogi e nobili veneziani. Le ville venete, che impreziosiscono quest’incantevole area lungo il corso del fiume Brenta, sono sempre state non solo piacevoli luoghi di villeggiatura per l’aristocrazia ma anche e soprattutto floride aziende, circondate da campi coltivati e vigneti. Fra il ‘400 e l’800 erano importanti centri agricoli della Serenissima, apprezzati per la produzione di

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vini di qualità. Oggi molti di quei possedimenti sono frammentati in tanti piccoli appezzamenti, coltivati da agricoltori locali, riuniti in cooperativa fin dal 1947. Negli ultimi anni San Martino Vini aveva già iniziato a collaborare con le Cantine Riviera del Brenta fornendo i propri impianti e le proprie competenze per la produzione del Prosecco e dei frizzanti. Tecnologie e moderni sistemi di vinificazione venivano messi al servizio dei viticoltori della cooperativa per valorizzare le genuine uve, coltivate nel rispetto della tradizione, della natura e del paesaggio. La positiva esperienza si è trasformata in una stabile sinergia, sviluppando una maggiore integrazione e razionalizzazione tra le due realtà. Beavita rappresenta la rinascita dei vini della Riviera del Brenta e offre alla San Martino Vini un nuovo sbocco commerciale. La linea è destinata infatti esclusivamente al canale della distribuzione moderna, segmento di mercato non ancora presidiato dall’azienda finora impegnata nell’Horeca con le linee San Martino, Buon Bosco, Radise e Prime Line. Lo spirito gioioso e spensierato della bella vita delle ville venete viene interpretato da eleganti bollicine, finemente spumantizzate. Il Prosecco DOCG e DOC, nelle versioni Extra Dry e Millesimato Rosé, insieme alla Cuvée sono vini estremante piacevoli, freschi e delicatamente fruttati, adatti ad essere gustati in tutte le occasioni: dal frivolo aperitivo in compagnia alle più importanti cene e feste. Per dare risalto all’esposizione sugli scaffali le bottiglie sono arricchite da una originale etichetta, dal sapore vintage, che traduce in una illustrazione le atmosfere romantiche e sognanti delle ville della Riviera del Brenta.


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n. 194 aprile - maggio 2022 www.gbinews.it REDAZIONE Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665 Domenico Apicella • Redazione d.apicella@lswr.it – tel: 349 3100181 Collaboratori • Maddalena Baldini, Elena Consonni, Dino Di Marino,

#GBI NEWS IL PORTALE CHE NON C’ERA Il mondo della Distribuzione Horeca si arricchisce di un nuovo e strategico strumento attraverso il quale essere aggiornati in tempo reale su tutto quello che accade nel mondo del fuori casa: mercato, attualità, eventi, fiere, prodotti e molto altro. GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, che rappresenta il mondo Italgrob, l’Associazione Nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità e la sua principale mission è affiancare i distributori del settore, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita. Attraverso newsletter dedicate ai distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca, GBI NEWS si pone come obiettivo quello di diventare il punto di riferimento assoluto per l’intera categoria.

Manuela Falchero, Antonio Faralla , Vittorio Ferla, Aberto Gerosa, Febo Leondini, Anna Muzio, Antonio Portaccio PUBBLICITÀ Giorgio Lomuoio • Sales Manager Area Horeca g.lomuoio @lswr.it – tel: 335 7884503 Luigi Mingacci • Sales Manager l.mingacci@lswr.it – tel: 320 4093415 Elena Cotos • Ufficio Traffico e.cotos@lswr.it – tel: 340 1367901 SERVIZIO ABBONAMENTI abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02 864105 Abbonamento annuale 30 € (6 numeri e annuario) PRODUZIONE Antonio Iovene a.iovene@lswr.it Progetto grafico: Debora Morabito, Edra Spa Grafica e impaginazione: Life sh. p.k. Stampa: Faenza Group – Faenza (Ra) Editore

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LA DISTRIBUZIONE HORECA

IF YOU HAVE TO MIX MIX THE UNEXPECTED

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