Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Novembre 2019

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Fondazione Dolomiti Dolomites Dolomiten Dolomitis

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NOVEMBRE 2019

R A S S E G N A S T A M P A

NOTIZIE DAI RIFUGI 3

NOTIZIE DAL SOCCORSO

PREMIO SPECIALE DOLOMITI UNESCO: LEGGIMONTAGNA..........................................................................................................14

ALPINO.....................................................................................................................................................19

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PATROCINIO 15

PRINCIPALI ARGOMENTI DEL MESE DI NOVEMBRE:

NOTIZIE DAL CAI 17

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RETE DEGLI EVENTI PER I 10 ANNI DI DOLOMITI UNESCO

VINCOLI: IL CASO DEI TERRITORI DI AURONZO E DEL COMELICO 10

OLPIMPIADI 2026 9

SERRAI DI SOTTOGUDA 12

NOTIZIE DAI PARCHI 15

Con l’occasione si è anche celebrata la festa di Cook, il mensile food del Corriere che ha appena compiuto un anno e che è stato celebrato sul palco: oltre 50 le interviste pubblicate in 12 mesi, oltre 700 le ricette, centinaia gli articoli informativi su tendenze, indirizzi, tecniche. «Il mondo del cibo ha detto durante la cerimonia il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana tocca tanti argomenti. Uno su tutti è la sostenibilità: progettare un futuro che sia rispettoso dell’ambiente e della società è la sfida più complessa che abbiamo davanti, e la gastronomia può dare molti spunti in merito».

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Rifugi Dolomiti Unesco: una strategia comune per la loro salvaguardia

La prima edizione dei “Cook Awards” ha celebrato 5 personaggi e il loro impegno Caterina Ceraudo, Giuseppe Monti, Anna Kauber, Carla Lalli Music e Michele Lazzarini. Cinque persone con storie e provenienze completamente diverse, ma unite da un filo conduttore: l’impegno nei confronti del cibo. Significhi questo cucinare in modo eccelso in una terra per certi versi difficile, la Calabria, come da anni fa la 32enne Ceraudo nel suo «Dattilo», ristorante stellato in provincia di Crotone, o dare lavoro ai rifugiati sulle Dolomiti, missione di Giuseppe Monti con i suoi cuochi migranti al rifugio Carducci. O, ancora, raccontare la vita delle donne pastore in Italia, impresa in cui si è lanciata la regista Kauber con il documentario In questo mondo. La food director di Bon Appétit Carla Lalli Music sta riavvicinando le famiglie ai fornelli con il suo libro di ricette facili, accessibili e non pretenziose Where cooking begins. Mentre lo chef 28enne Michele Lazzarini è riuscito, nella brigata di Norbert Niederkofler al «St Hubertus», a spingere la tecnica così in là da poter rinunciare, in un grande ristorante tristellato, a tutti gli ingredienti che non siano di Eccolimontagna.idestinatari dei «Cook Awards», i riconoscimenti che il Corriere della Sera e la sua rivista mensile Cook hanno assegnato ieri sera alla Palazzina del Teatro Franco Parenti, a Milano. Un debutto per questa iniziativa, realizzata in collaborazione con Caffè Vergnano, Levoni e Zonin1821, nata per scovare non solo tra gli chef ma anche tra i giornalisti, i food writer e i produttori coloro che attraverso la gastronomia creano cultura, consapevolezza e condivisione. I nomi prescelti si sono aggiudicati il riconoscimento in cinque diverse categorie: «Donne del cibo» (Caterina Ceraudo), «Progetto sostenibile» (Giuseppe Monti), «Food reporting» (Anna Kauber), «Libri di cucina» (Carla Lalli Music), «Chef novità dell’anno» (Michele Lazzarini). E sono emersi dopo un lungo percorso di selezione, un processo di oltre tre mesi che ha coinvolto la redazione di Cook, una prestigiosa giuria (in ordine alfabetico: Irene Berni, food writer, Marco Bolasco, direttore area enogastronomia di Giunti, Lucio Cavazzoni, cofondatore di Good Land, Massimo Donà, filosofo, Anissa Helou, chef e food contributor per il Los Angeles Times e il Guardian, Fabrizia Lanza, direttrice della Anna Tasca Lanza Cooking School, Marella Levoni, direttore comunicazione Levoni, Carlo Petrini, presidente di Slow Food, Mimi Thorisson, food writer, Carolina Vergnano, owner Caffè Vergnano, Francesco Zonin, vicepresidente Zonin1821) e i lettori.

Sono stati loro, infatti, dopo aver mandato centinaia di email con le segnalazioni dei propri candidati preferiti per ogni categoria, ad avere l’ultima parola sui destinatari dei riconoscimenti votando i profili più graditi sul sito corriere.it/cookawards. I voti arrivati sono stati 20 mila, un vero successo per questa prima edizione dei «Cook Awards»: segno che attorno ai finalisti e alle loro storie si è creata una vera e propria comunità di supporter.

Corriere della Sera | 12 Novembre 2019

Corriere delle Alpi | 28 Novembre 2019 p. 20

NOTIZIE DAI RIFUGI

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IBellunogestori dei rifugi alpini sono chiamati ogni giorno di più a essere protagonisti di una strategia comune per la salvaguardia dei valori ambientali e per la promozione di comportamenti corretti e consapevoli. Sulla base di questo presupposto si rinnova l'iniziativa della Fondazione Dolomiti Unesco dedicata ai gestori dei 66 rifugi che operano all'interno del sito e giunta alla terza edizione. Dopo gli appuntamenti di Predazzo (2017) e Bressanone (2018), sarà Val di Zoldo a fare gli onori di casa, oggi e domani, nella sala congressi in piazza Angelini. Dalle 15 alle 17 Enrico Vicenti, segretario generale della Commissione nazionale italiana per l'Unesco, tratterà il tema "Il riconoscimento Unesco: una responsabilità tra dimensione globale e locale", spiegando come al nostro territorio sia offerta una straordinaria opportunità per rilanciare tutela e valorizzazione della cultura, dell'ambiente e di tutte quelle forme produttive di qualità che contribuiscono a rendere il turismo sostenibile. Per l'intera giornata di domani sono previsti lavori di gruppo con lo scopo di individuare azioni e strategie condivise su quattro temi basilari: efficientamento della filiera idrica, interazioni fra la rete dei produttori e la rete dei rifugi nel segno della qualità, miglioramento dei flussi e dell'ospitalità e un nuovo sistema di gestione delle prenotazioni online. I partecipanti verranno divisi in quattro gruppi e siederanno a turno a quattro diversi tavoli per mettere in circolo le idee. A ciascun tavolo corrisponderà uno dei quattro argomenti, con un moderatore che avrà il compito di guidare la discussione, mantenere fede agli obiettivi e presentare in seduta plenaria i risultati. Walter Musizza

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Corriere delle Alpi | 13 Novembre 2019

Prestigioso riconoscimento per il gestore del rifugio Carducci, Giuseppe Monti, incoronato dal "Corriere della Sera" come vincitore della rassegna culinaria Cook awards nella categoria "progetti sostenibili" . Un successo partito da lontano, che si fonda sui canederli, ma soprattutto su accoglienza ed amicizia. Per una sera, Bepi Monti si è ritrovato a Milano seduto fianco a fianco con i migliori chef d'Italia. Davide Oldani o Massimo Bottura, giusto per citarne alcuni.Una serata, dal risvolto mondano, trascorsa sotto i riflettori della movida meneghina senza però perdere mai di vista "l'essenza" della vita di montagna.«Abbiamo chiuso un cerchio»,

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IL GianlucaPREMIODe Rosa

Cook awards, ai canederli di Bepi Monti il premio nazionale "progetti sostenibili"

Dallariconoscimentichefstellata in Calabria al rifugio sociale sulle Dolomiti, la festa delle storie «L’ambito della cucina ha aggiunto il presidente e amministratore delegato di Rcs Urbano Cairo è straordinario e pieno di sfaccettature. Dall’azzeramento degli sprechi alla ricerca gastronomica, è spesso sinonimo di impegno». L’editore, a margine della serata, ha annunciato di «essere fiducioso per il futuro del gruppo: vedo tante aziende che utilizzano la stampa periodica e i quotidiani nel modo giusto, con frequenza, con investimenti di una certa entità che hanno risultati importanti. Penso si possa invertire la curva spiegando meglio la grande utilità che hanno i nostri giornali». Sul palco si sono alternati anche alcuni dei più importanti chef italiani, da Massimo Bottura a Norbert Niederkofler, da Niko Romito a Enrico Bartolini, da Davide Oldani ad Andrea Berton, da Alessandro Borghese ad Andreas Caminada, da Pino Cuttaia a Giancarlo Perbellini, da Antonia Klugmann a Ugo Alciati. «La cucina italiana, tra innovazione e collegamento con il territorio, vive un momento storico molto felice, che attira appassionati e turisti specializzati», hanno detto in coro gli chef. Che, sempre di più, hanno anche un ruolo sociale: tra i 30 finalisti italiani e stranieri c’era, infatti, chi aiuta i malati di cancro a preparare piatti gustosi anche per le proprie papille rovinate dalla chemio, chi ha aperto un caffè e una panetteria in un campo profughi in Iraq per dare speranza e lavoro alle donne, chi a Londra insegna il mestiere dietro ai fornelli ai migranti. « I Cook Awards ha concluso la responsabile editoriale di Cook Angela Frenda hanno raccontato con questa carrellata di volti il meglio del food: la capacità, cioè, di chi lavora con il cibo di fare qualcosa che trascende il semplice piatto. Creando reti virtuose tra territori e persone».

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racconta il diretto interessato, «tutto nasce nell'inverno tra il 2014 ed il 2015 quando abbiamo dato vita al progetto "Dolomiti senza confini". Da lì sono arrivate, a catena, una serie di novità ed iniziative che ci hanno portati fin qui. Il rifugio Carducci resta un luogo di amicizia ed accoglienza».A celebrare la bellezza del rifugio Carducci ci ha pensato, nel corso della serata di premiazione, il direttore del "Corriere della Sera", Luciano Fontana, che ha svelato ai presenti di aver visitato, pranzando, la struttura situata nel cuore della val Giralba ai piedi della Croda dei Toni a 2. 297 metri d'altezza. Luogo dove Monti prepara i suoi famosi canederli, alle erbette o allo speck e burro fuso, considerati dalla giuria Cook awards come "i migliori di tutti i rifugi d'alta quota".Non solo canederli, però. Perché dietro la gestione del Carducci si cela un progetto di accoglienza che passa inevitabilmente da Sekou Samateh, migrante diciottenne che, fuggito dal Gambia, ha trovato ospitalità e soprattutto lavoro alla corte di Bepi Monti dove ha dato vita al suo sogno: diventare un panettiere.«La montagna è luogo di incontro ed amicizia, non certo una barriera», ricorda Monti, «abbiamo lanciato il progetto "Dolomiti senza confini" nel centenario della fine della Grande guerra, realizzando lungo quelli che un tempo erano luoghi di combattimento e morte, una lunga concatenazione di vie ferrate in grado di unire l'Italia e l'Austria».Tornando alla serata milanese organizzata nell'ambito dell'iniziativa, alla prima edizione, denominata Cook awards (e collegata al mensile Cook), cinque sono stati i novelli chef ad essere premiati: con Bepi Monti, la calabrese Caterina Ceraudo, Anna Kauber, Carla Lalli Music e Michele Lazzarini.Ognuno di loro con una storia diversa alle spalle, che spazia lungo tutto lo Stivale.Alla kermesse, che ha festeggiato i 12 mesi di vita del mensile, hanno partecipato i migliori e più rinomati chef d'Italia: Oldani e Bottura, ma anche Alessandro Borghese, Niko Romito, Norbert Niederkofler, Antonia Klugmann, Ugo Alciati, Pino Cuttala, Andrea Berton, Andreas Caminada e Giancarlo Perbellini. «Molti di loro hanno chiesto informazioni sul Carducci e sulle attività che portiamo avanti da tempo», ha raccontato entusiasta Bepi Monti, «abbiamo parlato di progetti futuri e di nuove iniziative che spero davvero potranno essere realizzate concretamente».

Gazzettino | 13 Novembre 2019

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

p. 15 edizione Belluno

IlAURONZOrifugioCarducci campione di sostenibilità. Lunedì, a Milano, il gestore Giuseppe Monti Fabbro è stato premiato ai Cook Awards 2019, concorso nazionale istituito dalla rivista Cook (mensile di cucina del Corriere della Sera) e pensato per valorizzare i talenti del mondo del food più meritevoli, ovvero quei professionisti che hanno ben chiaro quanto il cibo non sia solo un piatto, o un ingrediente, ma un sistema. Il rifugio auronzano ha vinto nella categoria Progetto sostenibile, superando nelle preferenze della giuria altri 4 finalisti selezionati per i loro progetti solidali in tutto lo Stivale. Queste le motivazioni che avevano portato alla candidatura del Carducci: Giuseppe Monti Fabbro insegna ai giovani migranti a cucinare, portandoli nella sua cucina a 2297 metri di quota. Il rifugio è tra i protagonisti del progetto Dolomiti senza confini, iniziativa nata dal sogno che le Dolomiti non siano più una barriera, ma un luogo d'incontro e amicizia. Al rifugio lavora infatti Sekou Samateh, diciottenne gambiano giunto in Italia nel 2017 e impegnato al Carducci come aiuto cuoco, addetto in particolare a preparare il pane. Monti Fabbro è stato accolto sul palco degli Cook Awards dagli chef tristellati Norbert Niederkofler e Massimo Bottura e si è presentato alla premiazione indossando con orgoglio la maglietta con il logo di Dolomiti senza confini. Applauditissimo il suo intervento nel quale ha riassunto la filosofia che anima l'attività del Carducci: Il fatto che le Dolomiti siano state elette patrimonio Unesco dell'umanità, mi ha dato lo spunto per vederle non più come una barriera, ma come un luogo di incontro e di amicizia. C'è stato poi il centenario della Grande Guerra e pensando alla follia di quel conflitto abbiamo realizzato sui luoghi della guerra un percorso di pace che collega ben 12 ferrate. Tutto ciò ha avuto un grande riscontro a livello internazionale portando sulle nostre montagne tantissima gente. Pensare le Dolomiti come luogo di amicizia tra i popoli è significato accogliere nello staff Sekou che ha contribuito ai successi della cucina diretta da Monti Fabbro e dal suo giovane socio Alessio Parinello. Tra i premi che più mi hanno fatto piacere c'è stato quello ricevuto dalla rivista tedesca Bergsteiger, pubblicazione per appassionati di montagna: hanno ritenuto i nostri canederli i migliori delle Dolomiti, racconta Monti Fabbro. Il rifugio Carducci è noto tra gli escursionisti golosi per le sue ricette tradizionali, tra cui spiccano appunto il tris di canederli e i canederli all'ortica con ripieno di gorgonzola, crema di formaggi e noci. Andrea Ciprian

Il Cook Award a Monti Fabbro «senza confini»

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Francesco Dal Mas

SiFALCADEchiama

"InAlto" il nuovo rifugio che dominerà il Col Margherita, straordinaria terrazza naturale situata a quota 2.514 metri, a cavallo fra Trentino e Veneto nella Ski area San Pellegrino. La location è adiacente alla stazione a monte della funivia. Il locale, con ampie vetrate panoramiche, offre un punto di vista privilegiato sulle principali cime dolomitiche.«"InAlto" è parte del progetto di promozione del nostro territorio che merita di essere visitato e apprezzato tutto l'anno», afferma Mauro Vendruscolo, presidente della Ski area San Pellegrino, «"InAlto" completa il panorama di offerte della Ski area San Pellegrino, rendendo fruibile a tutti un'esperienza unica, a 2.514 metri di altitudine. Recuperando la struttura esistente a monte della funivia, l'abbiamo resa meno impattante e più integrata con il paesaggio dolomitico che si erge di fronte. La scelta dei materiali e le ampie vetrate creano un tutt'uno con il paesaggio che la splendida terrazza naturale del Col Margherita offre in ogni stagione"». Dal rendering appare sicuramente una struttura avveniristica, lontana dai canoni dei rifugi alpini. E questo non mancherà di far storcere il naso a qualcuno."InAlto" e il Col Margherita sono il punto di partenza ideale per chi ama sciare. Sui manti nevosi che scendono a valle si snoda per 2. 400 metri la pista nera de La VolatA con 630 m di dislivello e muri che sfiorano pendenze del 50%. Altrettanto belle e panoramiche sono le due piste rosse, Col Margherita e Col Margherita Lago Cavia. Meno impegnativo ma non meno affascinante il percorso della pista Le Caviette, che scende per 3 km più dolcemente ed è davvero alla portata di tutti. Chi ama lo slow ski può invece lasciarsi trasportare dalle magiche atmosfere della pista degli Innamorati che giunge fino a Falcade. Un itinerario che mostra in tutta la sua bellezza la Marmolada e le Cime del Focobon, tra boschi puntinati di caratteristiche baite di legno. Proprio questo romantico percorso sarà protagonista il giorno di San Valentino (14 febbraio 2020) di una delle tappe di "Trentino SkiSunrise", l'evento che permette di sciare all'alba per ammirare il sole che sorge tra le cime. L'appuntamento è alle 6. 10 presso la funivia Col Margherita, nella Ski Area San Pellegrino. Tornando al nuovo rifugio, i lavori sono praticamente in dirittura d'arrivo, anche se le recenti nevicate hanno certamente dato un po' di fastidio. L'apertura è prevista per metà dicembre. Il rifugio nasce dal recupero della struttura esistente a monte della funivia Col Margherita che è stata resa meno impattante e più integrata con il paesaggio.

6 Corriere delle Alpi | 13 Novembre 2019 p. 23

"InAlto", rifugio con vista da Col Margherita

Il mutare dell'eternità di Marzio Terrani

Martedi 12 novembre 2019 ore 18 al Centro Trevi e previ sta la presentazione del Calen dario 2020 a cura della Sezio ne di Bolzano del CAI, presen te il Coro Rosalpina della sezio ne di Bolzano che presentera alcuni canti di montagna del suo repertorio. Al termine, ca lendario gratuito per tutti.

Mercoledi 13 novembre alle ore 18 il film “Haiku sull’ albe ro del prugno” di Mujah Ma raini Melehi Italia 2016.

Venerdi 15 novembre alle ore 20 un evento al Teatro di Gries: “Un viaggio attraverso l’Islanda” propone una serata con Martino Grandesso e Luca Zontini. L’Islanda coast to coa st a piedi: e questa l’avventura dei due ragazzi bolzanini. Un trekking di oltre 500 chilome tri, 18 giorni di cammino lon tano dalla civilta, nella desola zione dell’isola. (f.z.)

UsareTRENTOla fotografia per testimoniare come la natura muti le proprie sembianze a coloro che la osservano, per rendere conto, a ciascuno, della sua bellezza e della sua intrinseca fragilità. È quanto hanno fatto, grazie ad un'intuizione, gli autori di questo progetto, Terri Maffei Gueret, creativa e grafica, figlia della Guida Alpina Clemente Maffei Gueret e Luca Chistè, sociologo e fotografo trentino. Il titolo del loro lavoro, emblematicamente, è "Il mutare dell'eternità" e, ad essere protagoniste di questa ricerca fotografica, sono le trasformazioni del paesaggio che, durante il tempo, incessantemente, si offrono a coloro che osservano, da Madonna di Campiglio, l'imponente porzione delle Dolomiti di Brenta. Non è un caso, pertanto, che il progetto sia patrocinato dalla Fondazione Dolomiti Unesco, giacché sono trascorsi 10 anni da quando le Dolomiti sono state dichiarate patrimonio mondiale dell'umanità. Era il 26 giugno 2009, e la notizia arrivò da Siviglia. Altri importanti partner di progetto, che hanno creduto in questa iniziativa, sono stati Trento Film Festival e Trentino Marketing, che ha curato la parte editoriale del progetto, provvedendo alla stampa di un interessante libro/catalogo che raccoglie le immagini esposte in rassegna e una selezione delle migliori luci, fra le oltre 3.000 riprese eseguite in più di tredici mesi di lavoro. L'intuizione, come si diceva, è legata esattamente a questo: da una terrazza prospicente le Dolomiti, da Madonna di Campiglio, il fotografo ha installato una camera collocata nella medesima posizione, saldamente fissata su un cavalletto, utilizzante il medesimo obiettivo, l'identico piano di messa a fuoco e la medesima profondità di campo, con una porzione di visuale compresa fra cima Sella (bocca di Tuckett) e cima Tosa, con visibilità sul rifugio Brentei e Bocca di Brenta. Con questa soluzione,

La grande mostra fotografica attualmente allestita al Centro Trevi fino al 4 gennaio e intitolata “Gasherbrum 4” dedicata alla storica spedizione di Walter Bonatti alla montagna himalaiana e curata dal Cai Bolzano, prosegue con una buona affluenza di pubblico. Nelle prossime settimane una fitta serie di appuntamenti collaterali faranno da cornice alla mostra che si puo visitare anche il sabato e la domenica. Vediamo quali: oggi mercoledi 6 novembre alle ore 16 ore presso il Centro Trevi a cura del Centro Audio visivi e Mediateca Provinciale proiezione del film “Blind Hu sbands, mariti ciechi”di Erich von Stroheim (1919), nella rie dizione digitale. Una coppia di sposi americani trascorre le vacanze nelle Dolomiti, a Cor tina.

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“Gasherbrum 4”, oltre la mostra

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Alto Adige | 6 Novembre 2019 p. 11

Martedi 19 novembre alle 18 presso il Centro Trevi a cura della Biblioteca Provinciale Claudia Augusta, proiezione dle film “K2. Storia della mon tagna impossibile”di Alessan dro Boscarino che sara presen te alla presentazione. Boscari no ha realizzato un serpente di carta che, dispiegandosi per ben sette metri, ricostrui sce con mappe, splendide foto d'archivio e percorsi dettaglia ti un secolo di sfide tra i ghiac ci: dalle spedizioni ottocente sche di scienziati e cartografi all'avventura ad alta quota di Walter Bonatti e il portatore hunza Mahdi, che nel 1954 permisero a Lacedelli e Com pagnoni di conquistare la vet ta per la prima volta nella sto ria. Un'esperienza di lettura immersiva, che fonde grafica, fotografia, illustrazione e rac conto. Mercoledi 20 novembre al le16 presso il Centro Trevi, a cura del Centro Audiovisivi e Mediateca Provinciale proie zione del documentario “Il ri fugio: storie di escursionisti in Alto Adige”di Vincenzo Man cuso (2012) ambientato sulle Alpi Aurine, confine tra Italia e Austria. Venerdi 22 novem bre alle 18 Centro Trevi a cura della Fondazione UPAD,“Uo mini di ghiaccio”: Nobile, So ra, Amundsen: la tragica spe dizione del dirigibile Italia al Polo Nord e l’eroica resistenza nella Tenda Rossa.Il relatore e Tullio Vidulich, generale degli Alpini. Mercoledi 27 novembre alle 18 al Centro Trevi “Campo Sentieri Dolomiti patrimonio mondiale Unesco”nell’ambito della proposta “SOSerrai”per la ricostruzione dei Serrai di Sottoguda. Negli occhi e nel cuore le immagini della desolazione e del dolore provocati dalla tempesta Vaia, che il 29 ottobre scorso ha portato distruzione nelle Dolomiti. Il senso d’impotenza ha subito lasciato il posto alla volonta di reagire. E ora questa volonta puo estendersi a tutti coloro che vogliono dare il loro contributo con un progetto di recupero.

Alto Adige | 15 Novembre 2019

RETE DEGLI EVENTI PER I 10 ANNI DI DOLOMITI UNESCO

InPREDAZZOoccasione del cinquantesimo dalla morte di Alfredo Paluselli torna a Predazzo lo spettacolo teatrale "Vento da Nord". Una versione rivisitata ed arricchita, con l'attore Mario Zucca nei panni di Paluselli, alpinista, artista, istrionico personaggio noto soprattutto per aver costruito Baita Segantini, nei pressi di Passo Rolle, dove scelse di vivere in solitudine per trentacinque anni, scrivendo e disegnando, a colloquio con le aquile e con le forze della natura, senza alcuna imposizione. L'appuntamento è venerdì alle 20.45 al teatro comunale di Predazzo. Biglietti in prevendita su www.primiallaprima.it e agli sportelli delle Casse Rurali del Trentino (10 euro intero, 8 euro ridotto). Sabato mattina il monologo sarà riproposto per gli studenti dell'istituto scolastico "La Rosa Bianca" di Predazzo, con successivo dibattito con il regista Mario Vanzo, il nipote omonimo Alfredo Paluselli e i rappresentanti della Fondazione Dolomiti Unesco. «Rappresentare un personaggio ricco di sfaccettature come Paluselli in una pièce teatrale è stato complicato afferma il regista Mario Vanzo il testo ha subìto diversi miglioramenti in un lungo processo di maturazione. La vita di Alfredo Paluselli è una storia straordinaria che parla di emigrazione, di espressione, di conquista. Ha quindi delle tematiche estremamente attuali che speriamo di riuscire presto a portare in una tournée internazionale rivolta ai trentini nel mondo". «Vedere la storia di mio nonno riletta e reinterpretata con un altro linguaggio, quello del teatro, è un piacere e un onore aggiunge il nipote di Alfredo Paluselli, che del nonno porta il nome . Da quando "Vento da Nord" è uscito, sia in versione libro che come spettacolo teatrale, ho visto molte persone interessarsi alla storia di mio nonno, che è una vicenda di grande profondità e che offre diversi livelli di interpretazione. Il monologo, grazie alla sapiente mano di Mario Vanzo che si è affidato all'inimitabile professionalità di Mario Zucca, è molto emozionante e piacevole. Sono inoltre felicissimo che la sua visione sia offerta anche ai ragazzi del Primiero e di Predazzo. È un esperimento già affrontato con successo nel 2014 ed è proprio nell'entusiasmo dei ragazzi che questa attualissima storia di vita e di montagna può trovare nuove aperture e nuovo slancio».«L'amministrazione comunale ha volentieri concesso il patrocinio a "Vento da Nord" - commenta l'assessore alla cultura di Predazzo, Giovanni Aderenti - decidendo di proporlo anche agli studenti, perché riteniamo che la storia di Alfredo Paluselli meriti di essere raccontata e ricordata. Racchiude, infatti, in sé quei valori di attaccamento al territorio e di rispetto della montagna che sono alla base anche delle Dolomiti Patrimonio Unesco, di cui quest'anno festeggiamo il decennale». FM

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A teatro "Vento da Nord" sulla vita di Alfredo Paluselli

avente concettualmente lo scopo di riprodurre, al mutare delle condizioni meteo e di quelle della luce il medesimo spazio visuale, Terri Maffei Gueret, giornalmente (e quando questo non le era possibile, con l'ausilio di un temporizzatore), con grandissima dedizione, ha ripreso una o più immagini, per oltre un anno. Dallo scatto grezzo (il cosiddetto file RAW), per giungere alle stampe fineart esposte e riprodotte in catalogo, è stato necessario un altrettanto e accurato lavoro di editing (selezione delle fotografie su basi tematiche), post produzione e interpretazione delle immagini per la stampa fineart, interamente realizzate dal fotografo trentino. La risultante di questa convergenza d'intenti e attività, ha portato all'opera finale, così come essa sarà proposta al pubblico a Palazzo Roccabruna di Trento, con una struttura della rassegna basata su 36 grandi immagini. Come si legge nella presentazione del libro/catalogo: «Il progetto espositivo, nelle intenzioni degli autori, mette in relazione due distinte scale temporali: quella eterna da cui il titolo della rassegna mutevole nell'apparenza, ma immutabile nella sostanza, della natura; quella limitata ed effimera, dell'esperienza umana. E' in questa relazione temporale, che metaforicamente rinvia a due possibili cicli di vita, posti su scale dimensionali diametralmente opposte, ma che interagiscono costantemente, che va rinvenuta la chiave di lettura di questo progetto fotografico. Questo ininterrotto dialogo, al centro di straordinarie riflessioni letterarie ed esistenzialistiche, beneficia dell'operosità della natura che, nella medesima porzione di spazio delle montagne dolomitiche, offre di sé una manifestazione di inesauribile bellezza; sensibile alle ore del giorno e della notte e mutevole nelle sue imprevedibili e cangianti manifestazioni. Le luci, le atmosfere, i colori, il rapporto fra il cielo e la terra, variano talmente tanto, che questa sorprendente trasformazione, stemperata nelle migliaia d'immagini raccolte, finisce con il rivelarsi, facendoci riflettere sul senso delle cose e della natura, una straordinaria magia della visione. Una natura ciclicamente mutevole nell'apparenza, ma immutabile ed eterna nella sostanza, se rapportata alla vita di un essere umano, la quale, con scarsa attenzione ai nostri limiti e con un probabile equivoco di fondo, pensiamo possa essere "immortale", tanto quanto il pianeta che ci ospita». Per rendere conto di questa mutevole e poliedrica dimensione, gli autori hanno immaginato un percorso espositivo che, oltre a basarsi sulle fotografie, disposte secondo precisi ambiti tematici (le luci fantastiche di certe situazioni, le albe, i tramonti, le cime innevate, gli arabeschi disegnate dalle nuvole..), è integrato dall'installazione di un video e dalla proposta, in accompagnamento alle fotografie e quale momento di riflessione per il pubblico, di alcuni aforismi e testi estratti dalla lettura di libri di grandi Alpinisti. La rassegna, che sarà inaugurata alla presenza degli autori e dei patrocinatori dell'iniziativa, domani sabato 16 novembre ad ore 17.30 presso le stesse sale di Palazzo Roccabruna a Trento, rimarrà aperta al pubblico, con gli orari previsti dallo spazio espositivo. Gli scatti sono stati registrati in formato NEF/RAW da una Nikon DF, con automatismo a priorità di diaframma e obiettivo a focale fissa, 50mm f/2.0, preimpostato sul diaframma a f/8,0 e con una messa a fuoco selettiva operata sul medesimo punto di ripresa. Sono stati quindi selezionati con un accurato lavoro di editing, postprodotti interpretati e infine stampati, con tecnica fineart su carta Hahnemühle Silk Baryta da 310 gsm 100 % a cellulosa, da Luca Chistè.

Trentino | 20 Novembre 2019

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OLPIMPIADI 2026

Corriere delle Alpi | 28 Novembre 2019 p. 28

Il ministro Franceschini: «Saranno i Giochi della bellezza»

Filippo

È Novari il supermanager delle Olimpiadi

HaVENEZIATosattobruciatoin

Corriere delle Alpi | 7 Novembre 2019

volata i rivali, strappando un voto unanime niente affatto scontato alla vigilia. È Vincenzo Novari l'amministratore delegato della Fondazione per i Giochi invernali Milano Cortina: genovese, sessant'anni, laureato in Economi aziendale, un profilo manageriale elevato che l'ha visto al timone delle compagnie telefoniche 3 Italia e Omnitel 2000, avrà il compito di pilotare ogni fase operativa dell'evento da qui al 2026. «Crediamo abbia tutte le qualità per fare un buon lavoro e glielo auguriamo, sarà un grande evento per l'Italia», il viatico del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, a conclusione del vertice romano dei soci olimpici: i sindaci di Milano e Cortina, Beppe Milano e Gianpietro Ghedina; i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia; i presidenti delle province autonome Maurizio Fugatti (Trento) e Arno Kompatscher (Bolzano); il numero uno del Coni Giovanni Malagò e il suo vice vicario Franco Chimenti. la volata vincenteAccanto a Novari, la short list dei candidati stilata dai "cacciatori di teste" dell'americana Spencer Stuart, comprendeva Alberto Baldan il veneziano già a capo di Rinascente e Grandi Stazioni e Tom Mockridge, neozelandese con passaporto italiano già amministratore delegato di Sky Italia. Figure di rilievo, valutate positivamente nel corso dei colloqui face to face svoltisi martedì a Milano, alle quali tuttavia è stato preferito Novari, giudicato «un manager a tutto tondo» alla luce dell'esperienza maturata in più ambiti di business (dalle comunicazioni ai gruppi multinazionali L'Oréal e Danone) culminata nell'esordio imprenditoriale delll'ottobre 2016, allorché ha fondato SoftYou, una startup nel campo dei servizi a valore aggiunto. Nello stesso anno è diventato Special Advisor Italia per CK Hutchinson, ruolo che ricopre tutt'ora e che l'ha indotto ad opporre un drastico "no comment" ai media, in attesa della formalizzazione della nomina e delle dimissioni dal mandato in corso. Il suo compenso? I rumors alludono ad una cifra vicina ai 400 mila euro lordi l'anno, superiore al tetto legislativo previsto nel settore pubblico ma assai lontana dai budget abitualmente riservati ai professionisti di prima fascia. Un divario compensato dalla visibilità globale assicurata dall'incarico.lo sport e il businessDelicata e impegnativa, la mission che attende Vincenzo Novari investirà più versanti. Alla supervisione esecutiva, l'ad dovrà abbinare il dialogo con i soggetti istituzionali il Cio che eroga 980 milioni di dollari ed esige un ruolo primario, il circuito degli amministratori partecipi sul piano finanziario e delle infrastrutture l'attenzione alla salvaguardia ambientale e la trattativa con grandi sponsor e categorie economiche, determinanti in un evento al quale le università Bocconi e Ca' Foscari accreditano avranno un impatto di 2, 85 miliardi di euro in terra lombarda e 1,46 miliardi nell'area veneta (con un valore aggiunto rispettivamente di 1,21 e 0,73 mld) sprigionando un'occupazione stimata in circa mila posti di lavoro. Tant'è. Oltre

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OltreCORTINAaiGiochi invernali, nel 2026 arriveranno anche le Olimpiadi della bellezza. Lo ha assicurato, ieri alla Camera, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, raccogliendo la proposta del deputato Roger De Menech, Pd. «Ci sono storie recenti che mostrano come un investimento su un evento abbia portato alla crescita di quel territorio, basta pensare alle Olimpiadi di Torino, all'Expo di Milano o a Matera Capitale europea della cultura», ha detto Franceschini. «Non c'è dubbio che una Olimpiade così importante come quella di Milano Cortina che copre una intera parte dell'Italia possa consentire di affiancare un investimento turistico e culturale valorizzando le identità locali, l'arte, i cammini, il cibo e tutto quello che c'è. Mi pare ci sia una grande possibilità e lavoreremo come ministero riunito, della Cultura e del Turismo, per fare in modo che mentre si prepara l'evento sportivo si metta a punto anche un grande evento culturale che si puo'chiamare Olimpiadi della bellezza».La novità è scaturita dal "question time" dedicato alle domande dei parlamentri al governo. Quelle del 2026, insomma, saranno le Olimpiadi del bello. E non solo delle grandi città, come Venezia, Verona, Milano, ma anche ha proposto De Menech delle città minori. Un nome per tutte? Il parlamentare bellunese ha indicato Feltre. E poi la bellezza che si può trovare nei paesi, nei borghi. Dalla casa del Tiziano a Pieve di Cadore, a quella di Augusto Murer a Falcade, passando per le chiese ed i musei Franceschini ha assicurato che il ministero terrà conto di questo patrimonio. Ricordando anche che la bellezza passa pure per gli itinerari culturali e spirituali (i Cammini) e la stessa promozione delle peculiarità enogastronomiche.È la cultura che si fa turismo, che ha detto De Menech è occasione di sviluppo per le comunità a cui si riferisce. De Menech, a margine della seduta della Camera, ha detto che ci si metterà subito al lavoro, da Cortina a Milano, ma passando per tutti i centri interessati, in modo da promuovere eventi di richiamo e di valorizzazione già prima dell'appuntamento sportivo. Si tratta, in altre parole, di valorizzare l'identità delle aree con quanto di meglio offrono. Franceschini ha assicurato che il suo ministero ci sarà con tutti i finanziamenti necessari. Francesco Dal Mas

I sindaci chiedono un anno di stand-by

Corriere delle Alpi | 12 Novembre 2019

SANTO STEFANO

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Francesco Dal Mas

«Signor ministro, rinvii i vincoli. Lasci procedere, nel frattempo, la Regione». Corsa contro il tempo per evitare l'ingessatura paesaggistica del Comelico e di Auronzo. Fra un mese scade il tempo delle osservazioni, a metà gennaio il decreto del Ministero e

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VINCOLI: IL CASO DEI TERRITORI DI AURONZO E DEL COMELICO

al top manager, Milano Cortina può contare anche su una first lady, leggi Daniela Ferolla, ex Miss Italia e fidanzata ufficiale del dinamico genovese.

Vincoli, approvata in consiglio la prima delibera per dire di no Francesco Dal Mas NoAURONZOaivincoli paesaggistici. Lo ha deliberato ieri il consiglio comunale di Auronzo, sulla base di una delibera proposta dalla giunta che farà il giro anche di altri enti locali. Recentemente, infatti, la Provincia ha auspicato, con il suo presidente Roberto Padrin, che vi sia un concorso di solidarietà con i Comuni di Auronzo, Comelico Superiore, Danta, San Nicolò Comelico, Santo Stefano e San Pietro, che rischiano di rimanere ingessati con le nuove misure di protezione a loro carico. Il Comune di Auronzo ha presentato una relazione a firma del sindaco, Tatiana Pais Becher, sulla base di un'istruttoria tecnica del competente ufficio comunale. I motivi del no ai vincoli? Anzitutto l'infondatezza della motivazione di necessità di continuità del vincolo per decreto al fine di garantire "un aspetto unitario e uno spiccato carattere d'identità" piuttosto che "singoli episodi di pregio estetico percettivo". È infondata, inoltre, la motivazione di necessità di vincolo per "le dinamiche di trasformazione in atto così viene descritto i fattori di rischio e gli elementi di vulnerabilità ... ascrivibili al processo di abbandono dei versanti, al declino del settore primario, a fenomeni di spopolamento e a una crescente necessità di sviluppo turistico".Secondo il Comune, poi, il territorio è già tutelato per circa il 96,6%. Quindi sono improponibili ulteriori vincoli. Vi è conflitto tra le nuove prescrizioni è un'altra motivazione con la normativa di tutela già esistente e fondata sul Piano d'area Auronzo Misurina, redatto e approvato dalla Regione e con le previsioni e prescrizioni del Regolamento edilizio e delle norme urbanistiche attuative.I vincoli, insomma, non si coordinano con questa strumentazione. Per il Comune vi è anche incompatibilità in materia edilizia ed urbanistica nella definizione delle norme prescrittive della disciplina d'uso, che spesso sconfinano in prescrizioni di tipo architettonico edilizio e di assetto e pianificazione territoriale. E tutto questo anche relativamente alle infrastrutture, la cui competenza, peraltro, è esclusiva della Regione e dei Comuni. La delibera parla poi di ridondanza nelle proposte ulteriori di tutela paesaggistica rispetto agli strumenti di vincolo esistenti e di dati insufficienti relativi alla conoscenza dell'area. Mancano pure dati che siano acquisiti con criteri di scientificità e tracciabilità, in grado di individuare e quantificare le pressioni in atto nei confronti del sistema ambientale conseguenti alle diverse forme di utilizzo del territorio. Per la giunta Pais Becher manca soprattutto una valutazione preventiva di altre disposizione di legge e di regolamentazioni relative alla sicurezza antisismica e idrogeologica, alla gestione dei boschi, alla disciplina ambientale, alla regolamentazione sulla qualità delle acque e alla coerenza con le aree a tutela ambientale SIC e ZPS presenti. La delibera denuncia pure la sproporzionalità dell'estensione territoriale vincolata rispetto all'entità delle aree nelle quali si dichiarano i rischi.Ieri, intanto, sono intervenuti gli ambientalisti di MW per sottolineare che "è molto grave che un consiglio comunale voti contro delle prescrizioni di un Ministero, cioè dello Stato" . Avere la tutela dell'ambiente è una ricchezza, non un danno, afferma Mw, che poi estende la sua riflessione all'impianto da sci tra Valgrande e Val Pusteria. «Questo impianto di fatto risulta non approvabile e alla fine potrà creare 20/30 posti di lavoro; quindi non c'è nemmeno la giustificazione di nuovo lavoro. Inoltre non stimolerà l'imprenditoria privata, perché attori di questo business saranno terzi, estranei al Comelico».

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della Soprintendenza diventa operativo. Ecco perché ieri pomeriggio, a Santo Stefano, si è tenuto un vertice allargato fra i sindaci di Auronzo, Comelico Superiore, Danta, San Nicolò Comelico, Santo Stefano (ha partecipato la vicesindaco), San Pietro; gli avvocati degli Studi Barel e Steccanella; i parlamentari Roger De Menech e Paolo Saviane (assenti giustificati gli altri); i tecnici comunali. Tutti ospiti dell'Unione Montana. Ed è stato proprio il suo presidente, Ianese, a sintetizzare in serata l'esito della riunione.«I parlamentari De Menech e Saviane, ma immagino anche gli altri, chiederanno un incontro al ministro dei Beni culturali, Franceschini, per spiegargli che il nostro territorio è già vincolato per il 95% e che permetta alla Regione di riordinare le misure di protezione, d'intesa con la Soprintendenza», spiega Ianese, «e, concedendo una proroga di un anno, il Governo riuscirà ad ottenere delle misure di tutela finalmente condivise». In sostanza il Comelico ed Auronzo chiedono a Roma di sospendere l'iter (sarebbe forse chiedere troppo la cancellazione) e di riprenderlo una volta che, dopo un'analisi approfondita, Comuni, Regione e Soprintendenza si accorderanno sui limiti da assumere. De Menech e Saviane hanno condiviso l'allarme del territorio perché, imposti i vincoli, «sarebbe impossibile piantare anche due chiodi», come esemplifica la sindaci di Auronzo, Tatiana Pais Becher, «senza chiedere l'autorizzazione alla Soprintendenza».La palla, dal punto di vista operativo, è in mano alla Regione, che un analogo incontro ha già promosso a Venezia. Ma i tempi stringono e in un mese è stato osservato non si riuscirebbe a presentare le osservazioni a tutte le prescrizioni previste e, soprattutto, a trattare sulla cancellazione di alcune e sull'ammorbidimento di altre. Verrà puntualmente informato anche il ministro Federico D'Incà, ieri impegnato in appuntamenti istituzionali (ha fra l'altro ricevuto il presidente portoghese) perché, a sua volta, ne parli con il collega Franceschini.«L'incontro è stato importante perché ci siamo chiariti le idee», sottolinea De Menech, «e i sindaci hanno puntualizzato con efficacia la loro posizione». Soddisfatto anche il senatore Saviane, perfettamente consapevole dell'improponibilità dei vincoli in un territorio già iper protetto. Resta sullo sfondo, mal che vada, il ricorso al Tribunale amministrativo dello Stato.«È l'ultima spiaggia», precisa Ianese, «e come tale intendiamo utilizzarla. Saremo costretti a rivolgerci al Tar se da Roma non arriverà nessun segnale di apertura, e cioè se a metà dicembre scadrà il tempo delle osservazioni e si andrà, entro i 30 giorni successivi, alla conferma dei vincoli annunciati».Ma questa mette subito le mani avanti il presidente dell'Um non vuol essere una minaccia. Fermo nella sostanza, ma prudente nei modi si è proposto ancora il sindaco Marco Staunovo Polacco che, come si sa, è proteso a chiudere positivamente un'altra delicata partita, quella del collegamento sciistico.

Corriere delle Alpi | 19 Novembre 2019

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Vincoli, consegnata al ministro la lettera dei sindaci comeliani

SERRAI DI SOTTOGUDA

Alto Adige | 25 Novembre 2019

Mercoledì alle 18: SOSerrai, Dolomiti da tutelare Nell'ambito degli eventi collaterali alla Mostra "Gasherbrum IV 1958. Verso la Montagna di Luce" il CAI sezione di Bolzano propone in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO per mercoledì 27 novembre alle ore 18,00 al Centro Trevi a Bolzano l'evento: «Campo sentieri Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco» nell'ambito della proposta: «SOSerrai per la ricostruzione dei Serrai di Sottoguda». Sarà presente la Direttrice della Fondazione Marcella Morandini che parlerà anche del ruolo fondamentale della Fondazione Dolomiti UNESCO nell'ambito della protezione e valorizzazione delle Dolomiti.

Corriere

delle Alpi | 28 Novembre 2019 p. 30

SAN NICOLÒ COMELICO

Francesco Dal Mas

È stata consegnata ieri pomeriggio alla Camera la lettera sui vincoli paesaggistici dei sindaci del Comelico e di Auronzo indirizzata al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.L'ha portata a mano il parlamentare bellunese Roger De Menech, il quale ha spiegato anche lo stato dell'arte, rilevando che da parte delle comunità locali c'è stato sconcerto per quella che viene ritenuta l'imposizione di nuove norme in un contesto già gravato da prescrizioni.I sindaci chiedono in sostanza la sospensione per un anno del decreto che il ministro dovrebbe varare entro il 6 dicembre e che comporta l'applicazione di ben 97 nuove forme di tutela del territorio. Il decreto, si sa, è stato approntato dalla Soprintendenza di Venezia. E proprio perché è un decreto, il titolare del ministero non ha le mani libere nella sua gestione; il testo, in altre parole, è blindato dalla norma di settore. Questo lo ha fatto rilevare lo stesso Franceschini a De Menech, evidenziando che il ministro non può che rispettare la norma. Ma Franceschini farà quanto è nelle sue possibilità per venire comunque incontro alle popolazioni del Comelico e di Auronzo.La trattativa con Venezia e con Roma la sta portando avanti la Regione. Ed è proprio su Venezia che insistono in prima istanza i sindaci affinché vari quanto prima il Piano paesaggistico e chieda, allo scopo, un anno di sospensione alla Soprintendenza e al ministero, in modo da completare questo itinerario. Se emerge qualche possibilità in questo senso ha fatto intuire Franceschini a De Menech il ministero ovviamente la asseconderà. Si tratta, comunque, di un percorso difficile e pieno di ostacoli. L'alternativa potrebbe essere il varo del decreto, ma con prescrizioni meno pesanti di quelle prospettate nel primo documento fatto conoscere ai sindaci. Prescrizioni, insomma, alleggerite in alcuni passaggi che non compromettono la tutela ambientale. Si fa l'esempio delle vecchie case di montagna da riqualificare, magari anche solo da tinteggiare, e per i cui lavori sarebbe prescritta l'autorizzazione di Venezia.Se si tratta di modificare un camino esemplificano i sindaci potrebbe bastare il parere dell'Ufficio tecnico comunale. Ben venga, invece, il parere della Soprintendenza nel caso di edificazioni che al limite possono sembrare impattanti, perché localizzate all'esterno dei centri abitati, là dove è maggiore il rischio di creare qualche impatto. Sindaci a parte, sarà ora la Regione a trattare con Roma nell'ultimo miglio. La Regione, come ammesso a suo tempo dall'assessore Gianpaolo Bottacin, ancorché contraria a tutto l'impianto, pare comunque disponibile a contrattare significative semplificazioni che rendano più facile la vita al montanaro. E non lo inducano a fare la valigia.

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Nell'BOLZANOambito degli eventi collaterali alla Mostra "Gasherbrum IV 1958. Verso la Montagna di Luce" il Cai sezione di Bolzano propone in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco per domani, mercoledì 27 novembre alle ore 18, al Centro Trevi a Bolzano l'evento: "Campo sentieri Dolomiti patrimonio mondiale Unesco nell'ambito della proposta: Sos Serrai per la ricostruzione dei Serrai di Sottoguda". Sarà presente la direttrice della Fondazione Marcella Morandini che ci parlerà anche del ruolo fondamentale della Fondazione Dolomiti Unesco nell'ambito della protezione e valorizzazione delle Dolomiti. Ospiti della rassegna culturale e della Mostra promossa e ideata dal Cai sezione di Bolzano "Gasherbrum IV 1958. Verso la Montagna di Luce", si parlerà del progetto Campo Sentieri dello scorso giugno e della campagna di raccolta fondi a favore del recupero dei Serrai di Sottoguda.Campo Sentieri 2019Dal 26 al 30 giugno 2019 circa 80 giovani, dai 12 ai 17, anni hanno trascorso cinque giorni nel cuore delle Dolomiti, imparando a prendersi cura dei sentieri che le attraversano e riflettendo sul senso di comune appartenenza al Patrimonio mondiale. Campo Sentieri è nato da un'idea della Fondazione Dolomiti Unesco e della Sat Società Alpinisti Tridentini, unitamente alle Commissioni Alpinismo Giovanile dell'Alto Adige, del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. Su invito del Cai Veneto, il Cai di Montecchio Maggiore ha messo a disposizione il campeggio "Cadore" in località Peronaz a Selva di Cadore.Il progetto di recuperoLa tempesta Vaia del 29 ottobre 2018 ha distrutto il tracciato pedonale, reso inservibili ponti, muri d'argine, muri a retta e ha asportato tutto il materiale che formava il greto del torrente Pettorina, rendendo inaccessibile la spettacolare gola che unisce la Marmolada al paese di Sottoguda,

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Cai Bolzano, aiutare la rinascita del sentiero Serrai di Sottoguda

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Corriere del Veneto | 13 Novembre 2019

Per la giuria di "Leggimontagna", il Premio letterario promosso dall'Associazione delle Sezioni Cai della Carnia che è stato assegnato la scorsa settimana a Tolmezzo, si tratta di "un capostipite di un nuovo modo di raccontare la montagna non settorialmente, ma in quella sua complessa realtà che è parte non trascurabile del suo fascino. Parliamo del volume "Valle di luce Alpinismo nelle Valli del Sarca e dei Laghi", di Marco Furlani e Alessandro Gogna, che racconta la storia dell'alpinismo e dell'arrampicata nella Valle del Sarca e che si è aggiudicato il secondo premio della sezione Saggistica. "Uno splendido e organico esempio di come dovrebbero evolversi le guide di montagna, non quelle da portare nello zaino, ma da godere e studiare prima della partenza. Gogna e Furlani, infatti, con l’ausilio di un ricchissimo apparato iconografico ben commisurato al testo, riescono a coniugare la storia alpinistica di queste montagne con quella dei boscaioli, pastori e cacciatori che hanno preceduto gli scalatori; sanno passare dalla descrizione dei sentieri escursionistici e di avvicinamento a quella degli itinerari in parete più impegnativi soffermandosi non soltanto sulla tecnica, ma anche sulla storia". Il primo premio nella sezione Saggistica è stato assegnato invece al

Il Fai per i Serrai di Sottoguda: in Veneto il Fondo interverrà con 10.000 euro sul sito distrutto da Vaia, al 49° posto della classifica nazionale "I Luoghi del Cuore", con 7.945 voti. I Serrai fino a ottobre 2018 collegavano i Malga Ciapela e Sottoguda, grazie a un suggestivo percorso di fondovalle accessibile a piedi e in bicicletta, caratterizzato da cascate e natura incontaminata. Vaia ha distrutto i percorsi all'interno della gola e il recupero tanto ambientale quanto turistico, a cui si sta interessando la Fondazione Dolomiti Unesco, sarà inevitabilmente complesso, bisognoso di grandi risorse economiche e di lungo termine.Grazie all'impegno dei volontari Fai di Belluno che si sono subito attivati per la raccolta firme in occasione del censimento della Fondazione in quel momento in corso, quasi ottomila cittadini in poco più di un mese hanno votato questo luogo di estrema bellezza. L'intervento sostenuto da Fai e Intesa Sanpaolo richiesto dal Comune permetterà l'attuazione di un progetto di valorizzazione e incentivazione della frequentazione del borgo, oggi inaccessibile, che prima della distruzione contava 100.000 presenze l'anno. Sarà realizzata una rete di pannelli informativi, che rimanderà per approfondimenti a una piattaforma multimediale con contenuti prodotti anche grazie al coinvolgimento e alle testimonianze della popolazione locale.

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A Leggimontagna premiati Furlani e Gogna per “Valle di luce”

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Trentino | 3 novembre 2019

FAI investe 10mila euro pre rilanciare i Serrai

Diecimila euro per rilanciare i Serrai travolti da Vaia Diecimila euro per i Serrai di Sottoguda. È passato un anno da quando la tempesta Vaia ha cambiato la morfologia di molti comuni. È il caso di Rocca Pietore dove i Serrai di Sottoguda, una gola scavata nelle Dolomiti dal torrente Pettorina, hanno subito danni gravissimi che li hanno resi irriconoscibili e soprattutto pericolosi tanto che l’area è stata chiusa. Il Fai (Fondo ambiente italiano), con Intesa San Paolo, darà 10 mila euro per un progetto di valorizzazione e frequentazione del borgo che contava 100.000 presenze all’anno. Sarà realizzata una rete di pannelli informativi che rimanderà a una piattaforma multimediale con contenuti prodotti grazie alle testimonianze della popolazione locale. I Serrai di Sottoguda si sono posizionati al 49esimo posto nazionale della nona edizione de «I Luoghi del Cuore» con 7.945 voti. (d.p.)

uno dei "Borghi più belli d'Italia". Il progetto di recupero dei Serrai di Sottoguda prevede un percorso a impatto zero, accessibile a tutti, che valorizzi la storia delle Dolomiti e che resista nel tempo. Sono questi gli aspetti imprescindibili che dovranno caratterizzare l'intervento. Ecco come legare il proprio nome al loro recupero: http://www.dolomitiunesco.info/attivita/soserrai

Corriere delle Alpi | 13 Novembre 2019

PREMIO SPECIALE DOLOMITI UNESCO: LEGGIMONTAGNA

ROCCA PIETORE

NOTIZIE DAI PARCHI

Parchi naturali: nei centri visita 95 mila ospiti

LaBellunorecente comparsa nelle librerie del volume "Karl Felix Wolff La grande strada delle Dolomiti" ha offerto all'Associazione Amici del Museo l'occasione di presentarlo a conclusione dell'attività 2019, anno che coincide fra l'altro con il decennale della Fondazione Dolomiti Unesco, che nel 2009 ha sancito il valore universale delle Dolomiti, inserendole tra i patrimoni naturali dell'umanità. E la Provincia di Belluno, che al suo interno ne detiene una gran parte, ne va legittimamente fiera. La presentazione, che gode dei patrocini di Comune, Provincia, Fondazione Dolomiti Unesco, Ente Parco Dolomiti Bellunesi e Cai, avverrà martedì in Sala Bianchi alle 17.30 e sarà condotta dai due autori che hanno curato la redazione della prima edizione in lingua italiana: Ulrike Kindl e Fabio Chiocchetti. "La grande strada delle Dolomiti", scritto da Wolff fra il 1905 e il 1908, divenne subito un classico della letteratura di montagna. L'apertura della strada nel 1909 poi promosse il turismo nella regione, ne stimolò la conoscenza, accese l'interesse verso l'alpinismo. Ulrike Kindl, già docente all'Università Ca' Foscari di Venezia nel dipartimento di Scienze del linguaggio, è collaboratrice scientifica in Istituti che si occupano di ricerche nell'ambito delle tradizioni popolari soprattutto di matrice ladina.Con lei un altro esperto di cultura ladina, Fabio Chiocchetti, che ha curato vari saggi di linguistica, filologia e toponomastica, come dimostrano gli interventi da lui firmati nel libro oggetto della presentazione.

PATROCINIO

Presentazione del libro la strada delle Dolomiti

volume "Sacri Monti" di Guido Gentile (Giulio Einaudi Editore). "Sacri Monti, si legge nella motivazione, racconta la storia di chi, nel XV secolo, volle sostituire i luoghi di devozione di Gerusalemme, ormai perduta dopo le crociate, con un sistema di cappelle costruite generalmente su alture, ma in luoghi più vicini e non ostili. L’opera di Guido Gentile è la sintesi di una lunga e dettagliata ricerca originale che ricostruisce lo scenario culturale e spirituale nel quale maturò l’invenzione dei Sacri Monti". Ad Alex Cittadella, per la sua "Breve storia delle Alpi tra clima e meteorologia" (ed. Club Alpino Italiano / Franco Angeli), è invece andato il Premio Speciale Dolomiti UNESCO

Alto Adige | 10 Novembre 2019 p. 46

Bilancio positivo per la stagione estiva 2019 nei 7 centri visite dei parchi naturali altoatesini, che hanno fatto registrare circa 95.000 visitatori tra turisti e residenti. Fra le varie iniziative proposte, sono state seguite con particolare interesse le attivita di educazione ambientale rivolte ai bambini, quali Junior ranger (27 i ragazzi che hanno conseguito il diploma) e le mostre temporanee Bye Bye Butterfly nel parco naturale Puez Odle, quella sul ritiro dei ghiacciai Goodbye Glaciersnel parco naturale Vedrette di Ries Aurina o la mostra La volpe un predatore silenzioso nel parco naturale Fanes-Senes-Braies. Molti partecipanti anche per le manifestazioni organizzate per i 10 anni delle Dolomiti patrimonio Unesco, delle quali su 150 complessive un terzo si sono tenute in territorio altoatesino e proprio nei parchi naturali. L'assessore Maria Hochgruber Kuenzer sta visitando i 7 parchi naturali e i relativi centri visite. "I parchi naturali e i loro collaboratori rispondono al crescente desiderio dei residenti e degli ospiti di conoscere meglio la natura unica che li connota", fa presente l'assessore sottolineando le peculiarita di ogni singolo parco. "I centri visite dovranno profilare ancor di piu le loro tematiche di punta e proporre attivita divulgative piu mirate a seconda del target di visitatori, tenendo presenti anche gli anziani secondo criteri pedogogici museali", ha affermato l'assessore che sostiene i centri visite nel rendere le mostre permanenti piu attuali grazie a nuovi mezzi d'informazione in grado di rispondere alle nuove esigenze del pubblico.

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Corriere delle Alpi | 30 Novembre 2019 p. 36

Di Fabrizio Torchio

Ad oggi Vigne è ancora commissario straordinario dell'Ente in quanto il direttivo non è ancora stato nominato. «Ciò afferma Vigne , dovrebbe però avvenire a breve in quanto la Regione ha dato l'assenso e quindi contiamo, entro la fine di quest'anno, di arrivare ad averlo». Fatto questo nomineremo il direttore che renderà quindi l'Ente completamente operativo. «Abbiamo purtroppo l'ingegnere in malattia, probabilmente fino alla primavera, per cui alcune cose richiederanno un po' di tempo in più» aggiunge il commissario PropILstraordinario.BILANCIOrioperché

Gazzettino | 26 Novembre 2019

Consiglio direttivo del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi entro la fine dell'anno, dopodichè toccherà al direttore. Nel frattempo il commissario straordinario Ennio Vigne tesse contatti con i vari enti del territorio per far si che il Parco possa tornare ad avere il ruolo centrale che aveva un tempo. Ieri pomeriggio si è tenuta a villa Binotto l'assemblea della Comunità del Parco in cui si è fatta una fotografia dell'Ente dal punto di vista amministrativo ma si è andati anche ad approvare all'unanimità il bilancio di previsione.

Da allora sono cambiate molte cose e, dunque, qual è oggi il ruolo di un'area protetta, nell'ambito di una concezione sostenibile dello Losviluppo?abbiamo

L'intervista Parla Joseph Masè, presidente dell'Adamello Brenta da quattro anni

«Facciamo delle uscite sul territorio su temi di attualità per instaurare un dialogo con la popolazione, lo facciamo con gli amministratori locali. Credo che la vera sfida del Parco sia contribuire a diffondere una coscienza ambientale che ancora manca, attraverso piccole rinunce far comprendere che lo sviluppo può essere sostenibile. Ricordo ad esempio la campagna plastic free nei comuni e nelle scuole, togliendo la plastica monouso. Un diverso linguaggio lo stiamo mettendo in atto: a Ragoli c'era la sala piena nella serata sui cambiamenti climatici».

Il Parco è nato nel 1988: come viene percepito oggi?

I Parchi, per essere meglio compresi, dovrebbero comunicare in modo diverso?

«Soprattutto dalle nuove generazioni viene vissuto come opportunità e valore. Il Parco invita alla riflessione, alla misura, senza no a prescindere, che permette a ciascuno di avere il senso del limite. Il progetto Qualità Parco ha avuto un incremento di adesioni, con oltre 40 strutture ricettive».

«L'idea dell'ambiente sotto una campana di vetro è un concetto fallimentare. Conservare non significa proibire, ma può significare il divieto di antropizzazione di zone che hanno mantenuto la naturalità, come le riserve integrali che vanno mantenute tali. È un Parco con la presenza dell'uomo, l'utilizzo delle risorse non deve essere pregiudizievole e l'attenzione alle istanze è supportata dai pareri di professionisti specializzati. La difficoltà che vedo è che si parla spesso della necessità di tutelare l'ambiente, ma si chiede un passo indietro al Parco più che operare una rinuncia».

Da quattro anni lei è alla guida del Parco: questo è oggi un soggetto riconosciuto anche per lo sviluppo?

«Moltissime sono le attività svolte dal Parco unendo ricerca scientifica ed educazione ambientale. Il Parco è protagonista della ricerca come soggetto attivo, ad esempio sui cambiamenti climatici sull'arco alpino insieme agli esperti di Fem, Muse e Università, studiando le specie i cui areali si spostano in alto così come le fioriture anticipate. Le ricerche vengono trasmesse con attività di educazione ambientale, e il progetto con cui i turisti diventano ricercatori ha un certo successo. Il Parco forma i formatori attraverso i progetti per gli insegnanti, dopo Vaia è stato protagonista del 90% dei ripristini dei sentieri danneggiati».

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chiesto a Joseph Masè , dal 2015 presidente del Parco naturale Adamello Brenta che, ricorda, alle svariate attività di educazione ambientale affianca la ricerca scientifica e un ruolo informativo che viene rivolto in particolare alla popolazione locale. Presidente Masè, che ruolo ha il Parco?

Parco Dolomiti: a bilancio progetti da 3 milioni di euro

LA GUIDA

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l'Ente non ha ancora tutti gli organi nominati, «Il bilancio di previsione è in linea con quello del 2018. Abbiamo quindi un avanzo importante che poi decideremo con il territorio, una volta nominato il direttivo, come destinarlo. Non ho voluto forzare le scelte, lo ritengo poco opportuno» evidenzia Vigne che illustra poi come nel bilancio sono state inserite sei progettualità da circa 3 milioni e 200mila euro, due presentate dai comuni di Pedavena e Santa Giustina e quattro presentati direttamente dal Parco, che

Un Parco invita a capire

Anche l'affermarsi dei Parchi sulle Alpi è un tema che trova spazio nel saggio di Annibale Salsa, il quale in un passaggio dedicato ai paesaggi e ai nuovi immaginari osserva che la visione gestionale dei Parchi, soprattutto di quelli nazionali, in un certo periodo «è stata orientata da visioni prettamente conservazionistiche», con il risultato di opporre le culture del sì e del no, disattendendo l'idea di paesaggio come spazio di relazione fra montanari e ambienti naturali.

Corriere delle Alpi | 8 Novembre 2019

Raffaele Scottini

La sezione del Club alpino investe sui suoi rifugi

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Finiti i lavori alla ferrata "Bocchette Centrali" VAL SonoRENDENAgiuntialtermine i lavori di manutenzione straordinaria della Sat alle attrezzature della conosciutissima via ferrata delle "Bocchette Centrali" sulle Dolomiti di Brenta. Le manutenzioni sono state eseguite in breve tempo e previste in un periodo dell'anno che non penalizzasse troppo la frequentazione. Dal 20 settembre scorso ad oggi infatti le due ferrate Oliva Detassis e Bocchette Centrali erano inagibili, mentre da qualche giorno uno dei tracciati più scenografici e frequentati delle Dolomiti di Brenta è ufficialmente approntato in termini di opere manutentive realizzate. Con la neve appena caduta in quota è dunque rimandata al prossimo anno la frequentazione da parte degli escursionisti di queste ferrate storiche, dove nella bella stagione l'afflusso di persone è così alto da creare veri e propri ingorghi, soprattutto nei passaggi più esposti. Si conclude così questa prima tranche di manutenzioni straordinarie sulle vie ferrate del Brenta. Realizzati tra il 1936 ed il 1968, i tracciati delle due ferrate Oliva Detassis e Bocchette Centrali oggetto delle manutenzioni autunnali, hanno uno sviluppo complessivo di 4.040 metri e sono attrezzate con funi per circa 950 metri complessivi.

IlFELTRECaidiFeltre cresce e continua a investire sui propri rifugi per il miglioramento delle strutture in quota al servizio dei fruitori della montagna. Tempo e impegno da parte della sezione sono stati dedicati quest'anno a predisporre la documentazione tecnica (interessati il Parco delle Dolomiti, Demanio, Regione e Comuni) per interventi da realizzare concretamente nel 2020. A primavera

Il Cai celebra i 50 anni dell'Alta via 2 oggi alle 20,30 all'auditorium canossiano. Parlano Ennio De Simoi (presidente Cai Feltre), Renato Frigo (presidente Cai Veneto), Ester Cason Angelini (fondazione Angelini), Carlo Barbante (università di Venezia), Cesare Lasen (Fondazione Dolomiti Unesco), Ennio Vigne (Parco), Diego Cason (sociologo), il sindaco Paolo Perenzin, Ivano Tisot (protagonista con Louis Pillon della prima attraversata nel 1969), Alessandro Tenca (associazione gestori rifugi alpini del Veneto) e gli ultra trail runner Alessandro Bertelle, Ivan Giordano e Massimiliano Calcinoni. La serata è ideata e condotta da Lucio Dorz e Teddy Soppelsa.

attendono il parere del ministero dell'ambiente. «Per quanto riguarda i nostri progetti illustra Vigne , abbiamo il centro visitatori della Valle Imperina, pian Falcina, il centro Rossi a Belluno e la sostituzione dei mezzi del Parco con altri ibridi». Vigne, nonostante non ci sia il direttivo, ha voluto dare un'accelerata a tanti progetti per far si che si possano velocemente chiudere alcune progettualità che evidentemente sono fondamentali per lo sviluppo turistico e non del territorio.

NOTIZIE DAL CAI

Corriere delle Alpi | 29 Novembre 2019 p. 26

Il Cai celebra il mezzo secolo dell'Alta via 2

DaL'ATTIVITA'sempreVigne è una persona del dialogo e della condivisione. Proprio per questo, una delle prime cose ha fatto nel momento in cui è stato nominato, è stato quello di stringere alleanze e relazioni. Si è quindi interfacciato con la Regione del Veneto, ha aperto il tavolo con Dmo fondazione Gal consorzi turistici, ha aperto il tavolo con il Cai e il tavolo con Veneto agricoltura. «Ora facciamo quello che possiamo poi, quando avremmo tutti i membri del direttivo, ognuno seguirà temi specifici e i tavoli potranno quindi lavorare ancora più intensamente» chiude il commissario.

Trentino | 6 Novembre 2019 p. 42

sono infatti in cantiere il consolidamento della vasca di accumulo della sorgente Fontanel al Dal Piaz, per evitare che scivoli a valle, e il rifacimento dell'impianto fotovoltaico al Boz. NelSOCI2019

Il Cai Belluno "riapre" la Schiara «Solo due sentieri sono chiusi»

Francesco Saltini

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I sentieri sono tornati tutti percorribili. «Dopo Vaia, soprattutto nel territorio dei monti del Sole e in alcune zone della val Canzoi sono cadute ancora tante piante», spiega Ennio De Simoi, «per cui abbiamo dovuto rifare la manutenzione dove già fatta».

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«NelRIFUGInuovo anno sono previsti importanti e impegnativi investimenti: 60 mila euro al rifugio Boz per il rifacimento e potenziamento dell'impianto fotovoltaico e 25 mila euro al Dal Piaz per il consolidamento della cisterna e il potenziamento dell'acquedotto dove possibile», annuncia il presidente del Cai di Feltre. «Questi investimenti sono resi possibili grazie a finanziamenti del Cai centrale, del Parco delle Dolomiti e dalla capacità di investimento della sezione grazie alla sottoscrizione del bollino di tante persone. Sempre più gente è infatti consapevole del ruolo svolto dal Club alpino italiano nella fruizione in sicurezza della montagna per tutti gli appassionati, con sentieri sempre sottoposti a manutenzione e la presenza di rifugi e bivacchi in quota lungo i percorsi più frequentati. Nel periodo 2016 19 abbiamo speso tra sentieri e rifugi oltre 100 mila euro».

Un'estateBELLUNOdi

CURA DEL TERRITORIO

la sezione è cresciuta di 214 soci (più 8, 4 cento rispetto al 2018), raggiungendo il ragguardevole numero di 2750 iscritti. «Nell'ultimo biennio è la sezione Cai d'Italia cresciuta di più (più 450 iscritti) e oggi si colloca tra le quindici più grandi sezioni d'Italia sulle oltre 500 presenti nel Paese», dice il presidente del Cai di Feltre Ennio De Simoi. «C'è un rinnovato interesse per la sezione. Non saprei quale sia la molla, sono tante sfaccettature che portano al risultato. Sono diversi i giovani che si avvicinano e questo fa ben sperare per il futuro».«Andiamo anche nelle scuole», dice De Simoi, «nell'ambito del progetto "Montagna amica e sicura" per fare informazione. Vengono effettuate anche uscite sul territorio con gli studenti e ogni anno c'è sempre più adesione da parte delle scuole di ogni ordine e grado».Nei prossimi giorni i soci riceveranno una lettera per comunicare loro che il tesseramento 2020 inizierà il 19 novembre, con rinnovo possibile anche nei vari recapiti sparsi nel territorio, tra cui si è aggiunto il bar ristorante di Ponte Serra. «Il 2020 poi sarà un anno particolarmente impegnativo per il consiglio direttivo», rilancia De Simoi, «perché dovranno essere delineati i programmi per la ricorrenza del primo centenario di fondazione della sezione nel 2022».

Gazzettino | 16 Novembre 2019 p. 27

grande lavoro per il Cai Belluno, lungo i 93 chilometri di sentieri che attraversano la Schiara in lungo e largo. Un intervento infinito per provare a sistemare ciò che la tempesta Vaia aveva devastato: «È stata dura», commentano il presidente Sergio Chiappin e il suo predecessore Alessandro Farinazzo, «ma la missione estiva è stata portata a termine».Un duro lavoroA fine stagione, nella parte sud della Schiara erano percorribili tutti i sentieri ad eccezione di due: il "509", quello che porta prima a Forcella Cirvoi e poi a Pian de Caiada, e il "506" verso la Forcella Monpiana. «Nel primo caso», prosegue Chiappin, «abbiamo preferito posticipare l'intervento al 2020, visto che Pian de Cajada può essere raggiunta attraverso un altro sentiero; nel secondo, invece, ci siamo visti costretti a rimandare i lavori, visto che i danni erano rilevanti e non dovuti soltanto a Vaia; in passato infatti, si erano già verificati schianti di grossi alberi e frane lungo il sentiero. Nella parte nord, invece, dobbiamo ancora sistemare il sentiero della Val Vachera e qualche punto lungo la strada che dal rifugio Bianchet porta a forcella Nerville».Quando parliamo di sentieri resi percorribili, significa che il Cai Belluno ha aperto dei varchi sezionando gli alberi caduti e ha sistemato la tabellazione e la segnaletica orizzontale: «Soprattutto nella valle del Rui Fret abbiamo dovuto faticare tantissimo e il lavoro non è ancora finito. Il prossimo anno, infatti, oltre a riaprire quelli che non sono ancora percorribili, dovremo intervenire nuovamente su tutti i sentieri per migliorarli e renderli sempre più sicuri».Fondamentali i tanti volontari che hanno dato la propria disponibilità durante l'estate: «Noi del Cai siamo scesi in campo con i circa 15 elementi che compongono la commissione sentieri», sottolinea Chiappin, «ma una grande mano ci è venuta, oltre che dalle condizioni meteo favorevoli, anche da associazioni e persone che hanno a cuore la valle dell'Ardo, in primis la gente di Bolzano Bellunese e dintorni. Ma il nostro grazie va anche all'Ente Parco, al Comune di Belluno con l'assessore Giannone, ai Carabinieri Forestali e all'Unione montana».Le ferrateRecentemente il consigliere comunale Fabrio Rufus Bristot ha sottolineato, con una interrogazione, come le condizioni delle ferrate della Schiara non siano delle migliori. «Le ferrate sono quattro», dice Farinazzo. «La "Zacchi" e la "Berti" sono in condizioni perfette. Per la "Marmol", invece, è pronto un finanziamento del Fondo per i Comuni di Confine, all'interno del progetto per la riqualificazione delle Alte Vie. La "Marmol", unica ferrata dell''Alta Via numero 1, necessita di essere sistemata e adeguata ai moderni criteri di sicurezza. Infine, c'è la "Sperti", al momento inagibile per i distacchi di alcuni chiodi. In questo caso l'ente preposto alla sistemazione è l'Unione Montana, che il prossimo anno dovrebbe portare a termine la sistemazione, con l'ausilio di alcune guide alpine». Il futuro del Cai Il 2020 sarà l'anno delle elezioni: «Noi ci faremo da parte, ora tocca ai più giovani», dicono in coro Chiappin e Farinazzo. «A marzo ci saranno le elezioni, con il rinnovo dell'intero consiglio, a partire dal presidente. Resteremo nel Cai come soci, pronti a mettere la nostra esperienza al servizio di chi dirigerà il club». Per concludere un cenno sulla Gusela del Vescovà, il simbolo della Schiara. Tanti gli allarmi per la sua stabilità, ma Chiappin

e Farinazzo tranquillizzano i bellunesi: «Qualche anno fa c'è stato uno studio dell'università di Padova, che ha trovato la Gusela in buone condizioni. Secondo quel che ci è stato detto, dominerà la Schiara ancora per tanti anni». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI NOTIZIE DAL SOCCORSO ALPINO

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Il Capo dello Stato al Soccorso alpino «Siete il volto bello della nostra Italia»

Francesco Dal Mas GliBELLUNO"angeli" del Soccorso alpino hanno conquistato il Quirinale. E se da ieri il presidente Sergio Mattarella è socio onorario del Cnsas lo è anche grazie agli schianti di Vaia. La pergamena e la medaglia d'oro, che gli sono state consegnate dal presidente nazionale Maurizio Dellantonio, dal coordinatore regionale Rodolfo Selenati e dal consigliere nazionale Fabio Bristot, sono state confezionate utilizzando una pianta abbattuta da Vaia, lavoro effettuato da un artigiano bellunese e da Krea. Alla consegna il Capo dello Stato si è commosso, ricordando fra l'altro la sua ricognizione nei paesi colpiti dall'uragano e la calorosa accoglienza ricevuta a Longarone e a Belluno. «Voi fate parte primaria del volto piu bello dell'Italia, di quello che si presenta con generosità, con senso di comunità, con il senso di consapevolezza che siamo tutti legati da una sorte comune. Chi non lo comprende non sa cosa si perde, chi lo comprende si impegna con generosità», ha riconosciuto Mattarella. «Il nostro Paese è ampio, grande, variegato, ma ha una grande realtà di risorse generose, di persone che si impegnano generosamente. Il vostro è un esempio primario perché lo fate senza richiesta di riflettori, di notorietà, di riconoscimento, ma per lo spirito di solidarietà che chiama le coscienze e le spinge ad aiutare chi è in difficoltà e chi ha bisogno di aiuto».Rivolgendosi poi ai rappresentanti del Soccorso Alpino, il presidente ha sottolineato: «L'esperienza dimostra che una buona parte degli episodi che richiedono interventi di Soccorso sono dovuti a impreparazione, inesperienza e superficialità. E voi supplite a queste carenze che richiederebbero un'azione di educazione alla montagna molto più profonda e diffusa di quanto non si faccia. Voi supplite con la vostra generosità, intervenendo, con sacrifici personali e anche delle famiglie e con dei rischi che si corrono ogni volta per recare soccorso in condizioni difficili e sovente di grande pericolo».«Parole che ci hanno sorpreso per intensità e acutezza», hanno subito commentato Selenati e Bristot, «e che ci incoraggiano a essere ancora più dediti al servizio che svolgiamo». «In occasione del 65° anniversario di Fondazione del Corpo che ho la responsabilità di rappresentare», aveva detto precedentemente il presidente del Cnsas Dellantonio, rivolgendosi al Capo dello Stato, «ritengo sia azione importante ricordare i soccorritori e le loro famiglie, che si impegnano ogni giorno, senza soluzione di continuità e con coefficienti di rischio oltremodo marcati, per garantire un pubblico servizio che viene reso in stretta sinergia con il "Sistema 118". Un servizio che è strategico quanto fondamentale per il nostro Paese e per le sue comunità, nei luoghi e nelle località più impervie dell'Italia, spesso le più fragili».Solo nel Veneto i soccorritori sono 738, tutte persone altamente specializzate, distribuite in 28 sezioni. La provincia di Belluno si onora di poter contare su 484 volontari, che da decenni dimostrano una disponibilità unica, h24, come si dice in gergo. Il Cnsas è una realtà presente su tutto il territorio nazionale. Conta circa 7mila tecnici, donne e uomini che dedicano il loro tempo per essere formati e certificati tecnicamente: «Siamo sempre pronti a intervenire dove viene chiesto», spiega Selenati. «Nel 2018 il numero record di interventi: ma la crescita è costante sin dalla nascita. Più di 9 mila sono stati gli interventi di soccorso effettuati solo nel corso del 2018 (esattamente 9.554), con il salvataggio e recupero di quasi 9500 persone: operazioni che hanno visto coinvolti nel complesso 40.270 soccorritori». «Nella sua storia», ricorda "Rufus" Bristot, «il Soccorso Alpino ha svolto complessivamente 169.836 missioni di soccorso censite, traendo in salvo o recuperando 186.564 persone, di cui 58.820 illesi che si trovavano in imminente pericolo di vita o in forte difficoltà tecnica.

Corriere delle Alpi | 19 Novembre 2019 p. 18

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