Rivista FundsPeople Italia n. 61 aprile 2022

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TENDENZE EMERGENTI di Valerio Baselli

GUERRA RUSSIA-UCRAINA

COME CAMBIANO I PORTAFOGLI EMERGENTI La crisi tra Mosca e Kiev ha sparigliato le carte in tavola e costretto i gestori esposti ai mercati in via di sviluppo a reagire. Ecco come. Buy the dip, questa volta, potrebbe essere un azzardo troppo grosso.

L

o scorso 24 febbraio, il presidente Vladimir Putin ha ordinato alle truppe russe di entrare in Ucraina, tre giorni dopo aver riconosciuto le regioni russofone del Donbass. Lo scoppio del conflitto tra Mosca e Kiev ha fatto schizzare i prezzi delle materie prime, provocato il crollo del rublo, scatenato un’ondata di volatilità sui mercati, costretto la banca centrale russa a chiudere la Borsa di Mosca e, di fatto, ha messo i portafogli esposti ai mercati in via di sviluppo sotto una specie di stress test in tempo reale. Partiamo dal presupposto che, a differenza dei fondi azionari Russia e azionari Europa emergente, i comparti equity mercati emergenti globali erano in media poco esposti ai titoli russi e ucraini, così come lo erano i fondi obbligazionari mercati emergenti globali verso i bond emessi dai due Paesi. Alcuni gestori con esposizione a Mosca hanno comunque ridotto significativ mente le allocazioni. Altri, invece, possono aver modificato le ipotesi dietro

le loro tesi d’investimento, ma hanno mantenuto le loro partecipazioni. In alcuni casi, abbiamo visto entrambe le cose, con decisioni prese su base settoriale o aziendale. Quello che è diventato chiaro al momento della stesura di questo articolo (ndr. 10 marzo 2022) è che la capacità di scambiare questi titoli è praticamente impossibile e che quindi il pricing delle partecipazioni russe è diventato un problema, tanto che alcuni gestori hanno dichiarato che si rifaranno alle fluttuazioni degli ETF scambiati su listini esteri, come riferimento per la performance di quelle posizioni.

GESTORI AZIONARI

Gli analisti di Morningstar si sono messi in contatto con i gestori dei fondi azionari emergenti globali coperti dal Morningstar Analyst Rating (le medaglie) per conoscere le loro opinioni. C’è un chiaro consenso sul fatto che la situazione rimane molto fluida e incerta. C’è anche accordo sul potenziale di uno shock inflazionistico significativo

che potrebbe persistere più a lungo di quanto precedentemente previsto. Rajiv Jain, CIO e manager del GQG Partners Emerging Markets Equity Fund, ad esempio, ha ridotto drasticamente la sua esposizione a Mosca: dal 15% delle attività nel dicembre 2021, a fine febbraio la società ha riferito di essere scesa al 3,7% circa. Il gestore ha detto agli investitori in una conference call in data 24 febbraio, di aver ridotto l’esposizione del portafoglio a quelle aziende che secondo lui avrebbero risentito maggiormente delle sanzioni. Il fondo Fidelity Emerging Markets, gestito da Nick Price e Amit Goel, ha vissuto dal canto suo lo scoppio della crisi con un’esposizione verso la Russia in portafoglio sovrappesata rispetto al benchmark MSCI Emerging Markets (7,6% contro il 3,3%, a fine gennaio 2022). Da allora i gestori sono riusciti a ridurre la quota su Mosca a circa il 2% (a finefebbraio). Alcuni manger hanno invece approcciato la crisi con una posizione leggera verso la Russia, come il JPM Emerging Mar-

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