Gioco News Magazine May 2021 - Gioco News Rivista maggio 2021

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politica

Tanti Comuni scelgono di contenere il gioco attraverso veti e limiti imposti dall’alto: ma altri preferiscono la via del confronto con gli esercenti e della condivisione d’intenti. Ecco qualche esempio virtuoso.

In

questi anni di cronaca praticamente quotidiana dell’evoluzione delle normative locali sul gioco abbiamo, purtroppo, documentato un incremento progressivo delle restrizioni a questo tipo di attività. A colpi, oltre che di leggi regionali, anche di ordinanze sindacali e regolamenti comunali. Fino a generare quello che ormai è universalmente noto come l’effetto espulsivo dai territori di un settore che è per definizione “legale”. Di Stato. E pubblico. Ma, nella selva delle amministrazioni che l’hanno progressivamente ristretto, se non cancellato, a suon di distanziometri e limiti orari, ne emerge qualcuna che ha scelto un’altra via. Quella del confronto, del dialogo con gli operatori del comparto, dando luogo sì a delle norme, ma condivise. Con l’obiettivo di contemperare tutela della salute e del lavoro. Dei precedenti che fanno sperare che non tutto sia perduto e che possono essere “d’ispirazione” per chi ancora non ha legiferato sul tema ma, magari, ha intenzione di farlo senza cedere alle lusinghe del proibizionismo. O di qualcosa che gli somiglia molto.

L’azzardo di Novara Cominciamo dal Piemonte, al centro dei riflettori in queste settimane per il travagliato iter della modifica della legge sul gioco del 2016. Con il ritiro della Pdl del leghista Claudio Leone – che si proponeva di eliminare la retroANNA COLOMBO

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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2021

di Francesca Mancosu

attività della normativa vigente – per l’impossibilità di trattarla,v isti i 65mila emendamenti presentati dalla minoranza, e la decisione della Giunta di elaborare un Ddl. Prima di questo imprevisto colpo di scena, fra le voci dei tanti Comuni che si opponevano al ritocco delle norme in essere, si è levata quella contraria dei consiglieri comunali di Novara, che hanno bocciato in massa la mozione dei colleghi d’opposizione del Movimento 5 Stelle e del Partito democratico atta a mantenere il distanziometro regionale. Per non penalizzare ulteriormente le aziende del gioco legale, e, come spiegato dalla capogruppo della Lega Anna Colombo, perché “il contrasto al gioco d’azzardo va fatto in forma educativa e di prevenzione sociale”. È lei stessa a chiarire “come”. L’idea “sarebbe di cominciare a fare dei corsi informativi ai ragazzi, almeno nelle scuole superiori, visto che a quell’età possono esperire il gioco, hanno qualche soldo in tasca, e quindi sarebbe utile dargli una prospettiva di quello che può succedere quando il gioco diventa una malattia. Un’altra ipotesi da valutare è quella di segnalare i giocatori patologici e di organizzare una serie di incontri anche con gli adulti. Credo che prevenire sia meglio che curare, per il gioco come per il resto. Le distanze e gli orari non servono più di tanto, e, spesso, dove non c’è l’occasione di praticare il gioco legale ci si rivolge a quello illegale. A tal proposito, servirebbe un’a-

PH. RUPERT BRITTON, UNSPLASH

L’eccezione e la regola


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