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prato n.
winter
2022
COOL COLORS
Jury Chechi
I L G R A N D E C A M P I O N E P R AT E S E O LT R E G L I A N E L L I
Pamela Villoresi RICORDI DELLA SUA CITTÀ
Vivere il centro
COSA FARE, DOVE ANDARE: LUOGHI DA NON PERDERE
Arte
LE NUOVE MOSTRE A L C E N T R O P E C C I E PA L A Z Z O P R E T O R I O
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13 EDITORIALE Una città da amare
14 AGENDA MOSTRE
26 VIVERE IL CENTRO Cosa fare, dove andare: i luoghi da non perdere di Martina Olivieri
16 AGENDA SPETTACOLO 40 MODA 20 LO SGUARDO DA DENTRO Alberto Gramigni
Cool Colors di Teresa Favi
Un po’ di Prato a New York
22 OLTRE GLI ANELLI
52 IO, PAMELA
Jury Chechi, i suoi nuovi progetti e quell’infortunio che gli ha cambiato la vita di Matteo Parigi Bini
Pamela Villoresi: ricordi della città d’origine
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56 L’ANNUNCIAZIONE: MISTERO E MERAVIGLIA 22 artiste internazionali dialogano
76 UN PRIMATO IMPORTANTE PER IL SOCCORSO la Fondazione Italia Sociale
con le opere di Palazzo Pretorio lo ha inserito tra i luoghi civici più belli
64 UNA NUOVA STAGIONE
e inclusivi d’Italia
Il Centro Pecci riparte dalla sua storia: in mostra collezioni e movimenti
78 ECCELLENZA DA GUSTARE
di pensiero di Francesca Lombardi
Pasticceria Vella Cafè, la tua oasi di bontà dalla colazione all’aperitivo
72 RIVIVE IL PASSATO Il lungimirante esempio
81 PRATO ESSENTIAL GUIDE
di ristrutturazione conservativa firmato Beste di Matteo Grazzini
82 MESSAGGI DALLE STELLE
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prato
DIRETTORE RESPONSABILE
Matteo Parigi Bini MODA
Teresa Favi REDAZIONE
Sabrina Bozzoni, Teresa Favi, Matteo Grazzini, Francesca Lombardi, Virginia Mammoli, Mila Montagni, Martina Olivieri, Elisa Signorini CONTRIBUTORS
Claudio Cannistrà FOTOGRAFI
Ela Bialkowska, Agnese Fochesato, Dario Garofalo, Francesco Giannella, Alessandro Moggi, Pasquale Paradiso, Anita Scianò, Zepstudio GRAFICA
Martina Alessi, Melania Branca DIRETTORE COMMERCIALE
Alex Vittorio Lana PUBBLICITÀ
Gianni Consorti, Alessandra Nardelli SOCIETÀ EDITRICE
Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italia tel +39.0574.730203 - fax +39.0574.730204 redazione@gruppoeditoriale.com Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP STAMPA
Baroni & Gori - Prato Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
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EDITORIALE
UNA CITTÀ DA AMARE
P R AT O E L E S U E B E L L E Z Z E E N O V I TÀ , TRA SPECIALI ITINERARI E INTERVISTE ESCLUSIVE Saremo forse di parte, ma Prato è una città che rimane nel cuore. Se anche si passa da quella fase congenita in cui si ha voglia di scappare e andare altrove, poi la voglia di tornare arriva, è una certezza. Perché è una città piena di vita e calore, sempre in movimento, dall’arte alla gastronomia. Perché è bella, una piccola perla medievale, con tanto di castello federiciano in centro storico, ma al contempo una delle città dove il contemporaneo trova maggiore spazio. Per questo abbiamo deciso di accompagnarvi nel cuore di questa città, e mostrarvi quello che, come spesso accade per le cose che si hanno davanti agli occhi, a volte dimentichiamo e che invece va gustato, con questo speciale itinerario del centro. Sono i luoghi tanto amati da Jury Chechi, la nostra cover story di questo numero, grande campione della ginnastica artistica. Ci ha raccontato l’infortunio che in un certo senso lo ha reso il Signore degli anni che tutto il mondo conosce. Attaccata alle sue radici pratesi è anche l’attrice Pamela Villoresi, di recente al Politeama con lo spettacolo Viva la vida, in cui interpreta l’artista Frida Kahlo, che con noi parla della sua infanzia, quando abitava alla Pietà e andava a trovare la nonna in piazza San Francesco. C’è poi il Soccorso, decretato da Fondazione Italia Sociale come uno dei dieci luoghi civici d’Italia più belli, attivi e inclusivi, al nono posto della graduatoria guidata dal Rione Sanità di Napoli e dal complesso monumentale delle Murate di Firenze, in quanto “area periferica protagonista di un progetto di rigenerazione urbana e pratiche sostenibili”. E Beste, la grande azienda tessile che torna a Prato con il suo nuovo hub all’avanguardia, negli stabilimenti storici dell’ex Lanificio Affortunati in via Bologna. Mentre per l’arte, non potevamo non parlare delle nuove mostre al Centro Pecci e al Museo di Palazzo Pretorio, assolutamente da visitare, leggete più avanti e vedrete!
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AGENDA MOSTRE
L’ARTE E LA CIT TÀ , CENTRO PECCI FINO AL 12 GIUGNO 2022
TRILOGIA URBANA, CENTRO PECCI FINO AL 30 GENNAIO 2022
RICOGNIZIONI
L E N U O V E M O S T R E A P R AT O , T R A B E L L E Z Z A E SPUNTI DI RIFLESSIONE Nuove mostre a Prato, a cominciare dal cartellone del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci che a novembre si è rinnovato con due nuove esposizioni curate da Stefano Pezzato: L’arte e la città, fino al 12 giugno 2022, e Trilogia Urbana, fino al 30 gennaio 2022, entrambe inaugurate in occasione dell’apertura al piano terra del Museo, del nuovo Urban Center, laboratorio e osservatorio sulle trasformazioni urbane, ma anche teatro e spazio di installazioni immersive. La prima mostra indaga i rapporti fra arte contemporanea e ambiente urbano attraverso opere provenienti dalle collezioni museali e rari materiali d’archivio. Aprono e chiudono il percorso espositivo alcune
opere espressamente ‘made in Prato’, accompagnate da un corpo di lavori di una quarantina fra artisti e gruppi, sia italiani che internazionali, tra cui dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video, disegni e stampe. Trilogia Urbana presenta invece una selezione di film e progetti di Architettura Radicale incentrati sul tema della città, firmati da Gianni Pettena e dai gruppi Superstudio e Ufo. A proseguire questa ricognizione sulle esperienze dell’Architettura Radicale raccolte al Centro Pecci, sempre sotto la cura di Pezzato, dal 18 dicembre al 22 aprile 2022 Spazio Radicale, un excursus di vari lavori cruciali per lo sviluppo di questo movimento. Inaugurata invece l’11 dicembre la nuova mostra Hi
Woman! La notizia del futuro, del Museo di Palazzo Pretorio, che porta a Prato fino al 27 febbraio 22 artiste internazionali, tra cui Marlene Dumas, Lucy McKenzie, Paola Pivi, Jenny Saville e Marianne Vitale. Chiamate a esporre la loro ‘annunciazione’, ognuna con il proprio linguaggio: pittura, scultura, video e suono. 22 artiste che sono contemporaneamente nel ruolo dell’angelo e della Vergine, e dunque sia portatrici che destinatarie di una rivoluzione astratta, simbolica e profondamente concreta, e che si mettono in dialogo con le opere della collezione permanente, creando a volte sintonia altre volte cortocircuiti potenti e stimolanti. Prorogata fino al 23 gennaio 2022 la mostra al Museo del
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Tessuto, Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba: circa 120 oggetti della collezione Chini - tra tessuti, gli straordinari costumi della prima della Turandot, maschere teatrali, porcellane, strumenti, sculture, armi… diventati spesso soggetti dei dipinti di Galileo Chini, pittore e scenografo, scelto da Puccini per la sua Turandot. Infine, fino al 16 gennaio, nello spazio espositivo dello studio BBS-pro, in via del Carmine, la mostra organizzata dall’associazione Accaventiquattro Arte We Wish You, lo speciale progetto site specific del duo Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, dedicato alle festività natalizie, suddiviso in tre interventi distinti, ma in reciproca relazione.
HI W OMAN! LA NOTIZIA DEL FUTURO, MUSEO DI PAL AZZO PRETORIO FINO AL 27 FEBBR AIO 2022
AGENDA SPETTACOLO
La Misa de San Ignacio di Zipoli
24 dicembre 2021 Chiesa di San Francesco Festival Zipoli direttore, Elia Orlando Durante la Messa di Natale un omaggio al grande compositore pratese Domenico Zipoli, padre gesuita che nel Settecento, nelle giungle dell’America del Sud compose un notevole numero di opere ed eseguite all’epoca dai nativi. Con il Coro Euphonios Vocal Ensemble e l’Orchestra d’Archi della Scuola di Musica G. Verdi di Prato.
Col nome del guadagno. Francesco di Marco Datini
Le signorine
Lo sguardo avanti
Beppe Allocca, artigiano pratese (fiorentino di nascita) con la passione per il teatro porta in scena la storia di Francesco di Marco Datini, uno tra i più celebri pratesi che ha influenzato l’economia e le sorti del nostro pianeta. Alloca entra e esce dal medioevo, viaggiando per tante città europee. Con lui conosciamo anche la moglie di Datini, Margherita, l’amico fidato, il notaio Ser Lapo Mazzei, e uno degli autori preferiti di Francesco: Dante Alighieri. Un monologo ironico che si prende la briga di raccontare una storia alleggerendola con sane risate.
Due sorelle nubili trascorrono la loro esistenza in un continuo scambio di accuse reciproche. Le Signorine è una commedia che sa sfruttare abilmente la comicità che si cela dietro al tragico quotidiano, soprattutto grazie a due formidabili attrici del nostro teatro, che trasformano i litigi e le miserie delle due sorelle in occasioni continue di gag e di risate.
Due serate dedicate a Bach. La voce del baritono Mauro Borgioni è al servizio di due Cantate che esprimono in musica il conforto e la dolcezza di una meditazione spirituale. Un giovane direttore italiano di ventotto anni, Claudio Novati, alla testa della Camerata Strumentale, è l’interprete di questo programma di speciale bellezza.
14 - 16 gennaio 2022 Teatro Borsi di e con Beppe Allocca
22 - 23 gennaio 2022 Teatro Politeama regia di Pierpaolo Sepe con Isa Danieli e Giuliana De Sio
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26 e 27 gennaio 2022 Chiesa di San Francesco Camerata Strumentale direttore, Claudio Novati baritono, Mauro Borgioni
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AGENDA SPETTACOLO
Samusà
8 e 9 marzo 2022 Teatro Politeama di e con Virginia Raffaele regia di Federico Tiezzi
Dall’incontro fra la regina di brillanti parodie sul piccolo schermo da una parte e il grande regista Federico Tiezzi dall’altra, sboccia Samusà: un titolo ispirato a una parola in gergo, propria del mondo dei giostrai nel quale affonda le radici l’infanzia di Virginia Raffaele, artista dei mille talenti che racconta: “Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco-mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi”.
Sandokan o la fine dell’avventura
12 marzo 2022 Fabbricone/Met Ragazzi con i Sacchi di Sabbia
Le avventure della tigre della Malesia finiscono su un tavolo da cucina trasformando gli ortaggi in armi e i paesaggi esotici, in un clima fantastico e surreale. I Sacchi di Sabbia affrontano le avventure del pirata della Malesia in una messa in scena originale e comica, a tratti irresistibile. Una ricetta fatta d’ingredienti semplici, che si combinano per dare forma a uno spettacolo eccentrico, divertente e intelligente.
Giorni felici
di Samuel Beckett 16 - 20 marzo 2022 Teatro Metastasio di Massimiliano Civica
Un’intensa prova per Monica Demuru in scena nel ruolo di Winnie, sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, con Willie, il marito alias Roberto Abbiati. E mentre la sabbia ricopre inesorabilmente entrambi, Winnie chiacchiera senza sosta, in un’alternanza insensata di momenti che sono il cuore della straordinaria esplorazione beckettiana della vita ai margini della follia. Prima assoluta.
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Per me si va nel teatrino oscuro. Da Rodari a Dante
20 marzo 2022 Teatro Borsi/Borsi Bimbi di e con Rossella Ascolese Come nella Divina Commedia, Pulcinella in cerca di se stesso e delle origini del teatro di figura, scende agli inferi, ma trova: ‘chiuso per ferie’. Così per caso o per fortuna, comincia il suo viaggio alla scoperta dell’al di là, ma… a ritroso! Ovvero a partire da quello che definisce o paraviso de’ maschere e de’ marionette per arrivare in fondo a un teatrino oscuro accompagnato da Gianni Rodari nei panni di Virgilio che gli aprirà le porte di favole!
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Il modo migliore per cominciare una giornata, festeggiare un’occasione speciale o anche solo concedersi una coccola. Per tutto questo c’è Vella Cafè, la pasticceria di Marco Colzi, vincitrice della puntata tutta pratese del programma targato Real Time Cake Star: Pasticcerie in sfida 2021, conquistando il famoso pasticcere Damiano Carrara e la conduttrice Katia Follesa grazie a una favolosa kermesse di dolci, fatta di torte e semifreddi, ma anche sfiziosi mignon.
Il meglio dell’alta pasticceria italiana unito alla creatività di alchimisti dei sapori per risultati che spaziano dai grandi classici a creazioni inedite. Senza dimenticare l’arte della caffetteria, pilastro della cultura italiana, servito sempre con un caloroso sorriso. Di produzione propria, preparati ogni giorno in laboratorio utilizzando solo i migliori ingredienti, anche tutti i salati esposti nel bancone, dalle schiacciatine vuote o ripiene alle pizzette, passando per deliziosi tramezzini e cornetti salati. La tua pausa di gusto, per tutti i gusti.
LO SGUARDO DA DENTRO
UN PO’ DI PRATO A NEW YORK
ALBERTO GRAMIGNI CON I SUOI DUE SOCI FRANCESCO BRACHETTI E A L E S S A N D R O B I G G I C O N Q U I S T A L A G R A N D E M E L A C O N L’ A V O C A D E R I A DI MARTINA OLIVIERI
DA PRATO A NEW YORK PER UN SOGNO INTERAMENTE DEDICATO ALL’AVOCADO
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LO SGUARDO DA DENTRO
Preparano toast, bowl, insalate, smoothies e dolci. Tutto a base di avocado. Due pratesi doc, Alberto Gramigni e suo cugino Francesco Brachetti, e l’amico modenese Alessandro Biggi nel 2017 hanno aperto un bar dedicato al cremoso frutto verde a Brooklyn, New York. Si chiama Avocaderia e porta nella Grande Mela tutti i loro sogni. Alberto, com’è iniziata la tua avventura nel mondo della ristorazione? È iniziata proprio con il progetto Avocaderia! Mi sono laureato in architettura e dopo 2 mesi sono partito per New York, negli anni precedenti avevo organizzato eventi ma tutte iniziative spot anche se mi è sempre piaciuto dar vita a dei progetti in cui ci fosse anche il cibo. Perché con i tuoi due compagni di viaggio avete scelto New York? Stavo ultimando gli studi a Firenze, Alessandro abitava a Seattle dove lavorava per Zooppa una startup di HFarm e Francesco a Città del Messico. New York ci è sembrata il posto giusto in cui sviluppare Avocaderia, per vitalità, dinamismo, e perché è una città matura che ha il giusto spazio per far crescere un progetto come il nostro. Oggi pranziamo all’Avocaderia: i piatti che ci consigli assolutamente di assaggiare? Sicuramente gli open face toast, le bowl e gli smoothies... tutti a base di avocado! Sono piatti salutari ma gustosi. Da non perdere il Chill out con avocado schiacciato, lime, olio di oliva, peperoncino e fiocchi di sale, per apprezzare davvero l’avocado di qualità. Anche gli smoothies sono da assaggiare, l’avocado gli da una consistenza cremosa davvero unica. C’è un po’ di Prato nel vostro menu? C’è sicuramente un po’ di italianità! Fin dall’inizio ho sempre cercato di incorporare gusti mediterranei con ingredienti e preparazioni di ispirazione più globale. Quando dico italianità non intendo solo per le materie prime, ma proprio per l’approccio alla cucina e al gusto, su come fare cose buone mantenendo freschezza e semplicità. Ma c’è anche un po’ di Prato: i test del primo menu e tutte le ricette del nostro libro uscito a dicembre 2018 le ho provate in un bellissimo capannone industriale che condividevo con gli amici di associazione Chi-na in piena Chinatown in via pistoiese! Che gusti hanno gli americani in tema di cibo? Molto diversi dai nostri, ci siamo scontrati con queste differenze fin da subito. Avevamo pensato condimenti semplici e leggeri, mentre li è normale
usare dressing particolari carichi di gusto. Ci sono tanti regimi dietetici e si tende a consumare meno carboidrati e molte proteine. Tuttavia, le persone sono molto più aperte e per tanti aspetti hanno una maggior conoscenza di ingredienti e ricette particolari. Adesso sei tornato a Prato, hai altri progetti in cantiere? Ti va di raccontarci qualcosa? Quando son tornato la prima volta ho rilevato un locale esistente con altri amici e lo abbiamo spostato in un bellissimo spazio accanto al teatro Metastasio. Si chiama Schiaccino, è un format di panificazione e vini naturali. Abbiamo cominciato da pochi mesi anche una collaborazione con Amblé, locale di Firenze che propone cibo salutare, tramezzini, insalate, bowls, centrifughe e spritz. Da più di un anno lavoro con altri amici anche ad un progetto di gastronomia contemporanea, Su.go - Supper to go che aprirà a fine dicembre in via pomeria. In cantiere c’è anche un progetto con un caro amico, lo chef pratese Edoardo Fiaschi, ma è un’idea troppo embrionale per rivelarvela. Cosa ti mancava di Prato quando eri lontano? A parte gli affetti, forse la maggior facilità che hai nel fare le cose, ma non so se è una ALL’AVOCADERIA NATA cosa positiva (ride, ndr). Ogni A BROOKLYN NEL 2017 tanto comunque fa bene uscire TUTTI I PIATTI SONO A BASE DI AVOCADO. dalla comfort zone! TOAST, INSALATE, BOWL , Tre posti che ci consigli per SMOOTHIS, COSÌ ALBERTO, bere con gli amici a Prato FRANCESCO E ALESSANDRO Per i vini tutti naturali all’Enoteca HANNO CONQUISTATO NEW YORK! Wild e da Schiaccino! Per i cocktail al Caveau. Un sogno nel cassetto? Mi piacerebbe creare un incubatore per aziende e progetti legati al cibo e all’enogastronomia, in modo da creare un ecosistema circolare tra tutti i progetti, che sia attrattivo di talenti e che possa anche creare valore sociale sul territorio.
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JURY CHECHI, UNO DEI VOLTI PIÙ NOTI DI PRATO, GRAZIE AI SUOI ORI NELLA GINNASTICA ARTISTICA MONDIALE
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OLTRE GLI ANELLI
J U R Y C H E C H I , I S U O I N U O V I P R O G E T T I E Q U E L L’ I N F O R T U N I O C H E G L I H A C A M B I AT O L A V I TA D I M AT T E O PA R I G I B I N I
È uno degli atleti più amati e conosciuti degli anni ’90 ma il suo successo è andato oltre ai suoi anelli di cui rimane il re indiscusso. Jury Chechi, classe ’69, ci racconta i suoi tanti progetti, il suo amore per i figli e per la nostra città, e quell’infortunio senza il quale non sarebbe diventato il Signore degli Anelli… Come è nata la tua passione per la ginnastica? Quasi per caso. Ho iniziato da bambino a Prato. Mia madre mi portò a prendere mia sorella in palestra e fu amore a prima vista. Avevo provato altri sport ma la ginnastica mi è subito piaciuta, sicuramente anche il bellissimo clima che si viveva, per i tanti compagni che sono diventati amici e per i bravissimi allenatori che mi hanno accompagnato… da quella palestra è nato tutto. È vero che da piccolo avevi scritto già un tema in cui sognavi di vincere un oro alle Olimpiadi? Sì, era già un paio d’anni che facevo ginnastica, sai come tutti i bambini avevo un sogno ed era molto chiaro! Nell’84 hai vinto i campionati toscani e da lì è iniziata la tua carriera da professionista… Avevo 15 anni. Fu una decisione molto difficile, dovevo abbandonare Prato per spostarmi a Varese e io a casa stavo molto bene. Però era talmente tanta la voglia di raggiungere l’obiettivo che non ebbi dubbi, incoraggiato anche dal mio allenatore dell’epoca Tiziano Adolfetti, e mi trasferii in collegio a Varese. A Prato non era pensabile, da un punto di vista sia tecnico che di strutture, riuscire ad arrivare ad alti livelli. Nel ’92 ti ha fermato un infortunio prima delle
Olimpiadi. Nel ’96 ad Atlanta però è arrivato il successo più importante. Come sei riuscito a reagire e addirittura a vincere l’oro olimpico? Non è stato per niente facile anche perché dopo la rottura del tendine di Achille, purtroppo, non potevo più eccellere in alcuni attrezzi e nel corpo libero. Quindi fu proprio quell’incidente che mi costrinse a specializzarmi solo in alcune discipline… soprattutto gli anelli. Sono stato sfortunato ma da quella criticità ho trovato un’opportunità. Gli anelli mi hanno aiutato a uscire da quella situazione difficile, perché insomma, ho rotto il tendine una settimana prima di partire per le Olimpiadi di Barcellona! Nel 2004 un altro podio molto importante, la medaglia di bronzo ai giochi di Atene… Forse paradossalmente ancora più importante dell’oro di Atlanta. È stata una vera e propria sfida, una cosa che per molti era impossibile. Per me era ancora importante mettermi in gioco e finire la mia carriera agonistica come dicevo io. Avercela fatta mi ha gratificato moltissimo. Oggi mi considero un uomo più forte proprio per l’impegno che ho messo per raggiungere quel bronzo. Chiaro che l’oro è la vetta più alta… ma a 35 anni, dopo l’incidente, quel recupero ha un valore davvero unico per me. Oggi lo sport è ancora il tuo mondo e hai addirittura aperto un’Academy di Calisthenics. Come è nata la passione per questa disciplina? È una ginnastica tutto a carico naturale, che in qualche modo deriva un po’ dalla ginnastica artistica. Mi piace perché si lavora molto a corpo libe-
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COVER SPORT
JURY CHECHI È FONDATORE E COACH DELL’AC ADEMY DI C ALISTHENICS
ro, utilizzando attrezzi come le sbarre, le parallele e gli anelli. È una disciplina nuova ma molto divertente e gratificante e che può fare chiunque anche se logicamente se sei allenato a fare quegli esercizi da sempre come me è tutto più facile. Hai vissuto in tanti luoghi per lavoro, però Prato è sempre stata la tua città. Che cosa ti lega così tanto a questo luogo? È la mia città. È quella che mi ha dato l’opportunità di iniziare questa carriera importante, quella che mi ha formato, non solo come atleta, ma anche come uomo. Sono contento che i miei figli vivano e stiano crescendo in questa città. Credo che sia un luogo che dà grandi opportunità, al momento, secondo me, non sono sfruttate al massimo, ma mi auguro fortemente che questa cosa possa cambiare. Quali sono i tuoi luoghi preferiti della città? Abito praticamente in piazza del Duomo ormai da diversi anni e amo molto vivere nel cuore pulsante della città. Quando i miei amici mi vengono a trovare mi piace fargli vedere i tanti bellissimi luoghi che abbiamo e che spesso diamo per scontati: il Castello dell’Imperatore, Palazzo Pretorio, l’ex Campolmi con il Museo del Tessuto, il Centro Pecci… Se riuscissimo a far arrivare qualche turista in più da Firenze sono sicuro che non rimarrebbe deluso dalla bellezza della città.
Oltre allo sport quali sono le tue passioni? Lo sport rimane sempre la mia grande passione, anche se non lo faccio come prima, lo pratico per quel poco che posso e quando ho il tempo, ma mi fa stare ancora molto bene. Ma la cosa che mi sta gratificando di più, a parte le attività di lavoro, è di essere padre e di poter veder crescere Dimitri e Anastasia. Al momento è la cosa più bella che ho fatto e che sto facendo. Sono loro due le mie vere passioni. Ti vediamo spesso in televisione. A quali programmi sei più legato e i tuoi prossimi progetti? Mi piace molto la televisione ma solo quando mi offrono proposte interessanti. L’altra estate ho partecipato a Il circolo degli anelli con Alessandra De Stefano che attualmente è direttore di Rai Sport, che ha avuto un grande successo. A dicembre andrà in onda lo speciale della trasmissione condotta da me, Alessandra e Sara Simeoni. A dicembre condurrò anche gli awards della Gazzetta dello Sport, dove si premieranno i 10 atleti più importanti dell’anno. Quando si parla di sport, raccontato magari anche con un po’ di leggerezza, ma sempre con competenza amo andare in tv. Non amo invece partecipare ad altre trasmissioni come i reality, ma questo è un mio limite.
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TR A I SUOI PIÙ GR ANDI TR AGUARDI L’ORO NEGLI ANELLI ALLE OLIMPIADI DI ATL ANTA DEL 1996 E IL BRONZO A QUELLE DI ATENE NEL 2004, ANCOR A PIÙ PREZIOSO PERCHÉ OT TENUTO DOPO UN GR AVE INFORTUNIO
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VIVERE IL CENTRO
COSA FARE, DOVE ANDARE: I LUOGHI DA NON PERDERE D I M A RT I N A O L I V I E R I P H O T O PA S Q U A L E PA R A D I S O
C AMPANILE DEL DUOMO
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SE NON VI STANCATE DI PASSEGGIARE, IL CENTRO DI PRATO SAPRÀ DAVVERO STUPIRVI 1. PIAZZA GIOVANNI CIARDI 2. PIAZZA DEL DUOMO 3. MONUMENTO A FR ANCESCO DATINI 4. PR ATO VISTA DA VIA GARIBALDI
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ITINERARI INVERNO
PAL AZZO PRETORIO, UN TEMPO SEDE DEL COMUNE E OGGI DEL MUSEO DI PAL AZZO PRETORIO
Si sente sempre il profumo di pane caldo tra le vie del centro, il chiacchiericcio familiare, il rumore di passi che corrono veloci. Prato è così. È viva, luminosa, trasparente. C’è chi la vive senza cambiare le proprie abitudini da anni. C’è chi l’ha abbandonata, preferendo mete più lontane, ma ci torna sempre con grande piacere. Perché a Prato si vive bene: è una città a misura d’uomo, dove non mancano proposte culturali, artistiche ed enogastronomiche che niente invidiano alle tanto caotiche metropoli. E, infatti, chi viene a visitarla per la prima volta rimane affascinato, forse non se l’aspetta che la vicina di Firenze possa regalare un così variegato concentrato di bellezza. Tra le vie del centro svetta piazza Duomo, il cuore pulsante della città con la sua cattedrale di Santo Stefano. Famosa soprattutto per la presenza di una reliquia sacra all’interno della chiesa, la sacra cintola della Madonna, che viene esposta ai pratesi per le feste religiose. Sotto Natale la piazza si veste a festa, con una grande stella luminosa e il consueto
albero di Natale che campeggiano al centro e incorniciano il Duomo di bellezza. Se volete godere a pieno dell’atmosfera natalizia di piazza del Duomo o semplicemente riposarvi in un ambiente delizioso ricordatevi una sosta da Cintelli Cake away per una fetta di torta da leccarsi i baffi. Le potete anche incartare e riportare a casa.. ne vale la pena. Addobbi, attrazioni e luminarie coinvolgono tutto il centro, quest’anno più che mai. Da Via Garibaldi a Via del Corso, lo scintillar delle luci colorate investe ogni angolino prezioso della città e arriva in piazza del Comune dove si trova il Palazzo Pretorio, antico palazzo comunale di Prato, oggi sede del Museo di Palazzo Pretorio. In Via Benedetto Cairoli fermatevi da aTipico, per un rifornimento di prodotti della Strada dei vini di Carmignano e dei sapori tipici pratesi, dal vino all’olio passando per i cantucci ed il pane. Tappa obbligatoria come non potrebbe essere il Biscottificio Antonio Mattei dal 1858, per tutti i pratesi il famosissimo Mattonella. Da pro-
VIVA, LUMINOSA, TRASPARENTE. PRATO È COSÌ, UNA CITTÀ A MISURA D’UOMO
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ITINERARI INVERNO
CASTELLO DELL’IMPER ATORE E PIAZZA DELLE CARCERI
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ITINERARI INVERNO
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ITINERARI INVERNO
C AT TEDR ALE DI SANTO STEFANO IN PIAZZ A DEL DUOMO
vare oltre ai cantucci classici, anche i cantucci al cioccolato, la mantovana, il filone candito e i brutti buoni.. comprateli e scoprirete perché! In piazza San Francesco fermatevi ad ammirare la chiesa di San Francesco che nasconde un chiosco interno meraviglioso, e poi proseguite verso il castello dell’imperatore che grazie alla giostra posizionata durante il periodo delle feste assume un’atmosfera ancora più magica. Qui bar e locali pullulano piazza delle Carceri, i bambini giocano, la vita scorre più lenta. All’ora dell’aperitivo le luci lasciano spazio a bicchieri di spritz che si intrecciano dopo il lavoro, o prima di una cena con gli amici, e ai sorrisi che raddoppiano. Gli indirizzi da non perdere per l’happy hour più alla moda? Da Pino al Caffè Zero per la sua atmosfera vintage e scanzonata; al Fitz Gin Bar per chi non vuole rinunciare ad un buon gin e agli anni ’20, oppure ai Frari per chi non vuole mai rinunciare ad un buon bicchiere di vino. Il centro di Prato è così, è fatto di indirizzi amici, di dettagli belli, di posti che sono familiari. Il nostro tour non può non passare da piazza San Domenico, con la sua chiesa che costituisce un interessante esempio di chiesa “mendicante”, dove l’austerità dell’architettura è temperata sia da elementi strutturali, come la torre campanaria, sia da motivi decorativi,
come gli archi bicromi degli avelli e i riquadri geometrici della facciata. E piazza Mercatale? Non ce la siamo certo scordata, soprattutto con la ruota panoramica che domina la scena fino a metà gennaio. Il brivido della città dall’alto, con le sue ciminiere e con il Bisenzio in lontananza, è al tempo stesso una novità e promessa di normalità per scaldare il periodo natalizio. Attrae grandi e piccini, tutti si fermano ad osservare la novità. Gli scatti della ruota corrono veloci sui social. Le novità fanno rumore, ma per vivere a pieno il centro vanno ritrovate anche le tradizioni, quelle più autentiche, a partire da quelle culinarie. Tra le eccellenze che caratterizzano il territorio senza dubbio i sedani alla pratese, la bozza pratese, la pappa al pomodoro, ma anche la torta setteveli, le pesche di Prato e il vin santo. Ma dove assaggiarle? A spasso per il centro ci sono locali storici, osterie dove i fornelli non si spengono mai, dove si rincorrono menù autentici e piatti golosi da assaggiare in compagnia. Un nome su tutti? Da Baghino, dove è un vero peccato non assaggiare il Sedano alla pratese, antica ricetta dal sapore unico creata come per magia con coste di sedano, ragù, uova, parmigiano e noce moscata. Se non vi stancate di girare Prato saprà regalarvi un’esperienza davvero inaspettata.
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L A GIOSTR A IN PIAZZ A DELLE C ARCERI
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ITINERARI INVERNO
MONUMENTO A GIUSEPPE MAZZONI IN PIAZZA DEL DUOMO
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ITINERARI INVERNO
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ITINERARI INVERNO
VIA GIUSEPPE GARIBALDI CON LE LUCI DI NATALE
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ITINERARI INVERNO
SOPRA: LA STELLA DI NATALE IN PIAZZA DUOMO. SOTTO: MONUMENTO A FRANCESCO DATINI IN PIAZZA DEL COMUNE
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ITINERARI INVERNO
L A RUOTA PANOR AMICA DI PIAZZA MERCATALE CHE ATTIR A GR ANDI E PICCINI
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ITINERARI INVERNO
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BEST OF MODA
COOL COLORS D I TERESA FAVI
BEST OF MODA
431 C SALVATORE FERRAGAMO STIVALETTI TACCO A ‘F’
BEST OF MODA
5773 C GIVENCHY 4G BAG
BEST OF MODA
5797 C DOLCE&GABBANA - OCCHIALI RAINBOW da ottica daniela righi prato
BEST OF MODA
7406 C RUNNER STAMPA ‘COCCODRILLIS’ DI MARCO MILANESI da tablecloths
BEST OF MODA
7401 C LE CREUSET - COCOTTE OVALE EVOLUTION da salvadori
BEST OF MODA
687 C ROSSIGNOL SCI FREERIDE BLACKOPS W
BEST OF MODA
7436 C MIU MIU GUANTI DA SCI
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4745 C FENDI BORRACCIA CON TRACOLLA
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475 C FOSCARINI - LAMPADA BINIC da still lamp
BEST OF MODA
1535 C CHLOÈ X MOON BOOT DOPOSCI
BEST OF MODA
145 C HERMÈS FRISBEE
T E AT R O INTERVISTA
IO, PAMELA
PA M E L A V I L L O R E S I : R I C O R D I D E L L A C I T TÀ D ’ O R I G I N E D I T E R E S A FAV I E F R A N C E S C A LO M B A R D I
È tornata a Prato, in scena al Politeama con Viva la vida per interpretare l’artista messicana Frida Kahlo con intensità e impeto, insieme alla musicista Lavinia Mancusi e Veronica Bottigliero, body painter. Parliamo di Pamela Villoresi, genuinamente pratese in quella “c” che a volte fa scomparire con padronanza, quasi un vezzo che la mantiene ancorata alle sue radici. Da qui se n’è andata quindicenne, per inseguire un sogno che ha preso forma fin da subito: il Teatro. Ma distanza di tempo e con una carriera intensa alle spalle, anche ora che vive a Palermo dove da due anni e mezzo dirige il Teatro Biondo, se le chiedi i suoi ricordi dell’infanzia a Prato, la prima risposta arriva senza esitazioni: la collina e quell’armonico intercalare a perdita d’occhio tra gli ulivi e i muriccioli bassi. Com’è nata la passione per il teatro? Quando ero molto piccola volevo fare la suora, missionaria. Nelle foto della prima comunione ho la faccia tutta rossa per l’emozione e il trasporto. La scuola ha avuto un ruolo determinante nel mio cambio di rotta: ci portavano a vedere spettacoli di grandi registi e con ottimi attori. Ricordo una versione dei Gemelli veneziani che mi colpì profondamente. Da lì è partito tutto il resto, per questo sento un debito con Prato. È facile intuire un suo luogo dell’anima in città… Beh sì, il teatro Metastasio. Ricordo la
prima volta che ho messo piede al Teatro Studio, il laboratorio di formazione di Magelli e Rellini. Eravamo la seconda generazione di studenti. Il primo round aveva formato ottimi talenti. Adesso toccava a noi: con me c’erano Benigni, con il quale frequentavo anche il primo anno di ragioneria al Datini, e Saverio Marconi, diventato poi uno dei maggiori produttori italiani di musical. Dal primo giorno ho sentito che ero a casa. Avevo solo quindici anni e un anno di laboratorio alle spalle quando lasciai Prato per la prima tournèe. Da lì è stato un crescendo che mi ha portato sempre più spesso lontano da casa, prima al Piccolo di Milano da Giorgio Strehler, poi mi sono trasferita a Roma. Agli inizi, la sua inclinazione all’arte si è scontrata con una città concreta o la sua è stata una digressione morbida? In famiglia ho avuto un appoggio pieno e incondizionato. Mi capitava di sentirmi spesso fuori luogo soprattutto tra i miei coetanei, perché con il teatro avevo ritmi diversi e frequentavo un mondo di adulti. Roma è stata importante per la sua carriera? Non occorre lasciare la città dove si è nati e cresciuti per avere una vita che ci somiglia. Anzi. L’unica cosa veramente necessaria è avere il coraggio di cambiare, se cambiano gli scenari.
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PAMEL A VILLORESI, ATTRICE DI ORIGINI PR ATESI, DAL 2019 DIRETTRICE DEL TEATRO BIONDO DI PALERMO
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PAMELA VILLORESI IN SCENA AL TEATRO POLITEAMA DI PRATO CON VIVA LA VIDA
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T E AT R O INTERVISTA
Un ricordo d’infanzia? Da piccola abitavo alla Pietà, in quegli anni era ancora molto verde. Rammento i pomeriggi nei giardini, a cavalcioni sugli alberi. E poi la casa della mia bisnonna Luisa e della zia Ottorina. Abitavano in piazza San Francesco e una finestra minuscola si apriva sulla piazza. Nonna Luisa, sarta per i mobili come la chiamavo io (in realtà lavorava per un tappezziere!), passava ore alla finestra con lo scaldino in mano. Anche quando finalmente ebbe il riscaldamento in casa. I pomeriggi da lei avevano il gusto dei piccoli dolci di farina di castagne fatti nei ditali da cucito, riempiti e messi nella brace. Quale rito pratese le è caro ancora oggi? Il Natale. Mamma tedesca, babbo pratese: si festeggiava la vigilia in stile nord europeo con il grande albero tutto d’argento, grande come a Prato non lo aveva nessuno. Dopo pranzo, l’immancabile l’arrivo di mio padre vestito da babbo Natale. Il vestito l’aveva cucito la nonna... Il rito del cucire insieme, nei miei ricordi, non è meno bello del Natale. A Prato, in ogni casa c’era un baule di stoffe e la stanza per cucire. Quella della nonna dava su una corte interna: c’erano le macchine da cucire Singer e le sedie intorno ai tavoli da lavoro, i fili e i bottoni colorati. Negli orecchi mi torna il suono squillante delle voci delle donne di casa: zitte zitte, c’è le figliole… quando dicevano qualcosa di sconveniente. Cosa ama dei suoi concittadini? L’imprenditorialità. Siamo degli instancabili lavoratori. Lo capisci quando vai via da Prato e ti confronti con realtà diverse. Che tipo di teatro sta portando avanti al Biondo? Un teatro a servizio della città. Da un lato,
cerco di affondare nelle radici, sia culturalmente che a livello di talenti, dei giovani talenti che realmente ci sono, affinché non debbano più andarsene per avere le opportunità che si meritano. Per un altro verso, sto cercando di espandere la scena del Biondo a una ricerca nazionale e internazionale. Chiamiamo grandi artisti anche da fuori a patto che coinvolgano i nostri attori, acrobati, musicisti, ballerini. Quale regalo ha ricevuto da Viva la Vida? Quello di conoscere a fondo la forza di Frida Kahlo proprio in un momento come quello che abbiamo vissuto e dal quale non siamo ancora fuori completamente; capire attraverso di lei che è davvero possibile trasformare ogni esperienza, anche la più drammatica e difficile, in un’occasione. Il tema della donna, il suo valore e la sua forza, è sempre stato ricorrente nei suoi spettacoli. Credo nel valore delle donne e, soprattutto, credo nell’uguaglianza. Qualunque forma di discriminazione per me è un abuso, una violenza. Anche nei paesi più evoluti, come il nostro, la parità non è totalmente raggiunta: negli incarichi più apicali le donne scompaiono o comunque la percentuale si riduce a cifre imbarazzanti. L’occupazione femminile in teatro è del 45%, ma appena si guarda ai ruoli di responsabilità come la regia questa percentuale scende al 25%. È significativo. Prendiamo il mio caso, per esempio: sono la sesta donna nella storia della Repubblica Italiana a dirigere un Teatro Stabile; la dice lunga, no? Io, nel mio piccolo (o grande) cerco di dare uguali opportunità a tutti.
‘AL TEATRO STUDIO C’ERANO CON ME ANCHE ROBERTO BENIGNI E SAVERIO MARCONI, AVEVO SOLO 14 ANNI. A 18 ERO DA STREHLER’
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MOSTRE ARTE
JUT TA KOETHER, UNTITLED, 1988, OLIO SU TEL A (COURTESY GALERIE BUCHHOLZ , BERLIN/COLOGNE/NEW YORK)
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MOSTRE ARTE
L’ANNUNCIAZIONE: MISTERO E MERAVIGLIA
22 ARTISTE INTERNAZIONALI DIALOGANO CON LE OPERE D I PA L A Z Z O P R E T O R I O : U N A G R A N D E M O S T R A A C U R A DI FRANCESCO BONAMI E RITA IACOPINO, DIRETTRICE DEL MUSEO DI FRANCESCA LOMBARDI
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MOSTRE ARTE
MARLENE DUMAS, YELLOW TOWEL, 2004, OLIO SU TEL A (COURTESY: © MARLENE DUMAS)
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MOSTRE ARTE
MARIA L ASSNIG, ICH TRAGE DIE VERANT W ORTUNG, 1981, OLIO SU TEL A (COURTESY: © MARIA L ASSNIG FOUNDATION)
“Che uno creda o non creda poco importa. L’annunciazione a Maria dell’angelo Gabriele della sua gravidanza rimane, reale o meno che sia, un’immagine cardine dell’iconografia di una buona parte del genere umano. Maria si trova depositaria del futuro del mondo. La Vergine si assume la responsabilità di dare alla luce il redentore Gesù senza però potere condividere il piacere di questa responsabilità. Si potrebbe dire che la sua verginità misteriosa è anche frutto di sospetto da parte di chi la circonda e quindi per lei fonte di senso di colpa. Una condizione che la donna ha sopportato per un’infinità di tempo. Creatrice assoluta senza mai poter avere il credito di questa sua immensa creatività. Volendo essere un po’ blasfemi è come se la madre di Maradona non fosse mai potuta andare allo stadio o non avesse mai potuto vedere una partita del figlio alla te-
levisione”. Sono queste le parole con cui il curatore Francesco Bonami introduce la bellissima mostra tutta al femminile a Palazzo Pretorio fino al 27 marzo prossimo: Hi Woman! La notizia del futuro in cui artiste internazionali dialogano con le opere del Pretorio. Per la precisione ventidue artiste donne ognuna con una propria annunciazione: Huma Bhabha, Irma Blank, Koo Donghee, Marlene Dumas, Isa Genzken, Jessie Homer French, Roni Horn, Jutta Koether, Andrew LaMar Hopkins, Maria Lassnig, Babette Mangolte, Lucy McKenzie, Aleksandra Mir, Susan Philipsz, Paola Pivi, Maja Ruznic, Jenny Saville, Fiona Tan, Genesis Tramaine, Andra Ursuta, Marianne Vitale, Lynette Yiadom-Boakye. Ventidue artiste che contemporaneamente sono Angelo e Vergine, portatrici e destinatarie di una rivoluzione astratta, simbolica e profondamente
ARTISTE DI FAMA INTERNAZIONALE IN DIALOGO CON LE ANNUNCIAZIONI DEL PRETORIO
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MOSTRE ARTE
PAL AZZO PRETORIO
concreta. Una mostra di grande impatto, a partire dal titolo: “Hi Woman è la trasformazione Pop del saluto dell’angelo Gabriele a Maria proiettato nella contemporaneità. Non è una mancanza di rispetto, d’altronde lo stesso Gesù nel Vangelo non chiama sua madre mai Madre, Mamma o Maria ma ‘Donna’. Non c’è tema più noto nella storia dell’arte dell’Annunciazione. L’Angelo che dà notizia alla Vergine del futuro che arriverà attraverso Gesù. Al di là della connotazione religiosa del soggetto il tema dell’annunciazione è intrinsecamente legato all’arte da sempre” spiega ancora il curatore. Le 22 artiste hanno invaso gli spazi del bellissimo nel cuore della città con video, pitture, sculture e aperto un dialogo con le Annunciazioni della collezione permanente di Palazzo Pretorio: “Sono nove i dipinti esposti nel Museo di Palazzo Pretorio
che hanno per soggetto l’Annunciazione – ci racconta Rita Iacopino, Direttrice del Museo di Palazzo Pretorio - si tratta di opere che vanno dalla metà del Trecento alla fine dell’Ottocento ed esaltano con particolari caratteristiche e in maniera differente le emozioni della narrazione. La raffinata Annunciazione dipinta intorno alla metà del Trecento da Giovanni da Milano in una delle due predelle del maestoso polittico con la Madonna, il Bambino e Santi. (…) La pittura murale realizzata intorno al 1420 dai fratelli Miniati al primo piano del Palazzo Pretorio in cui l’annuncio del futuro è consegnato dall’angelo all’interno delle mura di una camera, squarciando quella normalità di Maria. E poi le Annunciazioni dipinte nei medaglioni o nelle cuspidi nei polittici tardo gotici di Lorenzo Monaco, Andrea di Giusto e Mariotto di Nardo: ognuna di esse sta a ricordare l’incipit,
‘HI WOMAN È LA TRASFORMAZIONE POP DEL SALUTO DELL’ANGELO GABRIELE A MARIA’
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MOSTRE ARTE
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‘SONO NOVE I DIPINTI ESPOSTI NEL MUSEO DI PALAZZO PRETORIO CHE HANNO PER SOGGETTO L’ANNUNCIAZIONE’ DALL’ALTO IN SENSO OR ARIO: LORENZO MONACO, MADONNA COL BAMBINO TRA I SANTI; ALESSANDRO FR ANCHI, L’ANNUNCIAZIONE, 1884 CA; FR ATELLI MINIATI, ANNUNCIAZIONE, 1420 CA; FILIPPO LIPPI E BOTTEGA , ANNUNCIAZIONE
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MOSTRE ARTE
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1. PAOL A PIVI, HAVE YOU SEEN ME BEFORE?, 2008, SCHIUMA POLIURETANTICA , PIUME, PL ASTICA , LEGNO, ACCIAIO (COURTESY FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO) 2. JENNY SAVILLE, FATE 3, 2018, OLIO SU TEL A (COURTESY © JENNY SAVILLE) 3. ISA GENZKEN, TOR, 1986, CEMENTO E ACCIAIO (COURTESY COLL . NUNZIA & VITTORIO GADDI) 4. JESSIE HOMER FRENCH, BIT TERBRUSH AND SAGEBRUSH, 2020, EX. UNIQUE, OLIO SU TEL A (COURTESY THE ARTIST AND VARIOUS SMALL FIRES, LOS ANGELES/SEOUL AND MASSIMODECARLO)
MOSTRE ARTE
RONI HORN, ISABELLE AND MARIE, 2005, 2 STANDARD C PRINTS (COURTESY COLLEZIONE C ARMEL A SANGUEDOLCE, THE ARTIST AND GALLERIA R AFFAELL A CORTESE, MIL ANO)
quella Madonna in trono tra i Santi non è altro che la fanciulla sorpresa dall’angelo nella sua intimità, che ha creduto, prima di tutti, in un progetto di speranza. Il piccolo e raffinato dipinto di Filippo Lippi e bottega, in cui la perfetta adesione ai canoni prospettici rinascimentali riporta l’evento in una dimensione più che mai terrena, ripetuto in più versioni, è l’esempio di quanto questo soggetto fosse richiesto per la devozione privata. I dipinti di Giovanni Bilivert e di Giovan Domenico Ferretti mettono in evidenza ancora una volta la ricostruzione domestica dell’evento (…) Infine il sublime cartone tardo ottocentesco di Alessandro Franchi riporta l’Annunciazione in un’atmosfera serena, guidato dalle interpretazioni di Beato Angelico e di Lippi, dando prova di una tecnica superba. Gestualità e ambientazione si rifanno alla pittura del Quattrocento, ma Franchi la reinterpreta
dando vita ad una composizione dall’atmosfera sospesa, con tempi fotografici.” Le parole della direttrice si trasformano in immagini che scorrono danti agli occhi e che, nel confronto con l’arte contemporanea, sembrano diventare ancora più vivide. Il dialogo che si crea tra passato e presente è un flusso a correnti alternate, a volte genera una sintonia, a volte cortocircuiti potenti e carichi di stimoli per il pubblico. Le artiste in mostra ci annunciano messaggi diversi, misteri lontani e realtà vicine, ma ognuna di loro è capace di sostenere il confronto ed il dialogo con i maestri dell’antichità. In questo scenario l’opera d’arte è l’angelo e lo spettatore la Madonna, pronto ad abbandonarsi allo sconcerto, alla meraviglia e alla paura della notizia che riceverà. Perché, come ci insegna questa mostra l’opera d’arte porta con sé sempre una notizia, un messaggio.
COME LA MOSTRA INSEGNA, L’OPERA D’ARTE PORTA CON SÉ SEMPRE UN MESSAGGIO
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MOSTRE ARCHITETTURA
UNA NUOVA STAGIONE
I L C E N T R O P E C C I R I PA RT E D A L L A S U A S T O R I A : IN MOSTRA COLLEZIONI E MOVIMENTI DI PENSIERO DI FRANCESCA LOMBARDI PHOTO ELA BIALKOWSKA OKNO STUDIO
L’ARTE E LA CITTÀ / ART AND THE CITY Nel periodo di transizione verso la nuova direzione, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha fatto appello al suo importante patrimonio e a nuove letture della collezione permanente. Inaugurata lo scorso novembre, in concomitanza con l’apertura dell’Urban Center all’interno del museo, L’arte e La Città / Art and The City è una mostra a cura di Stefano Pezzato che mette in dialogo un’ampia selezione di opere dalle collezioni museali con rari materiali d’archivio. Il percorso espositivo si articola in tre sezioni all’interno dell’Ala grande del museo. La visione che restituisce la mostra è di una città indagata e interpretata da diversi artisti contemporanei, dove l’arte è integrata alla realtà urbana, nel tessuto di Prato e nella cornice stessa del Centro Pecci. Dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video, insieme
a disegni, stampe, materiali d’archivio di una quarantina fra artisti e gruppi, sia italiani sia internazionali, raccolti nelle collezioni e documentati in vari archivi del Centro Pecci investigano tematiche attuali quali le trasformazioni, le trasfigurazioni e utopie della città, i conflitti, le ascese e cadute che si sviluppano al suo interno. Lavori che parlano di incontri e confronti, scenari e soggetti propri dell’ambito urbano, ma che svelano anche inserimenti artistici pensati e realizzati per Prato, che ha nel Centro Pecci un punto di riferimento culturale e identitario, assumendo ormai da mezzo secolo il ruolo di città dedita allo sviluppo e alla raccolta delle arti contemporanee. Aprono e chiudono il percorso espositivo alcune opere espressamente ‘made in’ Prato, per ribadire la centralità e influenza della ricerca artistica contemporanea all’interno di questa città,
IL CENTRO PECCI ANALIZZA LA SUA STORIA E RACCONTA LA SUA COLLEZIONE ATTRAVERSO NUOVE LETTURE
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MOSTRE ARCHITETTURA
DUE SALE DELL A MOSTR A L’ARTE E LA CIT TÀ / ART AND THE CIT Y
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MOSTRE ARCHITETTURA
L A MOSTR A SI ARTICOL A IN TRE SEZIONI ALL’INTERNO DELL’AL A GR ANDE DEL MUSEO
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MOSTRE ARCHITETTURA
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DALL’ALTO IN SENSO ORARIO: OPERE DI VITO ACCONCI E MICHELANGELO PISTOLETTO, LUCIO FONTANA, SUPERTUDIO (PH. ZEPSTUDIO)
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MOSTRE ARCHITETTURA
PAOLO C ANEVARI HOME SWEET HOME, 2002-2010
che attraverso il Centro. Tra gli artisti in mostra Marco Bagnoli, Jan Fabre, Gilbert & George, Nan Goldin, Mario Mariotti, Fausto Melotti, Fabrizio Plessi, i Poirer, Staccioli, Andy Warhol. URBAN CENTER L’inaugurazione della Mostra è stata accompagnata dalla nascita di un nuovo spazio all’interno del museo, l’Urban Center. Composto da una grande tenda isolante e fonoassorbente – il cui tessuto, ideato in collaborazione con aziende del territorio, è un omaggio alla grande tradizione tessile della città – Urban Center è stato studiato per essere continuamente ripensato nella forma grazie a un grande sipario che abbraccia lo spazio, permettendo in un solo gesto di attivare configurazioni sempre diverse. URBAN TRILOGY / TRILOGIA URBANA In parallelo alla mostra L’arte e La Città /
Art and The City, il Museo presenta una selezione di film e progetti di Architettura Radicale incentrati sul tema della città firmati da Gianni Pettena e dai gruppi Superstudio e Ufo, provenienti dalle collezioni e dagli archivi del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Tre brevi film, insieme a progetti originali, pubblicazioni e documenti d’archivio firmati dall’anarchitetto Gianni Pettena e dai gruppi radicali fiorentini Superstudio e Ufo: esperienze pionieristiche e visionarie in architettura, dal design di oggetti alla scala urbana, sviluppate tra la seconda metà degli anni Sessanta e i primi anni Settanta SPAZIO RADICALE La mostra Spazio Radicale conclude in un certo senso l’esperienza iniziata con Trilogia Urbana. Il percorso presenta, in modo articolato e ricco di suggestioni,
L’URBAN CENTER È UN NUOVO SPAZIO DEL CENTRO CHE SI APRE AL DIALOGO CON LA CITTÀ
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MOSTRE ARCHITETTURA
URBAN CENTER
le perlustrazioni dello ‘spazio’ proposte da architetti radicali e artisti contemporanei: lo spazio immaginato, ideato e quello ripreso dal vero; il luogo possibile e il suo opposto, l’improbabile; l’ambito condiviso, vissuto oppure quello contestato, combattuto; l’esplorazione analitica e la trasfigurazione metaforica. Cronologicamente la mostra apre con l’opera Esse del poeta visivo Luigi Tola che anticipa linguisticamente la Superarchitettura di Archizoom e Superstudio, evento germinale dell’Architettura Radicale fiorentina (nel dicembre 1966, appena dopo l’alluvione di Firenze); quindi col progetto di Gilberto Corretti per un Centro culturale alle Cascine di Prato, che appare oggi come un preludio al progetto architettonico di Italo Gamberini per il Centro Pecci; seguono gli habitat seducenti e il
Dressing Design di Archizoom, le “icone pop” del divano Superonda e della lampada Sanremo prodotte dagli stessi Archizoom per Poltronova. Nel percorso espositivo si trovano riferimenti a mostre che hanno fatto la storia di questa corrente, come la storica mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMa di New York del 1972, in occasione della quale il critico d’arte Germano Celant coniò la locuzione Architettura Radicale; e la Biennale di Venezia del 1978, edizione in cui Lara-Vinca Masini invitò i Radicali. Tra gli artisti e architetti radicali in mostra: Vito Acconci, Archizoom Associati, Andrea Branzi, Remo Buti, Paolo Canevari, Lucio Fontana, Mario Mariotti, Alessandro Mendini, Gianni Pettena, Michelangelo Pistoletto, Superstudio, Luigi Tola, Cristiano Toraldo di Francia, UFO.
SPAZIO RADICALE CONCLUDE L’ESPERIENZA INIZIATA CON TRILOGIA URBANA
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MOSTRE ARCHITETTURA
GLI SPAZI DEL CENTRO DEDIC ATI A URBAN TRILOGY
ECONOMIA TESSILE
RIVIVE IL PASSATO IL LUNGIMIRANTE ESEMPIO DI RISTRUTTURAZIONE C O N S E R VAT I VA F I R M AT O B E S T E D I M AT T E O G R A Z Z I N I
“Quando decisi nel 2001 di lasciare il Macrolotto per spostare l’azienda a Colle so per certo che qualcuno andava in giro a dire che ero impazzito. Pensavano che allontanarsi da Prato fosse una scelta incomprensibile, sia per le infrastrutture che per la distanza col resto del distretto. Ma per me era tornare nei miei luoghi e in un territorio dove il tessile è artigianalità e competenza. Comprammo una vecchia tintoria in riva al Bisenzio, eravamo 30. Ci trasferimmo nel 2004, oggi abbiamo 185 dipendenti e direi che siamo estremamente contenti della scelta”. Parole e musica di Giovanni Santi, titolare e fondatore di Beste, una delle aziende di punta del distretto pratese che dallo scorso settembre ha compiuto, in parte, il percorso inverso lungo la strada 325, tornando a Prato per creare un hub all’avanguardia che diventa di fatto il secondo quartier generale dell’azienda. La sede ormai storica di Colle di Cantagallo, un piccolo gioiello in vetro, pannelli fotovol-
taici e legno con vista sulla Vallata, rimane il fiore all’occhiello per i fratelli Giovanni e Matteo Santi, orgogliosi di portare in quell’ambiente i clienti di tutto il mondo. A Prato c’è la vetrina, la modernità che incontra la storia, la nuova lungimiranza dei due imprenditori. Perché Beste, produttrice di tessuti per brand di primissima fascia, significa anche Monobi, ovvero il marchio menswear distribuito e venduto in tutto il mondo, progettato e realizzato proprio in Val di Bisenzio. E Monobi trova il suo ambiente a Coiano, in quella che una volta era la periferia industriale di Prato, quasi un borgo a sé stante nella parte nord della città. E tra il Fabbricone e tanti stabilimenti storici c’era anche il Lanificio Affortunati di via Bologna, attivo tra gli anni ‘50 e gli ’80 e poi avvolto dalla grande espansione edilizia della zona, diventata quasi esclusivamente residenziale, anche se resistono ancora alcuni lanifici simbolo di Prato .
L’EX LANIFICIO AFFORTUNATI DIVENTA IL SECONDO QUARTIERE GENERALE DELL’AZIENDA
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ANON A A SOLO TESSILE E MODA . SPAZIO ANCHE A CULTUR A , GASTRONOMIA E MONDANITÀ
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BESTE È UNA DELLE AZIENDE DI PUNTA DEL DISTRET TO PR ATESE
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ECONOMIA TESSILE
BESTE SIGNIFIC A ANCHE MONOBI, OV VERO IL MARCHIO MENSWEAR DISTRIBUITO E VENDUTO IN TUTTO IL MONDO
Dopo la chiusura dell’Affortunati lo stabile è rimasto a lungo inutilizzato, monumento un po’ triste dell’evoluzione, non sempre positiva, del distretto laniero. Uno spazio dalle forme eleganti che è stato alla fine acquistato nel 2020 dai fratelli Santi, che avevano già in testa il progetto per il quale, stavolta, non saranno tacciati di pazzia. Con l’acquisizione è iniziata la ristrutturazione conservativa della storica architettura industriale: esterni ed interni mantenuti identici, il bianco a fare da luminoso sfondo ad un ambiente snello ed elegante, dalle forme morbide e arredato con gusto e attenzione. Il Lanificio Affortunati rinasce quindi come Beste HUB, il nuovo spazio operativo della Divisione Abbigliamento Beste che include anche il laboratorio sartoriale con il dipartimento di modellistica, lo showroom Monobi con vendita diretta, l’ufficio prodotto, il reparto marketing e comunicazione. Seguendo il trend ormai avviato da tempo, soprattutto in occasione del recupero di vecchi spazi industriali, il volto nuovo della fabbrica non è riservato solo a pezze, campioni, scampoli o abiti.
La corte interna, aperta al pubblico, può infatti ospitare eventi di vario genere, dalla cultura allo spettacolo, dal tessile stesso alla gastronomia, considerata la presenza della Monosteria, l’osteria Monobi con il food & drink bar aperto proprio sulla corte interna. Il taglio del nastro dell’HUB è stato di quelli importanti: un ministro, quello del Lavoro Andrea Orlando, e un imprenditore che, in quanto a lungimiranza e rispetto dell’ambiente, è certamente di ispirazione per Giovanni e Matteo Santi, ovvero Brunello Cucinelli, hanno tenuto a battesimo il nuovo spazio, quasi a voler sottolineare l’importanza di un investimento del genere in un momento in cui quasi tutto il mondo è rimasto fermo con il fiato sospeso e tanti timori per la pandemia. Ultimo, ma non meno importante, particolare è la Fabbrica dell’Aria, una parete verticale di piante che potenzieranno il flusso di ossigeno all’interno dell’HUB. Perché per chi è abituato ad andare al lavoro guardando le sponde del fiume e gli alberi della Val di Bisenzio e nel 1997 è stato il primo a Prato ad ottenere la certificazione ISO 9001il verde non può mancare.
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UN’AREA PERIFERICA DELLA CITTÀ DI PRATO PROTAGONISTA DI UN PROGETTO DI RIGENERAZIONE URBANA E PRATICHE SOSTENIBILI
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RICONOSCIMENTI QUARTIERE
UN PRIMATO IMPORTANTE PER IL SOCCORSO LA FONDAZIONE ITALIA SOCIALE LO HA INSERITO TRA I LUOGHI CIVICI PIÙ BELLI E INCLUSIVI D’ITALIA DI MARTINA OLIVIERI
C’è anche Prato tra i 76 i luoghi selezionati nell’ambito dell’iniziativa Civic Places, la prima campagna nazionale per la scoperta e la valorizzazione dei luoghi civici in Italia promossa da Fondazione Italia Sociale insieme a SEC Newgate, Touring Club Italiano e SkyTG24. Tra le oltre 200 segnalazioni raccolte nella call aperta a tutti lanciata lo scorso 21 giugno, un comitato di valutazione ha selezionato i 76 luoghi, segnalando tra questi i 10 più belli, attivi e inclusivi. Al nono posto nella graduatoria guidata dal Rione Sanità di Napoli (protagonista, a partire dagli anni 2000, di un processo di valorizzazione del patrimonio storicoartistico) e dal complesso monumentale delle Murate di Firenze (canale privilegiato per la promozione della cultura contemporanea fiorentina che attrae talenti creativi da tutta Italia) compare anche il Quartiere del Soccorso di Prato. Un’area periferica della città di Prato oggi protagonista di un progetto di rigenera-
zione urbana e pratiche sostenibili, sviluppate attraverso festival periodici legati a queste tematiche, azioni di sensibilizzazione e formazione sul contemporaneo, residenze artistiche e creative, laboratori e numerose altre iniziative. I CIVIC PLACES sono stati selezionati da un comitato composto da membri di Fondazione Italia Sociale, Touring Club Italiano e Fondazione Adriano Olivetti secondo criteri di valutazione obiettivi: significato civico, capacità evocativa e accessibilità. Altri indicatori hanno poi costituito un valore aggiunto: sostenibilità del modello proposto, partecipazione (ampiezza e composizione dei partenariati promotori) e capacità di essere al centro di un progetto di comunicazione. Un’esperienza che può essere di ispirazione e riflessione, stimolando la segnalazione di altri Civic Places per ampliare e arricchire ulteriormente la mappa e scoprire la bellezza del territorio in tutte le sue forme.
C’È ANCHE PRATO TRA I 76 CIVIC PLACES SELEZIONATI PER IMPEGNO CIVICO, SOSTENIBILITÀ E ACCESSIBILITÀ
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PIÙ DI 35 VARIETÀ DI BRIOCHE, MIGNON, DOLCI FRESCHI, SEMIFREDDI, PANINI, SCHIACCIATE, VINI E SPUMANTI PASTICCERIA VELL A C AFÈ DI MARCO COLZI, IN VIA ALFANI 5. VINCITORI DELL A PUNTATA PR ATESE DI CAKE STAR: PASTICCERIE IN SFIDA 2021, ANDATA IN ONDA SU REAL TIME
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FOCUS SERVICE
ECCELLENZA DA GUSTARE
PA S T I C C E R I A V E L L A C A F È , L A T U A O A S I D I B O N TÀ D A L L A C O L A Z I O N E A L L’ A P E R I T I V O PHOTO FRANCESCO GIANNELLA
Quando un progetto nasce per e con passione i risultati si vedono. Ne è la prova la Pasticceria Vella Cafè, in via Augusto Alfani 5, zona Galciana, aperta nel 2014 da Marco Colzi, che dopo il diploma alla Scuola Alberghiera di Firenze e 20 anni di esperienza nel settore, ha dato vita alla propria pasticceria, un’attività che lo rispecchia appieno, in particolare nella selezione delle materie prime, nell’attenzione alle lavorazioni e nella continua sperimentazione. Tutto quello che trovate nel fornitissimo bancone viene preparato nel laboratorio da un team di professionisti diretti da Gianluca, grande pasticcere e esperto di lievitati e semifreddi, mentre a darvi il benvenuto trovate con un sorriso il suo staff di vere specialiste dell’arte della caffetteria. Due le miscele gran selezione con cui preparano espressi e cappuccini fatti a regola d’arte, oltre a bevande alternative come un ginseng da veri intenditori, senza aggiunta di zucchero. Il tutto da accompagnare a un assortimento di più di 35 tipi di brioche, fatte con una speciale farina semi integrale che le rende estremamente digeribili e leggere - la stessa con cui nel periodo di Natale preparano soffici panettoni - dalle classiche a quelle più ricercate, come la brioche con filangé di carote e mandorle caramellate, fino ai loro famosi Speciali, con aggiunta di farina di kamut, curcuma e zenzero, farro…
Alternativa tanto semplice quanto gustosa, le piccole baguette preparate con la farina GranPrato, leggermente abbrustolite e servite con burro e marmellata. La stessa farina viene utilizzata per il pane briosciato e le schiacciate usate per tutta la proposta salata. Tornando al dolce, da non perdere i deliziosi semifredditi, tra cui la Perla Pratese, con cui hanno vinto una puntata del programma Real Time Cake Star: Pasticcerie in sfida 2021: base di cantucci alle mandorle, con una composta di fichi e mousse di vinsanto, contornata da una cheesecake alla vaniglia. Senza dimenticare i dolci freschi, dal millefoglie classico anche nella versione caramellata, il Vellino, un dolce nato dall’incontro del bongo e il millefoglie, e tutte le varie crostate, come caramello salato e cioccolato fondente, le loro torte da forno stratificate, o ancora le sfiziose mignon, che nel fine settimana si presentano in più di 25 tipologie. Ma non finisce qui, perché dalla passione di Marco Colzi per l’enologia è nato anche un piccolo corner con una ricercata selezione di etichette, tra cui ottime Magnum da regalare oppure da degustare anche durante l’aperitivo. Infine, date uno sguardo anche all’angolo gastronomia, dove trovare alcuni dei migliori prodotti locali, proposti anche in curate ceste o in abbinamento a oggetti d’arredo, perfette idee regalo, per Natale, ma non solo.
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OROSCOPO INVERNO 2021-22
MESSAGGI DALLE STELLE
Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri ARIETE (21 marzo - 20 aprile)
BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre)
I nati 28 marzo – 2 aprile vivono il passaggio di Chirone sul loro Sole, che favorisce nuove esperienze e progetti. Altalene affettive e nervosismo dalla Luna Piena del 17 gennaio fino a fine febbraio.
Gli influssi marziani garantiscono competitività ed intraprendenza fino a fine gennaio, mentre Saturno consolida lo “status” dei nati 3-12 ottobre. Malinconiche insoddisfazioni in amore.
TORO (21 aprile - 20 maggio)
SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre)
Superato il pesante quadrato di Saturno, il 2022 si apre con un grande entusiasmo per i nati in aprile, mentre i dolci suggerimenti di Venere e le energie di Marte accompagnano tutti fino a inizio marzo.
Con gli influssi di Giove i nati in ottobre viaggiano spediti, mentre ai nati 2-9 novembre sono richiesti impegno e continuità di azione. Lo stazionare di Venere in Capricorno aiuta gli affetti.
GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)
SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)
Segnali di stress e di insofferenza in gennaio un po’ per tutti, mentre il trigono saturnino consiglia i nati 1-10 giugno di dedicarsi alle questioni pratiche e di consolidare i progetti personali.
Il passaggio di Marte nel segno vi invita alla prudenza fino al 24 gennaio. Evitate le troppe attività, che non potete seguire, le spese inutili e le perdite di tempo. Mantenete un saggio equilibrio!
CANCRO (22 giugno - 22 luglio)
CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)
Stati d’animo mutevoli caratterizzano i primi mesi del 2022: sembrate incapaci di comprendere e seguire ciò che desiderate veramente. Ai nati in giugno non mancano l’entusiasmo e le occasioni.
Il lungo anello di sosta di Venere nel segno è un toccasana per l’amore, purché non siate precipitosi. Nelle questioni pratiche prima e seconda decade sono anche aiutate dal trigono di Giove.
LEONE (23 luglio - 23 agosto)
ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)
I nati 3-11 agosto si trovano al centro di complicati incroci di Saturno ed Urano, che possono appesantire ed obbligare a cambi di percorso inattesi. Buona l’energia a fine anno e in gennaio.
Dicembre è molto costruttivo per la terza decade, mentre la seconda deve affrontare il transito di Saturno sul proprio Sole, che richiede impegno, prudenza e un grande senso di responsabilità.
VERGINE (24 agosto - 22 settembre)
PESCI (20 febbraio - 20 marzo)
Il fine anno è stressante, ma i contrattempi non devono turbarvi: evitate di esagerare! Venere deliziosa dal Capricorno continua ad offrire momenti piacevoli e suggerisce le giuste strategie in amore.
Spalancate… le porte a Giove, che entra nel segno a fine dicembre, portando una ventata di entusiasmo ai nati in febbraio e 1-5 marzo. Nel frattempo Venere armonica dona dolcezza a tutti.
a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo”, Associazione culturale pratese Le indicazioni interpretative si riferiscono alla sola posizione del Sole nei segni, perché un’analisi previsionale specifica richiede la conoscenza di data, ora e luogo di nascita del soggetto. Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it 82 PRATOREVIEW
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