n. 52 primavera 2022
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prato
SECRET GARDEN Marco Cocci
I L M U S I C I S TA E AT T O R E P R AT E S E S I R AC C O N TA
Stefano Collicelli Cagol
IL NUOVO DIRETTORE DEL CENTRO PECCI
Il tesoro ritrovato
LA RIAPERTURA DELLA GALLERIA DEGLI ALBERTI
Saturday fever
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n. 52
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11 EDITORIALE Pronta a risplendere
26 SATURDAY FEVER I migliori locali della movida pratese tra posti cult e sorprendenti new entry
12 AGENDA MOSTRE 14 AGENDA SPETTACOLO
di Martina Olivieri
40 LA FORZA DELLE IDEE Un programma che fa leva su importanti
18 LO SGUARDO DA DENTRO
punti fermi: la rivoluzione gentile
Gigi Paoli
di Stefano Collicelli Cagol,
Vicino di casa
neo direttore del Centro Pecci di Francesca Lombardi
20 IL MARCO CHE NON TI ASPETTI Il musicista e attore pratese Marco Cocci, protagonista del primo film da regista di Tommaso Paradiso di Virginia Mammoli
48 IL TESORO RITROVATO La riapertura della Galleria degli Alberti e i suoi capolavori
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n. 52
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54 UNIVERSI COMPLESSI I bloodworks di Pietro Costa in mostra a Palazzo Pretorio
58 MODA Secret Garden
70 E-MOBILITY EXPERIENCE Il mondo dell’elettrico e i modelli da non perdere
78 IL GUSTO DELLO SPETTACOLO Torna il bar del Politeama,
di Francesca Lombardi la nuova avventura firmata To Wine a Prato
66 PRATOTRADE 4.0 Per Giovanni Gramigni, nuovo presidente del consorzio, è già il momento
81 PRATO ESSENTIAL GUIDE
delle scelte importanti di Matteo Grazzini
82 MESSAGGI DALLE STELLE
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DIRETTORE RESPONSABILE
Matteo Parigi Bini MODA
Francesca Lombardi REDAZIONE
Sabrina Bozzoni, Teresa Favi, Matteo Grazzini, Francesca Lombardi, Virginia Mammoli, Martina Olivieri, Elisa Signorini CONTRIBUTORS
Claudio Cannistrà FOTO COVER
Francesco Minucci FOTOGRAFI
Ela Bialkowska, Agnese Fochesato, Dario Garofalo, Francesco Giannella, Alessandro Moggi, Pasquale Paradiso, Anita Scianò, Zepstudio GRAFICA
Martina Alessi, Melania Branca DIRETTORE COMMERCIALE
Alex Vittorio Lana PUBBLICITÀ
Gianni Consorti, Alessandra Nardelli SOCIETÀ EDITRICE
Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italia tel +39.0574.730203 - fax +39.0574.730204 redazione@gruppoeditoriale.com Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP STAMPA
Baroni & Gori - Prato Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
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EDITORIALE
PRONTA A RISPLENDERE L A C I T TÀ S I R I N N O VA , G U A R D A A L F U T U R O E NOI CON LEI Dopo più di due anni di pandemia tutto avremmo sperato fuorché una guerra là dove ormai nessuno se la sarebbe più aspettata. Ma Prato è una città che non si ferma, si rinnova costantemente. Ce l’ha nel Dna. Basta fare un giro in centro, e non solo, per vedere la vita che scorre, nuovi locali e ristoranti, spinti dalla voglia di ritrovarsi, passare del tempo insieme, sorseggiare un cocktail o trascorrere una cena in compagnia. In questo numero vi portiamo nei nostri preferiti, muovendoci tra indirizzi ormai storici e novità recenti ma che già hanno conquistato i pratesi. Tra questi non mancano anche locali dove ascoltare della buona musica dal vivo e lo sa bene la nostra cover story, Marco Cocci, protagonista del primo film da regista di Tommaso Paradiso, ma soprattutto musicista e attore made in Prato, che dopo più di 25 anni è tornato a vivere nella sua città “avevo voglia e bisogno di tornare a casa, camminare su un suolo che conoscevo, che ho consumato. Credo mi mancasse soprattutto questo senso di appartenenza”, ci racconta, parlando di sé e della sua carriera, come ha fatto anche un altro pratese d’eccezione, Gigi Paoli, giornalista e scrittore nell’olimpo dei romanzi gialli. Non manca poi l’arte, colonna portante di questa città che da sempre si muove tra antico e contemporaneo. Ed ecco quindi la nostra intervista al direttore da poco insediato al Centro Pecci, Stefano Collicelli Cagol, la riapertura della Galleria degli Alberti, scrigno di capolavori di artisti come Caravaggio, Filippo Lippi e Bronzino, e la straniante tanto quando affascinante mostra di Pietro Costa a Palazzo Pretorio, con i suoi ritratti realizzati utilizzando il sangue stesso dei soggetti. E, naturalmente, uno sguardo al tessile, con Giovanni Gramigni, nuovo presidente di Pratotrade. Infine, per continuare a guardare al futuro, uno speciale dedicato all’EMobility, ai suoi modelli più all’avanguardia e delle concessionarie dove acquistarli.
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AGENDA MOSTRE
PLASTIC W(E)AVE, STUDIO BBS -PRO FINO AL 26 GIUGNO
NOVECENTO ELEGANTE. ABITI E ACCESSORI DALLA DONAZIONE FINESCHI, MUSEO DEL TESSUTO. FINO AL 29 MAGGIO
CONTEMPORANEA-MENTE L’ A R T E A P R A T O Q U E S T A P R I M A V E R A , T R A L’ O R I G I N E E L’ O R I G I N A L E
Partiamo dal Centro Pecci. Terminano il primo maggio le mostre Spazio Radicale e Urban Trilogy / Trilogia Urbana, entrambe dedicate all’Architettura Radicale, di cui il Pecci custodisce un ampio archivio, mentre prosegue fino al 12 giugno L’arte e la città / Art and the city incentrata sui rapporti fra arte contemporanea e ambiente urbano. Inaugurata il 27 marzo, la nuova mostra Il giardino dell’arte. Opere, collezioni, la prima curata dal neodirettore Stefano Collicelli Cagol, paragona il museo a un giardino, intesi come luoghi di cura e meraviglia. Il percorso si snoda nelle dieci sale dell’ala storica del museo esponendo opere realizzate da artiste e artisti
italiani e internazionali di varie generazioni, tra cui Alberto Savinio, Alighiero Boetti e Alberto Burri, Nan Goldin, Monica Bonvicini e Marisa Merz (fino al 24 luglio). Dal 21 maggio al 25 settembre saranno infine allestite anche le mostre Gruppo 9999. Ricordi di Tecno-Ecologia e Schema 50. Una galleria fra le neo-avanguardie (19721994): la prima dedicata al gruppo radicale fiorentino 9999 - promotore di un pensiero ecologico che propone la tecnologia come strumento di coesistenza invece che di estrazione -, la seconda al 50° anniversario della Galleria Schema, originale spazio di ricerca delle neoavanguardie a Firenze, e ai 100 anni dalla na-
scita del suo fondatore, il pratese Alberto Moretti. Dal 23 aprile fino al 31 luglio Palazzo Pretorio ospita la mostra Pietro Costa, /ri.tràt.ti/pôrtrāts/, con protagonisti i suoi bloodworks, ritratti realizzati utilizzando il sangue del soggetto come pigmento. La selezione delle opere scelte sottolinea il legame dell’artista con la città di Prato, di cui ha ritratto volti illustri come Giuliano Gori, storico collezionista e mecenate, e lo scrittore Sandro Veronesi. In scena fino al 29 maggio al Museo del Tessuto Novecento Elegante. Abiti e accessori dalla donazione Fineschi: oltre 80 oggetti tra abiti e accessori femminili e maschili appartenuti alla famiglia
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Fineschi, una delle più attive della borghesia imprenditoriale pratese fin dalla metà dell’Ottocento. Un interessante spaccato del gusto, della moda e della vita sociale italiana a cavallo degli ultimi due secoli. Nuova mostra, nuovo progetto site specific, per lo spazio espositivo dello studio BBS-pro, in via del Carmine, questa volta firmato da IPER-collettivo. Il titolo dell’opera è Plastic W(e)ave e attinge alla tradizione tessile di Prato, utilizzando uno dei suoi oggetti-icona: più di 10.000 cilindri forati uniti a creare come un grande tappetto che sale poi verso l’alto come un’onda, evocando il movimento frenetico di un telaio (fino al 26 giugno).
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AGENDA SPETTACOLO
Gli Ultimi giorni di Pompeo
24 aprile - 1 maggio 2022 Teatro Fabbrichino direttore, Elia Orlando
di Andrea Pazienza di e con Massimo Bonechi, Riccardo Goretti, Giorgio Rossi Nato dall’incontro tra lo scrittore e attore di teatro e cinema Riccardo Goretti, il regista e attore Massimo Bonechi e il danzatore e coreografo Giorgio Rossi lo spettacolo Gli ultimi giorni di Pompeo è un omaggio all’omonima opera leggendaria e straziante di Andrea Pazienza, pubblicata trentacinque anni fa.
Mazzini, Rossini, Paganini, ovvero Mazzini la chitarra e l’opera 29 aprile 2022 Teatro del Convitto Cicognini
La Camerata musicale ligure (ensemble fondato dal maestro José Scanu e composto da Giovanni Sardo, violino, Marco Moro, flauto, e Simone Mazzone, chitarra) propone un salotto musicale dell’800 nel quale verrà presentato il repertorio eseguito da Mazzini nel suo esilio di Londra, oltre a un brano da lui stesso composto.
Orfeo ed Euridice di Gluck
5 maggio 2022 Teatro Politeama direttore, Jonathan Webb
La musica come forza della vita e come luce che splende oltre la tenebra è il messaggio universale ed eterno del mito d’Orfeo e del capolavoro di Gluck che fa da mèta al nostro sentiero. Il concerto di chiusura ha per la Camerata Strumentale di Prato il valore di una professione di fede, intonata dall’Orchestra e dal Coro della Città come simbolo di una comunità che crede nell’energia redentrice della bellezza.
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Another Round for Five 5 - 8 maggio 2022 Teatro Fabbricone
Nuova creazione di Cristiana Morganti Danzatrice e coreografa, Cristiana Morganti, in passato storica interprete del Tanztheater di Pina Bausch porta in scena un racconto danzato non lineare che prende forma da un montaggio di sapore cinematografico sul tema del cerchio inteso come circolo vizioso. Cinque danzatori di nazionalità diverse e si riuniscono in un luogo non ben definito, dando vita a rituali, esibizioni televisive, gare, terapie di gruppo, scontri, discussioni e confessioni.
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AGENDA SPETTACOLO
Antonio e Cleopatra. Hansel e Gretel. Anche perdere Fiabe Jazz 15 maggio 2022 il mondo 11 - 15 maggio 2022
Teatro Metastasio Regia, Roberto Romei con Paolo Briguglia e Claudia Potenza produzione Teatro Metastasio di Prato, Prima Assoluta Lo spettacolo è un adattamento dell’originale di Shakespeare per due attori, con alcuni inserti del testo All for love di J. Dryden, rimontato drammaturgicamente per concentrarsi sui due protagonisti famosi in tutto il mondo. Antonio e Cleopatra, ma anche Richard Burton ed Elizabeth Taylor che li hanno interpretati nel famoso kolossal di Mankiewicz, in un gioco di specchi che attraversa le epoche e interseca il teatro con il cinema.
Smusà
17 e 18 maggio 2022
Teatro Borsi di Roberto Caccavo, Francesco Giorgi e Marco Natalucci musiche dal vivo di Francesco Giorgi Fiabe Jazz è un format/ spettacolo di teatro e musica prodotto dal Teatro Popolare d'Arte e ideato da Roberto Caccavo e Francesco Giorgi che trasporta bambini e adulti nel mondo della fantasia: partendo da un palco semi vuoto due attori (Roberto Caccavo e Marco Natalucci) e un musicista (Francesco Giorgi) faranno rivivere attraverso situazioni comiche esilaranti celebri fiabe utilizzando solo qualche parrucca, pochissimi oggetti, la musica dal vivo con canzoni originali e tanta ironia.
Teatro Politeama di e con Virginia Raffaele regia, Federico Tiezzi Virginia Raffaele torna al suo primo amore, il teatro, con uno spettacolo nuovo che si nutre dei ricordi di Virginia e di quel mondo fantastico in cui è ambientata la sua infanzia reale, il luna park: “Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi”.
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Condominio femminile
20 - 22 maggio 2022 Teatro Borsi di Franca Valeri Con Paola Lorenzoni e Nicola Buffa alla chitarra. “Lo spettacolo è nato come omaggio a Franca Valeri ed è stato rappresentato in molti luoghi significativi, ed è per me sempre una gioia e un onore recitare i testi sempreverdi che Franca Valeri ha scritto. Una scrittura la sua, giovane, dal ritmo comico , che va saputa dire. Un esercizio costante per me. Considero questo spettacolo per tutti come un bellissimo regalo. Un Omaggio doveroso ad un’attrice e una donna centenaria, ironica ed eternamente giovane”.
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LO SGUARDO DA FUORI
VICINO DI CASA
G I G I P A O L I , D A L C I C O G N I N I A L L’ O L I M P O D E I R O M A N Z I G I A L L I V I AG G I A N D O T R A P R AT O E F I R E N Z E D I M AT T E O G R A Z Z I N I
GIGI PAOLI, CLASSE 1971, GIORNALISTA DE LA NAZIONE, È IN LIBRERIA CON DIRITTO DI SANGUE
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LO SGUARDO DA FUORI
Da adolescente, e forte degli esempi di grande giornalismo ricevuti tra le mura di casa dal babbo Piero, girava per i corridoi del Liceo Classico Cicognini in via Baldanzi raccontando a tutti di aver scritto articoli su una vittoria degli Apache Firenze nello sconosciuto ai più campionato di football americano o su un canestro di JJ Anderson, luminosa stella americana della Pallacanestro Firenze. Adesso, a più di 35 anni di distanza, Gigi Paoli da Prato, sia pure con casuale nascita fiorentina, è uno degli scrittori “più bravi nel panorama italiano del giallo contemporaneo” come ha appena certificato il Corriere della Sera. Dalla quinta ginnasio alle presentazioni dei romanzi il passo è stato breve, perché in questi quasi quaranta anni Paoli ha scalato tutte le posizioni all’interno de La Nazione, transitando anche nelle ‘stanze’ pratesi e arrivando all’attuale importante ruolo nella redazione cronaca nella sede centrale di Firenze. Giornalista e scrittore, come convivono le due anime? Io sono un giornalista e lo rivendico con orgoglio perché ho sempre amato questa professione. I libri li scrivo di notte, un capitolo per volta. Alla fine non dormo mai. I due ruoli sono simili perché si usano sempre le parole ma i mondi sono completamente diversi. Dovrebbe unirli l’uso corretto del congiuntivo ma non sempre accade. Già con Il rumore della pioggia è arrivato un successo clamoroso. Te lo aspettavi? No. L’ho scritto in pausa pranzo e per il piacere di farlo, per vedere se riuscivo a scrivere un libro giallo o di spionaggio come ne avevo letti tanti. L’ho fatto leggere agli amici e mi sono arrivati incoraggiamenti a inviarlo alle case editrici. E la Giunti mi ha risposto. E siamo al quinto, Diritto di sangue. Che dobbiamo aspettarci da Carlo Alberto Marchi, il protagonista dei tuoi romanzi? Lo troverete un po’ acciaccato, come ci
aveva lasciati ne Il giorno del sacrificio. La storia nasce con un delitto alle Cascine e con un paninaro ucciso e Marchi si troverà coinvolto per un episodio che si lega al passato della vittima. Prato in tutto questo successo ha avuto un ruolo? C’è un po’ di Marchi in città? C’è un aneddoto che amo tanto. La telefonata che mi fece Antonio Franchini, direttore editoriale della Giunti, per contattarmi per la prima volta dopo l’invio del primo libro alla casa editrice. Mi arrivò mentre mi trovavo proprio sotto al pulpito di Donatello, mentre stavo andando alla redazione della Nazione in piazza Ciardi. Ora abiti in centro a Firenze. Come si vede Prato da lì? Pregi e difetti. Sono a Firenze per motivi pratici, ho la figlia che studia qui e posso andare al lavoro a piedi, ma Prato mi manca tanto, nei suoi rapporti umani, nei sorrisi durante le colazioni al bar. E poi il pane! A Firenze non lo sanno fare, quello di Prato è straordinario. Il difetto è che la città è CARLO ALBERTO MARCHI bellissima ma non riesce a È IL PROTAGONISTA, comunicarlo, è penalizzata CON ACCENNI AUTOBIOGRAFICI, DELLE STORIE DI CRONACA NERA da una cattiva fama dovuAMBIENTATE IN UNA FIRENZE ta alla forte immigrazione DAI CONTORNI OSCURI cinese ma Prato deve far E DAGLI SCORCI INSOLITI sapere che non è inferiore alle altre città toscane, per arte, cultura e tanti altri aspetti. Per chiudere: dovendo scegliere tra il Premio Bancarella e la vittoria dei San Francisco 49ers al Super Bowl? Probabilmente i 49ers. La prima passione non si scorda mai.
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MARCO COCCI, DAL ‘94 AL 2009 LEADER DEI MALFUNK, DEBUTTA AL CINEMA NEL’97, CON OVOSODO DI VIRZÌ (PH. FRANCESCO MINUCCI)
COVER CINEMA
IL MARCO CHE NON TI ASPETTI
I L M U S I C I S TA E AT T O R E P R AT E S E M A R C O C O C C I , P R O TAG O N I S TA D E L P R I M O F I L M D A R E G I S TA D I T O M M A S O PA R A D I S O DI VIRGINIA MAMMOLI
Marco Cocci, pratese classe 1974. Una vita tra musica e recitazione. Cantante e leader dei Malfunk, con cui suona dal 1994 al 2009 per poi continuare da solista, approda sul primo set cinematografico nel ’97 con Paolo Virzì che lo sceglie per interpretare uno dei protagonisti di Ovosodo. Subito dopo L’ultimo bacio di Gabriele Muccino, con cui torna a lavorare per il sequel Baciami ancora. Da allora si sono alternati dischi, concerti, film e serie tv. Lo intervistiamo dopo le riprese di Sulle Nuvole, film debutto di Tommaso Paradiso come regista, nelle sale il 26, 27 e 28 aprile. Prima la musica o il cinema? Sia nella tua vita che nel tuo cuore. Artisticamente nasco come cantante e la musica continua ad avere un ruolo fondamentale nella mia vita: mi alzo la mattina e suono, non mi alzo la mattina
e recito. È stato però molto bello scoprire anche la recitazione, che resta un’arte meravigliosa. I primi tempi facevo fatica a gestire tutto, se avevo un progetto musicale tendevo a trascurare il resto. Dopo più di 15 anni, non senza fatica, ma riesco a portare avanti entrambe queste mie passioni in parallelo. Cosa ha significato per te l’esperienza con i Malfunk? È stata un’esperienza di vita senza paragoni. Stare sul palco - e con loro è successo credo almeno un migliaio di volte - ti forgia e ti permette di affrontare tutto, compreso recitare a teatro o su un set, senza ansie o timori. Come ha cambiato invece la tua vita Ovosodo? Sicuramente ha dato una sterzata fuori dai miei programmi di allora, che erano concentrati solamente sulla musica. Il fatto che sia successo con un film entrato nella memoria del cinema italiano e
‘DOPO 22 ANNI A ROMA E 4 A PADOVA, AVEVO BISOGNO DI TORNARE A CASA, CAMMINARE SU UN SUOLO CHE CONOSCEVO’
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COVER CINEMA
IN QUESTE DUE PAGINE, ALCUNE FOTO DI SULLE NUVOLE, FILM DI ESORDIO DI TOMMASO PAR ADISO COME REGISTA , CON PROTAGONISTI MARCO COCCI E BARBAR A RONCHI (© WARNER BROS. ENT. ITALIA , PH. RICC ARDO GHIL ARDI)
diretto da un regista straordinario come Paolo Virzì, è stato bellissimo, ma al tempo stesso anche vincolante, perché ha creato un termine di paragone davvero impegnativo, anche dal punto di vista della mia soddisfazione personale. Preferisci interpretare personaggi che ti somigliano o calarti in panni diversi dai tuoi? I ruoli che ho avuto nei primi film avevano diversi tratti in comune, questo ha portato molti a pensare che mi corrispondessero, ma non è così, ora più che mai, e quello che trovo più stimolante è proprio lavorare su personaggi diversi da me e farlo con il tempo necessario per dargli carattere e spessore senza dover attingere a quello che sono. È il motivo per cui mi piacciono molto i film in costume: perché ti costringono a adottare posture, movimenti, gestualità e modi di parlare completamente diversi da quelli che utilizzi abitualmente. Arriviamo a Sulle Nuvole, primo film da regista di Tommaso Paradiso, di cui sei protagonista. Perché vi siete scelti? È un film dove c’è tanta musica, una
passione che sicuramente ci accomuna. Il personaggio che interpreto, poi, è un cantante, per cui, da un lato, questo ha permesso a me di unire due forme d’arte che amo, cantare e recitare, dall’altro, a Tommaso di trovare qualcuno che sapesse soddisfare entrambe le sue esigenze senza finzioni o eccessiva fatica. Su cosa stai lavorando adesso tra musica e cinema? Appena ho finito di girare il film di Tommaso ho cominciato a scrivere musica nel piccolo studio che ho creato nella mia casa qua a Prato, dove mi sono ritrasferito un anno fa. I brani sono già pronti, sto solo aspettando il momento giusto per registrarli e di decidere se fare un unico disco con canzoni sia in inglese che in italiano o due dischi separati. In ogni caso sicuramente questa estate farò qualche concerto. Mentre per il cinema sto lavorando a un’altra opera prima, questa volta di Giulio Ancora, che s’intitolerà Even, un film che parla di femminicidio. In questo momento siamo in pausa con le riprese, perché il racconto prevede cambi temporali che implica-
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IL FILM È NELLE SALE IL 26, 27 E 28 APRILE
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MARCO DUR ANTE UNO DEI SUOI CONCERTI. IN ARRIVO UN NUOVO DISCO (PH. MONIA PAVONI)
no degli stop fisiologici, per cui riprenderemo tra un mese, ma mi auguro che per settembre sia già visibile. Poi vedremo. Ammiro i colleghi che riescono a fare un film dietro l’altro, o magari in contemporanea, a me serve di un po’ di tempo per uscire da un personaggio e entrare nel successivo, oltre al fatto che ho bisogno di appagare lo spirito anche con la musica. Cosa ti mancava di più di Prato e cosa ti piace di questa città? Dopo 22 anni a Roma e 4 a Padova, avevo voglia e bisogno di tornare a casa, ricaricare un po’ le batterie, camminare su un suolo che conoscevo, che ho consumato. Credo mi mancasse soprattutto questo senso di appartenenza. Tornando ho trovato una Prato molto vivace e attiva. Ricordo un periodo con fondi commerciali vuoti, poca vita, ora invece ci sono tan-
ti locali aperti, strade piene di ragazzi, eventi… È una bella piccola grande città. Qualche locale a Prato dove sentire della buona musica? Qualche giorno fa ho suonato alla Fabbrica in Pedavena, mentre in piazza Mercatale c’è il Wallace, dove spesso ci sono delle jam con bravi musicisti pratesi. Posti preferiti in città? Ho scoperto da poco il piacere di passeggiare sul camminamento di ronda del castello dell’Imperatore. È il posto perfetto per staccare la testa e tornare a riflettere più serenamente. Mi piace piazza del Comune, la mia preferita, soprattutto la sera, quando la città dorme. Poi ci sono quei luoghi, come piazza San Francesco, che ora frequento meno, ma a cui sono affezionato perché ci ho passato l’adolescenza.
‘AMO LA RECITAZIONE, MA MI ALZO LA MATTINA E SUONO, NON MI ALZO LA MATTINA E RECITO’
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ITINERARI FOOD
MUR À
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SATURDAY FEVER
I M I G L I O R I LO C A L I D E L L A M O V I D A P R AT E S E T R A P O S T I C U LT E S O R P R E N D E N T I N E W E N T R Y DI MARTINA OLIVIERI
C’è voglia di ritmi più frenetici e aperitivi in compagnia in un connubio di profumi, colori e sapori che ci preparano alla stagione estiva. Prato si apre ai cambiamenti e ai nuovi arrivi, soprattutto quando il tramonto si riflette sui palazzi del centro storico della città per accogliere il tanto amato rito dell’aperitivo. Ma Prato è anche fedele alla tradizione, in una commistione di vecchio e nuovo che affascina. Sono tanti, infatti, i nuovi locali che negli ultimi mesi hanno scelto la piazza pratese per lanciare i loro nuovi locali, riscuotendo grande successo su un pubblico decisamente ampio e variegato. Ecco che oggi vi portiamo dietro le quinte dei locali più in voga della movida, tra ambienti diversi, cocktail e serate pensate per tutti dall’aperitivo, alla cena, arrivando fino al dopo cena. MURÀ Vicino alle mura, in piazza San Marco, debutta Murà: un format trasversale
che è già diventato un nuovo punto di riferimento in città. Un luogo di socialità fuori dagli schemi, in cui troviamo sia il ristorante con cucina a vista, creato in partnership con Foody Farm, che il cocktail bar con una bottigliera che conta i nomi più in voga della miscelazione made in Tuscany. Il menù comprende una grande varietà di tipi di carne, verdure, pasta artigianale e formaggi, e tra tapas e porzioni da condividere la tradizione gastronomica toscana esce dagli schemi per un’esperienza di gusto senza precedenti. Il punto di forza dei barman è, invece, la creatività con una drink list che esula dal solito aperitivo. Specialità da gustare e da bere in spazi inaspettati, grazie anche alle opere di Murran Billi - artista e tatuatore di fama internazionale che arricchiscono il locale, con sempre nuove suggestioni. La musica dal vivo, i dj set nazionali e internazionali fanno poi da colonna
ALLA SCOPERTA DEI LOCALI PIÙ IN VOGA DEL MOMENTO TRA AMBIENTI ELEGANTI, COCKTAIL SORPRENDENTI E SERATE PER TUTTI
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ITINERARI FOOD
IN QUESTA E NELL A PAGINA ACC ANTO: MUR À , UN LUOGO DI SOCIALITÀ FUORI DAGLI SCHEMI
sonora ai sapori di Murà, per regalarvi emozioni da vivere fino all’ultima nota (piazza San Marco, 24 - ph. +39 0574 961941). MAG56 Moderno e all’avanguardia come un tipico locale newyorkese, gustoso e ricco di materie prime come un ristorante nostrano, Mag56 è il perfetto mix per chi cerca divertimento e buon cibo in un valzer di sapori e suoni che accenderanno il vostro weekend. Nel fine settimana non mancano mai dj set, collaborazioni con i giovani ragazzi pratesi di Touchè o altri produttori per spiegare il loro prodotto con assaggi e special drink pensati per l’occasione. Uno dei punti di forza di Mag56 sono senza dubbio i drink, con una carta di signature cocktail che si rinnova conti-
nuamente e periodicamente, sempre attenti alle esigenze di tutti, per trovare il cocktail che più si adatta alle esigenze dei singoli. Contano circa 180 gin in carta tra italiani e internazionali, e il bancone si illumina in attesa di nuovi preziosi gin ricercati. Oltre al cibo e alla musica, si può vivere l’esperienza avvolgente del rituale del Narghilè (via Don Giuseppe Arcangeli, 58 - ph. +39 389 1689731). RIXÒ RESTAURANT Per chi ama il buon cibo, un ambiente affascinante, la buona musica e ottimi cocktail, Rixò è la risposta giusta. Nei locali che un tempo ospitavano la discoteca Tina Pica e poi altri locali legati alla ristorazione, oggi nasce un posto dove vivere un’esperienza a 360
MUSICA, BUON CIBO E DIVENTIMENTO IN UN VALZER DI SAPORI E SUONI INNOVATIVI
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A AQUESTA IN A E NELL A PAGINA ACC ANTO: GLI AMBIENTI ELEGANTI E AFFASCINANTI DI MAG56
PR ATO CIT Y
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RIXÒ
gradi, dall’aperitivo alla cena e al dopo cena. Un vero e proprio dinner club che mette in piacevole sequenza l’aperitivo al banco dell’american bar, la cena alla carta nel grande open space e il dj set che cresce con il passare delle ore. Tra gli antipasti spiccano il millefoglie di carciofi morelli con tartufo su fonduta di pecorino di Pienza e uovo croccante con porro in vellutata e croccante, tra i primi tentano i tortelli mugellani. Il pezzo forte sono i filetti e la bistecca dal forno Josper, ma anche la pizza. Il tutto per una cena che è prima di tutto una festa (via Giuseppe Valentini, 39 - ph. +39 0574 727019). PRATO CITY Locale storico della movida pratese completamente rinnovato da cui è nato
un concept creativo ideato dall’architetto Marco Formigli. La location è stata arricchita nei dettagli con un arredo moderno e contemporaneo. Il perfetto mix tra ristorante, cocktail bar e lounge, dove concedersi un business lunch o una cena, condividere un aperitivo o gustare un drink dopo cena, magari accompagnati da un rilassante Narghilè. Per il dopo cena Prato City ha sviluppato un programma musicale variegato, che spazia da dj che propongono musica commerciale alla musica dal vivo, per soddisfare le esigenze di pubblici diversi. Ogni domenica a partire dalle ore 18.00 viene proposto un Music set selezionato da un artista, che accompagna l’aperitivo con italian tapas, e una vasta selezione di cocktail e narghilè (via Giuseppe Valentini, 7 - ph. +39 0574 964673).
UN MIX TRA RISTORANTI, COCKTAIL BAR E LOUNGE DOVE CONCEDERSI SERATE MAGICHE
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1. 5. FABBRIC A IN PEDAVENA 2. IN PIAZZET TA FOOD & DRINK 3. PR ATO CIT Y 4. RIXÒ
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IN PIAZZETTA FOOD & DRINK
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PO’STÒ C AFÈ
IN PIAZZETTA FOOD & DRINK Giovane e dinamico, da In piazzetta Food & Drink potete trascorre una serata all’insegna del buon vino e di ottimi champagne, affiancati da una proposta gastronomica ricercata e in continua evoluzione. Un vero e proprio punto di incontro nell’area pratese per tutti coloro che vivono il mondo del vino con passione ed entusiasmo. Come accade per le bottiglie, anche i piatti raccontano una storia unica e ogni piatto presente nel menù è frutto di un lavoro di selezione rigoroso e incentrato sulla ricerca continua di materie prime eccellenti. Per l’aperitivo il calice di vino delle oltre 200 etichette presenti e i cocktail si accompagnano ad un piatto di goloso finger food, per cena il menù si arric-
chisce di taglieri, tartare, hamburger e scrocchiarelle. Mentre per l’after dinner i drink si fanno decisamente più intesi. I giovedì d’estate tornano le serate a tema con produttori del territorio e musica dal vivo, per delle ore tutte da ricordare (via Benedetto Cairoli, 15 - ph. +39 0574 965874). PO’STÒ CAFÈ Dall’aperitivo al dopo cena, è sempre il giusto momento per trascorrere piacevoli momenti al Po’Stò. La cura, la ricerca e gli abbinamenti migliori, sono il valore aggiunto di questo locale, aperto dalla colazione fino a tarda notte. Per l’aperitivo servono grandi classici ma anche sapienti sperimentazioni, mentre dalla cucina arrivano per cena piatti pronti a stupire con semplicità e proposte sempre nuove. Valore aggiunto il dehors dove si co-
DALL’APERITIVO AL DOPO CENA È SEMPRE IL MOMENTO GIUSTO PER GODERSI UN BUON DRINK
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Il modo migliore per cominciare una giornata, festeggiare un’occasione speciale o anche solo concedersi una coccola. Per tutto questo c’è Vella Cafè, la pasticceria di Marco Colzi, vincitrice della puntata tutta pratese del programma targato Real Time Cake Star: Pasticcerie in sfida 2021, conquistando il famoso pasticcere Damiano Carrara e la conduttrice Katia Follesa grazie a una favolosa kermesse di dolci, fatta di torte e semifreddi, ma anche sfiziosi mignon.
Il meglio dell’alta pasticceria italiana unito alla creatività di alchimisti dei sapori per risultati che spaziano dai grandi classici a creazioni inedite. Senza dimenticare l’arte della caffetteria, pilastro della cultura italiana, servito sempre con un caloroso sorriso. Di produzione propria, preparati ogni giorno in laboratorio utilizzando solo i migliori ingredienti, anche tutti i salati esposti nel bancone, dalle schiacciatine vuote o ripiene alle pizzette, passando per deliziosi tramezzini e cornetti salati. La tua pausa di gusto, per tutti i gusti.
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FABBRIC A IN PEDAVENA
mincia già a respirare l’aria estiva nelle calde giornate di sole, ideale per gustarsi un aperitivo all’aria aperta in compagnia, o un drink dopo cena allietati da dj o tanta bella musica dal vivo. Il Po’Stò è anche questo (via Giulio Borselli, 89 - ph. +39 0574 965208). FABBRICA IN PEDAVENA PRATO La famiglia Luciani ha iniziato a produrre birra a Pedavena nel 1897. Qui apre, pochi anni dopo, quella che tutt’oggi è la birreria più grande d’Italia. Da un’idea dei fondatori è nato nel secondo dopoguerra il progetto di una rete di birrerie che riprendesse il nome della Fabbrica facendo conoscere i suoi prodotti in tutta Italia. Oggi portano le loro birre dalle pendici delle Dolomiti a tutta la rete di locali per far vivere la magia dello
storico birrificio. Da poco sono arrivati anche a Prato, con taglieri, hamburger e pizze che accompagnano dall’aperitivo fino a tarda serata una buona birra per un momento di gusto irripetibile. Il design esclusivo degli interni e l’ampia area esterna permettono alla Fabbrica di essere il luogo perfetto per ogni tipo di situazione. Il calendario delle serate diventa, inoltre, sempre più ricco, e nei prossimi mesi si alterneranno sul palco di Fabbrica diversi artisti di rilievo come Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi), Dudu Morandi - Folk Experience (frontman dei Modena City Ramblers) e Federico Poggipollini (chitarrista di Ligabue). Una programmazione che rende Prato decisamente più rock (via Galcianese, 23 - ph. +39 0574 966269).
DJ SET E TANTA BELLA MUSICA DAL VIVO CHE ANTICIPANO L’ESTATE IN ARRIVO
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MOSTRE ARTE
LA FORZA DELLE IDEE
U N P R O G R A M M A C H E FA L E VA S U I M P O RTA N T I P U N T I F E R M I : LA RIVOLUZIONE GENTILE DI STEFANO COLLICELLI CAGOL, NEO DIRETTORE DEL CENTRO PECCI DI FRANCESCA LOMBARDI
Dopo tre mesi dal suo insediamento come nuovo direttore del Centro Pecci, abbiamo incontrato Stefano Collicelli Cagol. L’occasione è stata la presentazione del programma di attività del Centro e l’inaugurazione della prima mostra a cura del neodirettore. Entrato in punta di piedi al Pecci lo scorso gennaio, durante l’intervista ha confermato l’estremo garbo che traspariva da questi mesi di lavoro, unito a una grande determinazione e a idee chiarissime: “Il Centro Pecci è un centro e non un museo: la sua è una prospettiva volta al futuro con una vocazione interdisciplinare. Moda, cinema, musica, architettura, design, danza, teatro, letteratura e arti troveranno spazio all’interno del Centro intrecciandosi alle sue attività, per migliorare il benessere della città e del pubblico nazionale e internazionale che lo visiterà”. Da queste prime parole si capisce un pun-
to fermo del pensiero del direttore: il ruolo dell’arte come elemento essenziale per una comunità. Laureato a Ca’ Foscari in Conservazione dei Beni Culturali, del suo curriculum densissimo sorprendono le tante collaborazioni internazionali per istituzioni e musei di primo piano, e l’attenzione per gli esordi di artisti diventati nomi importanti dell’universo dell’arte. La mostra Il giardino dell’arte. Opere, collezioni segna il suo inizio al Pecci nella duplice veste di curatore e direttore e si snoda nelle dieci sale dell’ala storica del museo tra opere realizzate da artiste e artisti italiani e internazionali di generazioni diverse: nomi come Alberto Savinio, Osvaldo Licini, Alighiero Boetti e Alberto Burri accanto a artiste contemporanee come Nan Goldin, Monica Bonvicini, Roni Horn e Marisa Merz. Il titolo dell’esposizione evoca l’imma-
‘IL CENTRO PECCI È UN CENTRO NON UN MUSEO, CON UNA PROSPETTIVA VOLTA AL FUTURO E UNA APERTURA RIVOLTA A PIÙ DISCIPLINE’
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MOSTRE ARTE
STEFANO COLLICELLI C AGOL , DIRET TORE DEL CENTRO PECCI DA GENNAIO 2022
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MOSTRE ARTE
ALCUNE OPERE DELLA MOSTRA IL GIARDINO DELL’ARTE. OPERE, COLLEZIONI. CURATA DAL NUOVO DIRETTORE
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MOSTRE ARTE
L A MOSTR A SI SNODA NELLE DIECI SALE DELL’AL A STORIC A DEL MUSEO CON OPERE REALIZZ ATE DA ARTISTE E ARTISTI ITALIANI E INTERNAZIONALI DI GENER AZIONI DIVERSE:
gine del museo e del giardino, intesi non soltanto come luoghi dedicati alla cura e al ristoro ma anche come spazi della meraviglia in cui potersi immergere nella bellezza in tutte le sue forme. A popolare il giardino artistico, opere provenienti dalla collezione del Centro Pecci e da collezioni private: una mostra che quindi riporta l’attenzione anche sul collezionismo, tema ulteriormente sottolineato dal futuro progetto di riallestimento della collezione permanente del direttore. Iniziamo il nostro incontro con Stefano parlando non solo della collezione permanente, ma anche di futuro e di interdisciplinarità del Centro che dirige. Quali discipline faranno parte della sua programmazione, oltre l’arte? Saranno oggetto di dialogo con gli artisti in mostra o in collezione, o avranno vita propria? Le arti sono state da sempre in relazione, sto pensando alla storia dell’arte nel suo complesso, non solo a quella del XX secolo. E il Pecci è un centro non un museo per Statuto. Quindi il mio programma non è un cambiamento di rotta ma risponde a
una vocazione che appartiene al Pecci da sempre. Si tratta di fare leva sulla flessibilità e sugli spazi del Centro, per aprirsi ancora di più alla città e al pubblico e essere un vero e proprio polo di attrazione, un luogo dove passare del tempo, non solo per vedere una mostra ma anche seguire un laboratorio o un film, fermarsi per un pranzo o una colazione, sfruttando anche la proposta food del Pecci che oggi è più ampia e variegata. Con queste premesse, come vede il futuro del Centro? Immagino un ripensamento strutturale dello spazio fisico: diventerà un vero e proprio luogo di relazione con il pubblico e il territorio. Un approccio che certamente appartiene anche a altre realtà nazionali e internazionali, ma l’unicità del Pecci risiede proprio nell’ampiezza dell’offerta. E su questo aspetto vorrei porre l’accento, rendendo le attività sempre più accessibili e trasversali. Con una forte apertura verso i giovani. Il riallestimento della Collezione Permanente: sarà una presentazione tematica di gruppi di opere o prevede un rial-
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UN’OPERA DELLA MOSTRA IL GIARDINO DELL’ARTE. OPERE, COLLEZIONI, DAL 27 MARZO AL 24 LUGLIO 2022
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MOSTRE ARTE
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UNA PERFORMANCE DELL’ARTISTA MASSIMO BARTOLINI, CHE SAR À AL PECCI IN AUTUNNO
lestimento totale di tutta la collezione? Anche questo aspetto è un capitolo importante del futuro del Centro: per la prima volta una selezione delle opere che appartengono al Pecci - parliamo di un totale di più di 1000 pezzi, sarebbe impossibile mostrarla tutta - faranno parte di una esposizione permanente che occuperà un’ala del Museo. E’ un progetto a cui tengo molto perché risponde a un interesse reale della città e del pubblico in generale intorno alla storia del Centro, raccontata proprio attraverso le sue opere e le mostre del passato di cui spesso queste opere hanno fatto parte. In che tipo di rapporto si porrà il Centro con la vicina Firenze, meta di un turismo internazionale anche di ricerca? Con la Regione e il Comune ho trovato molta disponibilità a lavorare intorno a questo tema, attraverso collegamenti sempre più fluidi e una comunicazione incrociata delle attività. Allargherei volentieri la prospettiva anche oltre la dicotomia Prato - Firenze, sfruttando l’unicità del Centro non solo a livello di Toscana ma di tutto il territorio italiano. Il lavoro
che sto portando avanti con il mio incarico ha un intento fortemente programmatico, in modo da lasciare delle tracce evidenti anche oltre il mio mandato. Oggi il Centro ha bisogno di continuità soprattutto. Accanto alla mostra curata da Stefano Collicelli Cagol, a maggio il museo avvia un nuovo ciclo di esposizioni ideate dal responsabile di collezioni e archivi Stefano Pezzato e incentrate su raccolte e archivi d’arte e architettura contemporanea presenti in Toscana. Tra gli archivi esplorati quello del gruppo 9999, esponente dell’Architettura Radicale, e della galleria Schema co-fondata a Firenze dall’artista Alberto Moretti, in attesa di presentare una prima selezione di materiali appartenuti alla critica militante Lara-Vinca Masini il cui intero archivio è stato trasferito a Prato un anno fa. In autunno infine è in programma un’importante mostra personale di Massimo Bartolini, con una nuova installazione - la più grande mai realizzata dall’artista - appositamente concepita per gli spazi del museo.
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ART PLACE
UNA DELLE SALE DI PALAZZO DEGLI ALBERTI RISERVATA ALLA GALLERIA. IN MOSTRA UN NUCLEO DI CIRCA 90 OPERE
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IL TESORO RITROVATO LA RIAPERTURA DELLA GALLERIA DEGLI ALBERTI E I S U O I C A P O L AVO R I D I F R A N C E S C A LO M B A R D I F O T O A N T O N I O Q U AT T R O N E
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UN RITMATO CRESCENDO DI CAPOLAVORI CHE APPARTENGONO ALLA STORIA DELLA CITTÀ
DALL’ALTO IN SENSO OR ARIO: C AR AVAGGIO, LORENZO BARTOLIN, GIOVANNI BELLINI, PUCCIO DI SIMONE, LORENZO BARTOLINI
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ART PLACE
I L AVORI DI RISTRUT TUR AZIONE DELL A GALLERIA SONO TERMINATI DOPO CIRC A TRE ANNI
Ci sono Filippo Lippi, Santi di Tito, Bronzino, Michelangelo Merisi, Giovanni Bellini, Lorenzo Bartolini… in un ritmato crescendo le sale di Palazzo Alberti, appena restaurate, offrono alla città capolavori che appartengono alla sua storia ma che per molti anni sono stati sottratti al suo sguardo. Un progetto fortemente voluto da Banca Intesa, nato dal dialogo con Banca Popolare di Vicenza - che sta attraversando un momento controverso della sua storia -, grazie all’impegno del Comune di Prato, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le Province di Pistoia e Prato e all’impulso fondamentale degli Amici dei Musei. La Galleria prende il nome dal palazzo gentilizio che la ospita, l’antico Casone degli Alberti che, risalente al XIII secolo, dal 1870 è stato sede della Cassa di Risparmio e Depositi di Prato, fondata nel 1830 e diventata presto figura di riferimento della vita sociale e culturale
della città. Oggi è la sede della filiale di Intesa Sanpaolo e della nuova Galleria d’arte dedicata alle opere conservate nell’edificio. Il palazzo mantiene la fisionomia tardo-quattrocentesca e conserva i segni degli interventi di ammodernamento si sono avvicendati nei secoli successivi. Particolarmente leggibile quello degli anni Trenta che coincise con la nascita della collezione artistica della banca. Nel 1984 - a seguito di acquisizioni di dipinti di straordinario valore con opere di Caravaggio, Giovanni Bellini e Filippo Lippi - all’interno di Palazzo Alberti, al piano nobile, venne aperta al pubblico un’area museale, poi ristrutturata nel 2005. Il percorso appena inaugurato sfrutta la maggior ampiezza degli spazi e un allestimento più funzionale, che permette un aumento del numero delle opere in mostra. L’ordine scelto è scelto è cronologico: due tabernacoli affrescati di inizio Quattrocento aprono l’esposizione, sottolineando il rapporto della città con i suoi santi
IL PERCORSO SFRUTTA LA MAGGIOR AMPIEZZA E FUNZIONALITÀ DEGLI SPAZI
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Jeep è un marchio registrato di FCA US LLC.
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PRATO (PO) - Viale Montegrappa, 264 Tel. 05745781
ART PLACE
L A GALLERIA PRENDE IL NOME DAL PAL AZZO CHE L A OSPITA , L’ANTICO C ASONE DEGLI ALBERTI RISALENTE AL XIII SECOLO
protettori, per poi passare all’opera di Filippo Lippi che incarna il culmine artistico di una produzione pittorica legata al territorio. Si prosegue, focalizzandosi su specifiche manifestazioni artistiche: dal capolavoro di Giovanni Bellini alla tradizione pittorica cinquecentesca, dall’età della Controrifoma a Caravaggio, dalla devozione pratese della Cintola alla rutilante pittura seicentesca e settecentesca. E ancora l’Ottocento dei pratesi Catani, Chiti e Lorenzo Bartolini, seguiti da accenni novecenteschi di schietta toscanità. Centrale come abbiamo detto la figura di Lippi: “In Prato ancora vicino a Fiorenza dove aveva alcuni parenti, in compagnia di fra’ Diamante del Carmine, stato suo compagno e novizio insieme, dimorò molti mesi lavorando per tutta la terra assai cose”: così Vasari ricorda il lungo soggiorno pratese di Filippo Lippi, rinomato artista rinascimentale impegnato dal 1452 al 1466 nella realizzazione del ciclo affrescato con le Storie di Santo Stefano e san Giovanni Battista nella cappella maggiore dell’attuale Duomo della città. In questo periodo, noto anche per la storia d’amore del pittore con Lucrezia Buti monaca nel convento agostiniano di Santa Margherita, egli realizzò molti dipinti. Alle origini di questa produzione artistica e dell’intero alto linguaggio stilistico
del Lippi troviamo la piccola tavola esposta in Galleria: a dispetto delle proporzioni, la monumentalità dell’assorta Madonna denuncia la lezione di Masaccio, così come la robusta figura del piccolo Gesù, la cui gestualità vigorosa ed affettiva ricorda gli esiti di Donatello, mentre l’inquadratura architettonica evoca la spazialità brunelleschiana. E ancora il colore, i moti dell’anima, il morbido disporsi delle pieghe… qui tutto parla della cultura figurativa del Rinascimento fiorentino. Non meno emozionanti il capolavoro di Giovanni Bellini, Cristo Crocifisso in un cimitero ebraico databile intorno 1480 - 1485, in sintonia con la tavola di San Francesco della Frick Collection di New York; e L’ Incoronazione di spine di Caravaggio: portata all’attenzione di pubblico e critica dal celebre critico Roberto Longhi come copia antica da una composizione di Caravaggio, dopo il restauro del 1974 fu ricondotta alla diretta mano del grande pittore, come la campagna diagnostica condotta nel 2001 dall’Opificio delle Pietre Dure ha ulteriormente confermato. Non ultimo Lorenzo Bartolini, scultore di origine pratese e figura centrale nel panorama della scultura ottocentesca, presente in Galleria con una rilevante raccolta che completa quella di Palazzo Pretorio.
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CATERINA, 2019. LE OPERE SONO ESEGUITE CON IL SANGUE DEL SOGGETTO UTILIZZATO COME PIGMENTO TRA DUE FOGLI DI MYLAR
MOSTRA ARTE
UNIVERSI COMPLESSI I BLOODWORKS DI PIETRO COSTA IN MOSTRA A PA L A Z Z O P R E T O R I O DI FRANCESCA LOMBARDI
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A A A A: FATHER AND SON, 2022. SOT TO: UNA IMMAGINE DELLO STUDIO DI PIETRO COSTA , A NEW YORK SOPR
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MOSTRA ARTE
Le opere di Pietro Costa non lasciano indifferenti: al primo sguardo i suoi bloodworks, ritratti con il sangue del soggetto che viene utilizzato come pigmento tra due fogli di mylar, hanno un fascino potente e leggermente inquietante. Una sensazione che si stempera quando si comprende il lavoro di ricerca che Costa compie al di là dell’opera: un’indagine intorno al dialogo tra arte e scienza e soprattutto intorno al rapporto tra rappresentazione dell’io tra comunità e unicità. Pietro Costa, /ri.tràt.ti/ pôrtrāts/ a cura di Chiara Spangaro, in mostra a Palazzo Pretorio dal 23 aprile al 31 luglio, presenta al pubblico la selezione di ritratti eseguiti dall’artista tra il 2018 e il 2022. Opere che raccontano il legame dell’artista – che vive e lavora a New York dagli anni Ottanta - con Prato, dove ha lavorato alla prima serie dei Family Portraits, gli otto ritratti realizzati nel 2019 che attraversano tre generazioni della famiglia Gori a partire dal
patriarca Giuliano, storico collezionista e mecenate pratese. In mostra saranno presenti anche altri ritratti che raffigurano singoli e nuclei familiari: tra gli altri, Sandro e Gianni Veronesi, padre e figlio; la famiglia dell’artista, la madre Antonia e la nipote Ilaria (ritratta durante la gravidanza); i Brothers 1, i giovani del Ghana che condividono l’esperienza della difficile fuga dal loro paese; Garnette e Inge, 2018; Arturo e Riccardo del 2022. I suoi lavori fin dagli esordi aspirano non solo all’estetica quanto alla valorizzazione del patrimonio umano, ambientale e sociale. Dentro a ogni ritratto c’è proprio tutto: la condizione fisica, psicologica fisiologica di quel preciso istante ed il fuori, il luogo dove il ritratto viene realizzato, le particelle di polline, le polveri, i profumi ed i batteri che volano nell’aria in quel preciso istante in quell’esatto luogo. Ma il singolo è solo il punto di partenza per allargarsi a micro universi familiari ma anche sociali.
DENTRO A OGNI RITRATTO C’È PROPRIO TUTTO: LA CONDIZIONE FISICA, PSICOLOGICA FISIOLOGICA DI QUEL PRECISO ISTANTE
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P E R G I O VA N N I G R A M I G N I , N U O VO P R E S I D E N T E D E L C O N S O R Z I O , È G I À I L M O M E N T O D E L L E S C E LT E I M P O R T A N T I D I M AT T E O G R A Z Z I N I
È entrato da poco negli ‘anta’ ma la sua esperienza nel tessile affonda le radici nella storia del distretto: Giovanni Gramigni, 42, è il nuovo presidente di Pratotrade, il consorzio che riunisce 34 aziende tessili sotto un unico ombrello, che si apre in occasione di fiere internazionali, workshop ed eventi di settore. Per chi è abituato a prendere decisioni già da molto tempo e si trova a presiedere il Lanificio Bisentino, l’azienda di famiglia guidata con i cugini Guido e Giuditta, ovvero la terza generazione in quasi ottanta anni di attività, la nuova carica consortile è la naturale evoluzione di un percorso iniziato con l’ingresso in Pratotrade nel 2018 e proseguito con il ruolo di vice presidente degli ultimi due anni. D’altronde prima di lui aveva fatto il salto dal secondo al primo posto anche Maurizio Sarti, che lascia la presidenza dopo gli anni probabilmente più difficili per il distretto, che pure ha visto tante crisi ma mai si era trovato di fronte a una pandemia: lockdown, fiere annullate, trasferte vietate, carenza di materie prime. Una patata bollente che arriva nelle mani di Gramigni (che è anche AD della Manifattura Big, specializzata in accessori tessili e costituita dalla fusione della ElleBi, divisione accessori del Bisentino, con la Gibiwear) quando la luce in fondo al tunnel è stata spenta dalle bombe e dai missili in Ucraina. Una giostra della sfortuna che sembra girare senza sosta.
“Il momento era già particolare e difficile dice il nuovo presidente - poi è arrivata la crisi in Ucraina. C’è tanta instabilità e abbiamo a disposizione pochissime chiavi di lettura per trovare la giusta direzione”. Nel discorso di insediamento, proprio in considerazione del momento, ha parlato di “scelte difficili da fare subito”. Di cosa si tratta? Per ora di niente di specifico. Intendevo riferirmi alla possibilità di osare di più o in maniera diversa rispetto a quanto fatto finora. Dopo le chiacchierate fatte con gli amici imprenditori, che hanno visto le certezze diventare incertezze, inizierò un forte scambio di opinioni con il consiglio e con i consorziati per trovare idee e capire se non sia opportuno tentare qualcosa di nuovo e di arrembante. Sbagliare adesso è meno difficile, perché la situazione è già grave di per sé e c’è meno da perdere, quindi c’è più margine per rischiare, magari sbagliando ma togliendosi i dubbi e cercando di cambiare qualcosa in questo mestiere che non è mai cambiato o almeno non si è evoluto negli ultimi tempi. Lei è ingegnere informatico. Possiamo leggerci un riferimento al digitale? C’è un percorso già iniziato da Maurizio Sarti col portale Touch the fabric, bello e interessante che sicuramente va portato avanti. Forse il marketplace di Roberto Rosati è arrivato troppo presto? Era un qualcosa di diverso ma altrettanto
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ADUE A A IMMAGINI DEL PROGET TO DELL’HUB TECNOLOGICO PREVISTO A BACIAC AVALLO DA COSTRUIRE ENTRO IL 2026
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GIOVANNI GR AMIGNI, 42 ANNI, È L AUREATO IN INGEGNERIA INFORMATIC A MA L AVOR A DA SEMPRE NEL TESSILE
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ECONOMIA TESSILE
importante. Era avanguardistico, saremmo stati i primi ad avere un portale del genere ma forse non è stata una questione di tempi, che non sarebbero stati maturi neanche oggi se non ci fosse stata la pandemia, che ha accelerato il ricorso al digitale. Quanto è indispensabile la Rete per il tessile pratese? In assoluto non lo è diventata neanche durante la pandemia, perché il nostro mestiere ha bisogno di fisicità e presenza, il nostro prodotto deve essere toccato. Non so fino a che livello il digitale potrà arrivare. È invece fondamentale a livello informativo, perché fino a due ani fa facevamo in presenza anche le operazioni di marketing, raccontando le aziende, la loro evoluzione, gli interessi e quello che poteva essere pubblicità. Oggi questa parte può essere svolta anche sul web. Ma tutto quello che ruota intorno al lavoro delle aziende pratesi, che per tradizione e conformazione sono medio-piccole, non può essere affidato esclusivamente a Internet. Quindi le fiere hanno ancora un ruolo importante? Fa ruolo l’esserci, confrontarsi, vedere il prodotto, la qualità ed il servizio insieme alle persone. La fiera permette di raccontare la tracciabilità, la sostenibilità e l’organizzazione, doti che Prato deve mostrare all’esterno. E sono doti che si trasmettono meglio di persona, in un contesto riferito alla nostra produzione e al nostro know-how. Sulla direttrice Milano Unica-Première Vision si è ripresentato il dualismo e la vicinanza delle date, a iniziare dal prossimo luglio. Pratotrade dove si colloca? Il dualismo era sopito dal distanziamento temporale delle fiere, che si erano differenziate anche nell’offerta. Ora tutto questo viene un po’ meno ma non è possibile sce-
gliere tra i due saloni. Non sappiamo quali possono essere i numeri di luglio, perché Première Vision è sempre stata più internazionale di Milano Unica, ma chi potrà venire dall’estero? Gli asiatici avranno probabilmente ancora problemi a spostarsi e non ci sarà una prevalenza netta di una fiera sull’altra. Ogni azienda farà la propria scelta anche sulla base di criteri che non sono solo commerciali ma basati anche sulla qualità e la quantità dei clienti che si possono incontrare a Parigi piuttosto che a Rho. Poche aziende faranno entrambe le fiere in una situazione ancora abbastanza di emergenza, e ci sarà anche chi non farà nessuna delle due, confermando la scelta di febbraio, che non ha portato gravi conseguenze, anzi. Nel 2023, se lo stato delle cose tornerà verso la normalità, ci sarà un’evoluzione naturale della questione e ne capiremo di più. A proposito di scelte: Prato sembra aver puntato su un hub per il riciclo degli scarti tessili, incontrando applausi da un lato e contestazioni dall’altro. Che impressione ha sul progetto? Rientra nella linea di cui ho parlato all’inizio. C’è la possibilità di fare adesso un qualcosa che negli anni passati è stato non valorizzato a sufficienza nel distretto e dobbiamo approfittare di questa opportunità importante e positiva. È una possibilità infinita di riprendere uno dei valori del distretto, ben venga la struttura. Quanto saremo bravi a sfruttarla è da vedere, non tutte le ciambelle vengono col buco, inciamperemo facendo determinate cose ma dobbiamo centralizzare il recupero degli scarti tessili. Sulla parte tecnica non sono in grado di dare un giudizio ma il contesto è ampiamento positivo e sarebbe imperdonabile mancare l’appuntamento.
TEMPI DI DECISIONI: MILANO UNICA, PREMIÈRE VISION A PARIGI E IL RUOLO DEL DIGITALE
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E-MOBILITY EXPERIENCE I L M O N D O D E L L’ E L E T T R I C O E I M O D E L L I D A N O N P E R D E R E
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VOLKSWAGEN ID.4 GTX Pronto ad affrontare ogni strada: con la trazione integrale sportiva di ID.4 GTX - disponibile nella concessionarie Birindelli & CO - arrivi ovunque. La potenza del motore viene distribuita, quando necessario, su tutte e quattro le ruote. Le regolazioni attivate dall’esclusiva modalità di guida ‘Traction’ garantiscono una trazione ottimale, anche sulle superfici irregolari. ID.4 GTX è sinonimo di sportività. Potrai percepirla in prima persona grazie al telaio sportivo e all›assetto rigido di molle, ammortizzatori e stabilizzatori. City car, SUV o spaziosa 5 porte: la piattaforma modulare elettrica, MEB, è la base di molti modelli, e tra questi anche della ID.4 GTX. Andare in ufficio e poi partire per il week-end: nessun problema con ID.4 GTX.
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EQS DI MERCEDES-EQ
Ci sono rivoluzioni che cambiano il mondo intero. La nuova EQS è una di queste. Nata dalla sintesi tra l’eleganza più esclusiva e la tecnologia elettrica più avanzata, la berlina luxury full electric di Mercedes-EQ arriva direttamente dal futuro per cambiare il presente. Con una potenza di 385 kW (523 CV) e un’autonomia massima di 785 km, la nuova EQS è pronta a farti entrare nell’era del design polisensoriale. È dotata dei più avanzati sistemi di assistenza alla guida grazie alla nuova generazione MBUX. La tecnologia MBUX è disponibile anche in versione Hyperscreen: con uno schermo che si estende come un’onda e cattura ogni sguardo. Provala da GMG SPA!
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JAGUAR I-PACE Jaguar I-PACE, SUV full electric ad altissime prestazioni, vincitore di 88 premi automobilistici in tutto il mondo. La fusione tra DNA Jaguar, tecnologia di Formula E e design britannico, ha reso IPACE uno dei modelli più desiderati, con un’autonomia WLTP certificata di 470 Km e un’accelerazione 0-100 Km/h in 4,8 secondi. Un’auto sportiva con motori elettrici ed elevata tecnologia. Garantisce comfort, sicurezza e divertimento. Protagonista dell’iniziativa e-ducation, un percorso formativo mirato a dar vita ad una vera e propria transizione ecologica attraverso lo sviluppo della mobilità green.
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AUDI Q4 E-TRON E Q4 SPORTBACK E-TRON Il marchio dei Quattro Anelli presenta le sue prime vetture puramente elettriche nel segmento delle compatte. Sotto la carrozzeria dal design espressivo, entrambi i SUV offrono interni ampi, un alto livello di fruibilità quotidiana e ottime prestazioni di ricarica e di guida. A seconda della versione del motore, raggiungono un’autonomia fino a 520 km. Incisivo e possente: il design definisce chiaramente il futuro della mobilità elettrica. Gli interni progressivi sono il connubio perfetto di tecnologia, sportività e funzionalità. L’efficienza spicca anche in fase di ricarica: fino a 125 kW. Le linee dinamiche definiscono il futuro della mobilità elettrica.
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VOLVO C40 RECHARGE Non ci sono compromessi con Volvo C40 Recharge, il primo crossover Pure Electric della casa automobilistica svedese che, sensibile alle questioni di sostenibilità tout court, con quest’auto fa anche il suo ingresso nel mondo delle vetture leather-free. Quasi 440 km di autonomia, 4,7 secondi lo scatto da 0 a 100, accelerazione fluida e trazione integrale. Google Assistant per un’esperienza di guida multimediale in totale sicurezza e quattro videocamere HD per una visione aerea a 360 gradi. Il comfort e le prestazioni di un Suv compatto, la solidità, l’estetica e l’atmosfera Volvo, con tutti i vantaggi dell’elettrico. Disponibile da Nuova 4M, a Prato.
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500E
La nuova Fiat 500E è tutta elettrica e può contare su tre allestimenti: Cabrio, Berlina e 3+1 (con una piccola porta posteriore aggiuntiva). Autonomia e prestazioni sono identiche per tutti e tre gli allestimenti delle 500 elettriche: motore elettrico da 118 CV alimentato da una batteria da 42 kWh che le consente di percorrere fino a 320 km in città nel ciclo Wltp misto. Per ripristinare l’80% dell’autonomia a una colonnina rapida bastano 35 minuti, per una ricarica sufficiente a percorrere 50 km bastano 5 minuti. Velocità massima 150 km/h, mentre lo 0-100 km/h viene portato a termine in nove secondi netti. Disponibile da Palmucci, a Prato.
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CHIUSO DA MARZO 2019, IL BAR DEL POLITEAMA TORNA CON UN OMAGGIO ALLE BONTÀ DEL TERRITORIO ALCUNE FOTO DEL BAR NELL’ELEGANTE FOYER DEL TEATRO, APERTO IN OCCASIONE DI OGNI SPETTACOLO. AL CENTRO, INSIEME ALLO STAFF, DA SINISTR A: ALESSANDRO ZANIERI, ANDREA ATZORI, SAMUELE BECAGLI E GIONNI BONISTALLI
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FOCUS SERVICE
IL GUSTO DELLO SPETTACOLO TORNA IL BAR DEL POLITEAMA, L A N U O VA AV V E N T U R A F I R M ATA T O W I N E A P R AT O P H O T O PA S Q U A L E PA R A D I S O
Il piacere di un caffè, un drink o uno spuntino prima di sedersi sulle poltroncine rosse del Politeama, in attesa che si alzi il sipario e cominci lo spettacolo, è di nuovo possibile grazie alla riapertura, avvenuta lo scorso febbraio, del bar nel foyer (chiuso dal marzo 2019) dell’ormai storico teatro in via Garibaldi. In collaborazione con È·ra - Agenzia Gastronomika di Samuele Becagli, Andrea Atzori e Alessandro Zanieri, a prendere in mano la gestione del bar è il team di To Wine, eccellenza pratese nel mondo dell’enogastronomia, in città dal 2012 con l’enoteca in viale della Repubblica, diventata poi anche ristorante, e, dal 2018, con il loro spinoff in centro, il wine-cocktail bar e ristorante In Piazzetta. Adesso, si aggiunge anche questa nuova avventura: “Abbiamo pensato che fosse importante investire ancora su Prato e il centro storico - ci racconta Gionni Bonistalli, titolare di To Wine e ci sembrava giusto che il Politeama avesse un bar all’altezza della sua importanza e dei bei cartelloni che propongono ogni anno.”
Aperto prima, durante e dopo ogni spettacolo e concerto, il bar del Politeama spazia dal dolce al salato con un occhio di riguardo al territorio: “Tra i vini abbiamo il meglio di Prato e Toscana, per il caffè, come già facciamo negli altri due nostri locali, usiamo le miscele del Padovani. Per la pasticceria abbiamo stretto una collaborazione con Il Nuovo Mondo, di cui non mancano mai le famose Pesche di Prato, così come i biscotti del Mattei, mentre per il salato serviamo proposte di nostra produzione e i per i cocktail ci concentriamo soprattutto sui grandi classici.” Oltre a tutto questo, to Wine si occupa anche delle cene per gli abbonati della Camera Strumentale, allestite negli spazi del Ridotto, al primo piano, con un menu fisso all’insegna della stagionalità e dei prodotti locali. Un dettaglio non trascurabile è infine questo: “esibendo il biglietto, il giorno stesso dello spettacolo gli ospiti possono godere di un prezzo speciale sull’aperitivo, il pranzo oppure la cena al nostro ristorante In Piazzetta.”
‘CI SEMBRAVA GIUSTO CHE IL POLITEAMA AVESSE UN BAR ALL’ALTEZZA DELLA SUA IMPORTANZA E DEI SUOI SPETTACOLI’
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Soldano Trattoria in duomo dal 1918 Via della Sirena, 10 - 59100 Prato - Italia Telefono e fax +39 0574 830913 E-mail: soldanoduomo@libero.it soldanoduomo
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MESSAGGI DALLE STELLE
Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri ARIETE (21 marzo - 20 aprile)
BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre)
Maggio è per voi un mese chiave! Dal giorno 3 Venere entra nel segno, seguita il 10 da Giove, che rivitalizzerà i nati in marzo, mentre Chirone staziona sulla seconda decade. E a fine mese ecco… Marte!
Il trigono saturnino offre ai nati 14-18 ottobre tanto realismo e una nuova consapevolezza, ma da fine maggio tutti devono aspettarsi un po’ di stress e qualche contrattempo. Meglio volare… bassi!
TORO (21 aprile - 20 maggio)
SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre)
Mix planetario molto complesso: Urano spinge i nati 2-8 maggio verso cambi globali, mentre Giove e Saturno entusiasmano e frenano la terza decade. Per fortuna che Marte vi sostiene da metà aprile.
I nati 12-18 novembre vivono situazioni di vita contrastanti: il trigono gioviano li spinge ad espandersi, mentre il quadrato saturnino li obbliga a riflettere. Buono il periodo metà aprile/metà maggio.
GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)
SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)
Da metà aprile, alti e bassi marziani un po’ per tutti. Evitate eccessi di intraprendenza e badate all’essenziale senza disperdervi. Da maggio, per la prima decade, idee, viaggi e nuovi programmi.
Una buona spinta energetica fino a metà aprile lascia, poi, spazio alle tensioni marziane. Il Cielo si rasserena da metà maggio in avanti grazie al trigono di Giove, ma solo per i nati in novembre.
CANCRO (22 giugno - 22 luglio)
CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)
Venere, Marte, Giove e Nettuno, in vari modi e con tempi diversi, vi appoggiano dai Pesci, mentre anche Urano aiuta dal Toro i nati 4-10 luglio. Non potete pretendere di più dalle stelle: fatene tesoro!
Appoggiati da Venere e Marte in aprile, potreste trovarvi in difficoltà da fine maggio in avanti, soprattutto se siete nati dal 22 al 29 dicembre: evitate i progetti faraonici e le spese inutili.
LEONE (23 luglio - 23 agosto)
ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)
Marte cessa le sue ostilità a metà aprile, ma Saturno ed Urano vi sono sempre contrari. Tuttavia, dal 10 maggio con l’entrata di Giove nell’amico Ariete, sarà festa grande almeno per i nati in luglio.
Con l’avanzare di Saturno, sono ora i nati dal 9 al 13 febbraio ad affrontarne il transito sul proprio Sole: realismo, pazienza e cautela sono d’obbligo, così come una maggior cura della salute.
VERGINE (24 agosto - 22 settembre)
PESCI (20 febbraio - 20 marzo)
Periodo di stress e di affaticamento dal 15 aprile al 24 maggio, da affrontare con prudenza e senza drammatizzare. Poi, le tensioni celesti scompaiono di colpo e riprenderete la vostra amata routine.
L’entrata di Marte nel segno dal 15 aprile può rendervi tesi e nervosi fino a metà maggio, ma godete sempre dell’appoggio di Giove, che passa lentamente sul Sole degli appartenenti alla terza decade.
a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo”, Associazione culturale pratese Le indicazioni interpretative si riferiscono alla sola posizione del Sole nei segni, perché un’analisi previsionale specifica richiede la conoscenza di data, ora e luogo di nascita del soggetto. Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it 82 PRATOREVIEW
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