ECONOMIA TESSILE
PRATOTRADE 4.0
P E R G I O VA N N I G R A M I G N I , N U O VO P R E S I D E N T E D E L C O N S O R Z I O , È G I À I L M O M E N T O D E L L E S C E LT E I M P O R T A N T I D I M AT T E O G R A Z Z I N I
È entrato da poco negli ‘anta’ ma la sua esperienza nel tessile affonda le radici nella storia del distretto: Giovanni Gramigni, 42, è il nuovo presidente di Pratotrade, il consorzio che riunisce 34 aziende tessili sotto un unico ombrello, che si apre in occasione di fiere internazionali, workshop ed eventi di settore. Per chi è abituato a prendere decisioni già da molto tempo e si trova a presiedere il Lanificio Bisentino, l’azienda di famiglia guidata con i cugini Guido e Giuditta, ovvero la terza generazione in quasi ottanta anni di attività, la nuova carica consortile è la naturale evoluzione di un percorso iniziato con l’ingresso in Pratotrade nel 2018 e proseguito con il ruolo di vice presidente degli ultimi due anni. D’altronde prima di lui aveva fatto il salto dal secondo al primo posto anche Maurizio Sarti, che lascia la presidenza dopo gli anni probabilmente più difficili per il distretto, che pure ha visto tante crisi ma mai si era trovato di fronte a una pandemia: lockdown, fiere annullate, trasferte vietate, carenza di materie prime. Una patata bollente che arriva nelle mani di Gramigni (che è anche AD della Manifattura Big, specializzata in accessori tessili e costituita dalla fusione della ElleBi, divisione accessori del Bisentino, con la Gibiwear) quando la luce in fondo al tunnel è stata spenta dalle bombe e dai missili in Ucraina. Una giostra della sfortuna che sembra girare senza sosta.
“Il momento era già particolare e difficile dice il nuovo presidente - poi è arrivata la crisi in Ucraina. C’è tanta instabilità e abbiamo a disposizione pochissime chiavi di lettura per trovare la giusta direzione”. Nel discorso di insediamento, proprio in considerazione del momento, ha parlato di “scelte difficili da fare subito”. Di cosa si tratta? Per ora di niente di specifico. Intendevo riferirmi alla possibilità di osare di più o in maniera diversa rispetto a quanto fatto finora. Dopo le chiacchierate fatte con gli amici imprenditori, che hanno visto le certezze diventare incertezze, inizierò un forte scambio di opinioni con il consiglio e con i consorziati per trovare idee e capire se non sia opportuno tentare qualcosa di nuovo e di arrembante. Sbagliare adesso è meno difficile, perché la situazione è già grave di per sé e c’è meno da perdere, quindi c’è più margine per rischiare, magari sbagliando ma togliendosi i dubbi e cercando di cambiare qualcosa in questo mestiere che non è mai cambiato o almeno non si è evoluto negli ultimi tempi. Lei è ingegnere informatico. Possiamo leggerci un riferimento al digitale? C’è un percorso già iniziato da Maurizio Sarti col portale Touch the fabric, bello e interessante che sicuramente va portato avanti. Forse il marketplace di Roberto Rosati è arrivato troppo presto? Era un qualcosa di diverso ma altrettanto
66 PRATOREVIEW