Happy Aquatics Construction n. 2 anno 2020

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Luciano Coccagna

lucianococcagna@gmail.com

CONSTRUCTION

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LA FILTRAZIONE DELL’ACQUA DI PISCINA ED I MEZZI FILTRANTI La filtrazione su materiale granulare: come funziona e come va manutenuto il filtro IL FILTRO E LA SUA GESTIONE Per quanto riguarda la filtrazione dell’acqua di piscina, è importante sottolineare l’esistenza di una peculiarità che la differenzia rispetto alla filtrazione al fine della potabilità: l’acqua viene continuamente ricircolata ed il principale inquinante “umano” (azoto aminico) viene in genere rimosso per via chimica da cloro e derivati. Vi è inoltre necessità di chiarire cosa si intenda per filtro “lavato” e granulo “pulito”. Un filtro è da ritenersi “lavato” quando sono ripristinate le funzionalità idrauliche originali (portata e perdita di carico) a seguito di ogni

Lo strumento di controllo più efficace per verificare l’avvenuto lavaggio e per prevenire accumuli di sporco residuo è quello della perdita di carico che deve tornare al valore iniziale

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lavaggio. Questo non toglie che sulla superficie dei granuli si formi una patina di sporco che viene considerata in modo positivo, in quanto favorisce i meccanismi di cattura prima menzionati. Ad esempio, quando per rimuovere Ferro e Manganese si usavano quasi esclusivamente filtri a sabbia, era ben nota ai gestori la necessità di effettuare una mezza dozzina di cicli prima di raggiungere l’efficienza desiderata, ossia fino ad ottenere un permanente sporcamento superficiale sul granulo - ininfluente dal punto di vista idraulico. Lo stesso principio è stato verificato anche in tutti i processi di filtrazione di acque naturali sotterranee e di superfice: lo strumento di controllo più efficace per verificare l’avvenuto lavaggio e per prevenire accumuli di sporco residuo è, appunto, quello della perdita di carico che deve tornare al valore iniziale. Sempre a scopo preventivo, è importante che durante il servizio il filtro non raggiunga perdite di carico troppo elevate, che potrebbero portare alla formazione di una compatta “torta” (“cake”) superficiale talmente dura da non poter essere disgregata completamente ed espulsa durante il controlavaggio. In questo caso, infatti, il flusso dell’acqua, trovando un duro ostacolo in superficie, tende a “sfondarlo” con un forte aumento localizzato della velocità di flusso che, nei casi più gravi, può anche portare alla perdita di minerale filtrante. © DIRITTI RISERVATI

A seguito di questa rottura “violenta” possono, inoltre, permanere frammenti di sporco non espulsi che, per dimensione e densità, si comportano come il mezzo filtrante superficiale più leggero. Cominciano, così, a formarsi le così dette “palle di fango” (“mud balls”) che, nel tempo, tendono ad aumentare di volume, in quanto ottimi centri di aggregazione per il nuovo sporco del ciclo successivo e quindi a penetrare sempre più in profondità nella massa filtrante. È corretto precisare, però, che mentre questa eventualità è abbastanza plausibile per i filtri usati in potabilizzazione, specie se con elevati carichi di materiale da rimuovere, è invece meno probabile per i filtri di piscina. Anche in questo caso, è possibile effettuare un facile controllo: dopo ogni lavaggio, aperto il filtro e messa a nudo la superfice del letto, questa deve apparire liscia, senza avvallamenti, che sono il segno inequivocabile di vie preferenziali. Sono possibili lievi ondulazioni in corrispondenza degli ugelli del sistema di distribuzione se, appunto, realizzato con ugelli. Altro segnale inequivocabile è un anomalo esponenziale incremento della perdita di carico durante il servizio. IL DISEGNO DEL FILTRO E LA SCELTA DEI MEZZI FILTRANTI Si può affermare che tutti i filtri possono dare risultanti eccellenti, posto che siano gestiti in conformità alla


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