Happy Aquatics & Wellness n.4-2022

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EDI TO R I ALE Ritrovare la quiete dopo la lunga tempesta, una speranza più che una certezza

DOPO LA TEMPESTA, LA QUIETE O … Mentre noi e l’intero Paese siamo schiacciati da criticità ed emergenze, la peggiore politica privilegia calcoli e rendite elettorali o di poltrone, calpestando i bisogni degli italiani e dello sport. Per alcuni, questa estate povera di piogge è un aiuto a rimpinguare le casse svuotate, mentre altri, non legati all’acquaticità outdoor, preparano il rilancio di settembre, anche se le indicazioni prevalenti fra gli operatori posticipano al 2023 inoltrato la vera ripresa di palestre e piscine. Il richiamo alla irresponsabilità della politica ci tocca parzialmente, visto che governi nazionale e locali si sono preoccupati quasi nulla del nostro settore: ci stiamo arrangiando, destreggiandoci fra affondamenti e navigazioni nel mare in burrasca, senza una bussola per approdare ad un porto fatto di certezze e futuro. Sono le indicazioni che emergono dall’ indagine di mercato promossa dall’Osservatorio Wbox, riferimento economico-sistemico del nostro comparto. Le segnalazioni dei protagonisti del settore dicono

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che la ripresa arriverà fra il 2023 e il 2024. Come dargli torto, questo è sano realismo, disillusi dal sommarsi di calamità e atteggiamenti irrispettosi di troppi. Emerge anche che il danno di questi mesi di crisi, acuito dalla passività di politica ed istituzioni e qualche responsabilità degli operatori stessi, si riverbera su marginalità investimenti e costi, ovvero sulla solidità di un futuro che oggi vede minate le basi della sua costruzione. Non è un caso che molti degli intervistati (il 43%) segnali che il sommarsi delle circostanze negative colpisca le società di gestione e sportive soprattutto nell’ indebitamento. Difficile recuperare in fretta quando i debiti sovrastano le entrate, mentre il sistema bancario considera il settore piscine e palestre ad alto rischio e, per accedere a qualche raro bonus a fon-

do perduto, i parametri escludono troppe categorie. Si avvicina anche il varo della riforma dello sport, sempre che la crisi di governo non l’azzeri: su tale fronte l’atteggiamento non è più quello di chi attende un rimedio all’ibrido cui eravamo relegati, ma di timore che gli aggravi, conseguenti alla nuova norma, renderanno insostenibile la gestione di impianti o società sportive. Ci meriteremmo un autunno di prospettiva, però sembra che ci attenda ancora qualche mese di equilibrismi estremi che alcuni potrebbero non permettersi più; tuttavia, la determinazione di molti, meglio se compatti, sarà la boa cui aggrapparsi in attesa che la burrasca si calmi e torni il sereno, dopo quasi tre anni di sciagure. Marco Tornatore

LA DETERMINAZIONE DI MOLTI, MEGLIO SE COMPATTI, SARÀ LA BOA CUI AGGRAPPARSI IN ATTESA CHE LA BURRASCA SI CALMI E TORNI IL SERENO © D I R I T T I R I S E R VAT I


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