Focus Salute
No vax. No, solo tanta, tanta paura
SECONDO L’OMS, IL RIFIUTO, IL RITARDO O L’ACCETTAZIONE CON DUBBI SULL’UTILITÀ E LA SICUREZZA DEL VACCINO È TRA LE 10 MINACCE SANITARIE ATTUALMENTE PIÙ IMPORTANTI
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on chiamateli No-vax, se non li volete fare arrabbiare. Non sono neppure persone che credono che dietro al processo di sviluppo scientifico dei vaccini ci siano conflitti di interesse o speculazioni da parte di multinazionali. E non si potrebbero nemmeno definire complottisti o negazionisti. Eppure la loro resistenza alla vaccinazione anti Covid e a la propensione a sottovalutare le conseguenze di quasta scelta è a volte più forte di quanto non la sia quella di chi, di sottoporsi alla puntura al braccio, non ne vuole sapere per una scelta ideologica. “Io ho fatto tutte le vaccinazioni, non sono no vax., ho vaccinato anche i miei figli, ma questa volta penso che ci sia stato un tempo di sperimentazione troppo breve. Non mi fido”. È questo quello che ci si sente spesso dire. Convincerli? Difficile, soprattutto perché non esiste una reale ragione per la quale ci si oppone al vaccino. E’ solo paura. Ma da dove deriva, realmente, questo timore? Certamente dal pensare di sottoporsi al rischio di un “evento avverso”, fomentato da una cattiva informazione, spesso superficiale e sensazionalistica, ma c’è dell’altro. Prima di tutto la scarsa conoscenza scientifica e l’insicurezza dettata dalla percezione di non avere il totale controllo di una situazione arrivata imprevista e in modo imprevedibile. Tutto questo però non sarebbe così difficile da sradicare, se non si venisse ad innestare in un tessuto sottostante e non esistesse già da anni un rapporto di fiducia incrinato tra il mondo scientifico ed una parte della popolazione. Tutto questo ci deve far riflettere su come una campagna
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Parma
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vaccinale come quella contro il Covid-19 – dal punto di vista psico-sociale – affondi le basi nella più ampia cultura verso la salute dei cittadini, che in Italia è lacunosa e di cui finora non ci si è preoccupati un granché. Ma come uscirne? Sicuramente alzando la soglia del livello di coinvolgimento attivo nella gestione della propria salute da parte delle persone: cioè quanto ci si sente responsabili della propria prevenzione e capaci di gestirla efficacemente, non solo rispetto all’emergenza Covid-19. Cogliere l’occasione quindi per recuperare un rapporto tra medicina e pazienti che possa portare un beneficio non solo nell’immediato, ma anche in futuro. A dicembre 2020 il 57 per cento era favorevole