RIVISTA DELL'AUTOMOBILE CLUB DI VICENZA - anno 9 - numero 1 - 2022 REG.TRIB VICENZA N. 1499/14 del 21/05/2014 www.vicenza.aci.it
Munari "re" del Monte-Carlo
19 - 20 febbraio in Fiera a Vicenza il Rally Meeting
GuidACI Guid ACI febbraio 2022
Uno sguardo sul 2022 LUIGI BATTISTOLLI
■ Con l’appesantimento della pandemia l’utilizzo del mezzo proprio è quasi oramai la regola con la conseguenza di aggravare la qualità dell’aria. Recentemente Vicenza è stata classificata in area rossa per il superamento dei limiti delle polveri sottili e sono state previste limitazioni ai mezzi privati a motore diesel euro 5. Vuole dire che continua la demonizzazione del motore diesel a favore di una soluzione – quella elettrica – ancora non praticabile. I suoi punti deboli sono presto detti: difficoltà nel reperimento del litio (in mano cinese), pericolosità delle batterie (a combustione lunghissima e ad alto tasso d’inquinamento), l’insufficienza della rete di ricarica, l’inadeguatezza del sistema elettrico ancora non pronto per il massivo fabbisogno delle auto elettriche che, per dirla tutta, sono anche care e si prestano al momento solo al traffico cittadino. Verrebbe da pensar male: l’auto elettrica non è un escamotage per riaprire le porte al nucleare? È inutile puntare il dito contro le autorità locali che penalizzano con le loro ordinanze il motore termico. Alla base – penso alla normativa di livello europeo – vi è la tendenza a tartasssare il bersaglio più facile, che non può essere il riscaldamento delle case o il sistema industriale né la flatulenza animale, che è pur sempre sul banco degli imputati più inquinanti (non è una battuta!), ma l’automobile, che rimane anzitutto un mezzo necessario per le necessità personali e di famiglia. Si tratta di temi “alti” su cui Automobile Club Vicenza continuerà ad offrire la propria riflessione nella consapevolezza che non sono così lontani dalle situazioni spicciole, pur se nei prossimi numeri di GuidACI si ripromette di affrontare la questione della mobilità cittadina e provinciale anche in considerazione delle infrastrutture in corso di completamento o in progettazione. Per passare ad argomenti più lievi, annuncio che il 19 e 20 febbraio prossimi in a Fiera di Vicenza si terrà il Rally Meeting 2022 a cui parteciperanno i protagonisti dello sport automobilistico italiano anni settanta-ottanta-novanta. Rinvio all’articolo pubblicato in questo numero sull’evento. Di particolare rilievo la presenza dello stand Martini la cui livrea ha rivestito i modelli più vincenti di quegli anni
in tutte le specialità dello sport automobilistico. Si tratta di momenti rievocativi di successi italiani, conosciuti per tali grazie ad un campione mondiale rally, allo stato ancora unico (per l’appunto) italiano, come Miki Biasion, vice Presidente dell’Automobile Club Vicenza. Sarà presente anche uno stand Pirelli, marchio primario della nostra industria nazionale che onora Vicenza per i suoi successi nel motorsport. Altra presenza di rilievo assoluto è la Fondazione Macaluso nella cui Collezione compaiono modelli che hanno fatto la storia del rally mondiale. Nel suo stand saranno presenti vetture mai esposte prima in eventi museali o fieristici. Ovviamente vi sarà lo stand anche dell’Automobile Club Vicenza, prevedibilmente popolato – con le cautele di legge - per le diverse premiazioni in programma: Trofeo ACI Vicenza Rally 2021, Trofeo Suzuki Italia, Trofeo A112 Abarth, Trofeo 3 Regioni, Campionati I.R.C. e Coppa Bettega. Il Trofeo ACI Vicenza Rally è giunto già alla quarta edizione ed è in continua ascesa in termini di apprezzamento. Il regolamento di questa edizione è stato adeguato, con gli opportuni scarti e dosaggi di coefficienti, con l’intento di premiare i più meritevoli. Penso che si percepisca, da queste poche note, la vitalità del nostro Sodalizio che nel panorama italiano risulta l’Automobile Club più blasonato per titoli ottenuti. Non mi dimentico dell’educazione stradale: parteciperemo anche quest’anno a La Strada Giusta, che coinvolgerà 3000 ragazzi delle scuole medie superiori di tutta la provincia di Vicenza. Il nostro ente si è messo a disposizione della Prefettura e dell’Ufficio Provinciale Scolastico che coordineranno, come di consueto, le varie istituzioni che partecipano al progetto. Da ultimo, ma ora posso solo formulare un auspicio che comunque è già qualcosa di più di un’idea, sto valutando con la direzione e altri appassionati una serie di iniziative nell’automobilismo storico: ACI è nato con l’automobile e l’Automobile Club Vicenza, con la sua tradizione sportiva, (chi li dimentica i successi dei fratelli Marzotto?) non può non recitare anche su questo palcoscenico un ruolo adeguato. Anche di questo parleremo nei prossimi numeri. Per ora vi auguro buona lettura.
Rivista fondata da ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
segreteriavi@acivicenza.it Via Enrico Fermi 233, Vicenza Telefono 0444/568689
SOMMARIO ACI INFORMA 3
Editoriale
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ACI Vicenza
Guardando al futuro
10 Trofeo ACI 2021
Bianco e Graziani sul podio
12 Trofeo ACI
La nuova edizione
14 Rally Meeting
In Fiera a Vicenza
16 Miki Biasion
Una vita di corsa
20 Mobilità Vicenza I bus elettrici
22 Ready2Go
Proroghe causa pandemia
24 Fabrizia Pons Le note vincenti
44 Delta Club Bassano 10 anni di storia
46 Notizie in breve 48 Lanciavamo
Sandro Munari
RALLY 30 Brunello
Battistolli vs Battistolli
34 Prealpi Master Show
Romagna al primo posto
38 Attilio Bettega
Un percorso da fiaba Prova di San Giovanni
Franco Picco
■ A 66 anni in sella alla trevigiana Fantic Motor Official ha tagliato il traguardo della Dakar 2022 chiudendo al 72° posto, terzo degli italiani e ben alla sua ventottesima partecipazione alla Paris-Dakar! La corsa è partita il 1° gennaio, le tappe sono state 12, i km affrontati 8.375, 4.258 dei quali di durissime prove speciali sulle quali ancora una volta la classe e l’esperienza di Picco hanno fatto la differenza. Alla Dakar anche il maladense Elio Moro con Elena Giaveri assistiti da Ruben Bonisolo di Vicenza Motors di Torri di Quartesolo e Luciano Brescianini della Lucky Wolf di Palazzolo d’Oglio.
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ACI INFORMA
ACI Vicenza guarda al futuro rilanciando la sfida Il presidente Luigi Battistolli auspica un’ulteriore crescita per l’Ente che punta ad una diffusione capillare nel territorio e che ha nello sport un grande volano. L’importanza della comunicazione per entrare in contatto con un pubblico sempre più ampio ■ ACI Vicenza guarda al futuro e lo fa rilanciando, anche nel nuovo anno, la sfida per continuare a crescere. Il presidente Luigi Battistolli, da pilota esperto qual è, ha sempre gli occhi ben attenti sulla strada da percorrere, sui rettilinei in cui poter accelerare e sulle curve invece in cui rallentare. Ma neppure la pandemia ha frenato un Ente che mette il suo team, guidato con esperienza e professionalità dal direttore Gian Antonio Sinigaglia, a servizio dei soci e dei
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cittadini: servizi sempre più estesi nel territorio con le nuove delegazioni, collaborazione con le istituzioni, informazione capillare con uno sguardo speciale rivolto ai più giovani, che saranno poi i guidatori del domani. E naturalmente quella parte non secondaria che riguarda le corse, le licenze, i corsi di aggiornamento. “L’Automobile Club d’Italia trova le sue fondamenta negli sport motoristici – ha ricordato Battistolli, al volante semplicemente Lucky - un’eccellenza in cui abbiamo in-
segnato un po’ a tutto il mondo le corse su pista ma anche quelle su strada, che fa parte della cultura di un Paese che di cultura è pregno. Oggi alla guida di ACI abbiamo un presidente, Angelo Sticchi Damiani, che è uno sportivo e come tale ama le sfide. In questo suo nuovo mandato è atteso da impegni importanti, che sono sicuro gli daranno i risultati sperati perché è una persona determinata e circondata da figure di valore. Il 2022 sarà un anno di crescita in cui cercheremo di migliorare tanti nostri servizi”.
Lo rimarca anche Chiara Pascarella, responsabile della comunicazione digitale dell’ACI: “Abbiamo fatto molto quest’anno a livello della comunicazione sportiva, ma anche istituzionale – esordisce
– L’ACI ha tanto da raccontare in un mondo che non è, come veniva identificato in passato, solo bolli o carro attrezzi, bensì un universo più composito che va dalle corse alle auto storiche e che parla di mobi-
lità sicura e sostenibile. Ognuno di noi deve farsi portavoce della mission dell’Ente, a livello nazionale e locale, promuovendo la voglia di mettersi al volante in maniera sicura. Oggi la mobilità sta cambiando, l’automobile è ancora centrale, ma è circondata da tanti altri mezzi. E per questo guardiamo al futuro rivendicando il nostro ruolo centrale insieme con le istituzioni in tema di sicurezza stradale”. Al suo fianco Luca Bartolini, direttore della comunicazione di ACI Sport, ex rallysta: “A Vicenza siamo nel cuore pulsante dell’Italia dei rally – afferma – ACI è sport, Federazione dell’automobilismo sportivo italiano, una delle più forti a livello mondiale, capace lo scorso anno, pur in tempo di Covid, di organizzare 3 Gran Premi, 2 rally mondiali e tante altre gare che sarebbe troppo lungo elencare qui. E da sportivi quali siamo dobbiamo rinnovare il senso di appartenenza alla grande famiglia di ACI, che sa fare cose importanti in termini sportivi e di sicurezza stradale. Per
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questo dobbiamo essere orgogliosi di appartenere all’Automobile Club d’Italia”. Come detto competizioni, ma non solo. E a ricordarlo è il direttore di ACI Vicenza Gian Antonio Sinigaglia: “Lo sport è la nostra vetrina, poi però c’è tutto il resto: ci sono le persone che lavorano nelle due sedi di Vicenza, nelle delegazioni della nostra provincia dove si è aggiunta, ultima in ordine di tempo, quella di Malo. Ci sono poi le agenzie SARA, un fiore all’occhiello con cui abbiamo già ottime forme di
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collaborazione, che tuttavia dovremo ulteriormente implementare. E non dimentichiamo certo le nostre autoscuole, quattro, con tanti professionisti, di cui preferisco non fare i nomi per non rischiare di dimenticarne qualcuno, che però ringrazio per l’impegno quotidiano anche in iniziative con gli studenti. E poi l’attenzione a tutti i guidatori, con una nuova vettura delle autoscuole ACI Ready2Go che permette di mettersi al volante alle persone alle prese con disabilità di diverso tipo”.
Pilota e testimonial di ACI per quanto riguarda la guida sicura è Alberto Battistolli: “Ho la fortuna di essere nella rosa dei piloti di ACI – dichiara il promettente figlio d’arte, che proprio nell’ultima gara disputata, il Rally del Brunello, ha battuto in rimonta papà Lucky – e sono felice di farne parte con l’orgoglio di rappresentare il nostro Paese all’estero. Un ringraziamento doveroso è per il mio navigatore Simone Scattolin, senza il quale non avrei mai ottenuto questi risultati, e per papà che ha sempre creduto
in me”. Chiamato in causa, aggiunge Simone Scattolin: “Alberto è un ragazzo umile, molto bravo, che ha lavorato sodo e che nell’anno e mezzo trascorso assieme è cresciuto tanto. Abbiamo fatto fatica, però ne stiamo raccogliendo i frutti ed è questa la nuova sfida guardando avanti per migliorarci ancora di più”. Perché in casa ACI lo sguardo è proiettato al futuro e verso nuovi successi, davvero su tutti i fronti o, meglio, su tutte le strade da percorrere.
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TROFEO ACI
ANDREA ZANOVELLO
Il Trofeo Rally ACI Vicenza incorona Bianco e Graziani È il pilota della Ford Sierra ad aggiudicarsi il successo tra le auto storiche mentre per le moderne il titolo va allo scledense della Citroen Saxo. Giulio Nodari e Christian Ronzani i vincitori tra i navigatori ■ Rally storici – Nel “derby” tra le Ford Sierra Cosworth 4x4 di Riccardo Bianco e Giovanni Costenaro in gioco per il titolo piloti, ad aver la meglio è stato il primo che, grazie al secondo posto assoluto nell’ultimo Rally Città di Schio, ha conquistato i punti necessari per superare Paolo Nodari ed aggiudicarsi il trofeo. Per il giovane pilota di Marostica il rammarico di aver visto vanificata la rimonta a causa di una foratura che l’ha messo fuori gioco per il podio e la consolazione della vittoria tra i piloti “under 25”. Alle spalle di Bianco, l’assoluta piloti vede al secondo posto Paolo Nodari (Subaru Legacy) e al terzo Gianluigi Baghin su Alfa Romeo Alfetta GTV che per solo mezzo punto ha difeso la posizione dall’attacco di Daniele Danieli giunto quarto con la Fiat Ritmo 130 TC. Quinto posto per Pierluigi Zanetti a sua volta su
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Sierra Cosworth. Tra i navigatori i giochi per la vittoria erano già chiusi dopo il Rally
Città di Bassano con la conferma matematica del titolo per Giulio Nodari e, alle sue spalle, proprio
all’ultima gara l’ha spuntata Cristina Merco che ha corso tutta la stagione al fianco di Danieli. Al terzo posto Gloria Florio che ha dovuto scartare, come da regolamento, uno dei cinque piazzamenti ottenuti che le è costato anche la vittoria nella classifica femminile, vinta della navigatrice trevigiana della Ritmo. La quarta posizione va a Massimo Darisi (Honda Civic) e la quinta viene agguantata in extremis da Marco Carpi su Fiat 124 Special. Nelle classifiche speciali Piero Comellato vince la “Over 60” navigatori e Christian Ronzani la “Under 25”: tra gli over piloti è Gianluigi Baghin ad avere la meglio. Rally moderni – Pochi i conduttori che hanno corso almeno tre delle cinque gare come previsto dal re-
golamento e onore al merito per Mirco Graziani che, con quattro risultati utili con la Citroen Saxo Racing Start, ha primeggiato tra i piloti precedendo Giovanni Toffano su Peugeot 207 S2000 e Andrea Dal Ponte che ha corso con Renault Clio S1600 e Skoda Fabia R5. Al quarto posto, Roberto Carlo Sbalchiero. Tra i navigatori spunta ancora il nome di Christian Ronzani che vede premiata la sua intensa stagione sportiva con la vittoria assoluta alla quale somma anche la “Under 25” siglando la doppietta storico e moderno. Fabio Andrian è secondo assoluto e vince anche il Gruppo R mentre la terza posizione va ad Emanuele Castegnaro per solo mezzo punto ai danni di Matteo Zaramella che chiude quarto assoluto.
Sarà il Rally Meeting 2022, in fiera a Vicenza, il palcoscenico per il gran finale del Trofeo Rally ACI Vicenza 2022, organizzata in collaborazione con la Scuderia Palladio Historic, che vedrà le premiazioni dei vincitori delle due categorie, moderne e storiche febbraio 2022 | GuidACI
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TROFEO ACI
ANDREA ZANOVELLO
Tutte le novità dell’edizione 2022 Passano da cinque a sei le gare in calendario sia per le auto moderne sia per le storiche: lo start in Lessinia i prossimi 11 e 12 febbraio ■ Conto alla rovescia terminato, per la quarta edizione del Trofeo Rally ACI Vicenza, la serie dedicata ai propri tesserati sportivi che l’Ente berico organizza avvalendosi nuovamente della collaborazione con la Scuderia Palladio Historic e che ufficializza così il regolamento ed il calendario 2022. Tra novità e conferme spicca quella del calendario – auto moderne e storiche – che si arricchisce di una gara per entrambe le categorie portando a sei il totale degli appuntamenti, due dei quali ospiteranno sia le vetture attuali sia quelle del passato: il Rally Città di Bassano ed il Città di Schio. ISCRIZIONI – Confermata la gratuità dell’adesione al Trofeo che dovrà necessariamente essere perfezionata all’atto del rinnovo della licenza ed esclusivamente all’ufficio sportivo di ACI Vicenza: ai conduttori saranno consegnati sei “kit” degli adesivi che obbligatoriamente dovranno essere applicato sulla vettura pena il mancato
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Il calendario delle Auto Storiche 11/13 Febbraio
4° Lessinia Rally Historic
(Coef. 1)
10° Valsugana Rally Historic
(Coef. 1)
17° Rally Storico Campagnolo
(Coef. 1.5)
09/11 Settembre
13° Rally San Martino Historique
(Coef. 1)
29/30 Ottobre
17° Rally Storico Città di Bassano
(Coef. 1)
6° Rally Città di Schio
(Coef. 1.5)
29/30 Aprile 27/28 maggio
19/20 Novembre
Il calendario delle Auto Moderne 09/10 Aprile
36° Rally Bellunese
(Coef. 1)
06/07 Maggio
4° Rally della Valpolicella
(Coef. 1)
18/19 Giugno
38° Rally della Marca
(Coef. 1)
05/06 Agosto
19° Rally Città di Scorzè
(Coef. 1)
29/30 Ottobre
39° Rally Città di Bassano
(Coef. 1.5)
31° Rally Città di Schio
(Coef. 1.5)
19/20 Novembre
riconoscimento dei punti acquisiti in gara. Eventuali iscrizioni tardive non daranno diritto a conteggiare i punti delle gare già disputate. CALENDARI – Sono composti entrambi da sei rallies selezionati in cinque province del Veneto per le auto moderne mentre le storiche correranno tra quelle di Vicenza e Verona oltre a sconfinare in provincia di Trento in due occasioni. Confermate le cinque della scorsa edizione, sarà il Rally della Marca la novità per i “moderni” e per le storiche sarà il ritorno del Valsugana Historic ad arricchire il calendario. Si partirà a febbraio con le storiche ad inaugurare il Trofeo sulle strade del Lessinia Rally in programma a Bosco Chiesanuova
Gran finale per entrambe le categorie al Rally Città di Schio a novembre venerdì 11 e sabato 12. I moderni dovranno invece attendere il secondo fine settimana di aprile per il primo impegno, previsto al Rally Bellunese. Le due categorie s’incontreranno nel finale di stagione dapprima al
Città di Bassano e successivamente al Città di Schio al termine del quale si conosceranno i vincitori di tutte le classifiche; alla gara di chiusura è stato nuovamente assegnato il coefficiente 1,5 come al Campagnolo e al Bassano ma solo per le auto moderne. “Abbiamo aumentato il numero delle gare – conferma il presidente della Commissione sportiva di ACI Vicenza Rudy Dalpozzo – per ampliare il raggio d’azione di una manifestazione che sta riscontrando sempre maggiore successo e richieste di iscrizioni da parte di piloti e navigatori. Tra le novità del 2022 ci sarà il ritorno del Rally della Marca trevigiana tra le storiche e il Valsugana tra le moderne. Confermato a tre il numero delle gare obbligatorie proprio per cercare di dare continuità, con un massimo di cinque risultati utili sui sei a disposizione. Dunque, anche per questa nuova edizione si annuncia grande battaglia con in palio, oltre ai trofei, la licenza sportiva gratuita per i vincitori del Trofeo e la tessera ACI per i secondi classificati”. PREMI – Come per le edizioni precedenti, oltre ai tradizionali premi d’onore, saranno previsti riconoscimenti al primo pilota e navigatore assoluto nelle auto storiche, auto moderne, Under 25, Over 60 e femminile: a tutti questi l’ACI Vicenza farà omaggio della licenza di concorrente/conduttore per l’anno 2023. Al secondo pilota e navigatore assoluto auto storiche, auto moderne, Under 25, Over 60 e femminile, l’ACI Vicenza farà omaggio della tessera associativa per l’anno 2023. PREMIAZIONI 2021 - Oltre al primo appuntamento sui campi di gara del Lessinia Rally Historic, il mese di febbraio si va ad arricchire di un altro evento, visto che nella giornata di sabato 19 si svolgeranno le premiazioni dell’edizione 2021: ad ospitarle sarà come già annunciato la rassegna Rally Meeting organizzata da Miki Biasion in Fiera a Vicenza.
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RALLY MEETING
In Fiera si accendono i motori sul Rally Meeting 2022 Il 19 e 20 febbraio in Fiera a Vicenza la manifestazione ideata da Miki Biasion in collaborazione con ACI Vicenza. Grande occasione di incontro per addetti ai lavori ed appassionati ■ “I rally sono stati la mia vita e mi hanno regalato immense soddisfazioni. La passione per i rally in Italia è ancora grandissima ed è per questo che ho deciso di organizzare nuovamente Rally Meeting. L’evento sarà il punto d’incontro tra addetti e protagonisti del settore rally moderno e storico. Piloti e futuri piloti, team, scuderie, noleggiatori, preparatori e fornitori di tutto ciò che riguarda le competizioni. Gli spazi espositivi saranno a disposizione del team, scuderie, preparatori e ai rivenditori di ma-
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“In esposizione per la prima volta le auto che hanno trionfato nel mondo con i colori MARTINI RACING”
teriale per le gare. Durante l’evento ACI Vicenza, fornirà informazioni per piloti, navigatori e commissari di percorso e sarà possibile rinnovare la tessera ACI e la licenza agonistica”. Così Miki Biasion, due volte campione del mondo con la Lancia, presenta la nuova edizione del Rally Meeting, la manifestazione di cui è ideatore ed organizzatore e che vuole essere una grande occasione di incontro per gli addetti ai lavori, ma anche per i tantissimi appassionati del settore. La prima edizione, nel febbraio 2020, a Bassano del Grappa, fece
registrare numeri importanti che neppure la pandemia, con successivo stop forzato nel 2021, è riuscita a far dimenticare. Ecco, dunque, che è ormai agli sgoccioli il conto alla rovescia per questo secondo atto che si arricchisce di tante novità. Due giorni a tutto rally in cui entrare in contatto con i protagonisti dell’affascinante mondo delle competizioni e scoprire aneddoti e curiosità su questa disciplina. Gli spazi espositivi di Rally Meeting 2022 saranno a disposizione di team, scuderie, preparatori e fornitori di articoli per le compe-
tizioni. Di grande attrattiva si annuncia la “Martini Racing Cars History” imperdibile passerella delle vetture che hanno trionfato nei circuiti e nelle prove speciali di tutto il mondo vestite con l’iconica livrea del Martini Racing. E non potrà certo mancare lo spazio informazioni riservato da ACI Vicenza a piloti, navigatori e commissari di percorso ed alla speciale novità pensata per i ragazzi che vogliono affacciarsi al mondo dei rally. Grazie ad ACI Vicenza il giovane appassionato in visita con papà o mamma al Rally Meeting potrà sostenere la visita medica di idoneità agonistica, “staccare” la licenza, scegliere l’abbigliamento, le gomme e la vettura per fare il suo esordio nelle corse. Tutti da visitare saranno poi gli spazi di preparatori, noleggiatori, scuderie, aziende del motorsport e dei privati che vogliono vendere le proprie vetture da rally, siano esse moderne o storiche. Info: Il costo del biglietto per l’entrata in fiera è di 10 euro a persona: per i bambini fino a 7 anni l’ingresso è gratuito. Orario visite: dalle ore 9 alle 19 Indirizzo: Fiera di Vicenza, via dell’Oreficeria 16
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INTERVISTA
PAOLA AMBROSETTI
Miki Biasion una vita di corsa bruciando i… tempi Il due volte campione del mondo rally racconta la sua passione nata fin da quando era bambino: a 9 anni scalava già le prime marce con la Renault 4, poi le gare in moto e quindi l’inizio della sua carriera in auto. L’amicizia con il suo navigatore Tiziano Siviero nata al liceo e rimasta tale nonostante le discussioni ■ Miki Biasion da sempre va di… corsa! Al volante, sulle strade dei vari continenti, dove ha conquistato 17 gare iridate e, soprattutto, due titoli mondiali, ancor oggi l’unico italiano ad avere centrato il prestigioso obiettivo. E giusto 35 anni fa coglieva, insieme con l’inseparabile navigatore Tiziano Siviero, il primo successo al Rally di Montecarlo. “Purtroppo è passato tutto quel tempo – esordisce il pilota bassanese, classe 1958 - Una vittoria prestigiosa anche se non era una delle gare che amavo di più.
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Però, abitando alle pendici del Monte Grappa, fin da giovane, appena nevicava, mi divertivo a provare le strade e questo mi ha dato una grandissima sensibilità sulla neve. Il Montecarlo era una delle poche corse che presentava quelle condizioni ed io ero l’italiano che si avvicinava di più ai nordici, gli specialisti sulla neve, ma me la cavavo poi egregiamente anche sull’asfalto. Già l'anno prima ero andato vicino al successo, mancato a causa di un problema meccanico nel finale. Il Montecarlo è tra i rally più famosi al mondo,
reso celebre anche da film come “Un uomo e una donna” con JeanLouis Trintignant, che interpreta un pilota automobilistico. E poi la cornice è straordinaria senza contare il fatto che le premiazioni si tengono a Palazzo: conservo ancora le foto con il principe Ranieri ed il figlio Alberto”. Un viaggio indietro nei ricordi fino ad arrivare dove tutto è iniziato: “Fin da bambino adoravo tutto ciò che aveva a che fare con i motori e le automobili, basti pensare che in tutte le foto dell’epoca ho sempre una macchinina in mano – rac-
conta Biasion – E dire che i miei genitori non erano assolutamente appassionati. Io, però, avevo qualcosa dentro. Agli esami di quinta elementare c’era un concorso di disegno e io cosa ho ritratto? La Mini Minor che aveva vinto il rally di Montecarlo! Vuol dire che era nel mio destino. A 9 anni con un Renault 4, di nascosto, nel piazzale del supermercato dei miei genitori, provavo ad ingranare la prima e la seconda cercando di far slittare le ruote. Poi mi regalarono un go-kart ma, invece di aspettare a provarlo in pista, mi misi al volante nelle stradine di campagna con
il risultato di scontrarmi contro un trattore! Seguì un bel castigo e niente più auto fino alla maggiore età”. Miki ripiega così sulle due ruote: “Ho vinto il Campionato triveneto delle 250 e mi sono classificato secondo in Italia della classe 50 tanto da diventare pilota ufficiale dell’Aprilia. Io, però, non vedevo l’ora di guidare le auto anche perché non avevo, come si dice “le phisique du rôle” per le moto: dalla mia avevo la regolarità, ma poi iniziavo ad accusare la stanchezza in gara”. E arrivano finalmente i 18 anni:
“La mia prima macchina è stata la mitica Renault 4, poi ho dovuto aspettare quasi i 20 anni per iniziare a gareggiare. Bisognava infatti avere almeno un anno di patente per ottenere la licenza di pilota. Ed ecco allora l’Opel Kadett gte, con cui mi sono fatto subito notare arrivando secondo nel Campionato triveneto e vincendo il titolo italiano come pilota esordiente. Entro così nella squadra Opel Conrero assieme a Tizziano Siviero”. E da lì brucia le tappe: nel 1983 vince il Campionatato europeo rally e quello italiano con la Lancia Rally 037 del Jolly Club. “L’anno successivo Cesare Fiorio mantiene la promessa che mi aveva fatto e mi permette di partecipare a diverse gare del mondiale anche se non vestivo ancora i colori della Martini Racing. In ogni caso, tutto è stato molto rapido e credo di essere stato anche fortunato perché ci sono tanti piloti bravi che non riescono invece ad emergere”. Al fianco di Biasion c’è Tiziano Siviero: “Siamo stati compagni di liceo – svela – ed anche lui era un grande appassionato di corse, soprattutto come organizzatore. A 18 anni aveva già messo in piedi il Trofeo dei rally… abusivi, però aspettava soltanto di “regolarizzare” la sua posizione e così è diventato il mio navigatore. In realtà siamo come fratelli, pur essendo diversi di carattere. É stato sempre schivo e, in occasione delle interviste, mandava avanti me: a lui piaceva essere protagonista in macchina. Poi, abbiamo avuto tantissime discussioni tanto che una volta scese addirittura dall’auto. Però siamo stati assieme per 18 stagioni, 330 giorni all’anno!”. - Ma non avete mai pensato di invertire i ruoli? “No davvero: soffro il mal di macchina e non potrei mai leggere le note”. Nel frattempo, nel 1986, Miki è pi-
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lota ufficiale Lancia con la Delta S4, con cui vince in Argentina la sua prima gara iridata, in un anno funestato da gravi incidenti mortali. La stagione successiva sfiora il titolo mondiale, perso all’ultima gara a cui non può partecipare per cosiddette ragioni di squadra che premiano Kankkunen, ma nel 1988 e 1989 ecco che il sogno diventa realtà: per ben due volte sale sul tetto del mondo. “Ho sfiorato il terzo titolo nel ’93, quando ero passato alla Ford, perdendolo nelle ultime tre prove in calendario per problemi meccanici. Quell’anno ho vinto la mia ultima gara iridata, l’Acropoli in Grecia e poi nel 1994 ho deciso di smettere”. Ma non di correre perché nel 1998 e 1999 si aggiudica la coppa FIA
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tout TERRAIN cambiando però mezzo: “Guidare i camion è fantastico e sono molto più competitivi e divertenti di quello che comunemente si pensi”. E ci sono poi i raid, come la Parigi – Dakar, molto differenti dalle corse a cui era abituato: “Nei rally un bravo pilota fa la differenza al 70% - spiega – mentre in gare estenuanti come quella africana è il navigatore che conta per vincere: in pratica, si invertono i ruoli”. Oggi Biasion è brand ambassador per una serie di aziende, tra cui la Eberhard, sponsor della recente Winter Marathon, che lo ha visto anche in gara: “In queste competizioni non guardo certo alla classifica ma a divertirmi e a far divertire il pubblico. E’ anche vero che mi è rimasto quello spirito agonistico
che mi ha sempre contraddistinto fin da ragazzino, qualsiasi sport praticassi, a cominciare dallo sci che mi aveva visto ottenere buoni risultati. Non ci penso, però, di tornare a correre i campionati magari per auto storiche: ho già dato e per me non avrebbero senso”. - Come è invece Miki al volante sulle strade di tutti i giorni? “Devo dire che sono attento e rispettoso delle regole anche perché spesso vado nelle scuole a far lezione di educazione stradale e non sarebbe corretto che poi non mettessi in pratica quello che insegno. Devo confessare, tuttavia, che quando mi trovo davanti uno che va troppo piano non vedo l’ora di sorpassarlo”. Adesso però scalpita in vista della seconda edizione del Rally mee-
ting, organizzato in Fiera a Vicenza i prossimi 19 e 20 febbraio. “Abbiamo voluto farlo a tutti i costi – ci dice – nonostante alcune fiere siano state annullate a causa dell’emergenza sanitaria. Io sono un’ottimista di natura e per questo sono fermamente convinto che, rispettando determinate regole, si possa continuare a vivere. Mi auguro che la gente venga numerosa a trovarci in quello che io ho definito una sorta di villaggio globale. E’ un evento che vuole avvicinare i neofiti ed accompagnarli in un viaggio virtuale facendo scoprire l’universo dei motori per ritrovare la voglia di correre. Purtroppo in questo momento i piloti italiani non stanno raccogliendo le soddisfazioni che meriterebbero e si è un po’ abbassato il livello. Bisogna tornare ad essere protagonisti anche a livello mediatico in modo che si abbia un ritorno degli investimenti. Tutto quello che si sperimenta nelle specialità motoristiche viene, infatti, poi portato nel settore auto come innovazione, tecnologia e quanto altro voglia dire progresso. Adesso nei rally correranno le auto ibride a dimostrazione di questa ricerca verso il futuro e la sostenibilità”. - Ma cosa consiglierebbe ad un giovane che sogna la sua carriera? ”E’ una carriera difficile perché purtroppo l’automobilismo sportivo ha dei costi elevati, di conseguenza ci vogliono dei budget o degli sponsor importanti. Intanto, rinnovo a tutti i ragazzi l'invito a venire, in Fiera a Vicenza, al Rally meeting dove potranno respirare l’atmosfera dei motori a 360° gradi prendendo confidenza ed imparando a conoscere quell’universo dove, un giorno, auguro ad alcuni di loro di poter arrivare”. - Dopo Miki Biasion e Tiziano Siviero non ci sono più stati altri campioni del mondo italiani. Come lo spiega? “Me lo chiedo anche io: abbiamo avuto tanti piloti bravi, penso ad esempio a Bettega o Galli, che
hanno conquistato tante gare, ma non sono riusciti a concretizzare l’impresa. Forse dipende da una questione di mentalità. Io pensavo molto al campionato del mondo dove contano una serie di fattori. Bisogna innanzi tutto vincere, però anche portare a casa punti in quelle prove in cui sai di non essere competitivo come vorresti”. - E la paura? “Un pilota deve avere paura, è una sorta di stato d’animo per non andare oltre i propri limiti. Poi ci sono gli spaventi, che sono un’altra cosa: li prendi, ma guardi subito avanti. E quando si corre pensi che l’incidente grave capiti soltanto agli altri anche se io non dimenticherò mai le immagini degli amici e colleghi morti in gara”. - La sua corsa del cuore? “Adoravo il Rally Safari in Africa, una prova lunghissima ed estenuante: quando la vincevi la soddisfazione era immensa”. - Il pilota a cui si è ispirato? “Sandro Munari. Ricordo come se fosse stato ieri quando lo vidi per la prima volta in piazza a Bassano, con la sua Lancia Fulvia, in
occasione di una tappa di avvicinamento al rally di Montecarlo. Il mio maestro, però è stato Walter Röhrl. Amici tra i colleghi? Ai tempi del mondiale eravamo come un… circo: 12 piloti professionisti, che stavano sempre assieme, cene, viaggi. Così si formavano legami profondi. Poi, capitava anche di litigare come è successo con Kankunnen: adesso, invece, ci sentiamo almeno una volta al mese”. Ma Miki Biasion, non dimentichiamolo, tra le sue varie cariche, è anche vice presidente di ACI Vicenza: “Sono socio ACI da più di 40 anni ed intendo mettere a disposizione dei soci e dei futuri soci la mia esperienza di automobilista al fine di fare prevenzione e sensibilizzazione in materia di sicurezza stradale e del rispetto delle regole del codice della strada, che deve essere anche più adeguato alle caratteristiche delle vetture moderne. Inoltre, vorrei fare in modo che i neo patentati, accompagnati da istruttori, abbiano la possibilità di fare più esperienza su vari tipi di strade”.
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ACI INFORMA
A Vicenza in arrivo i bus elettrici grazie ai contributi del Mims
Un finanziamento di 7,4 milioni di euro per l’acquisto di almeno 13 mezzi destinati, in fase di progettazione del Pums, alla nuova circolare interna del centro storico
■ Vicenza guarda al futuro e alla mobilità sostenibile. E, a tal riguardo, il sindaco Francesco Rucco e il vice sindaco con delega alla mobilità Matteo Celebron danno notizia di un importante contributo concesso dal Mims, il Ministero delle Infrastrutture e mobilità Sostenibili, nell’ambito dei fondi legati al Pnrr. Il capoluogo berico ha ottenuto, infatti, 7,4 milioni di euro per l’acquisto di bus ad impatto zero, con alimentazione elettrica o a idrogeno. Il finan-
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ziamento è stato concesso all’ente che lo attuerà attraverso la propria azienda in house Svt. Si prevede la possibilità di acquistare almeno 13 mezzi: il cronoprogramma del finanziamento richiede che almeno tre mezzi siano acquistati entro il 31 dicembre 2024 e i restanti dieci entro il 30 giugno 2026. "Con soddisfazione – dichiara il sindaco Francesco Rucco – apprendiamo di questo importante finanziamento nell'ambito del Pnrr,
augurandoci che sia anche di buon auspicio per gli altri progetti che abbiamo presentato e che sono stati ammessi. È un passo importante verso una mobilità moderna e più sostenibile per quanto riguarda il trasporto pubblico". “L’indicazione dell’amministrazione – aggiunge il vicesindaco Matteo Celebron – è di procedere prioritariamente all’acquisto di mezzi destinati alla nuova circolare interna del centro storico, in fase di progettazione nel Pums. Veicoli meno impattanti degli attuali e ad emissioni zero. Saranno i primi mezzi con queste caratteristiche che arriveranno in città: un notevole cambio di tecnologia che continuerà negli anni, anche con la realizzazione di nuove infrastrutture per la ricarica dedicata e con le linee Brt (Bus Rapid Transit, già denominate Lam) che saranno realizzate in parte con il progetto del treno Alta velocità/Alta capacità e in parte con un finanziamento di 570 mila euro già a disposizione del Comune”.
Oltre un milione di euro per la sicurezza delle strade La Giunta comunale delibera un nuovo stanziamento per dare il via ai lavori da terminare entro il prossimo autunno. Si partirà dalla zona del Villaggio del Sole e in viale della Scienza per proseguire a seconda delle criticità rilevate ■ Ammonta a 1.400.000 euro lo stanziamento deliberato dalla Giunta di Vicenza e dedicato ad interventi di manutenzione delle strade nel 2022. “Abbiamo approvato il progetto definitivo degli interventi di riqualificazione della rete viaria cittadina per l’anno 2022 – ha annunciato il sindaco Francesco Rucco –. Si tratta di uno dei temi prioritari del nostro bilancio sul quale stiamo lavorando da mesi. A breve partiranno i lavori, molto attesi, sulla zona di Villaggio del Sole e quindi su viale della Scienza. A seguire, quindi, tutte le altre opere necessarie a migliorare la sicurezza delle strade cittadine”. “Si tratta del primo lotto di interventi del 2022 – ha precisato l’assessore
alle infrastrutture Mattia Ierardi – in quanto contiamo di recuperare altre risorse per proseguire con gli investimenti per la sistemazione delle strade. Quest’anno l’investimento per la riqualificazione della rete viaria cittadina sfiora i 4 milioni di euro contro una media degli anni precedenti pari a un milione di euro. Se allo stanziamento di 1.400.000 euro per il 2022 andiamo a sommare gli interventi in programma con altri progetti già approvati negli anni precedenti, come il piano strade 2021 di 1.250.000 euro e altri lavori pari a 1.255.000 euro, arriviamo, infatti, a 3.900.000 euro. Contiamo di portare a termine tutti gli interventi entro l'autunno”.
Sono dieci le strade elencate nel piano: viale Fratelli Bandiera, il raccordo tra viale Annecy e viale Riviera Berica, viale Armando Diaz, viale Aldo Moro, viale Fusinato, contra’ Pedemuro San Biagio, contra’ XX Settembre, contra’ San Marco, contra’ San Francesco, strada delle Cattane. La manutenzione del piano stradale sarà eseguita in base alle varie criticità, intervenendo sulla sovrastruttura per profondità variabili per i necessari risanamenti e così da ristabilire anche le corrette pendenze trasversali per il convogliamento delle acque meteoriche. Al termine del rifacimento dei piani stradali è previsto il rifacimento della segnaletica orizzontale.
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ACI INFORMA
SERGIO MAISTRELLO
Il Covid impone nuove proroghe per patenti e revisioni La validità del foglio rosa si allunga da sei mesi ad un anno con tre prove consentite per sostenere l’esame di guida, che cambia per quanto riguarda la teoria: bisognerà rispondere a 30 domande in 20 minuti! ■ La pandemia da Coronavirus ha di certo cambiato tante cose nella nostra vita e molte sono state le conseguenze che hanno riguardato il settore delle autoscuole e delle patenti in genere. Il protratto stato di emergenza ha influito, con il passare del tempo, su una serie di proroghe delle patenti che ha messo in difficoltà anche gli stessi addetti ai lavori. Ed è per questo che possono venire utili i due schemi riportati. Come si può notare, una patente scaduta nell’ormai lontano febbraio del 2020 ad oggi è ancora valida. E questo senza che il titolare abbia effettuato in questi anni la periodica visita per l’accertamento
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dei requisiti psico-fisici necessari per la guida dell’autoveicolo. Potenzialmente potremmo in questo momento avere sulle strade conducenti non più idonei, soprattutto persone ultraottantenni che dovrebbero rinnovare la patente ogni due anni e che in questo
modo possono circolare ormai da quattro. Vero è che moltissimi continuano a rinnovare la patente a prescindere dalle proroghe, ma il pericolo rimane. In queste pagine pubblichiamo anche una tabella dove sono ri-
Rubrica a cura delle Autoscuole Ready2Go
portate le proroghe delle CQC (Carta di qualifica del conducente), del CFP (Certificato di formazione professionale, attestato per guidare veicoli che trasportano merci pericolose) e del CAP (Certificato di abilitazione professionale, utilizzato ad esempio dai conducenti di taxi). È stata poi introdotta una nuova norma, chiamata “Esperimento di guida”, per coloro che hanno la patente scaduta da oltre cinque anni. Precedentemente chi aveva la patente di guida scaduta da oltre tre anni doveva sottoporsi agli
esami di revisione, teoria (comprensiva dei quiz, particolarmente ostici per chi ha la patente da parecchi anni) e prova pratica. Con la nuova norma si effettuerà solo l’esame di guida (giusto per vedere se il conducente ricorda ancora come si sta al volante!). In caso di esito negativo si verrà sottoposti a revisione (sia teoria che guida). Nel numero di GUIDACI di novembre avevamo parlato del foglio rosa, del suo utilizzo e della sua durata. Qualche giorno dopo è uscita una norma che ha modificato la validità e il numero di
prove che si possono effettuare durante la durata del documento. Da sei mesi e due prove possibili si è passati alla validità di un anno per tre prove, questo anche per far fronte alle grosse difficoltà della Motorizzazione di effettuare gli esami entro i canonici sei mesi. Inoltre, il test per il conseguimento della patente è passato da 40 quiz da risolvere in 30 minuti a 30 quiz da completare in 20 minuti. Due le spiegazioni date: tenere all’interno dell’aula i ragazzi il meno possibile e prevedere la possibilità nella stessa mattina di svolgere un turno supplementare visto il risparmio di 10 minuti a esame (e questo a Vicenza si è subito verificato!). Un’altra grande novità introdotta è stata quella di permettere ai neopatentati di poter guidare, nel primo anno di possesso della patente, veicoli anche di potenza superiore a 70 kW e superiori a 55 kW/t – purchè aventi a fianco un conducente con patente B da almeno 10 anni (e dall’età inferiore a 65 anni) o con patente superiore. Si è eliminata finalmente la stortura che permetteva ad un aspirante conducente di guidare veicoli di qualunque potenza con il foglio rosa, a patto di avere a fianco un “tutor” con i suddetti requisiti. Lo stesso ragazzo/a il giorno dopo aver conseguito la patente non poteva più guidare lo stesso veicolo, nemmeno con il “tutor”! Di fatto questo creava un grosso problema alle famiglie che magari avevano un’autovettura anche di potenza di poco superiore ai limiti fissati. Vedere il proprio figlio/a impossibilitato a guidare la vettura di casa per un anno andava prima di tutto a scapito della sicurezza (perché si sa, l’esperienza di guida si acquisisce solo circolando per la strada) e la vecchia norma non aiutava certo in questo senso.
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INTERVISTA
PAOLA AMBROSETTI
Fabrizia Pons e le note vincenti
La navigatrice torinese nella sua carriera ha corso con i più grandi piloti, sfiorando il titolo mondiale insieme a Michèle Mouton con cui ha vinto il Sanremo 1981, primo equipaggio tutto al femminile a vincere un rally valido per il Campionato del Mondo ■ Stiamo parlando di un personaggio che ha fatto la storia delle quattro ruote, basti pensare che è l’unica, insieme con il francese Jean-Claude Lefèbvre, ad avere conquistato punti nel Mondiale WRC sia come pilota che come navigatrice. E dire che, giovanissima, aveva iniziato con il motocross: sfidava, come racconta in una bella intervista pubblicata da AutoHebdo, i ragazzi e si divertiva anche ad occuparsi della parte meccanica, una passione che poi ha sempre coltivato. “Ero l’unica donna, ma le moto pesavano il doppio di me così erano più gli infortuni che i risultati” esordisce. Ha gareggiato dal 1971 al 1975, poi a fermarla è stata proprio un infortunio: “Ho rischiato l’amputazione della caviglia – racconta – e a quei tempi la chirurgia non faceva
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i miracoli di adesso. Così la Federazione motociclistica non mi ha permesso di continuare in quanto non avrei potuto superare la visita medica agonistica”. Decide di passare alle quattro ruote. A 18 anni e tre mesi aveva già preso la patente. A 20 anni arriva la prima auto da corsa, regalatale dalla mamma, una Autobianchi A112 Abarth con cui si iscrive, senza dirlo a nessuno, al primo rally che
vince nella classe fino a 1000cc. “Era il Rally team 971, con partenza da Chieri – ricorda – e mi sono presentata al via molto competitiva, come del resto fa parte del mio carattere, anche se non potevo certo immaginare quel risultato finale. Non ci volevano credere neppure i miei avversari che, alla fine, smontarono pezzo per mezzo tutta la mia macchina nuova fiammante per verificare se ci fosse qualche
Nel 1979 inizia il sodalizio con Lucky con cui, pur con qualche pausa, gareggia vincendo titoli italiani ed europei
irregolarità. Non volevano infatti credere che una sconosciuta debuttante centrasse subito il successo”. Il suo talento cristallino balza invece subito agli occhi degli addetti ai lavori. “Disputo un’altra gara, in cui ho provato a fare un tunnel parallelo al Monte Bianco – ci dice con il sorriso – ma al di là di questo arriva la telefonata del Jolly Club
che mi mette a disposizione l’Alfa sud gruppo 2 con cui corro nel ’76 e 77”. Nel 1978 diventa pilota ufficiale Opel Italy per una stagione, in cui arrivano al Rally di Sanremo i suoi primi punti mondiali. “L’anno dopo speravo in una macchina per crescere, per fare il salto di qualità, invece alla fine ho deciso di smettere”. Ma proprio nel 1979 l’incontro con
Lucky, al secolo Luigi Battistolli, segna la svolta e il passaggio dal volante al sedile di destra. Lui la chiama per rimpiazzare il suo navigatore per la Targa Florio e lei vola in Sicilia. Al termine della prima tappa il pilota vicentino le chiede di terminare la stagione al suo fianco. “Nel ‘79- 80 abbiamo partecipato al Campionato italiano, alla Mitropa Cup che abbiamo vinto e a gare in mezza Europa”. Un sodalizio che, pur con qualche pausa, continua tuttora confermandosi vincente. E’ storia recente il titolo italiano storico su terra, l’ennesimo tricolore insieme con tre europei in bacheca. Nel frattempo arriva un altro incontro che segna la carriera di Fabrizia Pons, quello con Michèle Mouton, la grande campionessa francese. “Io naturalmente conoscevo lei –
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prosegue nel racconto - ma anche i giornali, dopo i successi in Europa con Lucky, avevano iniziato a parlare di me. Si ritrovò così ad Ingolstadt, per firmare il contratto con l’Audi, ma senza la sua navigatrice, Annie Arrii. Parlandone con Carlo Cavicchi, allora direttore di Autosprint, lui le disse che c’era una ragazza che faceva al caso suo. Risultato? Michèle mi telefonò a casa: mi ricordo che ero a tavola con mia madre quando ricevetti la chiamata, che però considerai uno… scherzo. Quasi quasi le riattaccai la cornetta in faccia dopo averle risposto con un ironico “Oui, tout de suite” (sì, subito) quando mi propose di correre insieme il mondiale. Per farla breve, non diedi la minima importanza alla cosa. Il giorno dopo mi ritelefonò Carlo Cavicchi, che invece conoscevo bene, e mi chiese cosa stessi facendo perché mi stavano aspettando ad Ingolstadt. L’unica richiesta era che sapessi leggere le note in francese. Io presi il primo aereo e firmai il contratto”. - Ci fu subito feeling con Mouton? “Immediato: eravamo differenti di carattere, ma nello stesso complementari. Per quanto riguarda il problema della lingua io sapevo sia il francese che l’inglese come l’italiano. Mia madre era decisamente avanti per i tempi e aveva voluto che, fin da piccola, li imparassi. Ore ed ore che però hanno dato risultato. Non ho mai avuto problemi: il cervello, quando ero in macchina, si settava secondo la modalità prescelta: francese, inglese, tedesco, ma anche spagnolo e… svedese. Ho fatto dei test in Svezia leggendo le note pur non sapendolo parlare. Ecco, devo ammetterlo, bisogna essere un filo portati. Il bello che con Michèle parlavo in francese nelle prove e poi in inglese nei trasferimenti perché lei voleva impararlo. Con Vatanen, invece, succedeva il contrario: le note in inglese e poi le conversazioni in francese”. E con Michèle Mouton arriva nel
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1981 la vittoria al Rally di Sanremo: “Un successo storico, di un equipaggio tutto al femminile, anche se allora non mi resi subito conto di quello che avevamo fatto”. Nella stagione successiva fanno addirittura meglio, sfiorando il titolo mondiale perso per una manciata di punti: “Nel 1982 abbiamo vinto tre gare, ma sarebbero potuto essere tranquillamente anche sei. Purtroppo si è messa di mezzo la sfortuna costringendoci al ritiro in corse che ci vedevano al comando come successo in Nuova Zelanda”. - Rimpianti? “Assolutamente no. Sono una persona che guarda sempre avanti e, appena una cosa è passata, il pensiero è già rivolto ad altro”. La coppia italo – francese continua a correre insieme fino alla fine del 1985 quando Fabrizia decide di
smettere e di lasciare i motori: “Mi sposo il 18 gennaio 1986, il giorno della partenza del Rally di Montecarlo, nel Principato di Monaco, proprio per dimostrare che si stava aprendo una nuova fase della mia vita”. Diventa mamma di Ludovico ed Elisabetta, però ad un certo punto non sa dire di no ad un amico, Giorgio Tessore, con cui corre il campionato auto storiche: “Dovevano essere poche gare, ma alla fine sono state 15 – riprende – Così mi è tornata la voglia di tornare a gareggiare nel mondiale anche se, dopo che si rimane fuori per un po’ di tempo, non è facile rientrare nel giro. Il caso ha voluto che leggessi su Autosprint che il navigatore di Ari Vatanen, Bruno Berglund, avrebbe lasciato. Così presi carta e penna e scrissi al campione finlandese proponendo
la mia candidatura ad affiancarlo. Lui mi rispose che, appena Bruno avesse smesso, mi avrebbe chiamato. E così è stato”. Nel 1994 corrono assieme il Mondiale: “Prima avevo fatto tre gare in Italia con Piero Longhi con la Toyota della Grifone, ma poi sono salita
in macchina con Ari”. E anche in questo caso è stato subito feeling: “È stata pura gioia lavorare con Fabrizia Pons. Forse avevo bisogno di questa esperienza per apprezzare cosa significasse avere una navigatrice che chiama le note in toni dolci che hanno
un effetto decisamente rilassante per la pace mentale di un pilota!” si legge nel sito ufficiale di Vatanen. “Forse i toni dolci non sono proprio miei – scherza Fabrizia – perché sono una persona molto determinata anche se nello stesso tempo tranquilla. Quando salgo in auto e mi allaccio le cinture ci sto proprio bene: sento di essere al posto giusto”. Corrono assieme ancora nel ’95, poi nel ’96 inizia la nuova avventura con Piero Liatti: “Dall’indonesia in poi abbiamo partecipato al mondiale ed al Campionato Asia Pacifico e poi, ad inizio 1997, abbiamo vinto il Montecarlo, che segnava l’introduzione delle vetture Wrc. La corsa monegasca si ricorda sempre anche per questa importante novità come è successo quest’anno con le vetture ibride al via”. Un'altra stagione con Liatti, poi la nuova decisione di smettere: “Il mio matrimonio era finito e dovevo riorganizzare la mia vita – sottolinea – avendo due figli relativamente piccoli da seguire”. La lontananza dalle corse dura però poco: “Nel 2002 è stata garibaldina una festa di Michèle Mouton che mi fa conoscere Jutta Kleinschmidt. Mi presenta dicendole che aveva trovato la navigatrice per lei”. Arrivano così le Dakar, quelle originali, nel 2003-2004-2005-2006: “Anche con lei c’è stato subito feeling – rivela – ed è stata una grande maestra, soprattutto perché per me i raid rappresentavano un universo totalmente inesplorato”. A fine 2006 vuole lasciare nuovamente però c’è una nuova chiamata di Vatanen, sempre per la Dakar: “L’ultima l’ho corsa nel 2007, però devo confessare che mi piacciono di più i rally. I raid sono un’altra disciplina dove è vero che contano maggiormente le qualità del navigatore senza il quale non si può mai vincere”. Dice addio alla sabbia del deserto, tuttavia dal 2014 torna al fianco di Lucky, con cui ha vinto pratica-
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mente tutto e con il quale si appresta a vivere la nuova stagione che dovrebbe segnare anche il ritorno a livello europeo dopo averci rinunciato nel 2021 a causa della situazione pandemica. “Con Gigi ci conosciamo da una vita – ci dice – E’ una persona incredibile, dalle grandissime capacità imprenditoriali unite alle qualità umane immense. Un pi-
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lota fantastico, velocissimo. Con lui è impossibile discutere: siamo sempre andati d’accordo. Lui poi conosce benissimo le macchine, tuttavia quando faccio gare spot con altri piloti mi piace riavvicinarmi alla meccanica. Ecco, il mio sogno sarebbe di passare due giorni in officina prima delle gare per conoscere tutti i dettagli delle vetture, che poi è fondamentale anche in
caso di guasti”. - Ma quando ha il tempo di fare la nonna? “In realtà tutti i i giorni! Ho un nipotino, di 14 mesi, tenerissimo, che rappresenta la mia gioia, che però non giocherà mai con le macchinine. Anzi, mi sono arrabbiata quando a Natale gli hanno regalato una moto giocattolo. Del resto, i miei figli li ho sempre voluti tenere lontani dai motori. A Ludovico neppure piacevano e ha preferito il basket mentre ad Elisabetta ho detto di no. In famiglia bastava già una… matta”. - Alle ragazze che sognano una carriera come la sua cosa consiglia? “In realtà in Italia abbiamo delle ottime navigatrici. Bisogna però essere nel posto giusto al momento giusto per fare carriera. E’ una questione di fortuna arrivarci, poi invece bisogna essere bravi a rimanerci. Il problema è complesso perché non schieriamo piloti italiani nel mondiale e perché non abbiamo una casa italiana. In ogni caso, il mio consiglio è sempre lo stesso: imparare benissimo le lingue, conoscere a memoria i regolamenti e poi pregare che arrivi l’occasione giusta”.
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RALLY DEL BRUNELLO
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Brindisi vincente con il Brunello
A Montalcino Alberto Battistolli con la Lancia 037 in coppia con Simone Scattolin ha battuto papà Lucky su Delta Integrale nella prima edizione del rally sterrato ■ Alberto Battistolli si è preso il lusso di battere papà Lucky, firmando la prima edizione del rally del Brunello, gara su terra riservata alle auto storiche valida quale ultima prova del campionato italiano. Un duello entusiasmante, quello ingaggiato tra padre e figlio, sul filo dei secondi, incertissimo sino all'ultimo traverso. L'ha spuntata il più giovane in virtù di un tempo monstre nella penultima prova speciale, la Castiglion del Bosco di quasi 18 Km, aggredita con coraggio e piede pesantissimo tanto da riuscire a staccare l'illustre genitore di oltre 17". La "premiata ditta" vicentina ha fatto gara a sè, dividendosi quattro speciali a testa e relegando il resto della compagnia a distanze abissali. Lucky, con Fabrizia Pons al fianco, ha affrontato il "Brunello" con la Delta Integrale; Alberto, assecondato da Simone Scattolin, si è presentato al via con una Lancia 037 rally: quattro ruote motrici contro due. A far la differenza, però, non sono state le diverse trazioni
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GuidACI | febbraio 2022
Qui: Battistolli-Scattolin su Lancia 037 Rally a destra: Il podio del Rally del Brunello sotto: Alberto Battistolli con papà Lucky (Delta favorita sullo sterrato) ma la grinta con la quale Battistolli jr. ha risposto ai cronometrici del padre. Lucky è partito subito velocissimo, deciso a far valere classe ed esperienza, conquistando immediatamente il comando. Alberto, però, non lo ha mollato un attimo. Gli ha risposto per le rime, derapata dopo derapata, offrendo
uno spettacolo d'altri tempi, come quando la 037 era protagonista sulla scena mondiale. Allo start della penultima prova i due erano divisi da meno di 7". Consapevole che i giochi erano apertissimi, Lucky, scattato col numero uno sulle fiancate, ha limato ben 4" al vittorioso passaggio precedente, chiedendo tutto alla Delta e obbli-
Divisi da una manciata di secondi il figlio del campione ha fatto la differenza sui 18 km della speciale di Castiglion del Bosco aggredita con coraggio e piede pesantissimo gando la navigatrice ad innalzare il ritmo delle note. Non si aspettava che il figlio potesse rosicchiargli tutto il vantaggio accumulato. Invece Alberto è stato superlativo, chiedendo alla 037 anche l'ultimo briciolo di potenza, impressionando Scattolin per la precisione con la quale ha assecondato curve e allunghi. Un distacco così pesan-
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Terzo posto per Marco Bianchini e Giulia Paganoni su Delta Integrale staccati di oltre un minuto dai vincitori. Hanno preceduto Calzolari-Selva su Ford Escort Rs 32
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A sinistra: Battistolli-Scattolin vittoriosi al Rally del Brunello con la Lancia 037; qui: Lucky-Pons al Rally del Brunello; sotto: Bianchini-Paganoni con la loro Delta Integrale
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Classifica 1° Rally del Brunello Battistolli-Scattolin (Lancia 037 Rally) Lucky-Pons (Delta Integrale) Bianchini-Paganoni (Delta Integrale) Calzolari-Selva (Ford Escort Rs) Pelliccioni-Gabrielli (Ford Escort Rs)
te tra il primo e il secondo in uno scratch parziale non si leggeva da tempo. L'ultimo rilevamento, sulla Pieve a Salti, non ha fatto altro che suggellare il primato del giovane talento, ancora primo davanti a tutti. Una gara nella gara, quella dei due Battistolli che, oltre a dividersi i successi parziali, si sono pure
52'25"9 a 12"4 a 1'14"1 a 2'33"9 a 2'56"3
spartiti anche i secondi posti a conferma di una supremazia assoluta. Marco Bianchini e Giulia Paganoni, pure loro su Delta Integrale, hanno conquistato la terza piazza con un ritardo di 1'14". A 2'33", invece, hanno concluso Giuliano Calzolari e Roberto Selva precedendo con la loro Ford Escort Rs
la vettura gemella di Bruno Pelliccioni e Mirco Gabrielli e la Sierra Cosworth di Bentivogli-Cecchi riusciti, per l'inezia di otto decimi ad anticipare l'Escort di TonelliGuzzi. Accesa anche lotta tra le Autobianchi A112 Abarth in gara per la Coppa Terra, organizzata sotto l'egida del Team Bassano che ha riportato in auge il Trofeo. Il successo è andato ai veronesi Mauro Castagna e Davide Marcolini davanti ai locali Droandi-Acciai e a Gentile-Torricelli. Alla Key Sport Engineering la vittoria nella classifica delle scuderie. Sul podio Lucky ha avuto parole tenere per il figlio, felice di avergli passato il testimone e gratificato dall'ennesimo titolo tricolore postato in bacheca. Il vicentino, infatti, ha fatto suo il campionato italiano quattro ruote motrici. Un doppio brindisi col superlativo Brunello di Montalcino.
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PREALPI MASTER SHOW
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Simone Romagna si prende il...Master
Il pilota di Malo ha vinto a Sernaglia della Battaglia il Prealpi Show in coppia con Cristina Caldart al volante di una Skoda Fabia battendo sul filo dei secondi Alessandro Bettega e Scattolin Classifica Prealpi Master show 1
Romagna-Caldart (Skoda Fabia)
25’35”0
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Bettega-Cargnelutti (Skoda Fabia)
a 6”6
3
Scattolon-Bernacchini (Skoda Fabia) a 8’1”
4
Signor-Bernardi (Volkswagen Polo)
a 11”3
5
Andreucci-Gaspari (Skoda Fabia)
a 13”0
Classifica 1° Memorial Bordignon 1
Chemin-Scattolin
29'19"5
2
Nerobutto-Cerato
a 11"5
3
Sottile-Nari
a 21"0
4
Oriella-Gheno
a 22"8
5
Bardini-Zanchetta
a 33"7
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Ma le prove più attese sono state quelle dei portacolori della Hawk Racing Club che si sono contesi il primo posto nel Memorial dedicato ad Alessandro Bordignon ■ Con due passaggi vittoriosi su quattro, Simone Romagna ha vinto il Prealpi Master Show, ultima gara stagionale andata in scena a metà dicembre a Sernaglia della Battaglia. Al volante di una Skoda Fabia e con Cristina Caldart alle note, il maladense ha preso la testa della corsa, dopo il ritiro di Trentin (autore del miglior scratch iniziale con la Hyundai i20 Wrc) sulla prova sterrata di oltre otto chilometri, e non l’ha più lasciata incrementando via via il proprio vantaggio. Alle sue spalle si è scatenato Alessandro Bettega, coadiuvato dal friulano Cargnelutti, ma il figlio dell’indimenticato Attilio non è riuscito a soffiargli il primato pur chiedendo tutto alla Fabia. Tra i due, dopo le quattro
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ripetizioni della speciale, appena 6”6 a conferma della battaglia avvincente in cui hanno coinvolto anche Scattolin-Bernacchini (Skoda Fabia), terzi a 8”1 dalla vetta. Il quarto posto è stato appannaggio di Marco Signor, su Volkswagen Polo, che ha rintuzzato gli assalti del pluricampione italiano Paolo Andreucci (Fabia) quinto a 13”. I distacchi minimi confermano l’incertezza che è durata sino alla bandierina a scacchi. Fuori gara, nelle battute iniziali, il nove volte
campione mondiale di motocross, Toni Cairoli, calato a Sernaglia con tutte le più buone intenzioni. Pur correndo poche volte nei rally, Cairoli ha dimostrato di avere capacità e piede per imporsi anche tra le quattro ruote. Soddisfatto, ovviamente, Simone Romagna per la nuova vittoria che impreziosisce il suo lungo curriculum sportivo. Pur essendo alla prima gara con Cristina Caldart l’intesa con la navigatrice è stata immediata. Grazie alla performance dell’inedito equipaggio,
In apertura: Simone Romagna-Cristina Caldart su Skoda Fabia R5; R5 a sinistra: gli equipaggi che hanno partecipato al Memorial Bordignon; a sinistra in basso: Battaglin-Pagliarini con la Mitsubishi Lancer; sotto: pilota Hawk in azione.
la Hawk Racing Club di Bassano ha vinto la speciale graduatoria riservata alle scuderie, piazzando oltre a Romagna anche SandrinMenegon e Bresolin-Pollet. Superbe, però, sono state le prestazioni offerte dai 14 “falchi” che si sono misurati, sfida nella sfida, nel primo Memorial dedicato ad Alessandro Bordignon, "deus ex machina" del team . Per volere del figlio Filippo e della moglie Rossella, infatti, in occasione del Prealpi Master Show ben 14 equipaggi formati da piloti
che hanno militato tra le fila della scuderia, hanno dato vita ad una gara emozionante e divertente. Tutti al volante di Peugeot 208 R2B, con la stessa livrea, stesse gomme e stessa benzina, non si sono risparmiati. Ad assicurarsi il prestigioso trofeo è stato Christian Chemin, per l’occasione assecondato da Simone Scattolin che il giorno prima aveva letto le note ad Alberto Battistolli nel vittorioso rally del Brunello. Per correre due gare nello stesso week end Aci Sport gli ha concesso
Su tutti l'ha spuntata Christian Chemin tornato per l'occasione in coppia con Simone Scattolin che il giorno prima aveva vinto il Rally del Brunello con Alberto Battistolli una deroga. Christian era un pupillo di Sandro Bordignon e, grazie al team manager bassanese, era riuscito a disputare anche un “mundialito” sfidando, tra gli altri, Sebastian Loeb agli esordi nei rally. La seconda piazza è stata conquistata da Alessandro Nerobutto mentre il sanremese Sandro Sottile, al rientro dopo una lunga assenza, ha completato il podio. Anche Sottile era un osservato speciale di Bordignon. Dotato di grandi doti velocistiche, Sottile ha disputato diversi campionati italiani sotto le insegne della Hawk Racing Club conquistando traguardi prestigiosi. Bravissimo pure Paolo Oriella, incappato in un capottamento nella prova d’apertura che lo ha retrocesso in classifica. Con Martina Gheno alle note ha recuperato posizioni preziose sino ad issarsi al quarto posto, prendendosi lo sfizio di vincere l’ultima prova. Senza l'inconveniente iniziale avrebbe dato filo da torcere agli avversari. Quinta piazza per James Bardini, assecondato da Giulia Zanchetta, staccato di 33" dal vincitore del Memorial.Festa grande prima e dopo il Master nei gazebo allestiti dalla scuderia bassanese. Tra portate gustose, brindisi e canti si sono ripromessi di sfidarsi anche l'anno prossimo in quella che ha tutte le caratteristiche per diventare la "gara sociale" della Hawk.
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COPPA ATTILIO BETTEGA
Sui tornanti di Vastagna nel cuore della notte L' ottava edizione della gara di regolarità a media dedicata al campione trentino con partenza ed arrivo a Bassano si svolgerà tra sabato 19 e domenica 20 febbraio lungo un percorso dolomitico fiabesco
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■ Il 19 febbraio 1953 nasceva a Molveno, in Trentino, Attilio Bettega, uno dei più talentuosi piloti protagonisti sulla scena rallystica mondiale. Per onorarne la memoria proprio sabato 19 febbraio scatterà da Bassano del Grappa l'ottava edizione della Coppa Bettega, gara di regolarità a media organizzata dal Rally Club 70 presieduto da Ivo Strappazzon, una delle più belle e spettacolari prove del calendario internazionale. Il percorso si snoderà lungo suggestivi passi dolomitici, già imbiancati dalla neve, immersi in un paesaggio fiabesco, tale da richiamare l'atmosfera del rally di Montecarlo.
Attesi al via i più forti piloti della specialità che si misureranno lungo dieci settori di rilevamento. L'anno scorso s'imposero i fratelli Ferruccio e Carlo Nessi con la loro Mini Morris Cooper 1000 S davanti alla Stratos di Daniel Perfetti e all'Audi 4x4 di Maurizio Verini
Dieci i settori di rilevamento, con tratti lunghi anche venti chilometri, sui quali gli equipaggi dovranno cimentarsi con il cronometro in un esercizio che richiede abilità, senso del ritmo e doti di guida non indifferenti. Non è una gara facile la Coppa Attilio Bettega, ma il divertimento, per chi ama correre sulla neve, esibirsi in pendoli e traversi spettacolari e sfidare le lancette è assicurato. Il percorso presenta parecchie novità alternando difficoltà e cambi di ritmo continui. La partenza sarà data alle 12.30 dall'imbocco del caratteristico Ponte degli Alpini finalmente rimesso a nuovo mentre l'arrivo, sempre a Bassano, è previsto alle 0,30 di domenica 20 febbraio. Dodici ore alla guida, intervallate da una sosta a Strigno per dividere in due la gara, costituiscono un menù robusto, per autentici gourmet del volante, da non prendere sottogamba. In dettaglio, il percorso prevede il primo rilevamento sul Col Per e il secondo sul Col Falcon. A Croce d'Aune, dove si conclude la cronoscalata di Pedavena valida per il Civm, il primo ristoro. Quindi terza difficoltà sulla Forcella Franche che si butta sull'Agordino. Più avanti ecco il primo, severo, passo: il Duran seguito a ruota dal Giau (quinta prova) e dal Falzarego, in trasferimento. Sesto rilevamento sul passo Cereda mentre il settimo sarà lungo i tornanti del passo Brocon. Alle 21 la sosta, con ristoro a Strigno. Dopo mezz'ora nuovo start verso la mitica "università dei rally" di Valstagna, ottava prova a media. Le ultime due saranno la Murello e la Valnevera. Si tratta, idealmente, di un S. Martino di Castrozza in versione extra large che riporta ai tempi eroici del rallysmo. Le premiazioni, domenica alle 11, si svolgeranno a Vicenza, nei saloni di Rally Meeting, la manifestazione organizzata da Miki Biasion
con il supporto di ACI Vicenza. Naturalmente saranno presenti il due volte campionee del mondo e Luigi Lucky Battistolli. Alessandro Bettega, invece, sarà alla partenza di Bassano del Grappa assieme a Maurizio De Tofoli, il primo navigatore di Attilio. Attesi al via i più forti specialisti dellla regolarità a media e piloti"vecchia maniera". Lo scorso anno la vittoria è stata conquistata dai fratelli Ferruccio e Carlo Nessi con la Morris Mini Cooper 1000 S, vettura che rimanda agli anni Sessanta quando la "piccolina inglese" vinse il rally di Montecarlo. I due portacolori della Brescia Corse hanno sfruttato l’agilità della macchina sulla neve e sul ghiaccio delle dieci zone di rilevamento. Ma non è stata una passeggiata. Prima Maurizio Verini, ex professionista del volante, il più bravo nelle due prove di apertura, e poi lo svizzero Daniel Perfetti (Lancia Stratos, riuscito a superarli in classifica ad una prova dalla fine) li hanno marcati stretti rendendo quanto mai incerto l’esito della corsa. Decisivi si sono rivelati i 25 chilometri finali del Valles, con 17 rilevamenti, dove i Nessi hanno sfoderato, ormai nel cuore della notte, tutta la loro abilità, mettendo definitivamente le mani sulla Coppa Bettega. Perfetti ha conquistato l’argento mentre l’ex campione europeo ha fatto suo il bronzo, staccati rispettivamente di 145 e 273 punti. Ben più pesante il ritardo di De Sanctis (Lancia Stratos a 813 punti), sufficiente però per tenere alle spalle Tosetti-Bernardelli e Kamata-Zini, entrambi su Porsche 911. Settimi Rigo-Puhali (Lancia Fulva HF 1.6), davanti a Seno-Arena (Opel Kadett Gte). Alexia Giugni (Porsche 356 A) è riuscita a superare il marito Marco Leva sul filo di lana, assicurandosi la nona piazza. Il figlio Riccardo (Fiat 127) ha chiuso al 14° posto davanti ad Andrea Giacoppo, primo dei vicentini.
COPPA ATTILIO BETTEGA
Chi è Maurizio Verini
■ Maurizio Verini è nato a Riolo Terme il 9 luglio del 1943. Ha esordito nei rally a 25 anni, mettendosi subito in luce. Le sue performance non sono passate inosservate e in breve è entrato a far parte della squadra Fiat per sviluppare la Fiat 124 Abarth. Nel 1973 ha sfiorato la conquista del titolo tricolore. Lo avrebbe vinto se all’Alpi Orientali, ligio agli ordini di scuderia, non avesse dato via libera al compagno Barbasio in lotta con Amilcare Ballestrieri. A laurearsi campione italiano fu quest’ultimo, in coppia con Silvio Maiga, su Lancia Fulvia HF con 214,6 punti. Verini concluse il torneo fermandosi a quota 202.8 punti, precedendo il compagno di team Sergio Barbasio fermo a 184,4 punti. Quell’anno Verini vinse il rally del Medio Adriatico e il rally dei Centomila Trabucchi in coppia con Angelo Torriani. Al Sanremo, valido per il mondiale, concluse al secondo posto alle spalle di Jean
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Luc Thérier su Alpine Renault A 110. Il tricolore non gli sfuggì l’anno dopo, in coppia con Gino Macaluso. Corse tutta la stagione con la Fiat 124 Abarth (vittoria all’Isola d’Elba) tranne che alla Coppa Liburna, ultimo rally dell’anno, in cui portò al successo la Fiat X 1/9 di gruppo 5. Nel 1975 conquistò invece il titolo di campione europeo vincendo le prime cinque gare del calendario: Costa Brava, Firestone a Bilbao, Lyon-Charbonnierés in Francia, Rally di Polonia, Rally di Jugoslavia a Belgrado. Per avere la certezza matematica del titolo gli bastò il secondo posto al S. Martino di Castrozza vinto da Lele Pinto con la Lancia Stratos. Il campionato italiano, invece, fu appannaggio di Bobo Cambiaghi. Nel 1977 vinse il Rally del Gargano e il Colline di Romagna con la Fiat 131 Abarth, vettura che aveva
mandato in “pensione” anzitempo la Lancia Stratos. Secondo assoluto, dietro a Mauro Pregliasco, nell’italiano. L’anno successivo conquistò il primo posto al Costa Smeralda con Mario Mannucci e al Gargano con Arnaldo Bernacchini. Sempre Fiat 131 Abarth la vettura. Nel 1979 passò all’Opel per sviluppare l’Ascona di gruppo 2 mentre nel 1980 e nel 1981 gareggiò con l’Alfetta Gtv Turbodelta. Successivamente vinse il Rally delle Valli Piacentine con una Ascona 400. Nel 1983 diventò direttore sportivo di Citroen Italia, disputando qualche gara con la Visa 4x4 e la Bx 4x4 turbo. Abbandonata la scena agonistica, ma rimasto nell’ambiente come organizzatore di corsi per la guida sicura, si presentò al via del Rally di Montecarlo del 2013 con una Mitsubishi Lancer Evo IX di gruppo N. Da qualche anno è ritornato in prova nelle gare di regolarità a media.
PROVA DI SAN GIOVANNI
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Il "Classico" dei rally Nel 1976 per la prima volta si disputò la prova di S. Giovanni sul Massiccio del Grappa. Da allora è regolarmente inserita nel percorso del Città di Bassano e della Coppa Attilio Bettega
Da sinistra in piedi: Maurizio De Tofoli, Alessandro Bettega, Luciano Favero, Pietro Polese e Miki Biasion ■ Nel settembre del 1976 il rally di S. Martino di Castrozza si dipanò anche lungo il massiccio del Grappa e per la prima volta gli equipaggi in gara affrontarono le difficoltà della prova di S. Giovanni, tracciata seguendo il profilo dei "Colli Alti" (Moschin, Fenilon, d'Anna, Bonato, Caprile...) diventati tristemente famosi per le sanguinose battaglie della Prima guerra mondiale. Su quelle alture diventarono leg-
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gendarie le imprese degli Arditi che fermarono gli austroungarici impedendo loro di conquistare la pianura veneta. Una prova "epica" quella di S. Giovanni, da 45 anni ormai inserita nei percorsi del Città di Bassano e della Coppa Attilio Bettega. Scatta proprio davanti all'albergo S. Giovanni, gestito da Luciano Favero nipote del capitano degli arditi Angelo Zancanaro, e si dipana a
Se la Valstagna-Foza è l'Università dei rally questa è il "Liceo" fianco di quella che era la prima linea di combattimento. Ricca di insidie e curve improvvise sembra fatta apposta per mettere alla prova la bravura dei piloti. Sono ormai
Da sinistra in piedi: Maurizio De Tofoli, Alessandro Bettega, Antonio Lorenzi, Ivo Strappazzon, Pietro Polese con la moglie Donatella Brunello, Miki Biasion, Alberto Campagnolo, Mauro Taverna, Vanni Taverna, Luciano Favero. Seduti: Riccardo Berti e Stefano Baruchello
trascorsi 45 anni dal battesimo rallystico con un padrino d'eccezione, il francese Bernard Darniche affiancato da Alain Mahé, che con la sua Stratos azzurra mise in riga Bacchelli, Tony, Verini e Rohrl, ma il ricordo di quella "prima volta" è sempre vivo e presente. Così Luciano Favero, che nel poco tempo libero che gli lascia la gestione dell'albergo si diverte a correre con l'Opel Kadett Gte ex Bronson, ha chiamato a raccolta con la complicità di Ivo Strappazzon, che della Coppa Bettega è ideatore e organizzatore, campioni di ieri e di oggi. All'invito hanno risposto, tra gli altri, il due volte mondiale Miki Biasion, il vincitore del primo rally Campagnolo nonchè della Corsa dei Campioni Pietro Polese, il figlio di Attilio Bettega, Alessandro, accompagnato dal primo navigatore
del padre Maurizio De Tofoli. Purtroppo non hanno potuto essere della compagnia Luigi Lucky Battistolli, impegnato nel concomitante Città di Schio e l'organizzatore Valter Bizzotto. Mentre alla cucina pensava Roberto, il figlio di Luciano protagonista qualche anno fa del Panda Raid con una Panda 4x4 (ne ha più modelli che usa regolarmente per spostarsi sul Massiccio), il padrone di casa e Ivo hanno intrattenuto gli ospiti con aneddoti e racconti riaprendo i fornitissimi magazzini della memoria. Miki, dal canto suo, ha ricordato che proprio sulle stradine del Grappa e soprattutto lungo la S. Giovanni, si allenò a lungo, nell'inverno del 1979, per prepararsi al debutto agonistico avvenuto il 31 marzo di quell'anno nel rally Città
Miki Biasion si allenò a lungo prima del debutto al Città di Modena proprio su questa strada di Modena. Luciano Favero ha poi svelato che presto erigerà un grande cartello, nel punto in cui parte la prova speciale, per ricordare le imprese di tanti piloti. Un po' come quello installato all'inizio della ValstagnaFoza, ribattezzata l'università dei rally. Se la S. Giovanni non è l'ateneo del controsterzo è sicuramente un "liceo classico" severo ed impegnativo, adatto ai più dotati.
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Il PERSONAGGIO
ROBERTO CRISTIANO BAGGIO
Dodici anni di rombi Il Delta Club Bassano ha festeggiato la chiusura dell'anno sociale alla Malga Verde di Mussolente con Miki Biasion e il giornalista Sergio Remondino ■ Immancabile, da più di dieci anni a questa parte, la festa di fine stagione del Delta Club Bassano presieduto da Piero Pernechele. Al ritrovo, fissato alla Malga Verde di Mussolente, hanno risposto in tanti, sicuri di trascorrere una giornata all'insegna dell'amicizia e della passione per la vettura torinese che Miki Biasion ha esaltato lungo le prove speciali di tutto il mondo portandola in vetta alle classifiche iridate. I soci del sodalizio sono giunti da tutta Italia. Il pilota, naturalmente, ha monopolizzato la festa con la disponibilità che gli è consueta, sottoponendosi a lunghe sessioni di autografi e rispondendo con infinita pazienza alle domande dei tifosi. Ad accompagnarlo in questa uscita quest'anno c'era Sergio Remondino, il giornalista di Autosprint che lo ha seguito con penna e taccuino nella carriera culminata con la conquista di due titoli mondiali. Sperticate le lodi al grande campione e clima da fuori giri quando Miki, incalzato da Remondino, ha svelato nuovi aneddoti di una carriera che non finisce mai di stupire. Festeggiato ospite anche il romagnolo Riccardo Errani, ottimo pilota degli anni Ottanta, di casa nel club
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bassanese. "La nostra passione unita alla vostra - ha spiegato l'instancabile presidente Piero Pernechele - ci ha permesso di arrivare fin qui. Dodici anni di vita, dodici anni di infinite emozioni, legate al nome Delta. Arriva un'altra stagione da vivere insieme, con il solito spirito. Nel corso del 2022 organizzeremo incontri, raduni e uscite da affrontare al volante delle nostre Lancia Delta. Nel frattempo sono aperte le iscrizioni. La quota socio è fissata a 40 euro, la quota simpatizzante a 20. Il versamento può essere effettuato tramite Unicredit Banca IBAN : IT 26 R 02008 60165 000104189220, beneficiario Delta Club Bassano".
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Automobile Club Vicenza
RINNOVO PATENTE tel. 0444/966046; mail: assistenza@vicenza.aci.it Per gli orari consultare il sito www.vicenza.aci.it Non è necessario prendere appuntamento IMPORTANTE Il Ministero ha prorogato ulteriormente la validità dei titoli di guida: per quelle che scadono dal 31 gennaio 2020 al 31 marzo 2022 la validità è fissata al 29 giugno del 2022 CONSULENZA AUTOMOBILISTICA - PRATICHE AUTO Continuerà ad essere svolto su prenotazione con i consueti orari. BOLLO AUTO Il pagamento bollo avviene senza prenotazione. Trasferimenti di proprietà e pratiche auto su prenotazione. CONTENZIOSO BOLLI: per gli accertamenti della Regione Veneto si prega di prendere appuntamento via mail all’indirizzo tasse@vicenza.aci.it indicando il nome e cognome e il numero di telefono. Pagamento bollo-auto, tessere ACI e servizi sportivi senza prenotazione
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NOTIZIE IN BREVE
Riparte dalla Toscana il campionato storico ■ Il Campionato Italiano Rally Autostoriche targato 2022 partirà in Toscana con i 12° Historic Rally Vallate Aretine, organizzato dalla Scuderia Etruria Sport Asd, il 12-13 marzo ad Arezzo, dopo due edizioni svoltesi a luglio. Il secondo round del #CIRAS si disputerà in Sardegna nel weekend dell’810 aprile con la quinta edizione del Rally Costa Smeralda Storico,
gara messa a punto dall’Automobile Club di Sassari e che nelle sue ultime due annate ha vestito i panni di atto conclusivo di campionato. Nel mese di maggio, sempre ricco di gare, all'inizio si terrà il Targa Florio Historic Rally, in concomitanza con la gara di Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco, e tre settimane dopo, il 28 e 29 maggio, il classi-
Cesare De Agostini cantore dei Marzotto ■ È mancato Cesare De Agostini, mantovano, fra i più noti scrittori di automobilismo, molto conosciuto anche nel Vicentino. Aveva 80 anni. Per ben sei volte i suoi libri sono stati selezionati per il premio "Bancarella Sport che, assieme al "Premio Coni", ha vinto nel 1983 con "È questione di cuore", la vita di Clay Regazzoni. Era molto amico dello storico dell'automobile Nino Balestra con il quale aveva collaborato per la realizzazione di due libri dedicati alla Cisitalia. Ha ripercorso, in una monografia, vita e imprese di Tazio Nuvolari. È stato l'autore del libro "La saga dei Marzotto" dedicato ai quattro "conti volanti" di Valdagno.
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co Rally del Campagnolo Storico, evento organizzato dal Rally Club Team di Isola Vicentina, guidato da Renzo De Tomasi. Fissato per il 17-18 giugno prima della pausa estiva il Rally Lana Storico a Biella curato da Asd Veglio 4x4, giunto alla sua undicesima edizione. A riaccendere le sfide ad inizio settembre ci penserà poi il 26° Rally delle Alpi Orientali Historic, disputato insieme al rally moderno del Friuli Venezia Giulia, valido quest’anno per la 4^ Zona della Coppa Rally di Zona. Immancabili gli ultimi due round del Campionato Italiano Rally Auto Storiche 2022, entrambi validi anche per il FIA EHRC: prima l'ELBA Storico, dell’AC Livorno per il 22-24 settembre e, poi a metà ottobre il 13-16, il 37° Rally Sanremo Storico, gara dell’Automobile Club del Ponente Ligure che avrà il compito di indicare i campioni italiani 2022.
Biasion "assaggia" la Lancia Stratos
■ E' mancato a Padova il 14 gennaio Roberto Bauce. Noto pilota degli anni Settanta, è stato spesso protagonista nei rally validi per il campionato triveneto al volante di vetture di gruppo uno e gruppo due, Opel Ascona e Kadett Gte soprattutto. Al suo fianco, in moltissimi rally, l'amico Paolo Calore. Anche Toni Degan ha disputato con Bauce diverse gare. Nato a Ponte S. Nicolò il 18 settembre del 1945 aveva iniziato a correre nel 1968 disputando il S. Martino di Castrozza e l'Alpi Orientali con una Alfa Romeo Giulia 1300 Ti. Pilota vecchia maniera, dotato di uno stile inconfondibile, ha ottenuto il terzo posto assoluto nella terza edizione del rally del Bellunese nel 1975 con Bocca al suo fianco. Primo di classe e quinto assoluto, invece, nel Rally delle Prealpi Venete e dei Colli Euganei del 1978 con una Ford Escort Rs. A Ponte S. Nicolò ha gestito un impianto sportivo-ricreativo. I funerali si sono svolti nella basilica padovana di S. Giustina martedì 18 gennaio.
■ Miki Biasion ha sfidato i rigosi invernali partecipando alla 34^ Winter Marathon, con partenza ed arrivo a Madonna di Campiglio, al volante di una Lancia Stratos del 1974, in coppia con Alessandro Giudice. La vettura è la stessa che Dino Tolfo ha guidato al Città di Bassano dello scorso ottobre. La gara di regolarità classica è stata vinta da Edoardo Bellini e Roberto Tiberti, che hanno bissato il successo ottenuto lo scorso anno, a bordo di una Fiat 508C del 1937. Fiat 508 C anche Giudo Barcella-Ombretta Ghidotti e Alberto Aliverti-Stefano Valente che hanno occupato gli altri due gradini del podio. Miki, brand ambassador di Eberhard orologi, non ha guardato alla classifica, divertendosi a sgasare lungo i passi dolomitici come ai bei tempi in cui era il "re" dei rally. Si è classificato 92° assoluto, a conferma che è andato ben oltre le medie imposte dagli organizzatori.
L'ultimo saluto a Roberto Bauce
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Rubrica a cura di
Un traguardo d'oro Rally di Monte-Carlo 1972. Un'edizione entrata nella storia del motorismo mondiale. 50 anni fa Sandro Munari e Mario Mannucci si aggiudicarono la prestigiosa gara monegasca portando al successo la Fulvia HF destinata alla pensione. Battuti lo squadrone dell'Alpine Renault e i piloti della Porsche ■ Così come il sogno di ogni atleta è quello di vincere le Olimpiadi, quello di ogni rallista è di vincere il Monte-Carlo, il più importante rally del vecchio continente al quale hanno sempre partecipato, e tuttora partecipano, tutte le più importanti case automobilistiche in cerca di un'affermazione che glorifichi il pilota ed esalti l’immagine del costruttore. Sandro Munari ha la fortuna ed il coraggio di partecipare fin da subito a questo prestigioso rally, addirittura alla sua seconda gara da pilota ufficiale Lancia, dopo soli cinque mesi dal suo esordio al 1000 Laghi. Lo chiama un paio di mesi prima proprio Cesare Fiorio: vuole avere conferme su quanto Munari abbia dimostrato in Finlandia, se veramente quel ragazzo di Cavarzere possiede un talento innato per la guida. Sandro ha maturato esperienza solo in quella sua prima gara da pilota Lancia e qualche altra da secondo di Arnaldo Cavallari. È timido e timoroso e non nasconde le sue paure al diretto-
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Qui: Sandro Munari con George Harris al suo primo Monte-Carlo su una Lancia Flavia (1966) a destra: al Monte-Carlo sulla Fulvia (1967); (1967) re sportivo, il quale lo rassicura subito promettendogli di farlo affiancare da un navigatore esperto. Ecco quindi che Sandro ottiene il battesimo al Rally di Monte-Carlo su una Flavia Coupé blu con un bianco numero 14 sulle portiere e un belga alle note, George Harris, che non parla una parola di italiano… Dopo un mese di prove su strade innevate, ghiacciate, bagnate ed asciutte, in gara
va tutto molto bene. Alla fine del percorso comune Munari è ottavo assoluto, primo delle Lancia, a un minuto da Toivonen, il quale poi vincerà la gara, e si guadagna l’accesso (riservato ai primi sessanta classificati) alla prova complementare, meglio conosciuta come “l'ultima notte” con le tre prove sul Turini. Il sogno di Munari-Harris e della stampa italiana si interrompe
presto, un guasto al radiatore ne provoca il ritiro, ma ormai il talento di Munari è certificato e Sandro ottiene un posto stabile da ufficiale nella squadra Corse Lancia. L’anno successivo ripete l’esperienza con Harris, questa volta sulla piccola e nuova Fulvia Coupé HF. Il risultato finale è quinto assoluto, un bilancio positivo condiviso con tutta la squadra Lancia che registra il secondo piazzamento con Andersson-Davenport e il quarto con Cella-Lombardini. L’edizione del 1968 è tragica e segna profondamente la vita di Sandro Munari. Ha appena concluso una stagione esaltante con Luciano Lombardini, fino all’anno prima abituale navigatore di Leo Cella, durante la quale ha sviluppato una grande intesa professionale e privata e con il quale ha raccolto le prime e più importanti vittorie agonistiche, prima fra tutte il Tour de Corse del 1967. Lombardini ha già una certa età e matura l’idea, già comunicata alla squadra Corse, di ritirarsi dalle competizioni. Sia Fiorio, che conosce il feeling dell’equipaggio, che Munari stesso, insistono e convincono Lom-
Grazie al loro successo la Lancia riprese la produzione della mitica vettura richiamando al lavoro gli operai in cassa integrazione bardini a correre il Monte-Carlo prima del suo definitivo ritiro. Ci sono grandi speranze di un ottimo piazzamento, se non addirittura la sensazione celata di un successo assoluto. Sandro nutre, per Luciano, una grande stima e riconoscenza. L’anno precedente, infatti, il professionista reggiano aveva raccolto punti sufficienti per laurearsi Campione Italiano, uno in più di Sandro Munari perché con lui aveva corso tutta la stagione, meno che il Monte-Carlo dove, in coppia con Cella si era piazzato appena davanti al Drago. Lombardini, senza tanto clamore e con grande e sportiva
abnegazione, aveva scritto alla Csai per rinunciare al titolo e cederlo, di fatto, a Sandro Munari. Questo fatto, unito al rimorso per averlo trattenuto a gareggiare e soprattutto per avergli ceduto il volante durante la marcia di avvicinamento dove Luciano perde la vita in un tragico incidente con un automobilista del posto, segna profondamente l’animo sensibile di Sandro. Per sempre, il campione di Cavarzere soffrirà di questa perdita e non riuscirà a nascondere le lacrime e il groppo in gola ogni qualvolta qualcuno gli chieda di ricordare quel terribile evento. Grazie alla complicità di don Piero Toniolo che ha accolto con entusiasmo la proposta di Munari, il 20 gennaio di ogni anno, anniversario dell'incidente, viene celebrata una messa in memoria di Luciano Lombardini e di tutti i piloti e i navigatori che ci hanno lasciato. Dopo una lunga convalescenza per le ferite riportate nell’inferno di Skopje, Cesare Fiorio teme che insorgano anche ferite morali nel suo pilota di punta. Nel frattempo, anche Leo Cella perde la vita durante un test in pista a Balocco e la squadra Corse ha bisogno del Drago nel pieno delle sue facoltà fisiche e mentali. Lo iscrive ad un paio di gare di velocità per riavvicinarlo al mondo delle corse e, successivamente, Sandro torna alla vittoria nel Rally Alpi Orientali navigato da Daniele Audetto. Nel 1969 torna a Monte-Carlo, ma disputa l'edizione riservata ai prototipi denominata Rally Méditerranée. Su una Fulvia 1.3 HF, con un motore portato a quasi 1.600cc, è affiancato da Sergio Barbasio, ma saranno poi squalificati per aver saltato un controllo. L’anno successivo si ritira per problemi al motore mentre disputa il rally sulla Fulvia 1.6 HF con alle note Arnaldo Bernacchini. Nel 1971 partecipa al Monte-Carlo con Mario Mannucci, con il quale aveva già corso un paio di altri rally, trovando sempre però dei ritiri, il primo a San Martino di Castrozza dopo un rocambolesco volo in un burrone. Anche nella gara del Principato non hanno fortuna e la loro Fulvia numero 15 è costretta nuovamente al ritiro per un guasto dell’albero motore mentre si trovano in quinta posizione dietro a tre Alpine e a una Porsche. Per tutta la stagione avranno poi modo di conoscersi bene e Sandro troverà in Mario il compagno di abitacolo ideale ottenendo anche diverse vittorie e sfiorando il
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1971 Il primo Montecarlo di Munari con Mannucci, si ritirano per guasti meccanici quando sono in testa.
In azione al Monte-Carlo '72 Cavarzere accoglie il suo Campione, una folla festante lo porta a spalla.
Con Luciano Lombardini ottiene i suoi primi grandi successi, purtroppo in un incidente nell’avvicinamento al Monte Carlo del 1968, Luciano perde la vita. successo nel Campionato europeo. Per l’edizione del 1972, la Squadra Corse Lancia e i loro piloti non nutrono grande fiducia in un risultato di rilievo. Sono ben consapevoli che la Lancia Fulvia 1.6 HF è di molto inferiore alle altre vetture in gara. La vettura, prodotta anche in una seconda serie, è già fuori produzione. Il gruppo 4 in mano a Munari e Mannucci e agli altri piloti della Lancia, è inutile girarci troppo attorno, è ormai vecchia. Purtroppo
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la progettazione della Lancia Stratos è ancora agli albori e ci vorrà ancora molto prima che sia pronta, quindi bisognerà soffrire cercando di tirar fuori il massimo dai piloti e dalla piccola di Chivasso per minimizzare i danni. La gara di Munari-Mannucci, avendo poco da perdere, parte all’attacco. Le condizioni meteo sono avverse, nevica forte in molti punti del percorso e i tanti cavalli dei motori degli avversari vengono annientati dalla guida più prudente dei
loro piloti. Di contro la versatilità della Fulvia è favorita. La classifica sorride a Sandro e Mario, sono piuttosto in alto. Un pensiero li sfiora e risolleva il loro animo, forse la figuraccia è scongiurata e magari riescono anche a fare bella figura. Le Alpine, reduci da una tripletta dall’anno precedente, sono prima e seconda. Giornalisti e tifosi francesi sono certi di un nuovo successo, tanto da affiggere in sala stampa un cartello con il divieto di utilizzare i termini “ar-
Il Drago vinse poi altre tre edizioni della competizione invernale al volante della Lancia Stratos diventando il "re" del Monte-Carlo
La rivista L’Equipe consegna a Lancia il trofeo per la prima Casa Costruttrice ad aver ottenuto per tre anni il miglior piazzamento come squadra al Montecarlo (1966-1967-1972). Fin dal 1938 le altre squadre con soli due migliori piazzamenti sono Ford, Sunbeam e Porsche. Presenti a ritirare il premio: Agnelli, neo proprietario di Lancia nel gruppo Fiat; Pierugo Gobbato, direttore Lancia; Sandro Fiorio, direttore sportivo Squadra Corse Lancia; Munari e Mannucci vincitori del 1972. mata" e “flotta" per le Alpine Renault Elf… Però la Lancia è sempre lì, in agguato. La sua vecchia meccanica, sarà vetusta, ma è molto affidabile. La scarsa potenza di motore non è così determinante in queste condizioni meteo. Ad uno ad uno i favoriti cadono, vittime da uscite di strada o di guai meccanici. Incredibilmente Munari e Mannucci sono sul podio, addirittura dopo la PS Le Moulinon sono in testa, subito ripresi da Darniche che guadagna su di
loro 10 secondi. Bisogna tenere duro. Purtroppo per il francese, un guaio al cambio lo ferma a gara quasi finita, così come già successo ad Andersson sull’altra Alpine. I nostri eroi sono al comando, ma non parlano, stringono i denti. Le insidie sono disseminate ovunque e sono attentissimi a non commettere errori. La Porsche da 300 cv di Larrousse è dietro di loro, a oltre 10 minuti. Devono solo arrivare in fondo, con prudenza, e poi il miracolo sarà
compiuto. Con le prime luci dell’alba, la vecchia Lancia Fulvia HF si affaccia al porto di Monte-Carlo, a bordo Sandro Munari e Mario Mannucci sorridono, increduli di essere riusciti in un’impresa strepitosa e così inaspettata. Quella del 1972 è la prima vittoria di un Monte-Carlo tutto italiano per vettura e piloti, per Lancia si tratta del secondo successo dopo la vittoria di Chiron-Basadonna su Aurelia B20 nel lontano 1954. La folla festante porta in trionfo il Drago di Cavarzere e il Maestro delle note. Da casa, uomini e bambini gioiscono dell’impresa ascoltando la radiolina mentre sono ancora a letto. I giornali di tutto il mondo celebrano l’impresa titolandone a grandi caratteri l’inaspettato, quanto meritato, trionfo. Perfino l'Equipe, prestigiosa rivista sportiva francese, rende onore all'equipaggio italiano. Il trofeo, ritirato da Gianni Agnelli per Lancia, viene messo in palio dai francesi fin dal 1938 e premia le case costruttrici che per tre edizioni ottengono il miglior piazzamento come squadra con tre vetture (1966, 1967 e 1972). L'Italia si risveglia carica di euforia, come se avesse vinto i mondiali di calcio. Le fotografie della Lancia Fulvia HF, rossa con il cofano nero e la grande scritta LANCIA ITALIA sul davanti, appaiono su tutti i giornali e anche in televisione. Gli italiani sono tutti orgogliosi di appartenere a questa nazione e non ostentano nell’esibire questa vittoria. Il binomio Munari-Mannucci entra nel cuore della gente e d’incanto gli italiani si scoprono tifosi dei rally. Se per Sandro Munari, la vittoria madre rimane il Tour de Corse del 1967, è questa al Monte-Carlo che gli dà la maggiore soddisfazione a livello umano. Quando Lancia schiera le Fulvia per disputare la vittoriosa 41^ edizione, le fabbriche Fiat sono ferme per l’interruzione della produzione di quella stessa
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1977 Munari diventa re di Monte-Carlo. È il primo pilota a conquistare il principato per quattro volte.
vettura. Gli operai sono in cassa integrazione e Sandro non sopporta l’idea di sapere che ci sono famiglie che hanno passato il Natale nello sconforto e nella disperazione per la mancanza di certezze verso il futuro. La leggendaria vittoria, ottenuta dopo la magica notte del Col de Turini, ammalia gli italiani e anche molti stranieri. La Fulvia riacquisisce il fascino perduto e alle concessionarie giungono migliaia di nuovi ordini. Lancia coglie la palla al balzo e celebra questa vittoria mettendo a listino un nuovo allestimento per la Fulvia 1.3s denominandolo “Montecarlo". I nuovi acquirenti ottengono una vettura brillante, con sedili e codolini della 1600HF, niente parafanghi per preservarne la vena sportiva, fendinebbia e cinture di sicurezza di serie oltre al cofano nero opaco che evoca l’impresa dei campioni Munari-Mannucci. I colori disponibili, che accontentano anche gli stranieri, sono: rosso Italia; azzurro Francia, giallo Paesi Bassi; verde Inghilterra. Le linee di produzione riaprono, quindi, e gli operai tornano nuovamente al lavoro regalando a tante famiglie sicurezze e nuovi sorrisi. La produzione della Lancia Fulvia rimarrà in essere fino al
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1976 e di questo Sandro Munari ne va estremamente e giustamente orgoglioso. Quando si è trovato a scendere vittorioso al porto di Monte-Carlo, mai avrebbe immaginato di quanto determinante a livello umano sarebbe stata quella vittoria né quali importanti conseguenze avrebbe avuto. Questo episodio sarà raccontato da Munari per mille e più volte, ma è importante ricordarlo ancora, anche qui per iscritto, a futura memoria. Da quel Monte-Carlo del 1972 Munari è l’uomo da battere. Nel 1973 si ritira per uscita di strada mentre è di nuovo al comando con una Fulvia Marlboro, di un altro anno più vecchia. Nel 1974 il Rally non si disputa a causa della crisi energetica. Nel 1975 arriva la Lancia
Stratos e conquista di nuovo il Principato con Mario Mannucci e il 14 sulle portiere. Nel 1976 e nel 1977 ottiene di nuovo il successo sulla Stratos Alitalia, con al fianco Silvio Maiga, vittorie quasi scontate, seppur non così facili da raggiungere. Nel 1978 la storia cambia, i suoi avversari sono interni alla squadra e Munari medita il ritiro dall’agonismo per le continue vessazioni. Il ritiro al Rally di Monte-Carlo, a causa di un guasto meccanico alla sua Stratos Pirelli, è tanto repentino quanto desiderato per preventivi ordini di giochi di squadra in favore dei “colleghi” della Fiat. Sandro Munari interrompe la sua carriera da pilota professionista con il record di vittorie al Rally di Monte-Carlo, mai nessuno prima di lui è riuscito a fare tanto.
Sofferta partecipazione al Monte-Carlo del 1978 per Sandro Munari con Piero Sodano sulla Stratos Pirelli, partono con il malumore sapendo di dover cedere il posto ai colleghi della Fiat se si fossero trovati in testa. Un ritiro per cause meccaniche risolve la questione piuttosto rapidamente.
Sandro Munari con Francesca Pasetti per un servizio sulla sua collezione di modellini che verrà titolato “Lady Fulvia”, nome che poi diventerà alias della grande fan del Drago.
Sulle strade di Munari per celebrare il trionfo della mitica Fulvia HF Appuntamento il 2 giugno a Cavarzere in occasione del raduno di auto e moto d'epoca. Gran finale sulla pista di Adria. Il Motoring Classic Club Sandro Munari con il patrocinio del Comune di Cavarzere e di ACI Vicenza e con la collaborazione della Monselice Corse
e di Lady Fulvia, il prossimo 2 giugno celebra nel paese natale del Drago, in concomitanza del tradizionale raduno di Auto e Moto d’Epoca, il 50°
anniversario della vittoria della Lancia Fulvia HF numero 14 di MunariMannucci al Rally di Montecarlo. Una parata di Lancia Fulvia Coupé raggiungerà l’Autodromo International Raceway di Adria dopo aver percorso un itinerario che ricalca una serie di prove speciali del Rally del Pane ed alcune strade dove i campioni Arnaldo Cavallari e Sandro Munari si cimentarono nei loro allenamenti, oltre che un percorso lungo le Valli della Laguna del Delta. In circuito si terrà il pranzo conviviale e si potranno effettuare alcuni giri in pista. La manifestazione si protrarrà per tutta la giornata, in ogni condizione di tempo. Per informazioni: www.motoringlassicclub.it – Fabio 3357110675 – motoringclassicclub@gmail.com2 giugno 2022 Cavarzere
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