Near Death Experiences Q
uanto spesso ci è capitato, magari a causa dell’insonnia, di iniziare a riflettere e a ragionare circa pensieri non del tutto sconta-
Dunque, perché temiamo questo passaggio se non è altro che ciò da cui proveniamo? Forse perché non siamo in grado di ricordare direttamente cosa eravamo prima della nostra nascita e non possiamo sapere con certezza cosa saremo dopo la nostra morte. Purtroppo non sono in grado di dare una risposta a queste massime esistenziali, ma voglio parlarvi delle esperienze ai confini della morte, le N.D.E. appunto. Secondo il cardiologo olandese Pim Van Lommel, il quale ha dedicato l’intera esistenza a studiare tali fenomeni, queste esperienze che avvengono perlopiù negli stati di coma o di arresto cardiaco, rendono il viaggiatore che ritorna dalla premorte più fiducioso nel senso della vita. L’interpretazione delle esperienze al confine con l’al di là ha portato il medico olandese a formulare una concezione della realtà la quale ipotizza l’esistenza di una coscienza (assimilabile all’anima per i credenti) che si diffonde ovunque al di là dello spazio e del tempo. Il mondo scientifico invece spiega le esperienze
ti? Quello della morte è il tema che ronza maggiormente nella mia mente. Credo che questo sia un argomento alquanto delicato da affrontare; mi soffermerò brevemente con una riflessione su questo punto. Lo stereotipo generale ha una visione che spesso non coincide esattamente con la mia personale. Dopo una serie di approfondimenti sul tema sono arrivata ad una conclusione, che, seppur a prima vista possa sembrare totalmente insensata, racchiude al suo interno un percorso logico. La morte altro non rappresenta che il ritorno alla normale condizione dell’uomo; la vita è una situazione temporanea, di passaggio, preceduta e seguita da una condizione di non-esistenza, ovvero da due fasi analoghe (identificabili in modo differente a seconda della propria cultura).
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