La Lucciola - Luglio 2020

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ATTUALITÀ

Glocalizzazione autonomie e Unione locali Europea

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’ giusto parlare allo stesso tempo di una più forte Unione politica in Europa e di maggiori autonomie alle nostre regioni? La risposta può sembrare ovvia, parrebbe incoerente voler cedere una parte di potere politico ad un ente sovranazionale e allo stesso tempo rafforzare le amministrazioni regionali, ma è necessario fare un più ampio ragionamento. Prima di tutto: perché ritengo sia necessario rafforzare l’Unione Politica? Per rispondervi, mi faccio aiutare dai fatti recenti, dove tutti vedono un fallimento dell’Unione Europea: di fatto è così, ma analizziamoli più del dettaglio. Dopo il lockdown, l’Italia ha dovuto fronteggiare da sola la crisi sanitaria e ha chiesto aiuto all’UE per le misure economiche: la risposta? Diciamo che la prima a rispondere è stata Christine Lagarde, presidente della BCE, che ha dichiarato “io non posso fare nulla se lo Spread in Italia sale”, facendo registrare

alla Borsa di Milano un -12% (giornata poi chiusa col -6%) che non si vedeva dal 1945. Dopo lo scivolone dell’anziana conservatrice, il segnale è stato opposto, la Commissione Europea ha messo in campo un piano rivoluzionario: oltre alle misure di emergenza già esistenti e rafforzate (MES, Meccanismo Europeo di Stabilità a cui ogni Stato può ricorrere volontariamente, e SURE, fondo per il sostegno all’occupazione, quindi aiuti europei per la Cassa Integrazione) la Commissione ha proposto al Consiglio Europeo altre due misure, i famosi Coronabond (dei bot, o prestiti a lungo termine praticamente, emessi dall’Unione con interessi molto bassi) ed il Recovery Fund (un nuovo fondo per le emergenze gravi a cui possono ricorrere gli Stati Membri). La maggioranza del Consiglio Europeo, organo in cui si riuniscono i Presidenti del Consiglio dell’Unione oltre al Presidente della Commissione Europea, era favorevole a tali misure, ma purtroppo -in Consiglio- non basta avere la maggioranza per approvare un provvedimento, è necessaria l’unanimità degli aventi diritto. Dopo una lunga contrattazione con quei pochi stati contrari, è stato necessario eliminare dalla proposta il sistema dei Coronabond, bocciato anche del Parlamento Europeo con il voto contrario dei gruppi parlamentari di destra e centro. E’ notizia di qualche settimana fa, che la proposta iniziale di Francia, Germania e Commissione Europea per il nuovo Recovery Fund era quella di un fondo che avrebbe garantito, ai Paesi richiedenti, un finanziamento con prestiti esclusivamente a fondo perduto, sostanzialmente un prestito di cui non si impone la restituzione né del capitale né degli interessi maturati. Anche questa proposta è stata contrattata con alcuni Paesi, che da subito si sono mostrati contrari, arrivando a una proposta finale veramente importante: un maxi stanziamento di 750 miliardi (di cui 172 vanno all’Italia), pari a circa 42 leggi di

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