#immuni sicurezza e prevenzione a quale prezzo?
O
rmai siamo entrati nella fase 2, ma chi garantisce la nostra invulnerabilità al virus, in che modo possiamo tutelarci? In questo caso la risposta è l’app “immuni”, certamente ne avrai sentito parlare: applicazione che dovrà essere installata da almeno il 60% della popolazione, ma entrando più nel dettaglio è facile comprendere che ci sia qualcosa che stona, e non sembra la comune applicazione per il cellulare. Per evitare la nascita di nuovi focolai infettivi i nostri politici e scienziati hanno deciso di sfruttare il contact racing, attraverso l’app “immuni”: il nostro cellulare utilizza la tecnologia bluetooth per entrare in contatto con i device circostanti muniti del software in questione e che ovviamente abbiano attivato il bluethoot; nel caso in cui siamo stati a contatto per un determinato lasso temporale, che per ora è di 15 minuti, con un utente che nell’arco di due
settimane sia risultato positivo al coronavirus, ci arriverà un notifica per avvertirci del fatto che potremmo aver contratto il virus. La cosa più logica in ambito informatico è che un software abbia una preparazione tecnica molto accurata alle sue spalle, ma in questo caso, prima di parlare di tecnicismi informatici, dobbiamo ricordarci che alla base del buon funzionamento dell’applicazione ci debba costantemente essere un numero considerevole di tamponi effettuati. Problema di fondamentale importanza è che ad oggi non sono presenti obblighi per le persone che ricevono l’avviso da parte dell’applicazione circa la loro possibile avvenuta contrazione del virus; ma il problema non è solo questo: da chi, e soprattutto come, saranno gestiti questi dati? Riguardo la gestione dei dati è in atto una discussione che vede ai due poli, da una parte, i sostenitori del sistema centralizzato, dall’altra, i sostenitori di un sistema decentralizzato. Come si può facilmente intuire il modello centralizzato prevede l’archiviazione dei dati dei vari utenti in un unico luogo, l’opposto del sistema decentralizzato che prevede l’archiviazione dei dati del singolo utente sul proprio device. Non credo ci sia molto da stupirsi se scoprissimo che coloro che sono a favore del sistema centralizzato abbiano interessi politici ed economici, ed infatti è proprio così.
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