EditorialeOff DI MAURIZIO GUSSONI
La coerenza dello scorpione
N
SII MOLTO CAUTO NEL PARLARE, PERCHÉ TU NON ABBIA A VERGOGNARTI SE LE TUE AZIONI NON FOSSERO STATE POI ALL’ALTEZZA DEI DISCORSI”. (CONFUCIO)
66
MACCHINE CANTIERI 5.0
ella favola della rana e dello scorpione, Esopo fece morire entrambi, ma giustificò il gesto suicida dello scorpione con la sua natura di assassino naturale. Così è per tale Beppe Grillo, uno che ha per natura il prendere tutti per i fondelli, e nel contempo il badare al proprio tornaconto con ogni mezzo. Come sbandierare la coerenza mentre si è incoerenti; celebrare la democrazia, mentre si è despoti; sostenere ciceronicamente che la legge è uguale per tutti, salvo che per il proprio figlio. Ma, alla fine, come è stato per il nobile scorpione, la poco nobile politica di Grillo ha dato il peggio di sé. Infatti, dopo averci annoiato per mezzo lustro, spacciando un grigio e vuoto personaggio come Giuseppe Conte in guisa di statista salva-Italia, quando l’uomo con la pochette non gli è servito più, lo ha gettato nella spazzatura come si fa con un cartone di latte. Dopo aver bevuto il latte, ovvio. Nulla di strano, la vita è fatta di gente che si approfitta di altra gente. Di gente che non conosce il valore della riconoscenza. Di gente che per il proprio interesse calpesterebbe anche quello dell’amico più caro o del parente più stretto. Ma, quella di Grillo, per quanto negativamente consueta, è stata un’operazione che trasuda immoralità e ipocrisia come poche altre. Conte, infatti, da evidente parvenu della politica, oggetto delle infinite entusiastiche lodi grilline, si era convinto di essere bravo. Di essere indispensabile. Anche se, indispensabile, al massimo lo era per il suo fornitore di fazzoletti da taschino. Insomma, Grillo aveva creato un mostro. Ma, quando il mostro non è servito più, per toglierselo di torno, Grillo lo ha pubblicamente deriso, umiliato e... riportato allo stato laicale. Allo stato dal quale era venuto: alle sedie di avvocaticchio di periferia e di professorino dalla penna rossa. A nulla sono servite le difese di molti del suo partito, tutti figliocci di Grillo. A nulla sono servite le argomentazioni dell’interessato. Grillo aveva deciso, e aveva deciso come sempre aveva fatto: sulla pelle degli altri. A questo punto poco importa chi la spunterà, quello che si è capito - e che non può più essere mutato - è il metodo che il cosiddetto “elevato” usa. Simile a quello che, pubblicamente, ha usato per difendere il figlio dalla volgare accusa di violenza sessuale. Il metodo del padre-padrone, il solo che conosce. Questo è il personaggio che, con la sua politica, in questi anni ha fatto guadagnare decine di milioni di voti a un partito con un personale politico che, al massimo, poteva concorrere per i premi di una sagra rionale. Ma questo dimostra pure che molti, troppi elettori, nella cabina con davanti la scheda, al massimo, possono interpretare la parte che Esopo fece fare alla rana! ❑