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di Antonio Cosentino Giugno è sempre stato speciale per la nostra Forza Armata, questo poi lo è ancor di più… Giugno è il mese del 75° anniversario della proclamazione della Repubblica, una tappa di fondamentale importanza per la storia del nostro Paese, che quest’anno cade con l’avvio delle manifestazioni per il Centenario delle celebrazioni del Milite Ignoto. Giugno è anche il mese della ricorrenza storica dell’azione di Premuda, celebrata il 10 giugno con la “Giornata della Marina”, in ricordo di una delle più significative ed ardite azioni compiute sul mare nel corso della Prima Guerra Mondiale. La cerimonia si è svolta nell’incantevole cornice di Palazzo Marina, alla presenza di numerose autorità, con la partecipazione del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, del capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che ci ha raccontato, in una intervista, gli avvenimenti che hanno fatto la storia della Forza Armata. Giugno non è solo il mese delle celebrazioni ma anche di attività operativa per la Marina. La FREMM Carlo Margottini continua il proprio dislocamento operativo sotto la bandiera dell’Operazione Sea Guardian, assumendo il comando della Task Group 440.03 volta a garantire la sicurezza marittima, il contrasto al terrorismo marittimo e lo sviluppo delle capacità marittime dei partner regionali dell’Alleanza. Mentre, nell’ambito dell’esercitazione Steadfast Defender e le attività dell’European Carrier Group Interoperability Initiative, il cacciatorpediniere Andrea Doria si è esercitato con i Paesi dell’Alleanza Atlantica. Ormeggiata ad Augusta, la portaerei Cavour è stata la sede di incontri bilaterali tra il ministro Guerini e gli omologhi di Inghilterra e Turchia. Diversi i temi trattati tra i quali anche il Mediterraneo Allargato e la Libia, la sicurezza marittima e le operazioni internazionali. Il ministro Guerini ha ribadito che “l’Italia guarda con attenzione al fianco sud e in particolare al Mediterraneo Allargato. La splendida cornice navale che dà sfondo agli incontri testimonia la comune importanza che le nostre nazioni attribuiscono alla sicurezza marittima”. Tante altre curiosità e avvenimenti da scoprire leggendo le prossime pagine. Buona lettura! Cari lettori, giugno è anche il mese dei saluti. E’ giunto anche per me il momento di tagliare il fatidico traguardo. Dal prossimo 30 giugno svestirò “l’uniforme” di direttore del Notiziario della Marina, per indossare, il giorno seguente, quella ben più sgargiante di pensionato. Mi sembra ieri, quando nel 2007 sono approdato in Marina, dopo l’esperienza maturata per oltre un ventennio nella pubblicistica presso altre testate. E’ stata una esperienza unica e indescrivibile, non nascondo che il veder “scappar via” un lavoro tanto amato, affrontato sempre con passione e professionalità un po’ mi amareggia. Un lavoro nel quale ho dato e “costruito” tanto, ma grazie al quale ho ricevuto tantissimo dalla Forza Armata. Sono molto grato a chi ha riposto in me la sua fiducia in tutti questi anni. Anche se questo è il momento dei saluti, per me è soprattutto quello dei ringraziamenti, per quanto mi avete dato voi lettori. Siete stati anche voi, con i vostri suggerimenti, a far crescere il Notiziario e quindi ad aver contribuito al suo successo. Un particolare ringraziamento va ai miei compagni di viaggio: Pasquale, Emanuele, Luciano, Davide, Carlo, Cristopher, Sabrina, Valerio, Vincenzo e tanti altri. Con loro ho condiviso una bella esperienza professionale e di collaborazione, che va al di là del rapporto lavorativo. Rivolgo alla redazione il mio apprezzamento per quanto hanno fatto e l’augurio di continuare ad assicurare al Notiziario il prezioso, indispensabile supporto, operando come sempre, con consapevole dedizione e slancio partecipativo. Un augurio che è una certezza. Ho la consapevolezza che chi verrà, saprà raccogliere quanto di buono fatto e sarà in grado di affrontare nuove sfide che, in questi tempi, non sono affatto semplici. Sono sicuro che il prossimo direttore, capitano di fregata Alessandro Busonero, potrà dare sviluppi ancora più incisivi al Notiziario, con l’opportunità così di qualificare la rivista ancor più brillantemente nel mondo della pubblicistica militare, che l’opinione pubblica – anziani e giovani – mostrano di seguire con sempre maggiore interesse. All’amico Alessandro auguro ogni soddisfazione, vento in poppa e mare calmo. A tutti voi buon vento!
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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954
SOMMARIO
Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985
giugno 2021
Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione
DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO
REDAZIONE
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Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO
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D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003 N ORME
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COME ABBONARSI
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Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel 03311783010 amministrazione@necmedia.eu chiuso in redazione il 17 giugno 2021
Giornata della Marina 2021: 103 anni di storia dall’azione di Premuda ad oggi Operazione Sea Guardian: la fregata Margottini al comando del task group 440.03 di Lorenzo Remiddi Andrea Doria, esercitazioni NATO
di Emanuele Scigliuzzo
Ad Augusta incontri bilaterali sulla portaerei Cavour Io “sono” del San Marco
di Salvatore Leccese
Agenzia Industrie Difesa lancia la nuova governance
di M. Elisabetta Gramolini
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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli
Centosessant’anni di impegno in mare
di Antonio Cosentino
di Emanuele Scigliuzzo
© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore.
Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale ed email).
75° anniversario della Repubblica italiana
di Antonio Cosentino
di Mariarosaria Lumiero
PER LA COLLABORAZIONE
La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.
L’editoriale
di Antonio Cosentino
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Salone Nautico Venezia
di Stefano Febbraro e Andrea Mason
Sabaudia Centro Remiero Mondiale
di Ebe Pierini
Onori. Gente in coperta sugli attenti! Il saluto al Vittorio Veneto di Alessandro Busonero ANMI, marinai per sempre
di Emanuele Scigliuzzo
ANMI: custode delle tradizioni marinare
di Antonio Cosentino
Delfino, il pioniere degli abissi
di Vincenzo Grienti
Gallipoli, Isola Sant’Andrea, faro d’altura
di Fabio Dal Cin
Un pass per l’Olimpo
di Pasquale Prinzivalli
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Sfilano auto d’epoca col Tricolore per festeggiare il 2 giugno di Antonio Cosentino
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La vignetta di Paolo Giannetti
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75° anniversario della Repubblica italiana 2 giugno 1946: gli italiani cominciarono a costruire una nuova storia; 2 giugno 2021: questo è il tempo di costruire il futuro
di Antonio Cosentino ono passati settantacinque anni da quando, con il voto nel referendum del 2 giugno 1946, gli italiani, scegliendo la Repubblica, cominciarono a costruire una nuova storia. La Festa nazionale del 2 giugno venne celebrata per la prima volta nel 1948 fino al 1977, quando a causa della crisi economica, fu stabilito che venisse ricordata ogni anno la prima domenica di giugno. Successivamente, la ricorrenza della data del 2 giugno fu poi ristabilita,
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insieme alle celebrazioni, con una legge del novembre 2000. Oggi, come allora, le celebrazioni prevedono nella Capitale una cerimonia ufficiale, mentre in misura minore, analoghe cerimonie si svolgono in tutta la penisola e nelle rappresentanze italiane all’estero, significando il senso di unità di intenti del popolo italiano. La sua ricorrenza ha un valore simbolico altissimo e, anche quest’anno in occasione del 75° anniversario della Repubblica italiana, il capo dello Stato, ac-
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compagnato dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli ha deposto una corona d'alloro al Sacello del Milite Ignoto, alla presenza dei presidenti di Senato e Camera, del presidente del Consiglio dei Ministri e del presidente della Corte Costituzionale, salutato dal sorvolo delle Frecce Tricolori. Terminata la cerimonia all’Altare della Patria, il presidente Sergio Mattarella nel Cortile d’Onore del Quirinale, ha ricevuto le più alte cariche dello Stato, i rappresentanti del Governo e un nutrito gruppo di studenti e studentesse. Rivolgendosi a loro ha tenuto un discorso, queste le sue parole: “Anche oggi siamo a un tornante del nostro cammino dopo le due grandi crisi globali, quella economico finanziaria e quella provocata dalla pandemia. Come lo fu allora, questo è tempo di costruire il futuro. Con la scelta repubblicana, si apriva una storia di libertà, dopo il ventennio della dittatura fascista. Storia di democrazia. Storia di pace, dopo la tragedia, i lutti e le devastazioni della guerra e dell’occupazione
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nazista. La nuova stagione era stata preparata negli anni più bui, dalle donne e dagli uomini che avevano mostrato il coraggio di resistere e di lottare. E che avevano iniziato, nello stesso tempo, a pensare come dar forma all’Italia libera. Da dove ricominciare, per rimettere in piedi un Paese dilaniato, ferito, isolato agli occhi della comunità internazionale. Non fu un inizio facile, settantacinque anni fa. L’Italia era divisa: la Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma il risultato non era stato omogeneo e, in un Paese in ginocchio, c’era il rischio di una spaccatura tra il Mezzogiorno e il Settentrione. […] Quando diciamo che nulla sarà come prima sappiamo che il cambiamento è già in atto. Ed è veloce. Sono cambiati gli stili di vita; le sensibilità delle persone. Alle domande relative alla sicurezza del proprio futuro, al lavoro, alla casa, si affiancano le preoccupazioni per la salute, per la vivibilità e la sostenibilità ambientale. E, inevitabilmente, cambiano le priorità nelle agende della politica e dell’economia globale. La Repubblica possiede valori e risorse per affrontare queste sfide a viso aperto. Ha potenzialità straordinarie. L’ineguagliabile patrimonio di arte e cultura, che affonda le sue radici nel passato e che continua a esprimersi e a parlare al mondo grazie a interpreti e intelligenze ammirate ovunque. Ha creatività. Competenze. Capacità che ci rendono in tanti settori un Paese all’avanguardia. Ne sono esempio tante nostre aziende che esprimono la qualità italiana, motore di sviluppo e di benessere in questi decenni. Ne sono esempio donne
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e uomini impegnati nella ricerca e nei settori dell’innovazione e delle tecnologie più avanzate. […] Si presenta una nuova generazione che è pronta, chiede spazio e ha voglia di impegnarsi. Ai giovani vorrei chiedere: impegnatevi nelle sfide nuove, a cominciare da quella della transizione verso un pianeta fondato sul rispetto dell’ambiente e delle persone come unica possibilità di futuro. Adoperatevi per trasmettere valori e cultura attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Per promuovere un uso dei social che avvicini le persone e le faccia crescere dal punto di vista umano e sociale, combattendo con determinazione la subcultura dell’odio, del disprezzo dell’altro. Ai ragazzi che oggi sono qui e a quelli che avranno modo di ascoltare queste parole vorrei dire: la storia di questi settantacinque anni è stato il risultato, il mosaico di tante storie piccole e grandi, di protagonisti conosciuti e di testimonianze meno note. Tocca a voi ora scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire di questa nostra Italia. E poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, ad essere voi protagonisti del nostro futuro”. Nel messaggio per il 2 giugno, che anche quest’anno è stato celebrato senza la tradizionale sfilata su via dei Fori Imperiali, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha sottolineato: “Celebriamo oggi il 75° anniversario della proclamazione della Repubblica, una tappa di fondamentale importanza per la storia del nostro Paese, che quest’anno cade all’indomani dell’avvio delle manifestazioni per il Centenario della traslazione della
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salma del Milite Ignoto nel Sacello dell’Altare della Patria che culmineranno il prossimo 4 novembre, data della ricorrenza. Due date simbolo di un unico percorso storico che, dal sogno rinascimentale alla Liberazione, ha trovato concretezza e sintesi nella proclamazione dell’Unità d’Italia nel 1861 e si è completato con la scelta repubblicana nel referendum popolare del 2 giugno 1946. Le Forze Armate sono state protagoniste di questo cammino e costante punto di riferimento per il Paese, attraversando i momenti più alti della storia nazionale e affrontandone anche le pagine più dure insieme ai nostri cittadini. Oggi come allora, le donne e gli uomini della Difesa si confermano una risorsa imprescindibile sulla quale ogni italiano sa di poter contare, come accaduto nel corso dell’ultimo anno nella complessa gestione della pandemia”.
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Aperte le celebrazioni per il Centenario del Milite Ignoto
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Hanno preso il via il 1 giugno, presso la Sala Bandiere dell’Altare della Patria, le celebrazioni per il Centenario del Milite Ignoto
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“Il viaggio del Milite Ignoto è stato un percorso di grande unificazione del Paese. Oggi va rivissuto con lo stesso spirito. Se c’è qualcosa che si è rafforzato nel corso dell’anno alle nostre spalle è proprio il senso di comunità nazionale”, così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini all’apertura delle celebrazioni per il centenario del Milite Ignoto che si è tenuta presso la Sala Bandiere dell’Altare della Patria. Una ricorrenza che ricade in un anno molto significativo per il Paese, a causa dell’emergenza che si sta vivendo. Il Ministro ha sottolineato: “Un anno, quello che sta alle nostre spalle, da cui vogliamo uscire con coraggio, con una fortissima voglia di futuro e grande volontà di far riprendere il Paese. Fin dalle prime ore dell’emergenza covid le Forze Armate non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Portando quelle competenze uniche e specifiche di cui sono in possesso: prontezza, flessibilità, esperienza logistica. E trasmettendo un senso di vicinanza alla popolazione di cui i cittadini italiani sono certo siano grati”. Numerose sono le iniziative, condotte dal Ministero della Difesa che culmineranno il prossimo 4 novembre, con la cerimonia solenne che si terrà all’Altare della Patria, in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Il 29 ottobre partirà il “Treno della Memoria”, riedizione del convoglio speciale che nel 1921 trasportò la salma del soldato da Aquilea a Roma. Il treno raggiungerà Roma il 2 novembre ripercorrendo le tappe di 100 anni fa, grazie all’impegno e alla collaborazione delle Ferrovie dello Stato e della Fondazione Ferrovie dello Stato. Non mancherà il coinvolgimento delle nuove generazioni con una serie di iniziative congiunte tra il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Istruzione destinate agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado; una tra tutte, un concorso per la realizzazione di un bozzetto per un annullo filatelico realizzato grazie alla collaborazione del Ministero dello Sviluppo Economico e di Poste Italiane. Inoltre, tra le altre iniziative che verranno realizzate ricordiamo: - la partecipazione, fuori gara, alla competizione automobilistica 1000 Miglia di un mezzo militare con logo celebrativo del Centenario; - il conio di una moneta da 5 euro realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Economia e Finanze e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato; - i concerti della Fanfare militari nelle principali città italiane; - le escursioni presso i luoghi della Grande Guerra e organizzazioni di attività presso i Sacrari Militari; - l’apertura straordinaria al pubblico di caserme e musei militari in collaborazione con il FAI (Fondo Ambiente Italiano). In ultimo l’iniziativa del Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare per l’attribuzione della cittadinanza onoraria al milite Ignoto, a cui hanno già aderito oltre 1000 comuni italiani, che l’ANCI ha sostenuto.
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Il presidente Mattarella ha incontrato al Quirinale l’ammiraglio Cavo Dragone e una rappresentanza del personale della Forza Armata. Ha voluto ringraziare la Marina per l’impegno, la professionalità e la preziosa opera del lavoro svolto
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Centosessant’anni di impegno in mare di Antonio Cosentino
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l mare è una risorsa strategica, noi siamo immersi nel Mediterraneo e questo rende per noi decisivo assicurare la libertà di navigazione, la sicurezza dei mari e delle coste, sono priorità irrinunciabili per il nostro Paese così come lo sono per la comunità internazionale, ma il nostro Paese lo avverte in maniera particolarmente intensa e da protagonista”, il presidente della Repubblica Mattarella saluta così il capo di Stato Maggiore della Marina e una rappresentanza di donne e uomini della Forza Armata alla vigilia della festa per i 160 anni dalla fondazione. La capacità di unire tecnologia e tradizioni antiche e senso di solidarietà dimostrate, anche in occasione della pandemia, oltre delle tante missioni internazionali in cui la Marina è protagonista, in questa chiave – sottolinea ancora il Presidente - va il ringraziamento alla Forza Armata e alle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera per il lavoro svolto e per le vite salvate nel Mediterraneo. Un ringraziamento che sottolinea ancora una volta la posizione italiana su un tema così centrale per tutta europa. Tra gli altri temi toccati anche l’impegno della Marina nel contrasto alla pirateria in tutte le zone calde del mondo.
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Roma, Palazzo del Quirinale 9 giugno 2021. Il presidente Sergio Mattarella accoglie l'ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Marina Militare.
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Giornata della Marina 2021: 103 anni di storia dall’azione di Premuda ad oggi
di Mariarosaria Lumiero
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oi siamo ieri, noi siamo oggi, noi siamo domani, noi siamo equipaggio, noi siamo storia, noi siamo la Marina”. È con questo contest elaborato ad hoc per celebrare la Giornata della Marina 2021, che in un avvincente teaser si preannuncia il 10 giugno: una data comune per tanti, una data importante per chi la Marina l’ha vissuta, la vive e la porta cucita sul cuore. La Forza Armata non è soltanto dei marinai in senso stretto, bensì, di tutti coloro che da lontano la seguono con spirito patriottico, delle famiglie dei militari e di chi vede il proprio futuro tra le fila dell’aviazione navale, dei leoni del San Marco, dei sommergibilisti, degli incursori, di una delle tante componenti che, dal 1918 ad oggi, hanno reso la Marina Militare Italiana garanzia di sicurezza e stabilità, per mare, per terra e nei cieli. “Sono condizioni per il mantenimento della pace tra i popoli” scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio augurale a tutti gli uomini e le donne della Marina, in occasione delle celebrazioni del 10 giugno appena trascorso. La Giornata della Marina celebra l’azione di Premuda, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, quando i Mas 15 e Mas 21, guidate dal capitano di corvetta Luigi
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Rizzo (capo sezione) e al comando rispettivamente del capo timoniere Armando Gori e del guardiamarina Giuseppe Aonzo, affondarono la nave Ammiraglia della flotta austriaca Szent Istvan (Santo Stefano), uscita dal porto di Pola per contrastare il dispositivo italiano nel Canale d’Otranto. All’alba del 10 giugno la flotta italiana stava per tornare alla base, quando la squadra navale austriaca si profilò all’orizzonte. Il capitano di corvetta Luigi Rizzo non esitò un istante ed a colpi di siluri inabissò la corazzata austriaca. I Mas riuscirono a sfuggire alla reazione austriaca, tornando indenni alla base. L’azione di Premuda mise in sicurezza l’Adriatico e le
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Immagine storica del Mas 15 comandato dal capitano di corvetta Luigi Rizzo.
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10 giugno 1918 – 10 giugno 2021: la Marina di ieri, la Marina di oggi. Il Capo di Stato Maggiore della Marina: “Rileggendo la nostra storia colpisce che i nostri momenti più alti, quelli in cui abbiamo toccato il culmine della parabola, sono stati segnati da una cultura e da una politica marittima lungimirante e consapevole”.
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vitali linee di comunicazione marittima che, dagli oceani al Mediterraneo, alimentavano l’Italia, mettendo fine alla strategia austriaca di contrastare la supremazia italiana sul controllo del mare. Per ricordare questa storica impresa, dal 1939 è stata istituita la Giornata della Marina e dal 1964 è stata ufficialmente celebrata il 10 giugno. Da allora, la storia della Marina si è arricchita di innumerevoli vicende che hanno fatto della Forza Armata un punto di riferimento per la stabilità territoriale e tra le genti. La Marina Militare partecipa, infatti, alle azioni governative nazionali attraverso la quotidiana attività delle sue componenti operative e qualificate: personale civile e militare di qualsiasi ruolo e grado che opera anche a livello umanitario, di soccorso e assistenza sanitaria. Basti pensare alle azioni di contrasto all’emergenza Covid – 19, per cui la Forza Armata ha fornito assetti alla Protezione Civile e istituito
centri vaccinali, mettendo in campo oltre 130 unità, tra medici, infermieri e tecnici sanitari, impiegate in diverse aree del paese. Per quanto riguarda le operazioni in corso, Mare Sicuro si occupa del controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo, operazione Gabinia ed Atalanta al contrasto alla pirateria nell’Oceano Indiano e nel Golfo di Guinea, da anni, garanzia di pace a livello nazionale ed internazionale. E non da ultimo, l’operazione europea IRINI, alla quale la Marina Militare fornisce un importante contributo in termini di uomini e mezzi, autorizzata a condurre attività di interdizione marittima selettiva (Maritime Interdiction Operation MIO) ed embargo di armi dirette e provenienti dalla Libia per contribuire a prevenirne il traffico. Quest’anno, nel pieno rispetto delle norme anti Covid – 19, la cerimonia si è svolta nell’incantevole ed evocativa cornice di Palazzo Marina. Alla presenza del Ministro della
Difesa Lorenzo Guerini, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, del Capo di Stato Maggiore della Marina Giuseppe Cavo Dragone e di numerose autorità, giovedì 10 giugno 2021, sono state conferite cinque onorificenze a militari che si sono distinti, in occasione di imprese che hanno posto in salvo la vita di persone, sono state inoltre consegnate la medaglia d’oro al valor militare al Comando Forze Aeree e la bandiera di guerra al Comando Flottiglia Sommergibili. Con l’annullo filatelico raffigurante simboli e tradizioni della Forza Armata, Poste Italiane ha celebrato anche il 160°anniversario dalla nascita della Marina Militare. “Continuiamo a identificare il mare come spiaggia per le vacanze estive o spazio di turismo crocieristico. Manca la coscienza di quanto intimamente la prosperità dell’Italia dipenda da esso”, parole intrinse di significato quelle dell’ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone.
Alcuni momenti della cerimonia del 10 giugno “Giornata della Marina” che ha visto la partecipazione di autorità religiose, civili e militari.
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In occasione della Giornata della Marina incontriamo il Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone Ammiraglio, dire Marina vuol dire unione mare – uomo. Quanto è importante questo connubio nel panorama nazionale ed internazionale? Non voglio fare riferimento ad un concetto corporativo di marittimità, centrato soltanto sulla Marina Militare. Penso a qualcosa di molto più ampio e coinvolgente, che dovrebbe mobilitare tutti gli italiani, a partire dalla scuola. Io stesso ho maturato il vero valore del mare con il tempo. Avere interlocutori attenti e sensibili, come nel caso del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è un sostegno che ha condotto alla maturazione di una linea di indirizzo politico molto chiara, che prevede lo sviluppo di una strategia marittima nazionale per l’area del Mediterraneo allargato, indentificato, sia da una prospettiva economica che da quella più puramente securitaria, come uno spazio geopolitico di prioritario interesse nazionale. Uno spazio immerso “in quadro di sicurezza in costante peggioramento, che evolve verso una situazione di progressiva instabilità” e che richiede una specifica strategia da sviluppare di concerto con tutti i Ministeri interessati, in modo da poter declinare l’uso complementare dei mezzi a disposizione del Paese per mantenere aperte e sicure le nostre linee di comunicazione marittima. Una strategia che dovrà tradursi in una presenza più intensa e credibile, orientata, assieme a quella dei nostri Alleati, alla difesa di spazi aperti di libertà e cooperazione nel Mediterraneo. Celebrare la Giornata della Marina, vuol dire celebrare tutti coloro che ne fanno parte e che indistintamente sono garanzia di sicurezza per il Paese. Qual è la caratteristica imprescindibile, umana e professionale, che gli uomini e le donne della Forza Armata devono avere? Nonostante la pandemia, la Marina ha continuato a perseguire con ogni energia il mantenimento della pace e della stabilità del nostro mare. Ma il merito dei risultati conseguiti non è ascrivibile solo all’impegno dei nostri militari, ma anche e soprattutto alla forza d’animo e alla capacità di sacrificio delle nostre famiglie. Queste ultime, mentre i familiari servivano il Paese in mare, a migliaia di miglia dai confini nazionali, sono rimaste in Patria, affrontando coraggiosamente da sole i disagi e i rischi connessi con la pandemia. Un coraggio che in Marina conosciamo bene. Si
tratta dello stesso coraggio che ha animato gli equipaggi dei MAS 15 e 21 il 10 giugno del 1918 nell’impresa di Premuda, consentendogli di rientrare ad Ancona “scarichi di siluri, ma carichi di onore e di gloria”. Evento che, simbolicamente, rappresenta da sempre i valori che animano i cuori dei marinai italiani e quelli delle loro famiglie. Ammiraglio, con l’azione di Premuda del 10 giugno 1918 è stata segnata la storia della Marina Militare Italiana, tanto da celebrare, dal 1964 in poi, la Giornata della Marina esattamente il 10 giugno. Quali altri importanti avvenimenti hanno segnato la storia della Forza Armata? Molteplici, ultimo il Covid – 19. Essendo stati tra i primi ad essere colpiti dalla pandemia, abbiamo dovuto apprendere, giorno per giorno, come trattare e contenere il virus, gestendo contemporaneamente l’esigenza di salvaguardare il personale con quella, molto pressante, di mantenere attive tutte le funzioni necessarie per l’operatività dello strumento aeronavale. Una fase che ci ha visti protagonisti, sia nello sviluppo delle procedure di contenimento e prevenzione del contagio sulle navi, sia nella condivisione delle nostre scoperte e conoscenze con le altre Marine, attività, quest’ultima, che ci è valsa testimonianze di grande stima e gratitudine dai colleghi dei Paesi Alleati. Abbiamo profuso ogni sforzo per apprendere e gestire la nuova condizione con la massima rapidità, in modo da continuare ad onorare i nostri impegni istituzionali senza alcuna interruzione. In questo sforzo, cui ha preso parte tutta la Marina, senza alcuna riserva, hanno svolto un ruolo determinante le tre principali articolazioni della Forza Armata: il Comando Scuole, che ha individuato le migliori modalità per assicurare, nella massima sicurezza, la prosecuzione di tutte le attività formative e concorsuali; il Comando Logistico, regista e protagonista delle iniziative di supporto alla popolazione civile per il contenimento ed il contrasto della diffusione del virus, quali il posto medico avanzato, i drive through per la somministrazione dei tamponi e i punti di vaccinazione Difesa; infine e soprattutto il Comando in Capo della Squadra Navale. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella
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Sua lettera in occasione della Giornata della Marina appena trascorsa, ha scritto “la garanzia della libertà di navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza delle coste, costituiscono una cornice essenziale allo sviluppo delle relazioni internazionali e sono condizioni per il mantenimento della pace tra i popoli”. La pace tra i popoli è una responsabilità imponderabile. In che modo la Marina ne è garante con le proprie capacità operative? La Marina Militare ha assicurato la prosecuzione di tutte le attività operative in un contesto molto difficile, non solo a causa della diffusione dell’infezione, ma anche per l’espansione e la considerevole intensificazione delle attività operative della Forza Armata, da cui sono scaturiti l’impegno in Golfo di Guinea, l’intendimento di partecipare, presumibilmente già da quest’anno, alla Forza marittima di UNIFIL in Mediterraneo Orientale, nonché le valutazioni relative ad un impegno misurato e bilanciato in Oceano Indiano, nel quadro dell’iniziativa multinazionale di sicurezza marittima, nota come EMASOH (European Maritime Awareness Strait Of Hormuz). A questo proposito e in riferimento all’intensificazione delle attività operative nella dimensione marittima, occorre banalmente evidenziare che l’emergenza pandemica non attenua le condizioni di tensione internazionale, non rimuove le situazioni di crisi e gli elementi di minaccia che gravano sul panorama geo-strategico, ma anzi ne amplifica la portata e ne approfondisce gli effetti, anche a causa della spregiudicatezza di alcuni individui che intravedono nel clima di difficoltà generale l’opportunità per promuovere con mezzi illegittimi e spesso sfacciati i propri interessi. Mi riferisco a fenomeni che interessano e attraversano il Mediterraneo e che non possiamo tollerare se abbiamo a cuore il mantenimento delle condizioni di stabilità e sicurezza a cui sono indissolubilmente connessi i nostri obiettivi di sviluppo e di progresso. A proposito di progresso, ci riempie di soddisfazione il processo di profonda trasformazione tecnologica che attraversa tutta la Marina. Un percorso straordinariamente impegnativo, che ha imposto e tutt’ora impone uno sforzo enorme al nostro personale e che si fonda in modo assolutamente preponderante su eccellenze industriali e tecnologiche nazionali, la cui valorizzazione, in Italia e all’estero, ha sempre rappresentato un preciso impegno istituzionale per la nostra Forza Armata. Ammiraglio, per poter spiegare la Marina Militare servirebbe un tempo indefinito data la struttura lo-
gistica ed operativa. Concludendo, con quali parole si può provare a riassumere la storia della Marina dal 1918 ad oggi? Il Paese conta da sempre e sempre potrà farlo, sulle migliori energie e sull’incondizionato impegno dei suoi marinai. La Forza Armata si è dimostrata compatta ed efficace, assicurando la prosecuzione, senza alcuna soluzione di continuità, di tutte le attività previste dalla propria missione istituzionale. Ciò è stato possibile solo attraverso il responsabile e quotidiano impegno degli uomini e delle donne, militari e civili appartenenti alla Forza Armata che, come un grande equipaggio, hanno affrontato le difficoltà del momento, con coesione e spirito di servizio, guardando sempre oltre l’orizzonte, come solo i marinai sanno fare.
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La FREMM Margottini dislocata per la prima volta nell’Operazione Sea Guardian nel Mar Mediterraneo centrale ed orientale
Operazione Sea Guardian: La fregata Margottini al comando del task group 440.03 di Lorenzo Remiddi
seguito del summit di Varsavia del 8 settembre 2016, l’Operazione Sea Guardian viene attivata in sostituzione dell’Operazione Active Endeavour: posta sotto il controllo operativo del Comando Marittimo della NATO (MARCOM) di Northwood (UK), essa è caratterizzata da un’elevata flessibilità in grado di adempiere differenti compiti riguardanti la sicurezza marittima dell’area del Mar Mediterraneo. Si tratta di una Operazione che rientra nel novero delle attività definita non article 5 ovvero svolte non in reazione ad una minaccia all’Alleanza. L’obiettivo dell’Operazione Sea Guardian è garantire la sicurezza marittima attraverso il conseguimento della maritime situation awareness (MSA), il contrasto al terrorismo marittimo e lo sviluppo delle capacità marittime dei partner regionali dell’Alleanza. A questi, si aggiungono ulteriori compiti tra i quali la promozione della libertà della navigazione, lo svolgimento di attività di interdizione marittima, il contrasto alla proliferazione di armi di distruzione di massa e la protezione di infrastrutture d’importanza cruciale. Le unità navali inserite nel dispositivo dell’Operazione Sea Guardian prendono parte a periodi di dislocamento denominati Focused Operations, FOCOPs, ovvero attività di pattugliamento e sorveglianza marittima che consentono di raccogliere informazioni, mantenere e sviluppare una situazione aggiornata in specifiche aree del Mar Mediterraneo. Nella cornice degli impegni istituzionali assolti dalla Marina Militare, lo scorso 05 maggio la Fregata Europea Multi
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Missione (FREMM) Carlo Margottini è così giunta nel porto di Aksaz, Turchia, iniziando il proprio dislocamento operativo sotto la bandiera dell’Operazione Sea Guardian ed assumendo il comando del Task Group 440.03 composto dalla fregata della Marina Militare e del Pattugliatore HMS Trent della Royal Navy. Il comandante di Nave Margottini, capitano di fregata Alessandro Ballestra, ha dunque ricevuto le consegne dal Comandante dell’Unità turca Oruçreis, precedentemente a comando del Task Group: per Nave Margottini si è trattato del primo impiego nel dispositivo Sea Guardian. Nave Margottini e il pattugliatore HMS Trent hanno svolto un’intensa attività
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L’obiettivo dell’Operazione Sea Guardian è garantire la sicurezza marittima attraverso il conseguimento della maritime situation awareness (MSA), il contrasto al terrorismo marittimo e lo sviluppo delle capacità marittime dei partner regionali dell’Alleanza
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Suggestiva immagine di nave Margottini in navigazione.
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nel Mar Mediterraneo centrale ed orientale volta ad assicurare i tre core tasks dell’Operazione: garantire la sicurezza marittima, il conseguimento della maritime situational awareness (MSA) e contribuire allo sviluppo delle capacità marittime dei partner regionali della NATO. L’attività si è sviluppata nel pattugliamento mirato di porzioni di mare tra la Turchia, l’Isola di Cipro e le coste prospicienti Siria, Libano, Israele ed Egitto. Grazie all’impiego congiunto dei sensori di bordo e degli assetti arei di pattugliamento, MPA, le unità sono state in grado di costruire una chiara e condivisa situazione del traffico mercantile e non, presente in area. La principale modalità di raccolta di informazioni è stato mediante la conduzione di interrogazioni via radio, i ben noti hailing, a mercantili in transito nell’area di pattugliamento. Dopo il contatto radio iniziale, il personale di plancia del Margottini ha posto una serie di domande circa i dati di riconoscimento e la tratta del mercantile. Nel corso delle interrogazioni, sono inoltre state fornite informazioni riguardanti la NATO e le finalità dell’Operazione Sea Guardian così da diffondere l’operato dell’Alleanza a livello regionale. Nave Margottini ha poi svolto attività di particolare importanza nell’ambito degli obiettivi dell’Operazione Sea Guardian quali i maritime situational awareness approaches (MSAA) e sessioni di regional maritime security capacity building (rMSCB). Nel primo caso, l’impiego di mezzi minori con a bordo personale della Brigata Marina San Marco ha consentito di avvicinarsi a mercantili e pescherecci presenti in area d’operazione raccogliendo informazioni dai comandanti delle unità interrogate tramite uno scambio verbale a distanza. In tale contesto lo scopo è quello di confrontarsi con la comunità marittima locale e poter raccogliere elementi di informazione preziosi al fine di comprendere le dinamiche locali e, al contempo, promuovere l’azione dell’Alleanza nell’ambiente maritime, in termini di sicurezza. Per tale motivo il personale militare non ha la necessità di salire a bordo del mercantile o peschereccio ma resta affiancato all’Unità in navigazione, assicurando il rispetto delle norme antiCovid. L’attività di regional maritime security capacity building è stata invece svolta a fa-
vore della Marina egiziana in occasione della sosta logistica avvenuta nel porto di Alessandria d’Egitto. Nave Margottini ha quindi svolto una serie di esercitazioni a carattere marinaresco, di comunicazioni a lampi di luce e di controllo del traffico mercantile con la fregata egiziana Al Galala, andando a rafforzare il legame di cooperazione tra la NATO ed uno dei propri partner regionali. Il giorno 17 maggio, Nave Margottini ha infine terminato il proprio dislocamento quale unità di bandiera dell’Operazione Sea Guardian continuando comunque ad assicurare, come Unità in supporto associato sino al 22 maggio, collaborazione e condivisione di informazioni circa il controllo delle linee di traffico mercantile. Nel corso del suo periodo di dislocamento nel Task Group 440.03, nave Margottini ha percorso un totale di 3325 miglia nautiche e 381 ore di moto, conducendo 107 hailings, 2 maritime situational awareness approaches e un’articolata sessione di attività riconducibili al regional maritime security capacity building. L’elicottero organico del Margottini ha parimenti fornito il proprio contributo con un totale di 19 ore di volo suddivise in missioni focalizzate su addestramento a decolli ed appontaggi sull’unità, verifica delle apparecchiature per lo scambio di informazioni tattiche nave-elicottero, pattugliamento aereo nelle aree marittime di interesse, addestramento per gli operatori della Brigata Marina San Marco alla discesa dall’elicottero tramite fast rope, addestramento al tiro di precisione dall’elicottero a favore dei tiratori scelti anfibi della Brigata Marina San Marco ed addestramento all’evacuazione di un ferito di bordo a mezzo del verricello presento sull’elicottero. In tutte le attività svolte, tanto di carattere operativo che addestrativo, gli elementi chiave che hanno permesso il raggiungimento degli obiettivi prefissati sono stati le elevate capacità professionalità di settore e l’amalgama tra l’equipaggio di nave Margottini ed il personale specialista della Brigata Marina San Marco ed elicotteristico.
Alcune immagini dellle attivitò svolte da nave Margottini impegnata nell’operazione Sea Guardian.
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Nel corso del suo periodo di dislocamento nel Task Group 440.03, Nave Margottini ha percorso un totale di 3325 miglia nautiche e 381 ore di moto, conducendo 107 hailings, 2 maritime situational awareness approaches e un’articolata sessione di attività riconducibili al regional maritime security capacity building
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Andrea Doria, esercitazioni Nato Nell’ambito dell’esercitazione Steadfast Defender e le attività dell’European Carrier Group Interoperability Inititative, il cacciatorpediniere Andrea Doria si è esercitato con i paesi dell’Alleanza Atlantica
di Emanuele Scigliuzzo
a Steadfast Defender si può considerare tra le più importanti e complesse attività addestrative condotte dai paesi della Nato. L’edizione 2021, che ha visto la partecipazione di circa 20 paesi dell’Alleanza Atlantica, si è svolta su un programma suddiviso in tre fasi diverse ma legate da un unico filo conduttore. I temi sono stati: l’impiego di truppe e mezzi per un rapido dispiegamento delle forze; un test per valutare la velocità di rischieramento (deployment) di una forza di reazione rapida (Very High Readiness
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Joint Task Force) e quello della difesa delle Linee di Comunicazione, Sea Lines of Communication (SLOC), che rivestono un’importanza strategica per il commercio mondiale. Secondo le statistiche il 90% delle merci globali è trasportato via mare e in prossimità delle coste vive l’80% della popolazione. Il commercio estero italiano per il 54% avviene via mare e il nostro Paese è un punto di riferimento per quanto riguarda le merci che viaggiano nel Mar Mediterraneo. Ma oltre il trasporto di persone e merci, bisogna tener contro dell’importanza della posa dei cavi sotto marini per il passaggio dei dati, degli oleodotti e gasdotti che attraversano gli abissi, ma anche delle risorse energetiche che
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custodiscono. Anche l’Artico oggi, a causa dei cambiamenti climatici con la riduzione della superficie glaciale prospetta l’apertura di nuove importanti rotte. Attraverso diversi impegni di cooperazione internazionale dell’Unione Europea e della Nato, che vedono le navi della Forza Armata dislocate nel Mare Nostrum, ma anche in Oceano Indiano e nel Golfo di Guinea, la Marina Militare vigila sulla difesa degli interessi nazionali, sul libero uso del mare e la tutela di un ecosistema delicato, che costituisce una fonte primaria di vita per l’uomo. Le attività addestrative come la Steadfast Defender, sono indispensabili per affinare una sinergia, con le marine dei paesi alleati, che è determinante nelle fasi ope-
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rative. Terminata l’attività addestrativa che si è svolta nelle acque antistanti il Portogallo, il cacciatorpediniere Doria si è aggregata al gruppo di navi a scorta della Portaerei HMS Queen Elizabeth, insieme a unità della marina statunitense e olandese. Il gruppo navale in transito nelle acque del Mar Mediterraneo ha potuto svolgere diverse esercitazioni che hanno visto il pieno coinvolgimento dei reparti di volo impiegati a bordo di nave Doria, ma anche i piloti degli AV-8B di stanza a Sigonella e i fucilieri della Brigata Marina San Marco. L’attività, che rientra nell’ambito dell’European Carrier Group – Interoperability Initiative, ha visto coinvolta anche la portaerei Cavour.
European Carrier Group Interoperability Inititative L’European Carrier Group Interoperability Inititative nasce da un’iniziativa di Francia e Inghilterra per arrivare, nel 2008, a includere nove paesi che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa. Le nazioni partecipanti, Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Olanda, Portogallo, Gran Bretagna e dal 2018 anche la Danimarca, hanno stretto un’intesa finalizzata alla costituzione di un Multination Carrier Strike Group ovvero, un gruppo navale composto da diversi tipi di unità, inclusi sommergibili, anche con finalità di scorta e supporto logistico a una portaerei.
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Ad Augusta incontri bilaterali sulla portaerei Cavour di Emanuele Scigliuzzo
L’ammiraglia della Squadra Navale è stata la sede di incontri bilaterli tra il ministro Guerini e gli omologhi di Inghilterra e Turchia. Gli incontri hanno preceduto un’attività addestrativa in mare che ha coinvolto le due portaerei nell’ambito dell’European Carrier Group Interoperability Initiative bordo della portaerei Cavour, ormeggiata presso la banchina commerciale del porto di Augusta, il ministro della Difesa, on. Lorenzo Guerini, accolto dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giu-
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seppe Cavo Dragone, ha presieduto gli incontri bilaterali con il Segretario di Stato per la Difesa del Regno Unito, Ben Wallace e il Ministro della Difesa Nazionale della Repubblica di Turchia, Hulusi Akar.
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"È fondamentale la collaborazione tra Italia, Regno Unito e Turchia per la sicurezza marittima e la stabilità nell'area del Mediterraneo. L’Italia, e questo colloquio ne è un ulteriore prova, si è incessantemente adoperata per allentare la tensione nell’area
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Augusta, 11 giugno2021. Nella foto accanto la portaerei Cavour ormeggitata ad Augusta e sullo sfondo la HMS Queen Elizabeth. Sotto il ministro Guerini insieme al ministro della Difesa Nazionale della Repubblica di Turchia Hulusi Akar. A seguire il ministro Guerini insieme al Segretario di Stato per la Difesa del Regno Unito, Ben Wallace.
attraverso un dialogo costruttivo e ha sempre lavorato a soluzioni politiche anche attraverso la partecipazione ad iniziative come ad esempio il QUAD insieme a Francia, Grecia e Cipro. Il summit del 14 giugno di - Bruxelles NATO 2030, un’agenda transatlantica per il futuro segnerà un momento di decisioni importanti per l’adattamento dell’Alleanza e per il rafforzamento delle relazioni tra Alleati", così il ministro Guerini a margine degli incontri. "La collaborazione con il Regno Unito – ha affermato il ministro Guerini rivolgendosi al Segretario di Stato per la Difesa del Regno Unito di Gran Bretagna Ben Wallace - è di fondamentale importanza in relazione ai profondi vincoli che legano le nostre nazioni agli interessi strategici condivisi e credo sia comune l’intento di rafforzare il legame tra i nostri due
Paesi". Diversi i temi trattati tra i quali anche il Mediterraneo allargato e la Libia, che verranno ripresi in un prossimo incontro a Londra. La collaborazione tra Italia e Inghilterra, anche sul piano industriale e nello sviluppo di programmi comuni è considerata strategica per il settore Difesa ma non solo. L’incontro con il Ministro della Difesa Nazionale della Repubblica di Turchia, Hulusi Akar, ha fatto seguito a quello dello scorso ottobre a Roma. "La Turchia – ha dichiarato Guerini - è un partner importante dell’Italia e un prezioso alleato NATO. Questo ulteriore incontro va nella direzione di un rafforzamento delle relazioni tra i nostri Paesi. L’Italia conferma il suo impegno per favorire un dialogo concreto e costruttivo tra la Turchia e l’Europa". La stabilità dell’area del Mediterraneo, la sicurezza
marittima e le operazioni internazionali sono stati alcuni temi trattati durante l’incontro. Il ministro Guerini durante gli incontri ha ribadito inoltre che "l’Italia guarda con attenzione al fianco sud e in particolare al Mediterraneo Allargato" e ha aggiunto "la splendida cornice navale che dà sfondo agli incontri di oggi testimonia la comune importanza che le nostre nazioni attribuiscono alla sicurezza marittima". I tre ministri hanno poi continuato gli incontri a bordo della portaerei inglese HMS Queen Elizabeth, ormeggiata insieme a nave Cavour ad Augusta. Dopo questa fase le due unità hanno ripreso il lagrgo per proseguire in attività addestrative insieme alle navi dell’European Carrier Group Interoperability Inititative, di cui ha fatto parte anche il cacciatorpediniere Andrea Doria.
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Durante il corso Pre-Anf ho vissuto un’esperienza formativa unica nel suo genere ed indimenticabile che mi ha portato a testare la mia preparazione fisica e spingermi oltre limiti che pensavo di non poter superare N OT I Z I A R I O
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di Salvatore Leccese
ebbraio 2014 segna il momento in cui inesorabilmente sono diventato un uomo del San Marco. In realtà mi ci vollero ancora tre anni per poter vestire l’ambito stemma del leone alato ed il pregiato basco con fregio rosso, ma una semplice settimana immerso nel freddo e nel fango del Polo Addestrativo di Massafra, sotto il costante controllo dei fucilieri del San Marco, fu sufficiente a
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farmi capire chi sarei diventato: io sarei diventato un uomo del San Marco! Da quel momento in poi, nel periodo trascorso dalla Prima Classe al termine dell’Accademia, non ho mai smesso di vedere chiaramente l’obiettivo davanti a me…. Sapevo che avrei frequentato il Corso anfibio e nel periodo accademico ho dedicato tutto il mio tempo extrascolastico ed extraprofessionale alla preparazione
fisica e mentale. Il sogno ha iniziato a prendere forme concrete verso la fine del 2016 con la designazione ufficiale alla frequenza del Corso Anf e l’inizio di una preparazione psicofisica “ad hoc”, chiamata “Pre-Anf”. Questa particolare preparazione si svolge nei quattro mesi antecedenti l’inizio del Corso di Abilitazione Anfibia, a partire dal mese di gennaio presso il Varignano, sede del
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Comando Operativo Subacquei ed Incursori (COMSUBIN). Durante il corso Pre-Anf ho vissuto un’esperienza formativa unica nel suo genere ed indimenticabile che mi ha portato a testare la mia preparazione fisica e spingermi oltre limiti che pensavo di non poter superare. Dei quattro mesi passati presso il Varignano ho vissuto ogni momento con l’obiettivo chiaro, e sempre più nitido, di arrivare al San Marco. Ero in trepidante attesa di varcare la soglia della Caserma Carlotto a Brindisi e finalmente entrare nei ranghi del mio Reparto per il quale avrei vissuto il resto della mia carriera in Marina e dove avrei imparato a gestire un Plotone di fucilieri e diventarne il Comandante, il loro esempio, la loro guida. Il primo incarico di un giovane Ufficiale anfibio, appena onorato del fregio rosso sul basco blu infatti, è sostanzialmente differente da quello svolto dai colleghi a bordo delle unità o in altri Reparti della Marina. Il comandante di un plotone assalto gestisce da subito circa 30 persone sul campo, nelle più disparate situazioni addestrativo-operative e con loro si addestra quotidianamente per instaurare una profonda comprensione, che va al di là degli ordini verbali, poiché sul campo è fondamentale capirsi con un semplice sguardo, pensare in anticipo e reagire con rapidità integrandosi pienamente nelle azioni del plotone e raggiungere gli obiettivi assegnati. N OT I Z I A R I O
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L’incarico da comandante di plotone assalto, che tutti gli ufficiali del San Marco ricordano come l’incarico più bello che si possa svolgere nella carriera, richiede una preparazione individuale basica delle procedure tecniche e tattiche acquisite durante il corso ma anche conoscenze di pianificazione tattica di operazioni anfibie e terrestri atte a condurre al meglio i propri uomini. In operazione capita spesso che parte del proprio plotone sia distaccato e che quindi, l’unico contatto, avvenga attraverso la radio anche se non è sempre possibile impiegarla per evitare di farsi scoprire e l’attesa di risposte e notizie, per un comandante, può diventare estenuante. Per fare fronte a ciò che significa essere al comando di un plotone bisogna sviluppare calma interiore e piena fiducia nei propri uomini, fiducia che si può sviluppare solo vivendo costantemente fianco a fianco, sudando insieme nelle lunghe marce sotto il sole e bagnati in bivacco sotto la pioggia, accompagnati da sonno e una razione da combattimento. Per me l’ambito basco è arrivato al termine di un percorso addestrativo-formativo particolarmente intenso ed estenuante che mi ha visto subito impiegato nel contesto operativo del 1°Reggimento San Marco in qualità di comandante del 3° plotone assalto inquadrato nella 1^ Compagnia “BAFILE”. Sono stato al comando di uomini la cui anzianità di servizio era pari alla mia età
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anagrafica; il tutto mi intimidiva e motivava al tempo stesso. Da un lato l’umiltà e il rispetto che nutrivo nei loro confronti era indescrivibile, dall’altro era motivo di orgoglio per tutte le mansioni di comando che ero tenuto a compiere nei loro confronti. Come mi avevano anticipato gli ufficiali più anziani che avevano intrapreso il mio stesso percorso, il periodo da co-
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mandante di plotone è stato il momento più ricco e intenso della carriera, sia per le relazioni personali con i propri uomini sia per l’indubbia crescita professionale acquisita. E’ stata un’esperienza che, a malincuore, ho vissuto soltanto per un anno e terminata per giunta in piena fase di approntamento per una missione estera. Ma, altre sfide altrettanto ambiziose erano
in serbo per me. Ero stato selezionato per frequentare lo YOC RMC (Young Officer Course Royal Marines Commando). Il pensiero di un confronto con Marines di prestigiose Forze Armate internazionali mi ha sempre stimolato e questa risultava un’ulteriore occasione per testare la mia preparazione professionale. I fortunati predecessori che avevano avuto l’occasione di frequentare questo rinomato corso mi avevano raccontato tante cose, ma mai avrei immaginato che fossero tutte vere, estremamente accurate e non frutto dell’esagerazione. Non a caso è considerato il corso di forze anfibie e di fanteria leggera più duro al mondo. La mia preparazione ed esperienza pregressa mi ha aiutato moltissimo e mi ha permesso di affrontare con maggiore lucidità le prove alle quali sono stato sottoposto. Di tutte le prove però, la “30 Mile” è certamente quella che resta più vivida nei miei ricordi. La 30 miglia zavorrata è l’ultimo di quattro estenuanti “Commando Tests”, una serie di prove fisiche in assetto da combattimento che prevedono marce di lunghezza e velocità differenti, corredate da una serie di ostacoli da superare come tunnel d’acqua e percorsi d’agilità. Dopo circa 34 settimane di intensissimo addestramento, mi sentivo nel momento più importante del corso, sul filo di un rasoio, dentro o fuori. Dall’ambito Green Beret, elemento distintivo dei Royal Marines che identifica la qualifica di “Commando”, mi separavano sono le 30 miglia. Le 30 miglia più lunghe della
mia vita. Questa prova, che per i nostri colleghi anfibi inglesi il significato più duro in termini di sofferenza, consiste in 8 ore di corsa e marcia alternate attraverso le colline sconnesse del parco Nazionale di Dartmoor, con circa 20 kg di equipaggiamento sulle spalle. Per ultimare la prova dovevo superare i miei stessi limiti, facendomi forza con i miei colleghi anglosassoni, guadagnandomi così il rispetto degli ufficiali dei Royal Marines. Sono orgoglioso di poter affermare di esserci riuscito. Orgoglioso quindi anche di aver conseguito il Green Beret, marchio delle British Commando Forces, qualcosa che spetta solo ai Royal Marines fin dalla Seconda Guerra Mondiale. Marchia ogni uomo del reparto anglosassone e ti rende parte della fratellanza che li distingue da qualsiasi altro reparto in UK. Una famiglia che per molti aspetti è similare alla famiglia del San Marco. Ed ora mi ritrovo nuovamente in ambito formativo, ma non più in qualità di frequentatore corsista, bensì come Direttore al corso di abilitazione anfibia per ufficiali di vascello R.N. e R.S.. Il primo corso dopo alcuni anni, che viene condotto nuovamente interamente a Brindisi presso il Battaglione Scuole Caorle. Fiero dell’incarico assegnatomi, ho ora l’opportunità di travasare la mia esperienza formativa, vissuta in diversi importanti contesti ed arricchita dalla mia esperienza di comandante di plotone, a nuovi giovani ufficiali anfibi che, a luglio, termineranno i sei mesi di percorso formativo diventando anch’essi uomini del San Marco!
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Agenzia Industrie Difesa lancia la nuova governance di M. Elisabetta Gramolini
Le sfide per il prossimo triennio: rilanciare le attività e consolidare il ruolo di asset strategico del sistema Difesa venti anni dalla sua istituzione, Agenzia Industrie Difesa (Aid) traccia le linee strategiche per il triennio 2021-2023. Fra gli obiettivi che l’ente vigilato dal Ministero di via XX Settembre pone, c’è il potenziamento degli assetti, l’aumento delle partnership con imprese nazionali e estere, la crescita delle competenze e l’investimento su impianti e infrastrutture. I tratti cruciali del nuovo piano industriale sono stati illustrati dal direttore generale dell’Agenzia, Nicola Latorre, nella sala della Biblioteca storica di Palazzo Marina, sede dell’Aid. La presentazione è avvenuta alla presenza del ministro della Difesa, Lorenzo
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Guerini, delle autorità militari e civili e degli amministratori di importanti industrie italiane. Ad oggi sono nove le unità produttive affidate all’Agenzia. La loro attività varia dalla preparazione di farmaci nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze al revamping dei mezzi terrestri nel sito di Torre Annunziata; dalla fornitura di cordami in uso sui velieri della Marina Militare nella corderia di Castellammare di Stabia alla manutenzione nell’Arsenale di Messina. Gli Stabilimenti di Baiano, Noceto e Capua si occupano di produrre munizioni e di recuperare il materiale militare mentre il Centro di Dematerializzazione e Conservazione Unico della Difesa (Ce.De.Cu) di Gaeta è impegnato nella digitalizzazione degli archivi della Pubblica Amministrazione, considerata peraltro una delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Il nostro obiettivo è rilanciare le attività e potenziare il ruolo di asset strategico dell’Agenzia nei prossimi tre anni grazie all’aumento del numero delle commesse che serviranno a consolidare la posizione nel mercato e soddisfare allo stesso tempo le esigenze che il sistema Paese e la Difesa richiedono”, spiega il direttore generale Latorre. Negli ultimi mesi
l’Agenzia ha stretto un accordo quadro con la società Fincantieri per l’ampliamento delle attività produttive dello Stabilimento di Castellammare che prevede di sviluppare nuove sinergie per la realizzazione di programmi di ricerca finalizzati agli allestimenti navali con la possibilità di coinvolgere anche altri partner industriali. L’Agenzia ha poi firmato con la Fondazione Toscana Life Science una
convenzione per la creazione di un polo destinato alla ricerca, proiettato per dare sostegno nelle eventuali future pandemie. “La partnership con TLS ci permetterà di partecipare ai progetti di ricerca e sviluppo per la produzione di anticorpi monoclonali e vaccini anche in ambito di pandemie e sicurezze nazionali, per poter contestualmente produrre in house gli autoiniettori utilizzati dalle nostre Forze Armate. Sempre con TLS, con alcune tra le più prestigiose università italiane, aziende ospedaliere e l’ENEA, stiamo partecipando al bando del ministero della Salute per la realizzazione del progetto hub multidisciplinare e interregionale di ricerca e sperimentazione clinica per il contrasto alle pandemie e all’antibiotico di resistenza. Proprio per continuare a tenere alto lo sguardo verso il futuro”. A confermare la strategia, è stato il ministro della Difesa, intervenuto durante la presentazione. "C'è bisogno – afferma Guerini - di una sinergia forte tra Difesa, Forze Armate, sistema delle aziende che lavorano con la Difesa. Perché questa sinergia sia una leva fondamentale dal punto di vista della capacità di essere protagonisti in questo momento. Dobbiamo mettere in campo questa ambizione".
Roma, Palazzo Marina. In alto a sinistra il ministro della Difesa Guerini, accompagnato dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Ezio Vecciarelli e dal capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. A seguire gli interventi del Ministro e del direttore generale dell’Agenzia, Nicola Latorre. A sinistra: l’ammiraglio Aurelio De Carolis, sottocapo di Stato Maggiore.
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di Stefano Febbraro e Andrea Mason
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Eventi come il Salone nautico, mettono in risalto la competenza e la tradizione marittima del nostro Paese, la realtà di eccellenza che, sul mare, sa esprimere la loro rilevanza sotto il profilo economico, sociale, ambientale e di sicurezza
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’evento, il cui motto è “L’arte navale torna a casa”, si è svolto nella cornice dell’Antico Arsenale di Venezia, da sempre cuore dell’industria navale della Serenissima, simbolo del suo potere militare e commerciale sul mare. Il Salone nautico, iniziativa alla quale la Marina Militare ha aderito da subito con interesse ed entusiasmo, ha avuto un significato simbolico, perché ospitato in un luogo che è sempre stato la cerniera di nuove soluzioni, di ricerca, di commercio e di industria. Un’area fortemente legata alla storia d’Italia, che vede il suo fulcro nell’arsenale, ma anche punto di
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inizio per un’attività che si deve diffondere sul territorio. Il Salone nautico è stato arricchito di momenti culturali e dibattiti sul futuro della navigazione da diporto e della sua industria. Baricentro dell’esposizione la sostenibilità con un’ampia serie di progetti ibridi ed elettrici presenti nell’e-village. Spazio poi alle specificità di Venezia, con la sua cantieristica di qualità e un focus sulle imbarcazioni da lavoro per le forze dell’ordine e di soccorso come idroambulanze, motopompe dei vigili del fuoco e di servizi come asporto rifiuti. Non sono mancati momenti di approfondimento negli luoghi di incontro anche trasmessi in streaming su tematiche come la portualità turistica, design e innovazione, luxury e yachting, le motorizzazioni ibride, le tematiche ambientali, cantieristica veneziana e sicurezza in mare. Tra gli eventi collaterali la prima regata full electric denominata “e Regatta”, organizzata dai partner coordinati da Assonautica di Venezia, con prove di endurance, agilità e velocità. Non sono mancati anche eventi sportivi con regate veliche come il Campionato italiano Match Race, di motonautica e le premiazioni del raid Pavia Venezia, con la presenza di campioni della vela per rivivere le emozioni dal Moro di Venezia, ormeggiato all’Arsenale, La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberta Casellati, insieme al capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Cavo Dragone e il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, durante la cerimonia di apertura della 2ª edizione del Salone Nautico di Venezia;
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a Luna Rossa con la partecipazione di alcuni suoi protagonisti. La Marina Militare ha portato nella città lagunare, oltre a un plotone dei Fanti di Marina della Brigata Marina San Marco, anche le navi Crotone (unità cacciamine), ormeggiata in Riva degli Schiavoni, Aretusa (unità idro-oceanografica), Ponza (unità per il supporto dei fari e dei segnalamenti marittimi) e Cabrini (unità per il supporto alle operazioni delle Forze Speciali). In occasione della cerimonia di apertura alla quale ha partecipato il capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, gli incursori del COMSUBIN hanno effettuato un lancio di precisione col paracadute, dalla quota di 1.500 piedi, da un elicottero EH101 delle Forze Aeree della Marina
proveniente dalla base di Luni, terminando la loro discesa nelle acque dell’Arsenale. Qui i quattro incursori, tra i quali il contrammiraglio Massimiliano Rossi comandante del COMSUBIN, hanno consegnato alle autorità quattro bandiere. Alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberta Casellati, è stata donata la bandiera della Marina Militare, al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro è stata consegnata invece quella di Venezia. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone a termine del suo discorso ha dichiarato: “La Marina ci teneva molto ad essere a fianco del Comune in questa importante occasione. Siamo un Paese marittimo, con tradizioni profonde e 8 mila chilometri di coste, ma purtroppo non ne abbiamo piena consapevolezza e sensibilità”.
Dall’alto: il sottomarino Enrico Dandolo, custodito nell’Arsenale di Venezia, patrimonio del Museo Storico Navale; a seguire: il contrammiraglio Massimiliano Rossi comandante del Comsubin, consegna al Sindaco della città la bandiera di Venezia.
Nel corso della cerimonia la Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Militare ha sorvolato l’area dell’Arsenale. Le Frecce Tricolori in volo sulla città e sul Salone Nautico hanno “steso” con le loro scie colorate la bandiera italiana, segnale beneaugurante della volontà di ripresa dell’intero sistema Paese. Numerosi gli appuntamenti che hanno visto la Marina in prima fila nel Salone. A partire dalla presenza di uno stand isti-
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Il lancio di precisione col paracadute degli incursori del Comando Subacquei e Incursori; a seguire: il sorvolo delle frecce tricolori, durante la cerimonia di inaugurazione. n basso: il capo di Stato Maggiore della Marina, e il contmmiraglio Angelo Virdis incontrano il presidente dell’associazione onlus “Lo Spirito di Stella” Andrea Stella; a seguire la visita al Museo Storico Navale di Venezia.
tuzionale che ha promosso, attraverso un’esposizione di assetti operativi e modellini navali, le componenti specialistiche e operative della Forza Armata. L’attività della Marina è stata arricchita dal convegno “Oceani sunt servand”, proteggere il mare e le sue risorse, svoltosi nella Biblioteca dell’Istituto di Studi Militari Marittimi, all’interno dell’Arsenale. Le due giornate di lavori, in modalità webinar, sono state dedicate all’approfondimento dei temi legati alla protezione del mare e delle sue risorse, tra tutela ambientale, interessi economici e considerazioni strategiche. Nella prestigiosa cornice del Salone è stata presentata anche l’edizione 2021 del “Marina Militare Nastro Rosa Tour”, alla presenza dell’ammiraglio Andrea Romani, comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia e del presidente della FIV, Francesco Ettorre, nonchè degli equipaggi che hanno partecipato ai test. Se l’Arsenale, l’enorme complesso di cantieri dove fin dal XII secolo si costruivano le flotte della Serenissima, è il simbolo di quella che fu la potenza economica, politica e militare della Repubblica marinara di Venezia, il Museo Storico Navale della Marina Militare, in Riva di
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San Biagio, è il luogo che meglio conserva la memoria dei suoi fasti. I cimeli sono ospitati nell’edificio del XV secolo che fu “Granaio” della Serenissima. Un sito, i cui servizi sono gestiti dalla Fondazione MUVE insieme a Vela spa, dove si possono ammirare alcune delle imbarcazioni più affascinanti dell’antica Repubblica vene-
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ziana e ripercorrere un aspetto pregnante della storia della città lagunare. Nel corso del Salone la Fondazione Musei Civici di Venezia ha inoltre allestito uno speciale info-point con assistenza, dedicato alla storia del sottomarino Enrico Dandolo, allestito nel bunker dell’Arsenale, nell’area di competenza della Marina.
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Nel Centro Sportivo della Forza Armata si è svolta la terza prova di Coppa del Mondo di canottaggio. Tra i 98 canottieri italiani 8 erano atleti della Marina Militare
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di Ebe Pierini er tre giorni il mondo ha remato a Sabaudia. Dal 4 al 6 giugno il Centro Sportivo Remiero della Marina Militare ha ospitato la terza prova di Coppa del Mondo di canottaggio, importante evento di livello internazionale, sostenuto da Regione Lazio, Comune di Sabaudia, provincia di Latina, CONI e FIC al quale hanno preso parte 317 atleti provenienti da 25 nazioni per un totale di 147 equipaggi. L’Italia, Paese
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ospitante, ha schierato una squadra di 98 canottieri tra i quali anche gli 8 atleti della Marina Militare: Giovanni Abagnale, Vincenzo Abbagnale, Cesare Gabbia, Luca Parlato, Antonio Vicino e i tre neo arruolati Nunzio Di Colandrea, Salvatore Monfrecola e Davide Verità. La Forza Armata ha fornito anche due allenatori. Due le medaglie conquistate dai canottieri della Marina: oro nel quattro di coppia pesi leggeri e argento nell’otto.A 43 anni di distanza dallo storico Trofeo Bertocco il canottaggio internazionale è tornato a Sabaudia. Sono state disputate 84 regate delle quali 13 finali di specialità olimpiche e 5 non olimpiche. Ben 25 le testate giornalistiche accreditate da tutto il mondo, 225 i minuti di diretta televisiva “world wide” e streaming trasmessi. Ultima regata prima delle Olimpiadi di Tokyo, la World Rowing Cup ha consentito ai canottieri di tutto il mondo di gareggiare su un bacino che è molto simile, per condizioni
ambientali, a quello giapponese dove si svolgeranno le regate olimpiche. La Marina Militare ha messo a disposizione del Comitato Organizzatore tutte le proprie strutture, dalla Caserma Piave alla boat house, per accogliere le delegazioni giunte da ogni parte del mondo, nonché la sua moderna torre di arrivo, ubicata lungo le sponde del lago di Paola, dotata di avanzate tecnologie di cronometraggio e rilevazione tramite fibra ottica di ultima generazione. Fattiva è stata anche la collaborazione sul campo di tutto il personale militare di Mariremo Sabaudia durante le tre giornate di regate. “Per tre giorni il mondo intero ha remato a Sabaudia, dove il Centro Sportivo Remiero della Marina Militare ha aperto le porte per un evento di sport internazionale - ha dichiarato l’ammiraglio di squadra Giuseppe Berutti Bergotto, capo Ufficio Affari Generali della Marina Militare - tre giorni carichi di entusiasmo, emozioni e condivisione con 317 atleti provenienti da
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25 Paesi differenti. Un appuntamento che ha dimostrato come lo sport possa essere il mezzo per ripartire e per superare l’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto nell’ultimo anno. La Marina Militare - ha sottolineato l’ammiraglio Berutti Bergotto - ha aderito con convinzione a questo progetto mettendo a disposizione strutture, personale e atleti per la positiva riuscita di questo evento e sono particolarmente felice per gli ottimi risultati raggiunti e per le medaglie conquistate in questi tre giorni dagli 8 canottieri della Marina Militare che hanno gareggiato per la nazionale italiana in questa competizione di livello mondiale. Si tratta di ragazzi che, grazie al sostegno e al supporto della Forza Armata, hanno potuto trasformare lo sport praticato con passione in una professione. La Marina Militare sostiene ed incentiva da sempre, con determinazione, la pratica degli sport ed in particolare quelli remieri ed a connotazione acquatica anche perché l’acqua è il nostro elemento naturale distintivo”. Il sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli ha ribadito: “Complimenti agli N OT I Z I A R I O
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atleti della Marina Militare, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco per aver contribuito ad ottenere eccezionali risultati nella 3^ prova di Coppa del Mondo di canottaggio. Medaglie che fanno onore non solo agli Enti di appartenenza ma a tutta l’Italia – ha ribadito il sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli - i nostri atleti hanno affrontato le varie prove di questa prestigiosa competizione agonistica con lo stesso impegno, forte e determinato, e lo stesso spirito, leale e di sano agonismo, che li contraddistingue quali ottimi cittadini al servizio del Paese, della collettività”. Antonio Vicino, vincitore “Quattro di coppia pesi leggeri”; nella pagina a destra dall’alto: il pontile d'arrivo, da sinistra il General Manager Luigi Manzo, Comandante Mariremo, l’ammiraglio Berutti Bergotto, il sottosegretario di Stato alla Difesa Stefania Pucciarelli, Ricky Tognazzi; premiazione otto - argento per gli atleti della marina militare, Abbagnale, Gabbia, Monfrecola, Parlato; in basso: vista panoramica torre e pontile d'arrivo.
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Onori. Gente in coperta sugli attenti! Il saluto al Vittorio Veneto L’ex incrociatore lanciamissili ha lasciato Taranto e l’Italia per sempre di Alessandro Busonero
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cco il Vittorio Veneto che sta attraversando il canale navigabile, centrato all’altezza del ponte girevole. Sono le 4 e 35 dell’8 giugno. La nave è in uscita, si vede bene in tutta la sua sagoma. La prora ha ingaggiato il castello Aragonese. La prora è all’altezza del monumento al Marinaio e la nave è praticamente quasi tutta uscita. Maestosa. La poppa è ora davanti al castello. Un rimorchiatore a prora e uno a poppa. Bellissima quest’immagine con il monumento ai Marinai in primo piano e il Vittorio Veneto sullo sfondo … proprio un
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saluto alla voce!” L’ammiraglio di divisione Salvatore Vitiello, comandante del Comando Marittimo Sud (Marinasud) raccogliendo l’affetto e il rispetto di tutta la Marina Militare e delle centinaia di ufficiali, sottufficiali e marinai che negli anni ne hanno costituito l’equipaggio, così ha commentato in diretta l’ultimo transito dell'incrociatore
lanciamissili Vittorio Veneto attraverso il canale navigabile di Taranto. Il passaggio con l’apertura del ponte prima dell’alba è stato scelto per non creare disagi ai cittadini, anche se è facile comprendere come tanti ex marinai e tarantini avrebbero volentieri voluto renderle l’ultimo omaggio. Il Veneto - così lo chiamano tutti i marinai - rimorchiato da due rimorchiatori ha lasciato l’ormeggio in Mar Piccolo alla volta del Mar Grande e da qui, preso in consegna dal rimorchiatore
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d’altura Sea Dream ha salutato il mare territoriale italiano, alla volta del mare Ionio e del Mediterraneo orientale. Il sito di Aliaga in Turchia è stata la destinazione finale per essere bonificato e riciclato nel cantiere specializzato nel riciclaggio “sicuro ed ecocompatibile” di navi e pertanto accreditato presso la Comunità Europea per il rispetto dei più recenti e stringenti standard specifici di settore.Tra le missioni portate a termine al Vittorio Veneto e i tanti equipaggi che a bordo si sono alternati nei suoi 37 anni di servizio hanno, una è rimasta nel cuore non solo degli italiani: quella di salvataggio dei boat people. La missione in Oceano Indiano voluta dall’allora governo Andreotti e dal Ministro della Difesa Ruffini. Iniziata il 4 luglio 1979, permise di trarre in salvo 907 profughi fuggiaschi dal Vietnam del Nord grazie all’incessante attività di soccorso fatta dagli equipaggi del Gruppo Navale italiano costituito da Vittorio Veneto, Andrea Doria e dalla nave rifornitrice Stromboli. Il 21 agosto il rientro a Venezia dopo aver percorso 2640 miglia ed esplorati 250.000 km quadrati. Il ministro della Difesa disse con orgoglio: «La vostra è stata un’opera umanitaria apprezzata da tutta la Nazione». Con questa missione indelebile nei ricordi dei naufraghi e dei soccorritori, ma anche dei media e dell’opinione pubblica di tutto il mondo, ci piace rendere onore alVittorio Veneto e a tutti i mariani che ha accolto nella sua lunga vita e che con premura ne hanno avuto cura sotto l’insegna della Marina Militare e dell’Italia. Onori per il nostro Vittorio Veneto!
Una lunga e onorata carriera ealizzata nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, il Vittorio Veneto è impostato il 10 giugno 1965, varato il 5 febbraio 1967 e consegnato alla Marina Militare il 12 luglio 1969. Il 31 ottobre 1969 entra in servizio, qualche giorno dopo, il 4 novembre a Trieste riceve la Bandiera di Combattimento e inizia una lunga e onorata carriera.
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Incrociatore lanciamissili, il Veneto (distintivo ottico 550) ha una silhouette inconfondibile con una prua e un bordo libero alto sul livello del mare, la poppa invece è caratterizzata da un ponte di volo rettangolare di circa 800 m². Lungo 179,6 e largo 19, 4 metri aveva un dislocamento a pieno carico di circa 9550 ton. Poteva imbarcare un cuore pulsante costituito da un equipaggio di oltre 560 tra ufficiali, sottufficiali e marinai e fino a 9 elicotteri. E’ stata la nave ammiraglia della Squadra Navale tra il 1969 e il 1987, anno in cui entrò in linea la portaeromobili Giuseppe Garibaldi (distintivo ottico 551). Rimasto in servizio fino al 1º novembre 2003, è stata nave scuola per gli allievi della seconda classe dell'Accademia navale di Livorno e per i marescialli della Scuola sottufficiali di Taranto. Il 29 giugno 2006 è posto in definitivo disarmo e radiato dal naviglio militare.
Taranto, 8 giugno 2021. L’ultimo “saluto’ del monumento al Marinaio all’incrociatore Vittorio Veneto, in uscita dal Mar Piccolo.
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ANMI, marinai per sempre L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia tramanda principi di inestimabile valore come l’amor di Patria, le tradizioni marinare e il rispetto per il mare di Emanuele Scigliuzzo
’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – ANMI - si potrebbe quasi considerare il naturale prolungamento della Forza Armata per chi ha lasciato il servizio attivo dopo un’intera carriera o per chi, prima che venisse sospesa, terminava il servizio di leva. L’ANMI, per chi ha vissuto un periodo intenso terminato con un legame indissolubile con la Forza Armata, è il modo per continuare a respirare quelle emozioni e i valori che contraddistinguono ogni militare. Ma l’Associazione non è un luogo per vivere di soli ricordi; incarna in maniera attiva, attraverso azioni di volontariato “il culto della Patria e l’attaccamento ai valori ed alla Marina Militare, difendere e mantenere alto e vivo lo spirito che permea la vita marinara, le sue tradizioni e la memoria di coloro che, credendo fermamente nel dovere verso la patria e
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le sue Istituzioni, hanno sacrificato la vita”. I sacrifici affrontati durante il periodo in servizio e il lavoro continuo fatto gomito a gomito sono probabilmente tra i fattori che hanno ispirato il motto dell’ANMI che recita:“una volta marinaio…marinaio per sempre”. Se a Torino nel 1895 nasce la “Società Militari Congedati dalla Regia Marina” con finalità di mutuo soccorso, costituita da chi aveva “servito senza macchia nella Regia Marina”, è sempre a centinaia di chilometri dal mare che il Sottonocchiere in congedo Ruggero Bertola, riesce a far muovere i primi passi a quella che oggi è diventata l’Associazione Nazionale Marinai di Italia. A Milano infatti Bertola fonda “l’Unione Marinara Italiana” – U.M.I., la prima Associazione tra marinai congedati che
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aveva lo scopo di cementare i vincoli di fratellanza fra i componenti e diffondere la cultura marinara e il valore della Marina Militare. Al 31 dicembre 2020 l’associazione conta 33.534 Soci, di cui 373 all'estero con 412 Gruppi, di questi 12 hanno sede all'estero e 61 Sezioni aggregate, in totale sono 473 le realtà associative. Numeri importanti che i soci cercano di aumentare puntando soprattutto su un maggior coinvolgimento dei giovani, vere risorse necessarie a garantire il futuro. Indissolubile e continuo il rapporto con la Forza Armata rinsaldato l’11 maggio scorso con la firma di un accordo che rinnova la comunione di intenti, soprattutto su temi quali la tutela dell’ambiente e del mare, del patrimonio storico e i principi dell’etica, della solidarietà, del culto e della devozione per la Patria e della tradizione marinara.
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ANMI: custode delle tradizioni marinare Incontriamo l’ammiraglio di squadra (r) Pierluigi Rosati, alla guida dell’ANMI dal 23 ottobre 2020, in un momento particolarmente difficile e complicato per tutto il Paese di Antonio Cosentino
Presidente, Lei ha assunto la carica da circa otto mesi, oggi quale è lo stato dell’A.N.M.I.? A premessa desidero rappresentare che sono orgoglioso di essere stato eletto Presidente Nazionale. Tanti Soci mi hanno dato fiducia e ora ho l’obbligo morale di ripagarla con i fatti. Ho assunto l’incarico in un momento particolarmente delicato per l’intera Nazione. La pandemia ha significativamente inciso sulla vita di tutti gli Italiani, chiamati a rispettare norme e misure anti contagio, che per necessità erano state disposte a livello governativo. Tale situazione inevitabilmente ha avuto ripercussioni anche sull’Associazione e sui Soci. Non poter svolgere alcun tipo di manifestazione, cerimonia e commemorazione e avere chiuse le sedi dei Gruppi, naturale luogo di aggregazione, dove ritrovarsi per scambiare opinioni, per confrontarsi e per ricordare nostalgicamente (per i meno giovani) i tempi passati sono alcuni degli aspetti che hanno caratterizzano negativamente questa situazione. L’isolamento sociale, il dover rimanere confinati a casa e il peso dell’incertezza per il futuro sicuramente potevano rappresentare fattori di rischio a livello sia personale sia associativo. Gli ultimi giorni, per fortuna, sembrano indicare prospettive migliori. L’Associazione, nel suo complesso, ha risposto e reagito bene. Nei momenti più difficili, con le restrizioni maggiormente incisive, la grande famiglia dell’A.N.M.I. si è compattata, dimostrando solidarietà e rivolgendo particolare attenzione soprattutto per coloro che da questa situazione potevano avere maggiori problematiche. L’A.N.M.I. è custode delle tradizioni marinare, come riesce a mantenerle vive e come promuove la conoscenza della cultura del mare? “Essere gelosi custodi della nostra storia e
delle nostre tradizioni, calati nel presente e proiettatati nel futuro, possibilmente in anticipo”. E’ una frase che riassume l’essenza dell’A.N.M.I., perché in modo sintetico indica i valori e i principi, in cui crediamo, e gli scopi che ci prefiggiamo. L’Associazione è custode delle gloriose tradizioni marinare ed è riconosciuta quale vera e puntuale portatrice di nobili, sani, gloriosi e inossidabili valori, che derivano dalla storia, che ha visto protagonista il personale della Marina Militare nella sua interezza, non solo gli insigniti di decorazioni, ma anche quelli poco noti o quasi sconosciuti, che hanno sacrificato la propria vita per la Patria e per il nostro futuro. Vi è una continua attività di informazione rivolta sia all’interno del mondo militare sia all’esterno con particolare attenzione e sensibilità ai più giovani, coinvolgendo gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado.Vengono organizzati approfondimenti, presentazioni, conferenze, dibattiti, concorsi e mostre in piena sinergia con tutte le altre belle realtà che sono competenti in materia. Le tradizioni nel settore marinaro rappresentano un elemento trainante in ogni cultura e civiltà e abbracciano vari ambiti, legati non solo ad aspetti materiali, ma comprendendo anche valori spirituali, morali e culturali, che vivono sempre nella mente e nel cuore di un popolo. Forse in questo momento storico si può considerare il tutto un po’ appannato, ma sono proprio le Istituzioni a doversi fare carico di tale incombenza. L’A.N.M.I., a similitudine degli aedi della Grecia classica, sente la responsabilità di tramandare alle nuove generazioni queste memorie, testimonianze, informazioni, valori e ideali che possono rischiare di essere dispersi. Preservare il nostro passato per farlo amare, in modo che non sia considerato un fardello nel futuro. Ma pensare all’Associazione rivolta solo al passato è riduttivo, in quanto siamo pienamente calati nella realtà con attività a favore
della collettività, come protezione civile in alcune aree, assistenza alle persone in difficoltà, affiancamento alle Amministrazioni locali per supportare iniziative e programmi. Perché un giovane dovrebbe iscriversi all’A.N.M.I.? Quali sono le iniziative promosse dall’Associazione? La società attuale è in continua evoluzione, con una profonda trasformazione anche nel modo di pensare, agire e decidere. L’Associazione deve essere al passo con i tempi e deve essere, soprattutto, in grado di parlare, dialogare e confrontarsi con i giovani e di offrire loro delle opportunità. Le attività a favore dei giovani rivestono particolare importanza sia per far conoscere l’Associazione e le sue finalità, sia per promuovere lo sviluppo della coscienza e della cultura marinara tra gli stessi. Prima di entrare nel merito desidero evidenziare che proprio gli ideali e i valori, in cui
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noi fermamente crediamo, in quanto inossidabili e universali, appartengono anche alle nuove generazioni, per cui l’azione mirata a farli conoscere e farli brillare nuovamente di luce propria rientra pienamente nelle iniziative a favore dei giovani. Fra le varie opportunità quella che riscuote maggiore attrazione è l’imbarco sulle Navi Scuola e sui Velieri, che solcano i mari in Europa e America. A tal riguardo ricordo quelli su nave Vespucci e Palinuro, che consentono ai giovani di essere inseriti responsabilmente nelle varie attività del bordo, vivendo in sinergia con l’equipaggio e divenendone parte integrante. In questo modo “scoprono” il mare e naturalmente comprendono il profondo significato dell’appartenenza a un gruppo. Altra iniziativa è rappresentata dai corsi di vela, fra i quali è doveroso menzionare il campo vela della C.M.I. (Confederazione Marittima Internazionale, a cui aderiscono Italia,Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania e Regno Unito). Trattasi di un’attività svolta annualmente a turno in varie Nazioni, anche se ultimamente hanno riscosso grande successo le edizioni effettuate a Venezia presso la scuola navale Militare Francesco Morosini. L’offerta comprende anche visite a porti/basi/unità navali, corsi di canoa/canotN OT I Z I A R I O
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taggio/assistente bagnante, attività pratica di apprendimento sulla realizzazione di nodi, conferenze su tematiche a carattere marinaresco, di arte marinara e di modellismo navale. L’ultima iniziativa, che desidero portare all’attenzione dei lettori, è la “Campagna sulla sicurezza stradale e della navigazione”, iniziata oltre 15 anni fa con lo scopo di diffondere, soprattutto, fra i giovani, un messaggio per la salvaguardia della vita sia in strada sia in mare. I Soci rappresentano la forza dell’Associazione, l’equipaggio di cui Lei è il Comandante. Quale è il legame tra Socio e Comandante? Come definirebbe questa alleanza: l’unione fa la forza? L’Associazione esiste perché ci sono i Soci, che rappresentano il fattore essenziale e insostituibile. Il Socio, nell’accezione più ampia, cioè comprensiva dei propri affetti, delle aspettative e delle problematiche, è posto costantemente al centro della nostra attenzione. Dobbiamo essere pronti ad ascoltare le voci dei singoli, in modo attivo, affinché si crei e si rinforzi quel legame fondamentale di fiducia. L’A.N.M.I. è una grande famiglia con un rapporto basato su rispetto, lealtà, spirito di appartenenza, fierezza ed entusiasmo; queste sono anche le prerogative del meraviglioso termine che risponde a “Equipaggio”. E’ vero, siamo e dobbiamo essere un Equipaggio compatto e unito, pronto a intervenire e a
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soccorrere un appartenente del gruppo in caso di necessità, senza aspettarne la richiesta. Il Presidente nazionale ha delle responsabilità dovuto all’incarico, ma il principale compito è quello di far sentire al singolo Socio la vicinanza dell’intera Associazione e la sua importanza in essa. Nell’organizzazione dell’A.N.M.I. ognuno ha il proprio ruolo e responsabilità, ma, come un Equipaggio si deve lavorare di squadra, ricercando costantemente il contributo di tutti, perché le idee, i suggerimenti, le valutazioni e anche le critiche, purché siano costruttive, possono far crescere l’Associazione. Presidente, qual è la sfida per il futuro e quali sono gli obiettivi da raggiungere? I settori, sui quali ho individuato la necessità di un intervento non sono pochi, ma il “ricambio generazione” e “la conoscenza dell’Associazione” sono quelli che, in questo momento, assumono un’importanza particolare e sono strettamente legati fra loro. L’A.N.M.I. oggi può contare su circa 33.500 Soci, mentre nel 2000 gli iscritti superavano le 53.000 unità. Prima della sospensione della leva, che risale al 2005, i congedati rappresentavano un gettito continuo e significativo; molti di loro, avendo trascorso un periodo, anche se breve, con le stellette, avevano condiviso valori e ideali, che li hanno portati a vedere nell’Associazione una logica prosecuzione del servizio svolto. Ora la situazione è molto diversa e gli effetti sono facilmente riscontrabili. Non solo il numero complessivo si è ridotto progressivamente, ma si è anche elevata l’età media. A fianco, ma non di minore importanza, è da segnalare
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la conseguente chiusura di alcune sedi, proprio per mancanza di Soci. Da ciò nasce l’esigenza del “ricambio generazionale”. Il passaggio generazionale è una sfida stimolante e deve, quindi, essere studiato e preparato e, soprattutto, non si può e non si deve pensare di muoversi all’impronta, basandosi solo su input emotivi. Il primo aspetto da curare è sicuramente quello della comunicazione sia interna sia esterna, perché l’A.N.M.I. è poco conosciuta e, talvolta, le limitate informazioni che la riguardano non sono completamente rispondenti alla realtà. Vi è, quindi, la necessità di rendere il flusso comunicativo più fluido ed efficace, utilizzando canali idonei e ricercando le occasioni per trasmettere il messaggio con modalità semplici e chiare. Si è proceduto ad aggiornare la policy nella gestione della vita associativa, coinvolgendo direttamente anche chi è direttamente sul campo, cioè le cariche periferiche dell’Associazione, in modo da ottenere un maggiore coinvolgimento con proposte di iniziative, che contribuiscano a dare una corretta immagine dell’Associazione. La comunicazione esterna è un elemento fondamentale nella società attuale, che vive sulle notizie, per cui dobbiamo adeguarci. Questo non vuol dire ricercare a tutti i costi la visibilità, dobbiamo invece parlare con i fatti, proporci e partecipare alla vita sociale del Paese.Anche le piccole iniziative possono risultare vincenti. Non vengono posti in discussione i nostri scopi, ma vengono calati nella realtà. E qui si innesta il tema dei giovani, per i quali sussiste la necessità di rendere il messaggio promozionale più efficace e accattivante e, soprattutto, di farlo arrivare sui canali “giusti” e con
un linguaggio “giovane”. Ma dobbiamo anche cercare di ampliare l’”offerta”, che comunque deve sempre prevedere una o più fasi pratiche con riflessi anche sull’utilità e solidarietà sociale. Senza assolutamente alterare la nostra natura, l’apertura alla società ci permetterà di essere “interessanti” anche per le generazioni più giovani. Per tale motivo l’A.N.M.I. recentemente è “sbarcata” su instagram (@marinaiditaliapn). Quando si vive una “crisi” è necessaria affrontarla, combatterla, trasformandola prima in una sfida e poi in un’opportunità, per trovare insieme le soluzioni ottimali per il progresso dell’Associazione. Cosa serve per accompagnare nel migliore dei modi la sinergia tra Marina Militare e A.N.M.I.? La collaborazione esistente è naturale, in quanto la continuazione della Marina in servizio è proprio rappresentata dall’A.N.M.I. Questa affermazione trova facile riscontro nello svolgimento di eventi e cerimonie, in cui il personale in servizio e quello dell’Associazione partecipano insieme, animati dal medesimo orgoglio, fierezza e spirito di appartenenza. Una conferma tangibile è facilmente individuabile nell’ultimo Raduno Nazionale, svolto a Salerno a settembre 2019, nello svolgimento del quale si percepivano chiaramente, anche da persone estranee al nostro mondo, la perfetta sintonia e armonia esistenti fra marinai in servizio e in congedo. La sinergia con la Marina Militare è basata
su reciproco rispetto, fermo restando il ruolo rivestito, e su identità di pensiero, che traggono origine dal comune DNA, caratterizzato dalla piena condivisione dei valori e degli ideali sui quali si basa l’essenza della Forza Armata. Su alcuni obiettivi la collaborazione è totale, fra i quali ricordo la tutela del patrimonio storico, l’attenta opera mirata all’arruolamento dei giovani, la promozione per attività di sensibilizzazione sulla tutela dell’ambiente e del mare, la diffusione dei principi dell’etica, della solidarietà, del culto e della devozione per la Patria e della tradizione marinara. L’Associazione è sempre a fianco della Marina Militare, non solo rimanendo disponibile ad assumere un ruolo attivo e costruttivo, ma anche proponendosi per lo svolgimento e il supporto di alcune attività e iniziative di interesse della Forza Armata. Non siamo e non vogliamo essere solo una presenza “decorativa”, ma siamo una “forza” pronta a dare il proprio contributo, mettendo in campo la nostra professionalità, esperienza e capacità. Il “solino blu” è al servizio della Marina, a complemento della meritoria attività svolta dal personale in servizio. Siamo orgogliosi di appartenere all”Equipaggio Marina”, in perfetta coerenza con il motto “Una volta marinaio … marinaio per sempre”.
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Impostato nel 1890, varato nel 1892 fu consegnato il 1° aprile 1895 quello che sarebbe stato classificato come il primo battello sottomarino della Marina italiana
Delfino, il pioniere degli abissi di Vincenzo Grienti
n’arma insidiosa e temibile che cambiò per sempre la strategia e la tattica della guerra sul mare dal primo conflitto mondiale in poi. L’ingegnere Giacinto Pullino lo aveva compreso man mano che i suoi studi sulla “torpediniera sommergibile” andavano avanti. Non solo perché il progetto doveva rimanere sotto il più stretto riserbo e la massima segretezza, ma anche per quello che rappresentava la realizzazione di un battello concepito per essere impiegato come strumento di offesa in caso di un eventuale conflitto. Pullino era stato appena promosso ispettore del Corpo del genio navale nel 1889 quando venne chiamato a Roma presso il Ministero della Marina come membro del Comitato per i progetti delle navi, un organismo di cui divenne presidente fino al 1896 (P. Alberini – F. Prosperini, Uomini di Marina 1861-1946, Dizionario biografico, USMM 2015). Un arco di tempo sufficiente per poter pianificare, sviluppare e “mettere in acqua” quello che sa-
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rebbe stato classificato come il primo battello sottomarino della Marina italiana: il Delfino. L’unità doveva essere impiegata come sottomarino puro, cioè destinata a operare esclusivamente in immersione. Impostato nel 1890, varato nel 1892 fu consegnato il 1° aprile 1895. Già dalle prime manovre compiute al largo delle coste spezzine l’ingegnere Pullino e gli altri ufficiali della Regia Marina ebbero modo di sperimentare criticità e potenzialità dello scafo, del timone e degli impianti di bordo valutando, di concerto con i vertici della Regia Marina, di porre il Delfino in riserva in attesa di ricevere conferma per la piena operatività dell’unità. Tra il 1902 e il 1904 il battello venne sottoposto ad una serie di lavori di trasformazione, tra cui l'imbarco di un motore a benzina FIAT a sei cilindri capace di sviluppare una potenza mas-
sima di 130 Cv (95,7 kW) a 440 giri al minuto. La batteria di accumulatori era costituita da 216 elementi di piombo, suddivisi in due sottobatterie uguali e indipendenti. Nel corso dei lavori di ammodernamento e modifica vennero inoltre ricavate, all’interno, le casse per il combustibile e quelle utili per compensare il combustibile consumato e il peso del siluro dopo il lancio. Anche la struttura esterna venne modificata con l'aggiunta di sovrastrutture in lamiera con il conseguente spostamento della torretta e l’installazione di una piccola plancia attorno al cleptoscopio, che può essere considerato l’antenato del periscopio. A bordo venne inoltre utilizzata la prima bussola giroscopica mentre sotto il profilo dell’armamento il battello venne dotato di un tubo lanciasiluri e una riserva di 2 siluri da 450mm. Le modifiche apportate cambiarono la fisionomia del sommergibile all’esterno, ma permisero di migliorare le sue capacità di azione. Il dislocamento del Delfino era di 103,3 tonnellate in suIl Delfino dopo i lavori di modifica. (Foto Ufficio Storico della Marina Militare)
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perficie e 113,3 tonnellate in immersione mentre la lunghezza fuori tutto restava di 24,4 m e la larghezza 2,90 m per una capacità di immersione media di 2,78 m. Il battello raggiungeva una velocità massima in superficie di 6 nodi mentre in immersione si attestava a 5 nodi ed aveva un’autonomia di 165 miglia a 6 nodi. Dunque una macchina che per i primi del Novecento suscitava forte interesse sotto il profilo militare e tecnologico diventando addirittura oggetto di studi e di conferenze come quella dal titolo Sommergibili e Sottomarini tenuta a Mantova il 14 dicembre 1907 dall’allora tenente ingegnere del Genio Navale Giorgio Rabbeno. Una riflessione in cui l’ufficiale del Genio navale ripercorreva la storia dell’arma subacquea dalle origini fino ai primi del Novecento, testimoniando anche la sua esperienza a bordo del nuovo sommergibile Glauco. Nei confronti della piccola unità che contava un equipaggio composto da un ufficiale e sette uomini
tra sottufficiali e marinai, Rabbeno riservò parole di elogio: “In Italia si costruì allora sui piani geniali dell’ingegnere Pullino, il nostro Delfino, il quale fu così felicemente ideato, che non solo riuscì ottimo fra i suoi contemporanei, ma, grazie alla attitudine dimostrata a ricevere successivi perfezionamenti, è ancora oggi uno dei migliori, v’è chi dice il migliore, dei nostri sottomarini”. Rabbeno nella sua ampia analisi partì dalle origini, cioè da una data significativa come il 17 febbraio 1864 quando la corvetta Housatonic della flotta federale era colata a picco durante la Guerra di secessione americana a causa di una mina “posata” da un piccolo sottomarino tipo “David”, chiamato così perché destinato ad abbattere i giganti del mare. L’arrivo del
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Nel 1910, grazie al sostegno dell’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, la flotta dei sommergibili italiani venne potenziata con l’entrata in linea del Foca e di otto unità classe “Medusa” da 250 tonnellate dotati di due tubi lanciasiluri. A questi si aggiunse l’Atropo, due unità classe “Nautilus” e due unità classe “Pullino” e “Argonauta”
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motore elettrico e in seguito anche del motore a scoppio costituì un altro grande progresso per i sottomarini. Se i primi esemplari come il David, infatti, secondo Rabbeno, “potevano contare sulla potenza motrice e i muscoli del loro equipaggio che usavano remi speciali o eliche mosse a braccia, non appena si diffuse la navigazione a vapore anche gli ingegneri e i progettisti navali di sottomarini ne approfittarono”. E’ il caso dello svedese Nordenfeldt e di quattro sottomarini costruiti fra il 1885 e il 1887 “tutti simili con motore a vapore che utilizzavano nella navigazione subacquea, a fuochi spenti, il calore ac-
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cumulato nella caldaia durante la navigazione a fior d’acqua coi forni in attività” spiegava lo stesso Rabbeno. Nella storia dei sommergibili, però, il Delfino restò una vera e propria pietra miliare per comandanti ed equipaggi che nel frattempo costituivano la spina dorsale della componente sommergibilistica italiana. Tra il 1903 e il 1905 la Regia Marina pose in cantiere cinque unità classe Glauco dotate di motori a benzina. Nel 1910, grazie al sostegno dell’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, la flotta dei sommergibili italiani venne potenziata con
l’entrata in linea del Foca e di otto unità classe “Medusa” da 250 tonnellate dotati di due tubi lanciasiluri. A questi si aggiunse l’Atropo, due unità classe “Nautilus” e due unità classe “Pullino” e “Argonauta”. I riscontri positivi in termini di efficacia si ebbero il 7 novembre del 1914 con l’avvio di un ulteriore programma di costruzione nei cantieri navali dell’Ansaldo di Genova e della Fiat-San Giorgio del Muggiano (La Spezia) con ordini per due unità classe “Pacinotti” da 710 tonnellate (I sommergibili; da Grande Guerra. Un racconto in cento immagini, SMD, 2018). Lo stesso Winston Churchill, Primo Lord dell’Ammiragliato britannico, il 27 novembre del 1914, a conflitto mondiale scoppiato, sottolineò
l’importanza strategica dei sommergibili. Per l’Italia era l’anno della neutralità, ma l’ammiraglio Thaon di Revel e Marina italiana non erano rimasti con le mani in mano. Proprio nell’anno della non belligeranza l’arma navale proiettò i suoi sforzi verso i sommergibili classe “F” da 262 tonnellate in emersione e 319 tonnellate in immersione, armati con due tubi lanciasiluri sempre da 450 mm e considerati le migliori unità subacquee della Grande Guerra. All’ingesso dell’Italia nel primo conflitto mondiale, il 24 maggio 1915, la Regia Marina contava ben 21 battelli dislocati in due flottiglie, una con comando operativo a Venezia, composta da 13 unità e l’altra a Brindisi di 8 unità. Il Delfino, il cui motto era Subsum sed superis obsum, era comandato dal tenente di vascello Alessandro Giaccone ed entrò a far parte della 4ª Squadriglia sommergibili per poi passare nel gennaio del 1916 in forza alla 2ª Squadriglia diventando nel 1917 unità capo squadriglia.
Nel 1918 venne trasferito a Porto Corsini e, il 29 settembre 1918, fu posto in riserva. Nel corso della Grande Guerra compì 44 missioni di agguato difensivo foraneo, ma la sua principale attività fu quella di formare giovani ufficiali, sottufficiali e marinai destinati a imbarcare a bordo dei sommergibili italiani, veri e propri pionieri di una componente che ancora oggi resta tanto affascinante quanto di fondamentale importanza in termini di difesa, sicurezza e sorveglianza marittima.
Il progetto del sommergibile Delfino, nella foto a sinistra una delle prime uscite in mare. (Foto Ufficio Storico della Marina Militare)
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Gallipoli, Isola Sant’Andrea, faro di altura di Fabio Dal Cin
el mese di maggio, con l’approdo a Napoli e i preparativi per i festeggiamenti dei 110 anni del Servizio Fari Nazionale, abbiamo concluso il nostro viaggio lungo i quasi 8.000 km di costa italiane, isole comprese. Dodici mesi, dodici storie.Tuttavia, il nostro “Notiziario del segnalamento” ha ancora in serbo delle sorprese. I segnalamenti marittimi gestiti – dal lontano 1911 – dalla Marina Militare sono circa 860 e, tra loro, alcuni meritano comunque una trattazione, un approfondimento, una citazione; un’esempio è rappresentato dal faro d’altura dell’Isola di Sant’Andrea a Gallipoli, una delle poche isole del Salento (circa 50 mila metri quadri), posizionata a meno di 2 chilometri dalla costa. Chiamata dai Messapi “isola Achtotus”, ovvero “Terra Arida”, costituita da roccia bassa con pochi cespugli di macchia mediterranea, sarà oggetto della nostra narrazione. Attivato dal Genio Civile nel 1865, il segnalamento è inserito all’interno di una torre ottagonale su fabbricato a due piani coperti a terrazza, il tutto colorato in bianco. Il faro inizialmente funzionava a petrolio con luce bianca fissa a splendori bianchi mentre un settore rosso, eliminato nel settembre del 1955,“guardava” le pericolose secche di Ugento. Il segnalamento, sebbene oggi risulti tra i fari “non abitati”, in passato ha conosciuto ben altro destino. Prima dell’avvento del’automazione, infatti, per la custodia del faro erano assegnati almeno 3 specialisti (erano richieste elevate abilità marinaresche) con le relative famiglie ed un battellino a remi. Per l’inoltro dei materiali dal porto allo scalo dell’isolotto si utilizzavano dei galleggianti, per proseguire
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Caratteristiche generali Lat.: 40°02’ 45’’ Nord Long.: 17° 56’ 52’’ Est Comando Zona Fari: Taranto Funzione del segnalamento: Faro di altura Altezza del piano focale sul livello medio mare: 45 metri Portata nominale sorgente principale: 19 mg Caratteristica: luce bianca Anno di costruzione : 1865 Tipologia costruttiva: Torre ottagonale su fabbricato a due piani coperti a terrazza, il tutto colorato in bianco.
dallo scalo al faro era previsto invece un carretto a mano (circa 800 metri). Il Notiziario racconta: “ l’isola è demaniale – i fanalisti ne approfittano per coltivare, ognuno, qualche appezzamento, la dove, essendo un poco maggiore l’elevazione del suolo, non rimane allagato durante le mareggiate”. I servizi idrici erano assicurati da due cisterne di circa 50 mc l’una e da una polla sorgiva. I rifornimenti delle cisterne avvenivano via mare con Motocisterna oppure tramite tubazione fissa che collegava la scogliera di nord – ovest all’isola di Sant’Andrea.Al fine di garantire un’adeguata istruzione ai bambini figli dei faristi, negli anni Sessanta, venne creata una scuola in loco…molto particolare: un’aula circondata dal mare, modellata dai venti e sorvolata da gabbiani.A prendersi cura dei bambini vi era una maestra, figlia di pescatori, la quale veniva accompagnata in barca per le lezioni quotidiane. In alcuni periodi, quando il tempo impediva i collegamenti, l’insegnante restava al faro, negli
alloggi di servizio, e concludeva la sua giornata di lavoro tra quei bambini isolati ma felici, cresciuti tra i conigli, i granchi e gli scogli. Il 12 giugno del 1974 il faro è stato automatizzato ed inserito tra i segnalamenti “non abitati”. Oggi il faro di Sant’Andrea è dotato di ottica rotante, lanterna L3 ed è alimentato con fotovoltaico. La tecnologia ha reso il segnalamento più efficiente e più affidabile tuttavia, approdando sull’isola, si può ancora percepire nell’aria la determinazione, la passione e, a volte, la paura, con la quale per oltre un secolo i faristi, unitamente alle loro famiglie, hanno vigilato sulla sicurezza della comunità dei naviganti. Forse la forza ed il pregio dei nostri racconti è proprio questo: ricordare, affinché non se ne perda la memoria, i sacrifici compiuti dagli uomini e dalle donne del Servizio Fari Nazionale. Gallipoli, suggestiva immagine del faro di altura di Sant’Andrea al tramonto.
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Nuoto sincronizzato
Un pass per l’Olimpo di Pasquale Prinzivalli
Si chiude la rubrica dedicata ai nostri atleti che hanno ottenuto la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo, in programma dal 23 luglio all'8 agosto 2021. In questo numero vi presentiamo le nostre “sincronette” che hanno ottenuto a Barcellona il pass per i Giochi N OT I Z I A R I O
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ottare come guerriere per guardare con speranza al futuro. Era questo l’obiettivo delle azzurre a Barcellona dove hanno conquistato, al termine di prove sensazionali, il pass per le prossime olimpiadi a Tokyo 2021. Erano solo tre i posti ancora disponibili per completare il quadro delle nazioni partecipanti ai giochi olimpici per quanto riguarda le squadre, mentre otto le caselle libere per i duo. In acqua Linda Cerruti, Beatrice Callegari, Co-
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stanza Di Camillo, Costanza Ferro e Gemma Galli, le cinque atlete della Marina Militare insieme alle compagne Enrica Piccoli, Domiziana Cavanna e Francesca Deidda fanno spettacolo e volano sulle note di “Final Fight” adattata da Antongiulio Frulio, alla conquista dei punti necessari per aggiudicarsi il diritto a partecipare ai giochi di Tokyo. “Siamo molto molto felici di questo risultato, perché arriva dopo una serie di infortuni e in casa delle nostre antagoniste. Le ragazze sono state perfette e hanno nuotato in maniera impeccabile.
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Linda Cerruti, Beatrice Callegari, Costanza Di Camillo, Costanza Ferro e Gemma Galli
È il primo 93.0000 che prende l’Italia e ciò rappresenta una crescita importante. Abbiamo portato una routine molto difficile e che è stata ben accolta” cosi il direttore tecnico Patrizia Giallombardo commenta la prestazione delle atlete azzurre che confermano la crescita di questi ultimi anni. Per la prima volta le sincro italiane superano il muro di 93.0000 punti con la prestazione del team free dove ottengono 27.9000 per l’esecuzione, 37.3332 per l’impressione artistica e 28.000 per le difficoltà totalizzando un totale di 93.2332. Una prestazione di altissimo livello che ha permesso alle nostre ra-
gazze di segnare nella classifica gen e r a l e 184.0249 lasciando dietro la Spagna con 182.5206 e la Grecia con 175.9000. A Barcellona dunque l’Italia del nuoto sincronizzato, ottiene un successo per nulla scontato conquistato da guerriere vere che puntano al domani con energia ritrovata. Il tempo che separa le azzurre dall’inizio delle olimpiadi servirà per provare a migliorare ancora. A Tokyo le nostre atlete dovranno vedersela con le
compagini di Giappone, Australia, Canada, Cina, Egitto, Grecia, Kazakistan, Messico, Nuova Zelanda, Russia, Spagna, Ucraina, Sud Africa,. Il direttore tecnico Patrizia Giallombardo ha voluto dedicare “la qualificazione olimpica a tutte le atlete e a tutto lo staff della Nazionale. Lasciamo alle spalle un anno e mezzo molto duro, soprattutto psicologicamente: le ragazze non gareggiavano in nazionale dai mondiali di Gwangju". Ci vediamo a Tokyo.
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Sfilano auto d’epoca col Tricolore per festeggiare il 2 giugno A condurre le autovetture, partite dal circolo sottufficiali della Marina Militare di Roma, personale appartanente alle Forze Armate e privati cittadini che condividono la passione per le auto storiche e l’amore per la Patria
di Antonio Cosentino*
oma Tor di Quinto – Sventola il Tricolore su 52 auto d’epoca, pronte alla partenza dal circolo sottufficiali della Marina Militare. Da qui inizia una passeggiata tra le vie più suggestive della capitale per arrivare fino al Palazzo della Civiltà all’Eur. L’idea, nata dal fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, coadiuvato dal capitano di vascello (r) Salvatore Calvaruso e da Vincenzo Arzente per ringraziare le Forze Armate e onorare la festa nazionale del 2 giugno. A guidare le auto - spiega Latorre - appartenenti alle Forze Armate e privati cittadini che condividono la passione per le auto storiche e l'amore per la Patria. Partecipare da spettatore a questa pas-
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seggiata di auto è stata per me una scelta quasi naturale, dietro l’invito che ho raccolto dall’amico Salvatore, per fare ammirare e apprezzare a cittadini e turisti, come una volta, quando c’erano le auto da sera, quelle sportive ed eleganti, le comode dimesse familiari e le chiassose americane che cambiavano linee ed accostamenti di colore ogni anno tanto che potevi distinguere la collezione del ’54 da quella del ’53. L’automobile, come l’abito, stabiliva l’identità del proprietario; non ne indicava solo lo status sociale, era un ritratto dei suoi gusti e del suo stile di vita. I designer sapevano coniugare funzionalità ed estetica con disinvoltura e fantasia. L’automobile resta il mito della nostra era. Nel disegno di una Ferrari del ’50 c’era già tutta la raffinatezza dell’attuale made in Italy.
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Queste vecchie glorie sono di fatto opere d’arte che hanno trovato da tempo spazio nei musei. Ed ecco allora che nel giorno della festa della Repubblica, la gente riempie le piazze, sta lì a guardarle passare e salutarle, ecco: la Lancia Flaminia Zagato 3C del 1962, appartenuta a Marcello Mastroianni, la Lancia Aurelia B24 del 1958, la Fiat 1100B del 1948 e la Cisitalia 303 del 1952 e tant’altre.
Panoramica dal piazzale del circolo sottufficiali della Marina Militare a Roma; in basso a centro pagina: passaggio in via Veneto della Lancia Appia Pinfarina coupe*bicolore del 1957; dall’alto nella pagina a destra: Chevrolet Corvette C1 del 1954; la Fiat 1100 B del 1948 e la Morgan Plus del 1984. Foto di Maurizio Lucchese.
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52 auto d’epoca, pronte alla partenza dal circolo sottufficiali della Marina Militare. Da qui inizia una passeggiata tra le vie più suggestive della capitale per arrivare fino al Palazzo della Civiltà all’Eur.
” Una bellissima passeggiata - commenta Latorre – dove abbiamo riscontrato molto interesse da parte della popolazione. Abbiamo ragalato un bellissimo spettacolo che non potrà sostituire la grandezza della tradizionale parata, ma sarà un segno di speranza e di ritorno alla normalità. Da parte mia, posso affermare che questa passeggiata mi ha colpito l’entusiasmo della gente che era uguale al mio, il fascino di queste carrozzerie sinuose e accattivanti, l’atmosfera eccitata e un segno di coesione e unità che consolida l’orgoglio nazionale e lo spirito di appartenenza alla festa della Repubblica.
* consiglio direttivo UIGA – Unione Italiana Giornalisti Automotive.
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