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Alla scoperta del Bacino di Raddobbo borbonico e del molo San Vincenzo Nella Base Navale di Napoli la “Passeggiata Patrimoniale” promuove l’interazione dei cittadini con il loro patrimonio culturale di Giuseppina Maria Greco
’antico Bacino di Raddobbo Borbonico e il Molo San Vincenzo di Napoli, mete prescelte per la “Passeggiata Patrimoniale”. Ideata per portare all’attenzione di un pubblico sempre più vasto luoghi di grande valore storico e identitario, l’iniziativa nasce dalla disponibilità del Comando Logistico e del Quartier Generale Marina Militare di Napoli, ed è frutto della collaborazione, tra gli altri, dell’Accademia dell’Alto Mare, del CNR IRISS (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo) e dell’ANIAI (Associazione Nazionale Ingegneri Architetti Italiani) - Campania. Il 25 settembre numerosi visitatori hanno varcato l’ingresso della Base Navale di Via Acton, comandata dal capitano di vascello Aniello Cuciniello, per scoprire uno dei luoghi antichi del capoluogo partenopeo,
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La storia del molo San Vincenzo inizia nel lontano 1268, quando Carlo I d’Angiò fece costruire una gigantesca torre militare sull’isolotto di fronte al Castel Nuovo che prese il nome da un piccolissimo convento, che lì sorgeva, dedicato a San Vincenzo. guidati dal referente storico del Comando Logistico Claudio Romano e dall’architetto Andrea Giovannini, membro dell’Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti Italiani sezione Campania. Esclusiva l’opportunità di percorrere il Molo San Vincenzo e di visitare il Bacino di Raddobbo, il primo realizzato in Italia, dichiarato “monumento nazionale” nel 1981. La storia del molo San Vincenzo inizia nel lontano 1268, quando Carlo I d’Angiò fece costruire una gigantesca torre militare
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sull’isolotto di fronte al Castel Nuovo che prese il nome da un piccolissimo convento, che lì sorgeva, dedicato a San Vincenzo. Nel 1596, quando il Viceré Conte di Olivares affidò a Domenico Fontana il progetto di ampliamento e sistemazione del porto di Napoli, l’isolotto venne unito alla terraferma. Occhi puntanti anche sulla Lanterna del Molo. La sua prima costruzione risale al 1487. Sul Faro di Napoli venne poi applicato, nel 1843, un sofisticato sistema di lenti importato dalla Francia che lo rese il