OFFICINA* 31

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Ruines è un viaggio nel tempo e fuori dal tempo. Le fotografie sono dei frammenti di paesaggio in cui s’intravede il passaggio dell’uomo. Scenari vuoti e poetici, impregnati di malinconia, ma che invitano ad andare oltre con lo sguardo e con la mente. Le immagini di Josef Koudelka sono tutte accumunate dalla presenza invisibile dell’essere umano: il passaggio dell’uomo, testimonianza di un mondo che fu. LG

À l’affiche ! 22 settembre 2020 - 21 febbraio 2021 BnF | François-Mitterrand www.bnf.fr

Il manifesto cinematografico è senza tempo; il cinema non si è mai separato da questo strumento visuale. La mostra À l’affiche ! raggruppa alcuni dei manifesti cinematografici più celebri conservati alla BnF, dalla nascita del cinema dei fratelli Lumiere ai nostri giorni. In questa lunga sequenza d’immagini – l’esposizione si estende su buona parte del corridoio allée Julien Cain – si sussegue la mutazione dell’estetica e delle tecniche di stampa:

Letizia Goretti

Josef Koudelka, fotografo ceco naturalizzato francese, non ha bisogno di particolari presentazioni. Diventato famoso dopo aver documentato la Primavera di Praga (1968), ha continuato a immortalare nei suoi scatti racconti di vita quotidiana ai margini della società, ma anche paesaggi naturali e spazi urbani attraverso il suo sguardo poetico. La serie Ruines (Rovine) riassume un progetto personale di Koudelka durato trenta anni, durante i quali il fotografo ha attraversato 20 paesi per raccogliere, visualmente, le rovine della cultura greca e latina. Un viaggio dalla Syria all’Italia, passando dalla Turchia alla Grecia, dalla Giordania alla Francia e attraversando tanti altri paesi. In mostra sono presenti 110 immagini in bianco e nero, molte delle quali inedite. L’esposizione non segue una linea divisa per luoghi o cronologica: in realtà non esiste nessuna logica. L’installazione sospesa, ideata da Jasmin Oezcebi, permette di vagare tra le stampe fotografiche, senza dover seguire il “solito” percorso imposto. Si è liberi di girovagare tra le stampe facendosi guidare dai propri occhi, scrutando i siti archeologici attraverso dei rapidi aller et retour di paese in paese. Ma perché documentare le rovine? È lo stesso Koudelka che ci dà la risposta. All’ingresso dell’esposizione un grande pannello riporta una sua frase: “le rovine non sono il passato, sono il futuro. Tutto intorno a noi, un giorno, sarà in rovina”.

Letizia Goretti

Josef Koudelka. Ruines 15 settembre – 6 dicembre 2020 BnF | François-Mitterrand www.bnf.fr

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dalla litografia alla stampa offset, dal disegno al fotomontaggio, fino alla stampa digitale. I codici grafici dei poster, inoltre, a volte sono stati adattati dalla distribuzione cinematografica internazionale secondo il gusto estetico del paese di diffusione, creando delle differenti versioni per lo stesso film. L’affiche di apertura è del pittore e illustratore Marcellin Auzolle – manifesto che creò per la pellicola L’Arroseur Arrosé dei fratelli Lumiere nel 1896 – per poi proseguire con Le Fantôme de l'Opéra, Le Charme des fleurs, Le Testament d'Orphée, Metropolis, Psychose… Il manifesto cinematografico, anche se dalle origini è una forma pubblicitaria, rappresenta la maestria de l’affichiste (cartellonista). Il mestiere del cartellonista o illustratore cinematografico è molto complesso, come sottolinea l’affichiste francese Léo Kouper: “il regista ha 1h30 o 2h per raccontare una storia, il cartellonista ha un secondo”. In questo secondo egli deve saper usare con destrezza l’arte dell’intrigo senza mostrare esplicitamente il contenuto del film. Ma questa figura geniale è rimasta spesso nell’ombra, uscendo talvolta allo scoperto agli occhi dei collezionisti o di amatori occasionali. Oggi il manifesto cinematografico è un vero e proprio “oggetto” da collezione, fino ad arrivare ai paradossi del collezionismo, cioè offrire cifre esorbitanti come nel caso della vendita del manifesto originale di Metropolis battuto all’asta per 1,2 milioni di dollari. L’esposizione è “una passeggiata panoramica attraverso più di un secolo di cinema”, seguendo un filo cronologico, essa ripercorre le tappe più importanti del manifesto e la sua funzione, le tendenze estetiche e l’attività dei suoi creatori poiché il manifesto è un’opera entrata a far parte della memoria cinematografica e anche della nostra. LG

ESPLORARE


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