GUARDIA E LADRI
QUARANTEAM
La squadra ai tempi dell’isolamento sociale Di Susanna Toffali Il playmaker
Dopo una notte turbolenta intrisa di assist al bacio puntualmente sprecati dalle compagne, il playmaker si sveglia con la stessa sensazione di stanchezza e ammaccatura di quando si ritrova a marcare un pivot di un metro e novanta in post basso a causa di uno sciaguratissimo cambio sul pick&roll. In cucina si trova a dover fare i conti con la monumentale stazza che da sempre caratterizza la sua vita cestistica e, soprattutto, con l’altezza che puntualmente non le permette di arrivare alla scatola dei biscotti. L’abilità nel “no-look” viene prontamente messa a disposizione dell’attività universitaria e la sviluppatissima visione periferica diventa incredibilmente utile per far finta di seguire le lezioni durante la quarta stagione de “La Casa di Carta”.
La guardia
La designazione dell’addetto-spesa in famiglia mette più agitazione delle convocazioni del venerdì sera in spogliatoio. La tensione è palpabile: c’è chi si guarda i piedi, chi si mangia le unghie, chi osserva in maniera spasmodica le fughe del pavimento in attesa di un verdetto che lascerà sicuramente l’amaro in bocca. La scelta ricade sulla guardia che, sportivamente, esulta in faccia ai fratelli come Michael Jordan dopo gara 6 delle finals del 1998. Stockton e Malone ne escono sconfitti, è ora di indossare guanti e mascherina ed andare. L’Esselunga si rivela un ottimo playground e centrare il carrello con i prodotti di prima necessità un valido metodo per affinare il proprio package: layup con l’Amuchina, reverse con i surgelati, jump shot con la Simmenthal e, per i più fortunati, tiro da tre con il panetto di lievito (rigorosamente da 500 grammi).
L’ala
Farmacia comunale, ore 10.30. Venticinque i gradi effettivi al sole, circa trentotto i percepiti: un caldo del genere ad aprile non si vedeva da giugno. Parcheggiata la macchina a circa un chilometro e mezzo, ci si può tranquillamente già trovare in fila, tremendamente analoga a quella che si può trovare una qualsiasi domenica estiva all’ingresso di Gardaland. Farmacia comunale, ore 11.30. Dopo un’ora ed una media di due passi ogni quindici minuti, si intravede un barlume di speranza. Mancano solo dieci persone, e l’insegna luminosa si avvicina vertiginosamente. Farmacia comunale, ore 12.30. Con lo stesso aplomb di un Calippo dimenticato sotto al sole, l’ala arriva sorridente al traguardo. La farmacista, altrettanto sorridente, comunica di tornare nel pomeriggio. Fortunatamente la mascherina ha il potere di coprire il labiale.
Il pivot
A cosa serve la sveglia puntata sul cellulare quando la mamma decide di far prendere aria alla stanza alle 8 del mattino e ti dà la possibilità di svegliarti con il gradevolissimo venticello ghiacciato tra i piedi, che puntualmente penzolano fuori dalle coperte? E soprattutto, perché il piumone Ikea sembra sempre rimpicciolirsi durante la notte? Mismatch a parte, quali sono i vantaggi dell’essere un metro e novanta? Devono essere più o meno questi i quesiti che attanagliano la testa del pivot, conscia del fatto che in questi tempi in cui tutti hanno magicamente voglia di ristrutturare qualsiasi cosa, le sue lunghe leve verranno certamente usate come pretesto per reggere mensole, quadri o lampade in giro per la casa.