Birra Nostra Magazine 4_2021

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

“ARTIGIANALE DA FILIERA AGRICOLA ITALIANA”, IL MARCHIO DEL CONSORZIO BIRRA ITALIANA Marco Farchioni di Mastri Birrai Umbri:

“UNITI PER CRESCERE”

Marco Farchioni, general manager di Mastri Birrai Umbri e fondatore del Consorzio Birra Italiana.

“Artigianale da filiera Agricola Italiana”: recita così il marchio che il Consorzio per la tutela e la promozione della birra artigianale italiana ha lanciato sul mercato ormai da un anno, con la collaborazione di Coldiretti e con il coinvolgimento di produttori di birra e di malto e coltivatori di orzo e luppolo. Tra gli obiettivi del Consorzio c’è, infatti, quello di collegare in una filiera tutta italiana i vari passaggi della produzione, dal campo dove si coltivano le materie prime fino alla bottiglia che arriva al consumatore finale. Il marchio mira a garantire e tracciare la prevalenza di materia prima da filiera agricola italiana. Il tutto ponendo attenzione alla remunerazione etica della filiera e di tutti i suoi attori. “Investiamo tutti i giorni – spiega Marco Farchioni, general manager di Mastri Birrai Umbri e socio fondatore del Consorzio – perché crediamo che la materia prima italiana, grazie alla biodiversità del nostro territorio, rappresenti una grande ricchezza. Il luppolo, per esempio, rappresenta il legame con il

luglio-agosto 2021

terroir. Come la vite, assume le caratteristiche aromatiche del territorio”. In Italia si producono 19,5 milioni di ettolitri di birra, 7 dei quali provenienti da altri Paesi. Dei 14-15 milioni di ettolitri prodotti esclusivamente in Italia, ben 2,5 milioni sono quelli utilizzati per la realizzazione di birre speciali, ad alto valore aggiunto. Secondo i dati del Consorzio, la produzione di birra artigianale ammonta a 550 mila ettolitri. Un terzo di questa produzione proviene da una filiera italiana. Come ricorda anche il disciplinare del Consorzio per la tutela e la promozione della birra artigianale italiana – nato il 28 marzo 2019 – per produrre “Birra Artigianale” secondo le disposizioni di legge, ciascun birrificio deve rispettare alcuni criteri: indipendenza del birrificio, limite di produzione stabilito in un massimo di 200.000 ettolitri all’anno e integrità del prodotto, che non deve essere sottoposto a processi di pastorizzazione o di microfiltrazione.

Il Consorzio rappresenta il 10-11% della birra artigianale prodotta in Italia (58 mila ettolitri) e il 50% del malto da birra prodotto nel Paese. In Italia ci sono 964 microbirrifici, con una produzione media di 600 ettolitri. Il Consorzio si impegna a valorizzare i produttori artigianali che usano il 51% di materia nazionale, a creare un legame sempre più stretto tra coltivatori di orzo, di luppolo e di birra, a sviluppare sempre più una genetica italiana, a tutelare la birra artigianale made in Italy. “Grazie al Consorzio aumenteremo la condivisione tra i produttori a tutti i livelli della filiera”, conclude Farchioni. “Abbiamo una grandissima voglia di fare gruppo: riusciamo a crescere solo se ci uniamo e se condividiamo le nostre conoscenze. Unire domanda e offerta è l’unica speranza per crescere. Inoltre, per fare un prodotto artigianale agricolo – dunque un prodotto ‘vivo’ – servono grande attenzione, serietà e conoscenze tecniche”.

Il mastro birraio di Mastri Birrai Umbri analizza la birra.

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