GIOVANI E GUERRA

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In cop ertina : Allievi del Regio i stit ut o Tecnico "A. Zanon " verso la fi ne dell'Ottocento , in Arch ivio Friuli, Fototeca dei Civici Musei di Udin e. in quarta di copertina : La s ede di Piazza Garibaldi del Regio Istituto Tec nico "A. Zanon" a fine Ottocento; un g ruppo di allievi dello stesso periodo (fo tografie conservate in Archivio Friuli, Fo toteca dei C iv ici Musei di Udine); la cope rtina del Libro d'oro in onore degli alunni del R. Istituto Tecn ico di Udine caduti per fa patria 1915- 1918 , ripubblicato in questo vol um e .

GIOVANI EGUERRA

Associazione ZanonAmico - Udine

PAO LO FE RRARI - ALESSANDRO MASSIG ANI
Una scuola a/fronte 1914-1920

BANCA'UDINE

CREDITO COOPERATIVO

ISBN 978-88 - 8130- 136-2

Prima ed iz ione novembre 20 18

Anno : 20 I 8 2019 2020 2 0 2 1 2022 2023

E DIZIO I GINO ROSSATO s . a. s di F erra ri Marta & C.

Via B e ll a Venezia , J3

36078 VALDAGNO (V icen z a)

Tel.0445 / 4 11 000

info @ ed izioniro s sato.it - www ed iz ionirossato .i t

Edi z ione :

T RIPM A RE
RIMORCHIATORI UDINE Ml6JSET
IN DICE Pr e faz ion e di Mar io Savino ........ ................. ........ ....... .... ..... ..... .. ... ..... .... Pag.7 N ota ed i tor i a le e r in g raziam e nti ......................................................... " 15 CAPIT O LO 1. L e ge neraz ioni d el co nflitto .............. .. ............ .... .......... " 17 Dall'e nt us ias mo a ll a trag edi a ....... ... .............................. .. .............. .... .... .... " 17 Alla pro va de l fu oc o .... .... .... .... .... .. ........ .. ...... .. ...... .. ...... .. .... .... .... .... .......... " 22 L'es e rcito italiano .. ...... .... .... .. ........ .. .............................. ... .... .. ...... .... ...... ..." 26 CAP ITOLO 2. Il Regio Istituto Tecnico nella Grande gu e rr a .... ...... .. " 33 Durant e la neu t ral ità ..... .. ...... .. ...... .... .. .. .... .... .... .... .... ...... ... .... ......... .. .. .. ..... " 33 Per il Belgio in vaso ...... .... .... .. ...... ..... .... .... .... .. .. .. .. .... .... .... .... .... .... ....... .. ... " 38 La guerra v ic ina .... ... ..... ....... ... ..... .... ...... .. .. .... .. ... ...... ... ............. .... ............ " 42 I l pri mo anno di guerra : 19 15- 1916 ...... .... .... .... .... .... .... .... .... ...... .. ...... .... .. " 44 La visita di As qu ith ........ .. .............. .. ...... .. ...... ......... .. ...... .. .... ...... .. ............ " 61 L'an no scolas tic o 1916 - 1917 ........... .. .... .. ...... .......... ....... ... ....... .... ............ " 62 La riforma del la Sezione ind ustriale " 72 La scuo la a lla fine del la gue rr a ........ .. ............ .. ........ .. .............. .. .. .. .. ....... .. " 81 fl lungo ritorno al la nom1a li tà : le relaz ion i su ll' a nn o 19 18- 1919 .. ...... .... ." 84 Lo sc iopero del febbra io 1920 .................................. .. ...... .. .... .. ...... .... ...... " 94 Le "ano nna lissime con d iz io n i" del pr im o bien nio postbellico .. ...... .... ..... " 103 CAP l TOLO 3. G io vani e g uerra: testimon i anze .. .. ...... .. .... .... ...... .. ...... " 117 Cug ini da l l'a lt ra pa tte del fro nte ............................................................... " 118 Es tate 19 I 5 : il co le ra .... .... .. ...... .. ........................ .. .............. .. .............. .... ... " 120 Una scuo la sulla lin ea de l fro nte .. .. .. .. .. ...... .. ...... .. ..................................... " 12 1 on guerrieri , non cos trutto ri " 12 1 Due forme di vio lenza .. .. .. ... .. .. ...... ..... ........ ........ ......... ........ ... .... .. ........ ... .. " 123 Prost itute ................... .. ...... ... .... ..... .... .... ..... .. ... .. .... ..... .. ......... ... .... .. .. .. ....... " 125 Centocinq uan ta uom ini in fi la .... .. .. .. .. .... .... ...... .. ....... .......... .. ...... .. ...... ...... " 127 ln fuga da l Friuli ................ .. ...... .. ...... .... .... .... .... .. .. .. .... .. ..... .. .. .. .. ...... .. ...... " 128 A mezzanotte sentivo le bombe .. .. .. .. .. .... .. .. ... .. .. .... .. ..... ... .. .. .. ...... .. .... ... .. .. " 132 Disorientati per sem pre ...... .. ...... .. .. .... .... .. .. .... .... .... ...... .. ...... .. ...... ...... .. ..... " 134 Due eredità della guerra .............. .. .. .. .. .... .... ...... .. ....... .. .. ...... .. .. .. .... .. ...... ... " 135 CA PITOLO 4. I ca duti , il lu tto e l a sua e laborazione " 137 LIBRO D ' ORO IN ONORE DEGLI ALUNN I D EL R. ISTITUTO TECN ICO DI UDI NE CADUTI P ER LA PAT RI A 1915-1918 .. .... ...... .. " 14 3 5

Questo libro nasce per onorare la memoria di 90 ragazzi che frequentarono l'Istituto Z anon di Udine tra la fine dell'Ottocento e l ' inizio del ovecento e che, giovanissimi, morirono nel corso del primo conflitto mondiale , le cui biografie abbiamo voluto ricordare sulla base di una pubblicazione che comparve per render loro omaggio poco dopo la fine della guerra.

Più vo lt e mi sono chiesto, ne l corso delle periodiche riunioni presso l'auditorium dello Zanon nelle quali vengono premiati i giovani meritevoli o quando assisto agli spettacoli studenteschi di canto e danza, quale mente criminale potrebbe mai pensare di mandare in guerra quella meravigliosa gioventù . Eppure , circa cento anni fa, 90 ragaz z i "del la nostra scuola" perirono tragicamente per motivi che, probabilmente, non erano del tutto chiari neppure a loro.

Costantemente mi domando il perché della guerra , il motivo per cui questo terribile cancro continui da sempre ad affliggere i l mondo , p e r quale ragione nei settori tecn ic i e scientifici l'umanità progredisce in quanto utilizza le ricerche, le spe rimenta z ioni e gli error i delle generazioni precedenti mentre le devastazioni delle gueJTe continuano a perpetuarsi.

Durante la preparazione di questo libro ho avuto occasione di pensare ancora a questo irrisolto problema e condividere con altri le mie riflessioni, analizzando, sebbene con i limiti del "non professionista" , alcune teorie s ulle motivazioni che sono ali 'origine delle guerre. Citerò, molto s in teticamente, solo le esternazioni e i concetti che più mi hanno colpito.

Già nell'antichità, evidentemente, non c'era consenso tra i grandi pensatori : se Eraclito (535-475 A.C.) affermava che la guerra è madre e regina di tutte le cose, Erodoto (484- 425 A.C.) ammoniva: "nessuno è così stupido da preferire la guerra alla pace: nella pace i figli seppelliscono i padri , in guerra invece i padri seppelliscono i figli".

In epoca più recente, l'idea della guerra come condizione necessaria viene espressa dal filosofo britannico Thomas Hobbes (1588 -16 79): "lo stato di guerra è lo stato naturale d e ll'umanità , nel senso che è quello al quale essa sarebbe ridotta senza le regole del diritto o dal quale cerca di uscire mediante queste regole. Lo stesso concetto di pace è negativo , in quanto obliato dall 'assenza di forza"

H e gel (1770 - 1831) cons idera il conflitto in generale come una specie di " giudizio di Dio" di cui la Provvidenza si serve per far trionfare l ' incarnazione migliore dello Spirito del mondo e afferma che "come il vento preserva il

PREFAZION E
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mare dalla putrefa z ione nella quale lo ridurrebbe una quiete durevole , così vi ridurrebbe i popoli una pace durevole, anzi perpetua".

Di assoluto interesse e di diverso respiro, avvicinandoci ai nostri tempi , é lo scambio epistolare tra Albert Einstein e Sigmund Freud: il 30 luglio del I 932, i I fisico , con l'umiltà che caratterizza i geni, si rivolge allo psicologo per porgergli una "domanda che appare, nella presente condizione del mondo, la più urgente fra tutte que l le che si pongono alla civiltà. C' è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?".

Einstein sa e afferma che non è facile creare un ' autorità s o vranazional e che possa con la forza affermare il diritto p e rché la sete di potere de l le classi dominanti e i v antaggi economici che e ss e intendon o pers eguire non accettano cond iz ionamenti. Si chiede però perché "la massa del popolo si lasci asservire dalle cupidigie di pochi, pur s apendo che da una guerra ha solo da soffrire e da perdere. Forse perché chi è di volta in volta al potere ha in mano prima di tutto la scuola e la stampa, e perlopiù anche le organizza z ioni religiose " .

Si ri v olge quindi allo psicologo perché ritiene che quello della conservazione della pace s ia insieme un problema urgente e imprescindibile, chie-

A lliev i de l R egio i s tituto Tecnico "A. Zano n ", classe I V del corso Agrime ns ura , 1892-1 8 93 (Studio Pigna f), in Arch i vio Fri uli Fo1ote ca dei Ci
M
vici
usei di Udine.
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dendo a Freud se le recenti scoperte sulla nuova scienza possano "indicare la strada a nuovi e validissim i modi d'azione contro la guerra".

Freud, dopo essersi complimentato per l'acutezza delle argomentazioni proposte da Einstein, con estremo garbo inizia la sua risposta rettificando con la dizione "rappo110 tra diritto e violenza" ciò che il fisico indica come "rapporto tra diritto e forza" : lo psicologo intende distinguere il concetto di forza , quale caratteristica che ben può costituire un pregio, dalla violenza e cioè dalla forza utilizzata per fini ingiusti e oppressivi .

Freud afferma che originariamente la maggio re forza muscolare e successivamente la superiorità intellettuale , con l'utiliz zo delle am1i, hanno reso poss ibile la violenza A suo parere , solo l'unione di tanti debol i può bi lanc iare lo strapotere del più forte e affermare quindi il diritto a danno della violenza, ma la pace, successivamente, può essere mantenuta solo se c'è identificazione di principi tra coloro che gestiscono i l potere con presupposti di diritto.

Si sofferma poi sulla sua teoria in tema di pulsioni e in particolare su que ll a che riguarda la distru z ione e la morte affermando che non c'è speranza di poter sopprimere le tendenze aggressive degli uomini ma queste tendenze possono essere combattute con la pulsione altrettanto forte dell'amore per il prossimo , anch'essa forte e fondamentale. Il popo lo ha bisogno di "capi a cui dedicare maggiore cura nell ' educazione, dovendo costituire una categoria superiore di persone dotate di indipendenza di pensiero, inaccessibili alle intimidazioni e cultrici de l la verità, alle quali dovrebbe spettare la guida delle masse prive di autonomia. Cosa non certo gradita al potere statale e alla chiesa".

La sua ricetta finale contiene una nota di ottimismo poiché ritiene che il processo di progressiva civilizzazione del genere umano comporti modificazioni fis iche e psichiche; tra queste ultime s i sta realizzando "uno spostamento progressivo de lle mete pulsionali, con rafforzamento dell'intelletto , che comincia a dominare la vita pulsionale e l'interiorizzazione dell'aggressività"

Potrebbe derivarne un rifiuto intellettuale e affettivo a lla guerra , non solo per i pacifisti. In s intesi: "tutto ciò che promuove l'evoluzione civile lavora anche contro la guerra"

Erich Fromm ( 1900-1980) contesta decisamente la tesi freudiana dell'innata distruttività umana quale causa primaria della guerra, ritenendo g li interessi economici e le ambiz ioni dei leader politici e militari i veri fattori determinanti.

Certamente penso che tanto ci sarebbe da dire sulle guerre "giuste", su l terrorismo che rappresen ta una nuova e atipica forma di guerra "mondiale" che colpisce i civili, sulle guene economiche, sull'incapacità dell'Organ izza z ione delle Nazioni Unite d i perseguire il suo ruolo essenziale e centrale , e cioè i l

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li "Giornale di Udine·· del 26 maggio 1915 s i apre wn le ini:iali avanzate del! 'eserciro ilalia110. ma in realrà il nemico si stava ritirando sul confine militare. Con il ptvfrarsi del conflitto per i giornali divenne sempre più difficile descrivere una guerra priva di significative viltorie

Aauo.-a.o.• .s. 137 GIORNALE DI UDINE
.. _la._ .. .-.
Quotidiano polJtico del mattino
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mantenimento della pace e della sicurezza, non disponendo , per evidente scelta di alcuni lead e r politici, della "fo r za" necessaria per elimi nare ''la violenza", ma tutto ciò non mi impedisce di esternare alcune riflessioni conclusive ispirate quanto meno dalla speranza.

Con il tempo tutto evolve ed è indubitabile che nelle popolazioni con maggiore scolarizzazione, cultura e tenore di vita il desiderio di pace prevalga su qualsivoglia altra considerazione.

E proprio dalla genera le diffusione della cultura disc e nde i l valore e l'importanza da attribuire al la v ita e alla dignità delle per sone . Penso all'abissale distanza valoriale che solo un secolo fa divideva, ad esempio, il generale Cadorna dai suoi soldati, utili zza ti più o meno come carne da macello a l fine di raggiungere il risultato (economico e politico) prefissato, all'identità, in termini d i dignità , rispetto e umanità, che ai nostri giorn i, quantomeno nel mondo occ identale, accomuna un militare graduato ai suoi sottoposti.

La sco lari zzazione per tutti, la più diffu sa cultura, l'etica e la morale che ne conseg uono , che s i sommino o meno a principi religiosi, possono rappresentare un argine che la popolazione stessa deve scientemente imporre per spingere alla devoluzione transattiva ogni potenzia le s ituazione idonea a degenerare in conflitto armato. Una pace voluta e imposta dal "basso", quindi, anche se non sem pre ispirata dall'"alto". ln questo contesto mi chiedo se i capi po l itici, economici e militari capiscano l'impo11anza del loro ruolo e il peso che una sana ed equilibrata leadership possa e debba avere per la conservazione di un valore fondamentale quale quello della pace.

Ed in questo contesto risulta fondamentale il ruolo d ella scuola, che ha il dovere di coniugare la trasm issione del sapere con lo svi lu ppo della consapevolezza, della cultura civile e sociale, del rispetto e del la non vio lenza nella gest ion e dei conflitti, dei diritti umani, della coesistenza, dell'integrazione, de lla r iflessione critica, e quindi de l diritto di opporsi a un'autorità che impone modi violenti .

Riusciremo ad avere valori che superino gli interessi economici e l'aggressività, che re sta pur sempre una caratteristica peculiare del genere umano? Recenti studi neurobiologici dimostrerebbero che la specie umana ha vinto la lotta per la prevalenza sottomettendo tutte le altre specie. on vi pare che sia giunto il momento in cui l'evolu zione possa ragionevolmente sopire l'istinto primario di aggressione volto ad accaparrarsi con la violenza e la prevaricazione i beni atti a garantire la sopravvivenza, la riproduzione, la ricchezza e la migliore qualità della vita?

11 mio ausp icio è che quantomeno in quella che ritengo essere la vecchia, saggia e colta Europa non si debbano scrivere altri libri volti a ricordare dei

li

ragazzi ingiustamente e a surdamente strappati alla vita, delle vite rubate ...

Non dimentichiamo il passato : "chi lo d imentica", scrive i l filosofo George Santayana, "è condannato a ripeterlo".

Sulla base di queste motivazioni abbiamo chiesto a due app rezzati e st imati storici di realizzare un lavoro sui giovani e la guerra, declinato sia in termini generali riferiti al la "generazione perduta" che in tutta Europa andò in guen-a tra il 1914 e il 1918, sia st udiando, in particolare. cosa avvenne a studenti e docenti di quello che allora era denominato Re gio Istituto Tecnico "A. Zanon" durante la prima guerra mondiale, quando la grande scuola di Ud ine svolse la propria attività nella "capitale della guen-a", sede del Comando supremo e a poche decine di chilometri dal fronte. Utilizzando per la prima volta il ricco archivio storico dello Zan o n , essi hanno così ricostruito, in maniera approfondita ma anche vivace, la vita quotidiana, le preoccupazioni , le paure e gl i entus ia mi di quei giovani e dei loro docenti , a partire dal peri odo della neutralità. Propaganda bellica, arrivo dei profughi, morte dei primi s tudenti richiamati, incursioni aeree crearono una situa7,ione in cui stud iare e insegnare e ra sem-

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la sede di Pia::,::,a Garibaldi del R egio lstifllto Tecnico "A. 1.anon ·· a.fìne Ottoce1110 ( Foroteca dei Civici Musei di Udine) .

pre più difficile , ma nella quale la scuola cercò di assolvere al meglio i suo i com piti. li libro arriva fino al dopoguerra, quando alle distruzioni materia li si sommarono il disorientamento e i lutti do vuti al conflitto, che diedero origine al vo lume, ora ripubblicato , con le biografie dei 90 studenti caduti. Punto di arrivo è il 1920 , quando un gruppo di "studenti ex-combattenti" si mobilitò contro le decisioni prese in merito agli es ami ri servati ai giovani che erano stati richiamat i.

Questa pubblicaz ione è stata pensata, dopo precedent i lavori general i sulla stor ia della scuola, per affrontare in maniera approfondita un momento cruciale di una più che seco lare vicenda , che inizia su bito dopo l'annessione della prov incia friula na, che a l tempo in cludeva anche il pordenonese, al Regno d'Italia, nel 1866. li governo italiano volle infatti adottare qualche significativo provvedimento a vantaggio del nostro territorio , dominato da miseria , emigrazio ne massiccia , quasi tota le assenza di industria e d econom ia dec isamente modesta. Udine aveva circa 20 .000 abitanti e, nella provincia, oltre il 50% della popo lazione era ana lfabeta

La proposta di istituire una scuola di indirizzo tecn ico-economico venne acco lta dal governo e Quintino Sel la, industriale piemontese , economista , uomo di cultura e commissario de l re Vittor io Emanuele II , non so lo condivise il proge tto ma compì un ' impresa incredibile in te1mini di temp istica e risultato . Infatti poch i mesi separano l ' ingre sso delle truppe italiane a Udine (26 luglio) e l ' armistizio ( 11 agosto) dalla richiesta della Congregazione provinciale di istituire un is tit uto tecnico a U dine (29 agosto), a cui seguirono in tempi rap idissimi il regio decreto di ist ituz ione ( 12 sette mbre) , l 'inaugurazione (5 dice mbre) e l ' inizio delle lezioni (1 O dicembre) .

Va ricordata la di fferenza che nel 1866 contraddistingue la struttura d i un istituto d i primo o di secondo grado : non si tratta di una questione di mero prestigio, poiché la collocazione riguarda soprattu tto i mezzi finanziari messi a di s posizione e quindi la possibi l ità di allestire laboratori, acquistare testi e strume nti , avvalersi di ottimi insegnanti.

Grazie all'ampiezza d ella provincia, sebbene U din e abbia solo 20 .000 abitant i, si ottiene il primo grado e fo rse è a nche q uesto uno dei moti v i per i quali molti ragionieri che s i sono dip lomati presso lo Zanon hanno rivestito ruoli socialmen te prestigiosi . Da qu esta scuola, nel passato, sono infatti usciti, tra gli altri, Elio Morpurgo, finanziere , deputa to, proponente e re latore , tra l ' altro , della legge istitutiva della libera professione di ragion iere, varata nel 1906; Bonaldo Stringher, economista, Consigliere di Stato, deputato e direttore della Banca d ' Ita li a per trent ' anni , dal 1900 al 1930; Arturo Ma li gnani , scie nziato e geniale inventore.

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Nel 1883 l'Istituto viene intitolato ad Antonio Zanon. Vissuto nel Settecento, è stato definito una delle figure più eclettiche e moderne del! 'epoca illuminista. Si dedicò alla produ z ione della se ta e quindi all'alle v amento dei bachi. Favorì e diffuse nell'intera Europa il " Picolìt" , vino particolarmente pregiato , e individuò le qualità combustive della torba . Si attivò per migliorare la qualità della v ita delle persone semp li ci e povere e per questo è giustamente considerato un imp renditore illuminato ; lo definirei una s orta di Adriano Olivetti del suo tempo.

L'lstituto, nato per dec isione del re , ha attraversato la prima guerra mondiale , il ventennio fascista , la seconda guerra mondiale, la proclamazione della Repubblica e in questo seco lo e mezzo è stato test imone e ha d irettamente contribuito a uno sviluppo vertiginoso e stravolgente che ha letteralmente ri voluzionato i rapporti socia l i, ambientali ed economici , un'evoluzione incredibile, mai così profonda e rapida nella storia dell'umanità.

Le app li cazioni dell a scienza hanno innescato un meccanismo virtuoso e inarrestabile che cre s cerà con progressione geometrica .

Imp ortanti sfide attendono quindi il mondo dell'istruz ion e e della preparazione dei giovani alla vita , lavorativa e sociale.

Ma se il "nostro" Zanon, antico di età e di tradizione, se bb ene "genet icamente" giovaniss imo e pieno d i idee ed energie, ha sfornato nel passato persone preparate e adegua t e, in grado di affrontare difficili sfide, non abbiamo dubbi che , con la solidità de ll a sua struttura e l'indiscussa capacità della classe docente e dirigente che lo contraddistingue, riuscirà a farlo anche nel futuro.

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Questo libro è stato realizzato grazie alla collaborazione di molte persone, che desideriamo ringraziare . I testi sono stati concepiti unitariamente dai due autori, che si sono poi divisi la stesura delle sue parti (dovuta per i capitoli I e TV ad Alessandro Massignani e per il 11 e il lll a Paolo Ferrari), mentre le fotografie sono in parte frutto delle ricerche d eg li auto ri nel!' Archivio d e llo Zanon e in parte provengono dalla Fototeca dei Civici Musei di Udine. A l la selezione di qu este ultime hanno collaborato anche Piera Tallone, amministratore dell'Assoc . ia zione Zanon Am ico, e Laura C hin e l lato , doc en te dello Z anon, alla quale s i deve anche, con Alessandra Jelen (docente dello Zanon), il serviz io di di str ibuzion e dell'Archivio storico del l 'I.T. "A . Zanon" di Udine. La reali zzaz ione di questo lavoro è stata sostenuta da Annamaria Pertoldi , dirigente dello Zanon, che ha cond iviso fin dal l'inizio il progetto. La r ichiesta di utilizzare le immagini conservate nella Fototeca dei Civici Musei di Udine è stata su bito acco lta dall 'assessore alla C u ltura del Comune di Udine, Fabrizio Cigolot - che ha offerto una generosa collaborazione nonch é il patrocinio del Comune di U dine e in particolare della Fototeca dei Civici Musei -, e dal dirigente de l Serv i z io int egrato Musei e Bib liotec he, Romano Vecchiet, mentre Loris Milocco (Fo toteca Civici Musei) ha provveduto, con la consueta rapidità e profess iona lità, a rendere disponibili e poi a riprodurre i materiali Siamo inoltre grat i a Rocio Luque per i sugge rimenti sull' im postazione del lavoro.

Un ringraz iamento particolare va al la Banca di Udine Credito Cooperativo (Udine), e in partico lare al direttore generale Giordano Zoppolato, e alla Tripmare S.p.a. - Rimorchiatori Tri este, per il contr ibuto alla pubblica z ione del volume.

N OTA E DITORI ALE E RINGRAZIAMENT
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LE GE NE RAZIONI DEL CONFLITTO

Dall'entu s iasmo alla tragedia

Se ch iud o gli occh i rivedo la in term inab il e sfilata di q uell a fiera coorte di as piranti alla g lori a d i apol eone e risento gli applausi, g li evv iv a, gli aug u r i dei qua l i Roma c i fu larga la sera de l 13 g iu g no . D'eroico c'era poco in noi , ma la n ostra g iovin ezza , la ba ldanza sere na che dimostravamo , l ' oscuro des tino che pesava su i nos t ri vent'anni anni o su per g iù e, chissà, forse anche i l bracciale con tan t o di " Di s t retto Militare - Roma " eccitavano la com mo z ion e ... 1 •

N on è d ifficile trova re suggestioni e ricordi ne i g iovan i entusiasti di partire p er la gu e rra in quella tarda pr i mav era d el 1915. Fotti emo z ioni già sperimen tate dai loro coetanei europei dall ' estate precedente sui vari fronti nel contine nte , in una guerra ansiosam e nte invocata e attesa da una cultura che progressivame nte avev a portato a concettual izzare l'uso della vio lenza come fatto positivo, la g ue rra come rinnovamento d i un mondo vecchio, che la "gene raz ione del 1914" illustrata da Rob ert Wohl sentiva di dover entus iasticamente portare a compimento, una mis s ione auspicata dai di scorsi pubblici che a quei giovani v enivano interessatamente indiri zzat i.

In Italia quantomeno già prima d e ll 'entrata nel conflitto la generazione dei gi ovani era stata id e ntificata letterariamente, a differenza di quelle europee, che trovarono il collante, secon do Robert Wohl , nell ' esperienza d e ll a guerra, vissuta come una cesura ch e avrebbe ca mbiato irreversibilmente il loro mondo. Fu Gertrude Stein a coniare la defini z ione di "ge nerazione perduta"2 . S i tratta pur sempre di una g e nerazion e identificata non so ltanto dall 'e tà anagrafica, ma anche attra ve rso il filtro delle s ue esp ressioni letterarie, come Prezzolini e Papin i ne l caso ita liano , consci di voler ris ve gliare l ' av anguardia e litaria dei gio va ni nati intorno al 1880 e capaci d'azion e nel nuovo se colo La mente corre subito alle imma g ini ingia lli te di giovani entus ia s ti che partono dalla stazione di Parig i Gare d e l'E st con i fiori nei fucili o dalla Germania s u vagon i con la scritta "A usflug nach Pa ris" (g ita a Parig i), in v ariabi lmente sa lu tati da g iov anette che lanciano fiori ... immagin i ottocentesche c h e sarebbero durate lo spazio di una se ttim ana m a ch e caratterizzano un momento imp resso n e lla storia e nella me moria e urop ea .

Tuttavia non so no so ltanto sfumatu re che d iv idono l 'es perienza italiana da quella anglosassone. Per esempio, quella percepi t a come "generaz ione perduta" fi n o a lla leggenda di giovani belli e fort i, istruiti a O xford e Cambridge,

CAPITOLO 1
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sportivi e inte lli genti, vo lontari in guerra con la paura c h e il conflitto finisse prima del loro arrivo al fronte-'. La definizione indica un'esperienza che aveva disatteso le loro aspettative, richiedendo un altissimo tributo di sangue e ponendo successivamente le basi di un movimento di ripulsa della guerra.

Certo , a leggere oggi le in vo caz ioni di "una rossa sv inan1ra" au tunn a le di sangue di Papini , su cui diffusamente c i intrattiene Mario lsn e nghi , restiamo inorriditi, dopo l 'esperienza di ben due bagni di sangue planetari, e fatichiamo a comprendere da dove originasse un linguaggio così serenamente v iol e nto e incurante d e lle conseguenze sulla popolazione che avrebbe do v uto imbracciare iI fucile. Perché se l ' avanguardia letteraria armata di un "immaginario religioso ed eroico" cercò di coinvolgere organizzativamente in associazioni un 'ampia fascia di giovan i , essenzialmente studenti, vi è parallelamente " I'esclusione quasi totale da questo campo semantico del mondo dei lavoratori", che avrebbero costituito invece la massa critica delle classi chiamate a com-

Allievi del Regio Is tituto Tecnico "A. Zanon" a fine Ottocento, in Archivio Friuli, FotO/eca dei Ci vici Musei di Udin e
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batte re in un ' era in cui i l citta dino s oldato - cui e ra chiesto di bagnare " del suo ve rgine sangue la v ia dolorosa del la Patria risorta " 4 per "la più grande Italia " - faticava a s ub e ntrare alla "canag lia" de gli esercit i passat i. Sono discorsi altisonanti , che dal Ri sorgim e nto per corrono ogni tragedia nazionale fino a ll '8 sette mbre 1943 ma anche oltre, tutt 'altro che co in vo lgenti pe r una larga fascia de ll a popola z ion e g iovane

La motivazione del camb iam e nto della vecchia so cietà attraverso la sa lutare guerra " di libera z ion e e d i rinnovamento " , c h e implicava " la probabil it à

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Castello di Udin e, addetti ali 'antiaerea, in Arch i vio Friuli. Fototeca dei Civici Musei di Udine.

di trovarvi la m orte", e ra comune anche tra gli uffi ciali in glesi , così come tra g li in te rpreti d e ll a g ue rra a uso e consumo de ll a p opo laz ione, e av rebbe v is to come protagon isti ovviamente i giovani investiti da "un gran fascio di luce [che] avesse il luminato un'intera generaz io ne con il suo s p lendore", g iova n i che s i sentiva n o "in u n certo senso pr iv i legiati" di poter morire in battag lia Naturalmente lo contro con la realtà sarebbe stato una d occia fre dd a, ma, qua n tomeno verso l 'este rn o, la tr adiz io n e lette ra ri a avre bb e fu nzi onato da filtro pe r t r adurre la b ru tal e rea ltà in ''es press i on i ve r bal i e levate"; so ltanto n e l 1917 vi fu chi , come S igfried Sassoon, descrisse una realtà non soltanto sangu inosa, ma anche a li e n ata 5

I giova ni che v ivevano il d ramma del confl it to senza sent irs i in vestit i d i una superiore missione come quella di "libera re i fratelli irredenti " attrave rso u na "g uerra so la igie ne d e l m o nd o'"°, oppur e d i pun ir e la G er m a nia p e r ave r e " infran to il co di ce co mu ne de ll e n azio ni europee", affrontarono l 'esperienza della guerra tra mille d isagi e d ifficoltà, senza pretendere di fare una rivoluzio n e, o fo rs e sog n a ndol a in det e rmin ati m o m e nti de l confli tto, sent e nd o s i contrappost i a ll a vecc hi a i mbe lle ll a lia - l ' I ta li a gio li ttiana d a travolgere - al g r ido d i "abbasso i vecchi!" 7 •

La s p e ns ie ratezza d e i ve nt ' anni o a nch e m e no era fo riera di future d e lu s ioni. Scriveva P ao lo Cacc ia Oom in ioni d i Si ll avengo che "se dovessi confessa rmi direi onestamente: vog lio la guerra pe r sanare la m ia tragedia d i v igliacco davant i a l le d ispe nse, di im b e ll e di fr o n te a ll a comm is si o n e d 'es am e". La nostra esperienza e me m o r ia d e ll e due guerre mon di al i ci fa inorri d ir e davanti a queste parole, ma q u este testi m onianze ci ri p ortano allo stato d 'animo del te mpo , influ e n zato no n tant o dai m e di a de ll 'epoc a , qu a nto da di sco rs i e lette r e infiammate come que l la de ll 'amico d i D ominio ni , Atti lio P orro , matrico la d i legge: "Ma come, leggi P lutarco e non leggi i giornali? oi la gue rra la fa r emo . E neg li a lpini " 8

Clima ancora più acceso a ridosso de l confine orientale: a Ud ine nell 'o ttobre d el 1914 l'interventista Romeo Batti stig fon d ò il settimana le irredentista fr iulan o " O ra o Ma i", pre nd e nd o i l n o m e da un ' invocaz ion e fi na le usata d a Cesar e Battisti per ch iudere i suoi comiz i interventisti , so llecita n do molt i giovani irredentisti inquieti e ansiosi di quella "reden zione" dall'Austria co n c u i avrebb e ro d ovuto fa re i co nti n e g li a nni su ccess iv i , r i uniti in m o ltep li c i associazioni come la "Pro P atria" , poi " Lega Nazionale", e attorno a fogli come il "Corriere di Gorizia".

M e n tr e i c o s idde tt i reg ni co l i abba nd onava no il litora le , furo n o nume ros i i volontari irred enti che attraversarono il confine per arruola rs i nelresercito italiano, e cioè 1.047 triestini, 41 O istriani e 324 go r iziani 9

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In un di scorso di D'Annunzio a Quario dei Mille , passato alla stor ia come una pubblica dichiara z ione di guerra a ll'Austria- Ungheria, il poeta- oratore si appe llò ai giovani in più passaggi dai toni blasfemi : "venti anni, una mente cas ta , un corpo temprato, una madre animosa" e " Beati i giovani che sono affamati e assetati di gloria , p erché saranno saz iati " 10 •

All ' analisi di Wohl manca stranamente un capitolo sull'Austria- Ungher ia , mentre ha un posto p e r la Spagna che non fu belligerante: eppure un ce110 entusiasmo per la guerra punitiva contro ltalia e Serbia era un fenomeno sent ito. Basterebbe citare i battaglioni di Standschi.itzen vo lontari accorsi a difendere le frontiere tirolesi e de lla Carniola , che si farebbero ascendere a ben 38.000 11 , ma in mancanza di numeri precisi è difficile formulare valutazioni. La maggi oranza dei cittadini dell ' impero, dalla Polonia al la Ga liz ia, s i prese ntò sotto le anni obbediente , tra loro pers ino con orgoglio i bosniaci, che venivano da una terra do ve aveva infierito la guerriglia contro l'imp ero dopo l'annessione del 1908. 1 giovani studenti vengono se mpre v isti da lla memorialistica - specialmente celebrativa - animati da "entusiasmo, non vedevano l ' ora di gettarsi co ntro g l i ital iani" , mentre " pendevano dall e labbra dei loro comandanti di compagn ia i quali, famosi per valore e capacità di comando , godev ano d e lla massima autorità ed obbedien za" 12

Udine, banda militare in via d e i Missionari dura nte l'o ccupa zione (St udio B risighelli), in Archivio Friuli, Fuioteca dei Civici Mu se i di Udine.
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Gli entusiasmi peraltro furono presto messi alla prova dei fatti: arrivò la dichiarazione di guerra e da quel momento gli auspici formulati ne lle giovanili manifestazioni interventiste, nelle quali si invocava la morte gloriosa per la grande Italia, iniziarono a trovare la loro realizzazione. Forse un po' brutalmente , ne l festeggiare l' entrata in guerra il "Giornale del Friuli" colse l'occa ione per commentare l'ultima manifestazione al caffè Dorta di Udine svoltasi domenica 23 maggio: " Per la gioventù specialmente non è più tempo di parole , ma di fatti. Chi ha il braccio forte e animo generoso ves ta l'agognata divisa del soldato italiano e vada al fronte" 13 Era lo stesso caffè che, con il nome d i "Trincerone", diverrà l'emb lema de lla distan z a tra " i sudic i guerrieri del Carso e gli azzimati ufficiali che combattevano nei caffè" 14 •

Come sempre avviene quando vengono accesi an imi pronti ma priv i d i esperienza, si delineò rapidamente lo iato tra guerra immaginata , soprattutto fra i giovani, e la realtà di un conflitto che neppure i militari avevano pensato. 11 me se nece ssa rio per portars i dal torrente Torre, confine di Stato, alle falde del Carso fece sfumare la "marcia su Vienna", mentre la lentezza della mobilitazione mostrava quanto fosse stata progettata tanto per fini di ordine interno, quanto per la difesa del paese .

Ma dov'erano gli infiammatori della giovinezza facile all'entusiasmo e spinta ad abbracciare una mi ss ione nazionale? Si chiede anche Mario Tsnenghi dove fossero gli "attori e portatori di tali munizioni ideologiche e condizionamenti operativi , dopo il 24 maggio" 15 • Ebbene, alc uni ebbero la coerenza di a rruolarsi senza attendere la chiamata e di pagare sul campo la propria scelta: per esemp io Filippo CoITi doni, a 27 anni, cadde sul Ca rso in ottobre , ricordato da un monumento erettogli nel 1933 , grazie anche a l la s ua amicizia con Mussolini; l'interventista Carlo Cassan, "implorando per sé i pericoli maggiori" , cadde sul Pasubio ne l settembre 1916, trentaduenne; il quarantanovenne Romeo Batti stig invece addirittura nel giugno del 1915. Altri profeti s i arruolarono, come Alceste De Ambris, quarantanovenne , o Leonida Bissolati , cinquantottenne.

li " poeta" O' Annunzio invece si diede , oltre che alla c rittura e alle orazioni, anche ad audaci imprese in aereo e in nave , rendendo s i protagonista di episodi ampiamenti sfruttati dalla macchina propagandistica. Altri trovarono maggior agio nel continuare attività meno pericolose, come Giovanni Papini che, dopo aver esaltato la ri ge nera z ione de lla guerra invocando "u na bel la innaffiatura di sangue per l ' arsura dell ' agosto", fu riformato e successivamente s i convertì a lla critica della guerra; non così Prezzo l ini , che approdò

A ll a pro v a d e l fu oc o
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Piccole operazioni ~elle tr Uf)pe avanzate lungo la frontiera

Il com po di Mstz bomba rdato • lnf uria no i combattimsnti in &alizia

Constatia mo

''Avami 1 Giornale del Partito socialista., del 6 giugno 1915. che evidenzia l'intervento de lla censura c he si c oncretizzava nella cancellaz ione in questo c aso dell'artico/o di fondo.

pomeiuca. o u1uqno Utl8 Pflg.Q Of AB~Qm) Ull -un.l,una ia:. lt.•Uiu 1.s.- 1.0() ,4.- 1.if> ...,.. , 'IS.- ie.- 8.-- ...,_ --:...,,,..._,.~ , ·-.:.:::.::=-c:.::r::.-:-m,t1 "' .,, ,i , I • ,r ,&nno XXl • N• USIS z l~I A, P A..GAMr;wtO -=--=-..:.a-:-~-----· ..~..:..::."'! ......... ,......... ~~.g1I2dìffl.
23

all'Ufficio sto riografico. Altri "si riconoscono in ruoli complem entar i, n eg li apparati militari o paramilitari" 16, mentre i giovani dal "fo rte bracci o" ve ni vano chiamati alle am1i, ed erano i più , s enza ave r inv oc ato "la rossa svinatura" di Papini , e senza avere avuto voce in ca pitol o rispetto agli "in tellettua li [ch e] s i arrogav an o il diritt o e il do vere di farsi inte rpreti della sorte dei propri concittadini", mandando li in guerra con grand e disinvo ltura 17 •

La fascina z ione ese rcitata s ui gio va ni tuttavia aveva ori g ini più lontane, in una ve na lette raria che risaliva a Carducci e De Amicis, in una corrente po st riso rgimentale che riv e ndicava un ruolo mag g iore per l 'Ita li a nel mondo. Era no espon e nti di una generazion e nata troppo pre s to per la guerra e uropea , ma che trovò in molti a ltri inte ll ettua li la prosecuzione della propaganda interve nti sta. Ma non va dimenticato che la Grande guerra restò esse nzialmente una guerra di c osc ritti. 1 volontari che s i pre se ntarono nel 19 15 furono , secondo i dati ufficiali del dopoguerra , soltanto 8.17 1.

Una cifra, questa , ufficialmente fornita dall 'ese rcito per i "vo lontari nel corso della guerra" , e che s i presta a numero se obi ez ioni in merito alla classificazio ne di chi fu volontario o semplicemente chiamato alle armi. Furono di ogni età i volontari che, come si è visto da qualch e esempio ril evante sopra c ita to , s i pre se ntarono entusiasticamente "votati alla morte " - per citare un ' es pre ss ione all'epoca molto in vog a, ma per poi pre se ntar e domande per cors i ufficiali in co rpi diversi o comunque essere valorizzati in special ità meno espo s te , dov e i ca duti e rano s tatisticamente un decimo r isp etto alla fante ri a. A ingro ssa re le file dei volontari vi furono gli irredenti giuliani e trentini e, tra questi , anche c irca 4.000 irredenti italiani dell'esercito austro - ungarico fatt i prigi o nieri dai russi s ul front e orienta le e portati in Italia n e lla seconda metà del 191618 •

Va detto infine che questo dato ufficial e, che corrispond e a un risibile due per mille risp e tto ai mobilitati, è dovuto alla citata re s isten za dell 'ese rcito , che si rifiutò di classificare com e volontari gli appartenenti a ll e classi mobi litate dal 1874 al 1900. Un esercito, del resto, che non e r a pervas o da quel furore bellici s tico che animava i letterati interven ti s ti , mentre gli in s ucce ssi in Africa _ e gli interventi in ordine pubblico nella cri s i di fin e secolo avevano dato " il colpo di gra z ia ad una istitu z ione che da tempo a vev a perduto l 'a lone mitico risorg i mental e" 19 •

Del resto , se confrontiamo que s ti dati con qu e lli abbastanza noti del volontariato nell 'es ercito britannico che come s i sa non aveva la leva , o anche con quello tedesco, troviamo dei dati utili, sa lvo naturalm e nte la neces s it à di ulteriori approfondimenti, s ulle di ve rse situazioni: 500 .000 vo lontari si presentaro no fino metà se ttembre nel Regno Unito (che avev a quasi 41 milioni

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La s taz ione f e rroviaria d i Udine dura nre l 'occupazione austriaca (Studio Pigna/) , in A rchivio Friuli, Fototeca d e i Civici Musei di Udine

di abitanti) e 260.000 nella so la Prussia (con 40 milion i di abitanti) nei prim i dieci giorni di mob i litaz ione. Ovviamente non so lo sono dati r iferiti a diverse popolazioni , ma anche a situazioni socia li diverse , ancora oggetto di dibattito. Per esempio influì l'assenza di un indennizzo per la disoccupazione , che spinse a lte percentuali di minatori verso un soldo sicuro, oppure la pressione dello stigma s ociale verso chi non s i fosse presentato , soprattutto in Gran Bretagna20

Ma della figura del giovane vo lontario si impo ss essò nel dopoguerra la narrazione del reg ime fascista, che collegò le categorie della g iovinezza all'impegno interventista nelle pia zze e poi ala vittoria ottenuta nella guerra , facendo da levatrice a quel la "razz a guerriera" che avrebbe imperv ersa to nella narrazione pubblica del Ventenn io per poi finire nella realtà del d isastro della seconda gue1Ta mondiale ; e che a un esame critico mo s tra una particolarmente scarsa aderen za alla realtà dei fatt i . Come s'è detto , l ' avversione innata dell'istituzione militare p er il volontarismo , estraneo alla disciplina e all 'a ddestramento , ridusse i reparti entro il 1915 al le so le quattro compagnie di v olonta r i

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alpini, destinatari di una stima de l tutto particolare , che del resto andava in generale ai reparti a lpini , al punt o da reclutarli territorialmente , una proce dura del n1tto estranea al servizio militare in Italia fin dall'Unit à 21 •

Era il punto di arrivo di una cultur a che derivava da ambienti letterari che l'avevano favorita senza comprendere quali sarebbero state le conseg uenze, aizzando la gioventù, quella "g io ve ntù , che aveva dato consistenza ai miti della violenza , dell 'audacia , fa di una ' letteraria barbarie ' una barbarie po l itica tout court" 22 •

Se l 'esercito se mbra va definire di fatto la giovinezza tra i I 9 e i 29 anni - quando i coscritti facevano parte d e ll'e serc ito permanente, prima d e l passaggio alla milizi a mobile - in realtà in que g li anni il confine tra g iovin ez za e maturità era cons iderat o attorno ai 25 anni. A quell a fascia d'età apparteneva il 49 % della popola z ion e ma sch ile mobilitabile , che died e all 'es ercito il 55 % del persona le e che ebbe il 59% dei cad uti.

Aride cifre che però danno il senso della guerra , ma sop rattutt o di ch i la fa e di ch i la paga ne l la realtà . Secondo i calco li di Piero Del Negro, se prendiamo in con s idera z ione quello c he è stato chiamato " il sac rifici o di Abramo '', cio è i minori di 20 anni , si scopre che essi raggiunsero il numero di 87.254 giovinetti caduti ne lle trincee della Grande g uerra italiana, una cifra n o te vole sebbene no n in grado di co ntendere il ruolo di " Erode" all 'ese rcito brit a nnico , ch e e bbe il 16 ,8% dei caduti tra i 15 e i 20 anni 23 .

L'esercito i ta li a no

Co me queste ca tegorie entrassero a far parte della macchina militare merita un pur so mm ar io accenno. Alla dichiara z ione di guerra d el l ' Italia ali' Austria-Ungheria, i I regio esercito aveva alle a rmi quasi 900 .000 tra so ldati e uffi c iali , fo rza aumentata con il completamento d e lla mobilita z ione ai primi di luglio e che fu mante nuta n o nostante le g rav i pe rdite d e lle prime deludenti offensive carsiche 24 P er farlo furono ri c hiamati an z itempo 228.000 di cia nno_ venni dell a clas se 189 6, che però non trovarono abbastanza fuci li per essere armati 25 • Compless ivamen te furono 1.332. 768 i di ciannoven ni , vo lend o limitarci a que s ti giovani, ch e furono tutti chiamat i anzitempo, cioè prima dell'età lega le di 20 anni. ap parten enti a lle classi 1896-19 00 Sì , anc he la clas e 1900 fu c hiamata dagli inizi del 19 I 8, a causa d e lla caren z a de l poten z iale umano del paese2<, . La mitica cla ss e 1899 ven ne chiamata nel corso d e l 19 I 7 , e tenuta ge losamente da parte per l 'a nno s ucces s ivo , ma a lla fine fu bruciata nella fornace di Ca pore tto.

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"AvanN' Giornale del Partito socialista" del 6 agos to 1915: in questo caso la censura ha lasciato poche righe di un articolo.

'Vener.Ol, e Aqoeto t9US "'IZZIIMl.890M'-ltllilffl) ,.......,.,... ~-,a.- T.M> '-- 1.Mt Jt,.- ._ a....--···-- U.-. -. ~ .&.mtP, «llt.tO f.C.1 --~--...e, eercnt:Ste:::-e ee: • An.a.o IJ.X • N' 210
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aturalmente oltre alle cinque c lassi sunnominate erano s tate ch iamate o richiamate anche classi prec edenti , praticamente da quella del 1874 a quel la del l 900, di stribu ite non soltanto nel l'esercito di linea ma anche nella mili zia mobile (dai 29 ai 32 anni) e in quella territoriale , detta anche "la Terribile" , formata con le classi più an z iane, dai 34 ai 39 anni, benché nella pratica le neces s ità in aspettate della gue rra , cioè le perdite molto più di alte del previsto - 232.000 uomini morti o feriti al mese di novembre 1915 - costringessero l'esercito a richiamare pers ino i quarantunenni, che all'epoca erano proporziona lm e nt e assai più avanti negli anni di adesso, con un 'aspettativa di vita di 63 ann i per la fascia di età che riusciva a s uperare i cinque anni , laddove si concentrava la mortalità27

L'e serc ito a ll'inizio del 1914 aveva la struttura stabil ita dall'ordinamento Spingardi, che, se da un lato aveva portato la leva a due anni nel 191 O, aveva poi adottato dei provvedimenti per aumentare il livello di prepara z ione a ll a guerra nel I 913 e fatto sì che, nei limiti di bilancio , si fos e invertito il percorso comune negli eserciti europei, della riduzione de ll a ferma a due anni. Si tornò infatti ai tre ann i, a causa degli impegni africani e delle tens ioni in Europa, adottando anche una lista più restrittiva di impedimenti fisici per diminuire gli cso n eri 2H

Le categorie nell e quali i richiamati erano inquadrati erano du e al tempo della legge Ricotti ( 1871) e divennero tre con la legg e Fe ITero del 1882. Alla I appartenevano coloro che erano gi udicati idonei alla visita di leva e che per so11eggio entravano nella categoria la cui consistenza e ra decisa annua lmente s ulla base della le gge s ull'ordinamento. Alla TI appartenevano gli idonei in eccesso alla I che erano stati so rteggiati con numeri alti e che dovevano re sta re nove anni a disposizione in congedo ma con r ic hiami di almeno cinque me s i ripartiti anche in vari anni. Alla III categoria, infine , _ appartenevano coloro che, pur essendo idonei, non prestavano servizio per prob lemi di famig li a 29

T utti i giovani di età compresa tra i 20 e i 28 anni facevano parte della leva dell'esercito permanente, s ia che fossero in servizio ( I categoria dai 20ai 22 anni), s ia che fossero in riserva (co n ged i illimitati di I categoria tra 23 e 28 anni e di li categoria tra 20 e 28 anni, compresi i rivedibili, esenta ti e III categoria, non idonei ecc.). Tra i 29 e i 32 anni ven ivano invece iscritti ai ranghi della Milizia Mobile ( l-II - Tll categoria) e tra i 33 ed i 39 anni ( l-IJ-111 categoria) a quelli della Mili z ia Territoriale. La guerra però avrebbe pareggiato so tto ogni aspetto la Il categoria alla l.

All'inizio del 1914 sotto le arn1i in servi z io di leva vi erano le classi I 892 e 1893 , ma i ve nti di guerra avevano provocato una parziale mobilitazione,

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cos icché nell'estate dello stesso anno furono richiamate le classi d a l 1889 al 18 91 , e nel settembre la classe del 1894 .

Già pr ima del l ' intervento , nel gennaio del 1915 , vi fu il r ichiamo anticipato della classe 1895 e in iziò i l richiamo della mili zi a mobile con le classi 1882-1 888 e poi de ll a mi l izia te rritor iale dal 1876 al I 881 , uomini c ioè dai 34 ai 39 anni. La mob i litaz ione fu un fall imento rispetto ai piani: iniziati i gran di tras porti intorno al 4 maggio 19 15 , durò 4 3 g iorni invece dei 23 previsti , venendo completata in realtà a i p ri m i di luglio , sicché la prima offensiva contro il San Miche le iniziò i l 23 giugno 30

Ne l terzo trimestre del 1916 fu poi r ich iama ta la classe 1897 , anch'essa anzitempo, mentre le cresc ent i perdite nelle spa ll ate carsiche del generale Cado rna, ma anche nella battaglia difen s iva del 1916 in Trentino, causarono nel gennaio del 1917 il r ichiamo delle classi 1874 e 1875 , uomini di o ltre 40 anni , dest inati a lmeno i n li nea teorica al servizio nelle retrovie nella "Terribile" .

Lo stato d'animo dei richiamati non rifulge d i ans ia di g loria e di sacrificio: un intel lettuale de " La Voce" come Piero J ahier, ma non così interventista, li descrive tri sti , "nie n t e fiori al cappello, niente allegre zze", come " padri tristi e quieti che non si a s pettavano la chiamata"31

Non so lo , ma si do v ette puntare a l recupero dei riformati delle classi anz iane al fine di compensare la scarsità d i mater ia le umano causata dalle sang uinose offensive isontine , po r tandone sotto le armi 565.490 nel 1917 in tre ondate, diminuendo la sta tura m inima da 154 a 150 cm e rendendo abili inabi l i assoluti alle fatiche della guerra , proseguendo infine con i richiami anticipati delle classi 32 P rima della g uerra i giovani es onerati alla visita di leva erano circa la metà dei chiamati , ma durante la gue rra la percentuale si a bb assò al trenta per cento, e si trattava di insufficienz e fisiche largamente dovute alle ca r enze del I' al im entaz ione33

Ne l tèbbraio del 1917 fu chiamata a lle arm i la classe 1898 , richiamo completato ne i mesi successivi, mentre in maggio ini z iò la c h iamata dei ragazzi de l 1899, i diciotten n i che cominciarono ad anda r e in pr ima lin ea alla fine del l 'anno dopo Caporetto. Infine nel febbraio-maggio del 1918 iniziò la chiamata alle armi de lla classe 1900, una clas se che non poteva essere r ec lutata nei territori occupati e qu indi con alcuni limiti nume ric i, e che terminò l 'a dd es tramento a g u e rra fìnita 34

I dati che abbiamo ripre so indicano che l'e s ercito italiano , più di altr i, ma meno di que ll o br itannico, avrebbe a v uto una part eci paz ione di g iovani s traordina ria e che " il prezzo de lla m e tamorfosi di questo finto esercito di massa in una vera na z ione armata sa rebbe s t ato pagato soprattutto dai gio v ani 35", tra i quali una proporzione considerevole furono gli ufficiali di complemento,

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spesso ridotti a fa re le funzioni dei sottufficiali - che non erano in numero s ufficiente - e a dare l'e sem pio nei momenti più critici della battaglia; i dati sfo rtunatamente confermano almeno in parte la va nteria del presidente del consig li o Vittorio Emanuele Orlando, quando rivendicò " la strage degli innocenti" come primato italico16 •

Come riassume Wohl a proposito di generazioni perdute, ve ne sono state tante, "sac rificale da qualcuno incaricato dalla storia o dal de st ino di una missio ne speciale"37 •

~OTE:

Questo lavoro è s tato concep it o unit ariame nte dai due autori. che s i so no poi div is i la stesura delle sue parti. dovuta per i capit oli I e IV ad Alessandro Massignani e per il Il e il lll a Paolo Ferrari.

1 A lbe110 M. Ghi sulbc rti, Ri cordi di uno storico allora studente in grigioverde (G uerra 1915 - 18), Roma, Edi ~ioni dell'Ateneo. 1982, p. 60.

1 Così riferisce Hcmingwa y, citato da Roben Wohl, 1914. Sroria di 11110 genera: ione, Mila no , Jaca Book, 1983, p. 81.

' R. Woh l, 1914. Sroria di una generazione, cit.. p. 149.

4 Giulia Albanese, le trasformazioni della politica: i giovani e i ·interventismo nell 'lialia del 1915 , in Volontari iraliani n e lla Grande guerra, a cura di Fabri;,io Ra sera e Camill o Zadra, Rovereto , Museo della Gue r ra , 2 008, pp. 73-7 5

; R. Wo hl , I 914 Storia di una genera:ione, cil.. p. 160 e sg.

6 È la nota defìn i/ione del fì.Jturista Fi lippo Tommaso Marincni, che così titolò il suo Guerra, sola igiene del mondo pubbli ca to nel 19 15 dalle Ed i7ioni futuriste a Mi lano.

7 Così Pao lo Marco ni , citato da R Wohl , /9 l 4. Storia di una ge n erazione, c it. , p. 283.

8 Pa olo Caccia Dominioni. /915 -191 9. Milano. Longa nesi. 1970. pp. -t-5.

9 Anna Milio, Un porro ji-a centro e p e riferia (1861-1918) , in Storia d'Italia L e regioni dall'Unità u oggi. il Friuli- Ven e:ia Giulia , voi. I, To rino, E inaudi , 2002, pp. 232-233.

10 L 'ora:ione del poeta in "La Stampa". 6 ma gg io 1915.

11 Hclmuth GolO\\ itsch. " Und kommt d er Feind ins Land h e re in " S chiit: en ,·erte idigen Tiro/ une/ Kiirnten. Srandschiit: en und Freiwil/ige Sc hiit:en 1915 - 1918, NUrnberg, Buchdienst S Udtirol , 1985, pp. 14-15, nonch é Conrad Rauch, Storia dell 'imperia l-regio reggimento degli Schiit=en l'Olontari d e ll 'Alta Austria nella Gu e rra 1915-1918. Lin/. Associa;,ione degli chUtzcn volontari dcli' Alta Austria, 1994. Nella s toria di quc LO banaglione si fa riferiment o al fatto c he "Grande entusiasmo ci fu sop rattutt o fra la gioventù st ud en t es ca delle scuole secondari e'·.

12 JosefScifert. Isonzo . Goriz ia. Editrice goriziana. 1983 . p . 30. Sulla presenza di s tudenti nelresercito tedesco . celebrata anche da E . M. Remarque. \'a segnalata la raccolta di lettere di caduti : Kriegshriefe G efall e n er Studente n, a cura di Philipp W itk op con il Ministero della

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Cu ltura, Berlino, Te ubner, 19 18

13 U mberto Seren i, La guerra grande in una piccola citlà, Udi ne, Forum, 2015, p 62

1 ~ Anlonio Scma, La Grande guerra sul fronte Goriz ia, Editrice goriziana, 2009, p. 65.

15 Mario lsncngh i, Convertirsi alla guerra Liquidazioni, mobilita z ioni e abiure tra il I 914 e il 1918, Roma, Donze lli, 2015, p 106.

16 M l sncng hi , Convertirsi alla guerra, cit., p 107

i; R. Woh l, I 914. Storia di una generazione, ci t. , p. 284

18 P iero d e l egro, L'esercito italiano, i volontari e i giovani n e lla Grande g uerra, in Volontari italiani neL/a Grande guerra, c it. , pp. 5- 4 3

1 q Pie ro Del egro. Le forze armate Dall'Armata Sarda al Regio Esercii o (!861-/914), in Atti del co nvegno " 150 anni di Unità d'Italia", Q uaderni del D iparti men to di Sc ienze P o l itiche dell"U n ive rsità catto l ica d e l Sacro cuore, M ilano , 2/ 20 I I , pp 115- 128, q u i p. 126 Considerazioni su lla comp les sa q uestione dei vo lo ntari, da c u i sono escl usi per esemp io i legiona ri cecoslovacch i , in Ev a Cecch in ato, Sotto l 'uni.forme. I volontari della Grande guerra , in Gli i taliani in guerra. Conjlilfi, identità, memorie dal Risorgimento ai nostri giorni, voi. III, tomo 1, a cura di Mario ls n enghi e Dan iele Cesch in, To r ino, U tet, 2008, pp. 176 - 186.

20 Be nj a mi n Z iemann, Kriegsfreiwillige , in Enzyklopadie Ers1er We ltkrieg , a c ura di Ge rhard 1-lirschfeld, Ger d K.rumre ich e Irin a Renz, Paderborn, Schéiningh, 2003, p p . 639 -4 0. I volontari bri tann ic i raggiunse r o la cifra di 2.466 . 7 19 alla fi n e d e l I 9 15 . Ri mandiamo anc h e alle pag in e di Ro bcrt Graves, a n ch'eg li vo lon tario , comp rese in questo volume.

2 1 P. del egro, L ·esercito italiano, i volontari e i giovani n e /La Grande guerra, cit., p. 7. atu ra lm e nte nella seconda g ue1Ta m o nd ia le l 'eser c it o non camb iò att eggiame n to nei confronti dei vo lo nta ri

2' G ig i L ivio, l nrroduzione a P iero Jahier, Con m e e co n gli alj7ini, Mila no, Mu rsia, I 974 , p. 23.

23 La d iscuss ion e dei d ati ne l confronto tra Regno U n ito e Ge m, a ni a in P del Negro, L'eserc ito italiano i volontari e i giovani ne/La Grande gue rra, cit., p p. 24 e sg

' 4 Virgilio Ilar i, Storia d e l servizio militare in ltalia, !I, La naz ion e armata (I 87 1-19 I 8), Roma, Centro stud i strategici - R ivista M ili tare , l 990, p. 4 29. Da l lug lio 19 15 ai primi di dicemb re dello stesso a nn o Ca d o m a te ntò q u att ro offe n sive dirette alla co nq uis ta del l'a lt opiano del Carso e di Gorizia , ma se n za risulta ti apprezzab il i, si veda G io rgio Rocha t e Mar io l sne nghi, La Grande guerra 1914 - 1918 , Mi la no , Sansoni, 2004 , pp. 155 - 173.

25 V. Ila r i, Storia del servizio militare in Italia , 11, La nazione armata(] 871 - 191 8), c it., p 429.

26 Nel 1900 era n ato anche Giacomo Gab ri ele Sc rem, il più giovane tra gli st ude n ti d el Regio I sti tuto Tec n ico caduto in g ue1rn di cu i pa rl e remo p iù avant i.

27 Ist ituto ce n tra le d i statistica, Sommario statistiche storiche del/ 'Italia 186/ - 1961, Roma , 1968, p . 22 .

28 Pi ero Del egro, La leva militare in Italia dall 'Unità alla Grande guerra , in Esercito , stato società Saggi di s to ria militare, Bologna, Cappelli , 1979 , p. 224 -229 ; Atti Parlamentari, XXIII Legislatura - Sess ione I 909 - 10 - Documenti - Disegni d i legge e Relazioni , n. 337, Adoz ione ferma b iennale. Sul g e nerale Paolo Spingardi: Andrea Saccomann i , Il generale Paolo Spingardi minis tro della Gu erra 1909-1914, Roma , Ussme , 1995.

29 Cfr. Fili ppo Stefani, Storia della dottrina e degli ordinament i dell'esercito italiano, voi. I, Roma, Ussme, 1984, pp. 287-298 ed Enrico Acerbi , L'evoluzione organica degli eserciti impiegati al fronte iwliano ne/La Grande guerra . Appunti di studio, manoscritto , Va ldagno 1988.

30 L'Eserc ii o Italiano nella Grande guerra (191 5 - 1918). voi. I, Lejòrze belligeranti (Narrazione), Roma, Provve ditorato generale dello sta to, 19 27, pp. 164 - 5.

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31 P. Jahier, Con me e con gli alpini, a cura di G. Liv io, c it.. p. 44.

32 P. Del egro, La leva militare in ltalia dal/"Unità alla Grande guerra . cil.. p. 23 7 .

11 G. Rochat. M. Isnenghi, La Grande guerra, cit.. p. 229.

34 V. Ilari, Storia del sen•i=io militare in Italia, li. la nazione armata ( 1871 - 1918), cit., p. 433.

35 P. Del Ne gro. L 'eserci to italiano, i volontari e i giovani nella Grande guerra. c it.. p. 37.

36 P. Del !\egro. L ·esercito italiano, i mlontari e i giomni nella Grande guerra, cit.. pp. 2-1-26.

37 Ri Wohl, /9/4 Storia di una genera=ione, cit.. p. 8 1.

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Duran t e l a n e u t r a lit à

Mentre l'Europa , dopo l 'assass inio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono di Austria-Ungh er ia, e della moglie Sofia, consumatosi a Sarajevo il 28 giugno del fatidico I 914 , stava scivolando verso la guerra mondia le, s i chiudeva anche per il R eg io Istituto Tec nico di U din e un anno scolastico di "normale amministrazione" , vo lto, come i precedenti, a preparare i tecnici destinati a contribuire alla trasformazione della regione ' .

Per ricostruire alcuni dei mom enti centrali della scuo la durante la prima guerra mondiale, abbiamo scelto di dare il più possibile la parola ai docenti della scuo la stessa, non certo per di sinteresse nei confronti di quanto pensavan o gli studenti, ma perché i profe sso ri hanno lasciato una te s timonianza scritta alla quale vale la pena di attingere, con la scontata avvertenza che s i tratta di docum e nti ufficiali , che ovviamente pon go no in primo piano il lavoro fatto e delineano in qualch e modo un 'a utorappresenta z ione d eg li insegnanti. Docu menti ufficiali, ma anche documenti interni alla sc uo la, non d estinati a essere divulgati e che quindi conte ngono considerazioni molto dirette e prive di eufemismi sulla sc uola , sugli alunni e sulla situazione generale, e che c i pe rm etteran no in una certa misura di avvicinare la vita quotidiana delle classi. Come è ovvio, non tutti i documenti e le relazioni dei docenti hanno lo stesso s pessore e interesse, ma di frequente, accanto a te st i burocratici tutto sommato "fred di " e animati dalla mera nec ess ità di asso lve re a un obbligo , si possono legge re vive testimonianze delle vicende di una sc uola s ul fronte di guerra, costante mente in bi lico tra l 'eccez ionalità d e l momento e del luogo (la città era, per esempio, anche oggetto di attacchi aerei) e l ' impegno a preservare spaz i di norma l ità in un periodo tanto anormale.

Da molti decenni, la tradiziona le vis ione de l la Grande guerra come questione essenzialmente "militare" è s tata abbandonata, a favore di uno stu dio al larga t o al le diverse dimensioni del conflitto , comprensivo della mobilitazione del fronte interno , delle v icende dei civili , minori e donn e oltre che maschi adult i, e dei lavoratori Su questo altro esercito2 occorre concentrare I 'atte nzio ne per comprendere s ia il successo complessivo della mobilitazione delle riso rse nazionali , si a le trasformazioni , materiali e me ntali , che investirono il paese con il conflitto mondiale. U na visione che ha affiancato , a una prospett iva della guerra vista "dall 'a lto" (comandi, pianificazione de lle operazioni,

CAPITOLO 2
REG IO I ST ITU TO TECN IC O NE LLA G RAN D E G UE RRA
IL
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Pr~fessori del Regio lstitllfO Tecnico "A. Zo11011 •• 1·erso fu .fine in A rchiviv Friuli, Fototeca dei Civici Musei di Udine.

memori e per lo più scritte da ufficiali appartenenti alla borghe s ia, lontani dal mondo popolare), un a v is ione " d al bass o" che. s pecie attraverso le lettere , ha dato voc e agli strati so ciali inferiori della società, a quella massa c he cio è co s tituiva il nerbo dell'esercito. Sen za dimenticare le donne e in generale i civili e le profonde trasformazioni della mentalità avvenute in qu ei tragici anni. Più recente è invece lo s tudio di Bambin e, hambini e adolescenti n e lla Grande guerra3, il cui coinvolgimento nelle din amiche del conflitto è stato centrale e perm e tte una migliore comprens ione dei "processi di plasmazionc totalitaria dell e mentalità". In primo luo go, s i può osservare infatti che quasi tutti i bambini ebbero un'esperienza diretta della g uerra: come ha sintetizzato Antonio Gibelli, " le famiglie italiane censite nel 1911 erano circa 7 . 700 .000 e gli uomini arruolati ne ll 'eserc ito poco men o di 6 milioni , s icché , suppo nend o arbitrariamente c he il ca rico della mobilitazione si distribui sse in maniera uniforme, s i può immaginare che in te rmini s tatistici 4 / 5 delle fam igli e italiane avesse un reclutato tra i suoi membri"~. D a c iò complesse conseg uen ze mate-

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ria li ( per le difficoltà dovute all'assenza del contributo lavorativo di uno o più masch i de lla famiglia) , così come mentali , per il contatto diretto con la morte e la soffe ren z a , le se para z ioni e gli abbandon i; i pericoli legati alla vicinanza del nemico (che poteva co lpire anche a grande distanza, perfino Napoli , con l'arm a aerea) ; la necessità per molti minori di dover svolgere compiti da adulto; la me ss a in discussione di tradizionali gerarchie (a nche di gene re), ma anche l ' acquisizione di spazi di inedita (e a volte sperata) autonomia 5 Se quindi tutti i minori ebbero un contatto d iretto con diversi aspetti del conflitto , dal lavoro nell ' industria alle molte attività legate alla guerra, alle conseguenze dirette per l'invio al fronte di padri e fratelli - si possono s timare circa 400.000 orfa ni, ancora più ev idente è questo contatto per le zone a ridosso del fronte. E U dine , sede di comandi e snodo centrale della mobil itazione , visse quindi una con di z ione ancora più eccez ionale. Andare a scuola a Ud in e significava fre quentare una città trasformata dalla guerra, invasa dai militari addetti alle più diverse mansioni o ansios i di trovare , a poca distanza dal fronte , momenti di evas ione, ovvero cibo, vino e donne6

Come vedremo, non vi sono so ltanto gli e ffetti de lle particolari condizioni d i Udine per i giovani stu denti dell'Istituto Tecnico di Udine, ma anche un loro coinvolgimento diretto nella propaganda , rispetto alla quale i giovani era -

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no al tempo stesso destinatari di messaggi e s trum e nto per diffond ere p aro le d'ordine e comportame nt i nel resto della popo lazione, oggetto di uno sforzo p edagogico reso più urgente dal crescente isolamento della classe dirigente nel co rs o d e l confitto. Bambini e bamb in e ass un sero una particolare va lenza per la propaganda, proprio per il complesso di significati cd emozio ni che il richiamo all ' infanzia ( m inaccia ta, vio lata , da pro tegg ere , ccc .) era in grado di trasmettere. Così, per esempio, la cap i Ilare propaganda 7 fìna l izzata a l la raccolta d ei prestiti di guerra riservò un ruolo importa nte agli stu d enti delle scuole, quali tra it d 'union t ra is titu z ioni e popolazione civile, in una situa z ione ne lla quale mutava anche la v ita degli studenti . condiz ion ata spesso dall'assenza di padre e pare nti (e d a l lav o ro d e lla madre) e da ri strette zze ec onomiche.

N o n potre mo trattare n e ll e pagine che seguono tutt i gl i as petti della gue rra vissu ta dagli s tudenti dell'Istituto Tecnico , per esempio occo rrerebbe sape re di più , perch é poco ci dicon o le fonti scolastiche, s ul periodo dell ' occupa z ione , sug li studenti che abbandonarono la regio ne davanti a ll 'av anzata nemica

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Udin e, Vittorio Emanuele !II in piazza XX selfembre durante la gue rra. in Arc hivio Friuli , Fotot eca dei Civici Musei di Udine.

e s u quelli che subirono invece la presenza del! 'esercito nemico. Crediamo tuttavia che le fonti utilizzate possano fornire una buona traccia sulle vicende della scuola di Udine, fino a ora mai studiate in questa prospettiva, osservando la gue rra da un punto di vista interno all'istituzione 8 Non tratteremo quindi dell' uso dei bamb ini nella propaganda, ma cercheremo di ricostruire almeno in parte cosa avvenne nel Regio Istituto Tecnico nel corso della guerra e come stu denti e professori vissero queg li anni .

Possiamo allora, in questo percorso in una scuola al tempo della guerra, inizi are con la lettura di una rela z ione di fine anno che risale al 20 luglio 1914. Le osservazioni del professor Giovanni Chisini ci riportano a un anno sco lasti co di pace , il 19 I 3-14, in cu i piccole variazioni nell'organizzazione erano proposte per migliorare un insegnamento nel complesso giudicato positivamente, che aveva prodotto , al termine degli studi, risultati molto buoni nelle mate rie insegnate, l'inglese e l ' italiano. Considerando infatti l'insegnamento di una lingua non molto utilizzata allora nel nostro paese , e il fatto che si trattav a, in una scuola tecnica, di una materia non fondamentale sotto il profi lo della preparazione professionale, non si può che constatare il buon livel lo ragg iunto:

Poco numeroso que st o corso anche quest'anno; cinque all ievi in tutto , due buon i , uno così e cos ì, due assai defìcenti . C'è più sodisfaz ione per l ' insegnante, e maggiore è anche il profitto, quando la classe è un po' più n umerosa; l ' ideale sarebbe appunto da dieci a dodici scolari; allora c'è un po' più di vita, di gara di emulaz ione , e i l pro fessore fa scuola anche più vo lentieri .

Poco convenien te era anche l ' orario; invece di tre ore separate, due lezioni di un'ora e mezzo ciascuna e ogn i vo lt a dalle I I alle 12 ½ Alle 12 tutti qui so no abituati a correre a casa a mangiare; gli allievi rimanevano d unq ue a sc uo la q uella mezz'ora di p iù assai mal vo lenti eri; quindi poca attenzione e conseguente poco profitto.

li p rog ramm a, s'è già detto tante volte, è troppo vasto pe r questa classe e p er tre ore so le d'insegnamento settimanal e A mio parere le o re and rebbe ro di s tribuite cos ì: cinque in second a, cinque in terza e tre in quarta. In seconda la mate ri a ha sapore di n ov ità e gl i s colari se ne interessano assai, mentre in terza l ' interesse comincia a diminuire , e in quana subentra la svog liatezza. Perciò sa rebbe meglio batte re il ferro finché è caldo e avere , come dico , un maggior numero d ' ore in seconda, il che armonizzerebbe anche con la vas tità del programma. Invece come stanno le cose i l programma non si può esaurire e certe parti non si possono che toccare s uperficialmente e di volo

TII Corso

'Due allievi sol i, che felicità! ' direbbe un profano V iceversa chi ne ha fatto l'es perimento preferisce s enza dubbio un corso di dieci o quindici all ievi. Con due sol i g iovani l'insegnamento è tro ppo monotono; non c'è v ita, non c'è animazione , non c'è affiatamento nella scuola

Per do ppi a sfortuna io avevo due scolari nelle seguenti condizioni: uno , benché poco st udioso, sve lto e intelligentissimo; l'a ltro bu o no, assiduo e di li gente , ma d'intellig enza scarsa e limitata, pri vo d 'i ntuito e senza memoria affatto. E cosa si fa nello s tudio de ll e lingue se nza

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intuito e senza memoria'? Uno si ricordava benissimo tutto quello che era stato fatto l'anno precedente. l'altro dopo le vacanze a\'eva dimenticato, addirittura cancellato dalla mente ogni cosa. come se ci fosse passata sopra una 5pugna. Che fare con due elementi di questa specie? lo venivo a tro, armi nell'imbara/1.0 di un contadino che ha due campi dal colti, are, uno già avviato e fecondo, l'altro sterile. Dovevo abbandonare il peggiore per prestare tutte le mie cure al migliore. o trascurare questo per occuparmi di quello? Ho creduto opportuno scegliere la , ia di me110. Ho ripetuto la materia dell'anno prima e sono andato avanti que l poco che ho potuto. Ho cercato con grandi sforzi di tirar su il dcficente e nello stesso tempo ho dato una spinta al più bra\"O perché non rimanesse indietro. Così hanno profittato tutt'e due: di nuorn si è fato poco, è vero; ma, messe le basi solide, l'anno venturo ci trO\ eremo in migliori condi7ioni e si potrà fare. speriamo, assai di più.

IV Corso

Questo era il mio corso più numeroso; sette allievi, di cui due buoni, due discreti. due un po' scarsi uno negativo affatto. Cattiva la distribu7ione delle ore. e 4ucl che è peggio. dalle quattro o dalle cinque alle sei. :\onostante, condotta buona e profitto discreto. Tutti, meno uno. sono stati promossi ai primi esami. Forse in seguito. non rimanendo in cscrci7io nella vita i più perderanno le cognizioni acquistate; ma questo non mi riguarda; quel che è certo è che sono usciti dall"lstituto con una buona pronunLia. capaci di leggere e tradurre a prima vista un giornale o un libro inglese di media portata, e anche in grado di sostenere sen7a imbarazzo una conversazione su soggetti comuni e familiari. Di più non si può pretendere. e questa è stata la classe che in complesso mi ha dato le maggiori sodisfazioni.

llaliano

Classi aggiunte I Ce I D.

Due classi numerose di 31 allic\'i ciascuna e di elementi molto misti. pochi ,eramcnte buoni, la maggior parte di media portata. parecchi scarsi e dcliccnti.

Il programma è stato svolto rcgo lam,cnte; ottima la condotta, mediocre il profitto in generale.

Quello che mi pare di a\er ottenuto è un discreto avanLamento nella culnira generale e soprallullo un notevole miglioramento nei compiti scritti. Con grande pa;,icnza ho insegnato agli allie\'i l'uso del dizionario e il modo di e, itare i frequenti sbagli di grammatica e specialmente d'ortografia: così che molti hanno raggiunto un modo di scrivere se non eccellente almeno corretto e scevro delle imperfezioni e degli errori più comuni e volgari''.

Pe r il B e lg io in va so

li conflitto mondiale innescò nel nostro paese uno scontro politico asprissimo che si sarebbe concluso con la scelta dell'intervento, sancita dal Patto di Londra (di cui venne informato soltanto un ristrettissimo numero di persone) e poi imposta al paese, ignaro dell'impegno preso dall'Italia, nel mese seguente. Ma ben prima del maggio 1915 l'Istituto Tecnico Yenne coimolto nelle dinamiche belliche, non soltanto perché la guerra europea e le scelte che l 'Jtalia avrebbe fatto catalizzavano l'attenzione, ma anche per particolari riflessi che direttamente interessarono la scuola. Dopo l'invasione tedesca, ai primi di agosto, del Belgio, che aveva rifiutato l'ultimatum tedesco, l' Italia

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(ì.1 al centro della propaganda alleata e interventista, che accusò i tedeschi per l' invasione di un paese neutrale e per le violenze ai danni dei civili. Anche in Ita lia venne avviata una raccolta di fondi a favore del Belgio invaso, e il Regio Is tituto Tecnico non restò estraneo a questa mobilitazione, con un impegno c he permise al preside, Massimo Misani, di inviare il 26 gennaio 1915 57,60 li re al Comitato nazionale ita l iano per i soccorsi alle vittime della guerra nel Belgio. L'iniziativa era stata avviata dopo diversi appelli per la raccolta di derrate alimentari, giustificati dal fatto che "Ne l Belgio vi è ora una mancanza quasi assoluta di derrate ed il governo tedesco è incapace di provvedere ai b isogni della popolazione. È perciò assolutamente necessario che i paesi neut rali, animati da sentimenti umanitari, provvedano all'importazione di cereali n el Belgio affinché la popolazione non patisca la fame quest'inverno".

Il volantino ora citato del Comitato delineava una specifica mobilitazione delle scuole a favore della popolazione del paese invaso e rappresenta quindi una delle tante forme di irruzione della propaganda all'interno della scuola. Lo scopo era non soltanto la raccolta delle somme, ma il coinvolgimento diretto di giovani e docenti: "La raccolta, di cui si parla in questa circolare, dov rebbe farsi principalmente tra Professori e Studenti. Per altro, se gli studenti volessero prendere l'iniziativa di raccolta anche tra altre persone, il Comitato ne sarebbe lieto" 10 • 11 Comitato aveva anche una sezione femminile, che si proponeva "di raccogliere [ .. . ] indumenti da inviarsi sollecitamente alle famiglie belghe colpite dal disastro della loro patria" , e che era stata in grado a dicembre di

fare tre spedizioni per la somma complessiva di 1500 effetti, ed al Comitato è già perv en uto l'annunzio del loro arrivo a destinazione. Il Comitato incoraggiato da tale risultato , si rivo lge quindi a tutte le donne, le famiglie. la gioventù d'Italia in v itandole ad inviargli abiti , b ia ncheria , coperte, materia prima per confezionarli , ed av v erte che la prossima spedizione s i fa rà il giorno I O gennaio ed in seguito periodicamente o gni dieci giorni 1 1 •

La "Lista delle oblazioni ricevute dalle Scuole del Regno" fino al 31 dicembre 1914 comprendeva così una cinquantina di Istituti, compreso il R. L iceo-Ginnasio "Jacopo Stellini" di U dine , che aveva raccolto 269, 60 lire. Più lungo l'elenco delle obla z ioni pervenute fino a metà aprile 1915, che comprendevano la Scuola tecnica di Cividale ( 18 lire) e tre scuole di Udine, l 'Istituto tecnico (57 , 60 lire ), il Liceo Ginnasio (269,60) e la Scuola tecnica (70).

A marzo del 1915 poi il Ministro della Guerra cercò di "promuovere sempre più l ' interessamento degli studenti delle scuole medie per il tiro a segno", allargando "le facilita z ioni economiche precedentemente concesse per l'iscriz ione e la frequentazione delle Società di Tiro" , e concedendo di conseguenza

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"l'esonero dal pagamento dell a ta ss a di isc rizione e delle cartucce occorrenti per le lez ioni regolam e ntari da eseguirs i n el corrente anno 1915 , agli a lunni che abbian o conseguito la media di nove decimi in e duca z ion e fisica ne g li scrutini finali de ll'anno 19 13 -9 14 ", e pre ve d endo minori facii itazi on i (non pagare le ca rtu cce) per gli studenti che avevano otten uto la m ed ia dell ' otto. li ministro dell ' I struzione, co m un ica nd o questi provvedim e nti , pregava i preside nti delle Giunte di v igilan za d e i reg i istituti tecnici "di richiamare tutta l ' att e nzione d egli alliev i di codesto ist ituto all ' importanza della c oncessione di cui so pra , e di sp ronarl i con opportune parole ad isc rive rs i ed a fr e quentare con patri ottico amore l ' istituzione così altamente na z ionale d e l tiro a se gno" 12 •

La pagina di Milano del "Corriere della sera" del 6 giugno / 9 15 evidenzia l'aflività del Comitato milanese di raccolta di fondi per i bisogn i della guerra .

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L'Istituto Tecnico venne anche per altre vie coinvolto nella mob ilitazione , gli studenti erano infatti tra gli obiettivi privilegiati de ll a propaganda inte rve ntista. A fine marzo 1915 il preside ricevette la richiesta di un gruppo di donne attive nella raccolta di fondi da destinare agli alpini. Si trattava di uno dei comitati nati dalla mobilitazione delle donne a favore della guerra di Libia, ora impegnato nella mobilitazione legata all' imminente confl it to: una forma di assistenza ai combattenti che avrebbe avuto grande svi lupp o nel corso del conflitto. Queste iniziative , come risulta dalle argomentazioni so tto riportate, univano a un intervento di t ip o assistenz ial e efficac i forme di pro pagan da che partivano dalle donne e che era no dirette , in questo caso, a co invo lgere direttamente g l i s tudenti nella campagna per l'intervento. Giulia Montanari, presidentessa del Comitato lavoratore pei doni ai soldati della Libia, che aveva sede a Bologna, dunque sc r iveva:

li Co mitato delle Dame bolognesi romagnole[ ] che io ho l'onore di di pre siedere, matern amente, sol lec ito da tempo pei nostri sol da ti dislocati fuori dei Confini, volge in quest'ora angos ciosa al l 'E uropa e grave all'Ita l ia tutto il s uo affetto ai frate lli - gl i A lpin i e gli Artiglieri da Mo ntagna - che già al Confine c ustodiscono i nostri v archi dall ' Alpi Al Com ita to g iun se sic ura nuova che sciarpe , guan ti, berr ettoni di lana sa rebbero g r ad itissimi e provvidi a l utt i loro, e si affretta a prepararne in co p ia. Ma urgono m igliaia e migliaia di s ciarpe, di berrettoni e di guanti e le Bolognesi Rom agnole fidano nelle giovinette e nei giovani delle Scuole t utte, di co des ta patr iottica c ittà. Ed alla S.V. lii.ma si rivolgono perché in co de sto suo R 0 Is tituto Tecnico, E lla inviti la scolaresca ad una piccola offerta spontanea per acqu is tar lane, che lavoreran le Signore del Comitato pei bravi Alp in i , pei forti Artiglieri , là s ul Confine austriaco! ! Ess i men t re da noi fioriscono le viole e primavera s plende dovunque, lottano tuttavia con le nev i e le intemperie de lle regioni mon tane'

Ess i lo sa pra nno: c he cotesta sua scolaresca diede un picco lo dono a preparare il gra n dono di 20000 capi d ' indum e nti d i lana' oi del Comitato ne s cri ve remo loro i nom i carissimi. Q uei nom i diranno lassù, che i giovi nett i italiani ammirano chi sente la grandezza del dovere - quando si compie pe r le sacrosan te cose che s on la BA DIERA e la PATRIA.

Le offe11e raccolte dalla S .V. li i.ma verranno inviate alla sede del Comitato - Broccaindosso O 3 - Bologna

li t e rm ine presc ritto all'inv io sare bbe i l 30 Aprile , ma ove circostanze peculiari alla Scuola costringessero la S. V. a ritardarlo purché noi port iam fi ducia nel concorso d ei s uoi scolari all'ope ra lavoreremo lane t uttavia fidando e attende nd o anche in s ino a metà rnaggio 13

li 6 apri le arrivavano così alla scuola - tramite l'Amministrazione scolast ica della provincia e d iet ro sollecitazione del Prefetto - 15 copie della pubblicazio ne del Com itato dal titolo Avanti, avanti Italia , d estinate alla vendita per la raccolta di fondi - concretizzatasi in 50 lir e - per il Comitato, la cui att ività era così sostenuta da ll e istituzioni e destinata anche alla scolaresca14 •

S ignificati va la sottoli neatura da parte della presidentessa delle " dame bolognesi - romagnole " del leg ame ideale tra i "nostri so ldati" e i "patriottici

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giovani dell'lstituto Tecnico della città di Udine". Anche il questo caso il fine assistenziale nei confronti dei soldati si saldava, nel clima di mobilitazione interventista del maggio 1915, al messaggio inviato alle giovani generazioni:

li momento economicamente tristo all'Italia e la moltiplicazione delle offerte già falle dalle sco laresche per opere benefiche e patriottiche fan prezioso oggi ogni modesto contributo a nuova richiesta per nuo,·a patriottica energia "iva.

Non so lo! Ma attestano del patriouismo e dei nobi l i sensi dei giovani che ancor lo offrono - ,olontcrosi: degli educatori loro, che ancor lor fanno appello in nome dell'Esercito e della 1 a7ionc!! 15

La g uerr a vicina

L'eco del conflitto in corso si faceva semp re più forte, e i timori si affiancavano così alle cons uete attività, proprie di una scuola legata al suo territorio. Non soltanto lezioni che oggi diremmo frontali. dunque, ma anche utili visite ad aziende udinesi grandi e piccole, dalla Società Idro E lettrica del Friuli Centrale (sede di San D aniele) all'Antica fabbrica fiammiferi di legno di "Udine (Chiavris)" alla Premiata distilleria agricola F.lli Monino fu G - B di Cereseno. Accanto alle visite di gruppo, vi era no anche casi di disponibilità legate a particolari esigenze: così, per esempio, le Premiate Fonderie Friul ane di Udine concessero "che il giovane Sig. Eugenio Mariutti. studente del IIT 0 corso di questo benemerito Isti tuto, visiti per tutte le volte che ha bisogno la macchina piallatrice della N/ . officina per quei rilievi che gli abbisognano a scopo di studio''l6.

L'anno scolast ico , che aveva visto la chiusura anticipata delle lezioni, si concluse - usiamo le parole di un altro insegnante. quello di storia generale, Ambrosia Roviglio - in modo ··abbastanza soddisfacente, nonostante la v iva agita?ione d'animo così dell'insegnante come degli alunni, causata dal terribile conflitto che insanguina tanta parte dell'Europa" 17 . Per uno sguardo riassuntivo su quell'anno che potremmo dire sospeso, di attesa, ci affidiamo ancora alle valutazioni di un docente che seppe nelle sue relazioni di fine anno, oltre a dar conto del programma svolto, tracciare un quadro ge nerale della vita della scuola. Scri\'e dunque il prof. Giovanni Chisini nella sua ·'Relazione finale":

[ ... J quest'anno scolastico è stato poco fa, orcvo lc allo s, olgcrsi tranquillo degli studi. specialmente in questa città di frontiera. Già la guerra europea f ... ] fu, si può dire, la principale pre occupazione dei nostri studenti: 3\\ icinando~i poi. nei primi mesi del 19 I 5, r epoca dell'intervento italiano. l'inquietudine della scolaresca crebbe in modo da nuocere e pre -

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gi udicare grandemente la serietà dell'insegnamento, tanto che lo stesso ministro riconobbe ncci::ssario anticipare la chiusura delranno scolastico. Perciò i programmi non si poterono svolg ere completamente e il profitto negli studi fu assai mediocre.

Lo svolgimento delle lezioni nelle singole classi poi confennava un andamen to molto irregolare e, in sostanza, uno scadimento del livello dell'insegname nto e quindi della preparazione degli studenti, un fenomeno che avrebbe caratterizzato tutti gli anni di guerra:

Lingua inglese:

II Corso. Questo secondo corso, in origine di otto , ridotto poi a sei e in seguito a sette allievi, risultò composto di elementi molto scarsi e deficenti. S'aggiunga a questo il poco studio e la grande negligenza, e non è da meravigliarsi se ne ricavò punto o poco profitto. Della condotta nulla a ridi re.

III Corso. Qui soltanto cinque allievi. Uno, il migliore, dovette ritirarsi in seguito a mala ttia. Ne rimasero quattro, dei quali uno discreto , uno così e così , uno assai negligente e uno affatto negativo. All'insegnamento nocque assai la cattiva ripartizione delle ore (due lezioni di un'ora e mezzo ciascuna) e l'orario disagiato (dalle ore 16 alle 17½). La materia, di per se stessa un po ' arida, non si presta a lezioni di durata superiore a un 'ora. Gli allievi si stancano e non seguono o seguono distrattamente e svogliatamente la spiegazione; tanto peggio poi cominciando queste due lezioni ad ora tarda , alle 16. ora in cui si chiude l'Istituto e gli alliev i , già s tanchi dopo tante ore di lezione , rimangono malvolentieri a scuola, mentre i loro compagn i se ne vanno li beri a casa. Perci ò ritengo opportuno per ranno ve nturo adottare un orario normale.

Il quadro fornito dal docente non era tuttavia univoco, con condizioni di insegnamento, in una classe, decisamente insolite, vista la presenza di un solo allievo:

IV Corso Un allievo solo e intelligentissimo; l'unico che mi abbia dato quest'anno un po' di sodisfazione nel mio insegnamento. Abbiamo più che svolto l 'intero programma, ripetuto tutta la grammatica, completato uno stud io del ·colloquiai English', tradotto una buona parte dell'Antolog ia Inglese del Chiarini e interpretato i due primi atti dclrAmleto dello Shakespeare.

Lingua italiana:

1 D. Questa classe risultò compos t a di elementi così vari, eterogenei e deficcnti, da potersi quas i credere il rifiuto delle classi parallele. Poco studio, grande svogliateaa e distrazione, e conseguente poco profitto. N'ebbi sempre l'impressione che la maggior parte degli allievi di questo corso non l"ossero maturi per la prima istituto. Anche la condotta ha sempre lasciato un po' a desiderare.

Il C. Una buona classe questa, stud iosa e attiva in generale, quantunque non troppo disciplinata. Ne l profitto dunque non ho nulla da dire e l'irrequietezza della scolaresca si giustifica forse in parte per le condizioni eccezionali di quest'anno.

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111 C. Un corso di screto anche questo. Salvo qualc he eccez ione. ho trovato g l i allievi sempre ben preparati e allenti alle lezioni. on troppo buona forse la condo tta, ma ci vuol pazienza , trattandosi di g iova notti la maggior parte sui ve nt'anni e un po ' insoITcrcnti del g iogo della discip lina 1

A queste considerazioni faceva ec o il docente di computisteria e ra g ioneria , Carlo Cottarell i, chiudendo le sue consi derazi oni con un auspicio di v ittoria in chiave irredenti sta:

La disciplina fu sodisfacente; il profitto però non si deve misura re dalla quasi unanimità delle promozioni ch e in g ran parte so no s tat e, più che meritat e, elargite in con s iderazione del gravissi m o momento che attraversa la patria.

Augu riam oci che il nuovo anno scolastico abbia ad iniziarsi rcgolannente sotto gli auspici del tricolo re vittorioso e della patria unifi ca ta e che il breve tempo perduto nel frast uon o delle armi rinnovelli le sa nte ene rgie in una s empit erna fom1 di lav o ro fecondo e di progresso 19 •

li primo anno di guerra: 191 5-1916

La conclusione dell'anno scolas tico 19 14- 1915 coinci se qua s i perfettamente con l 'e ntrata in guerra dell 'Ita lia. M a già in precedenza i ri ch iami a ll e armi aveva n o interessato studenti della scuola.

Il giova ne briz Lui gi, chiamato sotto le armi, lasciò !"I stitut o dopo il primo trime stre avendo co nseguito i vo ti trimestrali. Durante il servizio militare si ammalò e venne , ai primi di Ma gg io, mand a t o in con g edo. Durante questo mese frequentò le lez ioni e fu anche c lassifi ca to , per il che il Consiglio d ei Professori de l ibera di ammetterlo alle prove di licenza . l o Sbri,i; era stato dispensato dalle t asse; ma ri g uardo a quelle di li ce nza e di diplom a il pre s ide dichiara di aver ch iesto il pare re del Ministero.

Si dichiara pure di ammettere all'esame d ella immin e nte sessione estiva il giovane [Giov anni ) Pellegrini , che, in sc ritto rego lannentc all'Is tituto, non poté frequentare tutte le le 1:i o ni perché ob bli ga t o dopo il primo trime st re a serv iz io militare20

È il 3 giugno 19 15: a pochi giorni dal s uo ini z io , la guerra , dopo aver causa to la chi usura anticipata dell 'anno sco lastico, così irrompeva nella vita dell ' Is tituto e il C onsiglio dei pro fesso ri do vev a valuta re - e lo avrebbe fatto per tLJ tta la durata del conAitto e oltre - s i tuaz ioni pe rsonali parti co lari. I niziava così, e neces sa riamente potre mmo dire , un a se rie di deci sion i dovute all'eccezionalità del momento , in primo lu ogo per g li stude nti che, chiamati a pre s tar servizio militare , avevano dovut o interrompere g li studi e che non potevano per que sto e ss ere penalizzati. I criter i delle valutazioni, quanto insomma richie s to agli s tudenti, mutarono di conseguenza in modo s ignificati -

Sto ria
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Udine, Piazza San Gia como durante l'occ upazione austriaca, in Archivio Friuli, Fototeca dei C ivic i Musei di Udi n e .

vo, rendendo palpabile nelle classi anche sotto questo profilo la cesura del la gue rra. Il 9 g iu gno, pochi g iorni dopo , venne presa un'altra decisione in questo senso:

Il consiglio dei pro fessori co n s id erato c he qualche alunno , pe r ragioni di servizio mil itare, non è s tato in te rrogato n e l breve lasso di lez ioni r iferentesi a l 3° trimestre e , per le stesse rag ioni , non poté presentarsi agli esami; d e libera, anche tenendo conto del disposto da recente circo lare mini ster iale , di scrutinare tali alunni in base ai voti dei due primi trimestri e di cons iderare a loro favore le frazioni risultan ti dalla med ia di ta li voti 21

Il 30 settembre 1915 al centro della di scussione del Consiglio dei professori vi fu la questione dei profughi arrivati a Udine che avevano stud ia to in scuo le dell'Impero austro-ungar ico:

Il Preside comunica a l Cons igl io che vennero presentate parecchie domande di studenti profughi e redenti per poter essere ammessi a vari corsi dell'Istituto Osserva c h e mancando i programm i delle scuo le da cu i quelli provengono, non è possibile farsi un concetto esatto della loro cultura. Avverte che di ciò ha dato notizia anche al Ministero , sugger endo c he , salva la sua app rovazione , debba in ta n to accettarsi i l vow del Co n s ig lio, e proporre che que i g iovan i siano assoggettati agl i esami de lle si n go le prove, che ogni in segnan te procuri di fars i un concetto, se non esatto, appross imativo della cu ltura dei candidati c che poi dopo in seduta finale, ispirandosi a sensi di una benevola indulgenza, venga pronunziato il g i udi z io definitivo .

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Dopo breve discussione il Consiglio approva tale proposta.

Il Preside tà noto che dai documenti presentati risulta che pa re cchi tra i profughi e redenti non hanno stud iato il francese, per il che in questa materia non potrebbero dare esame Ed allora, se ntit o l'inseg nante della materia , si stabi li sce di dispensare quei candidati dalle prove di questa lin gua, avvertendoli però che in corso d 'a nn o dovranno mettersi a l l ive ll o dei com pa gn i a ll'epoca degli esami del prossimo aru10 scolas tic o

Avendo alcuni candidati profughi e red enti, dichiarato di aver letto una circolare firmata dal Ministro, e dicono , diffusa nelle terre redente per la quale, questi in via ecceziona le , av rebbe accordato loro , co lla semp lice presentazione dell'attestato del 1° semes tre di ven ire ammessi, se n za esame alla classe cui as p ira no , il Preside dichiara di non aver avuto nessuna notizia di tale circolare, e di sa pere, per inform azioni avute , che essa non provenne da U dine; dichiara quindi che telefonerà d 'urgenza al Ministero per avere informazioni in proposito 22

La posizione del ministero , ribadita da un telegramma, era chiara e improntata alla massima disponibilità verso l'accoglienza dei profughi: in attesa della regolarizzazione della loro posizione , si ripeteva che era "consentita anche per sessione ottobre sospensione obbligo pagamento tasse prescritte e dovrà essere usata massima larghe zza nel giudicare sufficienza valid ità prescritt i documenti scolastici". L' obiettivo era che "inte ressi giovani predetti non soffrano alcun detrimento a causa loro presente condizione" 23

,.VV;lLQ_

''Avviso" relativo alfa sessione straordinaria di esa mi del dicembre /915 " a favore di candidati che per servizio militare non poterono approfittare della p.p sessione di ottobre" (Archivio storico de/I 'Istituto tecnico commerciale Zanon "). "Antonio

Per ordinanza minis t e r iale ai terrà in queato Iatituto ~eaaione apeciale di ogni aorta di esami a favo r e di candida t i che per aerviz1o ~1l1ta r e non poterono appro!it• t a re della P·P· aeaaione di ottobre La aesaione si aprirà lunedl proas.i!:lo 1~ co r r. &~le ~re 8 1/2 eolls pro'f'& aeritto. di lettere italian~ r.t-el" tutte le classi e sezioni ier la. licer.:.z:J. poi ui o.~ra.nr.o il giorno d'l martedi ~, a.11&. steas.a ora le prove di .:nate:na= t1ea , rugioneria topograf 1.a ~ndo ai conoscerà 11 m.: .uero , .. E:-i c6.nd.idat1 e le prove ehe devono sostecere,ss.rà pubblicato 1 1 orario eo-i.:pleto

a• ISTITUTO T~CNICO • ~ntonio ~anon Utmt •• - ••-•• • ••a • ••• • • • • • •• •= •••,~•• • •a • •••••••••••••• •
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Così nella seduta del 9 ottobre 1915 diversi alunni vennero ammessi al Regio Istituto Tecnico sulla base delle disposizioni sui profughi. Anche nei loro co nfronti, così come verso gruppi di volo ntari , vennero adottate misure straordinarie. Così il 15 novembre, si legge nel verbale del Consiglio dei docenti,

Alcuni volontari ciclisti, collocati ora in congedo, che non erano stati promossi in alcune materie nella sessione di luglio [ l e che avrebbero dovuto presentarsi alla riparazione in otto bre, ma ne furono impediti dal fatto di non aver ottenuto i l pem1esso dai loro s uperiori , domandano ora di poter valersi della sess ione di novembre e di quella di febbraio, concessa g ià in altri casi

Il Consig lio prese in esame le singole domande dopo breve discussione delibera di dar voto favorevo le per le prove di novembre ritenuto la domanda in armonia col 111° comma dell'art0 8 del regol. per gli esam i, e che venga fatta la domanda al Mini stero perché sia loro co ncesso di valersi anche della sessione di tè bbraio. In sostanza si farebbe loro lo s tesso tratta mento fatto ai profughi14

A dicembre il ministero stabil ì "una sessione spec iale di ogni sorta di esami a favore di candidati che per servizio militare non poterono approfittare della p .p. sessione di ottobre", che all'Istituto Tecnico sarebbe iniziata il 13 dicembre 25 Nello stesso periodo la scuo la rese note le "Dispos izion i relative ai giova ni di nazionalità italiana pro venienti da scuole della monarchia austri aca", che venivano ammess i come "udito ri " allo s copo di permettere il loro inserimento nelle classi come "alunni regolari in base alle prove da essi date nel 1° trimestre del l'anno scolastico I 915 - 1916". Oltre all'esenzione dalle tasse scolastiche, a condiz ione di dimostrare le proprie "condizioni disag iate" , le disposizioni riguardavano lo studio delle lingue , che doveva tener conto del curriculum seguito ne ll ' Imp ero :

lo stud io della lingua francese è d ' obbl igo nel le c lassi in cui questo insegnamento incom in cia; nelle a lt re sarà loro concesso di proseguire privatamente ne llo studio del tedesco, con diritto di sostenere l'esame finale in q uesta materia, o di frequentare come uditori le lez io ni di lingua francese con facol tà di dare il re lativo esame nelle sessioni ordinarie dell 'a nno in corso o del l 'anno success ivo 26

T ra i documenti della scuola non privi di interesse , vi è il manifesto del 22 ottobre 1915 , relativo all'apertura delle iscrizioni al corso serale di contabilità organizzato dal Regio Istituto Tecnico. In calce al manifesto stampato per far conos cere l'iniziativa leggiamo: "Per quest'anno scolastico, in considerazione delle condizioni eccezionali della vita cittadina , le iscrizioni saranno ape r te soltanto per la Sezione maschile". L'esclusione delle studentesse era, con ogni probabilità, conseguenza della particolare situazione di Udine, centro principale a ridosso del fronte, con un gran numero di soldati e ufficiali concentrati

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Cas tello di Udin e, addetti a/l'antiaerea, in Archivio Friu li, Fo

in città , che aveva suggerito di proteggere le studentesse da l la presenza di una massa di m i litari diffic il mente controllabili. U na deci s ione quind i al tempo stesso discri minatoria e ispirata dal des iderio di proteggere le giovani , per le quali non dov ev a certo es se re piacevole g i rare per una c ittà affollata d a militari in libera uscita27

P e r molte famiglie le condi z ioni di vita peggiorarono rap i damente con la guerra , e così diversi gen i tori scrissero al presi d e per ottenere la dispensa dal pagamento da ll e tasse . R iportiamo una s ig nificat iv a lettera, da cui ricaviamo la v icenda di una famiglia divisa fra i due stat i in guerra, con uno studente univers itari o a Vienna, uno , iscr itto all'università di Pado v a , arruo lato ne l regio esercito, e i l terzo che chiedeva l ' iscrizione all'Istituto Tecnico:

Aiello 2 1 sette mbre 19 I 5

La S ignora Amal ia V' Zand egiacomo v i ve in condiz io ni economic he ristrette, tanto che fu obbliga ta di accettare l'ospita lità in casa della propria madre, non esse nd o lei in grado di proc urare al soste ntamento d e i propri 3 figli, dei qual i il pr imo Bruno è s tudente di be lle lettere nell' Università d i Vi enna, il secondo Fe rruccio , o ra volonta r io nel R. Ese rc i t0 , è is critt o nella R . Università di Pado va, i l terzo Achi lle domanda l ' essere ammesso all'esame d'ammissione per il primo corso del R. Ist ituto Tecnico d i Udine.

E ssa poté dare ai propri fig li un 'ed ucaz io n e scie n tifica , solo con gra nd i stenti e grazie a sussi d i che godevano i du e figli maggiori per i l loro profi tto negli studi

Ora le s ue condiz ioni eco nomi che causa la gue rra, sono di molto pegg io rate.

A lei ri esce oltremodo gravoso il pagamento delle t asse scolas ti che 28

toteca de i Civici Musei di Udine
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La dichiarazione era seguita dalle righe de l sindaco del paese che attestava la veri dicità della condi z ione economica della donna , co sì com e prevedevano le disposiz ioni . E ana logamente altri sindaci attestarono le condizioni disagiate o di povertà di famiglie d e l proprio Comune, così come l ' assenza di proprietà.

Il 20 dicembre 191529 vennero s ignificativamente accolte 35 delle 40 doman de di dispensa dal pagamento del le tasse .

Accanto ai riflessi dell'ecce z iona l ità del momento , scorreva poi quella che p otrebbe apparire come la normale amministra z ion e di una s cuo la , compreso uno d egl i aspett i ricorre nti, ovvero la s an z ion e di un atto d i indisciplina. Legg iamo una discussion e che ci p e r me tte però anche d i delineare un mom e nto del tutto partico l are, con le lez ioni s vo lte m entre aere i nemici sorvolavano la c ittà. Da l ve rbale d e l Consigl io de i professori del 22 novembre 1915 sappiamo dunque cosa avvenne dopo un attacco aereo che ave va imposto la so s pens ione delle lez ioni:

Aperta la s eduta i l Sig. Pres id e ri ferisce come l'a lunno ripetente della II F.m. Borg hi Pietro , che lasciò parecchio a desiderare fin dall 'anno sco rso ha cominciato g ià q ues t'a nno a mancare alle lezioni senza motivi p lausib ili e a d are mot ivi d i la g nan ze va r ie del le q uali ha a vu t o no tizie da parte dei di ve rs i insegnanti .

Il s ig. P re s ide avverte poiché deve informare g li inseg nanti di una man canza g rave del! 'alu nno prede tto e che egli stesso e bbe a ri levare .

li giorno 19 a motivo d elle bombe che gli aerop lani n emici aveva n o lasciato cadere sulla c it tà g li al l ievi ve nn ero lasciati lib eri per le ore a n t imeridiane e avvi s a ti che le lezioni sarebbero state riprese nel pomerigg io alle ore 14.

Ora qualche m inuto prima del la r ipresa delle le z ion i Eg li ebbe occasione di vedere da vanti a ll'Istitu t o i l Borghi arrabattarsi per allon tanare i giovani e inv ita rl i a non intervenire alle lez ioni Egli è d'avv iso che non s i debba lasciare im p un it a questa mancanz a di d isc iplin a.

Il Consig l io do po opportuna d iscussione delibera all'unanimità d i infli ggere a l giovane Borghi l ' al lon t anamento per I O g io rn i d a tu tte le lezion i30 •

Su l la que st ione de i profughi s i ritornò più vo lte, così per esempio i l 15, il 16 e il 18 gennaio 1916 di nuovo s i decise in merito all'ammissione di 25 alunn i profughi . Dal verbale d e l 12 febbraio 1916 si apprende invece che lo s tu den te U baldo Domini aveva "prestato come vo lontario se rvi z io m ilitare" e, non essendosi pr ese ntato agli e sam i d i giugno e ottobre 1915 , ve nne respinto. A maggio 1916 ve nne po i sos tituito l'insegnante di sto ria, in seguito a l r ichiamo in serv izio del prof. Vittorio B e rtolaso 31

A marzo de l 1916 il ministero aveva stabilito l ' esonero dal pagamento delle tasse sco lastiche per i "fig li dei richiamati o di so ldati morti, o dispersi , ina bil itati o prigionieri"32 , per cui in tutte le sc uole ven nero adottati provvedimenti a favore delle molte famiglie in di ffico ltà

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Verbale del Consiglio dei professori del 20 dic:embre I 915. n el quale 1·ie11e deciso in merito alla dispensa dal pagamento d elle 1asse di studenti "in co ndi:ione disagia ta" o ..affatto poveri" (Archivio storic:o dell 'Jstituto tecnico commerciale Alllonio Zanon ").

,,,
50

Il 1° lug lio 1916 si decide poi

n uov am e nte - sulla base art. 1 DL

2 mar z o 1916, n. 345 e art. 15 , 16 , 17 e 18 d e l r e golam e nto approvato

c on RD 15 ottobre 1914, n. J234

- i n merito a richieste di "dispensa dall e tass e di licenza e di diploma" da parte di 11 alunni e di "esonero da l pagamento di quella di immatrico laz ione e frequenza " di altri 4, per lo più concess i in quanto il ric hiedente e ra giudicato " affatto pove ro " .

Nel frattempo , anche nella scuola e rano ricordati i caduti in gu e rra , in un circuito di partecipaz ione al lutt o ch e comprende v a alunni , profess ori , civili e militari: così per es empio avv enne per "onorare la me moria del Capitano Martinelli

M ich e le" , " valoroso a v iatore glo-

P ietro Ta llo ne r iceve dalla mog lie Lu ig ia u na fo!Ografia del fig lio le tto Cesa re (Albu m di fam iglia Piera e Mon ica Tallone, Udine).
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Stazione di Udine, 27 novembre 1 9 I 7 · a rt iglier ia d i preda bellica, in Archivio Friu l i, Fo toteca dei Civic i Musei d i Udine

r iosa me n te ca duto " 33 . In prece d e n za, il 27 ge nn a io I 9 16 il pres id e nte d e ll a

S o cietà na z io nale Dante Alighi e ri aveva s c ritto al pre s ide:

Il nostro benemerito Comitato di Udine ci annunzia che gli studenti di codesto Istituto Tecnico "A. Zanon' · si sono iscritti per la tred icesima vo lta nel Libro D 'oro dei soci perpetu i d e ll a " Dante" co l propos ito d i onorare la m e mori a del co mp ianto r ag. Gu ido Oi s u tti, g ià Pres id en te del locale So tt ocom ita to s tude ntesco d e ll a "Dante", e d eg l i a ltri compag ni cad uti s u l campo dell'onore.

La P residenLa app rezza nel suo giusto valo re l'atto nob ile e gene ro so dei giovani cui ella p res ied e e p rega la S.Y. d i vo lere ri vo lge re loro u na p a rola di v ivo e lo g io, a nc he a no m e d i S.E. Bose lli , s p ro n a nd o li a co ntinuare se mpre s aldi n ei se ntim e nti d i amor di pa tri a a c ui s i è ispira ta e s i ispira l'ope ra della " D ante Alighieri'·:w

Le carte della scuola docum e nta no anch e le difficili s ituazioni di molte fami g lie , com e pure e mo z ioni e sentimenti di molti italiani: riporti a mo a ese mpi o un a le tte r a del 12 lu g lio 19 16 in v iata a l p res id e d a l p a dre di un alunn o, ne ll a qu a le a ll a des c ri z io ne dell e pro prie diffi c oltà si a ffiancano a ltri e lem e nti. Da un lato l ' avversion e verso il nemico , che si estend e alla lin g ua ted es ca in g ene ra le, un effett o d e lla prop ag anda di g uerra c h e alimen tò un 'os tilità ve r s o la c iv ilt à te d esca n e l su o co m p less o , pres entata co me ant i te ti ca a qu e ll a " la tina "; d a ll ' altra un to pos d ell 'es perienza s colastica di alunni e profe sso ri , l ' accusa di fav oritis mi ne i confronti di alcuni s tudenti , u s ata per ra fforzare la ri c hies ta di un tratta m e nt o parti co la re :

Co n le lagri m e ag li occ hi che mi ri vo lgo all a di Lei bon tà d a t utti rico n osc iu ta; com e le dicevo d opo ave r in u tilm e nte at eso a Gemona o ltre t re mes i un postic in o a m e no pe r sfam a rm i; ma se quei paesi non poterono g iornrmi non li condanna la posizione geografica che li rende tali; ora con la guerra; perciò venni qui tulio fiduc ioso di ocuparmi; ma o r a che si prcsema mo lt o più fac ile l'oc up azione d e l figl io che la m ia ave ndo gi à p i ù pos ti in tratta ti ve e c he tosto sare bbe a ssun to s pe cialm e n te a ll a m etal lu rgic a co n la l icen za di fis ico- m a tema ti ca, a ve nd o riposto c he e scn,:a document i dove ndo ripara re in tedesco gli anno de tt o che se ne infischiano di tutta la tedescheria ma che solo compro, i di aver a . olto il IV 0 corso.

Du n que come ve d e pr ima la g u erra aus tr iaca mi assass in ò la mia esi ste n za, o ra qu e ll a male d etta lin gua che t utti n oi st udi a mo di bo ico tta re , prop r io qu e ll a d eve dann i lu llim o traco ll o alla m ia infelice famig l ia un di così bene imp ian tata; eppure per l'alto p atriotismo d a me in ogni occasione dimostrato meritavo ben altro perciò come vecchio padre di famiglia, come patriota e filantropo mi rivo lgo con un u lt ima pregh iera quella della dis p era.t ionc d i fare un s tra pp o a ll e leggi e aiutare c hi pu ò va n ta rsi d i esse rsdo m e ri ta to.

Dic iamolo pure fra n o i co le class ificaz io n i di ch imica che aveva l... ], e che ne l esame di saggio finale non fù capace di aprir bocca alla lettera nulla non , enne rimandato all'esame ma licenziato ciò vuol dire di essere entrato nelle simpatie dei professori più di mio figlio sfortuna t o e sprovv isto di m tto non pe r colpa mi a m a per la g ue rra rin grazia nd ola an tec ip atam c ntc 15 • In altr i ca i. le carte osp itano lo sfogo di chi ha prova lo forse il più grande

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do lo re che si può esser cost retti ad affronta re, rin graz ian d o il preside per ave r vo luto rico rd are il proprio figlio . Così scrive dunque una ma dre:

( ... ] il po vero Sergio e ra so ld ato semplice al 3 ° Genio Te legrafi s ti dista ccame nto in Mantov a, con sede de l suo regg imento in Firenz e, la sua ma lattia fu causata dai grandi str apa zz i softè rti e per qu an te vo lte si fosse dichiarato am m a lato a quel capitano medi co non l'ebbe rico nosc iu to op pure non voile riconoscer lo, infine quando ne aveva male in e s uberanza lo foc e entrare all'os p itale e co la fu per tre mesi c irca dopo d i ciò lo mandarono a casa riforma to, dov e ndosi dopo qualche giorno mettersi a lett o , d a l quale dop o tre m esi cessò di vivere. Prima di scrive rle vo lli parlare con il med ico cu r ante , c h e mi dis se d i sc ri vere a l Comando del Genio pe r s apere la ca u sa del la malattia [ . .. ] Il medico c urante mi assicuro che la malatt ia à per causa ass olu ta il m i litare , difatti il povero Sergio all'età di 20 anni non s i ebbe a sapere c h e abb ia avuto ne ss un a m alattia , ta nto che non avevo nessuna immaginazione, solo q uella del dolore per la pe rdita dell'amato figl io.

La prima volta c he verro U dine non manc hero d i venirla ringraz iare , è parlarle ver ba lm ente cd in quell'occasione avro il l ieto pi acere di ringraz iarla e s t ri n gerle la mano [ ]3 6

Si può osservare come l a situazione di un Istituto a ridosso del fronte non fo sse semp re ben compresa dai di stant i uffici romani , come si ricava d a una le ttera d e l presid e, piuttosto infast idito d alle richieste c he ven ivano dall 'alto. La diffic oltà di trovare un in segnante di educaz io ne fisica fece sì che egli se ri-

A l n uo vo presriro nazionale "La Parria del Friuli· · del 3 luglio 1915 dedic a i ·artic olo di.fondo.

TlkfoM 1.95 LA PATRIA DEL FRIULI T..r.;,.,o1• 53

vesse a ini z io aprile al Ministero d e lla Pubb lica Istruzio ne così delin ea ndo la situaz ione della scuola:

Ud ine, 7 a pri le L916

Per quanto appassionato propugnatore della ed uc azio ne fis ica ho il dispiacere di dover a n cora affermare che per que st'anno in questo is titu t o è inuti le pensare a que ll ' in segnamen to .

Ho già de tt o che qui manca tutto, c he va ne sono riuscite le m ie ricerche per t rovare un d ocen te. In seguito all'u lti mo te legram ma ministeriale mi sono r ivolto per la terza volta alla direzione generale d i queste scuole comunali ma con r is ultato negativo[ ]

Passeggiate, ludi ginnici all'aperto non si possono fa re qui dove è co n tinuo il perico lo deg li aeroplani nemic i c h e mi nacc iano di comparire e compaiono qualc he g iorno fin due e t re vo lt e e so lo a fatica e graz ie alla buona disciplinata s co laresca si ries ce a continuare le a lt re lezioni Qual f rntto dovrebbe poi con l 'insegnamento dell'educaz io ne fisica che so n o pro ssime le ferie di pasqua e dopo fino al termine dell ' anno sco lastico [ ] non resterebbe tem p o c h e per una dozzina di lez io ni?

È una disgrazia, lo so, so no i l pr imo a di c h iararlo , m a ci vuo le pazienza e bisognerebbe tro varsi qui per capire le condiz ioni eccez ionaliss ime dell'ambiente e d adattarvisi 37

Anche l'Istituto venne investito dalle misure legate alla raccolta del terzo prestito nazionale, del gennaio 1916 , che, al par i dei due precedenti, non aveva avuto il grande successo che il governo aveva auspicato . Ugua lmente , il ministro della Pubb li ca Istru z ione Pasquale Grippo scrisse che era stato "accolto con patriottico slancio" l'invito fatto a gennaio ad ader ire alla sottoscrizione, aggiungendo che

Particolare significato e va lore hanno ass unt o s pec iali fondazioni so rte in ta lune scuole medie , le q ua li hanno destinato la rendita di cartelle acquistate, alla istituzione di borse di studio in memoria di insegnanti o di alunni caduti in gucrra 38

La successiva richiesta ribadiva la volontà di va lorizzare lo sforzo fatto dall e scuole ai fini della propaganda patriottica. P er questo mot ivo invitava

[ ] i Cap i deg l i lsti mti di istruzione e di e ducazi one di ogni ordine e grad o a darmi ragguag li:

I 0 ) della somma in c iascuno istituto od u fficio Iiberam e nle sottoscritta al prest ito naziona le;

2 ° ) della eventua le destina z ione d i titoli del prestito per b orse di s tudi o, pe r pre mi, ecc d ando in tal caso not izia delle modalità con le qua l i la fondazione è s ta ta ide ata e del numero e dell 'a mmontare d e i titoli di rendita acquistati.

3 °) Dei desideri comunque manifestati dai grnppi di sotto scrittori circa la de s tinazione de lle somme ve rsa te.

E po iché mi risulta altresì che in ogni scuola dal pr inc ip io della guerra s ono state so ttosc ri tte anche a più riprese somme a beneficio della Croce Rossa, de i feriti , degli invalidi dei Co mitati di Organizzazion e Civ ile, ecc le SS .LL. d aranno pure notizie intorno alle sott osc rizion i stesse.

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Ne l frattempo i lutti si moltip licava n o, anzi era n o entrati a far parte d ella vita quo t idiana, e trovavano spazio anche su l la stampa citta d ina, come ne l caso di un docente - di 27 ann i, quindi poco p iù vecchio dei suoi studentiche aveva i nsegnat o all ' Ist ituto Tecnico, r icordato ne ll o sti le d ella propaganda dell'epoca a ll a quale un g iornale in z ona di g uerra doveva attenersi:

Cronaca cittad in a Un professore caduto

li dotl. Er man n o Senigaglia, in seg nante di matema ti ca a lla nostra scuo la tecn ica, cadde gloriosamente ferito sulle cruen t e balze del Tre nt in o , nei pr im i furiosi combatt imenti dello sco rso mese e cessava di vivere il 21 magg io in un ospedale da campo

La not izia apparsa improvv isame n te ier i su alcuni gio rn a li, produsse do lorosa impressione nella classe insegnante e un largo e profondo r imp ianto fra am ici a lui cariss im i e nella numerosa scolaresca. Co ll a sua morte va ad allargarsi i l vuoto nella sch iera deg li educatori ita liani, che s ul campo della g loria sta compiendo i l p roprio dovere con va lore ed entusiasmo .

Il profe ssore Senigag lia, laureatos i in matematica presso la R. Un i versità d i Padova ne l 1900, g ià era noto nel campo degl i studiosi per le s ue pregevo l i pubblicaz io n i

Amò la scuo la e l'insegname n to in cu i p rofonde va la sua non comune colt ura, accopp iata ad una att i vità fa ttiva e te n ace . F u alla scuo la tecn ica di Sacile ne l 19 I 0 - 11; a l Liceo della Repubblica d i S. Marino , pareggia to a quello del Regno, nel 19 11-1 2; nella R. Scuo la di Commerc io di Bari nel 19 12-13.

E sempre in segu ito a concorso passò ti to lare alla R. Scuo la tec n ica del la nostra città nel 19 13-1 4 e in missio ne a Ven ez ia alla " Gaboto" nel I 9 14-15.

Vanto ed orgog l io della s ua fam igl ia residente a Pa d ova, e ra u n fervente ed entusiasta della nostra attua le m iss io ne sto r ica, e come tu tti gli spiriti generos i s'ar ruolò volontario nel Gen io n e l g iugn o 1915 , pochi giorni p recedenti la circolare Sa landra c h e vietava ag l i impiegati governa ti vi l'arruo lamento nel l' esercito, pri ma della ch iama ta del la rispe ttiva cla.sse.

All ' iniz io della cruenta offensiva austr iaca, egl i s i trovò fra i prim i ad affrontarne coragg iosamente con altri il t err ib ile urto, poderosamente contrastato dal valore tenace delle nostr e eroiche mil iz ie.

Co lpito gravemente, chiuse la vita in olocausto a l dovere e all'ideale, a 27 a nni , nel fiore de lla gioventù.

E noi, coll'animo commosso, fier i de lla sua eroica condotta cd orgog l io s i della sua intima am ic izia, mandiamo dalle co lonne di questo giornale, anche a nome di tutta la c lasse dirigente e degl i a ll ievi delle s cuo le c ittadine, le p iù sentite condogl ianze alla sua buona mamma e a i fam i liari, che, p ur esterrefatti e col c uore che sanguina, si se n tono italianamente fo 11i di aver dato a lla patria l'ado rato loro congiunto ' 0

A fianco del la notizia de l la morte del prof Senigag li a , viene riportato un ep isodio che suggerisce la confusione che all'epoca doveva esiste re in vari settor i de ll a vita pubblica . Se poi consideriamo il controllo su l la stampa cittad ina, risu lta ancora più insolito che trape lasse, nella rubrica dedicata alla " Cronaca provincia le", una n o t izia di questo tipo proven iente da Fagagna :

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55

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La prima pagina della relazione finale per/ 'anno scolastico 19 J5 - 16 dei professor Giovanni Chisini {Archivio storico de/l' Ist ituto tecnico c omm erciale "A ntonio Zanon'') .

I C, 15-16
,
k - ~ Il ()'v)v Ct.,.J.o "'4.: /.J e-"4· n,,n., ~~~~~ ,z,. e.,{,,.,~~a<lda.<:~ ~ ~ \ • d-°L2A.A~~ ~cz4~,.,-./h~~".,,/4-U4~ • • ,u_' / MUV~- / - -7-' ~a,~<VU.a:./4.:.~~-C:.~--.,,efé~ -Js,vr,-4w/cd~,r-~~ kna, J.;,~J,,,/4,~~-kM:/4n-5':,r-~~~~ ,u, ~~~r~ek.,,_,~~ ffU -fa'¼-~ ~ddk~. A-.:-/~ ~,,,.r.;M~-u:-~eut~~d.:~ e ,:4: la;·~ ~o "a,;.e//e r~- /k~~ / JeLu/4
5 6
~~ ~ -t~~.J..:. /.od~ . ..Ìu~L~j'?#:~
d.a.U.:-/ 'H~ d , ~ -,:, ~ . ., ,.:)

Da quando le scuole non dipendono p iù da l Com une , l ' istruzione pubb l ica lascia mo lto a d esiderare . Le vacanze sono più frequenti e le brev i lez ioni si a lte rn ano con ric reazio n i lunghiss ime. Ognuno può immagin ars i con qua le profit to deg li alunni e con che piacere d e i genitor i.

Un signore del paes e levò un suo fig l io d alla secon da c lasse delle pubbl iche scuo le e lo col locò presso la prima classe anness a ali' Asilo In fanti le , persuaso che l ' is t ruzione in questa scuola d oveva esse re su pe ri o re a q uella impartita n e ll 'a lt ra e lo prov ò i l fatto che i l bambino s i t rovò appena al corrente coi suoi nuovi condisce p o li.

Ieri, giornata di lezione , la scolaresca, col Direttore e le Maestre, foce un 'escurs ion e fino al v ici no S. Vito ; dopo la co lazione gran parte dei bambin i, con sor presa d ei genitor i, tornaro n o a casa, so li, se nza alcuna sorvegli an za

Anche il docente di Mate matica, prof O ' Aste, sottol ineò , pur con una conclusione ottimistica in linea con iI " d over essere" di un funzionar io dello Stato in tempo di gue rra , le d ifficoltà del momento. Dopo aver detto di av e r " inte ramente svolto" il programma , scrisse :

Mi è doveroso riconoscere che l'a n imo dei g iovani fu , re lativamente , molto sereno e tr anq uillo , ma lgrado le agitazioni citta dine d e ll e minacce continue di pericolo e il doveroso interrompere delle lez io ni che ne fu spesso la consegue n za, il nobile sentimen t o di amor patrio fu s empre caldo, vibrante nei nos t ri g iovan i studenti .

Non ho quin di a deplorare il poco profitto dei giovani a me affidat i e m i compiaccio anz i di dichiararl e c he i ris ul tati furono so ddisfa centi , com e n e di ede ro prova le classificaz ioni di scruti nio.

Co me sempre la di scip lina fu rig idamente mantenuta nelle m ie classi•0

Ma è di nuovo la re lazio n e di fine anno d e l prof. Giovanni C hi s in i a farci meglio comprendere la situazione complessiva del Regio Istituto Tecnico. Irrequiete zza g e nerale, attacchi ae rei, mancanza di illuminaz ione n e lle ore pomer id iane, la guerra insomma, avevano impedito un normale svo lgimento delle lez ion i, producendo sia un abbassamento del livel lo dell'insegnamento - tanto da rendere " quasi superfluo lo studio" - sia addiritt ura , se condo il docente, la "decadenza" della sc uola. Scrive dunque con indubbia efficacia nella sua relazione d e l luglio 1916 s ull ' anno scolastico appena co n c lu so:

G ià l'anno scorso, p er lo scopp io della guerra e la c h ius ura ant icipata dell e sc uole , g li a lli evi erano rimasti un po ' indietro ; e qu est'anno non s i è potuto ottenere tu tto il pro fitto des iderato, per la svog l iatezza e l 'irr equ ie tezza ge n era le de ll a scolaresca, per le freque nti interru z io n i d ovute ad a llam, i pe r aeroplani nem ici o a ltro , per ostaco l i e di ffico ltà insomma ben note, create dall o sta to anormal e cli cose ne l q ua le ci troviamo .

Per uno s tudi o serio s i convengono quie t e , calma e tranqu i Il it.à , ta n to cli de ntr o , nel l ' ambito scolas ti co, che d i fuori , nella p o po lazi one; condiz io ni ind ispen sabi l i al buon andamen to della scuola, e che quest ' anno sono ma n ca te. Oltre a questo, a l poco profitt o e alla d ecadenza della scuo la hanno certame n te contr ibu ito , giova pur d ir lo, le fac il itazioni continue e le agevo lezze in sperate concesse ag l i scolari , per cui s i rendeva qu asi s uperfl uo lo studio.

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Castello di Udine, addetti all 'antiaerea in Archivio Friuli, Fo 101eca d e i Civici Mus e i di Udine

A queste considerazioni va lid e per tutte le classi, il docente n e faceva seguire altre re lative ai divers i corsi, a partire d al II corso di ingl ese :

Corso l imitato, di 13 all iev i o r d in ari e d i una uditrice; corso n o n privo di bu on i element i e che sarebbe andato assa i be n e in te mp i normal i; ma disgraz iatamen te, oltre all ' irrequietezza d e i g iovan i, si e bb e r o a lame n ta re a ltri in conve nient i, causa i qual i non s ' è potut o svo lgere lutto i l programma, con risu ltat i, pe r conseg uenza, in sod is facenti. Prima d i tutto la manca nza dei testi. Non s i può credere quan t e d iffico ltà io abbia dov ut o superare per procuram i d ue testi stranieri, riten u ti da me necessari, soprattutto per lo st ud io della pronunzia. on vo len d osene in caricare i librari d i qui, dovetti r icorre re ad altri , rivolgermi di qua e di là ; troppo lun go sa re bbe raccontare ogni cosa. Per farla breve , la scuola non p ot é ave re tutti i tes t i che dopo le vacanze di Pasq u a, vale a d ire q uas i a fi n d ' anno, con quel preg iu diz io per lo stud io , c i si può immaginare. Aggiungasi a q uesto l ' in conveniente del gas. Dovendo far scuo la dalle I 6 a ll e 17, n e i mesi in verna li occo rreva la luce, e ma nc ando la pressione , spesso s i r imaneva a l bui o, così c he fu necessario sos pendere più d ' una lezione . U n anno disgraz iatiss imo insomma, n e l qu a le e per un a causa e pe r l ' altra, gl i all ievi profittarono la metà degl i anni sco rsi , pure non essendo in genera le p ri vi d i buona volon tà . E di q uesto dovrà te n ere co nto il m io successore, nel caso c h e l ' anno venturo io foss i pro vv isoriamente traslocato, come ne ho fatto domanda, cons ider ando che i l poco profitto non è dovuto a negl igenza da pa1te d ell ' in segna n te né deg l i s co la r i , ma a llo s tato d i guerra e alle c ircost anze eccezional i in cu i s i è svo lto l ' insegnamento.

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Per quanto riguarda il III corso , l'insegnante non ricorse a eufem is mi per dire q u e ll o che p ensava , in uno st il e anch e pi u ttosto divertente e iron ico, su un gruppo di al unni che già erano giun t i a quella classe per "merito di guerra" :

Sei soli alliev i , r imasti poi c inque ; e u n corso pegg iore non si pu ò imm ag ina re Se da una c lasse numerosa s i fosse ro scelti appos ta g li elementi p iù deficenti, svoglia ti e d istratt i, non ne sarebbe risu ltato un com p lesso più d isgraziato. Già in secondo co r so qu es ti alunn i e rano stat i t utti bocc iati a i primi esami; e agl i esam i d'Ottobre so n riusciti a passare u nicam e n te pe r, d icia mo cos ì , merito d i guerra. Genera lment e s i crede che una p iccola c lasse fo rm i la felic ità deg li i nsegnanti; e può essere, qu ando q uesta s ia composta di elementi bu oni; ma nel caso attua le era tutto il contrario. Avrei prefe rito sincerame n te una cl asse di quaranta g iova ni , perché fra ta n ti ce n'è sempre a l meno una di ecina di buoni che da nn o q ualche so di sfazio ne. Ma aver da fa re rego la rm ente le lez ioni a un co rso piccolo e scaden te, co n la certezza c he profitto non ce ne sa r à e che è tutto fiato b uttato v ia, è davvero una disperazione pe r un insegnante che ha u n po' d i amo r proprio. E non si p uò dire qu anti sforz i io abbia fatto. Spesso m i è toccato ripe te re e far rip ete re trenta o q uaran t a vo l te di segu it o un a cosa; tutto inuti lmente , c h e i l g iorno dopo nessuno la sape va . Avrò fatto co p iare dieci o vent i vo lte le coniugazion i o le li ste dei ve r b i irrego lar i; tutto inuti lmen te, come se gli all ie v i fossero stati de i pe zz i di legno . Perciò non ho pot uto di c in que sco lar i ammetterne agli esa m i che uno so lo, l'unico che mi pareva che stu di asse un poco , quantunque di capaci tà assa i li mita ta. Ora io non so se i detti giovan i riusciranno a superare g li esami d i Ot tobre; ma s upposto che t utti o in parte riu scissero, è cert o che n e risulterà u n qu art o co rso scadent iss i mo, ch e ren d erà assa i ingrato il suo ufficio a l povero insegn ante.

Ancora di ve rsa, an z i d ecisamente in so lita, la condi z i o n e in cui si svo lse il TV corso . Ma , accanto alla sc onsolata valutazione del l 'a lli evo, emerge dalla relazione un inse gna mento in altr i momenti di ottimo live ll o, con la no n comune es pe rienza di d ocente e alli e vo c h e leggono insieme l' Amleto "co me due colleghi". el IV corso, d unq ue,

Du e allievi, rimas ti poi uno solo. C he papato un a llievo solo i n una c lasse, vie n fatto di esc lam are! Sì, un v ero papato, lo credo anch' io, qu ando si tra t ti di un allievo intell igente e vo lonteroso come quello che avevo l 'a nn o precedente, co l qua le, te r m inato ben pres t o il p rogram ma, c i rimase ancora il lu sso d i leggere insieme l'Am le to come du e co ll e g hi . Ma qu ando quest'allievo sia d i capaci tà media, con va lescente da u na grave malattia , e per giunta assai svoglia t o e ind ifferente com'e r a il caso quest'anno, l ' i nsegnament o divent a così monot o no e te d ioso , c h e s i sosp ira un a classe numerosa; e q uando l' an n o è fini t o, giu nti fina lm e nte a l ter mine d i tanta noia , si tr ae un lu n go respiro d i soll ievo .

Concludendo, c ito qu i un a frase che m i è stata r i tè rita come detta da i mie i predecessori per giusti fic a r e il loro des ide r io d i tras loco, che c ioè 'l' in glese a Udi n e non dà sod isfazio ne '; e me ne sono accorto anch' io in quattro ann i d i insegnamento. Ed è più che na t ura le , se s i cons ider a l' amb iente nel qua le ci tro v iamo. La maggio r parte dei giovani, per l'immediata v ic inan za del confine austriaco , ha interesse a studiare il tedesco e ha spesso occasione d i par lar lo e di sentirlo parlare. Quei poc h i invece che sLUdiano l ' ing lese, in gene r a le s i t rovano spersi, lo stud ia no pe r o bbligo e senza impegno , e non

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hanno l 'o pportunità di potersi es erc it are, non in contra ndo ma i i n questi pa raggi, neanche per caso, un suddito inglese o americano qualsiasi. Questa e, identemcnte è la ragione principale per cui qui l'inglese è trascurato, con po ca sodisfazio ne dell'insegnante , i l qua le , s i cap isce, sarà lieto di anda r se ne alla prima occasione che gli s i presenta.

P er le a l tre mat e rie , il doc e nte pr ese ntav a un qu a dro più " normale ", sia per il numero degli student i per classe, sia per il loro li ve ll o, e terogeneo, mentr e la d ecis ione di cons id era re la media tra scritto e ora le finì per favorire molti . È anc he in questo caso, a differenza di molte altre rela z ioni di fine anno , un qu ad ro vivo di quello che avvenne nella sc uola:

Tedesco JI B.

Un bel corso, di una trentina di a lu nni, fra cui quattro signorine; corso composto di circa un terzo di elementi buoni, un terzo medi e un terzo scadenti; non mancava però quasi in tutti la buona volo nt à e anche un certo impegno.

La con dot ta è stata buona in generale, il profitto discreto, e il programma si è svolto regolannente.

Itali ano I D.

Corso numeroso . di 35 allievi. fra cui sette ragazze e di,·ersi ·redenti·. Corso di attitudini medie in complesso, ma non privo d i qualche buon ele mento. La condo n a è s empre stata ottima so tt o ogn i ri gua rd o, i l profitto discreto, e il programma s i è sv o lto regolarmente. Avrebbero meritato il passaggio, ritengo, circa una ventina; ma la concessione venuta da ultim o, de ll a med ia tra lo scritto e l 'o rale, ne ha fatto pro mu overe più d' un o che non m er itava, e che s i troverà a di sag io l 'anno venturo nella c lasse superiore.

Il D.

Anche qui una t re ntina d i sco lari. dive rsi buo ni e divers i un po' scadenti, dei qua li però la d etta concessione ha favorito il passaggio. perché a voce più o meno studiavano tutti. La co nd otta ha lasciato un po' a desiderare per parte di qualcuno, il profitto i n ge nerale è s tato d isc re t o, e i l programma si è svo lt o rcgo lam1ente.

Anc he p e r l ' altra mate ria di c ui era s tato incar icato, la g uerra aveva co mportato un a riduzione del programma:

Storia

111 C.

Questo corso è sta io tenuto dall'e g regio co l lega prof. Bortolaso fì no a i prim i d i Maggio , epoca in cui ru chiamato sotto le armi; io non ho fatto altro che continuare modestamente la sua o pera fino al termine dell'anno scolas tico. Ho t rovato circa una trentina di all iev i c he già conoscevo , qua si tutti ben prepa r ati e discipl inati; ma il programma non si è potuto finire, perché il prof. Bortolaso, in principio dell'anno, aveva dovuto svolgere quella pane del programma che non era stata fa t ta l'an110 precedente, pe r l'antic ipata ch i usura delle scuole 41

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li Consiglio d e i professor i del 3 aprile 1916 venne convocato per un avvenimento direttamente legato a ll a guerra li Preside riferì della lettera de l s ind aco di Udine del giorno precedente nella qua le i l primo cittadino infonnava che "Doma ni arri va a Udi ne alle 9 l/4 S.E. H. Asquith , Presidente del Consiglio dei Ministri d ' Inghilterra. Il Sindaco è interessato a che la cittadinanza faccia buona accoglienza all ' ospite illustre S i compiacc ia di considerare se non s ia il caso di concedere agli alunni delle class i superiori di cotesto Istituto un ' ora di vacanza per reca rs i alla stazione a portare il loro saluto plaudente all ' in signe Alleato, per dimostrargli quanto la c ittà nostra s ia li eta di accoglierlo".

Proseguiva il verba le - che par lava tra l 'a ltro , utili zzan do una terminologia bel lica, di studenti colpevoli di "diserzione dalla scuola" - spiegando quindi la decision e presa , che aveva tenuto conto del pericolo di attacchi aerei 42 :

.Intorno a questo argomento , egli s'intese anche col Sig. Pres id e del Liceo . Pen s ando alla responsab i lit à , ch e potev ano ve n ire nel caso che l 'annuncio di aeroplan i nemic i coincides se nel l' ora del ric ev imen to, e anche per a lt ri motivi , eg li aveva stabi li to di non mandare tutti gli a llievi , ma solo una rapprese ntanza Semp re in causa delle poss ib i li incurs io ni d ' aeroplan i

La visita di Asquith
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Aereo n e mico abbattuto il 7 aprile 1916 n e i pressi di Udi n e, in Archivio Friuli, Fo1oteca dei Civici Musei di Udine

nemici e a scanso delle relati ve responsabilità. questi studenti del Il I e del IV corso sa rebbero stati avve rtiti che po tevano far parte della rappresentan za o no, con piena loro volontà. Alle 8 di stamane, alcun i studen ti gli s i pre se nta ron o. es ponendo il desiderio di p o ter partecipare al rice,·imento del Mini stro inglese. Egli rispose che per il m omento entrassero in classe che i erano gi à prese le opportune disposi7ioni, che l'Istituto sarebbe s ta to rappresentato, che bi sognava far le cose con giudi z io, perch é anche il Preside ha le sue responsa bil ità. Al cominc iam e nto del le lez ioni. eg li s' accorse che gl i s tudenti rim aneva no alquanto perp less i s ul da fare. Co n buone parole gli ha s timolati a ent rare nelle varie le z ioni. En trò poi in tull e le classi. esponendo le deli beraz ioni prese in merito alla question e e ch e avrebbe disposto che il 3° e il 4 ° co rso potrann o partecipare al riceviment o del Ministro

Al le 9 prevene ndo q ualche in co nveni en te egl i vig ilò g li s tudenti ne l ca mbio de lle lez ioni. Qu es ti diedero s ubit o segni d'inquietudin e riunendos i, rum o reggiand o ecc Con parole di persuasio ne o nennc. benché a fatica, che una buona magg ioranza degli studen ti ripigliassero le lezioni. Gli altri s i dimostrarono res tii a l s u o incitamento e s i diedero a c hiamazz i indecenti, riu scendo una part e a scassi nare il ca ncello di ferro c he mette in via Cava llotti , a rompere un o specchietto della gabb ia che se rve a l b idell o Primo , e una se rratura d e ll a porta dell a vecch ia Segreteria. Egli tro va gravi le cose accadute e inYita il Consig li o a esami nare la ques ti o ne perch é tali rnancarue non si ripetano più in awen ire e perché la disciplina venga seve ramente ri spettata Propon e c he il Consig lio dei Profe ss ori esprima co llettivament e il bia si mo proprio verso g li s tudenti co lpevoli d i s iffa tte mancan z e Sarebbe d'a vv iso che agl i studenti c he mostrarono un contegno così poco corretto venisse dato dai singo li insegnanti un voto basso nella condo tta e che agli s tudenti che si resero colpevoli di diserzione dalla scuo la venis e inflitta in oltre una sospen s io ne dalle lezio ni p er un periodo di tempo da determinars i

La discussione s i conclu s e con la decisione

ad unanim ità di assegnare:

un 4 in condoua in tutte le mater ie nel II trimes tre a g li alu1rni d e i co rs i 1° e 11° c he hanno di se rtate le lezioni dal le ore 9 a ll e 10 mal grado le esorta7ioni del Pre side e degli insegnan ti ed affermano pure ad unanimità il pro posit o di infliggere punizioni più gravi nel caso si ri1rnova ssero i lamenta ti diso rdi ni.

Si ri serva infine di procede con mag gio re seve rità contro co loro c he fo ssero acce11ati a utori deg li atti vanda lic i già depl o rati ~1.

Quel pro vvedimento disciplinare non re stò comun qu e is olato .

L' anno sco lastico 1916-1917

Intanto il Ministero della Guerra av eva organizzato, tramite il Comitato re g ionale di mobilitazione industri ale, i p e riodi di istru z io ne e tiro c ini o dei giovani presso le indu strie della regione 44 , in un contes to nel quale le difficoltà del conflitto stava no imp o nendo la massiccia mobilitazione de lle ri so r se nazionali, do1me e minori inclusi.

In precedenza il preside aveva ri cev uto dalla Camera di co mm e rcio informazioni in merito alle cinque aziende ove i g iova ni avrebbero potut o contribuire allo sforzo bellico:

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n ella Prov incia di Ud in e pro du cono pro ietti l i e d a lt ri materiali guerreschi p er l'Eserc it o le ditte seg uenti :

Alessa nd ro d e l Torso Ud ine - Officina mecca ni ca per la p roduzione di proiett il i per I' a rtiglie ri a .

Offic ine Lici ni o - Pordeno n e - l d e m

Fe1Tie re d i Udi n e e Po nt S . Ma rti n - Ud in e - fe rro e lavo ri in fer ro pe r l 'Esercito.

Fo nd erie Friu la n e - U din e - lavori in fer r o per l'Esercito-

G .B . Berto l i & C. Udi ne ( Pa d e rn o) - id e m45

Il ve rbal e d e lla riunion e de l C o ns ig lio de i pro fess o r i d e l 2 6 o tto b re 1916 c i perm e tte di cono s ce re le condizion i in cui molti studenti s i trov ava no a studiare . In qu e l l ' occasion e s i d ec is e in merito al

Pe rm esso di accettare a lunni che approfitta nd o de ll a fe1Tov ia possono g iunge re in rita rd o alle lezion i. l i Consig l io in vista del le condiz io n i a n orma li dei t e m p i c h e co r ro no che rendo no d i ffic i le tr ova r e a lloggio e grave la spesa pe r il m a n te n im e n to d e i giovani in U din e, acconse n te d i accettare che g iu nga n o in ritardo g li alunni c he vogl io no a pp rofittare del mezzo de ll a fe rrov ia o tra m per reca rs i a ll'I stit uto.

D ovran no pe r ò ess e r avvertit i c he è fa tto loro obbligo di te nersi in g iorna ta co ll e lezio ni e che il r i tard o non p otrà ma i esser add o tt o a scusa pe r m anca n za di p reparaz io ne o d ind ug io a presentare i co m p iti

Udine, mercato in piazza ,XX' se ttembre durante /'occupazione (Stud io Pigna!}, in Archivio Friuli, Fot oteca dei Civ ici Muse i di Udine

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In quell ' occasione venne a nche fi ssa ta una ses sione strao rdin ar ia di esami a fine ottobre per " De Mont e Lin o perché sotto le armi non p oté presentarsi prima; [e] Adam i Giovanni che non poté completare le prove perché chiamato sotto le armi [ .)"46 I richi ami non riguardavano soltanto gli s tud e nti: il 3 ottobre ve nn e " nomina to insegnante supp lente di lettere ita liane il prof. Anton io P alin", ma con l'avvertenza che "la nomina è affatto provv isoria, nel cnso c ioè che il Mini stero potrebbe in corso d ' ann o provvedere anche di v ersame nte e se l 'o rdinario del la catt edra , che è ora sotto le a rmi , fosse congedato, ripiglierebbe l 'insegnamento e la S.Y. cesserebbe dal servizio e qu indi d a quel g io rno non avrebbe più diritt o a compenso di so rta 47 ".

Le diffi co ltà economiche di mo lti s tudenti fecero sì c he fossero in co ntinuazione avanza te richieste di esonero dal pagamento delle tas se . L a seduta del 9 dic emb re 1916 venne co nvoc ata per d ec idere in merito a ll e dom a nde di dispen sa dalle tasse, a m o tivo d e ll a povertà dell e famig li e deg li alunni. Il Co nsiglio discusse anzitutto l'applicazione di provvedimenti di esonero dalle tasse di isc ri z ione previsti "per i dann eggia ti dal terremoto 1915 e 1916 come per i figli dei richi ama ti e dei profughi da fr onti s trani e ri e da comun i it a li a ni soggetti alle incur ioni nemiche" La questione venne posta dal Presi de , che propose un a lettura ridutti va d e lle n o m1e:

[ ...] il Preside domanda se, riguardo ai predetti profughi etc. il beneficio dell'esonero possa essere accordato a co loro che, già al unni di questo Istituto nel p.p. anno scol., diedero, o mala o poca buon a prova; g iacché è certo c he il prcdello art. 6 dice che l 'esone ro può essere accorda t o indipendentemente dai voti di merito ma per tali voti parrebbe , s i dovessero intendere quelli conseguiti dagli alunni nella Scuola da cui provenivano l'anno scorso, non quelli invece ott enut i nel le Scuole ital iane a lla fine del p.p . anno sco las ti co. Dop o qua lc he discussione il Consig li o, riten uto che il decreto sopracita to abb ia spec ialmente per fine di beneficiare le famiglie, delibera di tener conto unicamente del voto della condoua•s.

Vennero così di s pensati s ia dalla tassa di immatri co laz ione, s ia da que ll a di frequenza 15 studenti delle classi prime: dalla ola tas sa di frequenza 14 alunni (me ntre due dom a nde ve nnero resp inte , un a p er m o tivi di condotta e l 'a ltra per la condizione non dis agiata); e altri 33 dalla tassa di frequenza.

Per tutti gli studenti dispensati , la condizione di famiglia è indicata come "disagiata" o comp are la definizione "affatto povero". C osì la sc uola , a nc he in te mp i normali freq uentata da studen ti che proveni va no da famig li e non sempre abbienti, teneva conto di s ituazioni rese più difficili dalla guerra e accogl ieva g io va ni le cui famiglie sol tanto co n gran d e difficoltà potevano affrontare le s pese d'istruzione.

A fine anno la scuola venne coinvolta nel la raccolta del nuovo prestito nazi o -

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nale : il preside ricevette dalla Deputazione Provinciale di Udine la preghiera di raccogliere fra il personale non insegnante di codesto Istituto sottoscrizioni al prestito Nazi onale 5% da fruirsi con le faci litazioni accordate dalla Provincia. Le sottoscrizioni, da ritirarsi giusta l 'i nse rto modulo , dovranno essere rimesse a questo ufficio prima del 28 febbraio p.v. 49

Sempre in quell'u ltimo scorcio dell'anno la scuo la partecipò anche al la raccolta di libri destinati ai soldati. Si trattava di una iniziativa che poteva avere un molto relativo interesse per i soldati - spesso analfa beti o poco abituati a lla lettura, e in ogni caso presi da ben altre necessità e impegni - ma che ne aveva uno maggiore per i civili. Era cioè una iniziativa volta a coinvolgere il fronte interno, fino ai bambini e agli adolescenti, nella mobilitazione bellica, a far sentire cioè quelle fasce della popolazione coinvolte nello sforzo del paese, attraverso un impegno ch e stabil iva un co l legamento ideale tra studenti e professori da una parte e soldati al fronte dall'altra . Così presentava il Ministero l ' iniziati va, scrivendo ai Pro vveditori ag li studi e ai Pr esi d enti delle Giunte di Vigilanza degli Istituti tecn ici e nautici:

Questo M in istero [ ] sino dai primi mesi della nos tra guerra, h a dato il suo appoggio mora le e materiale alle iniziative private che avevano per obietto la raccolta e distribu zi one dei libri ai soldati. A tal fine si conferirono, e tuttavia si conferiscono suss id i ai Com itati e , mediante un Ufficio speciale, se ne coordinano e se ne integrano le varie attività , perché i des ideri così delle mi l izie mob i litate come dei degenti n eg l i Ospedali possano ottenere, anche in questo cam po , la meritata sod di sfazione.

È noto pettanto a l M inistero c h e d opo le largh iss im e offerte pervenute a i Comitato da parte di privati e di ed it ori , nei primi tempi della g11erra , l' afflusso d e l materia le l ibrario è andato mano a mano diminuendo fino a di ve ntare cos ì es iguo che la maggior parte dei necessari rifo rnim enti d eve essere effettuata con gl i acq u is ti . Ma la qualità dei li bri acquistati, perché specialme nte desi derat i dalle nos tre m ilizie , fa pensare che ove si rivolgesse un appe ll o efficace ag l i alunni delle nos t re Scuole Medie, una ingente massa di s uppell e ttile l ibrar ia potrebbe essere procurata senza spesa.

Fatta questa premessa, è interessante capire quali tipi di testi il Ministero ritenesse adatti ai soldati, destin atari di letture di evasione non troppo complesse:

Questi libri s i com p endiano , agevolmente, nelle segue n t i categorie:

I - Romanzi storici italiani, come per citare solo due esempi classici, i l "Marco Vi sco n t i" e I"'Etto re Fieramosca ".

Il - Racconti di viaggi ed avventure, come quelli di Vern e, Salgari, ecc.

111 - Pubblicaz ioni di amena le lfura per giovanetti, come "C uore", " Pinoc chio" e gl i infiniti m in ori.

I V - Pubblicazioni in genere, largamente e riccamente il lustrate.

V - Romanzi popo lari

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L'esemp io inglese, conforta a ri volgere un tale appello agli scolari. Poiché per quell'esercito il più e il megl io del mate ri ale libra rio fu appunto racco lt o co n le offe rte degl i a lunni in vitati opportunamente dai maestri a concorrere con libri alla lettura dei sol dati.

In chiusura, il ministro sottolineava la necessità

di chiedere questo contributo ag l i alunni, rilevandone il conte n uto di ca ratt ere idea le ma senn mettere in opera insistenze o pressioni, e tenendo presente che non si tratta di accoznre, comunque, mass e infonni d i materia li libra ri pra tic amene in servib ile , ma di provvedere larghe scone di accertata utilità. Si dica sempl icemente agli alunni: chi può dare un buon libro, per la lettura dei soldati, un li bro cioè a d atta t o , p iacevole ed anche in s tat o di d ecorosa conservazione , lo consegni al Ca po del proprio ls tituto50 •

Si tr attava di una o rganizza z ion e capillare, ch e pr eve d e va c he i libri racco lt i ne ll a provincia di Udine fosse inviati al Comitato veneziano dei libri a i fer iti co st ituito presso la Biblioteca na z iona le M a rci a na di Venezia , che dal Reg io Istitu to Tecnico rice ve tte co sì a fin e 1916 un totale di 17 0 tra libri e ri v iste 51 •

Anche a inizio del nuovo anno, il 19 genna io 1917 , ven ne deliberata la di s pen sa p er du e a lunni "appa rt enenti a famiglie di cond iz ione disagiata a ll e quali p e r la c hiamata in Se r v iz io militare d e l cap o è ve nut o a mancare il ces pite princ ip ale d 'entrata" Lo sc rutinio d e i voti si concluse poi con una valutazione molto ne ga tiv a: "Il Consig l io d ei profes sor i riconosce che in generale il p rofitto in questo cor s o è assai scarso e d è impr ess iona lo del notevol e num e ro di assenze per lo più sa l tua ri e" 52

TI 14 febbrai o 1917 si discusse delle " gravi mancanze" commesse da uno studente, da ul ti mo per le " parol e irriverenti v er so un professore assente e parola cce sco n ce", e s i decise infine per la s u a s o s pen s ione "fi no al termine d e ll'anno sco la s tico ".

Il 2 marzo venne ro acco rdate a ltre di s pen se dal pa g am e nto dell e tasse , sentita la "locale I ntendenza di Finanza"; una delle di s pen se ri g uardav a .,una profuga. S op rattutto però la guerra spingeva a decidere sessio ni s traordinarie di es ami , alterando ri tmi e scaden ze co n s u e te:

Ven gono lette le di spo s izioni in merito alla sessio ne st raordinaria di esa mi che avrà lu ogo dal 26 marzo al giorno 14 aprile p. v..

Il S ig. Preside riferisce come dallo spog lio fatto tra gli alunni inscritti nell'Istituto, quelli che hanno dirino indetta Sessione di m arzo so n o 153 53

A ma r zo s i pose di nuovo una questione di sc ipli nare , il cui r esocon to 54 ci p e rmette di e ntra re ne lla vita di un a scuola, in bilico tra libro Cuore e gestion e di un momento del tutto ecceziona le , in una situazione gene rale ben lon tana da qu e lla o di e rna . Il presid e perqu is ì infat ti lo stu dente sospettato di un piccolo

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fu rto, che alla fine venne sanzionato sulla base di forti ind iz i ma non di una c hiara prova. Lo studente aveva dimo s trato di essere una specie di Garrone capace di s u s citare una unanime antipatia, ma non per questo, ovviamente, era p e r fo r za colpevole d e l furto. La v icenda è anche un piccolo spaccato delle vic ende di molt i g io vani , che p e r studiare a Udine dormi va no in città presso affittacam ere. La s pari z ione di una scatola di compass i produ sse dunqu e la ric e rca de l "co rpo d e l reato ", con un interve nto del pre s id e in qualità di investigatore :

La sca to la per ò non venne fuo ri. li pres ide ebbe intanto occas ion e di raccog li ere a lcuni fatti , che mettono in lu ce poco buona lo studen te Candott i. È risultato c h e dura nte l'ora , n e lla quale venne a mancare la scatola , eg l i c hi ese il perm esso di as senta rsi d all ' a u la. È risultato p ure ch ' eg li e bb e a c hi ede r e denaro a prestito da vari student i, che i compagni gli sono ostili ; che il contegno de l Candotti n e lla scu ola è tutt 'altro che lodevo le. Ebbero a lagna rsi in p roposit o i l pro f. di matemat ica e il profes sore di disegno. Il pres ide s i è recato anc h e d alla padro n a di casa d i Candotti perc h é questa un po' indisposta non poteva uscire di casa. Questa g li d isse cose po co confortevoli rigua rd o a l g io vi ne Candott i, c he tiene a pensione, ed è stan ca d i tenerlo oltre alla famig l ia La padrona di casa n on t rovò s tran a l 'accusa , che v en iva fa tta al C andott i , poiché anche presso di le i s i e bb ero a lamentare s par iz io ni d i oggetti appartenent i ad a ltri giovani c he tiene a pensione. Il Candotti in v it ato dire ttamen t e a confessare la mancanza sosteneva di non aver preso la scat o la. Rovistato dal presi d e che di fro n te a que sto fatto era cos t retto a ra d unare i l Consig l io dei professori , i l quale avre bbe indu bb iamen te preso q ua lche

La stazione di Udin e durante l'o cc upaz ione (I J luglio 19 I 8), in Archi v io Friuli, Fotote ca d e i Civic i Mus e i di Udin e

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provvedimento. s i ebbe dal Co nd o tti la !>eguente osservazione: se mi pun issero e poi la scatola sa ltasse fuori? Qua lc he ora dopo il bidello rin ve niva la sca to la [ . .. 1e questa ve niva poi ricon os ciuta come propr ia dal Sonato.

Aperta la discussione pre nd ono successivamente la paro la i vari in seg nanti .

Tu tti hanno a lamentarsi e d e l c onteg no e del pro fitto d e l giova ne Ca nd otti. D opo ampia discussione, il Consiglio ad unanimità , in vista del co mp o rtamento complessivo e d e l nessu n profitt o del giovane. de lib era di a Ilontanarlo d a lla sc uo la fino al termine de li 'anno scolasti co ~} .

Lntanto i richi a mi alle armi impon ev ano la chiusura anticipata de g li studi , per cui il Cons iglio dei professori procedette g ià a marz o agli scrutin i finali p e r i richiamati , riun e ndo s i div e rsi g iorni " per procedere allo sc rutini o d e i v oti riportati dagli alunni nel II trim. e per quelli delle classi 1898- 1899 e precedenti purché soggetti a servi z io militare, anche allo scrutinio finale anticipato"56.

L a vita della s c u ola pro cedeva poi con attiv ità cons uete come la sce lta de i libri di testo , e appare interessante che , p er il testo di chimica, il docente proponesse l'adozione d el manual e di Fau s to Sestin i e An g iolo Funaro, in quanto aveva " il va ntaggio di riportare , capit olo p e r capitolo probl e mi stechiometrici risolti e da ri so lv e rsi , e di trattare i pro ce dim e nti industriali più importanti con una certa larghe zz a " . Per la mec ca nica, poi , il docente, ing. Luigi Del Toll"e, propose il manuale di Giu seppe Colombo, " e gi u stifica la proposta dichiarando che ricono s ce quello migliore e p iù adatto per gl i alun ni del IV 0 corso industriale". Propost e entrambe co n vergenti per l ' attenzione alla produzione industriale: i l te s to di Colombo - famoso docente de l Politecnico di Mi lano nonch é imprenditore, con il quale si formarono ge n e razioni d i ingegn e ri , alcuni dei qua li ebbe ro un ruo lo central e nella storia del l'indu s tria italiana - era a nch e il più famoso manuale di ingegneria dell'epoca.

Qu a lch e mes e dop o, il 9 gi ugn o 1917 , il Co n s ig li o dei pro fesso ri si riunì nu ova mente per affrontare una que s tion e discip l inare de s c ritta in questi te rq1ini:

li prof. R ov igli o stava interrogando l ' alli ev o Gabelli. li Liesc h s ugge riva e invi tato q ue s ti numerose volte a cessare non se ne dava per inteso come se fo se suo deliberato proposito di pro vocar e il professore. Stanc o p er questi ammon im e nti inascoltati il pro fesso re ing iun s e a l g iovine di la sciare l'a ul a. Le eso rta7i o ni d e ll'in seg nante. de i compagni s tessi non valsero. So rrid e ndo e co n fare pro vocant e il Li csc h se ne sta va al s uo po s to; a un certo mom e nto d isse a nch e, io n on esco un co rno Alla minaccia del pro fe ssore che av reb be li cenziato la classe colra , venim ento che in tal ca so la mancanza avrebbe ass unto molt o maggio re gravità. il g iovane fu pure sordo c o ntinuando a res tare nella sc uola.

Il professore allora, quando mancava ancora mezz'ora alla fine della lezione li ce nzi ò gl i a llie v i pe r evitare c he il fatto avesse anche più sp ia cevol i co nsegue nze.

Il Liesch volle esse r l'ultimo a uscire dall'aula. Ne uscì solo quando era no venuti via i co mp ag ni e il pro fesso re

Il Sig. preside apre la discussione sulla lamentata grave mancanza. Aggiunge che il conteg no d e l g iovane fu tutt'altro che co rrett o, quando poco dopo incontrandolo nell 'a trio, g li e o mu -

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Castello di Udine , addeiti all'ant iaerea, in Archivio Friuli, Fototec a dei Civici Mus e i di Udine

nicava l 'ordin e che, n e ll 'attesa della del ib eraz ione de l Consiglio s u lla s ua mancan z a, lasciasse in ta n to l'Is tituto. Si sca lda lei pe r cos ì poco osservò spa va ldo e acce ndendo una s igaretta

A lla d iscuss ione prend o n o specialme nte pa tte i di versi in segnan ti d ella classe. Alla stregua dei fatt i svo lti s i la mancan za dell'a llie vo risu lterebbe di tale grav ità da ritenerlo n o n g iu dica b ile dal Consig l io di c lasse, ma dal Consig li o genera le degli insegnanti. Tenuto con to però , a favore del g iova n e, di questa circostanza att e n ua nt e, ad unani mi tà il cons ig l io di classe deli bera d i app lica re a ll 'al lievo Liesc h la pun izione conte mplata dal parag0 • 6 dell'art. 175 co n s iste nte nell'esclusio n e del g iovine dag li esam i di pro m o z ione d e lla sess io ne esti va 57

li 30 sette mbre, di dome nica, il Consiglio s i aprì a ll a v igi l ia de ll ' ini z io de l nuo vo anno scolastico, e in quell'occasione si parlò anche dell'incendio de l 2 7 agost o. A Sant'Os v a ldo quel giorno in fatt i esp lose il grande deposito di muni z ioni , con effetti in t utta la città e in di ve r s i paesi v icini . La fort iss ima onda d'urto co lpì infatti una vasta area e scag li ò macerie e oggetti a grande di stanza , due fabbricati cro ll arono a Man za no e moltis s imi oggetti cadd ero s ull a città.

Così s cr iss e di quell'av ve nim e nto, a ll 'e poca censurato dalla s ta mpa, un sacerdote d i U dine:

27 Agosto 1917

Grav iss imo d isas t ro cittadi n o

Questa mattina a lle o re 11 s i udì una forte de tonazione , seg u ita ben presto d a altr e, mentre un fum o densissimo s i s t endeva sopra la c ittà . Si seppe t osto c he era scopp iato l 'incend io nei

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depositi di mun i'.lioni, che s i trovava no ne l suburbio di S. Osvaldo. nei pressi del manicomio. Mentre i ciuadini facevano i primi commen ti, cd i più curiosi ed anche più imprudenti si dirigeva n o verso il lu o g o del di sast ro. nuove formidabili de tonaz ioni fecero comprendere. che il pericolo era grave anche per la città. Ad ognuna di queste detonazioni, causate dallo sco ppi o s imultaneo di intere cataste di p roiett ili. pareva che la c ittà in abissasse. e che i cittadini rifugiati intuitivamente nell'interno delle abitazioni, venissero sepolti sotto una pioggia di ve t ri infrant i, di so ffitti e di pa reti crollate, di porte e fine stre divelte. Questa situazione angosciosa durò per circa un·ora: do po l ' incendio continuò con scopp i minori fino all 'i ndomani. Verso le due dopo me zzogio rno però si sparse un 'alt ra notizia terrorizzante. che cioè fossero per sco ppiare le granate contenenti gas asfùsianti. ln segu it o a tale notiz ia m olti pr ese ro il largo uscendo dalla c itt à ed invadendo i paesi circostanti fino a Tricesimo - Tarcento - imis però non fu nulla, e verso sera i profughi torn arono alle lo ro ca se

1danni so no enormi. S. O valdo - S. Rocco ed i casali che si trovavano io quei paesi furono quasi rasi al suolo. Certe case non si ved e p iù nemmeno d ove sorgesse r o Fu d e m o l ita anc he la chiesetta della B. V. di Lourdes eretta in S. Osvaldo qualche anno fa. In città pure i danni sono as sai rilevanti; n o n vi è casa che non abbia per lo m e no buona parte di v etri in franti, in mol te case furono scardina te porte e finestre abbattute pareti interne, e fatto crollare qualche soffitto. Il Duomo s ub ì pure la s ua parte di da n n i: lesioni nei fabbricati n o, ma ro tti t utt i i vet ri , d i qualche finestrone gettate a terra anche le telaiature dei vetri - Il soffino lesionato in vari punti - la porta mag g iore h a avut o un o dei batte nt i sc ardinati l'altr o s pazzato - ro rgano dall a part e dell a sacres tia danneggiato seriamente essendo stata abbattuta la cassa. che lo racchiudeva, e i pezzi la n ciati vio le nteme nt e so pra le ca nne , l'altro o rgan o fu pure danneggiato ma non ta n to. Per prudenza fu chiuso il Sacro edifizio, finché i periti non avessero dichiarato, che non vi erano da temere disgraz ie e che i so ffitti e ran o sicuri. Le fu nz ioni intanto si fecero a ll a Purità Solo le ore canoniche co ntinuarono ad essere recitate in coretto, dove pure fu eretto un altarino per la Messa co n vent ua le.

Subì pure gravissimi danni rEpiscopio, e ciò che maggiom,ente è a dolergli, danni art istici, esse nd o in parte c ro llato il soffitto decorato da G iovann i d'Udine . e d anneggiato qua lche affre sco del Tiepolo.

28 Agosto. S i ebbe uno st rascico grav iss imo della di sgraz ia d i ieri . Verso le undici si sparse, non si sa come, la voce, che a S. O s,aldo, dove l'incend io co ntinuava ancora, e rano scopp ia t e le g rana t e co ntene nti gas asfiss ia nt i . La voce a c quistò cre dito perché confermata dai soldati e dai carabinieri, i quali giravano col viso coperto dalla ma sc hera protettrice contro questi gas (u ltim o portato dalla c i v iltà moderna). La citta dinanza fu terrorizzata, e la fuga verso i pae i a nord fu quasi generale. Per fortu na la voce po té ess ere sment ita poco dopo, cd a rres tata in parte la fu ga d e i ci ttadini ;s _

Una bomba proiettata dall'e sp losione dei deposit i di munizioni colpì il Re gio Isti tuto Tecnico, provocando l' incendio dell'edificio des tin ato alle collezioni naturalistiche . Molte aule risultarono così inutilizzabili , per cui il Consiglio dec ise c he

le lezioni non si potranno ini/i are regolarmente il 16 ottobre come di regola e che l'orario non potrà sv olgersi in modo comp leto.

Viene riconosciuta la utilità di stabi lire la data di aperturn delle le7, io ni e ciò per norma

[
]
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de lle famig l ie che risiedono fuo ri de l Capoluogo.

Dopo co nve nie nte discuss ione viene stabilito che le lezio ni avra nn o princi pio lunedì 5 nove mbre. li prof. Del Puppo osserva che al sig pres ide se è stato dis pos to per la sost ituz ione a quelli distru tt i da ll'i ncend io di co nve nie nti rifugi pe r gli s tude nt i in caso di eventua li inc ursio ni di aeropla ni ne mici .

Il presi de osserva che s i è pensato a q uesto b isogno e c he in proposito è sta to sc ritto a l Co mun e e in breve vi saranno abbocca me nt i con g li ingegneri comu na li.

Ne lla s u cc essiva ri uni o ne de l 13 otto bre s i ri tornò s ulla di ffi coltà di o rga ni zza re le lez ioni a causa dell ' indi s p on ib i Iit à d elle a ul e in cend ia te, de cid e ndo quindi p er una riduz ione delle le z io n i :

[Il pres ide ) Avverte c he è necessaria una ri d uz ione dell'ora rio di vari cors i e che una metà dell a popo laz ione dell' Istituto inte rverrà

Udine, 27 agosto 1917: lo scoppio del d eposito di munizio ni di Sanf'Osvaldo, in Archivio Friuli, Foiofeca dei Civic i Musei di Udine.

alle lez ion i o nella ma tti nata (8 a 12) o nel so lo pome ri ggio ( 14 a lle I8).

Dopo a mp ia disc uss io ne v iene stab ili to d 'accordo co l personale in segnan te l 'ora ri o che si rende possi bil e per ogni mate ri a

A questo punto si interrompo no i ve rbali de l Consig l io d ei professori, Capo r etto e l 'oc c upaz io n e aus tro -te d es c a ra ppresentano un a ces u ra nella vita della s cu o la , de ll e c ui attiv it à ne l resto d e ll 'a nn o 1917 - 19 18 non abbiamo test imonianza I verbali ripre n dono molto dopo, il 1° marzo 1919 Siamo a q u attro mes i d a ll a fine d e l co nfli tto e la scuo la è in una fase di riorganizzazione . S i rip re nd e pe rò, sebbe ne a r itmi ridott i, a insegnare e studiare:

Vis to che la sede de ll' Istituto Tecnico è dest ina ta a deposito mobi lio rintracciato nelle diverse local ità , visto ch e per ora la de t ta sede non potrà essere uti li zza ta, è logico precisare che l' anno scolas t ico in corso s i dovrà u ltimare nei local i av ut i a disposizione dal nuovo R. Liceo Ginnas io.

S i del ibera qu indi che le 4 ore de ll a matt ina ta (da lle 8 ½ a lle 12 ½) siano r iservate per le

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I ve r bali del C onsig lio dei professori si interro mp ono c on Capore llo e riprendo no soltanto il / 0 ma r::o 191 9 (A rc hivio s to rico dell ' fs ritwo recnico comm e rc iale ·'Antonio Zanon ' ). 72

Udine, quel c h e restava della Chiesa di S. Osvaldo dopo la guerra (S tudio Brisighelli) , in Archivio Friuli Foto teca dei Civici Musei di Udine

lezio ni degl i allievi d e l I O e d e l 2 ° corso e c he le lezion i d e l pomerigg io (dalle o re 2 alle 6) siano ri serva te agl i al lievi de l 3° e 4 ° corso.

In rela zione a qu esta deliberazione l'orario di ogni corso s i ridu ce a 24 o re se ttimanali .

Inoltre

Il sig preside com un icò l ' ordin anza ministeriale per la qua le n e i g io rni dal 10 al 22 marzo do vrà aver luogo una sessione s t raordin ar ia di esami di amm iss ione , pro moz io n e o l icenza.

La scuola cercava così faticosamente di rientrare nella normalità .

La riforma della Sezione industriale

È interessante c o me nel periodo bellico, an z i a po c hi mesi da Caporetto, fosse ven uta a maturaz i one la vicenda della riforma della sez ione indu st riale , che aveva avuto origine in una propos ta fomrnlata n e l 1913 dalla Giunta di Vigilanza del R. Istituto Tecn ico. La prospettiva era que ll a di lega re magg ionnente la formazione sco la stica alle necessità dell ' economia della regione, cercando a l contempo di prevede re le future esigenze

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Udine, distruzioni a Sant 'Osvaldo dopo la guerra (Studio Bris ighel/i). in Archil'iO Friuli, Fototeca dei Civic i Musei di Udine.

Men s a p e r uffic iali superiori n e l Pala::::o di Pramp ero di Udin e durante l'o cc upa::ion e (Studio Pigna/) , in Archivio Friuli. Foto teca dei Civici Musei di Udine.

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L'ispettore Francesco Pio la intervenne a questo proposito nella seduta del 13 giugno 1917 del Consiglio dei Pro fessori . Riporta infatti il verba le:

[ ... ] le proposte fa tte [dalla Giunta di vig ilanza ] furono prese in accurat o esame e [ . .. ] salvo liev i modificazion i, intese soprattutto a svi luppare di più g l i in seg namenti de lle materie spe cia l i, le idee della G iun ta potrebbero essere accettate. Di tal i mater ie eg li intende di presenta re [ . . . ] i programm i c he sa r ebbero quelli d ella s otto -s e z ione di meccan ica cd elettro - tecn ica de l R. Istituto tecnico d i Torino da ri toccare però , se occorresse , per Udine59

I programmi , sottoposti ali' esame dei docenti della scuola, "con lievissime modificazioni, ve ngono accettati" , prevedendo modifiche non lievi così sintetizzate :

li nuovo ord in amento , sem pre in vis ta di dare a l più presto un ind irizzo pra tico alla sezione, introd uce un corso specia le di disegno pe r gl i alunni d ella se z io ne stessa fin dal prim o anno ne l quale v ie n e abo lito l' ins egn amento della storia c h e pur, a l m e d esimo in ten to , è soppresso ne l seco ndo , ma ricompare pe r ò, con programmi di s tor ia moderna e contemporanea, in terza

Mobili di esuli in una scuola di Udine n e l primo dopoguerra. in Arc hi vio Friuli, Fo10tec a dei Civici Musei di Udine .

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nel quale sarà comune alle altre sezioni. Immutat o in vece re stere bbe negli anni 2

l ' in s egnamento della lingua s tra ni era. È infine affatto tolta nella terza e quarta eia.se quello delle letter e italiane se mpre allo sc o po di lasciare di spo nibile il maggior tempo possibile per gli srudi di carattere profe ssiona le.

Sulla base di questa impo s ta z ione, l ' ispettore preparò quindi la sua relaz ione del 14 agosto 191 7, dalla quale ri caviamo anche le motivazioni ge ne rali della riform a e i suoi ob iett i vi:

Secondo la proposta presenta ta la Sez ione da ri fom1are d el!' Istituto te cnico di Udin e venÌ\ a rivolta alle indu s trie mecca ni c he più di quell o che attua l mente n on fosse; i programmi - specialmente quelli degli insegnamenti specia li - ve nivano mutati e si introducevano esercitazioni di officina , traendo pro fitt o d a lla offe rta a, uta da una Di tta importante del luo go per l'accoglime nt o dei g io van i nel proprio Stabi limento. U n e sa m e dell a riform a n on poteva non essere con t e nuto in un a semplice rev isio n e di progra mmi , ma doveva ancora in vestire. da un Lato, la risponden za d ella Sez io ne così co m e era pro posta - alle esi g enze della regio ne e , dall 'alt ra, la convenienza di u sare le officine e, nel caso affermativo, la organizzazio ne del lavoro in esse nei suoi ra pp orti didattici c d is c ipl inari col la sc uol a. Occorreva infine a rri vare ai mezzi di p ersone, di locali, di materiale scientifico per ottener e il fine d es id e ralo.

L'ispcltore proseguiva constatando il "carattere indu s triale notevo le" della r egione, anzi "destinata ad averlo in seguito notevolissimo", test imoniato dai circa 40.000 HP di energia idrauli ca utilizzati nel luglio 1913 e dai 2 7 .165 operai 60 Non potendo poi preved er e la direzione del successivo sv iluppo indu str iale , a pare re dell ' ispettore

i g io vani dovram10 trov are n e lla sc uola prin c ipa lmente quel corre do d i co gnizioni tecni c he e pratiche c he costitu iscono la base per ogni g ra nde indu st ria, le cogn izi on i c ioè di meccanica . B ene ha fatto quindi la Giunta a pen sare ad un indirizzo della Sezione prevalen t emente me cc anico: ma poic hé oggi chi è addetto ai posti direttivi ne gli sta bilimenti indu s tri ali d eve ave re an co ra dime sti c hena co lla pro duzione , trasport o e tr a s formaz ione de lla ene rgia el e ttri ca . la fi sio n om ia dell a se7ione d ovrà integrarsi dando congruo pos to a lla elettro t ecnica. Ciò va le per l'indirizz o ge nera le, ma è ev id en te c he il fut uro capo tecnico d ov rà avere sode cognizioni anche in altri ca mpi -c ome p. es. in que llo d e lla c himica indu st ri a le - sia per la loro imponanza collaterale ri s pen o alle altre, s ia per l'uti l ità loro in m o lte az ie nde

Fatta questa premes sa ge nerale , e ra però sottol in ea to come la riforma rappresentass e una svolta rispetto all'impostazione pre v al e nte nella s cuola:

La Se z ione industri ale di Udine , g ià anche o r a indirizzata a lla meccanica. ha sempre funz io nat o con indiri zzo puramente t eorico, se nza che i g iovan i acqu is tass ero qu e l le cogn izioni pratiche che so ltanto dall'effettivo esercizio di officina posso no ve nire . Officine ad d ette alla sc uola non ne es is t evano ed, a co lmare la deficienza nel nuovo assetto della Sezione, la Giunta di Vigi lan za proponeva al Min is tero c he venisse accetta ta l'olferta che le era s tata generosa -

3 ° e 4 °
° ,
76

me nte fatta dalla Direzione delle Fe rriere d i U dine - Pont Sain t Martin in tesa ad accogli ere i gi ovani per le esercitaz io ni nel proprio S tabi limento

L' ispetto re così pros eg uiv a , descrivendo anch e l ' ambiente nel quale gli stu denti avrebbero compiuto parte della loro formazion e :

L' impiego , p e r le Sezion i industriali d egl i Ist ituti te cnici , di offici ne appar tenenti alla industr ia privata , non è affatto nuovo. A Terni , d a mo lti ss im i anni , i g iova n i frequentano con gra nde ut ilità lo Stabi limento d e lla Società d eg li 'AHi Forni' trovando in esso pe rsona le is truttore e ma teriale d i lavoro.

La cosa presenta notevo li vantagg i poiché in tal modo g li a lun ni ricevono la loro istruzion e pratica in offìcine reali nel le q ual i ve n go no ad a ppre ndere non so lo a limare ed a tornire ma a ncora la e ffetti va orga ni zzaz ione d e l lavo ro .

li sottosc ritto h a v isi tato lo Stabil i mento d e l quale è s tata offer ta la ospita lità, che so rge in Udine , poco lonta no d alla scuo la, ed ha riscontrato che, sepp ure non presenta l'asp etto di grande mo d ernità , il che è naturale quando s i p ens i che è andato gra d atame nte sv i luppandosi ne l corso di parecchi decenni, ha un a ri levante potenziali tà e costituisce un organ ismo comp leto.

In esso si comp iono tutte le lavorazioni re la ti v e alla gran d e ind u s tri a del ferro , esc lu sa la ma n ipo la z ione del minerale ; d a lla ghisa e dai rottami s i pas sa , in forni Martin, all'acc iaio delle varie qual ità ri c hieste e d i cubilott i che si ottengono, passati a i laminatoi danno le sbarre s agomate. Accan t o a ll a industria pri n c ip a le si ha la fusione in s tam pi , col relativo riparto mo-

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del listi, la forgiatura. l' aggiu s taggio . la lavorazione alle macchine utensili ecc. per modo che i giovan i s tudenti v i p o trebbero trovare il mezzo per addentarsi in tutte le branche della lavoraz io ne m ecca ni ca. S e s i aggiunge che il Direttore tecnico dello Stabilimento, il cav Lend re sen - un norvege se da quaran ta anni in Italia - è p erso na fra le più sti m ate d ella città, s i comprende faei lmcme come i l so ttoscrillo pro p o ng a c he la o !Tcrta c he è s tata fatta ve nga acce ttata.

L'ispettore proponeva dunque - con un lus inghiero confronto alle acciaie r ie di Terni, che rappresen tava no qu anto cli m eg lio es istess e in Ita l ia, na te ne l 18 84 p e r fornire in p r imo luogo g li ac c iai s peciali d e st inati alla marina m ilitare - d i avviare la co ll aborazio n e, sotto il profi lo di d att ico, tra il dire t tore tecnico dell o stabilimento e l ' in se gnante di meccanica della scuo la, " mentre la effett iva istruzio ne dei g iova n i verrebbe affi d ata ad esperti capi operai".

La fabbrica di Udine era stata d ichiarata a u s il iaria 6 1 , c ioè e ra v incola ta a l le d ecision i del Comitato regionale di mobilitazione industrial e, e dove va qu indi produrre q uanto d ec iso d a ta le co mitato, res ta n do soggetta a l co nt ro ll o diretto delle autorità militari. Di conseguenza s i pon ev a anche il pro blema de l co ntroll o de g li st u de nti , so tt opos ti a ll a gerarc hi a d i fabbr ica in u n 'azienda controllata anche dai militari:

Il po tere di sci pl inare verrebbe affidato al detto Direttore e i giovani frequentanti lo Stabi limento ve rrebb e ro ad essere soggett i a tulle le n o rme che regolano i l persona le addetto allo stesso: ciò non toglie che il Pre si de dell ' Is tituto dovrebbe rimaner in contatto cogli a lunni , anc h e dura n te le loro eserc itazioni , e per ò do v reb be avere la facoltà di accedere - esso personalmente o un suo del egato - allo stabil imento durante il tempo nel q uale vi s i trovasser o i gi ovan i.

Venne anche affrontato il problema dell'indennizzo da r iconoscere a ll 'az ie nd a per la s u a attiv ità a favo r e de ll a scuola , indenni zzo non richiesto dall 'az ienda stessa, ma che la Gi unta di Vigilanza de lla sc uola e l ' is pettore ri co no scevano come giusto e necessario , nella prospetti va di rend e re ancora più stretta la collaborazione tra s cu o la e impresa p ri va ta , com e avve nn e in m o lte in dustrie, impegnate nel corso della Grand e guerra nella fonnazione della manodopera:

L"in dennino sembrerebbe alla Giunta che do vesse essere fì sa to in L. 1200 annue , co n c he essa non intende affatto d i com p e nsare il serviz io reso al la sc uo la. Tenuto però conto che il serv izio è molto notevole. poiché permette ai giovani di vivere nella industria vera e d i ass u me rn e. q u as i s i p otrebbe dire, la ps ic o log ia. è parere de l sottoscr itto c he i l M inister o do v rebbe dim os trare il p roprio gradimento: un modo s arebbe quello di invitare le Ferriere a no minare un lo ro r app resentante ne ll a Giu n ta di V igi la nza dell' Ist itu t o , co me lo ha la Società "Alti Forni" nella Giunta di Temi. In tal mod o, oltre a dare una gi usta soddi sfaz ione ad una Az ie nda , che s i mo s tra an imata eia i nte ndim e nt i tan to buoni ri s petto a lla scuola, s i av rebbe nel C onsesso vig il an te sull'Istituto la voce d ella indu s tria per non fa r diment icare i fini che la cz ion e trasfo rmata deve perseguire .

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Il piano didattico propo sto era poi ana lo go a quello del 1913 , ed era stato re datto all'is pettore e poi discusso, come si è detto , a U din e col pres id e e i doce nti interessati La pr i ma sce lta de lineata era qu e l la di rafforzare le mate ri e tec ni c h e a sc apito de ll'ital iano e quindi anche della po ss ibilità per g li studenti di accedere a l livello superiore d egli stu di :

Si è r id o tt o l ' ins egn am en to dell' ita l iano a i du e primi ann i d e l corso per lasciare maggior tem po di s ponib ile a ll e materie t ecniche . La cosa non è nuova poiché c iò avveniva , in tutto od in parte , n ella loro orig ine , in p arecch ie d elle sezioni industriali d eg l i Istit uti tecn ic i, e se recen temente in alcune di esse si è p ortato l 'o rario dell'ita liano a coincidere co n quello del le alt re sezion i ciò è st ato fat t o per d are ai licenziati l' am m issib i l ità agl i s tudi superiori. Di ques ta a mmi ss ib i lità , secondo lo s crivente , non ci s i d ovrebbe affatto preocc u pare e s i d ovre bb e invece consi de ra r e la sez ione industriale come avente fine a se stessa : per g iun ge re a i p ol itecn ic i vi è la sezio n e fis ico- mate matica de lla q ua le la ind u st r iale non d eve affa tto esse re una v ia pa ralle la d i rea le o c re d uta minor resis te n za

Una valutazione mo lto netta che appare ispirata anc he a c rite ri c la ss ist i, che rendevano il corso di s tudi un vi colo cieco , senza la pos s ibilità di pa ss ag gi o agl i st udi s up er io r i. In s int es i, gli s tud e nti d e lla sez ione avevano come unica

I magazzini Mini s ini inc endiati per ordine del Comando italiano prima del! 'abbando no della città di Udine, in Archivio Friuli, Fo toteca dei Civici Musei di Udine

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prospettiva que lla di divenire "cap i tecnici". Significativ e anche le espress ioni uti l izzate, all'insegna, si direbb e, d el do it y ourself.

Se vi saranno dei giovan i d i eccez io n a le in gegno c h e , finita la sez ion e ind us tri a le, si se ntiranno portati agli st udi s uperiori, essi troveranno in loro la forza per superare le difficoltà che s i presenteranno a ll'o tte nimen to de l passa po1to pe r la un ive rs ità; gli altri devono acco nten tars i della po s izione loro fatta come cap i tec ni ci negli s tabil i ment i po ic h é so no app unto qu esti cap i tecnici che vengono richies ti e che la sc uola della quale ci occ upiamo deve pre parare

In que sta pro s p e ttiva anche a ltre materie dovevano essere r idotte , pon e ndo in primo piano le materi e tec n iche rispetto all'obiettivo di dare ag li studenti "una vasta cultura" :

Un'altra riduzione s i è cre d uta necessaria n e11e ma terie di c ul tura ge nera le per lasciare agl i alliev i il tempo di dedicarsi a lle materie pro fess iona l i ricordando , anche a q ue sto pro posito, che non s i tratta di fa r degli ingeg n eri , c ioè delle persone alte qua l i la Soc ie tà ri ch ieda una vasta cu ltura . Si a llude alla storia della q uale si è lasciata so lo la tratta z ione del p eriodo più v icino a n o i, cioè quella c he viene svo lta ne ll a IW cl asse a t utte le Sezio n i . Un no tevo le au men to dell'orario è dovu t o alle eser c itazion i di offic ina per le tre u ltime class i del la Sezione. A ta l i ese rc ita z io ni, distribu ite lun go l 'anno scolas tic o, se ne so no aggiunte d i con tinuati ve duran te uno dei mesi di vaca nza con orario uguale a quello d eg li operai : q ueste ultime h anno lo scopo di far vivere veramente ai g iova n i per qu e l peri o do di t empo, la vita d ello Stabilimento e di fa r appre zzare d a loro tutt i gl i eleme nti c h e interessa no la la vorazione indu st r iale. Ugua le cosa v iene già fatta a Bergamo, nelle Officine dell' Ist itut o, ed a Te mi in quel le de g li 'A lti Fo rni '.

La ri form a comportava anche un aume nto s ig nificati v o d e ll 'ora rio , che pas sava, p er le classi 2a, 3" e 4 ", ri s petti va mente da 31 , 32, 33 (in altre sezioni, come quel la di Agrimensura), a 37, 42, 45 ne l la se z ion e industr ial e riformata . Ma andava considerato che

d i ta l i o re solo rispettivamente 25 , 24 e 15 sono di lez ioni vere e proprie , che richiedono una certa elaboraz io ne in casa, men tre 4, 6 e IO sono d i eser c iz i grafici ed 8 , 12 e 20 di esercitaz ioni pratiche in offici n a o n e i lab ora tori: qu es ti esercizi g rafic i e pra tici si esauriscono nel tempo assegnato dall 'o rario e non richiedono a lcun o stud io ul teriore.

L ' orario era anche definito in rapporto all'inserimento nel mondo del lavoro, e anzi la scuola ve ni v a definita " a se rvi zio diretto" d eg li industriali:

[ . ] c'è d a consi d erare c he gl i orar i del le sez io n i industriali di Bergamo arr ivano anche a 48 o re settima n a l i e che g l i ind ustr iali -a s erv iz io diretto dei quali la scuola v iene fattadesiderano vivamente che i giovan i s iano alle na ti a d un lavoro non tr oppo lieve in rappo r to a qu e ll o che dovranno p o i comp iere n ell ' eserciz io della loro profess ione.

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La scelta di ins e rire un numero s ignificati vo di ore riservate alle esercitaz ioni in officina da una parte e, dall'altra, di aumentare le "materie speciali", comportò quindi la diminuz ione d elle ore di italiano e storia, definite di "cultura gene rale " . La riforma avrebbe richiesto un notevo le costo per la dotazione di materiale scientifico, anche perché il gabinetto di fis ica era all'epoca in co mun e con il ginnasio liceo, che alla fine della guerra s i sarebbe trasferito nella sede al momento occupata dal Comando supremo. Inoltre , al gabinetto di fisica avrebbe dovuto essere affiancato un gabinetto e laboratorio di elettrotecn ica, per il quale si faceva affidamento s ulla crescita de l contributo della Provincia , notando come "la Pro vincia di Ud i ne attua l mente corrisponda all'Istituto la somma annua d i L. 6500 per il materiale scientifico la quale, nell'ultimo quinquennio , è stata devoluta , in media, per L. 3650 all ' incremento de l materiale dei vari gabinetti e della bibli oteca e per L. 2850 a lla conservazione del mate riale stesso ed alle spese per le eserc itazioni scientifiche".

La scuo la alla fine della guerra

Finito il conflitto, la scuo la s i trovò a dover affrontare sia necessità materiali, sia lo sconvo lgimento ch e la guerra aveva prodotto tra studenti e docenti. Dell e prime, siamo in fom1ati da una relazione della Giunta d i Vigilanza sui danni subit i dalla scuola e su ll e necessità per riattivarla. La Giunta, dopo aver ringraziato i l Ministero per aver deciso di intervenire per la "ricostituzione" de ll'Istituto , iniziava subito a ele ncare i bisogni più urgenti e i criteri da segu ire : per ricondurre 1'Istituto al antico sp lend ore[ . . . ] conv iene tener conto per quanto riguarda il materiale scien ti fico di due bi sogni; l'uno c ioè di provvedere a quanto occorre per i l puro insegnamento, l'altro di continuare l'illus t raz ione già così egregiamente ini zia ta di questa provincia e che era q uasi compiuta quando fata lm ente c'inco lsero i disas t ri graviss imi che lamentiamo62

Dopo un richiamo al programma delineato da Quintino Sella, fondatore dell'Istituto , che aveva assegnato alla nuova scuola "una impronta ed importanza ben d ive rsa da quella degli istituti consimili per l 'istruzione media", così proseguiva:

li gab in etto di stor ia natur ale ad es . non doveva esse r e solta nto il sussidio necessario e completo per l'insegna mento della s toria naturale , ma altresì, in mod o s peciale , costitu iva un foco lare di studi e ricerche atti a mettere in rilie vo i partico la ri ss imi caratteri e le risorse naturali della vasta regione friu lana

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Cos ì i l pode r e d'is t ruzione ann esso all'Istituto è uti lissimo non so lo per l ' i nsegnamento teo ri co - pratico dell'agraria, ma è a va n ta ggio a n cora d e ll 'intera provincia in gra n parte agrico la e che g ià, per il progresso e Io sta t o del la sua agricoltu ra, avanti l ' invasi one, an d ava dist inta fra le prime d'Ita l ia .

Come risulta dall'elenco già inviato a cotesto Min iste ro con lett era del p.p. 29 marzo n 131 , la somma che ra p p resenta i da nni soffe rti da qu esto Istit ut o tec n ico a causa della g uc 1Ta sa le a d olt re 250 m ila lire, somma ca lc o la ta in base ai p rezz i dell'epoca degli acq ui s ti A l g iorno d'ogg i essa ha un va lo re pressoché triplo, come appare d a l segue nt e prospetto c h e stab i l isce il preven ti vo della spesa necessa ri a pe r ogni singolo gab i netto. C iò allo scopo d i provvedere alla loro ricost ituzione in modo che a poco a poco l'Is ti tuto r itorni ne lle cond iz io ni in c u i era pri ma de ll a guerra e diven t i a nc ora un cen tro sc ie ntifico p ropu lsore di st u di geo logici minerar i, botan ici e zoo logici, co n rig ua rdo anc h e alle sc ienze naturali a pp l icate, all'agraria etc Ed a ltr esì che la n eo- ri for m ata sezio n e indu st ri ale, che [avrà] in segu it o di tem po se m pre magg io r e im p o rta nza , a bb ia il s u o progress ivo sv iluppo.

Sto ri a n atu ra le

Fis ica

Mecca ni ca

C h im ica

To pografia

Agra ri a

Di segno

Meteorolog ia

B ib l ioteca

Mate r iale non sc ie n t. L.

Per ricost itu ire il gab i netto di sto ri a natura le , il p iù imp orta nte fra gli altri occorre ranno p arecch i colla boratori ed un p eriodo abbas tanza lun go di te m po, sovra t utto un a bil e o rgan izza tore e d iret tore che la G iunta proporrebbe ne l prof. o n. 1 e Michele Gortani, o rm a i noto nel mo nd o sc ientifico come di sti n tissimo c u lto re d elle scienze nat ura li, appass io n ato co ll ez io n is ta e co n oscitore p rofondo d i q uesta regione in cu i è nato.

li preven ti vo dettag liatissimo per il gab i netto fu fa tto da lui e ra g giunge la somma d i 120 mi la l ire

Pe r la fisica occorrerebbe r o 80 m i la . Ques to gabine tto del quale è r imasta q u a lche cosa do p o la b arba ra rapina, era in comune col R 0 Li ceo( ... ]. Ora i l L iceo s i s tacca d all'Istit u to t ecnico e passa in a l tro ed ificio espressamente costru i to. ecess ita q u indi di ricos ti tuz ione i l nostro ga b inetto, q uasi ex - novo ( ]

Ad imitazione di quanto fu fatto nel 1866 quando fu fondato l'Is ti t u to, occorrerebbe sub ito una notevole somma, come a dire centomi la lire, po i una dotazione di a ltre 40 m i la per circa dodic i anni che ass icu rerebbero entro un dodicennio la comp leta ricost ituz ione dell'Istituto.

La G iu nta sotto l ineava poi quanto fatto p er r ivo lgersi ai p ri vati a ll o scopo di avere do n azioni a favor e de l! 'Istituto, senza d i m enti c a re c h e i materiali so t tratti dag li in vasori d ovevano essere recupe rati :

L. 120000 80000 80000 90000 50000 50000 20000 10000 40000 120000 660000
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La Giun ta ha fa tto po i u ffic i presso i l Min istero dcli ' Agr icoltura, Bib lio tec he , a ltr e ist itu z ioni , antich i amic i de l no s tro Is tituto p e r avere in do no l ibr i, cart e g e ogra fi c he e geo logic he , collezio ni m ineral o g ic he e pa leo nto logic he e d h a fin d ' ora a v u ti bu oni affi dam e nti. Cos ì , l' illu stre geologo d e lla U n ivers it à d i Pavi a , i l prof. Taram el li , ta nto be ne m erito de l F riu li e c he negl i anni io cu i fu in segna n te in q u e s to Is ti tuto d iede imp ul so n o tevo l issimo all e r accolte scien t ific he, seg u ito poi da altri, mander à la carta geo logica e d imp o rtan ti collezi oni d i carattere loca le [ ]

È p roba b i le p oi c he q uan to d al ne mi co fu asp o rta to s ia anda t o ad aITicc h ire musei, b ib lioteche, labora to r i d ' Austria e d i Ge rmani a [ ... J.

L e pesanti p erdite s ubite e rano state sottolineate , r iferiva il pres idente della Giunta, nel corso del recente congre s so tenutosi a Pisa de lla Società Italiana per il Progresso delle Sci e nze , ed e ra stato a l contempo soll e citato un inte rv ento del go v erno per compensare tali perdite

a) e s ig endo d ai G o ve rni d 'A ustria e di G e rm ania la res tit uzi on e d i q uan to fu as po rtato .

b) curando p er c h é sia no dati agl i Enti , a g l i Istitu ti e ag li stu d iosi c he eb be r o co ll e zioni e b ib l io tech e d istru tte e d ep aupe rate, i mezz i p er r ic o st rn ir le ,

e ) fac e ndo con cura s peciale la s c e lta degl i in s egnan ti d i scienze d i oss e rva zio ne pe r g li Is t ituti d e lle terre l ibe ra te, e inco r agg ian do co n su s sidi e bor se d i studio i g iova ni che posso no co ll a b o ra re a Il ' opera in tesa a rinnov are le r ac c o lt e ind isp e n sab il i pe r lo st udi o e la conosc en z a di qu e ll e reg io n i.

Se d unqu e , co m e è sp e r ab ile, l' az ione del G o ve rn o riu s c irà efficace , la s pesa d i r ico sti tuzion e d i q ues t o Istit u to potrebb e e sse re no t evo lm e n te di mi n ui ta

Dopo q uan to fu dello, qu es ta Giu nta p re ga v ivame nte co testo M in ist e ro a vo ler prende re a c uore una q ues t io ne c h e tan to di rettamente in te ressa il Fr iul i n ostr o e co ncedere i fondi n ecessari.

L e richi es te pro v enienti dall'Istituto ve nn e ro alla fine accolte , anche se non in tempi rapidi. Ev identeme nte e ra condivi s o il giudi z io s ulla ril ev anz a d e lla s cuo l a , di cui il p res ide r iassumeva in fo rma sinte tica la v oc az ion e, che in un per iodo di difficoltà economiche re st a va v ital e :

Voglia cotesto Min is tero ac cog lie re favo revol m ente qu es ta dom anda e far ri so rge re al p iù pres t o una istitu z io n e già florid issi m a ben ri spondent e a i b is o g ni di un a reg io n e in c u i predom in ano le m e di e e d a nch e m e n che m e di e fort une e c h e d a una buon a istit uz ione tecnica conforme a ll o sp iri to mode rn o attende una seria pre p ara z io n e alla v ita pe r q ue ll a gioven tù c h e accorse num erosa per aprirs i una via specialmente a ll e ca rr iere pro fessionali anche con una e d ucazione appro priata ai b isogni di un a società che va ra pidamen t e tr asforrnandos i63

TI 5 m arzo 192 0 il mi n is tro scriveva, ac c e tta nd o ne le va luta z ion i, alla P res id e nza della Giunt a d i v igi lanza d e l R. Ist it ut o Te cnico in m e ri to alla " ri cos tituzione de ll ' Ist it u to", po nen d o c os ì le basi pe r la rinas ci ta d e ll a sc uo la :

Questo m in is tero ha e saminato il p iano p rop o sto da code s ta Giunta di vig ilanza, per la ricos ti tuzione di code s to R Istitu t o Tecnico e lo ha trovato corrispondente allo sco po

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Udine. 17 agosto I 918: aere i caricati su vagoni ferrol'iari presso le ferriere durante / 'occupa=ione, in Archivio Friuli. Fototeca d e i Civici Musei di Udi ne.

Pertanto , non esis tendo nel bilancio di questo Mini s tero un fondo. dal quale si possa tog liere la somma occo rrent e, per 1·anuazionc della prop osta, ha comu nicato oggi stesso la proposta a l Min istero de l Tesoro pregandolo d i insc ri vere , a favo re d i codesto Is tit uto tec nic o, ne l bi lanc io del corrente esercizio finanzia rio la so mma di Lire I 00000 e quella di Lire 50000 per altri dodici esercizi successivi, sino al raggiungiment o della somma di L. 700000 che codesta G iu nta ritiene n ecessaria per la comp le ta r ico s truz io n e de ll 'Ist ituto.

Il lun g o ritorno alla normalit à: l e relazioni s ull ' a nno 1918-1919

Acca nt o a l le d istruz ioni materia l i, l ' occupazione austro - tedesca comportò. anche pe r il Regio Istituto Tec n ico, l ' interruzione dell'a tti vità, e le conseg uen ze s i tècc r o se ntire per un n o n b rev e pe ri o d o . La g u e rra , in so mma , pe r la scuo la non terminò nel novembre del 1918, ma estese i suoi e!Tetti a un pe r iodo m olto p iù l un go . Da ll a r elazio ne d e l do cen te di M ate mati ca, Enri co Bev il acqua , appre nd iamo q u anto fos e stato decurtato l'anno sco lastico . oltre ad altri motivi che lo avevano reso eccezionale:

In causa del grande ritardo all'incominciamento delle lezioni ( incominciarono il 27 gennaio 1919), ed all ' arrivo alla spicciolata de g li alunni [ ] non ho potut o completare il progra m ma di matematica as seg nato a l 1° corso Di ta le programma ho svolto so lamente la pa rte

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algebr ica e la pa rt e di Geometria piana. Sarà mia cura di svo lgere il programma d i Geometria so l id a agli alunni che s i tro vera nn o nell'anno sco lastico ve nturo 19 19-20 in terzo corso, in cominciando d a ll e prime lezion i.

rc1 4 ° corso h o po t uto svo lgere tu tto i l pro gramma anche pe r l'esiguo numero degl i alunni rego lar i

In a mbedu e i cors i [ . . . ] i l pro fitto fu so ddi sface n te e la di sci p lina ott ima64

Diffico ltà che si sommarono alle altre gravi car e nze, come " la totale mancanza del mate ri ale didattico" lamentata dal docente di storia naturale e fisica 65

TI doc e nt e di tedesco , G iuseppe Foramitti, fornì un quadro più v ivo del difficil e dopoguerra:

L'a nno s colas ti co 19 18/19 è s ta to per così dire muti la to pel nostro l stit1.1to te cn ico Richiam ato in v i ta con un n um ero m o lto li m ita lo di a lu nn i su ll o scorci o del genna io u.s , esso procede tte da princ ip io assai ste ntato. La maggior parte d eg l i a lun n i trasog nati, confus i , scoraggiati e sco n tenti pe r le cond izioni di vita do lorosa trovate in U d ine a l lo ro r it orno dall'es il io; i poc h i o molti rimasti ne ll e reg ioni invase anco ra te rrorizzati dai rico rdi dei feroc i nemici; g li inseg nan ti , privati d elle loro ab itazio n i, e so tto la minaccia de ll a pen uria di vive ri per ess i e le loro famiglie: ecco la cornice del nostro amato Is ti tuto in qu est'an n o, fiorente q ua n to mai n e l d ecennio passato anterio r mente all 'i n vasione66 •

Udine, piazza XX setiembre dopo la guerra (Studio Brisighelli), in Arch i vio Friuli, Fototeca dei Civici Musei di Udine.

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A marzo 19 19 e poi al la fine dell'e s tate , n e l diffi cile percorso di rientro al la norma l ità, era stata prevista in tutte le scuole italiane una sess ione speciale destinata ai giovani che erano stati richiamati:

el periodo fra il 21 e 30 settembre 1919 per tutti coloro che abbiano dovuto ospendere gli studi per la chiama ta alle armi a causa della g uerra dichiarata il 24 Maggio 19 15 avrà lu ogo presso tu tte le scuo le medi e e no r mali e i corsi magi stra li del R egno un a sessione strao rdinaria di esami di licen1.a, promozione ed ammissione. Le inscrizioni alla sessione si chiuderanno IO giorni prima dell'epoca fissata per l'inizio delle prove I cand idati potranno presen tarsi a sostenere g li esami in qu a lunq ue città se de d i scuola gove rnativa[ .. . ] 67 •

Così sintetizzava la situazione l ' ing. Lui gi Zanetti , docente di Costruzioni, disegno relativo e geometria descrittiva:

In circosta n ze e condizioni eccezionalmente sfavorevo l i s i è dovuto sv o lgere i l co rso d i materie de l qua le d i [si ] tratta: ridoua a null a la dotazione scientifica e didattica del Gabineuo in causa della invasione nemica del Friuli; iniziate con oltre tre mesi di ritardo le lezioni; diminuite di 4 le 15 o re settimana li dell'orario ufficiale , per necessità di loca li; impreparata e disorientata la sco laresca , affl u ente man mano co l rimpatrio dei protùgh i da altri Istitu ti del Regno , o da istru.tione pri, ata . o dal servi.tio militare; da tale servizio proveniente anche il sottoscritto titolare dopo qua i quattro anni d'interruzione del proprio insegnamento.

Qu e lla organic it à di direttive e di vedute che, com inciando ad ins tradare l'allievo nel campo della pratica (parallelamente agli eserciò di disegno architettonico e di costruzioni) fin dalla seconda classe, lo accom pa gna gradualmente nelle due c lassi successive in g ui sa da portarlo preparato a ll'esercizio professionale. non s'è po tuta segui re. Ed il corso di quest'anno si è quindi limitato a tracciare i caposaldi dell'estesa materia. senza che il tempo ed i mcui consenti scro di estendere applica1.ioni numeriche e grafiche colla des iderabi le ampiezza6 ~

Tl docente precisava inoltre che "fu poco il profitto" e che "codes to e si to degli esam i [un s olo promos so su otto ag li esa mi di li ce nza ] , do ve pure s i usò tutta quel la larghezza che sembrava compatibile coll'anormalità del regim e sco la s tico , occasionata dalla gue rra e dal l ' in vas ione , s ta a dimostrare la generale imprepara z ione d ei candidati, i quali b enevo lm ente venn e ro inc itat i a ripetere l 'an no , al fine di procurarsi nella sc uola quel saldo corredo di c ognizioni ch e , facen d o li poi meglio riu sc ire ne ll a v ita professionale, offrirà lor modo di gua d agnare so ll ecitamente il tempo perduto". Conc ludeva quindi auspicando un rilancio della scuola e anche la creazione di una nuova struttura legata alle necess ità de l te rritorio , fiducioso ne lle nuo ve prospettive aperte da l la v ittori a:

Lo scrivente confida che nel prossimo anno sco la . tico molti, se non tutti , degl 'inconvenienti segnala ti pe r q uesto. verranno a cessare. Te slé il Gabinetto ha potuto incominciare a rifornirsi di materiale sciemifico e didattico; e per l'ulteriore rifornimento egli conca anche sull'aiuto di PubblicheAmministra7ioni e sul volonteroso concorso di Costruttori cd industrial i friulan i, che ver rà ri c hi esto non appe na le ri spettive aziende saran no ricost ituit e e sistemate.

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Q77,--~r.c.,-· h ·~-~ . #d~ r;Y~.-2&>«- 1?r,~~ç4:L,t, r,ù,?C ~.cc L. • •• ~~ / cl \ ~l .;,.. Orario degli esa mi d e lla sessione straordinaria del marzo I 9 I 9 (Archivio storico del/ ·1s1i1uto tecnico comm erc iale "Anlonio Zanon ''). 87

A V 'I I S O

ORDI NANZA per l a sessi ·'.>ne straorJina ria d i ee::v:ii c:1e a vrà luogo n el set t e,.1t- re ;:,roasil!lO a fc.vore di et:Jdent i :~ ili tc.r i ,1ell e <1cuo le "le <lic e no!".'nal i lle l periodo rra il -3.~ e _ 3 0 se":te:,ihre 1919 per btti co = loro ch e ab J:, iano d ovu t ,) sospendere i:; li stucli per l a chi~~at a alle a :rni a causa della gu erra d ichiarata il 24 llagcio 1915 avr l l~oso pres so tutt e le s c uole me di e e n or"lali e i corsi ~R~istr ali del Regno un a sessi on e straor din aria di esam i di licenza, pro:,ioz i one ed a.m= mission e . Le inscr izion i alla sess i one si ch iu d er ann o IO gior n i priin a dell ' epoca fissata per l'ini ;;io dell e prove . I cand idati potranno prese n tarsi a sosten er e gli esami in qu a l1m q•..1 e città se de di s cuola cov er na. tiva e p er essere i n scritti dovrann o farne d o~anda in carta da bollo da lire una al Capo d ell'Isti tuto ~. corredata dei documenti ri chi esti

·'A vviso· · relativo alla sessione strao,dinaria di esami prevista tra il 21 e il 30 settembre I 919 e riservata agli studenti che avevano interro tto gli studi per la c hiamata alle armi (Archivio storico de/! 'Istituto tecnico commerc iale "Antonio Zanon ").

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Converrà poi anc he ve d ere se non sia i l caso, d opo il fel ice a llargamento dei confini della Pat ria in questa R egione , di avvisare fi n d'ora all'imp ianto, presso il Gabinetto di Costruzion i, di un ·'Laboratorio di prove per la resis tenza d ei ma te riali " : is titut o che trov e reb be rag io n e di esse re ne lla q uantità e m u ltifo rmi tà dei mater ia l i costruttiv i nat11ra li ed artific ial i che si estraggo n o e s i pro du cono nel territorio del Friuli antico e r ede nto, e nel grande i mpulso c h e per lunghi a nni a lmeno dovranno avere le pubb l iche e priva te costruzion i nel t e rritorio stesso , ag l i e ffet ti del la sua ri costruz io n e solenneme nte proc lamata dalla Nazione.

Di ve rs a la prosp ett iva d e l docente di Chimica , Leonardo Scoccianti, che nella sua relazione p ar tì da una co ns id erazione genera le s ul ruo lo che qu esto ramo della sc ie nza av ev a avuto durante la g ue rra, quando in particolare la Germania, all'avanguardia dal punto di v ista indu stria le nel settore, aveva puntato s ulla chimica per cercare di s bl occare lo "s tallo " de lla g uerra di trincea 69 :

I g randi osi avven ime nt i mond ia li recenti hanno luminosamente dimos trato q ual e straordinaria imp orta n za abb ia la ch im ica teorica e pratica che, fra t ut ti i rami de llo scib i le umano, è quello c h e se nza dubbio tie n e i l pri m o posto per mettere a l massimo valore tu tt e le risorse d ella natura, d ato princ ipa lmente il fatto c h e poche scienze, come la c h imica, sono e possono essere a co ntatto della v it a, de ll ' in dustrie , d e i commerci e di ogni poss ibi le att ività um ana.

La gue rra mondiale infatti si è ri v e lata ne i suo i vari aspett i un prob lema, se non esc lus ivamente, a lmeno eminenteme n te ch imico. Ma per di sgrazia d ell'umanità in ge n ere la c hi m ica, fatta eccez io ne pe r i ted eschi, è stata se mpre troppo trasc ur ata e, que l che è peggio, dob b ia m o purt roppo consta tare, che i g iovani, i q ua l i esco no dalle nostre sc uo le medie hanno in c himi ca una co ltura lim itat iss ima e s e nza dubb io di gr an lunga inferiore a qu e l pos t o c h e l'ultima tra le fig lie di Minerva merita e c he d i p ieno di ritto le s petta. E se le i nn umerevol i e sva ri at issime app l icazioni della chimica ch e s i potevano sfrutta re da lle ind ust r ie so no s tate comp le ta me nte tra scurate o pe r partito pre so, o per neg li genza, o p er p e r sonale va ntaggio (a d eccezione de l p opo lo te d esco che ne ha fa tto tesoro nella guerra) , io m i doman d o come s i spiega e co m e si com pre nde, che la n os tra n eg l igenza in isp e c ie , sia s ta t a est esa anc he alle app l icazion i di uso comune e d alla c h im ica nell a v ita qu oti di ana?

A gue rra finita dopo i sac rifi ci com p iuti a ug u r ia moc i che il no stro Pa ese dia alla ch i m ica q u el maggior svi lupp o s cien ti fico e tecn ico che deve avere e qu e ll a diffu s ione asso lu tamente indi sp ensabi le n elle s cu o le m e d ie , specie in qu e ll e c h e ha nn o fine a loro stesse, per mette re la nuova gene raz ione a lmeno in grado di vedere e limina te ta nte deficienze e tolti, in mo do assoluto, ta n ti grav issimi inconve n ie nti co ns tata ti pu rtropp o durante questi u lti m i avvenimen ti , in cui i l prob lema della g uerra si è mostrato sempre in tu tti i suoi moltepl ic i e sva riati ss im i aspe tti un prob lema emine ntemente chi m ico; e ta le senz a dub b io rimarrà nella v ita di pace, d i lavoro e di prog re sso.

Questi m iei sen tim enti, che non ho ma i trasc ura to di metter e in esec uzione, ne lla scuo la s ia n ello svo lgi m e n to de l programma ufficiale, sia n egli esam i, d anno a ll 'atto pratico la so ddisfaz io ne d i riconoscere che i va lo ros i e buoni sco lari del nos tro Is tit uto tec ni co s i sono nell a grandissima maggioranza no n solo fatti o n ore come sol d a ti , ma s i sono trovati senza dubbio tra coloro che sono stati i più prepara ti p er sfruttare a n che da parte nos t ra qu ella scienza che i nem ici vergognosamente , con tradime nto dei pa tti conclusi, applica r ono fin quas i da l principio della g uerra.

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Orario degli esami di licenza, promozione e ammissione per la sessione straordinaria del settembre 1919 (Archivio storico del!' Istituto tecnico co ,nme rciale 'Antonio Zanon ").

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Fatta qu esta lun ga ge nera le premessa, p ro seguiva illu st rando la s itu azion e d i d evasta z io ne d e ll a s cu ol a a ll a fin e d e lla g u erra e gl i sforz i fatti p e r rime d iare a ll a di ffic ile si tu az ione:

Arrivato in U d ine, ment re trova i i l labora t orio e ga b inetto di c hi m ica s pogl iati comp letamente - il m io la borato ri o e la m ia scuola erano una gr andiosa c u c in a in pe r fetto ordi ne - con mia grande m eravig lia e sodd isfaz io ne constata i c he i l gab in ett o di fis ica e ra di venta to un diso rdi na t o m aga z z ino d i mate ria li di pa recchi ga binetti, non escluso nemmeno q ue ll o d i c hi m ica. Ma d a un acc u ra t o e di li g e n tissimo esame con s tatai s ubito, con mio v ivissimo rincresc iment o, c h e g l i a pp arecc hi , per m e di ca pi ta le imp orta nza, sa lvati e d ordi na ti pro pr io da me, ancora convalescente, d opo un m ese dal d isastro di S Osva ld o, n on c'erano e d e l m io gab inetto n o n trovai che p oco ma terial e d a me , a suo tempo, preso e fatto m ettere in o rdi ne.

P ie name n te pers u aso e convi nto che l 'insegn a m e n to d e ll a c himi ca, per quan to eleme n ta re e l imita t o, non s i poteva ten ere senza ottene r e q uel m ini m o profitto ri te nut o come ind ispensab ile se n on s i aveva mo d o di ill ust ra rlo con le n ecessarie espe r ienze c preparazioni , da t o c h e la S.V. no n e ra anco ra arr ivata in Sede, m i feci u n dove re d i a nd are all' u ffic io d e ll a Provi n cia dove con il commissa r io pre fe ttizi o Cav. T u lli o soste n n i il bisogno assoluto di un po' di m ater ia le e di pro d otti ch im ici indi spensab ili a ll a sc u o la; e c iò anche per salvare a l meno le appare n ze do po la grande impo rtanza che aveva ass unto la c himi ca nella guerra mond ia le. E a ta le sco po, rinunc iand o a d og ni poss ib i le dir ilto, m i misi a di s p os iz ione della Provinc ia sost e n endo che, co lo r o i q ual i vo levano ave re sub it o e seriamente q ua lc h e cosa, man d av a no pe rsone compete nti a ll 'acqu isto in c itt à ad atte, come aveva fatto il laborato r io d i ch i m ica a graria e com e s i co mp ortavano i co mm e rc ianti in ge n ere che des iderava no fo rnirs i al p iù presto; e tra q u esti, accenna nd o ai fa m1 ac isti , ricord a i prec isa m en te il mio ex ass isten te D r. Asqu ini c h e, avend o fatto p iù cors e a Mi la n o , era riu scito a fo rn ire com p leta m ente la s ua farmac ia a T ricesimo70

li c o m mi ss ario pre fett iz io d es tin ò c osì 9 .000 lire al gabin e tto di C hi m ic a " p er l ' in ce ndio d e l 19 17", men t re il docente c hie se d e i prev en t ivi a div e rse ditte p e r po te r ripristinare i mate riali, stim a nd o n ecess ari al me n o 10.0 0 0 lire. I p a s s aggi s u c c es si v i no n so ddi sfece ro pe rò il docen te di chimi ca, c he iro nicame n te sc ri ss e ch e " a so ddi sfaz ion e dei c ommis s ari pre fe tt izi s i pu ò c on s ic urezz a dir e che qua nto è st ato acquist a to o non è v e nuto ch e a ll a fin e d e l l ' anno o n o n s i è po tu to adop e rar e p e rché a rr ivato tropp o tardi " .

e l p r im o co n s ig lio d e i p rofesso ri , ten ut o s ub ito d opo c h e la S .V. arrivò in Udi n e , io ins istett i rip etuta m e n te d e ll a n ecess ità d i un po' di mate ri a le, se s i vo leva un insegna m ento access ib i le e serio nel la m ia scuola , e d in s istetti perché l'I s tituto tecn ico rioccu pass e su b ito l 'antica s u a sede c he era a ncora com p letame nte l ibe ra , d ove al m eno avre b be t rova t o a sua i mme d iata portata i poc h i avanzi ri masti in tatti di t utto il ricco pa t rimonio scienti fi co; ma purtro pp o la m ia propos ta non fu presa nella consideraz io ne vo lu ta e che mer itava.

E chiud ev a quindi p o le mi ca m e nte :

Ed ora c he d irà la nos t ra cittadinanza n e l cons ta t are c h e q uei p och i ava n z i non furono

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nemmeno mes s i in grado d i se rvire a ll ' in segna mento s ubendo a nzi, in g ran pa rte, u n grave deperimento pe r l' ab band ono c ui furono lasciati?

Secondo il docente, i due is pettori che erano stati in visita all'Istituto p e r va lutare le n ecessi tà d e i vari ga binetti non avevano inoltre di cusso delle n ecess ità didattiche con g li insegnanti delle ri s pettive discipline, non potendosi cos ì re ndere conto pre c is am e nte de g li inter venti nec ess ari. Il doc ent e pre se nta va poi la propria non facile s ituazi o ne economica, aprendo cos ì una finest r a sulla vita di un insegnante del te mpo. Dopo aver scritto di av e r "fatto qualch e cosa di più del mio do ve re", aggi un geva:

[. .. J s ubito arrivato in U dine , 11 011 badand o a s acrifi c i econom ici ho ri o rdinato e sis tem ato alla meglio il mio appartamento e dopo un mese circa ò fatto veni re la mia famigliola : con questo non ho fallo che il mio d overe dat o che in Udine avevamo anche una retr ibuzione di m iss ion e. Questi i mie i se nt imenti ; e per qu anto abbia s peso p iù di ci ò c h e g uadag navo , no n

I maga::ini Minisini incendiati per ordine del Comando ira/iano prima dell'abbandono della cilfà di Udine, in Archivio Friuli, Foro reca dei Civici Musei di Udine.

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mi lamento, nonos tante che abbia un a piccola bambina e per i l mio altru ismo consum i c iò che doman i dovrebbe essere cosa sua.

La S.V. mi perdoni la franchezza e m i compatisca se non altro pe r i l fatto che le famose c lassi aggiunte passa te a me nel 19 18- 19 19 rappresen tano so lo una parte di c iò che ho sempre guadag nato, pe rché disgraz ia tamente i l 191 7 fu i l solo anno in cu i non eb b i l'incarico della ch imica ind ustr iale ; ed io c he pur ave nd o la poss ibi lità ho sempre ri fìutato guadagn i straordina ri , da tre ann i certamen t e c iò che guadagno non mi è suffic ie nte per v ivere , se bb ene io meni un a vita modestis sima e non abb ia a lc un a spesa strao rd in aria.

Anc ora più interessanti le conclusioni, che evi denzi ano ancora una vo lta come gli effetti della guerra si fossero fatt i se n tire ben oltre la conclusione delle osti lità, sia per la mancanza d eg l i strumenti necessari, sia per l a scarsa presenza di stu d en ti:

Co n m io v ivissimo rin c resc im ento la scuo la di c h imica è sta ta fìno alla fine d i maggio un insegnamento e leme ntariss imo; e se togl iamo un po' della parte teorica , po ss iamo con cosc ie n za d ic hiara re c h e è sta t o un insegna mento più fit ti z io che rea le; e lutto questo , disgrazia tame n te, no nostante la mia buona vo lontà e tu tto il m io interessamento perché nulla, assolutame nt e nulla , ho mai t rascurato e lasciato in ten tato p er provocare tutt i i mezzi p ossibili ed immaginab ili pur d i riu sc ire a mettere la sc uo la di chimica in condiz io n e di funziona r e, anche modest iss i mamen te , ma sul serio.

E se so no rius cilo a fare is tit u ire alla meglio i l laborato ri o e la scuola di chimica per la fine di maggio , debbo darne l'as soluto merito esclusivamente alla benemeri ta amministrazione comunale di Udine ed alla direz ione di Sanità dell '8• armata, la qua le gent ilme n te e ge nerosamen te mi ha fatto passare d ei prodo tti e dei material i.

La S.V. com prenderà fac i lmente che se io di m ia spontanea vo lontà non avessi ininterrottamente lavorato per far risorge re, come megl io ho pot uto, la scuola c himi ca, gli esam i di licenza , con p oca soddisfaz ione prin c ip almente della Provincia, avre bb ero dov uto sospen d ers i in tu tte le sezion i, ad eccez io ne di qu ella di Commercio e Ragioner ia .

Ne l mese di g iu gno, adoperando c iò c he abbiamo avuto dal la direzione di sa n it à d e ll'S • armata, h o ten uto al 3° corso una serie di lezion i pratiche straordinar ie, p reparando i me ta ll oi di più importa nti ed i relativi compos ti ; ed al 4 ° corso, sempre con lez io ni straordi narie , ho fatto fare agl i sco lar i deg l i esercizi pratic i di a na lis i per v ia secca ed ho messo i m iei alunn i in condi zione di prese n tarsi agl i esam i d i licenza, esaminando una m iscela pe r via secca T risu ltat i di sgraziatame nte non hanno cor ri spos t o a c iò che s i avrebbe avuto i l d iri tto di aspettar s i, e ciò principalmente perché quest'a nn o i nostr i scolari , o ltre che essersi presentat i al la spiccio lata , fi n o a l me se di magg io, anc h e d opo ven u ti si sono mos t ra t i nel la maggioran za negl ige n t i, ven endo a scuo la q uando meglio credevano

F in d a q ues t o momento m i permetto avverti re la S V. c he i l gabi netto dovr à provvede rs i di reagentari i per gl i a lunni di fis ico matematica ed agr imen s u r a , mentre per gl i alunni dell e sezion i di agronomia e industriale, esso dovrà forn ir si del mate ri ale necessario per le rice r che tecno logiche

Così pure r icordo alla S.V che per lo svi luppo del la mate ri a del 3° co rso, i l labor atorio abb isogna d el materia le e degl i apparecch i pe r fare in m odo c he la parte teorica s ia co llaborata dall e indi spensabi liss ime espe rien ze.

[ ]
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Lo s ciopero del fe bbraio 1920

Una situazione di questo genere , sommata alle richieste generali dei giovani ex - combattenti e all e tensioni del biennio rosso, cioè degli anni d i più int ensa conflittualità sociale della s toria d ' Ital ia, s i rifl esse anche sulle v ic ende scolastiche .

Come negli anni di guerra , anche ne l gennaio 1920 la scuola diede i l sostegno al la raccolta d e l nuovo prestito na z ionale , con una propaganda capillare che do veva raggiungere ogni professore e stu d e nt e. Così scriveva il pre si de il 14 gennaio ai docenti della scuola:

È a tutti no t o come, a restaurare la finan z a d e ll o S tato i l nostro Gov erno abbia e me sso un nuovo Prestito, ch ie d endo l'aiuto da parte di ogni buon cittadino

Mi adoprerò n e l migli o r modo p er la propaganda fra g li alunni d e l nos tro Istituto, ma n e l te mpo stesso rivolgo preghi era agl i egregi s ig n ori professo ri perc hé, letta la qui unita circo lare, vog l ia no nella s cuo la ch iarire ess i pure a i giovani lo s copo d i q uesta grande opera z ione d i cred ito , fe nnando la loro attenzione sull ' importanza che i l suo s ucc esso av rà p er il be n e futu r o della Patr ia n ostra.

S arebb e buona co sa c he coloro fra i sig nori pro fessori i qual i in tendessero di sottosc ri vere a l Pres tit o, ne in formassero que sta presidenza , indi can do la somma, perc hé alla fin e potesse a pparire il concorso d i q uesto Ist ituto .

Inuti le poi avvertire che con ciò non s' i n tende di vincolare in a lcun modo la p iena li bertà di ness uno7 1 •

Udine, rassegna militare durante l 'occ upazione (St udio Brisighelli) in Archivio Friuli, Fototeca d ei C ivic i Musei di Udine

[ ... ]
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Era stato infatti lo stesso ministero - che a tale scopo aveva creato un Comitato centrale per il coordinamento dell 'az ione di propaganda - a richiedere a fin e dicembre 19 19 ai presidi di raccogliere le informazioni sulle somme raccolte in ciascuna scuola, compresi i nominativi delle "persone che in essa [parte cipazione] più si saranno di s t i nte 72 " E anche in altri modi gli ins e gnanti venivano coinvo lti nell'operazione: così per esempio leggiamo s ul "Giornale di Udine" d e l 13 febbra io I 920 che

el g iro di propaganda per il Prestito del la Pace, intrapreso dall' egregio professor Gara ssi ni della nos t ra città è compresa anche Gemona . E difatt i eg li sarà fra noi venerd ì pross imo , 13 corrente e parle rà alle o re 14 nel la sa la socia le, se d e de lla Soc ietà fra A rti e ri ed Operai. Ce rt o u n n u m eroso pub b lico accorrerà ad asco ltare l 'eccel le n te o r ato re. Ag li in segnant i, nel po m erigg io è sta ta concessa vacanza, perché essi pure p ossa n o assis tere a li 'attesa confe renza.

Si può s oltanto ipot izz are come quella richiesta potesse essere accolta in una situazione economica generale di difficoltà , s ia dai profe sso ri , sia da studenti che in maggioranz a non provenivano da famiglie abbienti. Erano comunqu e altri i probl e mi che l ' Istituto doveva affrontare, a partire dalle richieste degli studenti che avevano dovuto interrompere gli studi a causa della guerra. Già a dicem bre v i era stata una sessione di esami per "gli alunni che per grav i rag ioni di salute, o d i famiglia o di servi z io militare[ ] non poterono presentars i nella sess ione di luglio o di ottobre per sostenere tutti o parte degli es ami di promo z ione e di licen za73 "

A febbra io I 920 un gruppo di studenti ex-combattenti che aveva studiato al Regio Istituto Tecnico s i mobil itò quando , " in segu ito al decreto che fissava una sessione straordinaria d'esami per gli studenti ex militari , il Consiglio dei professori del R . Ist itu to Tecnico, valendosi del diritto di fissare le modalità, stabi li v a che gli esaminand i non dovevano rispondere s ulla materia sv olta finora, ma bensì su quelle di tutto l ' anno 74 ". r on si trattava evidentemente di una diffe renza da poc o, p er cui g li st udenti inviarono un te legramma al Ministero chiedendo la re v oca de l pro vv edimento e minacc iando la proclamaz ione d e llo sciopero ne l caso entro lun edì 9 fe bbraio non si fosse proceduto in tal se nso . Si trattava in so mma , se c o nd o i I re soco nto d e " La Patria del F riu li", di una s p e ci e di ultimatum, s caduto i l quale

ogg i mattina, g li studen ti esam in and i proclamaro no lo sciopero e anche tutti gl i a lt r i s tudenti scioperarono per sol ida rietà co i loro com pagn i.

Lo sc iopero incominciò all ' istituto tecnico dove solamente pochi studenti andarono a lezione.

Gli scioperanti si r ecarono q u indi al Li ceo , dove otten nero la v aca nza ; e ingrossa t o cos ì il numero , si portarono a chiedere - e ottene r e - altretta nto alle sc uole tecn ic h e e alle ormai i Così tutte le scuo le Medie cittad ine ogg i sono chiuse

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Udine, uno s co rc io di via Merca/0 vecchio durante/ 'occupazione austria ca, in Archivio Friu li, Fo totec a dei Ci vic i Musei di Udi n e.

Scuola e ministero erano concordi nel proporre una forma di esame semplificato per gli ex-combattenti, ai quali evidentemente non si poteva imputare un percorso d i stud io lacunoso, e d'altra parte, come abbiamo visto, tutta la guerra era stata scandita dal l 'abbassamento del livello deg li studi, ma, nonostante questo, la decisione del Cons iglio dei professori dell ' Istituto faceva temere un esame secondo cr iteri che potremmo definire " di pace". La protesta si svolse dal 9 al 12 febbraio e assunse la forma di uno sciopero studentesco "ad oltranza", e venne seguita dalla stampa locale e da tutte le autorità sco lastiche , dai docenti fino al ministero.

Maggiori d ettagl i sono forniti da "La Patria d e l Friuli " del 1O febbraio, secondo la quale il 9 avevano partecipato alla protesta o ltre 400 studentiquindi un numero considerevole, che avevano abbandonato "i n massa" le aule per riunirsi "ne l pomer iggio nella sede nell' Assoc . [ ... ] Studentesca":

"Alcuni studenti ex combattenti pronunciarono fiere paro le di b iasimo contro il ministro P.1. Lo sc iopero fu quindi proclamato ad oltranza" . Nello stesso articolo si rettificava quanto scritto il giorno prima, nel senso che si specificava che era stata l'ordinanza m i nister iale a prescrivere che g li esami dovessero "esse re dati sui programmi stabi l iti dai vigenti regolamenti", e si pubbl icava

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la presa di posi z ion e deg li " studenti ex combattenti ", che poterono così esprimere le proprie v alutazioni pubblicamente:

roi che sc ri viamo s iamo ex combattenti o ra stude nti al R.I.T. [Re g io Ist itu to Tecn ic o] e a l R. Liceo , e di fronte a ll e ingiuste di spos izioni abb ia m o ottenuto con la solidarietà dei compagni lo sc iopero .

Per spiegare i moventi d e Jlo s cio pero s tesso e del ibera re in proposito abbiamo domandato a lla Questura il pcm1c sso di un pu bb l ico com izio. - Ci è s t ato n egato !

Non s olo ma le pate rn e autor it à sco lastiche hanno invocato l ' aiuto dei carabin ieri e dell a P. S. per costr ingerci ad an d are alla sc uola

Noi cre di a mo ben vergognoso q uesto a tto e disonesto; i l mettere delle guardie e dei carabinie ri alle calcagna di ex combattenti fra i q u a li c i sono feriti e m ut i la t i.

Secondo il pres id e del R. G inna s io Liceo, ne ss un s tudente d e llo "Stellini" avrebbe dovuto sostenere l'e same alla sess ione straordinaria, per cui si s uggeriva che i partecipanti a ll o sciopero lo avessero fatto per so li darietà o perché e ra stato loro imp edito da un "cordone" di studenti scioperanti. Tuttav ia gli s tud e nti del Liceo pro seguirono lo sciopero anche nei giorni succ ess ivi . Res tava invece nel vago la descrizione degli atti di v iolenza che secon do i l giornale si erano verificati, dal momento che "due studenti dei più accalorati vennero fermati dagli agenti d i P.S . e dopo una meritata paternale vennero rilasciati " .

Il g iorno dopo, 11 febbraio, "La Patria del F riuli " dedicò più spaz io al la vicenda:

Lo s c iop ero degli studenti

Un com izio e un ordine d e l giorno

Lo sciopero degli studenti d e ll e scuo le med ie sco pp iato, improvvisamente lunedì, pe rd urò anche ieri , e ci furono (com e in fo nnammo ) episodi di vio lenze , tanto p iù dep lorevo l i in q uanto ve ngono esercitate da giovanetti c he i l se n so d e l civismo e delt a l ibertà dovrebbero avere più d eg l i altri affinalo .

Ie r i ma tt ina , anc he le fi le d e i collegi d ovettero r inunciare ad entrare ne ll e scu ole , poiché g l i st11de nt i , fatto cordo n e davanti agli ed ifici sco lastic i imp edivano l ' ingresso. A qu es t o riguardo ci co nsta che i capi istitu t o ha nn o pro testato p r esso i l prefetto , c h iede nd o che venga tutelata la l ibertà. Chi vog l ia scio perare , st ia a casa ; m a ch i d esi dera anda re a scuo la d eve po terlo fare.

li comiz io

G l i s tudent i rad unatis i in comizio , hanno votato il segu e n te ord ine del g io rn o , c h e fucomunica to ai capi is tit uto:

A i R e ttori [s ic] e Presidi del le Scuo le Medie

U DINE

G l i st ud e n ti r iun iti in so len ne Asse mb lea con l'a de s ione d e l!' Associazione Combatt enti di Ud ine, in seguito a ll o sciopero co m incia to i l giorno 9 CO lT. a lle ore 8 antimeridiane , del ib erarono di portare a conoscenza qua nto segue:

l. o Decisi a co ntinuare lo sc iopero per sa lvaguardare g li i nte ressi di quelli che a ll a P at r ia tutto diedero senza nulla c hiede re , domandano:

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Siano loro concesse l 'age vola~ioni come ne lle precedenti sessioni concesse ai m i litari cd ex militari, e cioè che l'esame s ia fatto s ulla ma teria svolta fino alla sezione [s c ssio nej deg li esam i.

2.o La domanda come al N. I s ia estesa anche alla materia professio nale. Dichiarano quindi lo scio pero fino a c he le S.S.V.V. lii. sara nno consenzienti a questo desiderio e s pre sso dal I' 1ntera A ss emblea.

3.o Sian o pu re conce ss e per equ it à di trattamento lo s tesso numero di sessioni conce sse ai frequentanti non militari .

4.o Sieno ammessi al la prossi ma sessione di Mat70 anche gli s tudenti della classe I 900 rimast i nel le ter re invase.

5.o Sien o date sessioni di esami anche di promozione agli Studenti cx combattenti .

Dopo aver presenta to le ri c hie ste degli stud e nti , così prose g ui va l'articolo, delineando una prote s ta che gli stu d enti de ll ' I st ituto T ecnico e del Liceo avevano tentato di estendere ad altre scuole:

La vertenza in sorse g ià lo dicemmo per quella ven tin a di studenti ex combattenti che doveva no dare gl i esami in questi g iorni e che no n vo le vano esse re interrogati se non nella brc , e m a teria svolta in questo breve scorcio di ann o sco last ico che abbraccia poco più di un bime st re.

G li studenti c h e appartengono t ut ti a l R. Is t ituto Tecnico, se nza d ip e nd ere da l preside , telegrafarono le loro domande al Mini s tero della Pubbl ica Is truzione. da ndo tempo fino ier l'altro, a lunedì, per la risposta ; e poich é questa non ve1me, scio perarono

No n va tac iut o che gl i s t uden ti sa pevano degli esam i fi n dal sette mbre sco rso, e che quindi avevano tutto il tempo po ss ib i le per preparars i. E va tenuto co nto, in oltr e, ch e vi è una seco nda sess ione di esami ai quali possono panec ipare con le medesime fac ilitazioni.

I profe sso ri hanno (e lo promi se ro , e lo dichiararono già) la migl io re di s posizione per aiulare e favorire q ues ti s t ude nti; ma non p osso no staccars i d alle di spos iz io n i minister ia li in modo da acc o ndiscend ere. per esempio, c he un ragion iere, u n perito ecc. s iano interroga te so lamente su metà materia, e non sull'a ltra Poiché ripetiamo, non dipend e dai profe sso ri l ' aver stabilito che gli esam i si svo lga no in un modo p iuttosto c h e in un a ltro; ma ess i d evo no far ri s pettare le disposi z ion i p er venute da ll e au torità s up erior[i] - di s pos izioni c h ia r e e ta ss ative, a ll e quali presidi e pro fessori hanno l' obb li go di atten e rsi fedelmente.

Sciopero ad oltranza a/1 '/stitllfo Tecnico e al liceo

Stamane le lez ioni s i s o no ripre se regolarmente al le scuole Tec n iche e al le Sc uole 1ormali. men tre è slalo proclamato lo sciopero ad o ltran za ali' Is tituto Tec nic o e al Liceo.

Gli studenti hanno fatto stampare l 'o rdine del giorno da essi vota to , e ne distribuiscono le copie alla c iuadinanza.

Davanti a l Liceo e a ll ' Istitu to s tazio n avano stamane g ruppi di s tudenti c he im pedivano l'entrata dei co lleghi, tranne quelli accompagnati dai loro ge nitori

Non vedemmo né gua rdie n é ca rabinieri , che avrebbero pur d ovu to essere pre se nti , co me accadeva nel ' b uon tempo a nt ico· per tutelare la libc rtù.

Parecchi s tudenti , tra i qua li anche un gruppo d i c x combattent i che deve dar l'esame, s i so no c iò nonos tante presentati alle lez ioni.

Il giornale r iport ava ancbe la presa di po s iz ione de i docenti d e ll ' Ist ituto Tecnico, che troviamo anche tra le carte della scuo la: i tratta dell'avviso ufficiale d iffuso lo s te sso 11 febbraio :

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Visto che i s igno ri s tuden ti pers istono nel lo s c iopero, i l Cons igl io dei p rofes so ri dell ' Is t ituto tecn ico ha votato i l seguente ord ine del giorno.

li Con s ig lio de i p rofes sor i d e l R0 Istit ut o T ecnico d i Udine constatato che l ' ordinanza mi n is teria le , c he h a dato o ri gine a l dep lorevo le atto di indisciplina della stude n tes ca ud in ese, è is p irata alla ma s s ima larghez za e benevo lenza verso gl i studenti ex combatten ti.

d isapp rova gl i att i di v io lenza comme ss i ne i local i d ella scuo la, e si rise r va d i app l ica re le adeg uate san z io ni discip lina ri a carico dei respon sabi l i;

r ammenta alle famiglie dei g iovani che l ' ast e ns ione d alle lez io n i t orna a tutto da nn o della istruzione e d educaz ione di questi;

invita i volonte rosi a ri torna re s ub ito alla s c uo la ; avv e r te c he a carico deg li a lunni che non s i pres entasse r o nella m att inata di doman i g iovedì sa r anno pre s i quei provved imenti prev isti dal r egola m ento che si riterranno opportuni 75

I toni della protesta non e rano certo co ncilianti , e i giorna li continuarono a seg uire la vicenda, dando anche spaz io alla presa di po s iz ion e d egl i stu denti , la cui voce quindi pos siamo conoscere so ltanto attrave rso quanto riportato dalla stampa . Così il " Gi orn al e di Udine " d e l 13 febbraio 1920 presentava g li ultimi avvenimenti, denunc iand o la "v iole nza" d eg li student i e, tra le righe , il mancato intervento repre ss ivo d e l le autorità 76 :

Ie ri m att in a g li scolari so l iti, non t ra tte nu t i d a nes suno, in vasero i local i a l p ianterre n o del pa lazzo d eg li studi tum u lt uosamente c h iede nd o a l s ignor Pres id e di lasc iar uscire gli alu nni de l L iceo e Ginnasio.

11 Pr esi d e , costr ettov i dalla violenza d ovette pregare i professori perché lasciassero liberi i g iovani del Li ceo , e im pe d ì che si sali s se al primo p ia n o dove in t utte le d ieci classi del G innas io poterono cos ì continuare le lo r o lez ion i Un p icc hetto di s olda ti , armati, arrivò quan d o la tranqu illità in tutto l ' edific io e ra r it ornata; anche ne l pomeriggio al Ginnas io si fece regolarmente scuola , co m e si fa r à pure oggi

P er i l Lic eo e l' Is tituto Tecnico in vece rim angono ogg i sospese le le z ioni perché s i sappia almeno che cosa propri a m ente domandano q uelli che provocano l'ag it az ione: i l r. provveditore agl i stu di , c h e ebbe ie ri un'ad unan z a coi ca pi ist it uto ne l Liceo , attende appunto c he s iano fo r mulate le accennate domande - fi n ora oscure o m a l s icure pe r queg li medesimi che stesero i no ti cinque ca p isal di ind irizzati "ai re tto ri e presid i" ecc. ecc.

Qu esto è quan to riguarda le auto rità scolast iche local i, che non poterono esam ina re ciò c h e r ius c iva e ri esce incomprensibile ; l 'opera d elle a lt re a utorità local i s ia g iud icat a q u i dai concitt ad in i.

TI giornale lasciava poi spaz io alla replica d eg li s tud ent i - c he si firmavano "s tud e nti ex - combattenti" - alla pr esa di posiz io n e d el prof. Del Piero. Emergeva così il punto nodale della qu estion e : la possibilità di svo lgere l ' esame s ulla base di un programma deci samente ridotto, per non p e nali zzare i g iovani che a v evano " perduto due , tre, quattro ann i" a causa del la guerra. Riportiamo il re so conto in forma integra le anche perché rappresenta una d elle p oche test imonian ze , seppur in d iretta, della v oce d eg l i studenti:

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[ ] noi domandiamo gli e sami s ul la materia svolta : Q ui il ministro della P.1. o l'autorità compe tente doveva el im i nare la b u ffo n ata delle prove orali in tutte le mate ri e C h e le pare professore c h e non s ia cosa da farsa l ' esame in ca lli grafia orale? Noi lo vorremmo vede re a lla prova! Ed è fors e degno c h e un m inistro abb ia di queste idee così buffe e r idi cole?

È male c h e la cittadinan z a non sappia veramente q u anti peli di sap ienza pos sa contare la barba dell'on. Baccel li77 No n sa reb be p iù logico, sig. professore, c he le i di s posto agl i esam i a ch iud ere un occhio da v anti a un ex combattente, perché in 20 g iorn i ha impa r ato a memoria come una macch in etta par lante tu tt o il programma di un anno, non sa rebbe più logico far dare g li e s ami senza la ridico lagg in e de ll e prove oral i ma sulla materia svo lta di modo c he il licenz iato sappia a l meno que l p oco che ha potuto s t udiare veramen t e bene? E po i perc hé si d eve concedere s ig. professore questa sess ione solamente ag li s tude nti ex combatten ti che non h anno fatto a ltre ses sioni straordi narie? Scusi sa , ma dovrebbe veni re all'Is tituto per vedere qua nti giova n i della classe 96 -97 sono ancora in secondo e terzo corso, e quelli po i non so n o ancora lì perc h é s ia n o asini! on crede lei che lo sarebbero se non avessero a pp rofitta t o d ella sessione d i settembre per guadagnare alme n o un anno su quei q uattro o cin q ue che hanno perduto? E ora non si p ermett e loro di usufru ire d i questa se ssione Perché? In qua tta ci sono anche di q ue lli della classe 1900; que ll i avreb bero i l dip loma in marzo - gli altri di tre o qu attro ann i più a nz ian i dovrebbero anco ra aspettare un a nn o o du e pe r o ttenerlo. Le pare gi usto? Non s i deve , giacc hé il ministro è così largo di manica , co n s id era re p iù colu i c h e ha perd uto due , t re , quattro ann i , che colui che, s ia pure per la stessa causa , n e ha p erso uno solo?

Quin di , signor professore, p er ven ire a l " dul cis in fondo", n o n le pare che il motivo della pro testa s ia giusto?

E che se i s ignori professo ri e p res idi avesse ro detto agl i in teressati: on sciope r ate , radun eremo il consig l io e sc ri ve remo n o i al M inistero espr im e nd o i vos tri des iderata , che noi abb iamo ben p iù auto ri tà di vo i e as p ettate ca lmi, ser en i , la ri s posta.

Se essa sarà contraria, non sap r emo che farci , av r ebbero fatto meg lio?

Invece il signor pres id e del R.l.T. ha prima de tto che e ra in faco ltà de i professor i il de ci d ere se l'esame doveva essere fatto e co n quali modal it à , poi s'è contraddetto.

Non le p a re che se invece di domandare l'a iut o de ll e g uardie e dei carabi nieri avessero fatto così, lo sc iopero o n on sare bbe avven uto almeno o sare bb e durato u n g io rn o solo e forse anc h e meno? No i non avremmo avuto forza di agire di fronte a lla ca l ma sicurezza d e i capi istit ut o. Hanno fa tto male a vo le r ob b liga re con la fo rza il rientr o alle aule di modo che per protesta d ovette r o scio pera re anche le tecn ic h e e le n orma li c he non h anno nessu n int eresse Scusi s igno r p rofessore del n ostro ardi re ma ci pare più g i usto il nost ro sciopero che non la incoeren te circolare de l m injstro Baccelli o l ' operato d e i p r ofesso ri 78

Anche " La Patria del Friu li " pubblicò la lettera d egl i stud enti, a gg iu ngendo a co mmento qualche dettaglio in merito alla "commissione di st ud e nti " che aveva in contra to il gio rno prima i professori, mentre Liceo e Istituto Te cnico co ntinuavano a re stare chius i . Il giorna le affermava anche c he il giorno prima non erano avvenuti att i v andalici al L ic eo Ginnasio , e che "Bo lo gna per prima ri spo nde va ai no str i Studenti annunciando lo sciopero e dando la s ua ades ione".

Il giud izio e r a comunque di condanna, non soltanto per g li "atti di v iolenza", ma anc he perché " qu esti signo ri stud enti" durante lo sciopero postelegrafico avevano fatto "atto di crumiraggio", ric eve ndo p er questo i ringraziamenti del 100

prefetto, mentre ora " impedisc o no tumultuo s i" lo svolgimen to d e lle lezio ni i9

Il 14 fe bbraio un avviso del preside riferì che provve ditore agli studi e "C ap i is titu to della scuole medie di Udine " avev ano il giorno prima "esa minat i i desid e ri es pre ssi per iscritto da una rappresentanza d i student i", rifere ndone poi al ministero. L'avv iso s i chiudeva con " un caldo app e llo alla cooperaz ione delle famiglie d eg li alunni per la regol are e serena ripresa dell e lez ioni" e con la m inaccia d e ll' es clusion e dalla prima sessione d i esami 80 Anche la s tampa cittadina ribadì il concetto: il " Giornale di Udine " d e llo stesso g iorno intito lava Ri torno alla ca lma n e lle scuo le e riferiva che " il R Pro vv editore ag li studi e i Cap i Istituto del le scuole media di U din e"

Nel de p lora re poi v ivamente l'acca d uto, fanno un caldo appe ll o a lla cooperaz ione d e ll e fam igl ie deg li alunni per la regolare e se rena ripresa d e ll e lezion i , avvertendo a og ni buon fine che c oloro che n on s i pre se ntassero al la scuola g iove dì prossi m o ( l 9 co rrente, dopo le vacanze di carneva le) saranno se nz ' altro esc lus i dal la prima sess ione d ' esami 81

Anche "La Patria d el Fr iuli " pubblicò questo appe l lo n e ll ' articolo su L 'agitaz ione degli s tude nti, facendolo seguire dal l ' ordine del giorno

ch e gl i studenti h anno vo ta to in assem b lea e che è stato com u nicato a l Provve ditore ag l i studi per l ' a pp ogg io al M in iste ro della pubb l ica istruzione:

I .o Si domanda c h e la 3° sess ione s trao rdinaria s ia fi s sata entro i l m ese di giugn o p r oss imo ven tu ro.

2 .o Che ve n ga concessa una sessione straordi nar ia e nt ro il co rr. anno.

"Avviso " del 13 febbraio i 920, in cui il preside comunica - senza ~p iegarne le ragioni, ma in realtà per l e proteste degli "s tudenti ex co mhattenti'' - la c hiusura de/l' Istit uto fino a da1a imprecisata (A rc hivio storico dell'Istituto te cnico commerciale 'Antonio Zanon ' ).

A partire da oc;gi l 'Iati t to é cr.i~M) ·

Con a ltro a TTi eo _ ei coounic!:.eri. il giorno ir: c~i

Terrà riaper to Udine , I3 Pebbraio I9~C

IL PR3SD1t

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3 o C he le sessioni strao rdinari e s iano estese anche ag li esa m i d i promozi o ne.

4.o Che nella sessione di marzo prossimo ve nturo sia dato facoltà ai sigg. professori di fi ssare i punti str etta m ente necessari su ll e materie professionali , e riguard o a lle mate r ie no n profe ssiona l i l 'esa m e s ia l imitalo a l programma svo lt o fi n o a ll'epoca della sess io ne medesima .

5 .o Che per le a lt re citt à g ià invase le sess io ni strao rdin a rie s ia no estese anche agli stud e nti del la classe 1900 iv i rimas ti 82

Anche a Roma lo sc iopero aveva s uscitato preoccupazione: qualche giorno dopo, il 16 febbraio , arrivò dal ministro un te le gramma che acc usava gli s tudenti , soste ne ndo che si stava tentando di estendere la protesta ad altre città, ma che al contempo suggeriva che la sess ione d 'es ami dovesse essere improntata a " pro vv edimenti favore v oli" agli ex - combatte n ti:

Concessioni fatte militari e ex militari co ns istono in a ntic ipazioni esami, di s p ensa faci litazion i, prove esonero tasse, non riduzione programm i esa m i l ice nza

Ciò premes so Min is t ero non può ammettere che st ud e n ti ·turbino ordine di sertino lezion i sot to pretesto mancata risposta telegramma re d atto a nch e in fo rma poco co nv e niente.

Prego S. Y. adoperare tutti i m ezz i a sua disposizione per ricond u rre ordine ed agire in v ia di sc ip linare secondo vigente re go lament o contro promotori sc io pero i quali risulta a l Ministero vadano ecc itando disord in i con t ende nz iosi tel egrammi anc he stud ent i altre C ittà.

Ciò premes so si comunica che sono in corso provved ime nti favorevo li g ià dec isi prima c he s i a vess e noti z ia agitazion e 83 •

Ancora più preoccupata la lettera inviata il 20 febbraio dal ministro ai Provveditori agli studi e ai Presidenti della G iunte di Vigilanza s ugli Istituti tecnici :

Per la seconda vo lta in q uest'anno scolas tic o l'o rd in e viene turba t o , in alcune scuole medie, d a una irre qui e ta minoran z a di st ud enti che, a llo scopo di co nqu is t are sempre ma gg ior i facilita z io ni alla ca rri e ra scolast ica, non es ita a promuover e agitaz ioni e sc io p eri indegn i, anche per le fom1e ta l volta v iolen te che ass umon o, di giovani c he alla s cuo la dovrebbero att in gere ab itudini di di sc ip lin a moral e e di rispe tto al le legg i.

[ ... ] in alcuni Ist ituti dis o rdini so n o sco ppi ati a l se mp lic e in v it o a sc iop era re perve nu to da alt re sc uo le, q uasi che venga pre nd endo corp o una ve ra e propr ia o rgan izzaz ione dello sc iope ro sco lastico d ege n eraz ion e olt re ogn i dire per ico losa e repug nant e al caratte re e d a i fi ni de lla scuola , di qu ella natu rale vivac it à giova ni le che talvolta re nd e to llerab i le qualche li eve eccesso.

li Ministero ( ... ] no n ha ma i rifiutato di p rende re in consi d eraz io ne i gius ti des ider i degl i a lunni : ne sia prova la ormai lunga serie d i p rovvedime n ti di favore presi in quest i u lti m i tempi, alcuni dei qual i ema nat i in questi g io rni. Ma non può tol lerare né che il mal vezzo dello sciopero sco last ic o perd uri né che re sti impunito 8 •.

La le tte ra fi rm ata dal ministro precisava c h e " disordini , scioper i e v iolenze" non potevano ess ere toll e rati , ri tenendo "res pons a bili i funzionari di ogni o rdin e e grado di qua lsiasi acqu iescenza o tolleran za a favore d e i promotori

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" Avviso" del 2 marzo i 920, che c omuni ca le punizioni inflitte agli s1uden1i c he avevano partecipa IO allo s c iopero e alle prolesle svoliesi tra il 9 e il i 2.(ebbraio (Arch i vio storico del/ '/s1ì111io tecnico commercia/e "Antonio Zanon '') .

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103

di diso rdini collettivi", e infine ribad iva che gli studenti " non possono spe rare esoner i dalle tasse o promoz ioni senza esame".

La vicenda si chiuse con pesanti provvedimenti a carico degli student i d e l R. Istituto Tecn ico che avevano partecipato al le proteste. ll 20 febbraio i l Cons ig l io degli insegnanti deliberò che fossero esclusi dalla sess ione di esami di marzo tutti gli studenti che avevano scioperato , stabilendo inoltre un 4 in condotta per il trimestre , nonché pene più gravi per i "maggiormente responsab ili" , e, infine, "Che per i puniti sia sospeso i l beneficio dell'esonero dalle tasse, anche se già lo avevano conseguito" 85 . Infine il 2 marzo 1920 i l Consiglio dei professori, "visto i ri s ultati dell'inchiesta fatta per accertare le responsabilità riguardanti l ' inconsu lto e deploratissimo sciopero dei giorni 9 . 10 . 11 e 12 del p .p . febbraio", decise la punizione d i 20 studenti in maniera differenziata : l'allontanamento defin itivo dall'Istituto per uno studente; l 'es clusione da.entrambe le session i d 'es ame per due studenti (con la possibilità di ripete re la classe nel 1920-21 ); l'esclusion e dagl i esami della sessione estiva per uno studente; la sospensione dalle le z ion i fino alla fine dell'anno scolastico per uno studente; l'esclusione dagli esami di promozione della sessione estiva per due studenti; la sospensione per un mese per cinque studenti e per 15 giorn i per altri otto 86

L e "anormali ss im e condizioni" d el pri mo biennio po s tbellico

Per allargare lo sguardo alla situazione generale della scuola, è utile ricorrere ancora a quanto scritto da alcun i docenti. L' insegnante di Costruzioni, disegno relativo e geometria descrittiva nella re laz ione su ll 'anno sco lastico

19 19- 1920 spiegò come la lunga fase di emergenza fosse durata a lungo al lo Zanon, e che le le z ioni poterono riprendere in maniera regolare soltanto nel 1920:

Nella relazione del prece d ente anno scolast ico, che fu i l primo dopo la liberaz ione del Friuli invaso per cause di g uerra, lo scrivente ha riferito s ulle ano rmaliss i me condizioni in cu i dovette svolgere il proprio corso È ora l ieto d i co n statare che quel le condizioni si sono di molto migliorate durante l'anno sco lasti co testé chiuso , per cui è lecita la speranza che in breve volge r d i tempo, fors'anche n e l medesimo anno entrante, si possano r iprende re le condizion i nonnali.

Dopo iI periodo iniz iale ottobre - dicembre 19 19 , nel q uale l'I s t ituto dovette s eguita re ad acconc iars i provvisoria mente in locali assegnatigli presso a ltra sc uo la , l' orario poté essere in terame n te segu ito ne l I 920, non appena si rientrò alla sede propria dell ' Istit uto , per quanto q ues ta no n fosse ancor tutta utilizzabile. Risultarono così efficaci i mesi d ' in segnamen to d a ge n naio a giugno [ .. . ].

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Ma per dare un'idea delle difficoltà attraversate dal Regio Is t ituto Tecnico, è util e legge re un " Avviso" de l preside del 24 ottobre 1919, che assomigliava a un rebu s destinato a d a Il ievi e professori:

" Pe r rend ere possib ile nelle strettezze attu ali asseg nare agl i in segname nti un numero maggiore d i ore, il Consig lio de i Pr ofessori ha s t abi lit o ch e a pa r ti re d a lunedì pro ssimo le c lassi fu n z io n ino come segue:

1° CO RSO = Le c lass i A.B.C.D. sara n no riunite du e a d ue segu endo nella pross ima sett iman a, considerata come pr ima , l'orario de i g iorni pa r i per il gruppo (A - B) e q uello de i giorni di spar i per il g rup po (C-D); v ic eversa n e lla se ttimana s u ccess iv a e così di seg u ito a lterna ti vame n te.

11 ° CORSO = Per le sezioni Fi s ico -matema tica, Agrimensura , Indu s tri ale s i segu irà l 'orario intero della sezione A. Per la Commercio - rag io ner ia q ue llo de ll a sezione B.

TI!° CO RSO = Per le lez ioni di lett e re ita l ian e , storia, fi s ica e chimica sarà seguito l'orario d ei so li giorni pari ne lla pross i ma settimana per le sez io n i fisico - matemati ca, agrimensura ed indu st ri ale considerata come pri ma e qu ello dei gio rn i di s pari per la s ez io ne di commercio-ragi oneria e v ice versa nella se tti mana success iva e così alternat i vame nt e.

P er tu tte le a lt re materie rim ane l'or ario comp leto.

1V° CORSO = Pe r le letter e ital iane verrà segu ito l'o rario dei soli g io rn i par i nella p r ossima settim a n a , co ns id e r ata come prima, pe r le sezioni fisico-matematica , agrimen sura ed indus tr ia le e quello dei gio rni di s pari per la sez io ne di commerc io- ragion e ri a . Viceversa per la sett imana successiva, e così d i segu ito a lte rnati vamente"87

Anche l'insegnante di lette r e, Bindo Chi u rlo , d e lineò il difficile dopoguerra de g li s tud e nti , es pres s ione di un "disordine intellettuale e morale" che s i rifletteva negli scars i risultati conseguiti :

i l prese nte anno sco lastico che , pe r necess ità , fu monco de l suo primo tri me stre, no n è stat o , anc he per altre ragioni, uno d e i migl io r i e più fruttuosi. Lo stato d 'a n imo d e lla sco lare sca s i è graveme nte ri sen t ito dei turbam en t i po lit ico -soc ial i del momento, e non le ha consentito quell'at tenzione nella sc uo la e que ll 'a pp licaz ion e di fuori, che sole po ss ono d are fr utti apprezzab il i. Qu ello che si p uò dire p e r tutte le m a ter ie, s i p uò ripe tere a n che per l' ita liano, aggiungendo che il genera le deprezzamento dei valori sp iritua li torna parti colarme nte a d anno d i ma te r ie che co m e la letterat ura ital iana nulla offrono d i pra tico e di sona nte i n compenso de lle fatiche dello studio.

Da c iò il no tevole numero delle ' bocc ia ture' e la fac i le acquiescenza degli s tud enti alle m edesime, pers uasi co me sono di essersele m e ri tate.

U n'osse rvazione parti co la re ri g ua rdante i compiti , cd eme rge nte n el modo più ch iaro anche dalle pro v e d' esa m e: una pa rt ico lare dis involt ura nell'incoerenza d e ll e im ag in i e d elle idee , che rivela i l d isordine in tel lettua le e m o ral e del momen t o .

Co n tro queste tendenze ho ce rcato di reagire , com 'è mio uso, co n un in segnamen to più fo rm ativo c he informa ti vo e ri salente sempre dall a forma al concetto, da ll 'es te rno all'interno: ma non m i illudo mo lto sui r isu ltati.

Pa ssando a consideraz ioni p i ù m ate r ial i, Le fa rò prese nte come il progra mma non sia stato svolto intero in nessu n a c lasse, a ca usa d e ll a mancanza del 1° t ri mes tre di scuola; pure in alcune cl ass i , come nella IV e nella I, poche lez ioni mancavano all ' in te r o svo lg im ento d e l pro-

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gramma . A questo ri guardo soltanto la Ia classe (4 ore sett imanali, di cu i u na almeno b isogna dedicar e alla correzione comp iti! ) presenta un no tevole d isappunto é i mi ei d u e colleghi, a q uanto m'infonnano, han no pot uto fare di più.

Co lgo l'occasione p er ripetere a ncora una vo lta che ritengo hestiale l 'orario e il programma della terza istituto e non per la sola mia mater ia, e che in ogni modo tutto l' in segnament o di questa nostra scuo la deve essere ri formato , prendendo a bas e l 'agg iun ta di un qu in to anno ai quattro attual i e il proseguimento di fi ni più sc h iettamen t e p ratici88

li docente di c o mpu t isteria e ragioneria, Antonio Passarella , richiamato al le armi e poi rientrato al R egio Ist ituto Tecnico, tracciò , a fine anno sc ol ast ico 1919- 20, un quadro s ignificativo di come la sc uol a avesse rallentato lo svolgime nto d i tutti i programmi:

Ella conosce che per svariatiss im e ragioni gl i al l ievi di tutti i cors i non posse d eva no qu el grado di coltura che pur è necessario per intraprende r e o seg u ire con profitto lo stud io del la disc ipl ina che insegno È natura le qu in di c he le difficoltà d a me ri scontr ate siano s tate maggior i d i quelle che io d ovevo vincere prima del mio ric hi amo alle a rm i per la g uerra mondia le. E ta li diffico lt à riu scii so lo in parte a su perare sia perché le condizioni part icolar i in cu i si trovavano i loca l i della scuo la non ci permisero di ini z iare regola rmente le lezioni che nel genna io u s., sia perché alcun i alunni, e intendo riferirmi a que ll i di quarto corso, non possedevano quelle cog ni zion i d i ragioneria generale che sono base necessa ri a per lo sn1dio della rag ioneria applicata. Ricordo po i a V.S. come gl i allievi d el 3 ° corso non avessero svolta bu ona pa rte della computisteria de ll'ann o prece d ente e come q uelli del 4 ° avesse r o t rattata so lamente circa la metà de l pro gram ma d i ragioner ia generale

Comp ito mio pertanto fu quello d i ripe tere per somm i cap i la ma t eria de g li anni precedenti , comp letando le parti non svolte, per venire poi a trattare della rag ione ri a generale nel 3 ° corso e della ragion eria applicata ne l 4 os9 _

Val la pe na d i riportare anche l e va luta zi oni su al c un e classi, d ecisamente di verse tra loro:

Nella 2" classe non mi fu possib i le comp le tare l'i n seg namento di tutta la computisteria. Come le fec i prese nte ne l mio programma didattico, le qua tt ro ore asseg nate a lla computis t eria nel 2 ° co rso sono insuffic ie nt i negl i an ni norm ali per un proficuo in seg n amento della discip lina; è quind i natura le che quest'anno, col poco tempo a mia di sposiz ione , non sia riuscito a trattare di tutti gli im pottanti argomenti. [ ... ]

Solo poc hi deg li al lievi del 2 ° corso approfittarono largamente delle m ie lezioni, la magg io ranza si limitò a dimos t ra rmi d i conoscere q uel ta nto che ritenessero indispe n sabi le pe r la promozione al 3° A lcu ni a lunn i non s i meritaro no l'ammissione agl i esam i d i lug l io per la loro incorregg ib ile negl igenza e svog liatezza che si man ifes tò prin c ipa lmente col le frequenti asse nze dalle lezioni

Ben differente è i l qua dro tratteggiato per le a ltre due classi, nelle quali il docente riconosce l'imp egno degli studenti, pur formulando, a malincuore a quanto sc ri ve, anche va lu tazioni negative con la conseguente esc lusione dall 'esa me finale d i tre a lli evi:

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Nel 3° corso Be Bbis, rela ti vamente all' im preparaz ione prima lamentata, i risultat i consegu i ti m i parvero buoni. Specia lmente nel 3 ° B molti furono g li a lli ev i che mi segui rono per t utto l 'anno con intere sse cd il profitto dimostratomi dalla maggioranza di detti di scepo li mi fa sperare bene per i l pross imo anno sco la stico in cu i dovrò in segnare le app licaz io ni de lla ragioneria nelle varie az iende.

Fin dalle prime le z ioni mi accorsi che nel quarto corso vi erano molti al lievi che della computisteria e ra g ioneria genera le dei due amù precedent i avevano so lo not izie incerte e confuse. ( ] In nove ore selt imana li si può far mo lt o s e g li sforzi dell'insegnan t e so no seco ndati dalla buona volontà degli a lunni. Posso affermare che , salvo rare eccez ion i, la quas i totalità degl i al li evi s i dimostrò conscia della necessità di studiare e riuscì ad allargare le propri e cog ni zioni ta nt o che, alla fine dell'anno, erano evidentiss im i i progress i fatt i co l costant e lavoro e la di ligente applicaz io n e . ln taluni però , anche an ima ti da buona volontà, r imasero le lacune che non si rius cì d i co lmare[ ]. Tali lacune mi si palesarono in tutte le applicazion i dell'anno scolastico e forono causa della do lorosa esclusione dag li esami ora li di tre ca ndidati che pur avevano dimostra ta sem pre d il igenza e buona volontà

Durante le lezion i tu tti ind istintamente i mi ei a ll iev i dimostrarono d' essere seri , attent i ed educat i dimodoché non ebbi ma i a lagnarmi Del re st o non avrei amm essa la minima infra z ione perch é solo con la disciplina si può sperare di ottenere bu o ni risultati dall'insegnamento impartito alla sco laresca.

Significative anche le condizioni sottolineate dal docente di Chimica, Leonardo Scoccianti , che, dopo aver scritto che la mancanza di "gas illuminante" aveva imposto una trattazione parziale dei programmi di chimica analitica e delle esercitazioni tecnologiche , sottolineò anche la mancanza di locali idonei alla conservazione della strumen tazione oltre che poco adatti a stude nti e docenti:

llo sempre fa t to notare alla S.V. che i local i occupat i provvisor ia mente ora dal laborator io e gabinetto di ch imi ca igienicamente parlando sono ne lle pegg io ri condizioni e di conseg uenz a i l materia le scientifico in essi contenuto subisce delle profonde deterioraz io n i. Infatti in loca l i non per fet tamente asciutt i gli oggett i met all ic i s i deterior ano vis ib ilmente e quelli di ve tro pu rtroppo di ve ngono senz'altr o in servibili, per i l fatto che il vetro essendo fo rtemen te ig r oscopico, se riscaldato nella mig l iore ipotesi s i screpola ed i l più del le vo lte si frantuma ed anche s i po lverizza . Sento i l dovere po i di aggiunge r e che per le mie con d izion i di salute non posso assolutamente permanere lu n go tempo, come è necessario per il professore di C h im ica, in quei loca l i senza peggiora rl e in modo purtroppo anche p e ri co lo s o.

N utro fiduc ia che la S.V. te n endo conto s ia delle mie non buon e condizioni d i sa lute , qua n to del deperimento cui vanno soggetti ap parecch i, ma terial i scie n tific i e prodotti chim ici, vor rà di s porre in modo che a l gabinetto di Ch imica s ia assegnato un lo ca le a l meno in bu one condiz io ni dal pun to di v is ta ig icn ico90 •

Analogamente la docente di Fisica, dr. Ele na Marini , supplente per i corsi 111 A, IIIBbis, III Cbis , IV A e IV industrial e, sotto lineava che "mancarono appare cchi per qualunque esper ienza" , pe r cu i "essendo avvenut i i primi arrivi de l materiale didattico a fine anno scolastico , le esperienze sono quasi se mpre

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mancate". Nonostante ciò la doc e nte d iede una valutazione molto positiva degli stu d e nti:

[ . .. ] g li alunn i sono s t ati , in generale , atten ti e s tudiosi ; e no n di rado io ho avuto la so dd isfaz ione di ve d ere questo o quell'a lunno s tudiare più di quello che io avevo sp iegato, o riportare , nel la scuola, osser vaz ion i fatte fuori, in seg u ito a concetti o fenomeni fisic i st ud ia ti.

U na part e del lavoro sv olto era stato poi le gato alla riorgani zzazione de lla sc uola d opo i danni dovuti alla gue rra:

Ho fat to di tutto p er co n t ribu ire a riordinare quel poco r imas t o del materiale di fisica es is ten te prima dell ' invas io n e , e p er com in c iare a r iemp ire le lacune con mate r iale di nuovo acquisto; ho anc he me sso rutta la buona volontà pe r compi lare il n uovo inventario , e c h iedo d i essere s cusata se no n ho potuto fare d i più , e megl io91

Il prof Cervellini , docente di lette re ital iane, ten n e inv e ce a sottol in eare come, a parte il n o rmal e svolgimento delle lezioni ridotto a du e trimestri, " la di sc iplina [fosse] stata turbata da uno scio pero studentesco " (que ll o di fe bbraio, di cu i abbiamo parlato ), p roponendo quindi misure atte a ev itare le proteste d eg li stud enti :

A evitar e scioperi e turbolenze de ll a st ud entesca reputerei uti le c he s i sta b i lisse un p i ù vivo affiatame nto tra scolari e insegnanti, promuovendo riuni o n i, confere nze , letture , pa ssegg ia te sco lastiche e tratteni m enti con l ' inte r vento d e lle fam ig lie e che s i desse incremento al)a b ib liot eca circolante (c he qu es t ' anno non ha fun z ionato per ca u sa del d isord in e lasc ia to d alla invasione ne mi ca) e a rulte quelle ist ituz ion i extra -scolas ti c he che m irano a creare i l contatto necessario tra sc uo la e famig lia e un a p iù intensa comu ni one s piritu ale tra discenti cd e du catori.

Pe r quanto rigua rdava l ' insegnamento, indicava poi la sua p rospettiva educativa:

Mi sono proposto di no n aggr a v are i giovani con un inuti le sforzo mn e mon ico co l ri s u ltato di affas tellare notizie destinate necessariamen te a un rap id o ob l io , ma di prom uovere la lo ro fo r maz ione sp iri tuale al con tatto co n le opere d'arte e co n la sto ri a de l pen s iero n az iona le. Seguendo q ues t o meto d o cos tru ttivo c red o di ave r e otten uto l ' inte nto di ed ucare la volontà , il gusto, la cos c ie nza 92

I ri s ultati non e rano confo1tant i, considerando che "A rigore, pochiss imi dei componimenti scritti di lice n za meritavano l 'approvaz ione", ma ancora una volta la guer ra s ugger iva una parti co lare larghe zza nel le valutazioni : "M i s ono te nuto a quello ch e io ri te ngo il gi u sto me zzo, premiando i volonterosi e tendo conto delle eccezionali condi z ioni tra ns itori e c h e la scuo la attra ve rsa"

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In sintesi, l'anno scolastico 19 l 9-1920 aveva scontato l 'interruzione delle lezioni dal l O novembre al 28 dicembre, per le elezioni politiche (le prime con sistema proporz ionale, che si tennero il 16 novembre) e per la sistemazione dei locali della vecc h ia sede della scuola 93 , e po i pe r lo sc iopero, con la conseguenza di un anno scolastico in iziato con grande ritardo e conclusosi il 24 giugno I 920. Se poi, come scrive un altro docente, si tiene presente che "l ' anno scolastico precedente si era svolto in condizion i tutt'affatto spec iali, per un periodo d i soli cin q ue mesi e con orario ridotto , s i comprende come in genera le fosse da aspettarsi in quest'anno uno scarso profitto d a pa11e degl i a ll ievi94 ". Una valutazione confermata dal prof. G iuse pp e Foramitti, docen te di lingua tede sca, che ri levò quel profitto che l'insegnante si p oteva ri p r ome ttere da alunni sconvolti ne l loro intimo da l prossimo passato e dal caos pol it ico ed economico de l tempo che corre. Il livello degl i studi è certamente ca lato in confronto agli ann i prebellic i ; tuttavia in molti a lu nn i, anche q u est'anno, è stato vivo i l sent imento de l dovere , e così parecchi di essi forono l icenz ia ti o promossi senza esami . Non egual sorte pu rtroppo è toccata agl i alunn i che hanno da to gl i esami nel corrente lug lio , inquantoché essi hanno fornito , come ogni anno , una non lieve percentuale di bocciat i.

i magazzini Minisini in cendiati per ordin e del Comando italiano prima dell 'abbandono della città di Udine, in Archivio Friuli, F01ote ca d e i Civici Mus e i di Udine .

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Era insomma in molti docenti forte la con vinz ion e che, accanto alle necessità pratiche, ai danni subiti dalla scuola, ai materiali distrutti o rovinati che occorreva r ipristinare, il paese stesse vivendo un momento drammatico, con un disorientamento particolarm ente sent ito dai g iovani che avevano vissuto l 'es perienza della trincea e che quindi inev itabilmente faticavano non poco a iniziare una nuova vita, o che si affacciavano ora al mondo del lavoro, in un'Ita lia attraversata da un profondo scontro sociale e da una difficile crisi ec onomica. Possiamo allora concludere queste pag in e, nella quali abbiamo cercato di far sent ire la voce soprattutto dei docenti del la scuola, in due modi. Da un lato ricordando ancora che, per gli st udenti della scuola e le loro famiglie, la guerra non finì nel nov embre del 1918, perché le sofferenze e i lutti segnarono, per molti , i decenni e l'intera esistenza successiva. Le stesse morti legate direttam ente alla guerra non si conclusero con la pace, come n el caso dello studente dell'Istituto Tecnico Giacomo Gabriele Screm, appartenente alla più giovane leva che andò in guerra, arruolato a 18 anni non ancora compiuti:

nato a Comeg lians il 4 agosto 1900 , amio lat o i l 19 maggio 1918, fu assegnato a l 3 ° R egg. Genio Telegrafist i. Prese parte a ll ' ultima avanzata di lib eraz ion e quale semp l ice so ld ato della 13 ° Compagnia contraendo grave ma la ttia in segu it o alla qual e morì in Comeglians i l 29 marzo 1920.

Frequentò quest ' Istituto nell'anno scolastico 1915- 16 nel 2 ° corso Agrimensura9 5

Diffu so era anche il desid e rio di "voltar pagina", d i a l lontanare gli incubi della guerra. Nulla era più come prima, e il mondo interiore deg l i europei era cambiato non meno de i panorami dell e città e delle regioni in ves tite dal conflitto. È una constatazione che troviamo anche nelle parole di un professore della scuo la, nell'auspicio formu lato dal docente di Stor ia generale, prof. A. Ro v iglio , che ci proi etta nel successivo ve ntennio , quando il regime fascista cercò la "grandezza" dell ' Italia portando nuovamente il paese in guerra e infliggendo ai giovani delle nuove generazion i , e non solo ad ess i , nuovi lutti e ingiu stizie :

Il profitto in genera le è stato discreto; buona la discip lina della grande maggioranza degli alunni. Certamen t e le nostre scuo le non vanno bene C'è molto da r inn ovare; ma, badiamo, no n tanto rispetto a i programmi , ai met odi d'insegname nto , e tc come pensano i più, g uan to ri spett o all'avv iamento s pirituale Dire che bisogna r i fare l'a n ima della scuo la, ciò che vuo l dire ri fa re l'anima di tutti noi , maestri e sco la r i . L' impre sa , s i capisce s ub ito, è ardua, faticosa, lunga ; noi po ss iamo so ltant o iniziarla; s pe tterà ai venturi il comp ir la . Rinnovata l'a nima della scuola , si rinno verà necessariamente anche l 'anima naz iona le e l'Ital ia n ostr a tornerà grande , m olto più grande che mai sia stata in passato, ma a p atto che s i inspiri a qu est i tre princip i: se nt imento del dovere, v irtù d i sacrificio, fede n ella s uprema giustizia %.

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NOTE:

1 Può offrire uno scorcio di be ll e épo quc , di "normale ammi ni s traz ione" scandita da piccole question i nei rapporti tra Comune e Regio Ist ituto Tec n ico, la lette ra del s ind aco del "paese" di Udine a l preside d ella scuo la (9 marzo 19 14) , nella quale viene rich ie sta una p icco la consu lenza: "Q u esto Comune d es id ere reb be acquistare un tcnnometro a massima e minima pe r pote r fare osservaz ioni s ull a tem peratura del paese regolarmente durante t utto l'anno . Pregherei per qu esto la S.Y.11 1.a a vo lermi indicare dove e quale tcm1ometro d ovrebbesi acq u istare e quale sa reb be la s pesa re lativa. M i ri vo lgo a lla be n no ta cortesia della S.V. che di c iò è bene a conoscenza" (A rchiv io s t orico dell'Istituto tecnico commerciale "An t onio Zanon", Ud ine, d ' ora in poi ASITC, b. 46).

2 È i l tito lo del pionieristico studio di Alessa ndro Camard a e Santo Peli, L'altro esercito . La classe operaia durante la prima guerra mondiale, Milano, Fc ltrinclli , 1980.

3 È i l sottotito lo d el recente lavoro di Pa trizia Ga bri ell i, La guerra è l ' unico pensiero c he c i domina tutti. Bambine, bambini e adolescenti nella Grande guerra , Sover ia Mannelli, Rubbett ino, 20 18, al q ua le rimand iamo anche pe r l' amp ia b ib liografia disponibile, non so ltanto in re la z io n e a lla vicenda ita l iana, su l tema.

4 E n tra mb e le citazioni sono tratte d a ll a sintes i di An tonio G ib e lli, I bambini , in Dizionario storico della prima guerra mondiale, diretto da Nicola Labanca, Rom a - Bari, La terza, 201 4 , p. 291. Lo sto ri co è au tore di un ' ampia r icerca s ul terna, Il popolo bambino. infanzia e nazione dalla Grande guerra a Salò, Torino, Ei naud i , 2005.

5 Rimandi amo a P. Ga bri e lli, La guerra è/ 'unico pensiero che ci domina t utri, cit. , in partic ola re Introduz ione e capitolo I.

6 Si ve d a pe r ese m p io Um berto Se ren i , 24 maggio 19 J5. Udine capitale della guerra, U din e, Forum, 20 15

7 An che le s trutt ure ecc les ia stiche s i attivarono pe r garantire il successo d e i prestiti nazional i, in part icolare mob il itan d o i parroc i del le loca li tà rurali nella racco lta del risparmio in t utti gl i s t rat i d e lla popolazione: s i veda Pa olo Fe rr a ri, A lessand ro Massignani, i 9 i 4- 19 i 8 La guerra moderna Con documenti inediti, Mi lano, FrancoAngc li, 20 14, p p. 132-133.

8 Offre una panora mica co m p lessiva sulla sto ria della scuo la i I vo lume, promosso dall' Associazione Za n on Am ico, Mario Blasoni, G ianfranco El lero (a cu ra di), Zanon dal 1866. Anni di storia e cronaca 20 I O (seconda e di zione), che riserva una rapid a t rattazione al periodo d e lla Grande guerra , così come fa il vo lu me su l liceo Stcll in i : Federi co Vicario (a cura di), Il Lice o classico ;Jacopo Stellini ·. Duecento anni nel cuore del Friuli, U di ne, Forum, 201 O.

9 " Relazio n e fi n a le -Anno 19 13- 14", 20 lu glio 1920, in ASITC, b. 162. Sull'Archivio rimand iamo a ll'inventario a c ura di Li l iana Ca rn iclutt i (onl in e su l s it o dcll' Istil uto). Da un altro d ocumento apprendiamo c he anc he i l prof. Ch is in i era profugo Il Ministero della Pu bb lica Is t ruzione scrisse infatti a l presi de (4 g iu gno 19 I 9) dopo la scomparsa del docente c h e "A favo re deg li ere di del d efu nto p rof. Giovanni Chis in i è s tata assegna ta la somma di L. 583,82, qu a le s uss idi o straord ina ri o pari a du e mesi di st ip e ndi o concesso d a l Min is te ro del Teso ro ag li insegna n ti profughi" (AS IT C, b. 130). La trascrizione d e i documen ti , in t ut to il volume, ri spetta ovvia m ente i testi o ri ginal i e quindi riporta anche g li errori, pera ltr o non freq uen ti , che non ab b iamo segnala to pe r non a ppe santire la le ttura .

1°Comitato naziona le ita l iano pe r i soccorsi alle vitt ime d ella g uer ra ne l Belg io (Sez io ne Scuo le ed a lt ri Istituti educativi), Roma, 8 d icem bre 191 4 , in AS ITC, b. 28 . Nelle carte della scuo la è compreso anc he i l volan tin o del Comi tato n az iona le ita l iano per i socco rsi a ll e v ittime

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della guerra ne l Belg io, così come una copia del "Bollett ino d'informa z ioni " della Camera di commercio d i Parig i, c he attesta la cap illar ità della propaganda bellica duran te la neutralità.

11 Le firme in calce a l volant ino della Sez ione femminile esprimono l'estrazione soc iale delle "Donne d i Roma per i l Belgio" che si erano mobilitale. Il Comitato promotore comprendeva : "Dora Melegari , sig.ra Ascoli-Nathan, sig.ra Betts, msa de Viti de Ma r co, baronessa Celesia, s ig.ra Moris Maraini, donna A lda Orlando, marchesa Pallavic ino - A r ese, ma r chesa Picardi, do1ma Giorgia Ponzio-Vaglia, sig.ra El isa Ricci, s ig .ra Sant i lla n a, s ig.ra Schiavoni -B osio, lady Tosti, sig.ra Turin, s ig .ra Va ll i-Pi cardi, sig.na C lara Vall i, sig.ra Vann utelli Carra, s ig. ra Wollemborg" .

12 Il min istro della P u bb l ica Istruz ione ai pres identi della Giun te d i v igi la nza dei regi istituti tecn ici, 23 ma rzo 19 15, in ASITC , b. 28.

13 Lettera della pres ide n tessa del Com itato al presi d e , 30 marzo 1915, in ASITC, b . 162.

14 Amm in is t raz io ne scolas ti ca della Provincia d i Udine a l presi de , 6 apri le 1915, in ASITC, b. 28 .

15 La pres iden t essa G iul ia Montanari al pres ide, 15 magg io 1915, in ASITC, b. 28.

16 Lettera al presi d e del ] 'I st i tuto de l 28 marzo 1915 (in ASITC, b . 28).

17 " R elazione genera le del!' insegnamento della Storia genera le nell 'anno scolastico I 9 I41915", 8 g iugno 19 J 5, in ASITC , b. 162 I l docente è anche l'auto re dell'introdu zio ne a l Libro d'oro p ubb l icato in q ueste pagine.

18 "Re lazione finale del prof. Giovanni Chis ini per l 'anno 1914- 1915", 6 g iu gno 1915 , in ASITC, b. 162

19 Relazione de l 10 giugno 1915, in ASITC , b. 162.

20 Sed uta del 3 giugno 19 15, in "Processi verb a li sedute Cons igl. P r ofesso ri da l 2 l-XII1914 al 15-VII-1919", i n ASITC, b. 226 Segna liamo la ma ncanza dei verba li re la ti v i a l pe ri odo 16 luglio 1919 - 15 d icembre 1939, mentre sono d ispon ib il i quelli r e lativ i agli altri pe riodi , compresi quell i ottocenteschi Manca così una fonte importante re lat iva al pe ri odo fascista, quando , tra l'altro, ven nero espu ls i dalle scuole g l i student i eb rei in s egu it o alle leggi cie l 1938.

2 1 Seduta del 9 giugno 191 5 , "Processi verba l i s e d ute Co n s ig l. Professori dal 21 -Xll - 191 4 a l 15 - V II-1 9 19", inASITC, b 226.

22 Sed uta d el 30 settembre 1915, "Process i verba li sedute Consig l. Professori dal 2 I - Xll19 14 al 15- V II- 1919", in ASITC , b 226.

z; Te legramma a l pre si d e , 5 ottobre 19 I 5, in ASITC, b 85

24 Se d uta del 15 novembre 19 15, "Process i verba li sedute Co n s igl. Professor i dal 21 - XI I19 14 a l 15- VTl-1919" , in ASTTC , b . 226.

25 "Avviso" cie l 9 dicem bre 19 15 , in ASIT C, b . 46 .

26 ''Avviso" de l I 7 d icemb re 19 I 5, in ASIT C, b. 85 .

n TI man i festo è conse r vato in ASITC, b. I 39. Su Udine , per i so ldati in l icenza, "come m iraggio , come lenitivo , co m e spe r anza, come fannaco", insomma come "paradiso'', "città che voleva s ta re lontano dal la g uerra" , s i vedano le pagine cli Umberto Seren i, La ··cap itale della guerra ·· , in En r ico Fo lis i, Udine una città ne lla Grande guerra , Udin e , Gaspa ri , J 998, pp. 6-10.

28 Dich iarazione in d ata Aiello , 2 I settembre I 915 , in AS ITC , b 85. Rimandiamo, per l'anal oga s itua zio ne cl i una famig lia divisa tra due stati in guerra (Regno Unito e Germania), al bra n o cl i Ro bert Graves ri po1tato nel terzo capitolo di q u esto lavo r o .

29 Sed uta de l 20 d icembre 1915 , "Processi verbali sedute Consig l. Professori da l 21 -Xll1914 a l 15 - V II-1 9 19 " , in ASITC , b. 226 Vennero accolte in quell'occasione 2 domande per la I ( immatr icolazione e fre q uenza) , 9 per la Il (fre q uenza) , 11 pe r la III (frequenza) e I 3 per la IV (frequenza).

112

30 Sed ut a del 22 novembre I 915 , " Processi verbal i se du te Consig l. Professori d a l 2 1-XTT -

1914 a l 15-VIl- 19 19", in ASITC, b. 226.

3 1 Ministero della Pu bb lica Istruzio n e al preside, 25 magg io 1916, in AS ITC , b 130.

32 "Avviso" del preside , 3 maggio 19 16, che richiedeva pe r la d oma nda una d ettagliata doc u mentaz ione, in ASITC, b. 85.

3 3 Co mand o s upremo - Riparto operaz io n i - Ufficio serviz i aero n autici al Pres ide , 15 agosto 1916, in ASITC, b. 28

34 Pre s id ente della Soc iet à nazionale Dante A lighieri al pres ide, Roma , 7 gennaio 1916 , in ASITC, b. 28.

35 Lettera d el 12 lu glio 19 16 , in ASlTC , b. 28 .

36 Lettera a l preside datata Azzano X0 30 marzo 19 I 6, in ASITC, b . 28 .

37 Preside a M ini s t ero, Udine, 7 aprile 1916, in ASlTC, b. 139.

38 Circolare d e l Mini s t ero della Pubblica Istru zione, 15 g iu gno 1916, in ASlTC, b. 28.

39 " Giomaled i Udi ne" , 7 g iu gno 19 16.

40 Relazio n e in d ata 6 luglio 1916, in ASITC , b. 162 .

4 1 Re laz ione in data I O lugl io 1916, in AS 1TC , b. 162.

42 Su i bombardamenti sulle città ne lla pr im a guerra mondia le, ri mandiamo a d Ac hille Raste lli , l bombardamenti sulle ciltà, in P. Ferrari (a cura di ), La Grande gu,erra aerea, Valdagno, Rossa t o , 1994 e, nello stesso vo lu me , ad A. Mass ignan i, La guerra aerea sul fronte italiano; tra le recenti s intesi, si ve d a Bas ilio Di Mart i no , L 'aviazione italiana nella Grande guerra, Mi lano , M ursia, 20 l l.

43 Seduta del 3 apri le 1916 ("Process i verbal i s edute Cons igl. Professori dal 21-Xll-19 14 al 15 - Vll-1919" , in ASITC, b 226). Ne lla s uccessiva se du ta del 6 l'alunno Umber to De l Fabro venne allontan ato dall a scuo la fino al 13 maggio. A ltri provved imenti discip l inari vennero d iscuss i i I 12 e 15 febbraio 1916 : si tratt ava di a lc uni "fu rtarelli" che poi ri s ultarono "meno grav i di qu anto al la prima potevano sembrare", mentre i l 24 marzo 1916 s i d iscusse del comportamento di un o studente contrario alla di s c ip l ina; in gene ra le al preside "ris ulta[ va] che la classe [ 11 agrim ] lascia[sse ] a d esiderare par ecchio pe r q uanto riguarda la co rre tt ezza del co n tegno"

44 li Pro vvedito r e agli s tudi a l presi d e , 5 settem bre 19 16, o ggetto : "Mano d ' opera giovani le pe l munizioname n to", in ASITC, b. 28.

45 li v icepresidente de lla Camera di Comme rc io d ella p r ovi n c ia d i Udine al presi d e, 28 agosto 19 16, in ASlTC, b 28.

46 Seduta d e l 26 ottobre 1916, ' 'Process i ve rbal i sedute Cons igl. Professori dal 21 - XII19 14 al 15-V ll- 1919", in ASITC, b. 226.

47 Il presi de a l prof. Anto ni o Palin, 3 ottobre 19 16, in ASITC , b . 130 .

48 Seduta d e l 9 dicemb r e 1916, " P rocess i verba l i se d ute Consig l. Professo ri d a l 2 1-Xlll 91 4 a l 15-Vll-1919 ", i n ASlTC , b. 226.

49 Deputaz io n e Provincia le di Udi n e, 25 dicembre I 9 l 6, in ASITC , b. 130 .

so Il Minis t ero d ella Pubb lica Is t ru zione a i Provved itori agl i stu di e ai Pres id enti de ll e Giun te d i Vigi lanza degl i Istituti tecn ici e na uti ci , 27 novembre 1916, in AS1TC , b . 28 .

si Il Bibliotecario ca po a l preside, Ven ezia, 12 dicembre 1916, in ASI T C, b. 28.

52 Seduta del 19 gennaio 19 17, "Processi verbal i sedu t e Cons ig l. Professori da l 2 1-XlI1914 a l 15-VII - 19 19", in ASlTC , b. 226.

53 Seduta del 2 marzo I 917, "P roce ssi ver bal i se dute Consigl. Professor i d a l 2 l-XIl-1914 al 15 - V ll -1 9 19", in AS ITC, b. 226

;a Sedu ta dell'8 marzo 191 7, "Processi verbali sedu te Consig l. Professo ri dal 21 -XII- 1914 a l 15-Vll - 19 19", in AS lTC, b. 226

113

55 Seduta del l ' 8 marzo 19 I 7 , "Processi ve r bal i sedu te Con s igl. Professori dal 2 1- XIl- 1914

al 15 - Vl l-1 9 19" , in ASITC, b. 226.

56 Seduta d el 22 marzo 1917 , " Proce ss i ver ba li se du te Consig l. Professori dal 21 - X II - 1914

al 15 - VIl - 191 9 " , in ASITC , b. 226 .

57 Se duta de l 9 g iugno 191 7 , "Processi ver bal i se dute Cons ig l. Professori dal 21 -XIJ -191 4

al 15- VIT - 19 19" , in ASITC , b. 226.

58 E agg iungeva alcune cons idera z ioni sulla guerra: "So no i rega li della g uerra , mentre i govern i s tanno discu tendo, se debban o o meno asco lta r e la voce d e l Santo Pad re , che il mese scorso l 'inv itò a far cessare questa inutile s trage, ce rcando un a soluzione pac ifica del tremendo confl itto 1 Forse i l ti more che i popo li, ottenendo d a l Papa il beneficio della sospirata pace, abb ia no d i ringraz iar lo come l ' Angelo t u telare de ll ' umanità, impedirà ai governi , schiav i de lla massone ri a, di asco ltare l'appello de l Padre

Ché Td dio li i llumini, e la ri sposta che si attende d i giorno in giorno , dimostr i fa lsa questa tr iste profezia. Intan t o la gioven tù continua ad essere mietuta sui camp i di b attaglia in nome de ll a civ i ltà!" ( Istituto friu lano per la sto ria del movimento di liberaz io n e, Udine, Fo nd o Diari sto ri ci p arrocch ial i, Parrocc h ia dell a S . Me tropol itana di Udine, Libro I, b. 5 , f. 9 I). Tra le molte descrizioni della vicenda si vedano anc he p e r ese m pio M. B lasoni , G . Ellero (a cu r a d i) , Zanon dal 1866, cit., pp 77-78. S i trat tò di una serie di es plosion i, una più forte de ll 'altra. TI pani co s i scatenò sopra t t ut to quando s i sparse la voce che stessero per sco ppiare dell e granate a gas e la po polazione scappò per le strade. li paese di Sant'Osva ld o fu raso a l suo lo , 40 000 qu inta li di pa g l ia bmciati, 26 morti tra i civ ili , a lcuni del vic in o ospedale (A nge lo Gatti, Caporetto Diario Dal d iario di guerra in edito (maggio-dicembre 1917), a c ura d i A lberto Mont icone, Bologn a , Il Mu l ino , 1964, pp. 198- 199. A lcune osservazioni sulla diffus ione forse da parte di agenti austr iac i d elle voc i sui gas in Anton io Sema, La Grande Guerra sul fronte del! 'Isonzo, Gorizia, E ditrice G oriz iana , 2009 , p 44 1-4 43. Tra le testimonianze raccolte da E. Fo li s i , si veda in partico lare q uella de l s indaco di Ud ine , che par la di una sessa n ti n a d i mort i , 25 dei qu a li civili, e tra l 'a lt ro scri ve che "Molte madri , nel momento della precip itosa fuga , in vocaro no invano i figlio lett i s bandati e dispersi: molti bimbi e fanciull i rimasero per giorni e pe r settimane staccati d a i parenL i, c h e ne facevano affannose ricerche" ( Udine una c ittà nella grande guerra, cit., p. 40).

9 Sedu t a del g iorno 13 g iugno 19 17, "P r ocess i verba l i se d ute Consigl. Profe ssori d a l 2 1Xll - 19 14 a l 15-Vll -1 919", inAS ITC, b 226.

60 otevole anc h e la perc e ntua le di donne: " di questi 27165 operai 961 so n o fanc iu l li e 10509 adu lti masch i, 2792 fa nciul le, 6652 minorenni femm ine e 6251 ope r a ie adu lte . Nei 27165 operai non sono compres i quelli occupati nelle min iere , cave torbi e re , trasport i ferroviari e tranvari. Tenend o conto anche di qu esti, que l numero sa l irebbe a 34 J 65 " . S i veda l'allega t o 4 comprendente "Not iz ie s tat is tiche". La doc ume nta z ione s ulla pro p osta d i rifonna è conservata in ASTTC, b. 162.

61 Nella re laz ione s i precisava che "Le Ferr iere U dine - Pont Saint Mart in sono a t tualmente "S tabi l imento ausi liario" per la gueJTa e soggetto quindi a restri z ion i c irca la sua d isponibilità. Occorreva ad un que ottenere il consenso del già Sottosegretariato Anni e Mun izioni perché esse avessero potuto esse re ad ibite alle ese rcita z io ni dei g iova n i : ta le consenso fu dal Ministero dell ' Istr uz ion e rich iesto ed ott enu to".

62 Il presidente del la G iu nta di v igi lanza a l Ministero d ella Pubb l ica Istruzione - Direzione generale delle scuole medie , Udine, 16 maggio l 919 , in ASTTC , b. 162.

63 TI preside a l Min istero della Pubblica Is t ru z io ne , Udine, 2 marzo 1919, in ASI T C , b. I 62.

64 Relazione 30 giugno 1919, io ASITC, b. 162.

114

65 Relazione 18 luglio I 9 I 9, in ASITC, b. 162.

66 Relazione 15 giugno I 9 I 9, in ASITC, b 162.

67 Circolare d el 27 agosto 19 19 , in ASITC , b. 46. Era stata prevista a n che il 17 marzo 1919 u na sessione s traordinar ia di esami (i l cui "Orario" è in AS1TC, b . 46) , s i cercava in somma di ve nir inco n tro in più sessioni alle necessità di chi aveva interrotto gl i s tudi a causa della gue1Ta .

68 Relazione a l Preside, U dine, 18 lug l io 1919, in ASITC, 162

69 P. Ferrari, A. Mass ignan i, Scienza per la gu e rra Gli aggressivi chimic i nel primo conjfitlo mondiale, in P Ferrari, B. Figliuolo (a c u ra di) , Usc ire dalle regole. Studi per Umberto Sereni, Udine, Forum, 2018 Per d are un'idea dell ' impegn o sv ilupp ato in Gennan ia in questo setto re, s i può ricordare che nel centro di ric erca che si dedicò al la guerra chimica lavorarono cinq ue studiosi che avre bb ero poi ac qu isito fa m a in ternazionale : James Franck e Gus tav H ertz, c he ri cevettero il premio Nobel per la F is ica nel 1925 , e tre prem i Nobel p er la C himica: i l diretto r e delle ricerche in temp o di guerra, Fritz Ha ber, nonché Wa lth er H. Nernst e Ott o Hahn , che ricevettero il premio rispettivamente ne l 1918, 1920 e 1944 ,o Relaz ione a l Presi d e, 19 lug lio 1919, in ASITC, b. 162.

71 ASITC , b. 46.

72 "Bollettin o Ufficia le'' del Ministero della Pubblica Istruzione, C ircolare n. 3: Prestito nazionale (estratto conserva to in ASITC , b. 46).

73 "Avv iso " del 3 d icembre 1919, in ASITC, b. 46.

74 lo sciopero degli studenti, in "La Patria del Friu li ", 9 febbra io I 920.

75 "Avviso" d e l Preside , 11 febbraio 1920 , in ASITC , b. 46.

76 L'astensione dalle lezioni, in "Giorna le di Ud ine" , 13 febbra io I 920.

77 A lfredo Baccelli , ministro de ll a Pubblica Istruzione ne l govern o Nitti dal 23 g iugn o 1919 al 13 marzo 1920.

78 "Gio rn a le d i U din e", 13 febb raio 1920. L' articolo era seguito d alla convoca z ione della "Assemb lea studentesca" "ogg i 13 a lle ore 5 pomeridiane nella se de sociale (Castello - Scuole all'aperto). - Data l'importanza deg li argome n ti che s i tr atteranno s i prega di non mancare".

79 " La Patria de l Friuli ", 13 febbraio 1920 . Ali 'a rticolo seguiva una lunga le ttera che riportava "La voce di un c itta di no" contrario a llo sciopero e al fatto che fosse s t ato imped ito a molti stu d enti di en trare a scuo la: atti che avevano prodotto "l'a nt ip atia dei ci t ta d ini ben pensanti".

so "Avv iso" del Pres ide , 14 febbraio 1920 , in ASITC , b. 46

81 "G iornale di Udine" , 14 feb braio 1920. Un seco nd o articolo , di segui to a qu ello citato , riporta v a la confutazione, da parte d e l prof. A. Del P ie r o , d elle argomentazio ni degli studenti ex-combattenti (Un 'ultima parola agli studenti sc iop eranti).

sz L'agitaz ion e degli stude nti , in '' La Patr ia del Friu li" , 14 febbraio 1920

83 Tel eg ramma urgente, 16 febbra io 1920, in ASITC , b 46

84 Circo lare del ministro ai Provveditori agli st udi e a i Presidenti delle Giunte di vig ilanza sugl i Istit uto Tecnic i, 20 febbraio 1920, in ASITC , b. 4 6

85 Ordi ne del giorno del 20 febbra io 1920, in ASITC , b 46

86 "Avv iso•· in d ata 2 ma rzo 1920, in AS ITC, b. 46.

87 "Avviso" d e l 24 ottobre 1919 , in ASITC, b. 46.

Rs Relazione fina le , lu gl io I 920, in AS IT C, b. l 62.

89 Relazione fina le, 18 lu glio I 920, in AS IT C, b. 162 .

90 Relaz ione del 20 luglio 1920, in ASITC, b. 162.

91 Relazi one del 20 lug l io I 920 , in ASJTC, b. 162.

92 Relazione del 20 lug lio I 920 , in ASITC, b. 162.

93 S i vedano le re lazioni del pro f. Enr ico Bevi lacqua e de l prof Zaccar ia Bonomi , docent i

115

ri spe ttiva men te di Ma tematica e di Agraria ed Es timo , in ASJTC , b. 162. L"'Avviso" d e l preside del I O dicembre 1919 info1mò che " le lezioni in ques t o Isti tuto, causa i lavor i necessari non ancora comp iuti , non saran no riprese prima delle ferie na ta liz ie. Con altro a vviso sarà fa tto noto i l giorno in c u i ricom inc era nn o" (A SITC, b. 46).

94 Re lazione del p rof. Gae t ano Pigo zzi, insegnante di Topografia e Disegno Topografico, 20 lu g lio 1920 inAS IT C , b . 162 .

95 Citiamo dalla b iografia compresa ne l Libro d 'oro pubb l icat o nelle pagi n e successive di questo volume.

96 Relazione 17 lug l io 1920, in AS!TC, b. 162.

l 16

GIOVA N I E G UE RRA : T E STIMO N IAN Z E

I brani che seguono sono stati scritti, tranne uno, da giovani che nel I 914 avevano I 6 (Eric Maria Remarque) , 19 ( Giovanni Com isso e Rob ert Graves), 21 (Car lo Emilio Gadda) e 23 (Maria Cossettini) anni. Alla precedente generazione apparteneva invece Ettore Conti, nato nel 187 1, industriale coinvolto direttamente nello sfòrzo bellico, la cui testimonianza è significativa dello sconvolgimento legato al conflitto nei giovani con i quali aveva quotidianamente a che fare.

Una dozzina di testi non può restituire vi cende comp lesse, ma può aiutare a fàr comp rendere mom enti e problemi che i giovani non certo fortunati nati a fine secolo vissero con la guerra. Il percorso che proponiamo parte da un notissimo autore britannico, arruolatosi come volontario, La cui.famiglia, per metà tedesca, venne spezzata dalla guerra, per cui diversi zii e cugini comba tterono in campo avverso. Come per molti altri, la guerra comportava anche una violenza nei confronti della propria identità, non riducibile a un 'univoca appartenenza nazionale e culturale, come avviene in molti casi, nonostante le pretese contrarie di gruppi e stati. Tra i ricordi di Rob ert Graves, m erita ricordare anche la quasi surreale situazio ne di una scuola.francese su lla linea del .fronte, esempio delle tante situazioni impensabili che i giovani si trovarono a vivere, in.fin dei co nti più estrema ma non molto dissimile dalla situaz ion e del R egio Istituto Tecnico di Udine, che.funzionava mentre gli aerei nemici sorvolavano la città ..

Non si può delineare rapidamente la realtà della guerra di trincea, per cui, anche considerando questo un argomento abbastanza noto, abbiamo poi scelto un unico brano, che può dare un ' idea delle difficoltà affrontate dai g iovani catapu ltati al fronte. Diffico ltà che non.furono soltanto dovute alle nuove caratteristiche del conflitto (che tra l 'altro l'ese rcito italiano aveva avuto modo di co nos cere nel periodo della neutralità, inviando missioni sul.fronte anglo-francese), come spiega molto bene Gadda nel brano successivo. il suo è il giudizio fèroce, che si proietta su tutta la storia del paese, di un ufficiale convinto delle ragioni della gue rra (e che la vuole vincere) di .fronte alle frodi dei fòrnitori e alla inadeguatezza di una classe dirigente, che, n e l mom ento decisivo, mostra tutta la propria superfic ialità.

CAPJTOL03
117

1 brani suc cessivi son o volti a illus trare lo stravolgim ento prodo flo dal confli tto, conforme di viole nza ch e a lte rano l e c onsue te categorie di giudizio ( ucc idere dive nta un dive rt ente tiro al b ersaglio), e che investono an ch e i civili (e le donne in partic olare, com e a vviene se mpre nelle gu e rre) . P er questo abbiamo riportato un brano relativo a una t entata violenza, di cu i l 'autore scriv e senza rendersi conio della gravità dei s uo i gesti e intenzioni. e a ltri du e s ulle rea:: i oni di due giovani di prostitute, la c ui prese n::a fra le truppe era regolata dalle stesse autorità militari In jùga dal Friuli dopo Cap ore tto è invece Maria Cosse ttini, g iovan e madre c h e scap pa con tutta la famiglia e, in viaggio fino a Napoli e poi a Milano , vive un anno terribile, nel quale muore di s tenti e malattia il s uo pic colo.

Con gli ultimi t re brani abb iam o voluto so tto lin eare lo sconvolgim e nto e il disorientamento individuale e co llettivo dei giovan i ch e vissero la guerra, l e cui c ons eguen:: e s i proi e llarono sui drammatic i d ecenni s uccessi v i. essuno di loro è più lo s tesso dopo la guerra, e co mportamenti e s ce lte restano indissolubilmente l egat i all 'espe ri enza ch e li ha fo rma ti.

C ugini dall 'a ltra part e del fron te

la madre di Robert Gra ves- nato a Wimb e dlon nel 1895. quindi di dic ianno ve anni allo scoppio d e lla guerra- e ra ted esc a, ed egli ricorda in Add io a tutto questo (Casa le Monfe rrato, Pi e mme , 2005, ed . orig. 1929) le vac anze pass ate a casa d e i nonni in Germania , tra i tre e i dodici anni: "le nostre estati lagg iù furono molto probabilment e la c osa mig liore d ella mia prima infanzia " . Agli occ hi di un bambino il cas te llo appariva come un grande te a tro per i giochi che sarebbe stato soppiantato da un altro tea tro, que llo di gu e rra: " Il piano superiore e ra un mag azzino p e r grano, m e le e altri prodotti ag ric oli; e lass ù mio cugino Wilhelm - poi ucciso in una battaglia a erea da un mio compagno di scuo la - si rifugiava p er ore ad abbattere topi con un fucil e ad aria compressa". Appartenere a una famiglia a c avallo tra du e Stati implicava una c ondizione particolare, propria di molti, n o n s oltanto di c oloro c h e abitavano al confin e, nella quale le identità si combinano e so 1-rappongono. E ciò divie ne un drammatico problema quando, co n l a guerra. g li s tat i pre t endono ide ntità e fede ltà univoch e e gli apparati di co ntrollo ini::iano a s orvegliare chi è giudicato sospetto. È an c he la co ndizion e di molte famiglie al c onfine tra Italia e Imp ero austroungarico, ed è anche quanto avvien e co n lo scopp io d el conjlillo a Graves, che d esc rive (pp. 82-84) le re a::ioni di un giovan e al tempo in c ui p e nsa va soprattutto ag li studi.

Il 8

Avevo appena chiuso con Charterhouse ed ero andato ad Harlech quando l' In ghi lterra dichiarò guerra alla Gern1ania. Dopo un giorno o due decisi di arruolarmi. In primo luogo , anche se i giornali prevedevano un a guena brev issima - conclusa al massimo entro Natale - io speravo che potesse durare abbastanza da ritardare la mia partenza per Oxford in ottobre, cui guardavo co n terrore . Né presi in considera z ione la possibilità di esse re atti v amente impiegato nei combattimenti, convinto che avrei prestato serv izio in guarnig ione a casa mentre le forze regolari erano lontane.

In secondo luogo , mi ero indignato leggendo della cinica violazione della neutralità del B elgio da parte della Germania. Pur considerando un venti per cento delle atrocità descritte come esagerazioni tipiche del tempo di g uerra, ciò naturalm e nte non b astava. [ ... )

In trinc e a , qualch e me se dopo , mi capitò di pre nd e re parte a un pasto nella mensa della compagnia in cui dei cinque giovani ufficiali presenti, me compreso , quattro avevano, per combinazione, una madre tede sc a o un padre tedesco naturalizzato. U no di loro dis se : " Per fortuna mi so no arruolato al momento giu s to. Se aves s i aspettato un mese o due , mi avrebbero accusato di essere una spia tedesca. Ho già un o z io internato ali' Alexandra Palace e mio padre non è stato espulso dal s uo golf club so lo perché ha due figli in trincea".

" Be ' ", rep licai " io ho tre o quattro z ii schierati dalla parte avversa e anche un gran numero di cugini. U no degli zii è un generale. Ma va bene così. Non me ne vanto. Faccio pubblicità solo a mio zio Dick Poore, l ' ammiraglio britannico al comando del Nore "

Tra questi parenti sul fronte opposto c ' era mio cugino Conrad , unico figlio d e l console tedesco a Zurigo. Ne l gennaio del 19 14 e ro andato a sciare con lui fra i boschi sopra la città. E una volta scen d em mo con lo slittino per la Dolderstrasse ne lla stessa Zurigo, do ve i lampioni erano protetti da sacchetti di sa bbia e le slitte familiari , prendendo le curve larghe, spesso si sc ontravano con gli skeleton monoposto; le fratt ure di gambe e b raccia non si contavano, e la folla si divertiva un mondo. Conrad combatté in un formidab il e regg im e nto bavarese per tutta la guerra, fu insignito del " Pour la M é rite", un 'o norific e n z a conc ess a ancor più raramente della Victoria Cross britannica. Poco dopo la fine del confl itto fu ucciso da un gruppo di bolscevichi in un villaggio baltico dov ' era stato inviato per delle requisizioni. Conrad era una creatura dolce e fiera con una particolare pas sione per la storia naturale, e passava ore nei boschi a studiare il comportamento degli an im a li selvatic i; era vio lentemente contrario al la loro ucci s ione .

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L'esperienza della trincea è stata descritta da molti autori, essendo uno dei nuclei d e lla prima guerra mondiale. Riportiamo allora unicam ente un brano relativo al primo periodo e a una s ituazion e ch e non è stata spesso descritta, nel momento in cui le strutture militari più faticarono ad adeguarsi al nuovo tipo di guerra, con conseguenze c he avrebbero potuto mettere in seria crisi tutta l 'organizzazione difensiva nel primo inverno di guerra (G. Comisso, Giorni di guerra, Milano, Mondadori , 1980, ed. orig. 1930, pp. 53 - 55). _

Una mattina uscendo dalla rime ssa dove mi ero trasfer ito a dormire , trovai un so ldato della nostra compagn ia che ritornava da un posto avan z ato del Sabotino. [ ... ] Mi raccontò che las s ù i sol dati arsi dalla sete erano costretti a bere la propria orina e il colera era sco ppiato in tutti gli accampamenti. I morti non venivano sepo lti, se ne trovavano per la stra da fino a poch i chi lometri da Cormons . Dop o un mese di servizio lassù si era fatto asciutto, brnno come affumicato o sporco e i suo i occhi brillavano come se tutta la sua vitalità vi si fosse radunata. Era fiero de ll a sua vita , una fierez za calma, inerente a ogn i parola. A lle mani e al collo, vicino alla nuca, la sua pelle pareva quella di un vecc hio. [ ... ]

Il colera s i diffuse anche in paese. La notizia era circolata spaurendo La popolazione si teneva chiusa in casa. Ci di stribu irono limoni che mangiavamo avidamente. Le fontane erano guaste , la polvere d elle stra de si era fatta a lta come sabb ia lungo il mare , il cal d o s tava fermo dalla mattina alla sera . Ogni giorno una casa veniva chiusa e sulla porta vi dipingevano un tondo gia ll o: erano le case d ei colerosi. Agli ospe d alett i arrivavano a pi ed i soldati amma lati o fer iti sostenendosi tra loro , rossi di terra nel vestito, patiti e aspri nel volto . [ ... ]Ci si guardava a vicenda e ci s i trovava mutati dai primi gio rni. S i finiva per buttarci sui nost ri giacigli lasciandoci opprimere dal ca ldo e tormentare dall e pu lci. Verso sera, appena pareva scen d esse un po co di fresco , si andava sotto alle vit i mordendo i limoni che riu scivano dolci. Con la tintura di iodio mi tinge vo le unghie e poi a ll a mattina per lavarmi non avevo a ltra acqua che quella d e l pozzo della villa e prima di usarla dovevo attendere depone sse la nera melma nel fondo de l secchio .

Sempre nuove case s i chiudevano, marcate col tondo giallo. Presero a distribuirci la creolina, la spruzzavamo sui nostri pagl iericci e in tutti gli angoli. Avevamo una grande fiducia in questo d is in fettante e il s uo odore acre ci riusciva fami l iare e piacevol e. Ogni giorno a ll 'ora stab ilita il cannone s para va sulla staz ion e e qua lche volta battev a il terreno alla periferia del pae se .

Estate 1915: il co le ra
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Una sc uol a s ull a lin ea ci e l fron te

Anche nelle scuole, la guerra, co n la sua eccezionali tà, impose da un lato scelte inconsuete e stravolgimento di abitudini e comportamenti, dal/ 'a ltro sforzi per proseguire il più possibile la vita di un tempo; in generale tutte le pubbliche amministrazioni furono chiamate a far fronte a nuovi compiti e insieme continuano a funzionare il più possibile secondo le consuete modalità, come questa scuola che vive una situazione quasi surrea le (Addio a tutto questo, cit., p. 135).

[6 giugno 1915] Béthune non ha avuto molti danni , tranne la parte chiamata Faubourg d' Anas, vicino alla stazione. lo so no acquartierato in Avenue de Bruay presso una famiglia che si chiama Averlant Paul, gente della class e impiegatizia: so no sfollati da Poimbert. Ci sono du e bambini e una sorella più grande, che frequenta l'equival en te della nostra quinta classe al liceo locale . Ieri sera stava ri ve dendo le sue lezioni e mi ha chiesto di aiutarla a trascrivere la lezione sulla divisione decima le. Mi ha mo strato i suoi appunti: erano pieni di abbreviazioni . Le ho domandato perché avesse usato delle abbreviazioni. Lei m i ha risposto: "La professoressa parlav a molto rapidamente perché avevamo una gran fretta". "Perché avevate fretta?" " Oh, perché in una parte della scuola sono acquartierate le truppe , e i tedeschi la stavano bombardando; così dov evamo continuamente rifugiarci in cantina, e ogni vo lta che tornavamo su avevamo sempre meno tempo".

No n g u er r ie ri , non co st ru tt o r i

Tra le molte pagine che Carlo Emilio Gadda ci ha lasciato sulla guerra, ne riportiamo una - tratta dal Giornale d i guerra e di prigionia. Con il "Diario di Caporetto" (Milano, Garzanti , 2002, pp. 26 - 27) - in cui egli nota, e se ne stupisce quasi, l'abnegazione dei suo i uomini portati a combattere in condizioni estreme fin, val la pena di sottolinearlo, dalle prime battute del conflitto (siamo al settembre 1915) e su un fronte secondario . Gadda è un patriota convinto delle ragioni della guerra e vuole fare il possibile per contribuire alla vittoria, e per questo le accuse formulate in queste pagine risultano particolarmente sign[ficative. Egli invoca cosi nei confronti dei fornitori, colpevoli di rifornire calzature del tutto inadeguate destinate a produrre grandi sofferenze e a colpire il morale dei combattenti, "una estrema sanzione" e quasi l'ira divina , per punire chi approfitta di una situazione di emergenza. E poi si scaglia contro i responsabili militari e politici che rendono possibili le frodi e che sono giudi -

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ca li, con rabbia e senza appello, "non guerrieri. non pensatori, non ideatori, non cos truttori; incapaci d 'oss ervazion e e d'analisi , ignoranti di cos e psicologich e, inabili alla si ntes i ". Un giudizio di inadeg uatezza n e i confronti di tutta una classe dirigente rispe llo al mom en to tragico che il paese s ta va al/raversando c h e suona come foriero di grandi sve nture, oltre che in perfetta antitesi rispe tto all'apoteosi postb e lli ca di chi volle vedere iL conflitto quale momento di rajjòrzamento de/lo Stai o e di crescita della società italiana.

Edolo, 20 settembre 19 15

I nostri uomini sono calzati da far pietà: scarpe di cuoi o sca dente e troppo fresco per l ' uso , cucite con filo leggero da abiti anzi che co n spago, a macchina anz i c h e a mano. Dopo due o tre g iorni di us o s i aprono, s i spacca no , si scuciono, i fogli de ll e s uole si di stacca no nell ' umidità l ' uno dall 'a ltro. Un mese di serv iz io le mette fuori uso. Questo fatto rid onda a totale danno, o ltre ch e dell ' economia dell 'e rario , del morale delle truppe costrette alla ve rgogna di que s ta lacera z ione , e , in gue rra , a ll e o rribili so fferenze del gelo! - Quanta abnegazione è in questi uomini così sac rificati a 38 anni, e cos ì trattati! Come scuso, io , i loro brontolamenti , la loro poca di sc iplina! Ess i portan o il vero pe so della guerra , peso morale, finanz iario, corpora le , e sono i peggio trattati. Quanto delinquono coloro che per frode o per incuri a li calzano a questo modo ; se ieri avessi avuto innanzi un fabbricatore di calzature, l'avrei provocato a una ri ssa, pe r finirlo a coltellate. Noi Italiani siamo troppo acquiescenti al male; davanti al le caus e della nostra rovina morale diciamo: "Eh ben!", e lasciamo andare. on è esagerazione riconoscere come necess aria una estrema sa nzione p e r i frodatori dell'erario di questi giorni, poiché il loro delitto, oltre che frode , è rovina morale dell 'es ercito. - lo mi auguro che possano morir tisici , o di fame , o che ve dan o i loro figli sc annati a colpi di sc ure.on po ss o far nulla: sono ufficiale , so no per giuramento legato a un patto infran g ibile di di s c iplina; e poi la censura mi s equestrerebbe ogni protesta. Se veniva il Semen za a trov a rmi , g li cons egna vo un pac co di articoli d a mandare anonimi (non è una v iltà l'anonimità in qu es to caso ) a qualch e giornale democratico: poiché que s to s tato di cose non dovrebbe essere oltre tollerato.Chissà quelle mucche grav ide , qu eg li acquos i panc ioni di ministri e di senatori e di dirett ori e di generaloni: chi ssà come crederanno di aver pro vveduto all e s orti del paese con i loro discors i, v is ite al fronte, interviste , ecc. - Ma guardino, ma veda no, ma pensino come è cal zato il 5 0 Alpini! Ma Saland ra , ma quello scemo balbuziente d'un re , ma quei duchi e quei deputati che vanno "a veder le trincee". domandano conto a noi , a me , del come sono calzati

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i miei uomini: e mi ve drebbe il re, mi vedre bb e Salandra u sc ir dai gangheri e farmi mettere agli arresti in fortezza: ma parlerei franco e avrei la coscienz a tranquilla. Ora tutti dec l inano la responsabilità: i fornitori ai materiali , i colla udatori ai fornitori, gli ufficiali superiori agli inferiori, attribuiscono la co lp a; tutt i si levano dal propr io posto quando le responsabilità stringono .

o ra di finir la : è ora di impiccare chi ro v ina il pa ese . - on mi darò pace se non av rò fatto qualche cosa: e alla prima occasione farò. -

Gli Italiani sono tranqu ill i quando pos s ono persuadere sé medesimi di aver fatto una co s a, ch e in realtà non hanno fatto; il padre che ha speso dieci mila lire per l 'e ducazi one del figlio, pensa: " Ho speso dieci mila lire; ce,to mio figlio farà bene; perché? perché ho speso l 0.000 lire" e magari il figlio gli muore su icida: e il padre dice allora: " Oh come?" e non pensa neppure di a v ere qualche colpa Cos ì Salandra, così il re , così tutti: fanno le v isi te al fronte, guardano le cose cogli occhi dei cortigiani: ma non le guardano col proprio occhio, acuto , sospettoso, rabbioso. - Il ge nerale Cavaciocchi, che deve essere un perfetto asino, non ha mai fatto una visita al quartiere , non s'è mai curato di girare per gli alloggiamenti dei so ld ati; e ppure Giulio Cesare faceva ciò . - Si dirà: "non è suo compito. " E con ciò? Forse ch e un professore di calcolo integra le, sentendo un allievo che sproposita in geometria pro iettiva, non si curerà di correggerlo perché quella non è la branca a lui affidata? -Asini , asini, buoi grassi, pe zz i da gran d hotel , avana, bagni; ma non guerr ie ri , non pensatori , non ideatori , non costruttori ; incapaci d ' o sservaz ione e d ' analisi , ignoranti di co se psicologiche, inabili alla s intesi, scr ivono nei loro manuali c h e il moral e d e ll e truppe è la prima cosa, e poi dimenticano le proprie conclusioni .

Due forme di v iolenza

Du e bran i ci proi ettano nello sconvolgimento di valori e co mportam enti prodotti dalla guerra . Il primo, do ve Com isso racconta il divertimento legato al ti ro di un "cecchino" (ma italiano), c h e si trasforma in una s pecie di divertente tiro al bersaglio; il secondo, in cui l 'autore racconta di aver tentato a Tri ces imo di violentare una donna senza dimostrare alcuna coscienza d e lla gravità del proprio gesto. È anzi proprio questo res o c o nto in termini di "normalità" a colpire, delineando un contesto di viole nza che emerge anche in altre pagine di Giorni di guerra (c it.), con una rappres entazione del conflitto in termini di avventura, gioco e quasi mai tragedia, lontano dalle parole d'ordine dell'interventismo quanto da una m editata riflessione sulla guerra in corso (Giorni di guerra, rispettivamente pp. 88 e J21 -122).

È
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[Alto Isonzo] I bellissimi monti attorno mi davano un così continuo desiderio, c he fatto preparare il più so lid o d e i nostri muli , in un mattino di luce irruente, partii per la mia prima ascen ione: quella d e l Polunik.

Pe r due ore in gro ppa al mulo, attraversai semp r e foreste di pini intricati e spe sso dovevo scendere per passare oltre . Sulla ci m a d e l monte vi erano alcune baracche di legno e, fuori, alcuni alpini si divertivano come tanti scimmioni a ruzzolare su ll 'erba. Erano ragazzi forti , so rridenti e avevano tutti la barba da fare.

Scesi di sella e sopra a una specie di impal catura di legno scorsi alcuni uffi ciali di artiglieria occupati a guardare con i loro cannocchiali . Era un osserva torio.

Sa lii s ulla sca letta e mi prese nt ai. Mi dissero sub ito che stavano facendo una cosa interessantissima: la caccia all'uomo e mi mis ero a parte d el gioco . Ebbi un cannocchiale fortissimo. Mi indicarono in fondo alla va lle un torrentello c he affluiva a ll ' Ison zo e un ponte leggero teso fra le due spond e . Ogni tanto s i riusciva a scorge re un soldato, coperto da un lungo cappotto , a lzarsi dietro a un ria lzo del terreno, mettersi a correre per infilare il pont e e se arri vava a passarlo , subito sco mpariva co m e sotto terra. Un ufficiale c he mi stava accan to teneva il telefono a portata di man o e appena ve d eva il so ldato spuntare, dava un ordine secco. Pochi attimi dopo potevo scorgere una va mpata accendersi a metà del ponte e tramutarsi in una nuvoletta di fumo. Poi un rombo riecheggiava tra i monti. Tal vo lt a il so ldat o passava o riusciva a tornare indietro , ma più d i una volta sentii g ridare con e ntusiasm o dagli ufficiali in coro: "Co lpito. Bene" .

La partita era davvero interessante sia p er la precisione dei mezzi , s ia per la po s iz ione bi zza rra de ll 'osservatorio fatto a modo di un appostamento per la cacc ia al capriolo e soprattutto p erché s i ved eva l'effetto della nostra forza esercitata direttamente su l nemico.

D ue donne conversavano con un mio soldato. Mi avvicinai: erano due ragazze. Venivano da Udine , la città era stata tutto il giorno bombardata dagli aeroplani. Aperte le porte della loro fabbrica, tutte se n ' era no andat e. on erano dominate dalla pau ra, ma da un estro fe li ce di correre lib ere, di t rovars i nella notte nella certezza del precipitare degli avven imenti. Degli austriaci dic evano : "A nche se ve n gono avanti, saranno uomini come vo i" e ridevano Par eva un invit o. E presa di scatto quella che mi s tava v ic in a fec i per trascinarla verso l 'ombra del cortile, ma s i divinco lò e frontando il capo contro il mio petto giun e a mordermi il polso della mano già dentro al suo corpetto.

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Allora come per disputarla ai nemici, quasi fossero già avanti nel fondo buio de lla strada, le ritornai vicino con l'inten z ione di bastonarla e d i aver la con la forza. La agguantai alla nuca , ella gridò come non avevo imaginato e tornò a sfuggirmi. Il mio so ldato si diede a ridere, l'altra la richiamava per andarsene.

P ro stitut e

Nel 1917 Comisso venne destinato al corso per allievi ufficiali che si svolgeva senza soste a Udine, e che vedeva giovani da entrambe le parti della cattedra: "fa vita del corso s i sgranava nelle ore senza un attimo di pace: esercitazioni, ginnastica, equitazione, marce, docce e poi soprattutto molte ore nelle aule del seminario seduti ai banchi per imparare come costruire ponti, trinc ee, latrine e cucine. I nostri professori erano giovani tenenti che, quasi considerandoci loro colleghi, tenevano appena un cordiale distacco". Le esercitazioni a cavallo era no vissute come un momento di vitalità e giovinezza e, al rientro in c ittà, gli allievi sentivano di vivere in un mondo a parte: "agili e belli così da attrarre tutti gli sguardi, sentivamo una compiacenza smodata per la nostra apparenza di suprema giovinezza e come gelosi di essa, quando alla sera si andava in libera uscita, rifiutavamo con sdegno le lusinghiere promesse rivolte dalle donne di via Vii/afta che battevano i marciapiedi davanti al nostro accantonamento " (Giorni di guerra, cit., pp. 83 -84). Ben diversamente aveva raccontato quanto aveva vissuto l'anno precedente e che leggiamo nelle pagine che seguono. In Italia , fino al 1958 la prostituzione femminile e il suo !>fruttamento erano non soltanto legali ma socialmente accettati. Alle truppe, giovani maschi allontanati forzatamente da casa per funghi periodi, fu riconosciuto il diritto di .frequentare postriboli, purché l 'esercizio della prostituzione fosse contro llato dalle autorità militari al fine di evitare, con la diffusione delle malattie veneree, una diminuzione di efficienza dell'esercito. Ecco allora il racconto (pp. 66-69) di Comisso della visita casa di tolleranza, tra note comiche e altre surreali.

Pochi giorni dopo con la s tessa rapidità con la quale si diffus e la notizia dell'arrivo del 305, s i diffuse quella dell'imminente apertura di un po stribolo. Le voci ogni giorno si fecero sempre più lusinghi ere, chi asseriva che le donne non sare bbero state sol ite prostitute, ma bellissime signo re de si dero se di farsi possedere in mancanza di uomini nelle città lontane dal fronte, altri sapevano in quale casa sarebbe stato aperto: una casa bianca e solitaria, un poco fuori dal paese, do ve alcuni operai stavano rimettendo a nuovo l ' ingresso. Appena

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il servizio lo permetteva tutti si andava a vedere: la casa aveva un bell'orto e g li operai stavano assestando ce1ti tubi esterni che pa1tendo dalle varie stanze si raggruppavano a uno centrale. Su que sti tubi si facevano le supposizioni più stra ne e nello stesso tempo le invenzioni più oscene .

F inalmente proprio nel pieno della primavera la casa venne aperta. Ne portai notizia al mio amico dell'osservatorio di Subida e, potuto avere il permesso, venne in paese con me . Ci fermammo al caffè , ma non si fece più attenzione ai giornali illustrati, si prese lo zabaione e poi tenendoci per mano ci s'incamminò per la strada solitaria, mentre il sole stava appena declinando . [ ... ] L'ingresso era pieno di soldati, mo lti scesi dalle trince e con il vestito pieno di croste di terra rossa. li loro sguardo aveva un 'es pressione imp lorante e i più giovani aridi e barbuti sembravano invecchiati dal la v ita di trincea come da un vizio precoce. Sentivo un continuo gorgogliare di acqua e mi accorsi che questo avveniva nei tubi este rni che partivano dalle varie stanze e a ogni gorgoglio di acqua corrisponde va la vo ce di una donna dall'alto delle sca le: "Avanti a chi tocca , su da brav i raga zz i " . I soldati stavano in fila per le scale, addossati contro a l muro per lasciare spazio verso la balaustra agli altri che scendevano. Scendevano a testa ch ina guardando dove po sav ano i piedi come avessero perduto l ' abitudine di scendere i gradini di una casa. Le mani annerite e magre uscivano come sterpi dalle maniche consunte, le cinghie delle giberne so lcavano le spal le ossute, le labbra secche tremavano: pare vano confusi come per avere compiuto qualcosa di proibito o qualcosa a cui non si sentivano d estinati. Quella donna che avevano potuto avere, era apparsa come un essere tanto diverso da loro, più pulita, meglio nutrita e con ves titi che davano godimento solo a guardare. La fila di soldati si forn1ava da un'attigua sala d ' a s petto dove io e il mio amico passammo in attesa del nostro turno. Tn questa sala i so ldati avevano un contegno più allegro, si facevano maneschi tra loro , si pi zz icavano, qualcuno metteva a un altro la mano in me zz o alle gambe dic e ndo: " Vediamo se l ' ài ancora". Ridevano e si abbracciavano e altri s i divertivano a sc rivere s ui muri imbiancati di fresco il proprio nom e e cognome con i numeri del reggimento e della compagnia. Altri v i facevano grand i disegni osceni o informi figure di donne nude. Un avviso inchiodato alla parete conteneva alcune norme d 'ig iene. " Il coito sia breve" : incominciava. Ogni tanto la voce della donna ripeteva l 'ordine di avanzare e la fila s i spostava di un passo. Tutti guardavano chi scendeva come per spiargli sul volto quanto si fosse goduto. Toccò anche a noi di uscire dalla sa la e quando ci trovammo ai primi gradini, il silenzio subentrò in tutti quasi un timore venisse a opprimerci. D avanti a me avevo un soldato giovanissimo con le fasce alle gambe male messe, pronte a dis farsi, emanava un odore di vest iti a lung o indos sati, dietro

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a me veniva il mio amico, il quale mi diceva che gli era quasi passata la voglia e insisteva perché ce ne andassimo . Andarcene ora che eravamo già a metà de l la sca la mi sembrava assurdo e perché n o n scappasse lo presi di mano. Anche quegli che precedeva il soldato davanti a me, si era voltato verso di lui per mette rgli una mano su lla spa lla e gli aveva detto: "Coraggio che n e abbiamo passate di peggio , è sempre meglio fare questa scala così che stare in trincea".

" Ma stanotte ci toccherà andare di pattuglia", gli avevo risposto . "Va bene, ma inta nto avremo fatto anche questa" . Eravamo su l pianerottolo, v i erano davanti a noi solo pochi soldati. Si potevano vedere quattro porte che davano a quattro stanze e davanti a queste vi era una donna grassa e spavalda , quella che gridava: "Avanti a chi tocca , su da bravi raga zz i". Ella ritirava i denari e metteva a ognuno una mano sulla spalla o faceva una carezza Ogni tanto una porta s i apr iva, subito avveniva un ondeggiamento come tutti fossero attratti da una fortissima corrente di aria e gli occhi si facevano accaniti. Eravamo prossimi a l nostro turno , s i sentiva dall ' interno delle stanze il cigol io dei letti e il rumore dell ' acqua. Una porta si aperse, intravidi una donna seminuda e un soldato uscì assestandosi le giberne. Quegli che mi precedeva gli chiese se si poteva levars i le scarpe: gli rispose seriamente che appena si poteva togliersi le giberne per non rovinarle la pelle e pareva irritato. Toccò il suo turno, la donna spavalda g li presentò una marchetta che egl i subito fece atto di prendere, ma ella gli impose di pagar e e allora dal suo portamonete trasse il denaro: "Ancora, ancora, sve lto", gli diceva la donna. "Non te l 'ànno detto che si pagano tre lire?" Il so ldato stentava a trovare le monete, pareva che in mezzo vi tenesse medagliette di santi. La donna era impa z iente . " Ma , sacramento, siete proprio bambini . Non sapete neanche contare". E presa l'ultima moneta lo spinse verso la po r ta sem iaperta. U n'altra porta s i aperse. Toccava il mio turno, ne uscì un soldato biondo e roseo con i l berretto sbandato su l capo , c i guardammo : "Com'è?" gli chiesi. "Bona assaie" , mi rispose in napoletano e l'ultima parola gli si travolse stonata. La donna dopo avere g r idato i l so lito richiamo su e giù per le scale, mi si rivolse violenta . "Su, in camera." E datami la marchetta mi sospinse, senza lasciarmi il tempo di rivolgere lo sguardo al mio amico che aveva lasciato di tenere la sua mano infilata al la mia cintura.

Centocinquanta uomini in fila

Diverso il quadro offerto da Robert Graves (Add io a tutto questo , cit., pp. 143 - 144), che ricorda donne sfinite e l 'incomprensìon e dei commilitoni per il suo rifiuto di adeguarsi a un comportamento consueto . Le autorità militari

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controllavano strettamente, com e si è detto, la prostituzione p er il timore del diffondersi di malattie. Per qu es to erano organizza ti bordelli, ove era poss ibile un co ntrollo s anitario con tinuativo , al di fuori d ei quali l' esercizio della prostituzione era vietato .

La Lampada Ro ssa, il bordello d ell'esercito, era appena gira to l 'angol o , s ull a strada pr in cipale. Avevo visto centocinquanta uomini in fi la fuori dalla porta, ciascuno in attesa del suo breve turno con una delle tre donne della casa. Il mio attendente , che era in coda, mi disse che la tariffa era dieci franchi a persona, circa otto sce llini, all'epoca Ogni donna soddisfaceva quasi un intero battaglione alla sett imana , fin quando ce la faceva. Secondo i l v i cec apo della pol izia militare , il limite di solito era tre sett iman e, " dopo di che si rit irava a vivere dei suoi guadagni , s tanca ma felice " .

Mi prendevano sempre in giro perché non andavo a letto nemmeno con le raga zze più carine, e io non mi g iustifica vo in base a condizioni morali o alla mia schizzinosità, ma nell'unico modo che e rano in grado di capire : dicevo che non volevo prendermi una malattia.

In fuga dal Friuli

Il diario di Maria Cossettini (1891 -1955) , scritto tra o ttobre 1917 e novembre 1918, restituisce il dramma di co loro che abbandonarono la regione dopo Caporetto. È la voce di una donna che ha lasciato una viva tes timonianz a d elle paura e preoccupaz ioni, dei dolori affrontati (in primo luogo La p erdita d e l figlio) in segu ito a lla disperata.fug a di fronte al nemico L 'approdo in altre reg ioni fu, per l ei com e per molti altri profughi, font e di non pochi problemi, per la difficoltà di inserirsi in luoghi diversi, in un mom e nto in cui l 'a cc oglie nz a doveva fare i conti con una situazione g e nerale di scars ità di ris ors e . li diario - co nservato dalla.famiglia Francescutti (Udine) - è sta to pubblicato da Cristina Francescutti, Diari e memorie di civili friulani e veneti 1917-1918, tesi di laurea, U nive rs ità d eg li s tudi di Udin e, 2 006, e rapprese nta un esempio parti colarm ente fèlice di que lla documentazione in possesso di molte famiglie che continua ancor oggi a emergere, riservando spesso inte ressan ti s orprese

TI giorno 27 Ottobre si caricò tutt a la roba su l can-o lasciando nemme no un fazzoletto di naso lasciammo la camera vuota. Dunque i l giorno 28 alle 2 dopo la me zzanotte la piogg ia cadeva dirottamente un buio che non si vedeva

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niente , partimmo di casa , prima partì il papà e Gioachino col carro dopo partimmo io la zia Mine Maria Bepi e Mario , e Angelina e Rosa erano rimaste indietro , a llora noi ci s iamo fennate ad aspettarle vicino "Yigi dai mus " e non le vedevamo mai a ve nire allora siamo ritornate indietro e le chiamavamo contin uam e nt e ma invano loro erano passate e noi non le abbiamo viste e così s iamo p erse loro anno trovato i l papà e Gioachino e noi siamo rimaste da so le più non le abbiamo viste. Allora si andò avanti noi altri da sole camminammo 3 giorni sempre sotto la pioggia la Dom e nica a mezzogiorno arrivammo a Campoformido e siamo andate in casa de ll a so rella della zia e la ci anno dato un poco da mangiare e siamo cambiate ci a dato una sottana sotto che si era tutte innondate di tanta pioggia che avevamo presa, a ll ora mentre s i era lì cominciava a grandinare, fuggimmo via che sono gli austriaci arrivati e gettano i gas asfissianti allora si era tutti impauriti e non si sapeva che fare e s i rischiava di riman ere prigionieri , A! magari!

[ ... ]finalmente a mezzogiorno del 29 arrivammo s ul tag li amento e v ia il ponte tremolava, O che paura e quando si era quasi in mezzo, era un aeroplano austriaco che ci seguiva, A! mio Di o! che paura ma sempre coraggio finalmente lo abbiamo passato. A! Si che dopo si era contente, dunqu e arrivammo a Casarsa e la prima casa che abiamo trovato entrammo per domandare qualche cosa da mangiare , allora ci anno dato un po' di latte e polenta e li abbiamo mangiato, li o dato un po' di latte al mio caro bambino che continuamente piangeva della fame [ ]

Dunque arrivammo a Castellamare l i smontarono tutti ma io do vett i rimanere li fino quando vennero i so ld at i del la croce ro ssa a prendermi con una carrozzella e mi conducerono a medicarmi , (pensate come ero io.) Allora li tutti abbiamo cominciato a dire di rimanere li ma in vano, cominciano a dire a Napo li do vete andare , pensate qual dispiacere a dover andare in quelle terre matte con qu e lla g e ntaccia, dunque basta le no s tre sup liche non v alsero do vete montare, allora ci anno messi in prima classe e via dopo 11 giorni di v iaggio s i aITivò in quel famoso Napoli, allora replica tutti smontano ma io rimango sopra fino che vengono i so ldati con una bare lla e via , tutti mi guardavano e io piangevo dai dolori che sofrivo e dalla vergogna che avevo , e via alla croce rossa a medicarmi e poi di li mi mettono in una carrozza di quelle che girano per la città e mi conducono alla casa Emigranti e mi portano i marinai in letto e la stetti per tre giorni con grandi dolori e piangevo perché restavo da so la che i miei dovevano partire per Pozzuoli e li sofrivo dai dolori e p ensare il mio caro bambino soffriva anche lu i perché io non potevo darli il mio latte perché il m a le che avevo il latte mi era .... o quanto sofrivo!

[ ... ] 129

Dunque s i parte da Po zzuoli per andare a M ilan o dicono che an diam o a lavorare di contadino. Dunque si parte da Pozzuoli e dopo du e giorni di v i agg io si arriva a Milano abiamo passato non so quante ga ll erie e sempre s ul mare A! mio Dio che paura e il mio caro bambino se mpre p ia ngere a! pove r ino quanto sofriva. F in almente si arriva a Milano all e 9 di sera e ci conducono alla Casa Emigranti allora lì ci danno da mangiare una signora mi prende il mio caro bambino me lo cambia li da mangiare e poi ci accompagnano a dormire nelle brande di legno assieme a tanta gente st raniera, pazienza coraggio , dunqu e si va a dormire ma io non dormo perché il mio caro bambino continuamente piangev a perché si sentiva male allora dopo tre giorni che si era li viene il dottore a visi tarlo e mi dic e questo bambino deve essere portato immediatamente allospedal e che al trim enti non guarisce. Allora una signora telefona subito all 'os pedale e di ce que sto bambino dev e esse re curato in massimo ord in e, dunqu e lo vesto no e mi co nduc e v ia un so ldato che io non sapevo andare , arri vo la il dottore là fa la vis ita e mi di ce io farò tutte le prove ma non lo [testo in comprens ibi le ] garantire perché è mo lto grave , co n polmonite , bronch ite, e rachi id e, A! mi o Dio i l mio cuore scopp ia va dal piangere allora lo mettono in letto e io me ne vado . A! poverino quanto sofriva, e ancora non poter avere la sodisfazione di stare a lui vicino. Tutti i giorni andavo a trovarlo e non potevo mai staccarm i da lui pe r andar via , e li passano i giorn i ma se mpre ne ll e medesime cond izio n i vado a trovarlo ma lui e sempre l ' ostesso. A! mio Dio che pi anti che sos p iri e li da so la in sala Emigranti vedo tanta gente andare e venire per quella porta ma dei miei cari mai nessuno. A! qual dolore tutti i giorni va do alospe dale ma non vedo mai nessun mig l ioramento poverino piccino e quanto mi faceva pena. Dun que siamo il giorno 11 Marzo 191 8 i mi e i partono pe r Biella ed io r imango so la. Un giorno mentre ven ivo de llospeda le trovai Italico Martelozzi sapevo c he era a Mi lano ma non lo avevo mai v isto allora lui era sul tram quando mi vede s monta e mi vie ne in co ntro allora siamo sa lu tati . O! qual gioia provammo a veders i, a ll ora mi dic e an diam o a be re un bicchier di vino , ass iem e siamo andati e li si comincia a parlare le nostre sventure i no stri dispi aceri lui dei suo i, e io de i mi e i, e s i di ce c hi ssà se ve diamo ancora i nostri car i sempre s peranza e coraggio che un fi ne verrà anc he di qu esta infame guerra che ci a rovinati tutti e li maledi vamo uno più dela ltro . Io in com in ciai a domand are del mio caro fratel lo se è in co rrispondenza, e lui mi dic e di s i allora mi fa vedere di ve rse let te re da lui ric ev ut e, A! si che so no tutta ral legrata nel legerle, allora mi da il suo indiri zzo, ed io sub ito li scrivo una carto l ina con la dat a 14 Marzo 19 J8, lui mi da le cartoline e così scrivo una a l fratello una a ll a mia cara mamma e una a l mio ca ro marito. A al meno le ricevessero quanto sarei contenta che a lm e no possono sape re dove mi t rovo.

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Dunque dopo siamo salutati e via ognuno a casa sua, in que l giorno andai a casa tutta contenta. Dunque, lì passavano i giorn i ed io sempre andavo a lospedale ma il mio caro Nini lo trovavo con pochi migl ioramenti. O! D io che pianti che sospiri ma tutto invano ma sto sempre con la speranza di giorni migliori, e per quello che i giorni passano più in breve ma se mi dicono che devo star via ancora due anni divento pazza. Dunque vado a dormire nelle brande in mezzo a tanti profughi nei baraccamenti di legno , e penso al mio bel letto , che o lasciato a casa a ll a mia cameretta, alla mia cara famiglia al mio caro marito , e dico A! ch issà se vi vedrò ancora, dunque prima di adormentarmi faccio le mie orazioni domando al buon Dio la grazia di vedervi ancora una volta, e poi mi adormento e tutta la notte sog n o d i vo i, e mai non o sognato che sono via di casa perché il mio pensiero è sempre la rivolto, e poi mi sveglio e mi trovo a esser quà in me zz o a tutta gente straniera e con quei schifosi di Milanesi . A! che ... e che pensieri inutili che si deve sopportare pazienza coraggio speranza sempre l'avvenire bello di pace. Penso adesso incom inciano i lavori in campagna ed io qua mangiar poco bever meno e lagrime continue, e dico chisà i miei cari come si trovano cosa fanno e come la passeranno in mano ai nemici, prego sempre il buon Dio e la Madonna che abbiano a guardarli da ogni pericolo

Dunque siamo al 15 Aprile 1918 giorno di festa pioggia tutto il giorno o che tempo noioso malinconia pensare di passarle così malamente . A! quanti pens ieri inuti l i che si deve sopportare e che si potrebbe essere tutti a casa nostra e per causa dei capricci dei signori siamo tutti rovinati . Dunque adesso ero contenta il mio caro bamb ino dopo arrivata quà stava benino che era un .... ma la mia fel icità durò poco, il giorno 20 poverino tornò a stare poco bene il giorno 21 peggio ancora allora chiamo il dottore che mi dice a la po lmonite è molto grave. A! mio Dio qual dolore per me a sentire questo. A! poverino quanto lui sofre, siamo il g iorno 22 malissimo e i l giorno 23 Aprile alla I dopo mezzanotte volò al cielo quel caro Angioletto e mi lascia nel dolore che il mio cuore più non può era la mia speranza il mio conforto t11tto il mio amore, ma mi conforto un po' perché a soferto molto e mi faceva molta pena e mi do coraggio che almeno mi e morto nelle mie braccia e che o fatto tutto quello che o potuto fare per lui e che era assieme alla mia famiglia e che anche la cognata Angela si e occupata molto per lui.

D unque siamo in Giugno pensare di poter essere a casa lavorare la nostra campagna adesso e l ' ora di tagliare il frumento i bach i subito sono i boz zo li da ... e poi andare a ven derli A mio Dio! e invece essere qua a lav orare per

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gli altri A! che ... da lavorare tutti per forza solo perché si deve per mangiare; adesso siamo nei prati fra uomini e donne siamo in 30 e più persone chi rast rel la chi carica chi discarica :fieno in quantità o che be ll ezza , e lì ch i rid e chi canta insomma ognuno dice la sua. Ma il mio cuore non può ridere ma bensì piange e sospira pensare di trovarmi quà e i miei cari così lo ntani chissà come la passeranno poter essere a voi vicino e per la mia ignoran za sono qui a sofrire a piangere e a lavorare sotto g li a ltri.

Dunque adesso siamo a tagliare il frumento, s iamo un gran numero di gente, uomini , donne , chi taglia, chi lega, chi carica una confusione tremenda , ma io tro varmi qua, pensare di essere tanto lontano dalle nostre care terre dai nostri cari paesi e di tutti i miei cari e pi ango e sospiro continuamente .

Dunque s iamo il giorno 7 ottobre I 9 18 Bepi si mette in letto con grande febbre, da per tutto regna e muoiono tutti i giorni , lo potete immaginare la grande paura di noi tutti. Dunque Bep i ringraziando Tddio guarisce, poi si m ette in letto Angelina, poi io, poi la Rosa , e poi la P aolina, e poi Mario, sicchè si era in 5 in letto, era per grande fortuna solo la zia che ci assisteva, lo potete immaginare come si era noi tutte avere male , paura di morire , esse ndo così lontano da tutti i nostri cari , e li passavano i giorni con tanto sofrire. E si diceva A! mio Dio! D ateci la grazia di guarire e di tornare ad abbrac iare i nostr i cari in cui sofro no la nostra lontananza. Dunque ringraziando lddio dopo IO giorn i stiamo meglio , incominciamo ad alzarsi, poi ci occorre sostanza per guarire e noi non abbiamo niente, ma Tddio ci aiuta i padron i c i danno un po di latte , un po di uova , e così con la pazienza si guarisce. Dunque siamo il giorno 27 Ottobre 1918 l'anniversario in cui siamo scappati di casa e che abbiamo abbandonati tutti i nostri cari, s i pensa , s i piange e si dic e a lmeno si fosse anche noi là a soffrire con vo i e diciamo chissà per oggi un anno dove saremo, se saremo in loro compagnia A! mio Dio! dateci quella grazia che da voi tanto imploriamo e che sia finito il nostro sofrire che siamo molto aviliti.

A me zzanotte sentivo l e bombe

La guerra modificò in profondo sentimenti, comportamenti, si potrebbe dire ogni aspetto dell'esistenza, in particolare della generazione, di cui parlano sia Graves sia Remarque, passata direttamente da/l'adolescenza alle trin cee, che si trovò a fine conflitto a dover costru ire una vita a partire da un 'esperienza traumatizzante che non aveva preparato ma semmai alfonta -

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nato dalla vita civ ile . Così, in queste pagine di Graves (Addio a tutto questo, c ii. , pp. 334 -336), i traumi p s icologici si sommano a una condizione socia le drammatica che caratterizz ò il dopoguerra d e ll'inte ra Europa.

[Subito dopo la guerra] non solo mancavo di qua lsiasi esperienza di vita civ ile indipendente, dato che e ro pa ssa to dire ttam en te dalla scuol a all ' esercito : la mia mente e i m iei nervi erano ancora predisposti per la guerra. A mezzanotte sentivo le bombe piovere sul mio letto , anche se lo dividevo con ancy ; di giorno uomini sconosciuti prendevano il vo lto di amici che erano stat i ucci s i . Quando mi sent ii abbastanza in for ze da arrampicarmi sulla collina dietro Harlech e ripercorrere la mia zona preferita , non pot e i impedirmi di ve derla come un ipotetico campo di battaglia. Mi ritrovai a elaborare problemi tatt ici, pianificando il sistema migliore per difendere la val le de l corso s uperiore de lI ' Artro da un . attacco dal mare, o il luogo più adatto per piaz zare una Lewis se avessi dovuto tentare di prendere la fattoria di Dolwreiddiog dal ciglio d ella collina , o la copertura più efficace per la mia sezione di granate da fucile. Avevo ancora l 'abitudine militare di requisire qualunque cosa di proprietà incerta che trovassi in giro, e anche una certa difficoltà a dire la verità: quando mi veniva rimproverato qua lcosa, ero sempre portato a cavarmela mentendo, come nell'esercito. Va lutavo la mia s ituazione attuale applicando i criteri con cui si sceglieva un acquartieramento o si occupava una trincea: cibo, provviste d ' acqua , possibili pericoli, comunicazioni , aspetti sanitari, riparo contro le intemperie, combustibile e luce: spuntavo ogni voce giudicandola so ddi sface nte .

Sopravvivevano altre abitudini sparse del tempo di guerra, come fermare le auto per chiedere un pa ssagg io , parlare senza imb a ra zzo coi compagni di v iaggio nel le carrozze ferroviarie , e sbottonarsi sul ciglio della strada senz a vergogna , chiunque ci fosse nei paraggi . Inoltre avevo conservato la m ia tecnica di resistenza: una brutale determina z ione a po11are a termine le cose in qualche modo , qualunque modo , senza finezze , limitandomi agli aspetti principali di ogni s ituazion e . Ma se non altro attenuai la sfrenata volgarità del mio linguaggio . La difficoltà maggiore stava nell'affrontare il problema dei sol di [ ... ]

Molto magro, molto nervoso, e con quasi quattro anni di sonno arretrato da recuperare, aspettavo d i star ben e a sufficienza per andare a Oxford con l'assegno di studio del governo Sapevo che sarebbero passati anni prima che potessi affrontare qualcosa di più di una tranquilla vita di campagna. Avevo parecchi problemi : non riu sc ivo a usar e il telefono [per un a violenta scossa elettrica presa in guerra , usando una linea co lpita da un fulmine], stavo male

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ogni volta che prendevo un treno e vedere più di du e perso ne nuove in un giorno mi impediva di dormire Mi vergognavo di essere un peso per Nancy, ma avevo giurato il giorno stesso della mia smobilitazione che non avrei più preso ordin i da nessuno per il resto della mia vita. In qualche modo dovevo guadagnarmi da vivere scrivendo.

Dis orientati pe r se mpr e

Le pagine.fi,nali di uno dei romanzi più famos i su l primo conflitto mondiale - Eric Maria R emarque, Niente di nuovo s ul fronte occidentale (Milano, Mondadori, 19 79, ed. orig. 1929) - ci riportano alla tragedia di un'intera generaz ion e senza "radici " e "sp e ranze". La guerra, cosi, non fini sce nel I 91 8, ma inv este con l e sue conseguenze i d ecenni successivi, profondamente influenzati, nei compo rtam en ti individuali e collettivi, dallo sconvolgimento vissuto.

È l ' autunno. Dei vecchi compagni non siamo più in molti qui . lo sono l ' ultimo dei sette che venimmo insieme dalla scuola

Tutti parlano di pace e di armistizio . T utti aspettano. Se anche questa volta fosse una delusione , guai; le speranze son troppo forti, non si possono più rintuzzare senza farle esp lodere. Se non sarà la pace , s arà la rivolu z ione.

Mi danno due settimane di riposo , perché ho resp i rato un po' di gas. Siedo in un piccolo giardino, tutto il giorno al sole. L'armistizio viene tra poco, ora lo credo anch ' io. Ce n ' andremo a casa

Qui i mie i pensieri s ' interrompono e non vogliono fare un passo innanzi. Ciò che mi trascina e m ' attira, sono dei sentimenti. È bramosia di v ita, è nostalgia de ll a mia casa, è il sangue che pulsa, è l ' ebbre zz a di essere salvo; ma non sono propositi definiti .

Se fossimo tornati a casa nel 1916 , dal dolore e dalla for z a delle nostre esperienze si sarebbe sprig ionata la temp esta . Ritornando ora, siamo stanchi , depressi, consumati, privi di radici, privi di speranze, non potremo ma i più ripre ndere i l nostro equilibrio. E neppure ci potranno capire Davanti a noi infatti sta una generazione che ha , sì, passato con noi questi anni , ma che aveva già prima un focolare ed una profes s ione, ed ora ritorna ai suoi posti di un tempo , e vi dimenticherà la guerra ; dietro a noi sale un'altra generazione, s imile a ciò che fummo noi un tempo; la quale ci s arà estranea e ci spingerà da parte oi s iamo inutili a noi s tessi Andremo avanti , qualcuno si adatterà , altri si ra sseg neranno , e molti rimarranno di sorientati p e r sempre; pa ss eranno gli anni, e finalmente scompariremo.

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Ma forse anche questo che penso non è che malinconia e s marrim e nt o; forse sva nirà quando sarò so tto i miei pioppi, e ascolterò il mormorio del loro fog li ame . on può essere del tutto sco mparsa, quella te n e re zza che ci turbava il sangue , qu e ll ' inc e rtezz a, quell'inquietudine di c iò che dove va giungere, i mille vol t i d ell'avveni re, la melodia dei sogni e dei libri , il fr u scio lontano, il presentimento d ella donna: non pu ò essere sco mparso tutto que sto sotto il fuoco tambureggiante, ne lla disperazione , nei bordelli di truppa.

Gl i alberi qui s pl e nd ono var iopinti e dorati , le bacche de l sorbo rosseggiano tra il ve rd e, le strade corrono bianche ve rso l ' orizzonte e le ca n tine sembrano alveari ronzant i per le voc i di pac e.

Mi alzo : sono molto con tento. Vengano i mesi e g li anni , n o n mi prenderanno più nulla. Sono tanto solo, tanto privo di speranze che posso g u ardare dinanzi a me se nza timore . La v ita , che mi ha portato attraverso qu esti anni, è ancora n e ll e mi e mani e ne i miei occhi . Se io abbia potu to dominarla , non so . Ma finché dura, essa si cercherà la sua strada, v i consenta o non vi consenta quell'essere , che nel mio interno dice " io ".

Egli cadde nell'ottobre /918, in una g iornata cos ì calma e silenziosa su tutto il fronte, che il bollettino del Comando Supremo si limitava a queste parole : "Niente di nuovo sul.fron te occiden tale"

Era caduto con la testa in avanti e gia ceva sulla terra, come se dormisse. Quando lo vo ltarono si vide che non doveva aver sofferto a lungo: il suo volto aveva un 'espressione così serena, quas i che.fosse contento di finire così.

Due eredità della guerra

Ettore Conti appartiene a una generazione diversa da que lla travolta direttamente dalla guerra: nato nel i 87 i , dopo aver studiato a Milano ingegneria ed essersi specia lizzato presso l 'istituto di e l ettrotecnica "Carlo Erba ", fece una brillante carriera nella Ediso n, per poi dive nire egli stesso imprenditore. Con la guerra le sue società crebbe ro ulteriormente, ed egli, riconosciuto quale uno dei maggiori rappresentanti de/L'industria elettrica, entrò afar parte della Commissione tecnico-amministrativa per le industri e di guerra. L e sue osservazioni delineano efficacemente lo sconvolgimento socia l e dovuto al conflitto e due opposte reazion i: da una parte un "simpatico lavoratore e sp irito mite e coscienzioso", spezza to neL/ 'intimo dagli orrori vissuti; dal! 'altro un uomo che parla "di nemici ammazzati col maggiore entusiasmo" e che desidera,finito il conflitto, una "v ita avventurosa". Un mondo che se n'è

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andato mentre, pare suggerire Conii, il nuovo non promette nulla di buono (Ettore Conii, Dal taccuino d i un borghese, Milano, Garzanti, 1946).

23 giugno 1918

A pochi g iorni di di stanza ho ricevuto due v is ite di soldati reduci d a l fronte. Dapprima mi è ve nuto a trovare il Pino, nostro giardiniere a Galbiate, s impati co lav oratore e spir ito mite e co s c ienzioso. Aveva assistito alla rotta di Caporetto; poi, chiamato a far parte di nuo ve unità , aveva partecipato ad azioni sull'altipiano di Asiago dove si sono riacquistate importanti posizioni e fatto qualche migliaio di prigioni eri. Dice che anche al fronte hanno se ntito le prove di affetto e di :fiducia delle r et rovie , ciò che ha contribu it o a ingagliardire lo spirito aggressivo dei soldati. Ma quel bravo figliolo mi ha fatto una ben do lorosa impressione; gli orrori ai quali ha assistito , principalmente durante la rotta , i cadaveri che ha dovuto trasportare , le fucilazioni, le d istr uzioni, non gl i escono dalla mente; spesso si commuove; talora piange per un nonnulla: non è più l ' uomo di prima. Sogna di riprendere le sue antiche placid e occupazioni; ma capisco che ci vorranno anni prima che torni ad essere quel gaio e forte lavoratore che avevo conosciuto.

L'altra visita la ho avuta da un mio intelligente montatore: costu i , anche da borghese , ottimo operaio, attivo, energico, era però un tipo di simpat ic o capo - scarico , amante delle compagnie allegre e dell e be lle raga zze ; si era fatto mettere tra gli arditi; ha preso parte alla resistenza che abbiamo opposta al violent issimo attacco che g l i austriaci hanno sferrato dal Tonale a l mare , forse cred e ndo di approfittare de l collasso della Russia . Mi assicura , ed io gli credo , che sull'Altipiano di Asiago è stato fra i primi a contrattaccare vittoriosamente , e che è proposto p er una medaglia. Parla di cannoni, di bomb e a mano, di nemici ammazzati col maggiore entusiasmo . Ri c hi esto che cosa conta di fare dopo la v ittoria, non mi nasconde che i l mestiere del montatore elettricista non g li sorride più e che sogna una vita avv e nturosa.

Mi sento rattristato Temo che la ricostruzione d e l dopo guerra sarà dura , e mi domando se i vantaggi c h e otterremo dalla vittoria, c i potranno compensare di tutto quello che la guerra distrugge, e non soltanto nel campo materiale o ne ll e stesse vite umane. Meglio non pensarci ; limitiamoci a mantenere viva la fede no stra e l'altrui.

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I CADUTI, IL LUTTO E LA SUA ELABORAZIONE

Quando la "ge neraz ione del 1914,, affrontò il fuoco, scoprì a sue spese che anc he il nemico sparava e uccideva un grande numero di commilitoni. Infatti, mentre nei precedenti conflitti si erano viste decine di migliaia di morti , ne ssuno negli eserciti di massa del 19 l 4 era preparato a confrontarsi con i mil io ni di morti di quella che venne anche chiamata "guerra europea" 1 •

Quasi nessuno ne aveva previ sto la durata, ufficiali e so ldati preferivano illudersi che avrebbero festeggiato il Natale a casa, mentre la letalità delle nuove armi era stata ampiamente sottovalutata; nelle precedenti guerre i morti non av evano avuto dei cimiteri a loro dedicati e spesso ven ivano sepolti in fosse comuni o addirittura restavano insepolti. Pochi anche i monumenti , e il nuovo fenomeno della morte di massa in vestì le società europee che unirono il mito del giovane vo lontario in guerra a quello dei caduti da onorare2 •

Non era facile infatti accettare tanti lutti che co lpi rono la popolazione fin dai primi scontri con violenza inaspettata : in primo luogo è psico logicamente difficile per i genitori accettare la morte, anche se in guerra , dei propri giovani figl i, e questa era la norma in quel 19 153 L'accettazione della morte di ve nne una necessità piscologica di massa e con essa si affermarono riti e comportamenti largam e nte influe n z ati dalla cultura cristiana dell 'Europa, come il portare il lutto, una pratica che si andò attenuando nella Lon dra di quegl i anni, tanto era frequente la perdita di giovani vite4 • La morte in battaglia implicava spesso che ai parenti fosse negato il rito della sepoltura e una tomba da visitare ; memoria persona le e memoria pubblica così finirono per intrecciarsi finché la secon da non subì l'intervento esterno e interessato dei govern i, in particolare in Italia dove il nuovo regime mussoliniano ritenne che "non è [più] tempo di sto ria, ma di miti" 5 •

Si mise mano allora alla "memoria di bron zo e di ma1mo" che dilagò in tutta la penisola, beninteso anche per rispondere alla necessità di "placa re l ' angoscia dei superstiti" ma anche per costruire il mito della " nuova Ita li a". Del resto il proliferare di monumenti e luoghi del ric o rdo si ri sco ntra in tutta E uropa , ad esempio in Francia furono 30.000 i monumenti eretti alla memoria dei soldati cadu ti , ma questo avvenne i n maniera analoga negli altri paesi che avevano combattuto, spesso elencando pubblicamente in ordine alfabetico i caduti i ndipendentemente dal grado , rendendo così omaggio al semplice fante che aveva perso la vita in quel massacro e urop eo di massa .

Tcaduti italiani ne l complesso furono il 3,5% della popolazione e il 12,7% dell'esercito mobilitato operante, e s u queste cifre Piero Del Negro calcola che gli ufficiali di complemento caduti siano stati il 15 ,9% , una percentuale supe riore a quella de i caduti complessivi rispetto ai militari operat ivi 6

CAPITOLO 4
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Qu est i caduti , in genere a bbastanza giovani e spesso alla testa dei propri sol d ati nei combattimenti , furono anche quelli che divennero fin da subito oggetto de l lutto dei fam iliari e degli amici, ch e spesso dedicarono loro pubblicazioni private , opu sc oli che Janz ha scovato n e lle bibliote che e negli archi v i e ch e riguardano una frazione relativamente picco la dei caduti , cioè 1.450 so ldati. Queste pubb li cazioni costituiscono una te st imonian z a rilevante di come la popolazione ita liana abbia affrontato già ne l corso della guerra il problema di acce ttare la morte di un giovane congiunto senza avere avuto la possibilità né di comprenderne le ca u se , né di essere prese nte alle esequie, rituali che costituiscono una parte non trascurabile della liturgia ch e l 'E uropa utili zza nel processo psicologico legato al culto del caduto.

A ss istiamo oggi a una ripresa di in teresse nei confronti de i propri car i , parenti lonta ni mo11i nel conflitto, p e r cercare di farsene un a ragione anc h e se di loro è rimasto un ricordo tramandato, oppure di concittadini caduti sul campo di battag l ia per i quali si sente la nece ss ità di dare un se nso alla perdita , in general e con una condi v isione pubblica d e l lu tto e un senso di riconoscenza per il sac rificio Sì , perch é "o ltre a ricordare, ci si chie d e se sia o meno giustificata " 7, una domanda non da poco che nell ' Ttalia del primo dopoguerra a v rebbe potuto pro v ocare conseguenz e politiche per chi la guerra ! 'aveva vo luta .

Durante il confl itto e s ubito dopo, vi fu la rice rca di uno scopo che rendes se

Piazza Contarena a Udin e, 4 no ve mbre 1935: co rteo delle cin quecento salme traslate da vari cimite ri di guerra al Te mpio Ossa rio (Stud io Brisigh elli), in Archivio Friuli , Fototeca d ei Civici Musei di Udine
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sopportabile il dolore , sicché non furono rari i casi di personagg i famosi che in preda al tormento affidarono la propria inquietudine alla costruzione di una statua o di un monumento, come nel caso di qu e llo d e dicato al figlio Roberto di Margherita Sarfatti, volontario neppure diciottenne caduto sul Col d'Echele a fine gennaio 19188

La diffusione dei monumenti, delle lapidi, d e i nomi, il meccanismo del Milite lgnoto 9 soccorrono questa necessità pubblica, dando allo stesso tempo alla politica l'occasione per sfruttare a proprio vantaggio i profondi sentimenti legati alla elaborazione de l lutto.

Ma resta poi la dimensione più privata della pubblicazione commemorativa, che ha una sua dignità e un suo significato in un ambito particolare , in un microcosmo sociale come può essere una università o un istituto superiore di riconosciuta fama, specchio di una parte della società che ha dato s p esso in maniera volontaristica (intendiamo il termine nel senso di Adolfo Omodeo) il proprio contributo alla vittoria del regno d'Italia nel. 19 I 8. Pubblicaz ioni che offrivano l'opportunità di contatti con altre famiglie che avevano subìto simili perdite e che contribuivano a dare un sostegno psicologico ai sopravvissuti nel difficile processo della metabolizza z ione del sacrificio.

Sacrifici di non poco conto, carriere spese altrov e p i uttosto che nello sviluppo di una società, dato che "se si considera che dall ' origin e al 1917 l'I -

Udine, trasporto nel Te mpio Ossario delle salme de i caduti, in Archivio Friuli, Fototeca de i Ci vici Mu se i di Udine.
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st i tuto aveva licenziato con diploma 855 alunni , e che gli ex-allievi caduti furono 90, si conclude che la guerra distrusse il I 0,5% di que ll a forza intellettuale e morale" 10 .

Contributo di sang ue non isolato n el sistema scolastico udinese , come mostra un'altra pubblicazione, gli studenti svolsero un ruolo importante nel combattere la guerra contro l 'Austria-Ungheria 11 • Si tratta , come ha notato Janz, di pubb li ca z ioni "primariamente a l servizio del lutto e non della propaganda e de ll a pedagogia patriottica", che non rispecchiano necessariamente la composizione na z ionale dell'esercito e d e i caduti, essendo fortemente concentrate nella part e se ttentrion ale de l paese, e che riguardano in buona percentuale ufficiali o aspiranti che, come abbiamo scritto, sono stati particolarmente presenti nella tragica statistica dei caduti di guerra.

Il Libro d'oro in onore degli alunni del R. Is tituto Tecnico di Udine caduti per la patria 1915-1918 ripubblicato in questo vo lum e s i in se risc e a pieno titolo nelle forme di commemorazioni a carattere dignitosamente privato , in questo caso di una piccola ma importante comunità culturale nella "cap itale della guerra". A sco rrere il Libro d 'oro notiamo che si tratta di un gruppo molto particolare di sol dati , p erlo più giovan i che sono stati chiamati alle anni,

Anno d i nascita, grado e c orpo di appartenenza dei 90 allievi del Regio

Istituto Tecnico ;,A . Zanon" caduti in guerra (r ielabo raz ione sulla base de l libro d'oro)

Anno di nascita 1885 1887 1888 1889 189 0 1891 1892 1893 1894 1895 1896 1897 1898 1899 [900 Totale 140 No caduti 3 ,, .) 4 2 l 4 8 8 12 13 12 8 6 5 I 90 Grado No caduti Soldat i 15 Sottufficiali 2 Uffic ia li 73 Total e 90 N o Corpo caduti Alpi ni 25 F an ter ia 22 A 11igl ier ia 16 Gen io l O Bersaglieri 6 Aviazione 6 Granat ieri 3 Sanità 2 To tale 90

assumendo, come era d'uso per i diplomati , un grado di ufficiale o sottufficiale che li esponeva maggiormente , nel dare l'esempio a i propri so ldati, alle offese avve rsar ie, confem1ando il dato citato fornito da Piero D el Negro. 61 studenti su 90 (il 67,7%) appartenevano alle class i comprese tra il 1892 e il 1897; vanno inoltre segnalati i dieci volontari ( molti in un gruppo di 90), tra i quali assume un va lore emblematico Ermanno Magrini , sottotenen te e medag l ia d ' argento, e il numero notevo le di morti per malattia (16 , pari a l 17 ,7% ) . Si tratta, in quest'ultimo caso , di un dato tota lm en te ignorato nelle statistiche ufficia l i (e rimandiamo a questo propo sito anche alle pagine pubblicate in questo volume di Comisso su ll a diffusione del colera tra i soldati).

li professor Roviglio, nell'introdurre il vo l ume commemorativo , fugò ogni dubb io: "son motti per la patria", rivo lgendosi specialmente ai giovan i, "c he siete la spera nza e la forza viva dell ' Italia futura"; a l di là delle rituali formule retoriche - che fanno parte del lessico coevo - la presenza di dieci volontari sugger isce quanto in questo mic rocosmo udinese che si era autodefinito "avamposto a l fronte orientale" la guerra fosse sen tita. Non solo, ma il Libro d'oro dà anche conto di una grande quantità di decorazioni: una medaglia d'oro , 34 d ' argento, cinque di bronzo e cinque croci al merito, oltre a 11 encom i, 56 riconoscimenti dunque, conferiti al 62 ,2% degli allievi. Si delinea così un gruppo molto motivato e deciso a combattere, che comprendeva anche sei aviatori, appa r tenenti alla nuova a1ma dotta e futuribile. Ad alc uni di queste le famiglie avevano già dedicato una pubblicazione i n memoria ed essi sono tuttora ric o rdati , come nel caso del tenente Rodolfo Rossetti , al quale è stato dedicato il volume Rodo(fo Rossetti dalle Tofane alla Bainsizza. A leggere le brevi biografie degli studenti caduti si ripercorrono così tutte le tappe più famose della Grande g uerra , dal Podgora all'Ortigara.

NOTE:

1 George Mos se, Fallen Soldie rs Reshaping the Memory of the World rVars , Ne w York, Oxford, l 990 , p. 50.

2 G Mosse , Fallen Soldiers , cit. p 44.

3 Ol iver Ja nz, 191 4 - 191 8. La prima gu erra mondiale, Tori no, Ein aud i , 20 14, p 353 e sg e Id. , Cordoglio e luito per una morte di massa , in Dizionario storico della prima gu erra mondiale, diretto da Nicola La banca , Roma-Bari , Laterza, 20 14.

4 Stép hane Audoin - Rouzca u e Annelle Becker, La violenza , la croc iata e il lutto. La Grande guerra e la storia d e l Novecento, Torino, Einaud i, 2002 , pp. 158 e sg.

5 Rivolto ad Angelo Gatti , c it a to da Giorgio Rochat , Mar io ls nenghi , La Grande guerra 1914 - 1918, M ilano , Sansoni, 2004. p 400.

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6 Piero d e l Negro, l'es ercito italiano, i volontari e i giovani nella Grande guerra, in Volontari italiani nella Grande guerra, a c ura di Fa bri zio Rase r a e Carn i Ilo Za dra, Rovereto , Museo s torico italiano d ella g u erra, 2008, pp. 25 e 43.

7 Rei nh art Kosel leck , I monumenti ai caduti come elementi fondatori dell'identità per i sopravvissuti, in Ce nt ro internazionale di st udi di arch itettura And r ea Palladio. In cima. Giuseppe Terragni per Margh erita Sarjatti. Architelfure della memoria nel '900, a cu ra di Jeffrey T. Schnapp, Venez ia , Marsilio , 200 4 , p p. 25 - 35.

8 ldem .

9 Em ilio Franzina, Storia (quasi vera) del milite ignot o , Roma, Donzell i , 2014

1°Così nel volume , promosso d all ' Assoc iazione Zanon Am ico, Mario Blaso n i, G ianfranco Ellero (a c ura di), Zanon dal 1866. Anni di storia e cronac a, 2010 (s econda e di zione) , p . 77.

11 Sui giovan i mort i in guerra dell'altra gra nd e scuo la di Udine rimandiamo a: Il R. Liceo e Ginnasio "Jacopo Stell ini " di Udine a ricordo de'suo i insegnanti e studenti c aduti in guerra (I 915 - 1918)(s. l. , s.e , [ I 920]), che ri corda due docenti (F rancesco D use, doce nte di d iscip l ine le tterarie, e Pasqua le Pomarici , docente di e du cazione fis ica) e 25 studen ti . De g l i s t uden ti caduti si in ter essò a p iù ripresa la stampa, e a ltre pu bb l icazioni furono s p ec ificame nte loro d esti nate.

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LIBRO D'ORO

IN ONORE DEGLI ALUNNI DEL R. ISTITUTO
DI lIDINE CADUTI IN GUERRA 1915 =1918 143
TECNICO
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IN ONORE DEGLI ALUNNI DEL R . ISTITUTO TECNICO DI UDINE CADUTI PER LA PATRIA 1915~1918 ======@======·-144
LIBRO D'ORO
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Ego ne immortalitatem quidenl ac~ oipiendam putarem contra patriam; et eos qui pro repub!ica vitam reddidcr-unt nunquam mo rtem potius quam immortalitatem nssec1.:tos putavi. CICERONE.

!( presente albo cl' onore e fa tavola marmorea

c/je rammemora i giovam: già alunni cli quest' !sti; tuto Tecnico, caduti pe r fa libertà e gra ndezza de/,, f Italia, devono considerarsi adun temp o come ricordo, omagg io ed esempio : ricordo, che imprima nei cuori dei futuri cftfensori de/fa t erra nostra i nomi sacr i c1t· c oloro che per essa cftedero fa v ita ; omaggio che att esti fa riconoscmza c1t· tutti no,: che per virtù for o vecfe.mmo salva fa patria eia! danno i? cfaf!a vergogna cfeffa sconfitta, vedemmo unili .finafmenti?

intorno a 1111 solo vessillo, mtro i confini segnati da D,o, tutti i figli cfe(f'antica madre; esempio che in# segni a noi ed a/ vPntur/ cGe fa libertà si acquista e s/ conserva soltanto con fa spada salda nel pugno, con !'animo pronto a! sacrifido supremo.

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DISCORSO DEL PROF. DoTT. A. ROVIGLIO ORDINARIO PER LA STORIA NELL'ISTITUTO !======®====== 147

Signori; carissimi giovani:

Son morti per la patria. Questa semplice affer• mazione è il migliore degli elogi; altro non ci sa• rebbe da aggiungere. Già un grande poeta, sebbene in tempi molto lontani e diversi dai nostri, aveva sentenziato ess.ere dolce e nobil cosa morire pe r la patria. Se dolce non so, ma nobile è certo e che in alcuni casi sia un dovere che non consente titu• banze è certissimo.

La devozione alla patria è uno dei più grandi, dei più sacri doveri degli uomini liberi; del quale il sentimento è tanto più forte, q~anto più alto e cosciente è il sentimento della propria qignità e fierezza e indipendenza . Non è la patria, come aJ. cuni affermano con presunzione di sapi~nte modernità, un' astrazione vana di tempi ormai superati, un argomento vieto di retorici discorsi , un' ingannevole maschera d'. interessi di classe ; la patria in verità rappresenta materialmente, moralmente, concettualmente, quanto vi ha di più nobile e caro e

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prezìoso per chi non è disposto a servire, per chi vuole liberamente svolgere la propria attività nel· l' adempimento dei doveri che gli spettano come uomo e come cittadino. La storia di tutte le grandi nazioni e particolarmente della nostra prova la ve• rità di quanto ho affermato. Onde non a torto il Foscolo incitava gli italiani allo studio della loro storia. « Io vi esorto alle storie, egli esclamava, per• chè niun popolo più di voi può mostrare nè più calamità di compiangere, nè più errori da evitare, nè più virtù che vi facciano rispettare, nè più grandi anime degne di essere liberate dall' obblivione da chiunque di noi sa che si deve amare, difendere ed onorare la terra che fu nutrice ai nostri padri ed a noi e che darà pace e memoria alle nostre ceneri». Queste parole ammonitrici del nostro grande poeta, che pur tra debolezze ed errori molto dolorosamente scontati ebbe per la patria i palpiti più ardenti del cuore ; queste parole, dico, pur troppo, mo lti italiani sembrano ora avere dimenticate, come se la storia nostra quasi tre volte millenaria, la storia più grande che popolo mai sulla terra abbia vissuta, sia d' un tratto caduta dalla memoria degli uomini, siasi, dirò così, dileguata come evanescente fantasma. E questo accade dopo uno sforzo poderoso compiuto dalla nazione italiana, sforzo meraviglioso anzi e tale che se non fosse già una realtà storica, sarebbe acidi· rittura incredibile ove si pensi alle condizioni psico• logiche, mili t ari ed economiche dell'Italia allorchè s'iniziò l'ultimo immane conflitto. Perchè bisogna

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tenere ben presente che da poco più di cinquanT t' anni la patria è risorta ad indipendenza ed unità, dopo tre secoli di obbrobriosa servitù. E come le fortunose vicende di questa nostra terra so~o nel loro complesso ciò che di più grande è avvenuto nel mondo, così i particolari avvenimenti del risorT gimento nostro non hanno riscontro nella storia di nessun altro popolo; sono unico esempio della meT ravigliosa azione di una non numerosa schiera di eroi, che con la virtù del sacrificio seppero ridare vita, dignità, potenza a un volgo disperso che non aveva più nome.

Se, o giovani - mi rivolgo specialmente a voi che siete la speranza e la forza viva dell ' Italia fuT tura - se, dico, risaliamo alle origini del nostro ri T sorgimento per seguire il corso degli avvenimenti che conduss e ro l' Italia alla liberazione dal dominio straniero e all'unità, siamo colp iti da un fatto che può parere strano ed essere interpretato in senso non favorevole alla· nazione nostra.

E mi spiego. Erano gli italiani, io domando, quando ricomparvero sulla scena della storia, riusciti a vinT cere la prostrazione morale in l oro generata da ben tre secoli di servaggio ? erano essi, cioè, maturi alla libertà, degni di goderla? Le contum e lie onde erano fatti segno dagli stranieri gli Italiani, delle quali alcune sono rimaste famose, come ad esempio: « L'Italia è la terra dei morti », «L'Italia è un'espressione geografica », « Gli Italiani non si battono»; ques t e contumelie, rip e to, e rano soltanto manifestazioni

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della malevolenza degli stranieri a nostro riguardo, o rispondevano alle reali condizioni dell' Italia di quel tempo ? Che quelle insolenti parole rjspondessero, sia pure in parte, alla verità, pur troppo, non si può negare. Un simile giudizio, ma naturalmente con· ben altri intendim e nti, avevano manifestato, in tempi diversi, insigni scrittori nostri e infatti non aveva, per esempio, il Machiavelli, con parola infiammata dal dolore e dallo sdegno, pianto l'Italia « più schiava che gli Ebrei, piµ serva che i Persi, più dispersa che gli Ateniesi, senza capo, senza ordine, battuta, spogliata, lacera, corsa?» e il Guidiccioni non aveva pure lamentato nei suoi versi le sventure della patria non men serva che stolta; e il Filicaia, più tardi, nel celeore sonetto, a tutti noto, non aveva egli ancora deplorato che l' Italia fosse ridotta a servir sempre, o vincitrice o 1J111ta? E dimenticheremo l'a• postrofe sdegnosa del profeta del!' Italia risorta :

« Ahi fiacca Italia, d'indolenza ostello, Cui niegan corpo i membri troppi e sparti Sorda e muta ti stai ritrosa al bello ? »

E ancora, non aveva il Foscolo ch iamato fortu• nata Fi re nze pe rchè serbava raccolte in un tempio l' itale glorie « ... . uniche forse (dolorosamente esclamava) da che le mal vietate Alpi e l' alternaOnnipotenza delle umane sorti - Armi e sostanze t' invadeano ed are - E patri a e tranne le memorie, tutto ? » Tra gli stranieri adunque che insolente· mente gettavano io faccia ai padri nostri le infelici

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sorti della patria e gli scrittori ricordati c' è differenza di sentimento, non di giudizio.

Ma se gli Italiani, quando suonò l'ora del riscatto, non erano nel!' immensa maggioranza peranco maturi alla liber tà, come avvenne, è naturale si ch ieda, la grande resurrezione ?

Avvenne , rispondo, per vi r tù dei nostri martiri; piccola sì, ma meravigliosamente eroica schi era ; piccola, rip eto, e potrei dire anche piccolissima, ove si pensi ai molti milioni di abitanti che già popolavano l'Italia. Eppure, qualcuno ·potrebbe obbiettare, numerose erano da noi le sette che miravano alla libertà d'Italia e numerosi gli affiliati a ciascuna di esse. Certamente ; ma giovarono esse in realtà alla resurrezione nostra ?

È noto il gi udizio del Foscolo in argomento:

« A rifar l'Italia bisogna disfare le sette ». C osì cominciava il suo studio intorno alla servitù dell'Italia. « Potrebbe, egli continua, se non disfarle re-primerle il fer ro straniero; ma allo straniero giove rà prima istigarle, onde più sempre sig noreggiare per mezzo d' esse I' Italia » . E ancora: « Le sette ama~o l' ozio scioperatissimo e gridano pace; tendono a divorarsi fra loro e provocano sempre il ferro dello straniero. E se alcune di loro bramano, o mostrano bramare la pubblica libertà, vorrebbero sempre dominare sole sugli altri».

11 Carducci su tale ar gomento scrisse che quando il 'Foscolo proferiva ,1 motto così c aro aipappagaffi tro11 vide c/je un fato d e ffa cosa e passionatamente,

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ma si accetti o no l'attenuazione del Carducci, res ta sempre il fatto, certamente non senza valore, che il Foscolo. vissuto al tempo della grande fioritura delle sette, dava di esse così sfavorevole giudizio. E quando pare si voglia lasciar da parte tale giudizio, noi domandiamo : quanti fra gli ascritti alle sette erano pronti a sacrificare se stessi per redimere l' Italia? pochi, pochissimi anzi, come i fatt i mostrarono ; ma la virtù del sacrificio appunto era il porro unum necessarium alla redenzione della patria. La causa dei popol i - esclamò nel!' imminenza del patibolo Enrico Tazzoli - è come la causa della religione ; non trionfa che per virtù di martiri » e Tito Speri a sua volta : « Gesù ha santificato la Croce, noi nobiliteremo le forche » e Carlo Montanari, presago della prossima funesta sentenza, uscì in queste parole: « Se fossi sicuro che fuggendo mi fanno re d'Italia e restando m'impiccano, resterei lo stesso ... » la diserzione avvilisce la causa che si serve 1 onde ben scr isse il Carducci rispetto al nostro riscatto che mai unità cli nazione fu fatta per aspirazioni cli più g",-ancl,' e pure intelligenze, 11è con sacrifici c1,· più 110/3//i e sante anùne Ma, pur troppo, noi siamo abituati a considerare gli avvenimenti umani con criteri materialistici, trascurando cioè quasi del tutto i l fattore spirituale. Ed è questo un errore fond amentale, dal quale derivano infiniti altr i; da ciò la disparità di giudizio sui medesimi fatt i da parte degli storici anche fra i più dotti e geniali; da ciò l' inspiegabilità logica di avvenimenti che si svolgono

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in modo del tutto contrario ai ragionamenti, alle previsioni considerate per un momento le più assennate ed acute. E passando dal generale al particolare cioè al nostro risorgimento, noi non pos.. siamo spiegarcelo se non tenendo sempre presente il fattore spirituale. E iofatti gli avvenimenti militari che si sogliono considerare come decisivi nelle lotte internazionali, influirono ben poco sul risultato finale; risultato veram ente grandioso e non certamente in armonia con i fatti militari dei quali apparve la conseguenza Come spiegare questa contraddizione ?

Ecco: il fatto, l'apparenza materiale talvolta nulla significa ; una luce spirituale invece illumina meravigliosamente tutto.

Una battaglia vinta o perduta può non aver peso alcuno sull'esito finale, laddove il· sacrificio silenzioso, oscuro di un'anima può generare il trionfo. Qualcuno penserà che una tale concezione della storia è in piena opposizione con quella oggi prevalente ed è vero; qualche altro scetticamente e fors' anche beffardamente sentenzierà: misticismi di anime deboli ; giudizio sommario, secondo me indubitabilmente errato.

Ad. ogni modo voi avete ben capito, o giovani, che appunto per questa via solitaria io voglio guidarvi con trepida, religiosa devozione, alle are dei nostri martiri. Risentiamo qualcuna di quelle voci benedette: « Dopo Dio non v' ha cosa che io non sacrificassi volentieri per la mia patria - scrive il

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T azzoli, il martire più eroico, forse, di tutto il nostro risorgimento - Oh! l'Italia, egli continua, è la base di tutti i miei castelli dorati; sono sogni ma mi fanno bene ... .Ma l'Italia non è un sogno: ho fede, fede viva che un di o l'altro sarà grande e felice e dal Cielo io gioirò del suo bene» . E due giorni prima di sa• lire il patibolo, nel dare gli ultimi consigli 2 un ni• pote, il T azzoli stesso scriveva: «Ama la tua patria . ... amala assai e sii pronto a sacrificarti per essa ». Le ultime lettere del T azzoli ai suoi congiunti sono così ammirabili per elevatezza di sentimenti da dover pensare che figura più grande, più pura di martire della patria mai possa essere esistita. Ma se il T az. zoli in modo particolare si distingue, altri martiri gli stanno accanto ben degni di lui.

E a capire la loro grandezza spirituale, basta CO· noscere solo poche frasi che essi pronunziarono o scrissero nell ' imminenza dell'ora suprema. Il sacer• dote Grazioli, ad esempio, così ebbe a dire: « Noi vogliamo stringere i venti milioni che popolano le terre d'Italia attorno a una sola bandiera; noi vo• gliamo che per il bene d'Italia il nostro intelletto sia libero, libera la nostra parola, potente l'opera nostra» . E Pietro Fortunato Calvi: « Piuttosto che rinnegare i santi principii sui quali riposa la causa della libertà d' Italia subisco lieto la morte ». E Tito Speri, cinque giorni prima cl' essere impiccato, fra molte altre cose, scriveva a Tarquinia Mas· sarani: « Dio e l'Italia! questo sarà il mio voto

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perpetuo ed estremo; la fo , .... a vrs e farà impallidire la mia carn~, ma l'anima non mai, me lo creda : non lo dico per millanteria, ma per intima convinzione, per sentimento veramente spontaneo Quando verrà il giorno desiderato d~lla emanciy pazione, s'adoperi perchè i nostri concittadini facy ciano raccogliere anche le mie con le. ossa dei miei compagni per riporle in un luogo ombreggiato cariy tatevolmente col simbolo della religione di Cristo ».

E il 2 marzo, alle 10 della sera, cioè poche ore prima di subire il supplizio, con una serenità veramente superiore all'umana, lo stesso Speri così scriveva ad Alberto Cavalletto, il patriotta nobilissimo, pure duramente provato dal carcere austriaco: « Nella mia vita ho qualche volta gustato delle gioie, ma te lo assicuro, in confronto a quelle che provo in questi mome~ti, esse non furono che misero fango .... io non so come tutti gli uomini non si persuadano a farsi impiccare. Tu crederai che io esageri o sia impazzito; no;.... sento prevalere in me il principio spirituale in tal modo che sospiro il momento di liy berarmi dalle torture ·del corpo e volare finalmente nelle braccia di colui dal quale sono disceso.... Fi y gurati che nel momento in cui ti scrivo, se toccassi con mano che con un pugno soltanto potrei liberarmi da quella che chiamasi forca, non lo farei: te lo giuro : è cosa incredibile, lo capisco, ma è cosa altrettanto vera». E basta quanto ho riferito per p t,..ovare ad esuberanza, secondo il mio giudizio, come la virtù del sacrificio avesse operato in quel martire

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meraviglioso il miracolo della quasi piena spiritualiz• zazione. Di altri martiri potrei ricordare ' brani di !et• tere che non si leggono senza ammirazione e com· mozione vivissime, ma troppo mi dilungherei, onde mi limiterò a riferire ancora poche parole di una lettera che il ricordato Alberto Cavalletto scriveva alla propria sorella dal carcere di Mantova : « La carcere ha rafforzato e depurato il mio amore per Dio e la patria; sento che con l'aiuto di Dio e con l'esempio e col patrocinio del benedetto martire (cioè 7ito Spen) che tanto mi amò sulla terra e prega per me in cielo; sento di poter sostenere con fermezza ogni dolore e tortura e la stessa morte, che spesso mi si affaccia col più lusinghiero aspetto».

«

È anche questo, come gli altri ricordati - osserva il Luzio - un insigne documento d'eroismo d'altri uomini e d'altri tempi, che destano in noi, nipoti degeneri, un senso di rossore e d'invidia ».

Ma se il sacrificio di quei martiri ha riscattato la patria, il sacrificio recente dei compagni vostri, o giovani, ha contribuito non solo a salvarla da nuova rovina ma a portarne altresì i confini là dove da Dio furono segnati. Qualcuno di voi però pensando a recenti movimenti di plebi nostre, ad eccitamenti criminosi, a sacrileghe voci bestemmiatrici contro la patria, può forse essere turbato dal dubbio che il sacrificio dei nostri morti antichi e recenti sia per tornare vano nell'avvenire, che un'onda di barbarie stupida, pazzesca, delittuosa deva travolgere, som• mergere quanto di buono, di grande, di bello hanno

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creato nei secoli i padri nostri. No, non sarà così, siatene certissimi. La salvezza è in noi, anzi la sai~ vezza è in voi, dai quali dipendono le future sorti della nostra gloriosa terra. Voi non siete folla inco~ sciente; voi non ignorate quanto sublime virtù di sacrificio è costata la libertà di cui ora godiamo; onde. non potete dubitare un solo istante dell' avve~ nire della patria. Checchè facciano quelli che hanno l'anima avvelenata e vogliono avvelenare le anime altrui; quelli che · non sentono qua nte cose e care e belle e grandi significa questa sola, questa sacra parola: patria; certamente non prevarranno.

Fossero pure essi immensa legione e voi scarso manipolo non importerebbe; la sola forza numerica conta poco e talvolta nulla affatto; conta invece im~ mensam ente la forza morale; conta il voler vincere ad ogni costo la buona battaglia . I vostri compagni caduti che oggi commemoriamo sono più vivi che mai; essi formano una schiera formidabile; schiera di invisibili eppur operanti spiriti, che sarà al vo stro fianco possente, invincibile se la voce della patria vi chiamerà a difenderne i confini, l'onore, la gran~ dezza.

E un'altra cosa dovete tener ben presente: l'Italia non può fare assegnamento che sulle sole sue forze. Questo ha dimostrato in modo evidentissimo l' ul~ timo conflitto mondiale.

Entrata nella lotta per inelu ttabile necessità sto~ rica, ispirandosi a generosi ideali di giustizia e di libertà, dopo compiuto immenso sacrificio di nobi~

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lissimo sangue, l' Italia nostra si vide fatta segno dal malanimo di stranieri ingrati e gelosi alle accuse più strane e più stolte.

Ma non dubitate: la menzogna, la perfidia, l' in~ gratitudine possono trionfare soltanto per poco ; il tempo ristabilisce la ve ri tà e la giustizia immanca~ bilmente. Il presente per noi non è lieto; ma nostro è l'avvenire. Lo sentiamo noi, lo intuiscono coloro che mirano, ma invano, a sbarrarci la via. Il grande nostro destino sta scritto in un libro che non conosce tempo; la mano che l'ha segnato decide di tutti e di tutto; i suoi caratteri sono e t ernamente duraturi ed eternamente ve ri, chè, come dice il poeta, « . . . . sillaba di Dio ·mai si cancella ».

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ELENCO DEI CADUTI

Adam i Giovanni

Angeli Gio Batta, medaglia di bronzo.

Ange li Giuseppe

Ba l ett i G in o

Baraldi 'Pietro

Barbiani Attilio

Bassi Gio Batta, medaglia di argento.

Battigelli Luciano

Ber nardinis Armando, due medaglie d'argento, un encomio solenne e Croce al merito di guerra.

Bernardis Gio Batta

Bisutti Ugo

Blason i Erminio

Ilortolotti Serg i o

Bosari Ernesto

Canduss i Giovanni, Croce per merito di guerra.

Casa li Lui gi

Cella Mario

Comparetti Vincenzo

Concbione Adelcb i, medaglia d i bronzo

Dell'Arm i L uigi Gin o, medaglia di argento .

D'Andrea Bruno, medaglia di argento e tre encomi solenni.

De Fanti Lui g i

De Gasperi Gio Batta, due medaglie d 'argen to.

De Gasperi Luigi, medaglia d'argento

Del Fabro Val e n tino

Della Pietra Emidio

Del T or r e Carlo, Croce al me· rito di guerra.

Disnan Quattordicesimo

Domini Pietro, medaglia d'argento.

Dorigo Benedetto, due meda· glie d'argento una di bronzo e due encomi solenni

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Dorigo Dante

F.rrnac o ra Danilo

Famea Antonio fu Ugo

Fantini Mar i o Ferrarini Nereo, medaglia di argento.

Fogbini Aurelio

Fornera (de) Rodolfo, f11, elogiato

Foscolini Giuseppe

Gi anola P ie tro

Gi orgi Gianfrancesco

Gonano Luigi, med aglia di bronzo.

Gozzi Addo, medaglia d'arg.

Greguol Ern esto

Gussetti Pietro Luigi, medaglia d'arg ento

Iussigb Luigi

M.ag ri ni Ermanno, medaglia d'argento .

Marcovich Mar i o

Marsilio Gesulfo

Martina Lui gi, medaglia d'argento.

Marzuttini Guido, medaglia d'argento ed un encomio solenne.

Micoli Umb e rt o, medaglia di argento

Missio Camillo, medaglia di argento.

Mis s io Giuseppe, medaglia di argento

Missoni Antonio, encomio solenne

Missoni Mario

Monti G ui do, medcigtia d'oro.

Montico Ado lfo, medaglia di argento e cro ce per merito di guerra.

Montico Gi useppe, encomio so, lenne.

?.fo r assi Riccardo, medaglia d'argento

Mosca Bruno

Moschin i Giacomo, per onore citato ad esempio al Roll. di guerra del 9 novembre 1917

Novello Gia co mo, medaglia di argento.

Padovani Attilio, med. d ' argento .

Paroni Mario

P ec il e Giova nni

Per iz Leo ne , encomio sol enne dal Comando di Divisione e medaglia d'argento

Petr u cco Sev er ino, medaglia d'argento .

P l ateo Ugo, med. d'argento

Prampero (di) Bruno, medaglia d'argento

=== =::::--=--= 0 1======!
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Raber Luigi Amedeo

Raho Luigi

Rea Luigi, medagl. d'argento

Rea Renzo, medagl. d'argento

Rossetti Rodolfo, medaglia di argento.

Sant i Aldo

Sarti Noello

Sbuelz Adriano, Croce al merit-0 di guerra.

Scarpa Luigi, medaglia d'argento.

Screm Giacomo Gabriele

Scoffo Marino

Sormani Giuseppe, medaglia di bronzo e croce al merito di guerra

Spelladi (de) Rodolfo, medaglia d'argento.

Tomadoni Umberto

Tosolini Carino

Trevisan Gino

Turco Cesare

Vidal Bruno

Zancanaro Pietro, medaglia d'argento.

Zorzi Antonio

Zuliani Ugo

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ADAM I GIOVANNI

di Lorenzo, nacque a Cividale il 18 agosto 1897.Effettivo del 6" Reggimento Alpini ed aggregato al 46° Reggimento Fanteria, conseguì il grado di Sot• totenente. Morì a Budrio il 29 ottobre 1918 in se• guito a malattia contratta in guerra. Fr equentò questo Istituto dal 1913 al 1916.

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ANG ELI G IOVA NNI BATTISTA

di Umberto, Tenente del 6° Bersaglieri, nato a Cividale del Friuli il 7 ottobre 1891. Fu alunno di questo Istituto Tecnico dal 1907.908 al 1910.911.

Morì in seguito a ferita riportata in combatti• mento presso Plezzo il 17 settembre 1915.

Gli fu conferita la medaglia di bronzo con la seguente motivazione :

0 Decorato delta medaglia di bronzo al valore militare perchè, quale comandante di plotoo"e, usciva dalla trincea per incitare un drappello di tag1iafili ad avanzare verso i reticolati nemici, finchè cadde mortalmente ferito >.

Plezzo, 17 settembre 1915 - D. L ;2;2 luglio 1916.

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AN GELI G IUSE PPE

Tenente di fanteria, nato a Cividale da Umberto il 12 febbraio 1894. Nel 1914 conseguì presso il no~ stro Istituto Tecnico la licenza in Commercio e Ragioneria e frequentò dopo il 1° corso della Regia Scuola Superiore di Commercio di Venezia . Com~ battè valorosamente su vari fronti, rimanendo ferito per ben tre volte.

L'11 maggio 1918 egli perì per il siluramento del piroscafo « Verona » nello stretto di Messina, mentre stava per recarsi nella Libia.

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BALE TT I GINO

Sottotenente degli Alpini, nato a Maniago (Udine) dal fu Arturo l' 11 marzo 1893.

Freque.ntò questo Istituto durante gli a nni 191011 e 1911 •1.2.

Il 1.2 gennaio 1915 fu chiamato sotto le armi venendo ascritto ali' 8° Alpini, 9° Grup po, 692 '' Compagnia Mitraglieri Fiat, 52" Divisione. L' 11 giugno 1917 fu dichiarato disperso nel combattimento del · l'Ortigara.

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BARALD I PIETRO

di Ireneo, allievo ufficiale aviatore, nato a Oderzo (Treviso) il 18 gennaio 1899, morto a Foiano della Chiana (Arezzo) il 13 novembre 1917. Frequentò il nostro Istituto Tecnico fino alla quarta classe della s e zion e Fisico Mate matica. Iniziò il servizio militare con la chiamata del primo quadrimestre 1899 e fu assegnato al J° Reggimento Genio sezione telegra• fisti dal quale passò, a sua domanda, nel corpo degli aviatori. Fu prima a Caserta, poscia a Foiano della Chiana dove perdette la vita nel volo di brevetto in seguito ad un accide nte.

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BARBIANI ATTILIO

di Francesco, soldato 8° Reggimento Alpini, 16· Com• pagnia nato a Cividale il 17 maggio 1895, mori il giorno 31 agosto 1915 a Caporetto in seguito a ferite riportate a T olmino.

Partì volontario il giorno prima della dichiara• zione di guerra ali' Austria.

Frequentò questo Istituto Tecnico nell'anno sco• lastico 1914•15 nel primo corso.

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BASSI GIOVANNI BATTISTA

di Giacomo, Tenente di Fanteria, nato a Udine il 15 novembre 1892 .

Ot tenne nel 1910 la licenza in Commercio e Ragioneria presso il nostro Istituto T ecoico. Fu dopo allievo ufficiale nell' 84° Reggimento in Firenze, e prestato servizio quale sottotenente nel 2° Reggi~ mento Fanteria di stanza a Udine, scelta poi la carriera delle armi, compì con esito brillantissimo il corso presso la Scuola di Parma. Nei primi mesi di guerra fu promosso tenente e prossimo a raggiun~ gere il grado di capitano prese parte a sette com~ battimenti. Per I' azione del 19 luglio 1915 gli venne

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conferita la medaglia di bronzo. I1 24 ottobre 1915 fu colpito a morte sul Podgora, mentre incurante della propria vita osservava il tiro di una batteria avv ers aria .

Sopra la sua tomba i commilitoni collocarono una lapide con la seguente iscrizione: « li 24 ot~ to.in 1915 - nelle trincee d/pri'ma linea di Pocfgora - 1! piomoo nemico toglieva alfa Patria - f' eroico tenente G B. Bassi - R. I. P » .

La suddetta medaglia di bronzo porta la moti~ vazione:

< Offertosi volontari amente a guidare · pattuglie per la distruzione di reticolati mediante il briilamento di tubi espio s ivi, le animò con l'esempio, e _ ben c hè sotto in t enso fuoco nemico pers istè nel suo comp i to fino a che non l'ebbe adempiuto. Durante I' attacco guidò il suo ploto ne sulle posizioni nemiche con esemplare valore». • Podgora, 19 luglio 1915.

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BATTIGELLI LUCIANO

di Eugenio, na to a T reppo Grande (Udine) il 23 ottobre 1893, aspirante ufficiale al 4° Reggimento Alpini, Battaglione Intra, 7" Compagnia, mori in combattimento il giorno 22 ottobre 1915 a S. Lucia di T olmi no. Frequentò quest' Istituto negli anni 191M2 e 1912-13 nella sezione di A grimensura.

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BERNARDI N IS ARMANDO

di Stefano, nato a Udine il 6 dicembre 1896. Capi. tano nell' 8° Reggimento Alpini. Frequentò questo Istituto e fu licenziato dalla sezione di Commercio e Ragioneria nel 1913. Arruolatosi volontar10, frequentò la Scuola di Modena e fu nominato sottotenente il 1'' giugno 1915. Contemporaneamente fu inviato al fronte in Val Dogna ed assegnato alla 10" Compa• gnia Alpini. In seguito ad un atto di valo re veniva fregiato della medaglia d ' argento con la seguente motivazione :

« Con slancio, intelligenza ed ardire, sempre primo in testa al reparto, guidò più volte il proprio p lo tone ali' as. salto ed alla conquista di trincee nemiche, dando mirabile prova di valore personale. - Fòrcella Cianalot, 30 lugÌio 1915 ».

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Promosso tenente il 1" aprile 1916 dopo avere ottenuto un encomio solenne, il 23 agosto 1917, non ancora ventunenne, veniva promosso capitano.

Cadeva gloriosamente sulla Bainsizza il 29 a• gesto 1917. Fu decorato con una seconda medaglia d' argento con la seguente motivazione:

« Alla testa della propria compagnia si slanciava ani. moso ali' assalto di forti posizioni sotto il fuoco intenso di mitragliatrici avversarie, ferito a morte continuava ancora ad avanzare incitando i suoi con ra voce e con I' esempio, finchè cadde esanime,.

Alla sua memoria fu concessa la croce al me• rito di guerra.

Alla posizione del Pizzo Orientale sovrastante la trincea della quota 16oo, fu data in suo onore la denominazione di « Ridotta Bernardinis ».

Sulla sua tomba si leggono le due seguenti epi~ grafi:

PIÙ CHE IN QUESTA PIETRA SCOLPITO NEI CUORI NOSTRI

UFFICIALI E SOLDATI DELLA 70.a COMPAGNIA

È IL NOME DI ARMANDO BERNARDINIS CHE

ALPTNT

SOTTOTENENTE COMANDANTE DEL 3.o PLOTONE CON PRODIGIO D'ARDIMENTO

ESPUGNÒ QUESTA VETTA

IL 30 LUGLIO 1915

CATTURANDO AL NEMICO 5 UFFICIALI E 80 SOLDATI

LA GRANDE VITTORIA ITALIANA NEGLI ALTIPIANI DELLA BAINSIZZA VOLLE ASSURTO NEL SUO FULGORE

IL GIOVINE EROE

CAf'ITANO NON ANCORA VENTUNENNE CHE COLÀ CADDE

IL 29 AGOSTO 1917

E PIÙ NON MUORE

ALL'AMORE, ALL'AMMIRAZIONE, AL RICORDO DEI SUOI COJ\IMTLITONI

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BERNARDIS GIO. BATTA

del fu Luigi, n;;tto a Cividale l' 11 agosto 1887 fu licenziato dalla sezione fisico-matematica di questo Istituto e continuò gli studi presso l'Università di Bologna dove consegui il dip lo ma di farmacia e poi nel 1911 la laurea in chimica pura. Prima sottotenente di artiglieria in zona di guerra, fu promosso tenente quale addetto al laboratorio politecnico in Bologna dove mori il 22 marzo 1916 « in seguito a malattia dipendente da causa vera e propria di sei-vizio». (Comunicazione del Comando il Deposito del 5 11 Reggimento Artiglieria di fortezza).

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BISUTTI GUIDO

del fu Pietro, volontario ciclista, nato a Venezia il 27 novembre 1894, licenziato da questo Istituto nel luglio 1913.

Fu aggregato, in qualità di porta~ordini, all'un~ dicesimo r e ggimento fanteria, ch e soste nne i primi combattimenti alle falde del Pod gora. Con entu~ siastica fede disimpegnò valoro s amente il compito pericoloso e difficile mostrandosi instancabile ed audace Apertosi in Cormons·uno dei prjmi corsi di guerra per ufficiali, volle parteciparvi, ma l'anima tenace venne sopraffatta da una grave malattia a cui le forze fisiche oramai esaurite non poterono t,iù opporre resistenza. Dall'ospedale militare di Ca ~ sale Monferrato, fu trasportato a Genova, dove moriva il 22 dicembre 1915.

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BLAS O N I ERMINIO

cli Giuseppe, caporale maggiore d'artiglieria cli cam~ pagna, nato a Udine l' 11 marzo 1897, morto a Firenze l' 8 ottobre 1918. Frequentò questo Istituto fino al III anno nella sezione Industriale. Chiamato alle armi nel 1915, partecipò a vari combattimenti e in particolar modo al!' offensiva del Grappa, conseguendo la croce al merito di guerra.

Mori di febbre spagnuola a Firenze dove si era recato presso ai genitori profughi per passare una breve licenza.

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BORTOLOTTI SERGIO

di Eugenio, nato a Tricesimo il 3 giugno 1893 licen~ ziato dal R. Istituto T eco ico, s e zione ragioneria, nel 1911

Sottotenente di complemento nel 1° Reggimento fanteria, morto il 31 agosto 1918 a Prasomaso (Sondrio) per malattia contratta in servizio.

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BOSARI BENI A MINO ERNESTO

fu Giuseppe, nato a Pinzano al Tagliam e nto il 10 dicembre 1898, aspirante ufficiale nel 2 ° Reggimento fanteria, battaglione complementare, ferito sul G rappa il 15 dicembre 1917, morì in seguito alle ferite ripor~ tate sul fronte della Piave il 1 novembre 1918 . Fu studente di questo Istituto nel secondo corso di agrimensura durante l' anno scolastico 1916~17.

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CANDUSSI GIOVANNI

del fu Gustavo, nato a Gemona il 2 febbraio 1895 residente a Romans dell' Isonzo, alunno dell'Istituto negli anni 1911~12, sergente esploratore nel 4-" Reggimento Bersaglieri, J" compagnia. Combattè prima nel Trentino, poi sul!' Isonzo. Nell' avanzata dell'ottobre 1915 ad Aiba sup~ riore presso Canale, essendo riuscito un drappello del suo reggimento a passare l' Isonzo, rotta la pas~ serella dai tiri d'artiglieria nemica, e gonfiatosi il fiume per pioggie torrenziali, il drappello vi rimase bloccrato, difendendosi disperatamente. Fu allora che 11ella notte sul 28 ottobre, avendo il generale comandante la brigata fatto appello ai soldati del reggimento perchè un certo numero di essi si offrisse per passare a guado il fiume in soccorso

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dei commilitoni, un centinaio d'uomini si offerse e fra i primi il Candussi. Nè di lui più nulla si seppe: Quando più tardi i nostri riuscirono a passare in quel luogo il fiume, furono trovati gli avanzi degli eroici giovani, e in una grotta lì presso una mo~ neta e una medaglia già appartenente af Candussi, oggetti che furono riconosciuti dalla famiglia.

Verso Ia fine del 1916 il Municipio di Romans venne invitato dal Comando Militare a dare il nome dell' eroico giovane alla piazza principale del paese. Fu decorato della croce aI merito di guerra.

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CASALI LUI G I

di Gio. Batt., sottotenente nel 7° Reggimento Al~ pini, Battaglione F eltre, nato a S. Maria la Longa il ;23 maggio 1888, alunno sino al IV corso nel Regio Ginnasio di Udine, passato poi a frequentare il terzo corso del nostro Istituto, indi l'Istituto Mahr di Lubiana.

Atlo scoppio detla guerra, si arruolò volontario negli Alpini prendendo parte ad aspri combatti~ menti. Cadde eroicamente, colpito da schegge di shrap~el, sul monte Cauriol, il :24 settembre 1916.

Un altro suo fratello, licenziato dall'Istituto Fra Paolo Sarpi di Venezia cadde gloriosamente sull'O~ berbacherthal, di palla nemica ; mentre .un .terzo è mutilato, e un quarto fu promosso capitano per merito di guerra.

Tutti e tre, come il fratello di cui sopra, vo~ lontari negli Alpini.

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CEL LA MARIO

del fu Pietro, nato a Montagnana il JO gennaio 1894, tenente aviatore. .

Conseguì il diploma in ragioneria nell' ottobre 1914.

Fu artigliere a Cimacampo e sul Sabotino, poi tenente aviatore. Morì nel cielo di Castelfranco Veneto « in giorni oscuri per le sorti cl' Italia » il 22 novembre 1917.

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COMPARETTI VINCENZO

del fu Antonio, sottotenente dei Granatieri, nacque a Cecchini di Pasian di Pordenone il primo genT naio 1888.

Conseguita la licenza in ragioneria in questo Istituto nel 1904 passò sottotenente nei Granatieri. Fu caldissimo interventista e primo presidente del « Fascio cl' azione interventista» . Dichiarata la guerra si arruolò subito volontario, lasciando il fioT rentissimo studio di ragioneria che aveva aperto in Udine, dove dirigeva anche l' « Informatore Friulano» .

Il 20 novembre 1915, dopo aver partecipato a cinque precedenti scontri, cadeva gravemente ferito ali' addome dall' asta di una bomba austriaca proietT tata da fucile e moriva il giorno 26 successivo .

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CONCHIONE ADELCHI

fu Gio. Batta, nato a Villanova del Judri, Comune di S. Giovanni di Manzano (Udine) il 10 aprile 18<)6, sottotenente dei Bersaglieri.

Cadde sul Col Beretta il 14 dicembre 1917. Per il valore dimostrato gli fu conferita la me~ daglia di bronzo con la seguente motivazione : e Comandante di una sezione di mitragliatrici, nella disperata difesa di una posizione fortemente battuta dal fuoco nemico, opponeva la più valida ed accanita resistenza finchè cadde eroicamente sul campo » .

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DALL' ARMJ LUIGI"' GINO

di Emilio, nato a Cornuda (Treviso) il 16 novembre 1897, sottotenente degli Alpini. Stava nel 1916 per con· seguire nel nostro Istituto · Tecnico la licenza nella sezione agrimensura, allorchè venne chiamato sotto le armi. Fu allievo ufficiale presso la Scuola di Mo. dena, donde uscì col grado di aspirante ufficiale, passando al fronte fino dal maggio del 1917. Avve. nuta l' invasione, egli combattè da valoroso quale sottotenente nell' 8'' Alpini, 15l Compagnia, Batta• glione M. Matajur; il 16 novembre 1917, accerchiato dal nemico sul Montç Prassolan (Grappa) mentre la·'Fanteria si era giù ritirata, non cedendo ma do·

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mandando rinforzi, fu colpito mortalmente ali' ad~ dome. Gli venne conferita la medaglia d' argento con la seguente motivazione:

« Si slanciava atl' attacco d' una posizione perduta. Per. duti quasi tutti i suoi uomini, chiedeva di sua iniziativa rin. forzo, reagendo con grande entusiasmo e generoso sprezzo del pericolo, finchè circondato da forze superiori, cadeva ferito a morte, in mano degli austriaci, e trasportato ali ' O· spedale di Feltro, -vi moriva il giorno dopo, immolando se. renamente, con alta rassegnazione, la sua vita alla sua fede e alla sua Patria >

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D'ANDREA BRUNO

fu Mattia, nato a Navarons di Meduno (Udine) l' 8 luglio 1894, tenente nel!' 8° Alpini, Battaglione Tolmezzo. Conseguì nel nostro Istituto la licenza nella sezione Agrimensura nel 1913. S'inserisse nel settembre 1914 nel plotone allievi ufficiali di Verona e al 1° maggio del!' anno appresso fu nominato sottotenente nel1'8° Alpini a Udine; allo scoppio della nostra guerra egli g ià si trovava in trincea a Pal Piccolo. Nell' agosto 1915, in un aspro combattimento per l'espugnazione del Freikopfel conseguì la medaglia d' argento con la seguente motivazione:

« T e,nne il comando del plotone durante una operazione ardita, dando prova d' intelligenza, coraggio cd energia. Riu. scendo ad agire sul fianco del nemico, ne determinò la fuga co ntrib uendo così alla presa della posizione e facendo inoltre 50 prigionieri~.

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Partecipò poi nello stesso settore ad a ltri com~ battimenti, in cui ottenne tre encomi solenni, finchè nel novembre 1916 passò al comando della 1.2· com~ pagnia del .2;25° Reggimento Fanteria. Cadde il 18 aprile 1917 a Monfalcone, colpito da una granata.

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DE FANTI LUIGI

di Pietro, capitano nel 7° Alpini (aggregato alla r/ Compagnia Czeco~Slovacchi) nato a Villa di Zoldo (Belluno) il 1.2 giugno 1896.

Nel!' anno scolastico 1914~15 frequentò il J° corso della sezione di agrimensura in questo Istituto.

Morì nell'ospedale di S. Martino di Lupari il 19 ottobre 1918.

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DE GASPERI GIOVANNI BATTISTA

di Beniamino, Tenente nel 69° Reggimento Fant eria (Brigata Ancona), nato in Udine il 18 aprile 189.2 . Ottenuta la licenza in quest'Istituto (Sezione Fisico-Matematica), a 17 anni s'inserisse nel R. Istituto di Studi Superiori di Firenze, nel quale ottenne la laurea in Scienze Naturali il 14 marzo 1916, mentre era già arruolato come allievo Ufficiale nel 70 ° Reggimento Fanteria con sede in Firenze. Mente aperta, ingegno pronto e vivace, innamorato de' suoi studi, già a 17 anni aveva pubblicato un suo studio geofoe gico sui dintorni di Cividale del Friuli. Altre sue opere videro la luce, mentre era sotto le armi (LP casere cle( 'Friuli e Le a6itazioni cli montagna) e

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dopo la sua morte (Le grotte de( 'Friufr). Studiò il territorio della Repubblica di S. Marino, e il terreno, la flora e la fauna della Terra del Fuoco, che visitò appena laureato, lasciando di questi suoi studi memorie ancora inedite . Scriveva pur essendo in trincea; e de' suoi scritti parla diffusamente il suo maestro, il prof. Giotto Dainelti nella biografia che del giovane scienziato pubblicò a Firenze subito dopo la morte di lui . Promosso sottotenente, passò al 69n Reggimento Fanteria (stessa Brigata): appena scoppiata la guerra; combattè va lorosamente nel Come~ lico (Cadore) ove si distinse per audaci azioni personali, benchè fe rito da palla nemica; ed ebbe in premio una delle prime medaglie d'argento conferitè al valore. Traslocato sul!' Isonzo, con funzioni di Aiutante Maggiore e promosso, per merito di guerra, al grado di Tenente, combattè ad Os lavia; indi fu spedito ad argina re l'invasione austria ca dalla parte del Trentino. Ma, sorpresi i nostri da nemici assai superiori in numero, furono sopraffatti; ed egli cadde eroicamente sul Monte Maronia il 16 maggio 1916 Pel valore dimostrato fu onorata la sua memoria con una seconda medaglia d'argento, con questa motivazione:

« Aiutante Maggiore in 2.a, durante una mischia violenta col nemico, visti cadere alcuni ufficiali, assumeva il comando dei loro reparti, e, riordinatili prontamente, li incitava alla lotta, finchè, colpito al petto, cadeva, dando mirabile esempio di eroismo e di elette virtù militari >

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DE GASPERI LUIGI

di Beniamino, Tenente nell'arma degli Alpini, nato in Udine il 14 giugno 1887.

Ottenne a 18 anni la licenza e il diploma di Ragioniere presso questo Istituto T ecoico. Occupava già un posto nella Banca Cooperativa Udinese, quando, chiamato sotto le armi, fu arruolato fra gli allievi ufficiali in Milano, ed ottenne il grado di sot• totenente di complemento nel1 ' 8° Reggimento Alpini. Passato in licenza, fu assunto a dirigere l' ammini• strazione d'una fiorente industria friulana; quando il 23 ottobre 1914 fu richiamato sotto le armi ed ag• gregato nel Battaglione Natisene cieli' 8° Reggimento Alpini, con funzioni di aiutante maggiore in 24, Re· gione Montenero.

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Verso la fine di settembre 1915, avendo già il grado di Tenente, ebbe l'incarico di comandare una compagnia del 4° Reggimento Alpini, a capo della quale ebbe l'ordine di assalire una trincea nemica; questa fu da lui occupata; ma non avendo ricevuto rinforzi, da lui chiesti, circondato da nemici, assai più numerosi, cadde.

Il Comando, per non averne trnvato il corpo, lo dichiarò disperso, e ancora non fu rilasciato il suo atto di morte. Però nella motivazione per la mecfa,. 9/ia cf'ar9ento, di cui fu onorata la sua memoria, è detto:

• Conduceva con energia la propria compagnia all' as. salto di una trincea nemica, e vi cadeva non appena era riuscito a conquistarla - Dolsè, 29 settembre 1915 »

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DEL FABRO VALENTINO

di Giuseppe, nato a Conegliano il. 31 maggio 1897, sottotenente nel 2 ° Genio.

Licenziato nel 1915 da questo Istituto nella Se· zione Fisico· Matematica, s'iscrisse nel Politecnico di Torino, che frequentò per un anno riuscendo terzo fra 264 studenti. Chiamato alle armi, il 2 otto· bre 1916 entrò nell'Accademia Militare di Torino dalla quale uscì aspirante ufficiale, il 3 marzo 1917, con destinazione sul Carso, nel 2 ° Genio.

Per meriti di servizio, dopo due mesi fu pro• mosso sottotenente. Il 31 maggio, mentre dirigeva lavori di fortificazione a Devetaki - quota 209cadeva colpito da granata nemica.

Gli ufficiali della sua compagnia (10,) vollero eternarne la memoria con un ricordo marmoreo.

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D E LLA PIETRA EMIDIO

del fu Gio. Batta, nato a Comeglians il 17 novem~ bre 1891, tenente negli A lpini. Si presentò alle armi il 20 febbraio 1915 ed il 10 ottobre dello stesso anno fu ferito a Pal Piccolo da pallottola di skrapn e l all'ad~ dome. Ricoverato nel!' infermeria di Timau v1 mon quattro giorni dopo.

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DEL TORRE CARLO

ingegnere, Capi ta no della Territoriale nel 1° Genio Zappatori, nato a Udine il 7 aprile 1891 dall'ing Luigi. Percorsa con onore la sezione Fisico Matematica di questo Istituto, entrò nel R . Politecnico di Milano ove ottenne la laurea d' Ingegner e . G iovane di forte ingegno, studiosissim o, di cara tt ere serio e rifless iv o, d'ottimo cuore, era la cara, unica speranza de' suoi genitori, eh' egli amava di vivissimo affetto, e al cui avvenire intendeva dedicare tutta la sua attività futura.

Prestò servizio ininterrotto per cinque anni, quattro dei quali alla fronte, nel settore dell'Alto Garda, su ll'Altis simo, e nel settore italiano in Francia, ove morì di morbo contratto per i disagi della guerra nell' ospedale di Vichy -l e-F rancais l' 8 gennaio del 1919. Fu onorato della eroe<' al merito cli guerra.

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DIS NAN QUATTORDICESIMO

Ragioniere, Aspirante Ufficiale di Fanteria, nato a Udine dal fu Luigi il 1" ottobre 1898. Ebbe la licenza di quest'Istituto nel 1917, nella sezione Commercio Ragioneria.

Chiamato alle armi colla sua classe di leva, entrò come allievo ufficiale nell'Accademia Militare di Torino, nella quale fu nominato Aspirante UffiT ciale nel marzo del 1917, con l'assegnamento al 116 Reggimento Fanteria, 2" Compagnia Brigata Treviso. Morì il 25 ottobre 1917 in Val Dobra, oltre il RonT zino, sulla destra dell'Isonzo, colpito alla fronte da palla nemica.

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DOMIN I PI E RO

di Umberto, nato a Venezia il 26 novembre 18()6, Sottotenente nel 7 ° Reggimento Alpini, già alunno del terzo corso della sezione industriale di questo Istituto, il 23 maggio 1915 si arruolò qua le volontario per la durata della guerra nelle Milizie Volontarie 66a Compagnia e fu assegnato pel servizio ciclistico al 12 ° Fanteria . Il 24 novembre di quell'anno fu prosciolto dall'obbligo assunto di quelle milizie. Cadde a Cima Cadini il 10 giugno 1916 Gli fu assegnata la medaglia cl' argento al valore - ricompensa concessa sul campo dalla Suprema Autorità mobilitata, e sanzionata con Decreto Luogoteneziale 7 febbraio 1918 - con la seguente motivazione :

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• Offert.osi spontaneamente di prender parte ad una difficile ed arrischiata im presa, infondeva nei dipendenti lo slancio e l'alto sentimento del dovere che lo animavanc. Benchè ferito ad un braccio, con cosciente spiri to di sacrificio, contin uava nella lotta, rifiutando di recarsi al posto di medicazione, finchè, colpito nuovamente, cadeva gloriosamente sul campo. Cima Cadini, 10 gjugno 1.916 >.

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DORIGO BENEDETTO

di Agostino, Tenente negli Alpini, nato ad Ampezzo (Udine) il 10 febbraio 1897. Studente del 1° anno di questo Istituto, si arruolò volontario a 17 anni: fu per un anno sempl ic e soldato, e combattè sul Monte Croce e sul Montenero, rim anendo ferito in entrambe le fazion i. Promosso tenente per merito di guerra al comando della 5 a compagnia Alpini, Battaglione Ceva, morì a 20 anni combattendo sul• l' Ortigara, onorato da due encomi solenni e tre me,. cfaglie al valore militare, una di 6ronzo e due cl' ar,. gento : quella gli fu accordata prima della morte, le altre due furono consegnate alla famiglia il 24 mag. gio 1919 dal cokmnello del 119 Fanteria, con le se. guenti motivazioni:

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Per Ia medaglia di bronzo :

« Ardito comandante di un plotone su terreno aspro e difficile, guidava con slancio i suoi dipendenti all'attacco di una forte posiz:ione. Incontrata tenace resistenz:a e costretto a ripiegare eseguiva il movimento con ordioe e con poche perdite nonostante il vivo fuoco nemico. Monte Rombon, 16 settembre 1916 ».

Per Ia z" medaglia cl' argento : «Nell'attacco di una forte posiz:ione, mirabile esempio a tutti di valore e d'ardimento, indtava con l'esempio e con la parola i dipendenti, e, raggiunto l'obbiettivo, lasciava gloriosamente la vita sul campo. Monte Ortigara, 25 giugno 1917.

(Manca la motivaz:ione della 1• medaglia d'argento).

Lasciò un diario giornaliero delle sue campagne posseduto dalla famiglia.

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DORIGO DANTE

di Agostino, nato ad Ampezzo (Udine) il 24 giugno 1899, soldato nel!' artiglieria campale, studente di quest'Ist ituto Tecnico, nel IL corso della sezione fisico-matematica dal quale fu promosso senza esami nel marzo 1917, fece cinque mesi di servizio come telegrafista nelle Ferrovie dello Stato. Aggregato al 2 ° Reggimento Artiglieria campale, in seguito a marcia disastrosa, colpito da polmonite, moriva nell 'ospitale di Modena il 22 gennaio 1918.

Con lui e col fratello Benede tto, la famiglia offriva t utti e due i suoi figli alla Patria.

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ERMACORA DANILO

di Ottorino, Sottotenente pilota idrovolanti, nato a Fagagna il 19 ottobre 1897. Studente nel Il. corso di questo Istituto sez. Agrimensura, nel 1915T1916. Mori il 13 settembre 1918, a Viggin (Como) nelT l'adempimento dei suoi doveri.

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FAMEA ANTONIO

fu Ugo, Sottotenente di Fanteria Milizia T errito~ riale - nato a Udine il 7 maggio 1895, licenziato dalla sezione di Commercio e Ragioneria del nostro Isti~ tuto nel 1913.

Aggregato al 5° Regg. Alpini, Battaglione Monte Berico, 108 Compagnia, cadde sul monte Pasubio il 15 giugno 1916: e alla sua memoria fu proposta la mecfag!ia cl' argento al va lor militare.

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FANTINI MARIO

di Giovanni Battis t a, Sottotenente nel 55° Fanteria, Perito - geometi-a, nato a Palazzolo dello Stella (Udine)

il 9 luglio 189,. Compito a Latisana il corso elementare, s'iscrisse a Udine - convittore del Collegio T oppo•Wasser· mann - nei corsi t e cnici che percorse con onore fino ad ottenere nel 1913 la licenza nella sez ione di Agrimensura in questo Istituto, e il diploma di pe· rito•geometra .

Soldato di leva il .21 agosto 1914 - della Il. ca· tegoria come figlio unico - nel 2 ° Regg. Fanteria, nel maggio 1915, a sua domanda, fu ammesso al Corso Allievi Ufficiali in Roma, dal quale uscì nel

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settembre come sottotenente di complemento, e fu ascritto al 55° Regg. Fanteria, con sede a Treviso. Nel maggio del 1916, formatosi il 228° Regg. Fan• teria, Brigata Rovigo, con elementi anche del 55°, partì con quello nel giugno per la fronte del T ren• tino. Entrato in campo agli ultimi di quel mese, combattè sul monte Colombaro, e fu tra i pochi superstiti d'una mischia sanguinosa, in cui fu colpito a morte l'eroico colonnello Scotti, e vi perirono quasi tutti gli ufficiali e una forte percentuale di soldati. Comandante la 6• compagnia, per quattro giorni di faticosa avanzata, seppe tener alto lo spirito de' suoi soldati • quasi tutti friulani - malgrado le perdite subite e il pericolo incombente. La sera del 28, disponendosi all'assalto d'una trincea nemica, presi con sè pochi volontari, si spinse sotto il reticolato per tagliarne i fili: ma una scarica dalla trincea lo colpì gravemente alt' inguine. Sorretto da un sergente (Arturo Gardelli) che tentava metterlo a riparo, fu ferito una seconda volta al ginocchio da pallottola nemica. Il sergente s'apprestava a soccorrerlo e medicarlo: ma egli, pensando ai suoi soldati rimasti senza guida, ingiunse al sergente di raggiungerli. Morì così dissanguato, in mezzo a chi sa quali atroci sofferenze.

Malgrado le affannose insistenti ricerche dei parenti e dei commilitoni, protratte per oltre due anni, la sua salma rimase irreperibile.

Alla sua memoria è dedicata una pubblicazione, nella quale, con parole dolenti e affettuose, parenti, amici, insegnanti ricordano le sue virtù come figlio, come scolaro, come cittadino.

Sia glorificato il suo nome anche se nessun segno tangibile ne onori ufficialmente la memoria!

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FERRARINI NEREO

di Vittorio, Sottotenente del!' 8° Artiglieria da Campagna, nato a Cerea (Verona) il .26 settembre 1899. Studente del nostro Istituto, licenziato dalla se~ zione fisico~matematica nel 1916, inscritto poi nel 1918 al Politecnico di Torino, fu dei premi a ripassare il Piave nell'ottobre del 1918: e cadeva colpito al capo, mentre con sublime audacia si avanzava al riconoscimento delle forze nemiche.

Nel fiero, commovente ordine del giorno col quale il Colonnello Riccom anni, comandante l' 8° Regg . Artiglieria, tributava da Postu~ia onore ai suoi soldati il 13 novembre 1918, egli rievoca cosi la me-

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moria del giovine ufficiale: « Sacro suggello alla gloria

« del Reggimento è il nome del sottotenente 'Fer"'

« rarr'ni Nereo, caduto nel primo sb a lzo oltre il Piave.

« Alla fiorente giovinezza, all'eroico ardimento di « questo generoso figliolo, la fremente commozione del nostro animo il saluto d'onore e di gloria.»

Alla sua memoria fu decretata la mecfag!ia cli argento a! vafor militare con la seguente motivazione:

Offertosi volontariamente di collegamento presso un battaglione di Fanteria, passava tra i pri mi il Piave Allo scoperto, sotto violento fuoco nemico, portavasi più volte in avanti per ricon o s c ere la posizione delle tru p pe avversarie, finchè cadeva colpito in fronte da pallottola nemica. - Romanziol di Piave, 30 ottobre 1918.

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F OGHINI AURELIO

di Leonardo, Tenente farmacista, nato a S . Giorgio di Nogaro il 1° giugno 1885, fu alunno di questo Istituto negli anni da 1902 a 1905

Died e l'opera sua nell'Ospedale 014 e morì per bronco ~polmonite influ e nzale nell'Ospedale da cam~ po 240 a Mestre il giorno 18 nov e mbre 1918, dopo aver preso parte al!' immane guerra.

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(Manca fotografia)
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di Lucio, nato a Udine il 1" settembre 1896, morto l' 11 maggio 1918 nel!' Ospedaletto da campo 015 Fu studente di questo Istituto dove conseguì la licenza in fisica ~matematica nel 1914.

Tenen te nel 6 ° Regg. Artiglieria da Fortezza aggregato, quale comandante di sezione, al 5:2° Rag~ gruppa m e n to d 'asse dio.

Ebbe vari encomi per il suo zelo, coraggio ed abnegazione.

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F ORNERA <de> RODOL F O
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F OSCOLINI GIUSEPPE

fu Adolfo, Soldato nel 30° Artiglieria da Campagna, nato a Manzano (Prov. di Udine) il 3 novembre 1896, morto a Sarcedo (Prov. di Vicenza) in un ospedale militare di riserva il 7 giugno 1916 in seguito a ferita riportata in combattimento il giorno precedente a Magnahoschi Cesuna (Asiago) nella offensiva au• striaca nel Trentino. ·

Nel 1913. 914 frequentava il II. corso della sezione di agrimensura in questo Istituto.

(Manca fotografi a )
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GIANOLA PIETRO

di Innocente, Sottotenente, nato a Risano (Comune di Pavia di Udine) il 9 giugno 1895, frequentò questo Istituto dal 1909 al 1913 conseguendo la licenza nella sezione di commercio e ragioneria.

Militare di leva in anticipo nel gennaio 1915, il 3 agosto 1917 venne ferito sul Col Briccon ed in seguito alle riportate ferite morì il 23 agosto successivo nell'Ospedale da campo o62 in Siror di Primiero (Trentino) quale Sottotenente di artiglieria bombardieri, appartenente alla 201a sezione bombarde, 1l di~ visione.

Una lettera del suo colonnello in data del 25 agosto fa fede del suo valore e lo dice eroe del Col Briccon .

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GIORGI GIANFRANCESCO

di Ercole, Aspirante ufficiale nel!' arma del Genio, geometra laureando tecnico superiore, nato a Chiu~ saforte (Udine) il 4 settembre 1898.

Compiuto il corso tecnico inferiore, s'iscrisse in quest'Istituto che frequentò durante l'anno scol. 1911- 1912, e passò poi al Politecnico di Torino.

Fu destinato alla 22~ compagnia minatori.

Dalla pubblicazione dedicata dalla famiglia a suo ricordo togliamo le seguenti notizie a testimonianza del suo eroismo e della sua abnegazione.

Gianfrancesco Giorgi arrivò a Cividale il mat~ tino del 27 ottobre 1917 con l'ordine di far saltare il ponte sul N atisone . Alle ore 10 dello stesso giorno

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apparve la prima pattuglia di germanici. S'impegnò un'ostinata lotta; egli scese a dar fuoco alla mina: il ponte saltò : ma egli rimase ferito da una pallet~ tola nemica che gli fracassò la gamba destra. Tra~ scinatosi a stento, assieme ad un suo soldato pure ferito, sotto un atrio accanto allo sperone del ponte, vi passò la notte dolorando, inzuppato cl'acqua poichè pioveva a dirotto. Raccolto l'indomani da pii sacerdoti (mons. Valentino Liva, mons. Luigi Costantini e don Vittorio Zuliani) che trovarono i due feriti in una pozza d'acqua rossa di sangue, fu trasportato nel vicino monastero delle Orsoline. Egli volte che primo fosse trasportato e medicato il soldato, quindi lasciò curare la propria ferita Trasportato poi al ~ l'ospedale del Semina r io, sul:$ì una prima amputazione, al ginocchio; indi, per la minaccia d'infe~ zione una seconda alla coscia. Mai un lamento uscì dalla sua bocca durante le lunghe penosissime sof~ ferenze: mai una lacrima di dispetto: lo accorava soltanto il pensiero della mamma e della casa. Fu inutile ogni cura: il giovine ufficiale sp irò serenamente il 6 dicembre 1917 Ebbe « anima d'angelo, tempra da eroe».

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GONANO LUIGI

di Gio. Batta, soldato nell' 8° Regg. Alpini, nato a Pesariis di Prato Carnico il 17 settembre 1895, fu studente di questo Istituto Tecnico nella sezione di agrimensura e nel 1914~15 frequentava il quarto corso. Morì in combattimento sul F reikopfel il 10 giugno 1915. Per il valore addimostrato gli venne assegnata la medaglia di bronzo colla seguente motivazione: Pel bel contegno durante il combattimento nel quale rimase colpito a morte. Freikopfel 10 giugno 1915.

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GOZZ I ADD O

di Giovanni, Sottotenente, nato a Mortegliano (Prov. di Udine) il 6 settembre 1896. Conseguì la licenza in questo Istitu t o nella sezione fisico-matematica nel~ l'anno 1915. Inscritto nell'Università di Padova nel dicembre del medesimo anno entrò nell'Accademia militare di Torino da d ove uscì as piran te ufficiale nel febbraio 1916.

Promoss o ben presto sottote n e nte a dd e tto alla 22· Comp. Minatori p rese parte s u l Mrzlì ad un combat ti ment o 1'8 agosto, ed ebbe la medaglia d' argento al valor militare con la seg uente motivazione:

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Dava prova di mirabile calma, iniziativa e sprezzo de! pericolo, nell'adempimento del suo compito pericoloso di lavori di mina e contromina, riuscendo d'esempio ai colleghi ed inferiori. Monte Mrzli 8 agosto 1916.

Causa lo scoppio di una contromina austriaca morì sul Mrzli l' 11 agosto 1916.

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GREGUOL ERN E STO

di Giovan n i, Sottotenente , nato ad Ancona il 24 febbraio 18 94. Conseguì la licenza all' Istituto Tecnico d i Udin e , passò poi al Politecnico di Torino ove nel 1915 stava compiendo il 2° corso ingegneria indu· str iale meccanica.

Allo scoppiare d e lla guerra frequentò la Scuola militare di Modena dove uscì col grado di Sotto· tenente nell'arma dei Bersaglieri: dopo un mese venne inviato al front e . Mo rì sul San Michele l' 11 novembre 1915. Gli fu conferita la medaglia al va/or militare colla seguente motivazione:

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Nobile esempio di valore e di dovere, incerava ed ani• mava i propri dipendenti fatti segno, durante un'avanzata, a violento fuoco di artiglieria nemica. Cadeva mortalmente colpito mentre, incurante del pericolo, attraversava uno spazio intensamente battuto da fucileria ed artiglieria Sul S Mi. chele • Peteano 12 novembre 1915.

Al Greguol, quale allievo ingegnere caduto eroi~ camente per la Patr ia, venne conferita la laurea ad .ionorem.

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GUSSETTI PIETRO LUIGI

di Eugenio, Tenente nel 3° Regg. Alpini 82• comp., nato a Rigolato (Udine) il 26 novembre 1895. Fre• quentò il nostro Istituto fino alla II. classe (sezione agrimensura), interrompendo nel dicembre 1914 gli studi per chiamata alle armi. S'iscrisse subito nel corso allievi 4fficiali del 7 ° Regg. Alpini, con la no• mina a Sottotenente (8 agosto 1915) fu inviato in zona di guerra nell' 8° Regg . della stessa arma . Com• battè al passo Volaia, al Pal Piccolo e Pal Grande , e durante un contrattacco fu ferito da pallottola di mitragliatrice. Fu promosso tenente il 26 aprile 1917 nel J0 Regg. Alpini.

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Cadde il 20 maggio 1917 sul monte Vodice; fu decorato con medaglia d'argento con la seguente motivazione.

Comandante di compagnia, primo atl ' assalto, ammirevole nel disporre l a difesa della posiz ione conquistata, sereno nel pericolo, cadeva co lpito a morte, mentre, ritto sul ciglio della trincea, incitava i soldati alla resistenza e sparava sugli avversari assalitori.

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IUSSIGH LUIGI

di Antonio, nato a Cividale del Friuli l' 11 aprile 1890, Sergente nel 115° Regg. Fanteria, morì in combat~ timento il 27 agosto 1915. Fu alunno di questo Isti~ tuto dove conseguì il diploma di ragioniere nel 1909.

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(Manca fotografia)
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MAGRINI ERMANNO

d i Arturo, Allievo ufficiale negli A lpini, Geom e tra, nato a Luint (Udine) il 4 s e ttembre 1896. Fu licen~ ziato da quest'Istituto col d iploma d' agrimensore nel 1915.

Arruola t osi volontario, fu aggre gato al1'8° Regg Alpini. Fece I' istruzione a Gemona : indi fu a Mo~ dena donde tornò allievo ufficiale nel marzo del 1916. Il 20 dello stesso mese, inviato a Pal Piccolo, pa r tì a quella volta pieno d'entusiasmo e di fede. Nel~ l'aspra sanguinosa lotta che ivi si svolse nei giorni 25, 26, 27 marzo, combattè da valoroso, fra i primi a uscire dalle trincee, fra gli ultimi a ritornarvi nel ripiegamento. Ferito, e non leggermente, nella fa-

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zione del 27, non volle ritirarsi: e, rimasto quasi solo e circondato da nemici si battè valorosamente per parecchie ore, finchè nuova e più grave ferita lo stese esamine al suolo. Il suo entusiasmo, la sua modestia, ed il suo valore dimostrato fecero sì che i suoi sol~ dati, arrischiando altre vite, ne ricuperassero la salma che restituirono alla famiglia, che per tre gene1:azioni aveva dato alla patria largo tributo di sangue ge~ neroso.

Alla sua memoria fu conferita la mf!tfagfia d'ap gento al valore con la seguente motivazione: Sebbene ferito, si slanciava ripetutamente contro il ne~ mico, dando mirabile esempio di coraggio, finchè cadde, nuovamente e mortalmente ferito.

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MARCO V ICH MARIO

fu Giovanni, Tenente di Artiglieria, nato a Udine 1'8 agosto 1893. Consegui nel 1912 la licenza nel nostro Istituto Tecnico (sezione fisico ~matematica), inscriv endosi nello stesso anno nel R. Politecnico di T orino (sezione ingegneria civile). Chiamato all e armi il 1° giugno 1915, frequentò il corso allievi ufficiali presso la R. Accademia militare di T orino. Sino dal novembr e 1915 egli si trovava al fronte, prestando sempre servizio nel settore di T olm ino, dapp r ima presso alcuni Comandi e quindi, per ripetu t e e in~ sistenti sue domande,_presso la 17" Batteria d'Assedio del 5 ° Artiglieria da Fortezza (.25 ° Raggruppamento d'assedio). Il 21 ottobre 1917 cadeva colpito in pieno petto da granata nemica. S e rvì la patria, che ar~ dentemente amava, col più puro entusiasmo ed in~ crollabile fede.

Nel giugno 1918 dal R. Politecnico di Torino venne conferita alla sua memoria la Laurea ad fiononm .

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MARSILIO GISULFO

fu Amedeo, Sottotenente nel 2 ° Regg. Genio, 128n Comp., nato a Sutrio (Udine) il 5 marzo 1892. Li~ cenziato nella sezione fisico-matematica del nostro Istituto Tecnico nel 1910, frequentò poi fino all' ul~ timo anno il Politecnico di Torino, dove a titolo di ono r e venne nel 1918 proclamato ingegnere industriale meccanico.

Cadde colpito da granata nemica alla presa di Gorizia, il 14 agosto 1916.

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fu Antonio, Sottotenente di Fanteria, nato ad Ospedaletto di Gemona (Udine) il 19 marzo 1898 . Ottenne nel 1917 la licenza nel nostro Istituto Tecnico (sezione agrimensura) e nello stesso anno fu mandato al fronte con il grado di sottotenente nel 1 ° Regg. di Fanteria. Cadde sul monte Tomba nel combattimento del 23 novembre 1917.

Fu decorato con medaglia d'argento; la ricompensa porta la seguente motivazione:

Sotto il violento fuoco nemico con ammirevole slancio trascinava il proprio plotone all'attacco di una posizione validamente difesa dall'avversario. Ferito, non abbandonava il proprio posto, rincuorando i pochi superstiti, finchè non veniva colpito nuovamente ed a morte. Monte Tomba, 23 nov embre 1917.

M ART INA LUIGI
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MARZUTTINI GUIDO

di Gio. Batta, soldato nel 3. Genio, nato a Udine il giorno 26 aprile 1894. Nell'anno scolastico 1912~1913 frequentava il J° corso della sezione di agrimensura del nostro Istituto Tecnico che lasciò per dedicarsi allo studio del violoncello per il quale dimostrò un' attitudine veramente distinta e diede poi prov e di grande valore. Come soldato fece i primi sei mesi sul Podgora; colp ito dal tifo, fu aggregato poi al J° Regg. del Genio come telegrafista, nel gruppo autonomo degli intercettatori telefonici, passando via via sul Sabotino, a Gradisca, a Plava, a Oslavia, sul Vodice, a S. Martino del C arso, sul monte Cucco, sul monte Santo; si distinse specialmente sul Sabotino, otte~

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nendo l'encomio solenne. Più tardi fu inviato nella Champagne dove cadde all'alba del 15 giugno 1918 colpito da proiettile prima al ginocchio poi alla gola. Fu proposto per la medaglia d'argento al valore ed a questo riguardo il generale Albricci in una sua lettera al padre così scrisse :

« Ho potuto occuparmi subito della proposta; essa era già fra molte altre, con quelle di tanti altri bravi soldati, che come il suo Guido si sono sacrificati per un ideale grande e per una causa giusta. Ed io sono stato ben lieto di poterla firmare ed ap~ poggiare caldamente. La proposta è partita; seguirà purtroppo una lunga trafila; ma un giorno Le sarà dato di udire pronunciare qu.el nome e di ricevere la bella medaglia d'argento, che avrebbe dovuta ornare il petto del suo povero Guido. »

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MICOLI UMBERTO

di Francesco, Sottotenente di Fanteria, nato a Udine il 14 marzo 1892. Ottenne nel 1911 la licenza nel nostro Istituto T ecoico (sezione fisico~ matematica); ed il 1° dicembre 1913, sebbene già inscritto al ;" Corso della R. Scuola di Applicazione di Padova, si arruolò come volontario di un anno nel 58" Fanteria. Nel 1915 sostenne a Bologna gli esami cl' ufficiale e fu nominato sottotenente di complemento al 2 ° Fanteria. Cadde la notte del 9 giugno 1915 sul Podgora, col~ pite in fronte da una bomba a mano. La sua condotta fu talmente eroica che gli austriaci ne raccolsero la salma, la seppellirono con gli onori militari e ne parteciparono la morte al Reggimento con espressioni di alta ammirazione.

Fu decorato della medaglia d'argento con la seguente motivazione:

Alla testa del suo plotone, anim;indo i suoi soldati, si slanciava sui reticolati delle posizioni nemiche, ove trovava gloriosa morte. Podgora, 9 giugno 1915.

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MISSIO CAMILLO

fu Antonio, Capitano, nacque a F orgaria il 23 dicembre 1885, fu allievo di questo Istituto dove nel 1904- conseguì il diploma d i ragioniere. Come ragioniere ebbe posto prima presso la Banca d'Italia sede di Vicenza poi a Treviso ed ultimamente teneva l'ufficio di ragioniere capo a Venezia presso la Società Importazioni Legnami del Caucaso.

Chiamato sotto le armi ali' inizio della mobilitazione col grado di tenente e destinato all' 8° Alpini, partì per il fronte col santo entusiasmo per la giusta guerra, lasciando la giovine moglie ed un tenero figliuoletto. Promosso poco tempo dopo al grado di capitano nel 4- 0 Alpini Battaglione Aosta,

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durante I' offensiva austriaca nel Trentino prodigò il suo ardente valore per l'agognata vittoria. Destinato alrimpervia fronte di Coni - Zugna così acerbamente contrastata dal nemico, nella notte dal .26 al .27 giugno 1916, durante una violenta azione di fuoco, cadeva gloriosamente ferito alla testa. Fu trasportato alt' ospedale di Ala e poi a quello di Verona. Credette per un momento di poter ritornare al suo posto di gloria; ma la crudele ferita di pallet~ tola esplodente lo traeva alla tomba il 19 agosto 1916.

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MISSIO GIUSEPPE

di Giovanni, Sottotenente di Fanteria, nato a Udine il 16 novembre 1899. Frequentò il nostro Istituto Tecnico fino al l corso (sezione industriale), passando subito dopo 'Sotto le armi e venendo poi chiamato quale Sottotenente nel 18° Riparto d' Assalto Fiamme nere. Cadde a Malga sul Solarolo il 24 giugno 1918, compiendo coi suoi uomini uno scatto di veemente controffesa a un poderoso quanto vano contrattacco nemico.

Fu decorato con medaglia d'argento concessagli sul campo da S. Eccellenza il Comandante l'Armata del Grappa.

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MISSONI ANTONIO

di Pietro, Sottotenente degli Alpini, nato a Moggio Udinese il 2 maggio 1894. Frequentò il nostro Istituto T ecoico fino a conseguire la promozione al 4" corso (sezione Commercio e Ragioneria); andò quindi sotto le armi e fu assegnato come comandante della 1l Sezione Mitragliatrici del1'8° Alpini. Il 18 luglio 1916 colpito da palla nemica morì mentre appostava la sua arma sulla trincea da lui conquistata. Precedentemente s'era meritato l'encomio solenne con la seguente motivazione: Comandante di plotone, contro nemico superiore seppe essere d ' esempio ai dipendenti per ardimento e coraggio.

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MISSON I MARIO

di Angelo, Sottotenente degli Alpini, nato a Moggio Udinese il 2 febbraio 1894. Frequentò il nostro Istituto Tecnico, conseguendo nel 1912 la licenza nella sezione Commercio e Ragioneria. Mentre impartiva ai suoi soldati alcuni ordini, una granata austriaca scoppiò ai suoi piedi e lo ferì al fianco destro. Si reputò inutile ogni tentativo di medicazione, data la gravità della ferita. Fu t1·asportato nel vicino ospedaletto da campo ove morì appena giunto il 9 ottobre 2915. La sua salma riposa nel cimitero di Kamno.

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MONTI GUIDO

fu Gustavo, Tenente di Artiglieria da Fortezza, nato a Por den one l' 11 ottobre 1888. Conseguì nel 1908 la licenza nel nostro Istituto T ecoico (sezione Commercio e Ragi on eria ), e più tardi fu nominato ra ·gioniere presso la Ragioneria Centrale del Ministero della Marina Morì combattendo sul Carso il 21 agosto 1917.

Fu decorato della medaglia d'oro con la seguente motivazione :

Rinunciando ali' esonerazione ed alla riforma, assunse volontariamente servizio. Nominato ufficiale di artiglieria, chiese ed ottenne d i essere addetto agli osservatori di prima linea, nei quali, spesso ammalato, affrontò con entusiasmG disagi e pericoli. Più volte sotto l'infuriare del bombarda-

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mento nemico che inte rromp eva le comunicazioni, riuscì col suo personale intervento a ristabilirle e mantenerle in ef. ficienza. Una volta, sebbene ferito e contuso in più parti del corpo, e con febb re alta, ricusò di ritirarsi dall' azione, nella quale continuò per due giorni. Il terzo giorno, visto un reparto di fanteria privo di ufficiali, ne assunse il comando e lo condusse ali' assalto di una fortissima posizione, persi• stendo ne lla lo tta sebbene nuovamente ferito. Castagnevizza e Dosso Faiti, 21 agosto 191 7.

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MONTICO ADOLFO

di Francesco, caporale di Artiglieria, nato a Buenos Ayres il 20 settembre 1896. Era inscritto nel 2 " corso del nostro Istituto Tecnico, quando fu chiamato sotto le armi, passando nel 26° Artiglieria da Campagna, 2 ' batteria. Colpito da una sche.__ggia di granata, morì sul Montello il 19 giugno 1918. Frequentò quest'Istituto negli anni 1914-15, 1915 - 16.

Conseguì la Medaglia d'argento con la seguente motivazione :

Durante un violento contratt acco nemico, accompagnato da un in t enso bombardamento, con straordinaria calma ed alacrità disimpegnava il suo compito di tiratore adoprandosi con tutte le sue forze a realizzare la maggi o re rapidità possibile nel tiro del proprio pezzo. Colpito gravemente, incitava i compagni a continuare il tiro d'interdizione, auspicando a quella vitt oria per la quale immolava la giovane vita. S. Rocco , 18 giugno 1918.

Fu decorato anche della croce al merito di guerra.

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MONTICO G IUSEPPE

di Pietro, Sottotenente aviatore, nato a S. Vito al Tagliamento i1 23 settembre 1896. Frequentò il nostro Istituto Tecnico fino al J° co rso (sezione Commercio e Ragioneria), passando poi nel Corpo degli Aviatori. Nel 1<)16 lasciò l'Istituto e partecipò ad azioni ardimentose, dove, gravemente ferito, si meritò un encomio solenne. Non appena guarito, anelava a portare nei campi cieli' aria il suo indomito valore ; ma il .23 ottobre 1918 trovò la morte, proprio nel volo che doveva abilitarlo a nuove imprese.

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MORASSI RICCARDO

di Giulio, Sottotenente degli Alpini, nato a Cercivento (Udine) il 13 ottobre 1891. Nell'anno scolastico 1907-908 frequentò il 1° corso di questo Istituto. Gli fu conferita la medaglia d ' argento con la seguente motivazione :

In una posizione molto difficile, sotto il violento fuoco dell'artiglieria nemica, noncurante del pericolo, percorreva instancabile il tratto di fronte a lui affidato per assicurarsi che non venisse rallentata la vigilanza da parte delle vedette e per infondere col suo contegno calma e fiducia nei suoi soldati, finchè venne colpito a morte da una bombarda avversaria: Già distintosi in precedenti combattimenti per la sua mirabile calma ed il suo grande coraggio. Monte Cukla (Rombon), 18 settembre 1916.

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MOSCA BRUNO

di Gio. Batta, Sottotenente di Fanteria, nato a Cordignano (Treviso) il 14 dicembre 1895. Conseguì nel 1913 la licenza nel nostro Istituto T ecoico (sezione Agrimensura) e poi per quattro mesi coprì il posto di assistente alle cattedre di matematica, topografia e costruzioni presso la R. Scuola Enologica di Conegliano. li 1° gennaio 1915 fu chiamato alle armi, frequentando il plotone Allievi Ufficiali di Fanteria presso il 79° in Verona; nominato sottotenente, passò nel!' agosto dello stesso anno nel 1° Fanteria e poco dopo come effettivo nel 27° al fronte. Fu ferito ad Oslavia il 20 novembre 1915 da pallottola di fucile al polmone destro e soccombette a Cormons l' 11 dicembre 1915.

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MOSCHINI GIACOMO

di Giuseppe, aspirante di Fanteria, nato a Palmanova il 15 gennaio 1889. Nel 1908 ottenne nel nostro Istituto Tecnico la licenza nella sezione Commercio e Ragioneria; fu poi impiegato presso la Direzione Generale della Banca cl' Italia in Roma. Nel marzo 1915 andò sotto le armi come sergente al .2 ° Reggimento Fanteria. Fu sul Podgora dal giugno 1915 al gennaio 1916, quindi a S. Lucia di T olmino, e dal dicembre 1916 a Castagnevizza dove rimase fino al giugno 1917, per essere poi inviato al Corso Ufficiali; per azioni arrischiate si guadagnò il distintivo di ardito. Promosso aspirante nel!' ottobre 1917, venne assegnato al 36° Reggimento Fanteria, con il quale

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combattè per la difesa del Monte Festa nei tristi giorni dell'invasione nemica. Dopo 25 mesi di inin~ terrotto servizio di linea cadde, colpito in fronte, il 6 novembre 1917 sulle pendici del Monte Pala presso Clauzetto, appena mezz' ora prima che l'intera sua Divisione (la 36•) fosse fatta prigioniera dopo avere tentato invano di aprirsi un varco tra i nemici; questa stessa Divisione (detta del Monte Festa) fu citata, ad esempio ed onore, nel Bollettino di Guerra del 9 novembre 1917.

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N OVE LLO GIACOMO

di Antonio, Tenente di Fanteria, nato a Mod e na il 20 novembre 1893, morto a Villanova del Cars o il 15 settembre 1916.

Fu licenziato dalla Sezione di Agrim en sura l'anno 1913.

L' onorificenza militare conferitagli, porta la seguente motivazione :

Da una posizione dove, con ammirevole calma e fermezza, aveva saputo mantenere saldo il proprio reparto non ostante il tiro aggiustato dell' artiglieria nemica, si slanciava all'assalto, sotto l'intenso fuoco di mitragliatrici e fucileria avversarie, e manteneva poi con valore e tenacia le posizioni conquistate, finchè cadde colpito a morte.

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PADOVANI ATTILIO

di Tito, Sottotenente pilota aviatore, nato a S. Vito al Tagliamento il 12 aprile 1893. Frequentò fino al 2° corso nell'anno 1908-909 il nostro Istituto Tecnico (sezione Commercio e Ragioneria). Si arruolò nel 1912 a Torino presso la Scuola Specialisti del Genio, Battaglione Aviatori. Dall'ottobre 1915 al luglio 1917 venne, quale pilota, aggregato ali' artiglieria sui fronti del Carso e del Trentino, partecipando a numerose incursioni sul suolo avversario. Perì il 9 luglio 1917, colpito da proiettile antiaereo nemico.

Gli fu conferita la medaglia d'argento con la seguente motivazione :

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Pilota militare, eseguì numerosi voli con entusiasmo e audacia mai venuti meno ; con fede incrollabile nella vittoria, dava costante esempio di alto sentimento del dovere, di sangue freddo e d i sereno carattere, anche nei momenti di maggior pericolo. In un'ardita ricognizione sul nemico, in una zona di altissima montagna, il 9 luglio 1917 perdeva gloriosamente la vita.

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PARONI MARIO

fu Demetrio, caporale nel 2 '1 Reggimento Granatieri, nato a Udine il 14 agosto 1895. Partecipò ai combattimenti sul Monte Sabotino, a Oslavia, Peuma, Lenzuolo Bianco, Monte Cengio.

Ferito ali' addome sul Monte S. Michele durante le azioni per la presa di Gorizia il giorno 12 agosto 1916. Trasportato ali' o spedale da Campo di Villesse mancò il giorno 14 agosto. Fu studente del 2 '' corso Sezione Ragioneria presso questo Istituto.

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di Biagio, caporale, nato a Udine il 30 marzo 1897. Fu allievo di questo Istituto, e nell'anno 1915 era inscritto come all iev o del 3° corso della Sezione Industriale.

Partì volontario per la guerra il .25 maggio 1915 comandato al 1° Reggim e nto Fanteria in Vipulzano e partecipò col detto Reggimento alle azioni dell' 8, 9, 10 e 19 giugno 1915 per la presa del Podgora.

Alla fine del giugno ammalò di colera e venn e trasportato al lazzaretto di Povia (Cormons). Dopo una breve licenza e non ancora completamente ristabilito volle ritornare fra i suoi compagni al fronte.

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PEC ILE GIOV A N N I
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Sciolte con Decreto Luogotenenziale le compaT gnie volontarie, seguì le sorti della propria classe, venne arruolato al 9 '' Reggimento Artiglieria e partì per il fronte con la 513a batteria, partecipò alle azioni del 15, 18 maggio 1917 sull' Ortigara e Monte Zebio (Trentino), del 20, 22 luglio sull' Hermada (Carso) sulla Bainsizza S. Maria, S. Lucia.

Dopo le infauste giornate di Caporetto comT battè sul Montello, poi sul Monte Tomba, infine il Grappa lo ebbe fra le file dei suoi eroici difensori.

La sua delicata fibra già scossa per le fatiche e disagi passati, il dolore di aver dovuto abbandonare in mano al nemico la città natale, e le continue fatiche superiori alle sue forze sopportate con abnegazione, l' abbatterono sempre più.

Ammalato non volle abbandonare il proprio reparto perchè in piena azione difensiva e con il male che già minava la sua stoica esistenza, continuò a prestare il suo apprezzato servizio di esploratore.

Ma il male che non perdona consumava sempre più il suo organismo ; obbligato dai superiori venne ricoverato in un ospedaletto da campo nelle vicinanze di Crespano, ma essendo già il male avanzato venne inviato in un ospedale di Milano.

Conscio della grave malattia, il dispiacere che più lo addolorò fu quello di non aver potuto rivedere la sua amata città liberata dall' odiato invasore.

Spirò serenamente, dopo una lunga serie di sofferenze, il 12 maggio 1919 a Milano.

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PERIZ LEONE

di Vincenzo, Tenente nell ' 8° Alpini , nato a Civi• dale il 9 settembre 1889. Fu licenzi ato n ell a sezione di Commercio e Ragioneria in questo Isti tuto nel 1910. Tenente coma ndan te l' 8. Comp. Alpini del Battaglion e Val Fella dal gennaio al 6 novembre 1917 e, come tale, esempio per il suo eroismo, si meritò un encom io solenne ed una medaglia d' argento al valore con la seguente motivazione : Coma ndante di una compagnia, spingevasi con una pattuglia in un'ardita ricognizione, catturando armi ed al tro materiale bellico. Durante poi il ripiegamento al Piave, alla testa del proprio reparto slanciavasi ripe tutamente all'assalto di una forte trincea munita di mitragli atrici. Gravemente

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ferito in un ultime disperato te ntativo, continuava ad incitare i suoi uomini ali' accanita lotta, dando prova mirabile di stoica fermezza. Fischbach (Raibl) Pradis di Sopra (Prealpi Carniche), 30 settempre - 6 n ovembre 1917.

Fatto prigioniero si comportò sempre italianamente da forte, e poi liberato, a Trento si offri volontario per andare in Boemia a soccorrere gli infelici internati. Reso debole dalle fatiche di guerra s'ammalò in viaggio e trasportato ali' ospedale di Trento vi mori il 29 novembre 1918.

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PETRU CCO SEVE RI N O

di Sante, Tenente degli Alpini, nato a Fanna (Udine) il 10 settembre 1895. Frequentò fino al J° corso il nostro Istituto Te cnico (sezione agrimensura) allorchè il 15 gennaio 1915 interruppe gli studi per recarsi sotto le armi. Seguì un corso accelerato e venne poi assegnato co n il grado di aspirante al 1" Reggimento Alpini, 2oi" Compagnia, dove tre mesi appresso fu nominato sottotenente. Un anno dopo ebbe la promozione a tenente nello stesso Reggimento, Battaglione Val Tanaro, Compagnia 204. Il 20 giuqno 1917 cadde sul Monte Ortigara, colpito da una scheggia di granata.

Gli fu conferita la medaglia d'argento con la seguente motivazione :

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Comandante di una sezione mitragliatrici, nell'attacc o di forti posizioni nemiche si comportava valorosamente, precedendo sempre i suoi dipendenti ; sotto intenso bombardamento rimaneva coraggiosamente al suo posto, c ol suo energico contegno teneva salda la compagnia del riparto finchè cadeva colpito a morte da una granata.

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PLATEO UGO

di Napoleone, Tenente nel!' 11 ° Artiglieria da Campagna, nato a S. Quirino di Pordenone il 10 dicembre 1892. Nel 1912 conseguì la licenza in Fisico-Matematica presso il nostro Istituto Tecnico.

ll 14 giugno 1917 cadeva valorosamente sul Monte Lozze, colpito in pieno da una granata austriaca.

Gli venne conferita la medaglia d' argento con la seguente motivazione :

Sottocomandante di una batteria, rimaneva impassibile tra i suoi pezzi controbattuti dal nemico con violente raffiche di medi calibri, ed infondeva coraggio nei dipendenti, continuando con mirabile tenacia nel!' azione di fuoco per respingere i contrattacchi avversari, finchè perdeva gloriosamente la vita sul campo.

La R. Scuola di Applicazione di Padova gli conferì la laurea ad .iononm in ingegneria.

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PRAMPERO (di) BRUNO

Sottotenente di Artiglieria. Nato a T avagnacco del Friuli dal senatore Antonino il 26 settembre 1892. Frequentò prima il ginnasio di Udine dal 1904 al 1907, indi passò a questo Istituto T ecoico dove conseguì nel 1911 la licenza dalla sezione Fis ico-Matematica. Si inserisse poi alla R. Scuola Superiore di Commercio di Venezia e mentre frequentava il 3° corso fu chiamato alle armi e iniziò la campagna quale sottotenente di complemento nel Regg. Cavalleggeri Monferrato . Lo scarso impiego cieli' arma cui apparteneva, non rispondendo alla volontà di azione che era in lui, lo spinse a chiedere il pas -

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saggio ncll' artiglieria ; la sua domanda fu accolta e ai primi di agosto fu assegnato alla batteria Giusfredi del 30° artigl. da campagna del gruppo Maggiore Nobili, in posizione sulle falde del Podgora. Cadeva il 15 novembre 1915. Alla sua memoria S. M . il Re di motu proprio conferiva 1a medaglia d' argento al valore con la seguente motivazione: Ufficiale osservatore di una batteria soggetta al tiro bene aggiustato delle artiglierie nemiche di grosso calibro, fu esem pio ammirevole di calma e di sprezzo del pericolo, c ontribu endo a far sì che la batteria continuasse il suo fuoco, finchè venne colpito a morte da una granata nemica.

Sul suo taccuino lasciò scritto : « Muoio felice di versare il mio sangue per la patria. Muoio qui alle falde del Podgora collo sguardo anelante a Gorizia, colla mente e col cuore ai miei pezzi>.

La R. Scuola Superiore di Commercio di Venezia nominò Bruno di Prampero Dotton, concedendogli la laurea ad funorem. Figlio di illustre veterano delle guerre della nostra indipendenza volle e seppe essere degno del padre.

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(M an ca fotografia)

RABER LUIGI AMEDEO

di Gio. Batta, nato a Comeglians il giorno 27 febbraio 1894 , fu chiamato a prestar servizio militare, essendo studente del J° corso di Agrimensura presso quest' Istituto.

Figlio della forte Carnia Fedele, interruppe gli studi per accorrere alt' appello che la Patria faceva alla gioventù nostra, con tutto l'entusiasmo dei suoi vent'anni, pronto e preparato, come uomo matur o, a dare tutto sè stesso alla più grande Italia, che compieva il suo fatale destino nella storia.

Arruolatosi dapprima nel corso Allievi Ufficiali nel 1° Reggimento Artiglieria da Campagna ( De po-

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sito di Foligno) non può conseguire il grado per sopravvenuta mala ttia : dopo una licenza di circa tre mesi, come caporale si trova in primissima linea, sul Basso Isonzo, colla f gloriosa Armata, a compiere il proprio dovere prendendo parte a numerosi combattimenti, sempre ilare, se m pre sereno d i fronte al pericolo ed ai disagi della vita militare.

Ed è nel basso Isonzo, in località non preci• sata, che Raber Luigi Amedeo è stato colpito da scoppio di granata al petto, che tante volte impa· vidamente aveva offerto al nemico.

Trasportato ali' ospedaletto da Campo di Ma· riano, col sorriso sulle labbra, rivolti gli occhi al bel cielo di Trieste, poche ore dopo spartanamente spirò. La sua cara salma giace nel cimitero di Mariano.

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RAHO LUI GI

Sottotenente nel 78° Regg. Fanteria (Amministrazione), nato a Udine il 16 marzo 1894, morì di tifo a Bergam o il 13 settembre 1915. Nel 1914 fu in questo Istituto licenziato dalla sezione di Commercio e Ragioneria.

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REA LUI G I

di Giov. Battista, Sottotenente degli Alpini, nato a Udine nel 1896. Licenziato ragioniere nel 1914 da questo Istituto Tecnico, iniziò la sua carriera presso la Banca d'Italia (succursale di Pesaro). Chiamato alle armi fu ammesso alla Scuola Militare di Modena, donde uscì col grado di Aspirante Ufficiale. Nel marzo del 1916 fu assegnato all' 8° Regg. Alpini, Battaglione Tolmezzo, dislocato al Pal Grande nel!' alta Carnia. Promosso sottotenente, partecipò a varie azioni di guerra ed il 13 marzo 1917 fu ferito a morte.

Gli fu conferita la medaglia d'argento al valore con la segu e nte motivazione:

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A pochi passi dal nemico, urgendo riparare un tratto di nostro reticolato, ìn pieno giorno e sotto il vivo fuoco dì fucileria avv e rsaria sì offriva per l'audace bisogna Incurante del grave ed evidente peTÌcolo e so l o avendo ìn vista l' ut i . lità che 1a sua o p era recava alla d i fesa della posizione, sì accingeva a t l a voro e tenacemente vi persisteva fino a che v e nne ferito a morte. Pal Grand'é , 13 mar zo 1917.

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REA RENZO

di Giov. Battista, dottore in chimica pura, Sottotenente di Fanteria, nato in Udine il 13 aprile 189.2. Licenziato nel 1911 dalla sezione Fisico-Matematica di questo Istituto, si inserisse all'Università di Pa~ dova nella Facoltà di Scienze. Finito il 4 ° anno, nel 1915 si arruolò volontario per la durata della guerra e fu assegnato ali' 8° Reggimento Alpini Battaglione Gemona. Dopo 4 mesi di servizio nella Carnia, sot~ toposto a visita medica venne prosciolto da ogni ulteriore obbligo militare. Tornato a Padova nel marzo del 1916 conseguì la laurea con pieni voti assoluti in chimi ca pura.

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Chiamato a nuova v1s1ta coi riformati della sua classe fu nuovamente arruolato come soldato nel 79° Regg. di Fanteria. Nominato sottotenente, fu destinato at 1• Regg. Fanteria e poi al~· Regg. Granatieri col quale partecipò ad importanti az ioni sul Carso finchè cadde il 24 maggio del 1917, meritando per il valore dimostrato la mqaaufia cl' arg(!J1to con la seguente motivazione :

Costante esempio di coraggio, di calma e sp rezzo del pericolo, manteneva al fuoco il suo riparto con ferma disciplina fincnè cadeva colpito a morte. Carso 24 maggio 1917

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ROS SETTI RODOLF O

di Ermanno, Tenente del 7 ° Alpini Battag~one Antelao, nato a Latisana il .26 agosto 1894. Negli anni 1908-m e 1909-910 frequentò q uesto Istituto T ecnico . Morì il 21 agosto 1917 colpito alla fronte da pallottola nemica sulla Bainsizza.

Gli fu assegnata la medaglia d'argento al valore colla seguente motivazione :

Alla tes ta di pochi Arditi con mirabile slancio attaccava un forte trinceramento nemico e vi penetrava per primo. Ferito mortalmente, continuava ad incitare i suoi uomini c on nobili parole. Costone roccioso di Mesn iack 21 agosto 1917.

A cura della famiglia in memoria di Rodolfo Rossetti venne in luce, edito dalla Tipografia Del Bianco e figlio, una pregevole pubblicazione che altamente onora il valoroso giovane caduto.

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SANTI ALDO

di Ernesto, Sottotenente del Genio, nato a Udine il 15 giugno 1896. Compiuti con onore gli studi in questo Istituto Tecnico, conseguendo nel 1915 il diploma di perito-agrimensore, passò ali' Accademia Militare di Torino donde, finito con ottimo successo il corso d'istruzione de11a sezione Genio, uscì col grado di Aspirante Ufficiale e fu destinato al ;2 ° Regg. Genio Zappatori che agiva sul Carso. Il 30 ottobre 1916, mentre dirigeva i lavori preparatori per l'avanzata, cadeva colpito a morte da piombo austriaco, troppo presto rapito alla famiglia e a11a Patria.

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SARTI NOELLO

di Aristide, Allievo Ufficiale di Artiglieria, nato a Udine il 24 dicembre 1899. Compiuti i corsi in questo Istituto Tecn ico , fu licenziato dalla sezione Fisico'"' Matematica nell'anno scolastico 1916,...17; ammesso ali' Accademia militare di Torino (Arma di Artiglieria) fu colpito da grave ma lattia per causa di servizio e morì ali' Ospedale Principale della stessa città il l aprile 1918.

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S BUELZ ADR IAN O

di Al e ssandro, Tenente nel 3° Genio specialisti, nato a Udine il 1'' agosto 1897, morto il 15 gennaio 1919 a G~mona in un ospedaletto da campo, per malattia contratta in guerra Frequentò il nostro Istituto Tecnico, conseguendo nel 1914 la licenza nella sezione Fisico-Matematica.

Il Comandante del XXII ° Corpo cl' Armata gli assegnò la Croce al Merito di guerra dichiarandolo ufficiale serio, colto, di molta buona volontà ed energico. Era inscritto studente al R. Istituto T ecoico Superiore di Milano e gli fu conferita la laurea ad honorem in ingegneria industriale.

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SCAR PA L UI G I

fu Enrico, Tenente Aviatore, nato a Venezia l' 8 agosto del 1895. Conseguito in questo Istituto nel 1914 il diploma di Perito-Agrimensore e chiamato alle armi, entrò come sottotenente nel corpo degli Aviatori. Promosso tenente, mentre compiva un audace volo, per disgraziato caso precipitava e perdeva la vita il 1° agosto 1917.

Per onorare la sua ardimentosa sebbene sfortunata azione in servizio della patria gli fu conferi_ta la medaglia d'argento con la seguente motivazione:

Tenente Luigi Scarpa da Venezia osservatore d'areoplano, comp iva numerose ricognizioni ed efficaci azioni offensive sul nemico dimostrando sempre ca lma ed ardir e. li 1° agosto 1917 partito spontaneamente in volo per eseguire una difficile ricognizione non ostante le avverse condizioni atmosferiche, in violento combattimento contro due v elivoli nem ici ritrovava gloriosa morte. Cielo del Frigido e di Idria, 1 Agosto 1917.

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( Manca fotografia)

SCREM GIACOMO GABRIELE

fu Giacomo, nato a Comeglians il 4 agosto H)oo, arruolato il 19 maggio 1918, fu assegnato al J° Regg . Genio Telegrafisti. Prese parte all'ultima avanzata di liberazione quale semplice soldato della 1l Compagnia contraendo grave malattia in seguito atta quale mori in Comeglians il 29 marzo 1920.

Frequentò quest'Istituto nell'anno scolastico 1915-16 nel 2 ° corso Agrimensura.

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SCOFFO MARINO

di Ettore, volontario ciclista, nato a Palermo il 23 settembre 1895, da famiglia friulana. Frequentava il 311 corso della sezione Fisico - Matematica allorchè, scoppiata la guerra, abbandonati gli studi domandò ed ottenne d'essere arruolato quale volontario nelle Milizie Volontarie (66• Comp.), assegnate per il servizio ciclistico prima ali' 11° Regg. Fanteria, indi al 9 ° Regg. Bersaglieri Ciclisti.

Il 6 luglio 1915, mentre compiva un pericoloso servizio di ricognizione presso Polazzo del Carso, fu colpito a morte da palla austriaca. Riposa nel Cimitero di S. Pietro dell'Isonzo .

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S ORMAN I GIUS E PP E

fu Emilio, Capitano de i Be rsaglieri, nato a Ospedaletto (Udine) il 22 luglio 1885. Frequentò regolarmente questo Istituto e ne uscì ragioniere nel luglio del 1904 Fu per alcuni anni in Udine impiegato di Banca, soddisfacendo nel frattempo agl i obblighi dì leva e congedandosi col gr ado di sottot enente di complemento dei bersaglieri. Trasferitosi in seguito a Milano tenne l'ufficio di cassiere presso la sede centrale della Banca Co m merciale Italiana. Richiamato alle armi nell'apri le del 1915, sopportò per 15 mesi i disagi ed i pericoli della vita di trincea nel Trentino, nella Carnia e finalmente sulla Ver-

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toibizza dove il 10 ottobre 1916 fu gravemente ferito. Ricoverato dapprima in un ospedaletto da campo e trasportato poi a Milano in un ospedale militare, colà decedeva dopo un mese di atroci sofferenze conservando, si può dire, fino agli ultimi suoi momenti, una fortezza d' animo veramente eroica.

Fu insignito della medaglia di bronzo al val or militare con la seguente motivazione :

Durante un attacco diede bell' esempio di slancio e coraggio al proprio riparto, finchè fu costretto a ritirarsi per una grave ferita riportata.

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SPELLADI (de) RODOLFO

di Crise._o, Tenente, nato il 13 dicembre 1887 ad Ariano Polesine. Conseguì il diploma di ragioniere in questo Istituto nel 1907 . Nel 1908 entrò a far parte della Banca Commerciale Italiana sede di Milano. Nel 1915 si arruolò volontario conseguendo un anno dopo il grado di tenente al 73° Reggimento Fanteria Prese parte a moltissimi combattimenti e per un anno continuo sul Carso dove fu decorato con medaglia al valore colla seguente motivazione:

Mostrando grande ardire ha saputo trascinare la compagnia alla conquista di una dolina fortemente difesa catturando un cannone e facendo molti prigionieri fra i quali un ufficiale superiore. Wellik Kribac, .23 novembre 1916.

Nel 21 maggio 1917 sul Carso stesso veniva mortalmente ferito ed il successivo 24 moriva nel1' ospedaletto da campo N. 057 Fu sepolto nel Cimitero di Begliano ed alla sua memoria fu concessa la croce al merito di guerra.

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TOMADONI UMBERTO

di Riccardo, Sottotenente di Fanteria, nato a Buttrio (Udine) il 9 settembre 1894, alunno del 4° corso della Sezione di Agrimensura di questo Istituto T ecnico nel 1914-15. Colpito alla testa da una scheggia di granata cadde a Serravalle di Val Lagarina il 9 giugno del 1916.

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TOSOLINI CARINO

fu Romeo, Sotto t enente nel1'11· compagnia del 2° Reg~ gimento Genio Zappatori, nacque a Pocenia il 1° marzo 1888. Frequentò questo lstituto negli anni 1908- 09 e 1909- 10. Fu fatto prigioniero nel combattimento del 23 maggio 1917 a quota 208 (Case Bonetti). Morì di malattia nel!' Ospedale militare di Mortara il 7 ottobre 1918.

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TREVISAN GINO

fu Antonio, nato a Udine il 17 aprile 1895, soldato dell' s• Compagnia del 136° Regg. Fanteria, moriva nella trincea della Madonnina il 4 gennaio 1916 alle ore 14 in seguito a scoppio di una granata. Nel 1911 frequentava il 1° corso di questo Istituto.

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T URCO CESARE

di Gian Giacomo, Capitano di Fanteria, nato a Castello sopra Lecco (Como) il 14 febbraio 1892. Già alunno di questo Istituto Tecnico, entrò nella Scuola Militare di Modena, accolto gratuitamente per merito di studio. Uscitone col grado di sottotenente , partì volontario per la Libia con la colonna Gonzaga e colà rimase 3 anni meritandosi alla presa di Kaulan (Cirenaica) per il suo valore, un solenne encomio e la promozione prima a tenente poi a capitano, quando contava soli i.3 anni. Tornato in patria, dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, si arr u olò volontario e fu mandato al fronte.

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Atla presa di Gorizia fu decorato al valore, la prima volta con medaglia di bronzo a Casa Diruta (Carso) e poscia una seconda volta con medaglia d'argento sotto il S. Marco a Gorizia colla seguente motivazione:

Turco Cesare, da Casarsa della Delizia (Udine) Capitano nel 97° Regg. Fanteria (}\1. M.). Postosi alla testa di quattro uomini sotto il fuoco nemico, superava con mirab ile audacia un reticolato attraverso un varco e penetrato arditamente nella trincea avversaria vi faceva 18 prigionieri. Già distintosi in precedente azione. Casa Diruta, 15 settembre, S. Marco di Go ri zia, 11 ottobre 1916.

Ferito due volte, alla vigilia della sua promozione a maggiore, morì il 4 giugno 1917 nel convalescenziario di Viareggio ove trovavasi da pochi giorni.

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VID AL BRU NO

di Pietro, So ttotenente dei Granatieri, Dottore in Scienze Commerciali, nato a Cordovado (Udine) il 2 giugno 1895. Frequentò con ottimo successo questo Istituto T ecoi co e a soli 17 anni ottenne, nel 1912, la licenza d'onore dalla sezione di Commercio - Ragioneria. lnscrittos i poi alla Scuola Superiore di Commerci o di Ven ezia, stav a per conseguire la laurea in scienze commerciali, all orchè, conseguentemente alla dichiarazione di guerra all' Au3tria, fu chiamato alle armi. Entr ato n ella Scuola Militare di Modena, ne uscì, dopo un breve corso d'i struzione, col grado di sot tot enente e fu destinato al .2 ° Regg. Grana-

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tieri . Mandato al fronte, partecipò con onore a numerosi combattimenti finchè il 20 novembre 1915 durante un'azione sul monte Sabotino, gravemente ferito da palla nemica, fu ricoverato in un ospedaletto da campo, dove, due giorni appresso, si spense.

Fu decorato con medaglia d'argento al valore con la seguente motivazione:

Sotto intenso e ben aggiustato fuoco avversario, dava ai propri dipendenti mirabile esempio di slancio e coraggio, portando risolutamente il proprio plotone alla conquista di una posizione nemica

La Scuola Superiore di Venezfa gli conferiva, nel 1919, ad nonorem il titolo di Dettare in Scienze Commerciali.

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ZANCANARO PIETRO

di Vittorio, Tenente d'Artiglieria da Campagna, nato il 24 aprile 1898 a Sacile (Udine). Licenziato nella sezione fisico•matematica, fu chiamato alle armi nel marzo del 1917 ed assegnato al 30° Regg . Artiglieria da Campagna, ·nel quale rimase anche dopo essere stato nominato Aspirante-Sottotenente. Forte e generoso, animato dal più puro patriottismo, come scrisse di lui il su o capitano Mario Soderini, nella ritira ta del 1917 contese al nemico l'avanzata; raggiunto da pattuglia nemica a l passaggio del ponte sul Tagliamento presso Casarsa, per sfuggire alla cattura, correndo gravissimo pericolo di vita, si get-

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tava a nuoto nel fiume in piena e non solo riesciva a guadagnare l'opposta sponda, ma a trarre in salvo anche il comandante del gruppo che stava per essere travolto dalla corrente. Per quest'atto ardimen toso fu decorato con medaglia d' argento con la seguente motivazione:

Ufficiale esploratore d ' Artiglieria, diede costante mirabile esempio di co raggio e.sprezzo del pericolo. Nel passaggio di un ponte sul I agliamento, assalito da pa ttug lie nemiche , si gettava arditamente nel fiume i n piena per non cadere prigioniero. Esponendo, quindi c on s eren a cal ma la propria giovanile esistenza, salvava il proprio comandante di gruppo travolto dalle acque del fiume.

Conseguentemente ai disagi di guerra, g ravemente scosso nella salute, entrava nell'ospitale militare di Firenze, dove si spegn eva il J dicembre 1918 La R. Università di Padova il 26 aprile 1920 lo proclamava a titolo d'ono r e Ingegnere Civile.

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ZORZI ANTONIO

di Vincenzo, nato a Polcenigo il 3 novembre 1893, Sottotenente nel 124° Fanteria, disperso, dopo che fu visto cadere colpito a morte nel fatto d' armi sulle alture di Polazzo il giorno 11 novembre 1915. Fu decorato con medaglia di bronzo con brevetto N. 15732.

Frequentò questo Istituto dal 1908 al 91M2.

(Manca fotografia)
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di Domenico, nato il 2 gennaio 1898 a Buenos Ayres. Frequentò l'Istituto Tecnico di Udine negli anni 1914•1915- 1916 e parte del 1917. Chiamato alle armi nel marzo del 1917 venne impiegato nell'ospedale del Santo a Padova. Morì il 12 agostc 1917 per febbri infettive contrat t e nell'osped a le stesso.

(Man ca fotografia)
ZULIANIUGO
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