Tecniche integrate per il trattamento riabilitativo della dislessia

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DI TUINA

SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DELLA CITTA’ DI FIRENZE Tecniche integrate per il trattamento riabilitativo della dislessia. Articolazione tra terapia Tuina e Osteopatia CORSO
Candidato Relatrice Maurizio Menichetti Susanna Taccola Anno di corso 2019-2020

CAPITOLO 1 – CENNI SULLA DISLESSIA EVOLUTIVA

della

storico legislativo in Italia

teorie sulle cause della dislessia

CAPITOLO 2 – TECNICHE INTEGRATE DI TRATTAMENTO. TUINA E

al bambino dislessico

pag.

pag.

pag.13

trattamento Tuina

Osteopatia

bambino dislessico

trattamento integrato Tuina

essenziali

Osteopatia

Yuen utili al trattamento

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pag.

INDICE INTRODUZIONE ………………………………………………………... pag. 1
Cos’è la dislessia …………………………………….………………... pag. 4 Storia
dislessia ……………………………………………………
8 Inquadramento
……………………………..
11 Principali
…………………….……....
OSTEOPATIA L’approccio della Medicina tradizionale cinese
….pag. 18 Il
del
…………………………….
31 Dislessia e
…………………………………………………...
39 Il
e
……………………………...
45 Gli olii
secondo Jeffrey
della dislessia …………………………………………………………… pag. 48 CONCLUSIONI ………………………………………………………….. pag. 51 BIBLIOGRAFIA …………………………………………………………. pag. 53

L’idea di questa tesi nasce dai dialoghi con la mia insegnante di Tuina, Susanna Taccola, alla quale ho posto spesso varie domande sui disturbi dell’apprendimento, una problematica che ho incontrato frequentemente nella mia attività professionale sanitaria e che finora ho tentato di affrontare solo con le mie competenze di osteopata. Mi capita talvolta di avere a che fare con ragazzi affetti da DSA, che arrivano nel mio studio per problematiche di tutt’altra natura. Durante le sedute e l’anamnesi emerge quindi anche la presenza di questi particolari disturbi per i quali i genitori di questi giovani pazienti mi chiedono se è possibile fare qualcosa per migliorare i disagi di questa condizione. Con l’occasione del mio trattamento, sebbene cercato per altra motivazione, la famiglia racconta del disagio interiore cui il ragazzo è soggetto, dovuto alle difficoltà che si manifestano soprattutto in ambito scolastico. I disturbi dell’apprendimento in età evolutiva interessano il 3,2% degli studenti sul territorio nazionale. Si tratta di un fenomeno in aumento anche sul territorio toscano, come riscontrato dai docenti delle nostre scuole che testimoniano la crescita del numero di bambini interessati dalle caratteristiche di questi disturbi. Il maggior riscontro di questi casi è dovuto sicuramente anche alla maggiore competenza del personale insegnante nell’individuare precocemente i segnali di disturbo così come al perfezionamento dei test di rilevazione che vengono somministrati agli studenti dai pedagogisti e dai neuropsichiatri, quest’ultimi deputati ad effettuare la diagnosi di DSA. Altri fattori che si possono sommare alla causa anatomica biologica della dislessia sono indubbiamente gli stili di vita cui questi ragazzi sono sottoposti. Mi riferisco all’eccessivo numero di ore passate davanti agli schermi elettronici (telefoni, tablet, pc, ecc) che induce una iperstimolazione visiva tipica della nostra cultura, così come al ritmo frenetico della vita odierna dei ragazzi, affollata di numerosi impegni scolastici,

INTRODUZIONE
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extrascolastici e attività organizzate che non lasciano spazio alla creatività del ragazzo e ne limitano la funzione neuroplastica del cervello, stimolata soprattutto dal gioco spontaneo.

L’insegnante Taccola ha accolto il mio interesse per l’argomento, indirizzandomi verso la ricerca su un disagio preciso tra quelli classificati come DSA, che è la dislessia evolutiva, ovvero la difficoltà di apprendere l’abilità della lettura con particolare riferimento al periodo dell’infanzia e dell’adolescenza.

Per poter aumentare le mie possibilità di intervento sui ragazzi con dislessia, Susanna mi ha proposto di approfondire l’argomento mettendo a confronto il trattamento osteopatico con le possibilità offerte dal Tuina e di inquadrare la dislessia secondo il punto di vista della Medicina tradizionale cinese (di seguito MTC). L’Osteopatia e il massaggio cinese, pur partendo da principi e metodologie diverse, hanno molti aspetti in comune:

- entrambe le discipine, sebbene nella propria specifica maniera, utilizzano le mani come strumento terapeutico e per ascoltare i tessuti del corpo,

- condividono il principio di avere un approccio globale alla persona;

- cercano la causa del problema oltre a gestirne il sintomo ;

- provano a ripristinare l’equilibrio psico fisico del soggetto, cercando di attivare la sua fisiologica capacità di autoguarigione. Nella prima parte di questa tesi ho cercato di raccontare la dislessia evolutiva con le sue caratteristiche, la sua storia, le cause. Si tratta del disturbo più frequente tra quelli classificati nei DSA e colpisce il 2,9 % della popolazione scolastica in età evolutiva. Oltre alla difficoltà specifica legata alla lettura, il bambino dislessico sperimenta molto spesso anche tutta una serie di disagi personali e emotivi che indeboliscono il suo benessere complessivo. Frustrazione, bassa autostima accompagnano spesso l’esperienza del ragazzo a scuola, dove non è raro che la sua problematica sia intensificata anche da un certo livello di competitività crescente nei gruppi scolastici. Il

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malessere può diffondersi poi alla vita del ragazzo complessivamente con stati di tensione, irritabilità, alterazione del sonno fino a giungere all’ansia e alla depressione. Nella seconda parte, questa tesi affronta poi in maniera specifica le possibilità di intervento su questo disturbo, sia attraverso il massaggio Tuina, sia attraverso il trattamento osteopatico. Nel paragrafo dedicato all’approccio della MTC alla dislessia ho cercato di mettere in chiaro come l’utilizzo dei Qi Jing Ba Mai, i meridiani curiosi, possa agire sulle potenzialità dell’individuo che, nel caso del ragazzo con disturbo, non si sono attuate nel migliore dei modi, nel periodo embriologico e gestazionale. Il trattamento dei meridiani curiosi potrà migliorare la neuroplasticità del cervello. Molta attenzione è stata dedicata ai punti di agopuntura che si trovano prevalentemente sul cranio e a quelli periferici che possono apportare benefici al cervello e ai meridiani principali coinvolti nelle tappe evolutive dell’individuo.

In ugual modo, nel paragrafo dedicato all’approccio osteopatico, ho messo in evidenza le varie metodiche sviluppate da questa disciplina quali la cranio sacrale, la biodinamica, la funzionale e la fasciale che negli anni ho perfezionato frequentando corsi post graduated.

Infine nel paragrafo finale illustro le possibilità di un approccio integrato tra Tuina e Osteopatia con riferimento al problema.

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– CENNI SULLA DISLESSIA EVOLUTIVA

CHE COS’E’ LA DISLESSIA

La dislessia viene definita come la difficoltà di apprendere l’abilità della lettura ed è classificata tra i disturbi specifici dell’apprendimento. Ciò che permette di classificare un bambino come soggetto con disturbi di apprendimento è la discrepanza che esiste tra la sua intelligenza, che è nella norma, e le sue capacità nei compiti scolastici. Anche in presenza di buone capacità intellettive infatti il bambino dislessico ha un scarsa capacità di riconoscimento visivo e di analisi fonologica delle parole. Questi soggetti incontrano pertanto notevoli difficoltà ad individuare la corrispondenza tra segni ortografici e suoni ed ugualmente non riescono a ricostruire la parola partendo dai singoli suoni che la compongono.

I bambini con dislessia leggono in modo impreciso, lentamente e in maniera poco fluida poiché hanno difficoltà a individuare le singole lettere delle parole. Commettono varie errori come aggiungere, omettere o sostituire le vocali e le consonanti quindi faticano a fondere i suoni e comporre le sillabe per poi pronunciare le parole . Ne deriva pertanto anche la difficoltà a comprendere il testo, cogliendone le relazioni e i passaggi interni e i significati più impliciti, nonostante questi ragazzi presentino un quoziente d’intelligenza normale o superiore alla media. In presenza di questo disturbo si manifestano anche altre difficoltà. Si verifica spesso infatti che il bambino dislessico non abbia un buon orientamento spazio-temporale e tenda a confondere la destra con la sinistra, l’alto con il basso, oppure non riesca a riconoscere le sequenze temporali come il susseguirsi dei giorni della settimana, dei mesi dell’anno. Una difficoltà possibile è anche quella di non riuscire a leggere l’orologio.

CAPITOLO PRIMO
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Anche lo sviluppo della coordinazione motoria viene rallentato o compromesso pertanto il soggetto può avere un atteggiamento goffo che lo induce a cadere oppure a urtare oggetti e perfino ad avere difficoltà nella coordinazione fine che il fanciullo rivela nella gestualità della routine quotidiana, come nel gesto di usare il coltello, allacciarsi le scarpe, vestirsi. Si parla in questo caso di disprassia evolutiva. Indubbiamente la dislessia evolutiva è spesso associata anche alla difficoltà di mantenere l’attenzione ed esercitare la memoria.

Nei soggetti dislessici si verifica spesso la comorbilità, ovvero la compresenza nella persona di difficoltà caratteristiche degli altri disturbi di apprendimento, attinenti la scrittura, l’ortografia e il fare calcoli, che sono proprie della disgrafia, della disortografia e della discalculia.

Lo stato generale di ottundimento e di distrazione che colpisce il bambino dislessico può indurre anche a manifestazioni di irritabilità e perfino aggressività, a causa della frustrazione per non riuscire a svolgere correttamente l’attività scolastica. La capacità o meno di usare un linguaggio articolato e ricco di vocaboli, insieme all’ortografia, possono essere indicatori di dislessia. Pertanto l’osservazione del bambino nella sua realtà quotidiana e non solo scolastica - ovvero come parla, come si muove, come disegna - può indicarci la presenza di una difficoltà, consentendo di poter consigliare la famiglia a consultare il pediatra che potrà indirizzare il bambino dal neuropsichiatra. Ciò potrà permettere una eventuale diagnosi precoce e l’avvio di un percorso riabilitativo anticipato.

La dislessia può raggiungere circa il 2 % tra i bambini di Scuola Primaria per arrivare fino al 4% nei ragazzi di Scuola Secondaria di I° grado. E’ il più diffuso tra i disturbi dell’apprendimento. Tale disturbo interessa prevalentemente i soggetti maschi per i quali i processi fonologici si svolgono nell’ambito della parte inferiore della corteccia frontale di sinistra. Nelle femmine invece i processi fonologici hanno luogo sia nella

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corteccia frontale inferiore di sinistra che in quella di destra, sono cioè bilaterali e possono in tal modo far fronte ad eventuali problemi che derivano da deficit di uno solo dei due emisferi. Ciò spiega perché le ragazze siano molto meno soggette alla dislessia e anche perché le bambine imparano a parlare e a scrivere prima dei maschi. La dislessia evolutiva ha assunto rilevanza con la scolarizzazione di massa poiché questa evoluzione sociale ha consentito di fare emergere i casi di tale disturbo. Gli studi più recenti hanno dimostrato che trattasi di una patologia complessa, dovuta ad un problema di base di tipo strutturale, comprovato da dimostrazioni scientifiche. E’ oramai certo che esistano fattori biologici capaci di influenzare i processi cognitivi necessari per acquisire le competenze di lettura. La risonanza magnetica nucleare funzionale (di seguito RMNF) ha dimostrato che, in caso di tali difficoltà, siamo in presenza della mancata attivazione di 2 aree del telencefalo insieme a problematiche nel tronco cerebrale, in particolare nei gangli della base e nel cervelletto. Il cervelletto raccoglie la metà di tutti i neuroni presenti nel cervello e storicamente è considerato cruciale, principalmente per lo svolgimento di compiti motori. Recentemente è stato dimostrato il suo importante ruolo in compiti cognitivi e linguistici, in particolare nell’apprendimento di procedure o sequenze motorie. A seconda del prevalere o dell’estensione di certe aree cerebrali che non vengono attivate (in particolare i lobi frontali) si avranno delle conseguenze più di tipo visivo, emozionale o pedagogico. Studi di laboratorio hanno dimostrato inoltre l’assenza o il mal funzionamento di 2 geni, comunemente associati alla dislessia il gene DYX1C1 che codifica una proteina che è stata collegata alla migrazione neuronale così come il gene ROBO1 noto per assicurare le connessioni nervose. In altri studi neurobiologici è stato visto che i soggetti con dislessia hanno alterazioni in alcuni neurotrasmettitori come la colina. Si ipotizza inoltre che all’origine della dislessia ci sia uno sbilanciamento dell’eccitabilità neurale e che tale squilibrio sia maggiore nei circuiti cerebrali implicati nei compiti di lettura.

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Certamente il livello attuale di conoscenza e l’esperienza acquisita rispetto a questa disfunzione ci consentono di poter scorgere nella dislessia anche un’opportunità di sviluppo per determinate abilità che il bambino mette in campo per compensare il deficit nella lettura; abilità altrimenti inespresse che possono diventare una ricchezza anche oltre il limite specifico della dislessia. La letteratura specifica riporta infatti che i ragazzi affetti da dislessia hanno un quoziente d’intelligenza nella norma e talvolta perfino superiore alla norma. Il deficit causato dalla dislessia non inficia quindi le altre significative capacità di cui l’individuo dislessico può essere dotato, che possono essere messe sicuramente a frutto. E’ esemplare la storia dell’ingegnere Ronald Davies che nel libro autobiografico “Il dono della dislessia” racconta come il disturbo sia stato per lui uno stimolo ad emanciparsi dalle difficoltà e a progredire, fino a raggiungere traguardi importanti nella sua vita.

Le conoscenze sui disturbi specifici dell’apprendimento sono notevolmente ampliate negli anni permettendo quindi anche un notevole sviluppo di apposite tecniche didattiche e modalità riabilitative.

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STORIA DELLA DISLESSIA

La dislessia interessa persone di qualsiasi provenienza, senza distinzione di estrazione sociale o cultura di appartenenza. E’ un disturbo di cui si ha notizia da sempre ma lo studio di tale problematica è relativamente recente. Il primo ad occuparsi di differenze individuali nell’apprendimento fu l’educatore Sir Francis Galton nel 1869; seguì poi il neurologo tedesco Adolph Kussma che rilevò come i problemi di lettura fossero legati a danni neurologici associati. Kussma introdusse l’espressione “cecità per le parole” con la quale si descrive la difficoltà delle persone nella lettura o nella costruzione corretta delle frasi. Sempre in Germania, nel 1881, il medico Oswald Bertham identificò per primo un disturbo nell’apprendimento della lettura. Nel corso del tempo la problematica fu affrontata da medici e oculisti fino alla ricerca condotta dal neurologo Samuel Orton che negli anni ‘20 del secolo scorso effettuò studi su studenti definiti poco abili e introdusse il concetto di Quoziente d’intelligenza (Q.I.). Con lo studio del Q.I. si comprese che tale quoziente non aveva conseguenze sulla problematica della dislessia poichè fu chiaro come molti bambini con difficoltà nella lettura mostravano un QI normale o addirittura superiore alla media. Conseguentemente emerse la considerazione che la difficoltà di lettura non era da intendersi come “cecità delle parole” ma come strefosimbolia, ovvero tendenza ad invertire la posizione delle lettere nella parola, un’anomalia che viene ben presto attribuita ad una causa biologica, ovvero la mancata comunicazione tra i 2 emisferi del cervello.

Negli anni che seguirono si fece strada l’ipotesi di carattere psicanalitico che attribuiva il disturbo ad un trauma di tipo emotivo, subito dal bambino in ambito familiare o al momento dell’ingresso nella scuola in conseguenza del distacco dalla madre, un

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episodio negativo che causava ansia e paura con importanti ripercussioni sulle capacità di apprendimento.

Successivamente negli anni ‘50 del ‘900 in Francia il prof. Clementi Lavanay avanzò l’ipotesi di cause visive. Negli anni ‘60 e ‘70 , in particolare negli Stati Uniti, si iniziò a parlare di learning disabilities, ovvero di disturibi del’apprendimento, mettendo a punto programmi specifici. Nello stesso periodo, sempre negli USA, grazie agli studi di Geschwinde e Levitsky si fece strada l’ipotesi che la dislessia potessere dipendere da un deficit nel processare i fonemi con la conseguente difficoltà nell’associare il fonema al grafema o segno di scrittura corrispondente. Questi studi, effettuati anche tramite dissezioni anatomiche, permisero di individuare a livello neuroanatomico un’area cerebrale con funzioni linguistiche, detta planum temporale, che nel 65% delle persone è più ampia nell’emisfero sinistro rispetto all’emisfero destro. Negli anni ‘80 si fece largo l’ipotesi che la causa della dislessia fosse attribuibile alla sindrome da deficienza posturale. Questa idea fu sostenuta dall’oculista Martins da Cuhna e dal posturologo Orlando Alvesa da Silva i quali dopo un’accurata visita posturale dei soggetti affetti da dislessia riscontravano un quadro fenomenologico a largo spettro che andava da evidenti asimmetrie e alterato tono muscolare con scorretta regolazione propriocettiva ad alterazione della frequenza cardiaca, respiratoria fino a disturbi di concentrazione, perdita di memoria, ansia o altri ancora di tipo neurovegetativo come la sudorazione al vertice del capo. Ciò faceva pensare che il disturbo dipendesse da un disequilibrio di origine centrale.

Negli anni non è mai tramontata l’ipotesi che la dislessia avesse origini da un deficit nell’elaborazione visiva. Di fatto anche negli anni ‘90 e primi anni 2000 si era capito che l’informazione visiva viene trasmessa dai recettori della retina alle cellule neurali dette gangliali, organizzate fin dall’origine in due vie nervose che funzionano in parallelo e in larga misura rimangono distinte nelle loro proiezioni verso la corteccia cerebrale. Queste due vie, definite via magno cellulare e via parvo cellulare, proiettano il segnale nervoso

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ad una struttura sottocorticale denominata corpo genicolato laterale, uno dei nuclei del talamo che a sua volta lo trasmette ai centri cerebrali superiori. Ai deficit transitori è stata attribuita la compromissione dell’informazione visiva. Di fatto i bambini con dislessia hanno una ridotta sensibilità al contrasto del segno grafico e all’eccessiva vicinanza delle parole scritte.

Le ricerche condotte da alcuni autori negli anni a cavallo tra il 2010 e il 2014 tramite RMNF hanno confermato queste conclusioni, ovvero il legame tra la riduzione dell’area cerebrale deputata alle funzioni linguistiche e la dislessia, evidenziando in età evolutiva una asimmetria atipica tra i due emisferi.

Foto. Vie ottiche

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STORICO LEGISLATIVO IN ITALIA

Fino agli anni ’60 non risulta in Italia nessun lavoro pubblicato sulla dislessia mentre la percezione della difficoltà di lettura era quasi inesistente. Fino ad allora infatti il bambino che non riusciva a leggere era ritenuto pigro e svogliato, considerata la semplicità dell’acquisizione del nostro sistema alfabetico. Sia in ambito medico che scolastico non si riusciva a concepire che il soggetto fosse incapace di leggere, in presenza di capacità cognitive normali e senza che questo mostrasse menomazioni o deficit evidenti.

Solo negli ultimi 30 anni l’attenzione e lo studio della dislessia, così come per i DSA in generale, nel nostro paese sono progressivamente aumentati dando luogo a ricerche scientifiche sistematiche, ad un specifica attenzione didattica da parte del corpo docente e allo sviluppo di una sensibilità adeguata nei genitori dei bambini interessati da tale difficoltà e da parte delle figure educative e sanitarie che hanno a che fare con questi studenti. Una delle figure principali per la promozione della conoscenza e dell’approccio alla dislessia è stato Giacomo Stella, professore di psicologia clinica all’Università di Urbino che ha contribuito al dibattito scientifico sul tema con numerose pubblicazioni. Stella è stato inoltre il fondatore nel 1997 dell’Associazione Italiana Dislessia (AID) che raccoglie genitori dei bambini dislessici, i dislessici adulti e le figure educative e sanitarie che si occupano del disturbo. L’AID ha rappresentato un punto di riferimento per la sensibilizazione della società e delle istituzioni verso l’argomento e fornisce attualmente strumenti di supporto ai dislessici adulti come nel caso del Comitato DSA e lavoro.Vi fa seguito l’AGIAD, Associazione genitori insegnanti amici della dislessia, anch’essa impegnata nella divulgazione della conoscenza della dislessia e nella promozione di strumenti a supporto della difficoltà. La consapevolezza della dislessia, così come di altre specifiche difficoltà di apprendimento e la relativa conoscenza scientifica e didattica maturate in questi anni

INQUADRAMENTO
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induce il Parlamento Italiano ad approvare una normativa ad hoc, la L.170/2010 con la quale si riconoscono i disturbi specifici di apprendimento quali la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia e si approvano norme specifiche in ambito scolastico. La legge riconosce che tali disturbi si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. Obiettivo della legge è tutelare gli alunni e gli studenti con tali disturbi, il loro diritto all’istruzione e favorirne il successo scolastico. In questo senso la normativa prevede misure didattiche di supporto che consentano agli studenti con disturbi di esprimere le loro potenzialità e di ridurre i disagi relazionali ed emozionali conseguenti a tali difficoltà.

All’indomani dell’emanazione di tale legge, sulla scia del dibattito culturale e scientifico che si era sviluppo sul tema DSA in quegli anni, l’Istituto Superiore di Sanità promuove nel dicembre 2010 una Consensus Conference in cui si pongono le basi del futuro approccio al disturbo e si promuove una discussione estesa e condivisa tra varie figure professionali che in maniera trasversale si occupano di soggetti con DSA.

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PRINCIPALI TEORIE SULLE CAUSE DELLA DISLESSIA

All’interno del nostro cervello sembra che non esista un’unica area innata definibile come “centro della lettura” piuttosto esistono aree cerebrali che sostengono le attività necessarie per altre funzioni cognitive e motorie - quali la lingua parlata, il riconoscimento degli oggetti – che vengono utilizzate anche per lo scopo di leggere. Il reimpiego di queste regioni cerebrali è un processo lento che richiede un insegnamento specifico. Tale funzione è resa più efficace e rapida se durante l’infanzia, ovvero nel periodo che precede l’alfabetizzazione formale, vi sia stata una buona esposizione al linguaggio parlato ed una buona attività motoria sia spontanea che organizzata.

La RMN funzionale ci ha rivelato informazioni precise sull’anatomia del cervello valutando l’attività cerebrale e l’aumento del flusso sanguigno nelle aree coinvolte, facendo determinate azioni. Si può dedurre perciò quali siano le regioni coinvolte nella lettura, osservandone l’afflusso di sangue durante tale attività. La lettura è una funzione cognitiva complessa, articolata in più processi, alcuni dei quali particolarmente indagati nel corso degli anni, per i quali si è visto una corrispondenza con l’attività di numerosi circuiti cerebrali.

Per leggere è necessario avere una mappatura grafema-fonema per cui occorre riconoscere la forma visiva dei grafemi e tradurre le lettere scritte in suoni corrispondenti; ciò richiede quindi di avere memoria dei singoli fonemi e riuscire a fonderli nel momento in cui si deve pronunciare la parola intera. Molti studi hanno dimostrato che il processo della lettura è supportato da aree cerebrali che si trovano principalmente nell’emisfero sinistro.

Le aree cerebrali coinvolte nella lettura sono prevalentemente queste:

- nel lobo frontale l’Area di Broca;

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nel giro frontale inferiore deputato all’articolazione e analisi fonologica della parola; - nella zona posteriore, nell’area occipito temporale, la via ventrale della visione specializzata nella percezione e riconoscimento degli oggetti (la via del cosa) e responsabile del linguaggio fluente; nell’area parieto temporale la via dorsale della visione specializzata nella percezione spaziale, ovvero della posizione e del movimento (la via del dove).

La via dorsale è di cruciale importanza per il processo di mappatura grafema –fonema per cui i grafemi sono tradotti in fonemi. Il solco temporale superiore parte integrante della via dorsale, sarebbe fondamentale nell’integrare la modalità visiva del grafema con quella uditiva del fonema. Nella zona cerebrale in cui si trovano la via ventrale, il giro fusiforme, l’area occipito temporale sinistra è stata individuata la visual word form area ovvero l’area della forma visiva della parola, fondamentale per la lettura automatica e fluente. L’emisfero sinistro è il più coinvolto ma ambedue gli emisferi vengono utilizzati; mano a mano che si procede con l’apprendimento, questa zona viene ad essere sempre di più vascolarizzata di conseguenza.

Foto. Le aree del cervello

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Foto. La via dorsale e la via ventrale

Galaburda e collaboratori da studi autoptici su anatomia cerebrale (1979) hanno verificato che i cervelli di soggetti con dislessia non presentavano la tipica asimmetria a vantaggio dell’emisfero sinistro, ovvero l’emisfero ritenuto specializzato nell’elaborazione dei compiti linguistici. Le displasie citoarchitettoniche documentate nei cervelli delle persone con displasia potrebbero essere interpretate come il frutto di una importante migrazione neuronale e indicare variazioni nella specializzazione cerebrale tipica dei normodotati. I ragazzi con dislessia sembrano avere minore materia grigia, bianca e differenze del corpo calloso (Mascheretti, De Luca, Trezzi e altri 2017). Se d’altro canto c’è una minore attività dei circuiti posteriori nella via dorsale e nella via ventrale, c’è una attività dei circuiti frontali maggiore nell’emisfero destro.

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Gli studi con RMNF condotti in bambini di età scolare e a rischio di dislessia concordano nell’identificare alterazioni neuronali simili a quelle dei bambini che presentano poi un disturbo di lettura, rilevando precocemente una traiettoria differenziale nello sviluppo cerebrale (Mascherini e altri 2017). Altri studi si sono concentrati sull’attività elettrica del cervello (event related potential o potenziale evento correlato). Si è osservato che la risposta cerebrale elettrica ad uno stimolo induttivo improvviso o nuovo nelle persone con dislessia sia ridotto (Kujalia Naatanen 2001 e altri studi simili nel 2017 Fraga Gonzalez etc).

In termini generali le persone con dislessia mostrano, durante i compiti di lettura, un elettroencefalogramma con attività ridotta nelle regioni cerebrali posteriori, ovvero sulla via dorsale e via ventrale, mentre contemporaneamente si rileva un’iperattività di altre zone che non sono deputate alla lettura. Sembra quindi che il cervello, stimolato dal compito della lettura, risponda attivando altre zone cerebrali che non sono deputate alla lettura. Alla dislessia sono state associate varianti genetiche a livello cromosomico (Lo Turco etc 2014). Due geni in particolare, DYX1C1 per la migrazione neuronale e il ROBO1 per le connessioni nervose, sono interessati da queste varianti. Vengono registrate inoltre, sempre utilizzando la RMNF con tecnica spettroscopica, alterazioni a livello di alcuni neurotrasmettitori e metaboliti come la colina (Pugh e altri 2014). Un’altra teoria è detta rumore neurale cioè uno sbilanciamento dell’eccitabilità neurale e che tale squilibrio sia maggiore nei circuiti cerebrali implicati nei compiti di lettura. Si sono verificati cambiamenti neuroanatomici e neurofunzionali a seguito dei vari percorsi riabilitativi portati avanti da neuropsichiatri, psicologi, pedagogisti, insegnanti e logopedisti. Si notano con la RMNF dei cambiamenti dell’attività dell’emisfero sinistro posteriore che consentono quasi la normalizzazione di queste aree (Simon e Fletcher e altri 2002).

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Il lavoro di recupero precoce intensivo comporta miglioramenti sulla sostanza bianca in tutte le aree coinvolte. Tra i vari metodi di riabilitazione c’è anche la stimolazione magnetica transcranica (Bensaret e altri 2012 Lavidor e altri 2016).

Gli studi effettuati mettono in evidenza che tale problematica colpisce maggiormente il sesso maschile con un rapporto di 3 a 1 e che l’eziologia è spesso collegata ad un fattore ereditario.

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DISLESSICO

L’approccio che il tuinaista deve tenere nel trattare il fanciullo con DSA non si può sottrarre ad una valutazione del soggetto per poi addentrarsi nel trattamento specifico del problema, essendo questo il motivo per cui il nostro paziente si è presentato da noi. Dovrà essere spiegato al giovane studente e ai genitori perché si praticano tutta una serie di metodiche e tecniche, in quanto la presa di coscienza di ciò che verrà fatto sarà da supporto per accettare anche uno stile di vita, un’alimentazione e dei comportamenti che dovranno essere diversi. E’ importante stabilire un rapporto di empatia con il ragazzo così come con i genitori che lo accompagnano i quali giocano un ruolo significativo a supporto del percorso riabilitativo. Ciò nel rispetto imprescindibile dei ruoli terapeuta – paziente che sarà fondamentale anche per creare un rapporto di fiducia che contribuirà all’efficacia del trattamento.

La dislessia evolutiva interessa due diversi momenti della gioventù: il periodo della così detta seconda infanzia, intorno ai 7 anni, e dell’adolescenza inoltrata, anni questi che sono caratterizzati da grandi mutamenti sia psichici che fisici. La valutazione del tuinaista partirà da un approccio olistico che indaga le interrelazioni tra corpo, mente e spirito.

Come già evidenziato nelle pagine precedenti, la causa della dislessia evolutiva risiede prevalentemente in una non completa formazione dell’emisfero sinistro e in particolare del lobo temporale perché durante i primi momenti del concepimento e nella fase

CAPITOLO
SECONDO – TECNICHE DI TRATTAMENTO. TUINA E OSTEOPATIA L’APPROCCIO DELLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE AL BAMBINO
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iniziale della gravidanza i neuroni di questa area migrano verso zone a cui non sono destinati. Dopo un anno di trattamento eseguiti dalle varie figure professionali, quali il logopedista, il pedagogista e gli insegnanti, ripetendo la RMN funzionale si è visto un reclutamento dei circuiti cerebrali non tipicamente coinvolti nei normolettori così come un aumento della irrorazione sanguigna dell’emisfero sinistro. Ciò mette in evidenza come la corteccia cerebrale non sviluppata ha la possibilità di attivarsi ed evidenziare la dimensione plastica del cervello stesso. Per incrementare questa funzione del cervello, dal punto di vista della MTC si aprono varie possibilità di intervento:

1) intervenendo sui Qi Jing Ba Mai, meridiani curiosi, deputati alla formazione e creazione dell’individuo a livello embriologico che a livello ontologico, permettendo il rafforzamento dei dati costitutivi dell'essere con l'integrazione delle tappe dello sviluppo psicomotorio;

2) intervenendo su punti specifici sia sul cranio sia periferici, in connessione con il viscere curioso cervello, che hanno un ruolo importante nelle attività cerebrali;

3) intervenendo sui meridiani principali che accompagnano le tappe evolutive e contribuiscono apportando jing acquisito al buon funzionamento del cervello. L’importanza di trattare i meridiani curiosi risiede nel fatto che essi sono implicati nel far prendere forma all’essere umano ed intervengono nell’incarnazione dello Shen cosmico. Al momento del concepimento si uniscono i jing dei due genitori, richiamando una quantità di Shen da quello universale. I due jing determineranno le potenzialità del nascituro e lo Shen permetterà di attivare queste potenzialità. Lo Shen rappresenta una intelligenza universale che incarnandosi nel soggetto diventa piccolo Shen. Lo Shen rappresenta qualcosa che non può essere né visto né sentito, non percepibile di per sé ma per gli effetti che manifesta tramite la materia. E’ un’intelligenza invisibile che permette all’individuo di riconoscere e interagire con l’ambiente, di comprendere, di conoscere e compiere salti associativi da un concetto all’altro. E’ la manifestazione più Yang

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dell’energia e sarà sempre in trasformazione. Rappresenta quindi la coscienza, l’intelletto, il pensiero e le emozioni.

Il piccolo Shen, ovvero lo Shen individuale, dimora nel cuore, sede dei sentimenti, delle emozioni e del mentale e viene distribuito tramite il sangue e tutti gli altri organi, prendendo il nome di Po nel polmone, di Hun nel fegato, di Yi nella milza, di Zhi nei reni. Il trattamento di punti che armonizzano lo Shen permette di armonizzare le funzioni che permettono “ l'integrazione intelligente” tra la biologia e lo sviluppo umano e caratterizza il lavoro sulle emozioni e il loro eventuale squilibrio.

Foto. L’origine comune del Chong Mai, Ren Mai e Du Mai

I meridiani curiosi

Trattando gli 8 meridiani curiosi straordinari di 1° generazione (Chong Mai, Dai Mai, Du Mai, Ren Mai) e quelli di 2° generazione (Yin e Yang Wei) e di 3° generazione (Yin e Qiao Mai), possiamo migliorare il percorso di attuazione delle potenzialità del bambino che abbiamo in esame.

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I meridiani curiosi sono in numero di otto; questo numero ha già in sé un significato intrinseco, ovvero rappresenta il segno dell’infinito che unisce e separa allo stesso tempo. Rappresenta il passaggio tra cielo e terra, unisce e separa ciò che sta in alto da ciò che sta in basso. Inoltre il numero otto ricorda la forma dell’ottaedro che in architettura permette il passaggio dal quadrato, cioè la terra, alla cupola, cioè il cielo. Così per la metafora della casa:

- il Chong Mai rappresenta l’architetto che esprime e dà forma ai progetti e ai bisogni dell’individuo;

- il Ren Mai rappresenta la struttura dei bisogni naturali;

- il Du Mai è la costruzione della casa in continuo divenire;

- i Wei Mai rappresenta la casa che si usura, che invecchia in cicli di 7 anni in 7 anni per le femmine, di 8 anni in 8 anni per i maschi;

- i Qiao Mai come la casa invecchia in base a chi ci abita

- il Dai Mai rappresenta la cantina dove si mettono le cose che non servono, si elimina l’inutile e l’obsoleto.

Inoltre i meridiani straordinari sono portatori di energia ancestrale e trasmettono la vita attraverso i caratteri ereditari e trasportano questa energia ai visceri curiosi: cervello, midollo, ossa, organi genitali, vasi sanguigni e vescica biliare, regolando quindi la costruzione dell’individuo nel cielo anteriore e la sua futura vita nel cielo posteriore, nel tentativo di esaudire al meglio il loro mandato. Questi otto meridiani svolgono varie funzioni: di difesa, di regolazione, di creazione.

Dovendo interagire a livello costituzionale, nel trattamento prenderò in considerazione solo la 3° funzione.

I meridiani di 1° generazione sono prevalentemente responsabili del passaggio dal cielo anteriore a quello posteriore, caratterizzando la prima parte dello sviluppo del feto e sono in relazione con l’ereditarietà, con la Yuan Qi ed originano dai reni.

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Nei meridiani di 2° generazione troviamo gli Wei, responsabili della nostra evoluzione nel tempo; nella 3° generazione abbiamo i Qiao che rappresentano il compimento del progetto dell’uomo e sono in relazione con i piedi. I meridiani della 2° e 3° generazione hanno a che far con il dialogo tra il cielo e la terra che si instaura nel momento in cui la vita appare; gli Wei si allacciano al cielo mentre i Qiao si relazionano alla terra. Durante il trattamento della funzione straordinaria si segue il tragitto del meridiano curioso preso in considerazione e si trattano i punti che saranno prevalentemente in vuoto; il trattamento manuale sarà sempre in tonificazione, profondo, preciso, lento, rilassato con un ritmo respiratorio che sarà quello della respirazione del ricevente. Uno dei primi meridiani da trattare sarà il Chong Mai, vaso dell’assalto e mare del sangue, che come si è detto rappresenta l’architetto ed è il meridiano che compare per primo. Nasce dal Ming Men, ha un tragitto esteso a tutto il corpo, attraversa reni e genitali, affiora a CV-1, da qui si divide in 2 rami: posteriore e anteriore. Il ramo posteriore va da C-V1 a C-V2, attraversa il Dai Mai, emerge in VG-4 e risale la colonna fino a BL-17. Il ramo anteriore emerge da CV-1, passa dai genitali e riaffiora in CV-2 e poi in KI-11. Da qui si divide in 2 rami, uno ascendente, l’altro discendente. Il ramo ascendente, seguendo il decorso del canale principale del rene, arriva fino a KI-27, attraversando la zona sternale dove incontra i punti di comando anteriori che sono il KI-14 collegato al rene, KI-17 collegato alla milza, KI-21 collegato al fegato, KI-22 collegato al polmone e KI-23 collegato al cuore. Continua passando per VC-22 e 23, prosegue sulle labbra, raggiunge il faringe e le fosse nasali posteriori e termina su BL-1. Il ramo discendente da KI-I11 a ST-30 si dirige verso il basso sulla faccia interna della coscia; nel cavo popliteo fino al malleolo interno. Da qui si divide in 2 branche: quella inferiore seguendo il meridiano principale del rene arriva alla pianta del piede; quella superiore segue la faccia dorsale del piede passando da ST-42 (il polso del Chong Mai) e termina nello spazio tre il 1° e 2° dito.

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Il buon funzionamento di questo primo meridiano sarà fondamentale affinché abbia luogo nel migliore dei modi l’attuazione delle potenzialità dell’individuo. Tra i punti che si trovano lungo il suo tragitto particolare importanza assumono CV-4 e ST-30, V-61 che governa le trasformazioni, R-9 che governa le mutazioni, VB-29 che governa l’adolescenza.

L’altro meridiano curioso da trattare sarà il Du Mai o vaso governatore. E’ il mare dei meridiani Yang; favorisce lo sviluppo delle potenzialità, l’evoluzione dell’uomo sulla terra. Esso rappresenta la scala della vita che noi saliamo per ricongiungerci al cielo. Anch’esso origina dal Ming Men, si porta a VC-1, emerge da VG-1, vera origine; segue il rachide, raggiunge la settima vertebra cervicale dove trova il VG-14, primo punto che interagisce direttamente con il cervello. Arriva al cranio a livello del VG-16 e si divide in 3 rami: un ramo penetra nel cervello, uno va alla spalla, l’altro prosegue sulla testa seguendo la sutura sagittale e la linea mediana del cranio fino al punto VG-24 dove si divide di nuovo in 2 rami: uno va da BL-1 e successivamente al cervello, l’altro prosegue e termina nella gengiva superiore tra i 2 denti incisivi. Trattando il vaso governatore miglioreremo soprattutto la capacità di farsi carico della propria vita su un piano progettuale, la capacità di dire di no, di avere un’identità fisica e psichica. I punti da massaggiare su questo meridiano saranno molteplici a partire da VG-1 a tutti gli altri che dal VG-16 fino al VG-28 presenteranno segni di sofferenza in quanto sono punti che hanno direttamente a che fare con l’attività del cervello.

I meridiani curiosi di 2° e 3° generazione Notevole importanza assume anche il trattamento dei meridiani curiosi di 2° e 3° generazione. I Wei Mai rappresentano i vasi di collegamento, gli Yang Wei connettono tra loro le parti più superficiali, le zone Yang e i canali di V, VB, TR, IT, ST e Du Mai. Gli Yin Wei connettono le parti interne e le zone Yin e i canali di R, M, F e Ren Mai. Durante il trattamento devono essere massaggiati assieme perché sono dei modulatori

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che assicurano l’equilibrio tra produzione e distribuzione dell’energia tra le regioni interne ed esterne del corpo; non è possibile disperdere l’uno senza tonificare l’altro oppure tonificarne uno senza impoverire l’altro. Gli Wei sono importanti perché oltre a collegare le parti del corpo connettono anche le fasi della vita dell’uomo e garantiscono l’armonioso fluire delle varie fasi, l’una nell’altra e quindi utili nell’età di passaggio. Nel trattamento degli adolescenti dislessici sarà utile massaggiare in particolare il meridiano Yang Wei perché interviene nei processi di creazione di tipo Yang immateriali, intellettuali e spirituali e perché questo meridiano nel suo tragitto incontra il punto VB29, barriera dell’adolescenza, che segna il passaggio all’età adulta. Esso ricalca in gran parte il percorso del meridiano della vescica biliare. Partendo dalla caviglia risale lungo tutta la faccia laterale delle gambe, delle cosce e laterale del corpo e della testa. I punti più significativi da trattare saranno BL-61, porta dei talloni che comanda la crescita; GB-29 porta delle anche che comanda il passaggio dall’infanzia all’adolescenza; SI-10 porta delle spalle che segna il passaggio dall’età adulta alla piena maturità; VC-23 porta delle tonsille che regola i passaggi alla testa, luogo dove tutto si ricapitola; VG-15 porta del mutismo.

Foto. Il percorso del meridiano curioso

Yang Wei Mai

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Le potenzialità

Si ricorderà che l’individuo nasce nel movimento Legno: nella prima parte del movimento, ovvero i primi 7/8 anni di vita, l’individuo è caratterizzato dal fegato. Nella seconda parte, dai 7/8 anni fino all’adolescenza, è connotato dalla vescica biliare, fase Yin Yang caratteristica dell’adolescenza, periodo di riferimento del soggetto in esame. La vescica biliare è anche un viscere curioso e svolge un ruolo importante nell’attualizzare le potenzialità, portando l’innato nel cielo posteriore. Quando la vescica biliare funziona correttamente , essa indica la giusta direzione da prendere ed il momento opportuno in cui prendere tale direzione,oltre ad interagire con il cuore , tramite il rapporto mezzogiorno mezzanotte.

Il trattamento del meridiano della VB aiuterà ad operare scelte consapevoli sul cammino della crescita personale e può aiutare a mantenere una buona vista e a mitigare gli effetti della iperstimolazione visiva cui spesso i bambini e gli adolescenti sono sottoposti; vista la loro frequente permanenza davanti agli schermi di computer, tablet, telefono e TV. Infine saranno da massaggiare i Qiao Mai che già nel nome indicano il loro importante significato, ovvero “alzarsi in piedi per vedere meglio, prendere appoggio sulla terra con i talloni e alzarsi sugli avampiedi per guardare un po' più in là oltre l’orizzonte”. Il percorso dello Yin Qiao inizia da KI-6; passando per le regioni mediali del corpo arriva all’angolo mediale dell’occhio. Lo Yang Qiao inizia da BL-62 risale lungo la parte esterna del corpo e termina nell’angolo esterno dell’occhio. Gli Yin Qiao rappresentano la consapevolezza del sé e di come ci vediamo, il guardarsi dentro. Gli Yang Qiao rappresentano il modo di vedere gli altri, come il mondo vorremmo che ci vedesse e come vorremmo che fosse il mondo. Il loro trattamento è molto utile per migliorare le funzioni visive. Nella funzione straordinaria intervengono nel movimento temporale delle energie che influenzeranno i ritmi fisiologici fasici, accellerandoli o rallentandoli. La loro disarmonia porta a turbe di tali ritmi. In particolare gli Yin Qiao rallentano o

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accellerano i processi di creazione; gli Yin Qiao sono utilissimi quando si vogliono stimolare le attività creatrici Yang della terra come nell’accellerare delle attività dei tempi Yang del radicamento della vita e nell’unione dello Yin e dello Yang. I punti interessanti da trattare di questi meridiani sono per lo Yin Qiao KI-2, KI-6, VC-2, VC-3 ST-12, VC-23, V-1. Per lo Yang Qiao andremo a trattare BL-62, BL-61, BL-59, GB-29, SI-10, LI-15, LI-16, ST-4, ST-3, ST-1, BL-1, GB-20 e VG-16. La MTC è una medicina energetica e non distingue la materia dallo spirito ma tiene conto dell’energia che può essere più o meno densificata e sottile. Affinché lo Shen individuale, ovvero tutte le funzioni mentali dell’individuo si attuino correttamente, sarà necessario che anche la struttura, cioè il cervello in cinese nao , possa esprimersi biologicamente al massimo delle sue potenzialità.

Possibili interessamenti di organi

Considerato il caso specifico di questo disturbo si dovranno trattare con particolare attenzione gli organi cuore, fegato, milza e rene, in considerazione dell’influenza che questi esercitano su determinate funzioni coinvolte nella dislessia. Il cuore, elemento fuoco, si manifesta nella lingua attraverso l’eloquio, ovvero la capacità di espressione con lessico adeguato; il fegato, elemento legno, controlla la vista, è legato all’intuizione e alla creatività, oltre che alla distribuzione del sangue, essendo collegato a tutti i meridiani tendino muscolari, e quindi alla postura. La milza, che assieme al suo viscere stomaco forma il movimento Terra, fornisce il Qi post natale proveniente dagli alimenti a tutti gli Zang- Fu e controlla la memoria a lungo termine. La milza è chiamata “la radice del Qi del CIELO POSTERIORE” e produce anche il sangue, oltre ad essere la sede dello Yi, ovvero dell’intelletto è “la signora dell’adattamento ai vari ambienti”, regola e governa l’aspetto sociale dell’uomo nel suo mondo relazionale. I reni sono importanti per la memoria a breve termine, oltre a fornire l’energia necessaria a supportare la buona riuscita del trattamento terapeutico.

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Inoltre è da trattare il viscere curioso Mare dei Midolli, ovvero il cervello, che conserva i midolli. La testa rappresenta infatti, secondo Su Wen, il palazzo dell’intelligenza e il cervello controlla la chiarezza mentale. Molte delle funzioni che la medicina occidentale attribuisce al cervello in medicina cinese sono attribuite al cuore, in quanto il cuore ospita lo Shen che è responsabile del pensiero, della memoria e delle sensazioni. Ciò nonostante altri autori cinesi hanno sostenuto che queste funzioni sono tipiche del cervello per esempio Li Shi Zhen scrisse “il cervello è il palazzo dello Shen originale” e Wang Qing Ren disse esplicitamente “l’intelligenza e la memoria non risiedono nel cuore bensì nel cervello”.

Foto. I tre cervelli inferiore, medio e superiore

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Il cervello controlla l’intelligenza, la memoria, il pensiero e la coscienza. Questo non è in contraddizione con l’ipotesi che il cuore controlli le medesime funzioni, significa semplicemente che c’è una sovrapposizione delle funzioni del cuore e del cervello in relazione a quelle sopra citate. Nella pratica, ciò significa che per stimolare queste attività si possono utilizzare sia i punti del canale dello Shao Yin sia del canale del Du Mai che della GB e della BL, localizzati sulla testa in quanto questi punti hanno un’azione diretta sul cervello. Sono inoltre importanti da trattare le zone craniche che hanno una corrispondenza con i 3 cervelli inferiore, medio, superiore e i punti associati locali e periferici.

Il Cervello inferiore è costituito dal tronco encefalico, dal cervelletto e dal diencefalo ed è deputato al controllo della sopravvivenza. Il cervello medio è composto dalla corteccia motoria e sensitiva e controlla la capacità di relazione e interazione con il mondo esterno. Infine il cervello superiore si compone dell’area dei lobi frontali e parafrontali e delle zone dove si trovano i neuroni a specchio; controlla le capacità più fini e decisionali, come la discriminazione e l’ interpretazione.

Tra i punti da trattare sul cranio andremo a verificare quelli più interessanti e che corrispondono all’area cerebrale da trattare che si trovano prevalentemente sul tragitto dei meridiani curiosi Du, Wei e Qiao Mai e su quelli della vescica e vescica biliare. Andranno trattati se si mostreranno particolarmente sensibili alla palpazione. Tra questi punti cranici non potremmo tralasciare VG-20, punto bai hui o dei cento incontri così come il VB-19, nao gong o cavità del cervello e il VG-17 nao hu o porta del cervello ed infine sarà molto utile massaggiare il lobo dell’orecchio. In periferia sono da prendere in considerazione tutti i punti che presentano una disarmonia e che hanno a che fare con la funzione straordinaria dei meridiani curiosi, in particolare il VG-1, il ST-30, VC-4 e il punto 78 punto nuovo-extra nao qing che purifica il cervello, il BL-58 fei yang, il ST-40, HT-5 il Luo del cuore che porta il sangue al cervello.

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In MTC la funzione del midollo, matrice comune del midollo osseo, spinale e del cervello, è prodotta a partire dal Jing dei reni. Quindi, se i reni sono in deficit, si avrà un rallentamento anche delle attività cerebrali. Il collegamento reni - cuore, livello Shao Yin, ci riconduce alle attività cerebrali. Se il livello Shao Yin è in deficit anche tutte le funzioni attribuite al cervello saranno rallentate, creando nel caso al bambino dislessico non poche difficoltà nelle attività scolastiche. Se il Jing dei reni e il Xue del cuore sono in deficit il cervello diventa pigro, la memoria sarà modesta, la vitalità scarsa; la vista e l’udito potrebbero perdere di efficacia. Il Jing dei reni viene distribuito a tutto il corpo e in particolare dai meridiani curiosi ed in particolare dal Du Mai. Pertanto, tonificando l’asse rene – cuore si ottengono benefici significativi poiché il cuore assolve al mandato di ciò che si deve fare nella vita e il rene assolve a quello di dare la forza per realizzare questo mandato.

La valutazione

Sarà fondamentale osservare e prendere appunti su come il soggetto si atteggia, come si muove (meridiani tendino muscolari, energia wei), qual è la sua postura, come si esprime (cuore-lingua), qual è il tono della voce (polmone), capire il tipo di linguaggio che usa. La postura infatti ci può essere d’aiuto per comprendere il disagio vissuto dall’individuo. Quindi i meridiani tendino muscolari ci danno informazioni anche sulle turbe emozionali di cui non si ha coscienza, sul tono muscolare e su contratture che a volte assumono l’aspetto di una “corazza”. L’atteggiamento posturale del soggetto riflette tre modalità diverse di muoversi nel mondo: il Tai Yang, lo Yang Ming e lo Shao Yang. L’atteggiamento Tai Yang mostra la tendenza a proiettarsi in avanti con contratture nei muscoli paravertebrali e con il tipico atteggiamento dei piedi rivolti verso l’esterno durante il passo e in decubito supino, consumando le scarpe sull’esterno. L’atteggiamento Yang Ming presenta la tendenza a bloccarsi con tensione sui muscoli addominali e toracici con uno stile di vita esitante e i

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piedi che tendono ad andare verso l’interno, consumando le scarpe sull’interno. Infine lo Shao Yang è l’atteggiamento della scelta con tensioni sui muscoli laterali del corpo con movimenti a scatti, posizionando un piede dritto e l’altro in fuori. E’ importante osservare la sua costituzione fisica - sintesi dei 5 elementi fusi con quelli dei meridiani curiosi - e il volto con lo sguardo per valutare lo Shen in generale. Si dovrà valutare se esiste una disarmonia alla base di qualsiasi manifestazione patologica, considerando l’intero quadro. Ogni segno e sintomo ha un significato posto in relazione con tutti gli altri; lo stesso sintomo può avere significati diversi, il tuinaista non valuta infatti la malattia ma la sindrome. Sebbene la difficoltà di leggere, comprendere e pronunciare le parole scritte è il deficit comune ad ogni dislessico, ogni soggetto sarà sottoposto ad un trattamento individualizzato e adattato ad ogni singola seduta. Occorrerà creare una scheda personale dove inserire la raccolta dati usando I seguenti parametri:

1. i 4 metodi diagnostici (osservare, domandare, toccare e odorare)

2. interpretare tramite le 8 regole diagnostiche (interno/esterno, freddo/caldo, vuoto/pieno, Yin/Yang)

3. ricercare gli squilibri di QI, XUE, JINYE

4. ricercare gli squilibri degli Zang Fu e dei rispettivi meridiani principali e secondari dove sono da inserire le sindromi dei 6 livelli energetici e dei 4 strati dell’energia e dei 3 riscaldatori (superiore, medio e inferiore).

La sintesi di questi dati forniranno il quadro per definire una o più sindromi che si manifestano insieme alla dislessia. A questi dati si aggiunge la valutazione dei polsi radiali e l’osservazione della lingua, della postura e della costituzione.

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BAMBINO DISLESSICO

I primi trattamenti saranno mirati a migliorare lo stato di salute e di benessere generale del paziente per poi addentrarci nel trattamento più specifico. Prima di presentare qui la descrizione precisa del trattamento da farsi, vale la pena dire qualcosa su come deve essere l’ambiente di lavoro in cui si praticano trattamenti Tuina. Importante è dotare lo spazio di una temperatura adeguata, né troppo calda né troppo fredda, che contribuirà a mettere a suo agio il paziente insieme alla disponibilità di cuscini e coperte.

Fondamentale avere a portata di mano gli strumenti tecnicamente complementari al massaggio cinese quali la moxa, il martelletto fiori di prugna, le coppette, il guasha così come gli olii essenziali che anche nel caso del trattamento della dislessia possono esser utilizzati al bisogno.

Per predisporsi ad effettuare il trattamento, il tuinaista deve eseguire qualche tecnica di Qi Gong, almeno 3 tiaxi per andare verso quello stato mentale in sintonia con la palpazione chiamato wuji, cioè quella condizione di vuoto che serve per entrare in risonanza con il ricevente.

La metodica del trattamento Tuina prevede di indagare con una palpazione empatica e armonizzante tutto il corpo, con l’obiettivo di disperdere la pienezza e tonificare il vuoto. Per tonificare si andranno ad effettuare movimenti lenti, ampi e leggeri in senso orario e in direzione del meridiano; per disperdere invece si eseguono movimenti veloci, circoscritti con forte pressione in senso antiorario e contro la direzione del meridiano. La mano è lo strumento del nostro saper fare e il luogo delle potenzialità del trattamento. La palpazione è un processo interattivo essenziale durante il trattamento e provoca una consapevolezza profonda, preverbale e inconscia che faciliterà il percorso di guarigione ed ecco quindi l’importanza di avere mani ben curate, non troppo calde né troppo fredde.

IL TRATTAMENTO TUINA DEL
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Un tocco deciso ma non invasivo farà si che il palmo, la parte più yin della mano, percepisca e tesaurizzi mentre il dorso, che è la parte più yang della mano, provvede a disperdere e allontanare.

Primo trattamento

Nella prima seduta si controlleranno i polsi secondo i criteri che seguono, annotando le loro caratteristiche

POLSI RADIALI

POLSO SINISTRO POLSO DESTRO

HT/SI LU/LI

LR/GB SP/ST KI yin/BL KI yang /TE

CARATTERISTICHE DEI POLSI RADIALI

normale moderato superficiale profondo rapido lento pieno vuoto scivoloso rugoso grande fine lungo corto A corda teso

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Di conseguenza si controlla la lingua e se ne annotano le caratteristiche.

Foto. Corrispondenza delle aree della lingua con gli organi e i visceri

Paziente supino

Andremo a palpare l’addome che ci darà importanti informazioni sul quadro energetico della persona che stiamo trattando. Dall’ombelico - prima ferita dell’uomo che segna il passaggio dal cielo anteriore al cielo posteriore e che rappresenta il centro, quindi la terra - si avranno informazioni sulla yuan qi. Mentre dai quadranti circostanti avremo indicazioni come segue: dalla regione epigastrica, indicazioni del cuore; dalla regione lombare sinistra, indicazioni del fegato; dalla regione lombare destra indicazioni sul polmone e dalla regione sovrapubica, indicazioni sul rene. Queste zone saranno utili da trattare nei successivi incontri per monitorare l’evoluzione della disarmonia, ovvero se la zona lombare sinistra, rappresentativa del fegato e cioè della patologia nella fase iniziale, si mantiene sempre rigida saremo ancora in una fase iniziale del problema. In ogni caso ricevere un massaggio addominale è sempre piacevole e contribuisce ad una normalizzazione della peristalsi intestinale regolarizzando l’intestino. A questo punto andremo a:

1) aprire i cancelli del cielo sulla fronte dalla punta del naso VG-25 a VG-23 con tui di polpastrello, seguito da tui fen, yin yang con pollici;

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2) la scimmia che si gratta la testa sui due lati del cranio

3) Tui con pollice con testa ruotata da VB-20 a VB-21, 6 passaggi a destra e sinistra

4) Tui fen sul petto e fino sotto al costato

5) Tui con Bocca della tigre su arti superiori per 6 volte, partendo da sinistra o da destra a seconda del sesso

6) Mo fa su addome armonizzante nei due sensi

7) Tui sui meridiani yang e poi yin degli arti inferiori

8) Nie fa sulle dita dei piedi

9) An rou sui punti classici per i tre jiao VG-20, VC-17, TR-1

Paziente prono:

12) Tui con tutta la mano sulla schiena lungo il meridiano della vescica

14) Gun su zona peri e interscapolare

15) An su BL-23 e bilaterale con palmi delle mani paralleli

16) Ca fa sul sacro

17) Zhen fa su VG-4 e mani sovrapposte

18) Tui su arto inferiore vescica e ritorno sui meridiani yin Trattare un meridiano curioso come il Chong Mai e Ren Mai 1° o 2° meridiani tendinomuscolari che potrebbero condizionare la postura.

Finire il 1° trattamento con MC-6 che apre il torace, con TR-4 che fa circolare l’energia in tutto il corpo e con tui su tutto il tai yang con 3 passaggi per il corpo materiale, etereo e spirituale.

Secondo trattamento

Il secondo trattamento si programma una settimana dopo il primo. Si esegue una valutazione della lingua e dei polsi e si ricercano eventuali telengectasie e/o nodularità

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sui punti Luo e lungo i meridiani Luo longitudinali che nell’arco dei diversi trattamenti dovranno essere migliorati.

Paziente supino

1) Mo fa su addome

2) Tui fa sul torace con movimento dell’infinito

3) Gun da Ren Mai alla periferia, dal basso verso l’altro, dal VG-15 al VG-20

4) trattare il diaframma

5) valutare e trattare l’area del cervello inferiore compresa tra i punti VG-14 e VG-16 e i punti locali V-10 (colonna celeste) e VB-20 (stagno del vento)

6) trattare il punto periferico BL-58 che controlla la testa, utile per l’apprendimento e la memoria, e i meridiani corrispondenti alla tappa evolutiva come da schema che segue:

Yuan Luo Shu dorso

Polmone LU-9 LU-7 BL-23 /BL-42

Grosso intestino LI-4 LI-6 BL-25

Milza M-3 M-4 BL-20 /BL-49

Stomaco ST-42 ST-40 BL-21

Il trattamento si conclude con tui su tai yang e zheng su dantien inferiore

Terzo trattamento Nuovamente dopo un intervallo di una settimana dall’ultimo trattamento andremo a valutare lingua e polsi dopodiché con il paziente prono si effettuano:

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1) con moxa si tonificano BL-23, 52,15

2) Tui fa con tutta la mano lungo tutta la schiena (6 passaggi)

3) Yizhichan fa sui punti Hutaouj Iiaj dalla 7° cervicale alla 5° lombare a 05 cun al alto della colonna;

4) Tui fen Yin Yang su costato o guasha se evidenti segni di calore

5) An rou su BL-17,18,19,46,47,48

6) Andare a trattare i punti del cranio corrispondenti al cervello medio compresi tra il VG-17 e il VG-20 con i punti locali BL-9, GB-8, GB-9, GB-19, GB-11

7) valutare i meridiani corrispondenti alle tappe evolutive secondo lo schema che segue:

Yuan Luo Shu dorso

Cuore C-7 C-5 BL-15

Intestino tenue SI-4 SI-7 BL-27

Rene R-3 R-4 BL-23

Vescica BL-64 BL-58 BL-28

8) trattare il punto extra 2cun e 1 cun laterale a ST-41

Quarto trattamento

Si effettua dopo due settimane dal precedente. E’ opportuno valutare come si evolve la situazione e controllare la lingua ad inizio e fine del trattamento.

Paziente supino

1) Bocca della tigre su arti superiori a destra e a sinistra

2) Tui su arti inferiori su meridiani Yin e Yang

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3) Mo fa su addome con tecnica dell’infinito

4) Trattamento dei punti corrispondenti al cervello superiore: da VG-21 al VG-24 e i punti locali (V-3,4,5, 7 e VB- 15,18). Con punto periferico il ST-40 feng long Si trattano infine i meridiani principali delle tappe evolutive corrispondenti secondo lo schema che segue:

Yuan Luo Shu dorso

Maestro del Cuore MC-7 MC-6 BL-14

Triplice riscaldatore TR-4 TR-5 BL-22

Fegato F-3 F-5 BL-18

Vescica biliare VB-40 VB-37 BL-19

Paziente prono

1) Tonificare il rene: BL-23, R-3 (yuan terra) , R-7 (madre metallo), R-4 (Luo)

2) Tonificare la milza con An: BL-20 , M-3 (yuan terra), M-2 (fuoco madre), M-4 (Luo) e i punti che drenano. Finire con zheng sulla zona lombare.

Nei trattamenti successivi sarà importante prendere in considerazione i meridiani curiosi di prima generazione, come il Chong Mai, il Du Mai, Wei e Qiao Mai nella loro funzione straordinaria, oltre ad insistere sul meridiano del rene e della milza che hanno a che fare con la terra, vista come madre che radica, dà la forma, fa crescere e che nutre l’individuo, unendo lo Yin e lo Yang. La terra inoltre è intesa come infinita possibilità di rinascita. Pertanto riveste particolare significato il punto R-1 che, secondo Jeffrey Yuen, corrisponde alla zona in cui dalla terra si attira l’energia dell’acqua per poi portarla vero

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l’alto, passando dalla regione dei genitali, in cui prendono origine i meridiani straordinari. Utile insistere nel tonificare il movimento terra, quindi milza e stomaco che saranno pertanto in grado di effettuare una buona assimilazione del jing dagli alimenti, consentendo all’individuo di attingere meno dal jing renale, innato. Supportare sempre il movimento metallo perché il polmone, ministro dell’energia, funzionando bene, può abbassare ai reni sia l’energia dell’aria che quella dei cibi, garantendo il corretto funzionamento del corpo. Giunti a questa fase della terapia, andremo ad intervallare i successivi incontri con i trattamenti osteopatici.

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L’Osteopatia, come il Tuina, valuta il paziente nella sua complessità, usando prevalentemente un contatto manuale sia nella fase di valutazione che di trattamento. L’osteopatia non tratta in base al sintomo ma ricerca la salute del paziente e prova a rimuovere gli ostacoli che impediscono alla vita di fluire all’interno della persona.

L’Osteopatia mette in campo un’ampia gamma di tecniche manuali terapeutiche finalizzate a migliorare la funzionalità fisiologica e a sostenere l’omeostasi, avvalendosi anche di consigli relativi allo stile di vita. Nella pratica osteopatica si prendono in considerazione anche i risultati di esami diagnostici (esami del sangue, risonanze magnetiche nucleari, ecografie, ecc) per amplificare i principi stessi dell’osteopatia alla cura del paziente.

I principi osteopatici si rifanno al concetto di unità del corpo inteso come struttura (osteon) e come fisiologia (path), un termine anglosassone quest’ultimo che significa “via, percorso”. Ne deriva pertanto il concetto osteopatico de “la via della struttura” dove la struttura governa la funzione.

I principi fondamentali sono :

1) il corpo possiede meccanismo di autoregolazione deputati all’autoguarigione; 2) struttura e funzione sono in relazione di interdipendenza; 3) l’essere umano è un’unità dinamica e funzionale il cui stato di salute è influenzato dal corpo e dalla mente.

Ciò che caratterizza l’osteopata è la palpazione: la mano per l’osteopata è il più grande strumento diagnostico e terapeutico conosciuto dall’uomo. Un’attenta analisi dei tessuti attraverso il tatto ci dà un’informazione sulla condizione della disfunzione in quel preciso momento e sul quale sarà la procedura migliore per

DISLESSIA E OSTEOPATIA
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risolverla. L’importanza di un tocco leggero e di una manipolazione delicata sono alla base del principio del trattamento.

Fin dalle sue origini l’osteopatia si è sempre arricchita di nuove metodiche di approccio e di cura al paziente. Oggi gli strumenti di valutazione sono talmente tanti che si ha quasi l’imbarazzo della scelta di quale usare, ciò anche in considerazione del fatto che la nostra pratica è divenuta disciplina sanitaria e ci viene chiesto pertanto di confrontarsi anche con medici e diagnosi strumentali. Sarà solo l’abilità di ogni operatore di utilizzare metodiche, dalla tecnica strutturale a quella fasciale fino alla biodinamica, in base al paziente che abbiamo di fronte.

Nel caso della problematica legata alla dislessia, credo sia importante andare a trattare le aree che principalmente sono coinvolte con la difficoltà di lettura, quindi tutta la sfera cranica, la regione occipitale per quanto riguarda la visione, la regione temporale parietale e temporo occipitale coinvolte nella lettura e nel linguaggio, la regione frontale per la capacità decisionale e intuitiva. Da non dimenticare zone apparentemente lontane dal coinvolgimento con la problematica, quali l’addome - considerato non a caso il 2° cervello - e i principali diaframmi, ovvero il pelvico, il toracico e il cranico. Ciò è determinante perché ci sia una buona comunicazione tra l’alto e il basso.

Il lavoro specifico tuttavia non può sottrarsi ad un’indagine a tutto campo che valuti:

1) La storia del paziente, a partire dal parto con cui è nato e lo sviluppo psicomotorio

2) Malattie, traumi subiti e uso di apparecchi ortodontici, di occhiali o lenti a contatto, di ortesi plantari

3) Stile di vita e alimentazione

4) Hobbies e modo di trascorrere il tempo libero

5) La postura, sia statica che dinamica

6) L’esito dei test osteopatici: da quelli più strutturali e posturologici a quelli “sottili”, passando per i testi specifici per l’occhio e l’apparato masticatorio.

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Un test molto particolare è quello che valuta il movimento cranio sacrale, ovvero un movimento di espansione e restrizione che si percepisce in tutto il corpo e in particolare sul cranio.

Il movimento cranio sacrale (o movimento respiratorio primario) ci dà informazione sul livello energetico della persona e anche durante il trattamento ci può essere utile per monitorare eventuali miglioramenti in corso d’opera. Tale movimento detto anche “marea minore” , avviene circa 8-12 volte al minuto. Un aumento del movimento va verso la patologia così come l’eccessivo rallentamento, anche se una frequenza minore ma con un’ampiezza maggiore ci indica che il paziente sta abbassando la frequenza delle onde cerebrali quindi che sta progredendo verso una fase più parasimpatica che facilita il rilassamento generale così che il paziente avrà più risorse da dedicare al processo di guarigione.

Oltre al cranio dovrà essere posta particolare attenzione alla zona toracica, un’altra area dove si trovano le innervazioni ortosimpatiche del cranio, e tutta l’area sacrale dove si va da ancorare la meninge più esterna che dal cranio raggiunge la 2° vertebra sacrale. Quindi nei primi trattamenti sarà utile togliere tutti i blocchi periferici che creano delle barriere al fluire dell’energia e mano a mano concentrarsi sempre di più sui 3 diaframmi pelvico, toracico e cranico; quindi verificare ed eventualmente trattare l’addome, la gabbia toracica ed infine la testa.

Trattare la base cranica è di fondamentale importanza perché lo sviluppo embriologico del sistema nervoso va dal dietro in avanti e perché eventuali blocchi a livello dei condili occipitali possono creare problemi alle vie nervose e ai vasi sanguigni, sia di entrata che di uscita.

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Foto. Il tronco encefalico e l’encefalo Nella zona occipitale inoltre si trova il midollo allungato, sede dei nuclei dei 10 nervi cranici, il diencefalo, sede delle funzioni più primitive ma fondamentali come la buona e normale sopravvivenza come il centro apneustico e pneumotassico per la ritmicità e la profondità dell’atto respiratorio, il cervelletto deputato a controllare la coordinazione fine con i flocculi nodulari e la coordinazione grossolana con il verme cerebrale. In questa zona si trova anche lo spazio del 4° ventricolo che accoglie il liquor cefalo rachidiano che svolge un ruolo fondamentale per il sistema immunitario e di nutrimento. Nel lobo occipitale si trova l’area della visione primaria e l’area di confine occipito temporale che accoglie la via ventrale, deputata alla lettura fluente. Trattare l’area occipitale, ed in particolare il tronco encefalico sede principale del sistema parasimpatico, così come i nuclei del nervo vago e il decorso del nervo stesso avrà un effetto positivo nel trattamento del nostro paziente. In effetti la normalizzazione di questa area contribuirà ad una omeostasi in tutto il corpo e ad una modulazione nelle risposte da parte del soggetto quando viene esposto ad una situazione di pericolo.

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Il nostro sistema nervoso autonomo utilizza 3 strategie di difesa. La più antica consiste nel complesso dorso vagale che produce risposte quali brachicardia, apnea, attività defecatorie, immobilizzazione o inibizione comportamentale. Una strategia successiva è quella data dal sistema ortosimpatico che induce la risposta “lotta o fuggi”; infine la strategia più recente è quella del complesso ventro vagale che fa da mediatore e modulatore dei 2 sistemi precedenti. Il sistema simpatico ha ripercussioni in tutto il corpo mentre il complesso dorso vagale agisce prevalentemente sugli organi sotto diaframmatici. Il sistema del complesso ventro vagale agisce sugli organi sovra diaframmatici, come il cuore, polmoni ma anche sul tono dei muscoli, della testa, compresi i muscoli masticatori e dell’orecchio medio. Questo complesso svolge un ruolo importante anche nella produzione dell’ossitocina, rilasciata dall’ipofisi e sulla modulazione e trasmissione del suono dall’orecchio al cervello. Il trattamento di questa zona in genere induce nel paziente una sensazione di calma e serenità; uno stato psico-fisico che, secondo la teoria polivagale di Stephen Porces, è una via importante per ogni processo di guarigione. Nei trattamenti successivi si andrà a lavorare nella zona parieto temporale dove troviamo la sede della via dorsale della visione, dedicata al riconoscimento della parola, l’area del linguaggio, dell’udito e non ultimo l’area sensitiva e motoria. Proseguendo nelle sedute, sarà utile trattare la zona frontale, sede dei lobi frontali e prefrontali dedicati alla decisionalità e ai neuroni a specchio. Nel trattamento del cranio una parte molto importante è rappresentata dalle ossa temporali, sia perché uniscono il dietro con il davanti della testa sia perché vi si trovano, al di sotto, aree cerebrali fondamentali per la dislessia e anche perché sede dell’articolazione temporo mandibolare (ATM). Questa articolazione di fatto si collega, tramite la mandibola, all’osso ioide e a tutto l’apparato fonatorio. Pertanto trattare le fasce del collo potrà servire a migliorare la funzione della laringe e della faringe, nonché della lingua. Sarà importante anche verificare le ossa del palato duro e tutti i muscoli

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masticatori infine le ossa che compongono l’orbita, i muscoli e i nervi che insistono sull’occhio per assicurasi la miglior visione possibile.

Di solito concludo i miei trattamenti posizionando il palmo della mano sulla fronte e l’altra sul centro dell’osso sternale, avendo notato che questa tecnica riesce ad armonizzare il cranio con il torace e a rilassare moltissimo il paziente. Il protocollo di trattamento che segue prevede solitamente 4-5 sedute della durata di 45 minuti a distanza di 1 o 2 settimane. Dopo alcune sedute, talvolta anche già dopo la prima, i ragazzi trattati riferiscono di sentirsi più rilassati, di riuscire a concentrarsi meglio e di essere in grado di prolungare i tempi di attenzione. Questo approccio richiede tempi lunghi di trattamento che possono prolungarsi anche per anni con incontri che possono essere distanziati anche di 2 o 3 mesi. In questa cadenza di incontri osteopatici è possibile inserire i trattamenti Tuina.

Foto. Trattamento osteopatico cranio sacrale

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Abbiamo visto come il massaggio Tuina e l’Osteopatia presentino molte similitudini tanto da poter essere considerati, in un percorso terapeutico, addirittura complementari. Pur partendo da principi e metodologie diverse, queste due discipline condividono un approccio all’individuo e alla malattia molto simile. Entrambe utilizzano le mani come strumento terapeutico e rivolgono particolare attenzione all’ascolto dei tessuti del corpo; condividono il principio di avere un approccio globale alla persona e fanno affidamento sulla sua fisiologica capacità di autoguarigione, provando a ripristinarne l’equilibrio psico fisico, ognuna con i propri specifici mezzi di intervento. Questo paragrafo mi offre la possibilità di illustrare come integrare i due tipi di interventi attraverso due scenari possibili. Nel primo scenario l’approccio alla dislessia vede i terapeuti delle rispettive discipline lavorare separatemente, sulla base di un percorso di intervento concordato nel quale i trattamenti di Tuina e di Osteopatia si alternano a determinate frequenze e i terapeuti valutano, mediante i rispettivi criteri diagnostici, le caratteristiche del soggetto in esame e l’andamento del percorso. Tale collaborazione prevede di programmare una serie di sedute, almeno 5-6 presso un terapeuta cui far seguire una medesima serie di trattamenti dell’altra disciplina. Si può iniziare indifferentemente con il massaggio tuina oppure con il trattamento osteopatico. Dopo la fase iniziale gli incontri potranno essere diradati ad una frequenza di 1 ogni 3 settimane , effettuati in maniera alternata così da portare avanti contemporaneamente le due tipologie di trattamento. E’ opportuno che i due terapeuti si aggiornino reciprocamente sullo stato del paziente, confrontandosi sull’andamento del trattamento integrato, sull’evoluzione dei sintomi e gli eventuali cambiamenti in modo da scambiare l’un l’altro riflessioni che saranno molto utili ad ottimizzare il trattamento e a favorire il raggiungimento dei risultati attesi.

TRATTAMENTO INTEGRATO TUINA E OSTEOPATIA
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Il secondo scenario in cui integrare Osteopatia e Tuinà è quello in cui gli strumenti terapeutici dell’una e dell’altra disciplina siano utilizzati contemporaneamente, in un approccio al paziente in maniera integrata. Ciò mi è suggerito dalla mia esperienza di osteopata che sto arricchendo con lo studio del Tuinà, contando così di poter fare affidamento su entrambe le competenze, osteopatiche e di massaggio cinese. Sebbene il mio percorso di perfezionamento in MTC sia ancora all’inizio, comprendo come la possibilità di una lettura della persona e del suo corpo così articolata e complementare mi offra nuove e valide opportunità di intervento sul problema. Si tratta di una preziosa acquisizione che potrà valere per qualsiasi problematica mi troverò ad affrontare. Il punto di vista dell’osteopata si completa con le conoscenze di massaggio tuinà, in un equilibrio in cui il terapeuta dovrà dominare le due discipline e ragionare sul paziente, attingendo contemporaneamente ai due sistemi di pensiero.

L’approccio osteopatico affronta il bambino dislessico a partire dalla sua struttura anatomica, dalla valutazione del movimento cranio sacrale (o movimento respiratorio primario), non ultimo dall’approccio biodinamico che sono i campi di indagine e di intervento d’elezione dell’osteopatia per questo disturbo. In questo contesto il massaggio Tuina, con il suo sistema diagnostico e di cura, offre strumenti ulteriori, a conferma oppure a rettifica o integrazione del percorso terapeutico avviato. A questo riguardo offrono un contributo molto significativo, da affiancare al trattamento osteopatico, l’analisi e il trattamento dei meridiani curiosi.

In tema di integrazione di terapie ritengo che nel caso della dislessia evolutiva possa essere di qualche aiuto anche indirizzare il bambino alla pratica del Qi Gong. Questa pratica infatti, oltre a migliorare l’ossigenazione dei tessuti, la mobilità delle articolazioni e l’elasticità dei muscoli, aumenta la consapevolezza del sé. Un traguardo

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importante per un soggetto affetto da un disturbo dell’apprendimento. Il Qi Gong si configura come un’attività fisica a tutti gli effetti e pertanto, come dimostrato da numerosi studi scientifici, induce un effetto positivo sulla neuroplasticità , migliorando la neurogenesi, l’aumento del volume e dell’attività della sostanza grigia del cervello.

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TRATTAMENTO DELLA DISLESSIA

UTILI

L’utilizzo degli olii essenziali, sia per applicazione diretta sulla pelle che per inalazione tramite aerosol, permette un assorbimento che si rivelerà molto utile come terapia complementare al trattamento manuale.

Per al MTC gli olii essenziali rappresentano il jing della pianta quindi in qualche modo l’interazione con essi sarà in risonanza con il jing del corpo. L’applicazione di questi olii sugli 8 canali straordinari o ai punti sorgente, sui punti Yuan e Mu e nel caso specifico su alcuni punti di agopuntura del cranio, stimola la circolazione di energia ed in particolare della Yuan Qi e sul nostro cervello nel sistema limbico , migliorando lo stato d’animo della persona.

Gli olii essenziali applicati nel cuoio capelluto sono molto efficaci perché la testa, il cervello e il cranio in energetica rappresentano lo stesso concetto, poiché il cervello è Mare dei midolli quindi midollo esso stesso. Il midollo per i cinesi è detto Shui, ovvero Jing Shen, cioè l’esperienza di se stessi nella vita.

Una proprietà degli olii essenziali sta nel fatto che essi esprimono il dipanarsi genetico della vita. Ciò avrà un’influenza diretta dal punto di vista della MTC perché aprirà la possibilità di lavoro diretto sui meridiani che trattano l’attuarsi della vita, in cicli di 7 anni per le femmine e di 8 anni per i maschi. Questi meridiani sono i Wei Mai; sono dei vasi che collegano un livello dell’esistenza umana al livello successivo, procedendo di livello in livello. Trattare bambini con dislessia significa entrare in relazione, “bussare alla loro porta” ed in particolare al loro cervello affinché qualcosa che nelle loro costituzione non si è espresso nel modo migliore, trovi la via perché ciò avvenga. Secondo Jeffrey Yuen, gli olii essenziali, in particolar modo sui bambini, aiutano a dipanare e a bilanciare il codice genetico. Applicare gli olii essenziali su alcuni punti di

GLI OLII ESSENZIALI SECONDO JEFFREY YUEN
NEL
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agopuntura sul cuoio capelluto e in prossimità degli orifizi, attraverso i quali il cervello illumina il mondo e il mondo ha accesso al cervello, in particolare sugli organi sensoriali quali orecchie, occhi , bocca, crea un effetto positivo sul nao (il cervello) e migliora l’attività cerebrale. L’olio può essere applicato puro oppure, a seconda della zona, diluito con altri olii veicolatori, ad esempio l’olio di sesamo che non ha odori particolari e fa risaltare l’essenza dell’olio essenziale. Qui di seguito sono indicati i punti dove mettere una/ due gocce di olio essenziale a livello della testa.

Per il cervello inferiore molto utili sono i seguenti punti: VG-14, 15,16 e 17; BL-10; TR-17; GB-20 dove trovano particolare efficacia l’olio di pino e di cipresso. Questi olii svolgono un’importante azione sulla respirazione; essendo queste piante sempre verdi hanno una grande potenza di ossigeno e di jing.

Per il cervello medio gli olii più indicati sono quello di corteccia di cannella e di finocchio applicati sui punti VG-20 e GB-8.

Per il cervello superiore sono molto efficaci l’olio di viola, di narciso, di gelsomino e di arancio. Sono talmente potenti da essere tossici quindi è opportuno diluirli con altro olio veicolante.

I punti più interessanti sono gli yin tang, i punti extra sulle tempie, GB-2 e tutti i punti in prossimità dell’attaccatura dei capelli. Un altro olio da prendere in considerazione, poiché ha un largo spettro di azione, è l’olio di lavanda che esercita un’azione riequilibrante del sistema nervoso centrale, essendo contemporaneamente tonico e sedativo.

Nel caso della dislessia sarà utile concentrarsi nel trattare la parte corrispondente all’arto dominante, ovvero il bambino che scrive con la mano destra dovrà essere trattato nella zona craniale sinistra.

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Nei ragazzi più grandi sarà opportuno trattare i meridiani Wei; ciò darà la possibilità di interagire sulle esperienze del passato che possono aver influito in maniera negativa sulla patologia stessa.

L’utilizzo di tali essenze va ad implementare il trattamento manuale, con l’obiettivo di stimolare nel bambino la vivacità, la perspicacia, la capacità di attenzione e migliori abilità motorie.

Gli olii essenziali hanno il vantaggio di poter di assicurare una continuità domiciliare della terapia. Opportunamente istruiti, i genitori del bambino potranno effettuare l’applicazione degli olii tramite vaporizzatori o durante un bagno.

E’ fuori dubbio che qualsiasi applicazione degli olii deve essere subordinata alla verifica di eventuali intolleranze o allergie da parte del bambino.

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Mi auguro che questa tesi possa dare un contributo sia all’operatore Tuina, sia all’osteopata nell’affrontare quello che è un disturbo in aumento tra i soggetti in età evolutiva. Principalmente si tratta di uno studio che si rivolge al massaggiatore Tuina il quale può considerare queste proposte una base di partenza da integrare e adattare ogni volta al caso specifico. Anche all’osteopata vengono presentati alcuni aspetti di carattere generale sull’approccio alla dislessia evolutiva, sebbene non mi sia addentrato nel dettaglio delle tecniche, considerato il tema della tesi.

Lo scopo del lavoro è stato anche quello di trovare una modalità di collaborazione tra professionisti di 2 discipline di terapia manuale che hanno una storia profondamente diversa e tuttavia molte somiglianze che le possono rendere, in questo approccio terapeutico, addirittura complementari. Spero di essere giunto alla stesura di una traccia iniziale per l’avvio di una collaborazione che può essere efficace. Le ricerca bibliografica sul tema non è stata cosa semplice. Ho reperito alcuni materiali presso la biblioteca del centro “Fiori di prugna” dell’ASL Firenze tuttavia non ho trovato testi che trattino in maniera esplicita la dislessia con la metodica MTC. Fondamentali sono stati pertanto i testi delle lezioni di questi 3 anni di corso, in particolare quelli dedicati ai meridiani curiosi, al cranio e ai sentimenti, testi e appunti che ho riletto alla luce dei preziosi suggerimenti e indicazioni che l’insegnate Taccola mi ha dato in questi mesi. Guardando al lavoro svolto, possiamo dedurre che il trattamento integrato del massaggio Tuina e dell’osteopatia può apportare benefici significativi ai fanciulli che presentano dislessia evolutiva.

CONCLUSIONI
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Ringraziamenti

Desidero ringraziare innanzitutto la mia relatrice Susanna Taccola che mi ha guidato in questa ricerca, suggerendo un argomento di studio per me particolarmente significativo e indirizzandomi verso una piena comprensione del ruolo dei meridiani curiosi.

Sono riconoscente alla Scuola di agopuntura tradizionale della Città di Firenze, con i diversi insegnanti che in questi anni si sono susseguiti, per avermi iniziato alla conoscenza di questa disciplina.

Un grazie va alle varie docenti di Scuola primaria con cui mi sono confrontato per conoscere meglio la realtà dei bambini dislessici e alle segretarie del Centro “Fiori di prugna” che mi hanno assistito nella ricerca bibliografia.

Infine un grandissimo ringraziamento a mia moglie che è stata al mio fianco nella stesura digitale di questo lavoro così come nell’evolversi del mio percorso di formazione.

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