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Nelle scorse settimane mi sono imbattuta in un video pubblicato da Repubblica: uno Steve Jobs con ancora molti capelli in testa, e in procinto di ritornare in Apple dopo essersi dimesso due anni prima, è protagonista di un discorso alla WWDC, la convention annuale di Apple dedicata agli sviluppatori. Siamo nel 1997, cioè 25 anni fa, e questo video che oggi si potrebbe definire datato, mi ha ispirato diverse riflessioni applicabili ai nostri giorni, proprio quelli che stiamo vivendo. Capita di pensare che nel mondo delle tecnologie le sfere del professionale e del consumer siano separate e distanti, se non altro proprio nei processi di sviluppo del prodotto. Ma, per quanto riguarda il rapporto con gli utenti, – quindi nel nostro settore si tratta dei clienti dei clienti, cioè gli utenti finali professionali – modi e tendenze che vengono dal consumer possono essere una fonte di grande ispirazione. Nel video uno sviluppatore attacca Jobs accusandolo di parlare di cose che non conosce, e di non aver concluso molto negli ultimi anni. Invece di controbattere, Jobs risponde che probabilmente è così, ma che è importante non perdere la visione globale di un’azienda, di un progetto, la stessa che permette di vendere i prodotti. Visione strettamente connessa, secondo lui, con l’esperienza dell’utente. “Bisogna partire dalla customer experience – spiega – e lavorare a ritroso fino alla tecnologia. Non si può partire dalla tecnologia e poi pensare a chi andrà venduta, ma il contrario. […] All’utente non serve sapere cosa c’è nella scatola che utilizza”. Siamo nel 1997, ed è già chiaro come, a maggior ragione in ambito tecnologico, proprio la customer experience debba guidare le scelte progettuali e di prodotto; ci basterà seguire come iPhone è divenuto l’icona che è oggi, per provare ad applicare qualcosa di questo percorso anche al nostro lavoro. Ma il discorso di Jobs non si ferma qui: sostanzialmente fa notare allo sviluppatore che proprio a chi fa innovazione capita sovente di parlare di cose che non conosce a fondo, perché ancora non tutti i dettagli sono noti… ma è proprio questo il lavoro più impegnativo per chi innova, cioè andare a colmare questi punti ancora da scoprire e conoscere. Ed è meglio che sia così piuttosto che rinunciare ad avventurarsi in ambiti non del tutto conosciuti: è questo che ci permette di progredire. Questo è anche il nostro augurio per l’anno che ci attende.
Over the past few weeks, I came across a video published by La Repubblica: Steve Jobs, still with a lot of hair on his head, and about to return to Apple after resigning two years earlier, is the protagonist of a speech at WWDC, Apple's annual convention dedicated to developers. We are in 1997, that is 25 years ago, and this video which today could be considered dated, inspired me with several reflections applicable to our days, the very ones we are living.
It happens to think that in the world of technology the professional and consumer spheres are separate and distant, iespecially in the product development processes. But as far as the relationship with users is concerned, - so in our industry we are talking about customers of customers, i.e. professional end users - ways and trends coming from the consumer can be a source of great inspiration. In the video a developer attacks Jobs, accusing him of talking about things he does not know, and of not having achieved much in recent years. Instead of countering, Jobs replies that this is probably the case, but that it is important not to lose the global vision of a company, of a project, the same vision that allows products to be sold. A vision closely connected, according to him, with the user experience. "You have to start with the customer experience," he explains, "and work backwards to the technology. You cannot start with the technology and then think about who you are going to sell to, but the other way around. [...]. The user does not need to know what is in the box he is using'. It's 1997, and it's already clear that, even more in technology, the customer experience must guide design and product choices; we only need to follow how the iPhone became the icon it is today to try to apply something of this path to our work as well. But Jobs's speech doesn't stop there: he basically points out to the developer that it is precisely those who innovate often have to talk about things they don't know in depth, because not all the details are known yet... but this is precisely the most challenging work for the innovator: to go and fill in these undiscovered and unknown points. And it is better that this is the case than giving up venturing into areas that are not fully known: this is what allows us to progress. This is also our wish for the year ahead.
Dall’intrattenimento, all’arte, alla rigenerazione urbana VIDEOMAPPING ALLO SPECCHIO
La luce è un elemento espressivo dell’architettura: altera lo spazio e modifica le forme, trasformando gli ambienti. Così fa il Videomapping, sempre più ibridato con altre tecnologie quali la Realtà Aumentata, gli ologrammi, l’immersività, permettendo letture artistiche
https://bartkresa.com/ www.brightfestival.com/ www.discoveringbellano.eu/it/ca-del-diavol/ www.laserentertainment.com/
Chiara BenedettiniQuesto articolo non ha l’ambizione di fare una storia del mapping, o di diventare un reportage da una delle moltissime mostre artistiche ed eventi realizzati con proiezioni di grande formato che sono in corso, in Italia ma soprattutto altrove. Vorremmo solo, a distanza ormai di una decina d’anni dalla “nascita”, se così possiamo chiamarla, delle tecniche del mapping per come lo conosciamo oggi, provare a offrirvi una fotografia della situazione attuale da diversi punti di vista. Sembra infatti che il mapping stia vivendo una stagione di espansione: da un lato certamente dovuta alla naturale progressione del fenomeno, in un circolo che si auto alimenta tra il sempre maggior consenso del pubblico e l’incrementarsi di questi eventi, senza dimenticare il ruolo delle tecnologie sempre più performanti e facili da utilizzare; dall’altro la pandemia ha paradossalmente dato una spinta a questi eventi, perché molte amministrazioni pubbliche l’hanno scelta come alternativa ad altre attività sociali o di promozione del territorio, non più fattibili. Fatto sta che tutti oggi sanno cosa è il Videomapping, anche se non sanno come si fa o cosa siano le tecniche che ci stanno dietro, e le persone si sono abituate e ritrovare questi fenomeni nelle loro città e a uscire per vedere le nuove mostre multimediali di cui tanto si legge anche sui quotidiani.
Quali utilizzi del Videomapping
Varie sono le applicazioni del vidoeomapping, non senza ibridazioni, ma ognuno con un proprio modello artistico e di business. Quello che, almeno in Italia, ci risulta più familiare è il mapping artistico, ovvero la ripresa – con una rilettura o rielaborazione più o meno importante – di opere d’arte di artisti familiari (non a caso) al grande pubblico. Le opere più famose dell’artista vengono ri-proiettate in grande formato spesso su un mix di superfici, tra pannelli e pareti dell’ambiente dove si svolge la mostra; alle volte si ripropone semplicemente l’opera aggiungendo la spettacolarità del grande formato e dell’immersività, in altri casi i curatori operano una vera rilettura, di fatto creando una nuova opera che nasce dal mix dato dall’opera originaria e dal lavoro
creativo legato allo storytelling e all’uso delle tecnologie, operazione che può risultare visivamente, e culturalmente, ben più interessante della proiezione in sé, sfociando alle volte nella vera e propria video arte o arte multimediale. Quest’ultima, che tuttavia non necessariamente utilizza le tecniche del Videomapping, è invece una produzione artistica originale che utilizza lo strumento tecnologico invece che quelli tradizionali, e da non confondere appunto con il mapping artistico.
Il mapping in esterni è la forma che si sta sviluppando maggiormente: proiezioni su
punti di vista sul tema: Claudio Caciolli, Direttore Creativo di Bright Festival, organizzatore di rassegne e festival di mapping artistici e in esterni, Alberto Kellner Ongaro di Laser Entartainment, probabilmente l’azienda che per prima, fin dal 2010, ha lavorato in Italia all’allestimento tecnico di mapping, e Bart Kresa, artista multimediale e fondatore del Bartkresa Studio di Santa Monica
Il Videomapping oggi
Sia Caciolli che Kellner ci hanno raccontato di un momento di espansione per il mapping in esterni, legato alle commesse delle amministrazioni pubbliche: non solo nel periodo pandemico era uno dei pochi eventi compatibili con le restrizioni sanitarie, ma spesso risponde alle molteplici esigenze degli amministratori di offrire eventi artistici e culturali capaci di raggiungere un numero cospicuo di persone (grazie alla spettacolarizzazione), di promuovere il territorio e di attirare i visitatori.
palazzi, ponti, monumenti di città e piccoli borghi, spesso coincidenti con eventi o periodi di festa (Natale, periodo estivo, ecc.) come veicolo di promozione, riscoperta e intrattenimento dei visitatori, per la maggior parte delle volte commissionate delle amministrazioni pubbliche.
Ultima ma non ultima, la forma forse nata per prima, servita come elemento trainante: il mapping per il Corporate inteso come promozione esplicita di un prodotto, di un personaggio, film o simile, che diventa evento in sé e dove l’elemento artistico può essere più o meno presente.
Per chiarirci le idee ne abbiamo parlato con tre persone che rappresentano altrettanti
L’ultima tendenza è la possibilità per il pubblico di interagire con lo spettacolo, grazie anche alle nuove tecnologie: con uno smartphone e un hashtag, le persone possono inviare commenti, schizzi, tweet che si mischiano con le immagini, creando una forma di Digital Graffiti. Un altro effetto della pandemia è stato il rinnovamento di molti musei, che hanno colto l’occasione delle restrizioni sulle visite, e degli aiuti statali, per aggiornare o ripensare la loro proposta: “In molti casi - ci racconta Kellner – si è puntato sullo storytelling e, grazie alle tecnologie, è stato aggiunto l’ingrediente della spettacolarizzazione nel percorso museale." Un esempio calzante è il museo di Cà del Diavolo, a Bellano sul lago di Como: la torre in sé non attira molti visitatori, e l’Amministrazione ha voluto quindi fare della torre un museo su tre piani alla scoperta della storia e origini del territorio, dei misteri e leggende legati all’Orrido di Bellano, facendoli rivivere ai visitatori attraverso videoproiezioni immersive, guide virtuali e suoni. Un’operazione riuscita che ha rilanciato il territorio e l’Orrido, portando nuove presenze.
Altrettanto interesse stanno riscuotendo gli esempi di mapping artistico, ovvero la rilettura delle opere di artisti famosi grazie alla videoproiezione, anche se, secondo
i nostri interlocutori, è necessario fare i giusti distinguo: se questo è site specific, ovvero nasce a partire da un luogo, le mostre d’arte multimediale vivono a prescindere dalla loro ambientazione, e si inseriscono nei canali delle mostre d’arte. L’opinione di Bart Kresa è tuttavia che “le mostre d’arte spesso semplificano troppo la relazione con l’artista e si limitano a ingrandire e spettacolarizzare le opere principali. Credo invece che la tecnologia possa ‘rileggere’ l’opera, offrendo nuove chiavi di fruizione e di comprensione del percorso dell’artista, e creando di fatto qualcosa di nuovo.”
Non è da dimenticare, tuttavia, che il mapping artistico ha il grande pregio di avvicinare le nuove generazioni, e un pubblico meno avvezzo, agli artisti e al linguaggio dell’arte in generale. Kellner aggiunge: “Gli adolescenti di oggi, non è una novità, imparano attraverso le immagini e sono abituati a una comunicazione velocissima e intuitiva ma l’arte tradizionale, se non mediata, ha bisogno di tempi e modi più lenti. Il mapping può essere proprio questo ‘mezzo’, che traduce un linguaggio difficilmente apprezzabile con qualcosa di più comprensibile.”
Il ruolo delle tecnologie
Ovviamente, quello delle tecnologie non è un ruolo secondario: la loro evoluzione ha infatti aiutato molto il diffondersi del Videomapping, in tutte le sue forme. “Rispetto ai primi anni – spiega Alberto Kellner -, sono stati recentemente introdotti i videoproiettori con sorgente di luce laser, che hanno portato una grande semplificazione sotto tutti gli aspetti: misure e peso delle macchine molto ridotti a parità di prestazioni, possibilità di installazione anche non nella classica posizione orizzontale, minori consumi e soprattutto minori problemi di colorimetria con la progressione dell’utilizzo e, in generale, maggiore stabilità. Stessa cosa dal lato dei player: le memorie a stato solido sono più stabili e affidabili rispetto ai PC che usavamo all’inizio.”
Gli stessi aspetti sono stati commentati da Claudio Caciolli, dal punto di vista dell’organizzatore: “L’evoluzione tecnologica ha semplificato il lavoro e abbassato i costi, rendendo il Videomapping più accessibile anche per committenti con budget di poche migliaia di euro e, di fatto, incentivando la sua diffusione negli ultimi anni.”
Nel mercato, inoltre, alcune aziende (Epson e Panasonic in primis) hanno investito chiaramente nella direzione degli eventi in generale e del Videomapping, orientando la produzione verso gli apparecchi a laser e sperimentando tecnologie per la fedeltà del colore, per il warping, il blending e la calibrazione senza ricorrere ad apparecchiature esterne. E, di fatto, non investendo nell’evoluzione della gamma per altre applicazioni – come il florido mondo Corporate –, casomai dedicandole altri tipi di prodotti, dai display ai videowall, ai display a LED di ultima generazione. Altrettanti passi in avanti li hanno fatti i costruttori di supporti, e di case e sistemi di protezione. A questo punto abbiamo chiesto a Kresa se anche il processo creativo abbia beneficiato allo stesso modo delle tecnologie: “Ho cominciato quando i tool di simulazione in 3D non esistevano, confesso che parto ancora dal disegno e dall’immaginazione, perché una buona idea o ispirazione artistica non può essere sostituita dalla tecnologia. Parto sempre dall’idea di rendere l’esperienza dello spettatore coinvolgente, gratificante, e nuova. Deve
essere qualcosa di inedito e memorabile per lo spettatore. Utilizzo comunque la simulazione in 3D, che ritengo molto utile, in casi di particolare complessità della proiezione, per verificare che le intuizioni e la loro realizzazione attraverso la tecnologia sia correttamente impostata.”
Videomapping e non solo: lighting, ologrammi, suoni
Il mapping nasce come espressione creata con immagini videoproiettate ma, come accennato, le ibridazioni con altre tecnologie e altre forme espressive, non solo visive, sono ormai frequenti e addirittura di tendenza. Tra le più praticate, gli ologrammi: grazie alla videoproiezione è possibile ottenere una illusione di tridimensionalità che permette di ricreare, per esempio, figure umane in movimento, forme e oggetti. Se associato a una sorgente sonora, l’ologramma può tramutarsi nel narratore di una storia, nel mentore per una visita guidata, ecc. Kellner: “Ora queste tecnologie sono molto più accessibili e quindi più comuni. Oltre agli ologrammi, sempre più spesso ci viene richiesta anche la tecnica
del Ghost Imaging, che permette di ricreare oggetti e figure con la luce a partire da un oggetto fisico, ma si stanno diffondendo anche le tecniche con gli schermi semi trasparenti, che danno l’impressione che l’immagine galleggi nello spazio.
Credo che siamo stati tra i primi a portare in Europa la tecnica delle proiezioni sugli schermi d’acqua, sia all’aperto che al chiuso: in combinazione con le fontane danzanti permette di ottenere spettacolari effetti tridimensionali. Questi effetti poi possono essere combinati con le tecniche del Videomapping, secondo il progetto creativo prescelto”.
La Realtà Aumentata viene invece utilizzata spesso per i progetti di valorizzazione del territorio, per offrire informazioni, indicazioni e raccontare storie, in abbinamento con le immagini del mapping.
“Il mapping viene mixato sempre più spesso con la luce, e molti festival che sono iniziati come eventi legati al lighting, come la Festa delle Luci di Lione alla quale spesso abbiamo partecipato, ne sono un esempio” ci ha raccontato Claudio Caciolli. Complementare al mapping, il suono può
essere utilizzato come colonna sonora, ma anche per fare un passo in più: “Essere anche un musicista mi ha molto aiutato – ci ha detto Kresa – per definire tempi e ritmo dei miei lavori, che in ogni spettacolo live sono fondamentali. Purtroppo, è raro che ci sia un budget sufficiente per comporre musiche originali per un lavoro di mapping, ma quando accade si riesce ad andare oltre al concetto di ‘colonna sonora’ e ricreare quindi una vera opera multimediale dove suono e immagine dialogano.”
Mapping e realtà virtuale Ma lo spunto che appare più interessante è quello che integra Videomapping e immersività, ottenuta tramite le tecniche del green screen: un filone che si è precisato durante la pandemia e che ha dato il via agli eventi virtuali. “Queste tecniche – come ci spiega Kellner – prima erano confinate per ragioni di costi alle grandi produzioni televisive, oggi invece risultano più accessibili anche alle aziende, grazie anche alle enormi possibilità della computer grafica. Così è possibile mostrare prodotti in 3D a clienti che si trovano dall’altra parte del globo, o semplicemente offrire una nuova esperienza di evento ai propri partner. Una richiesta che resta alta anche adesso, e che ci ha aperto le porte dei clienti della pubblica amministrazione. Se poi consideriamo che il mapping è sempre più spesso scelto da questi utenti come mezzo di promozione locale, ci accorgiamo quanto il circolo possa alimentarsi positivamente.”
Italia e resto del mondo
Ma l’Italia come si colloca nel panorama internazionale del Videomapping?
Lo abbiamo chiesto a Claudio Caciolli, abituato a lavorare in contesti cosmopoliti: “L’Italia, come accade in altri contesti, risulta più lenta: il Videomapping è arrivato con ritardo e soprattutto si sta imponendo a distanza di anni rispetto, per esempio, agli Stati Uniti, agli Emirati Arabi. Oppure, volendo guardare anche solo alla nostra Europa, penso alla Francia, dove esistono almeno da quattro, cinque anni siti permanenti dedicati al mapping, come L’Atelier des Lumières di Parigi, oppure festival che attirano migliaia di persone, anche fuori stagione e in città non turistiche come il Video Mapping Festival tra Lione, Parigi e altre città più piccole. Oppure la Germania, dove abbiamo lavo-
rato anche noi, al Kunstkraftwerk di Lipsia con una selezione di opere di artisti diversi, legate al nostro progetto con Farnesina.” Eppure, a livello creativo e di produzione, gli Italiani hanno un’ottima fama.
Ma perché allora questo ritardo in Italia?
Ancora Caciolli: “Il nostro format Bright Festival è aperto ad artisti diversi, provenienti da molti Paesi, e vediamo che le proposte dei nostri connazionali sono generalmente originali, creative e innovative, cosicché vengono scelte spesso dalle rassegne internazionali.
Ovviamente non c’è una sola ragione al ritardo italiano sul Videomapping, e vi sono motivi anche culturali, ma posso raccontare la nostra esperienza: quando organizziamo il Bright Festival ci accade spesso di dover battagliare con la burocrazia, le consuetudini, le tempistiche; alle volte, benché sia l’amministrazione locale ad aver commissionato il nostro lavoro, risulta poi difficile ottenere anche solo il buio nella piazza, e tutto diviene complicato. Ecco perché molti italiani, anche organizzatori, lavorano all’estero.”
Spunti per il futuro
Il Videomapping sta conoscendo un momento florido, ma quali potrebbero essere i futuri campi di applicazione? Ecco alcuni spunti di Bart Kresa, da un punto di vista squisitamente artistico: “I parchi a tema sono i più bravi nella audience experience: sono capaci di farci vivere in un mondo diverso da quello che viviamo tutti giorni, magico e divertente, facendoci sentire allo stesso tempo a casa e a nostro agio. Penso che dovremo prendere spunto da loro: il Videomapping potrebbe infatti contribuire a ricreare gli ambienti, offrendo una nuova esperienza del loro uso, andando però al di là di un semplice maquillage Dopo aver passato la giornata tra le attrazioni, volete passare la notte nella camera di Toy Story o in quella della Bella e la Bestia? Il Videomapping può cambiare l’ambientazione senza dover sostenere i costi di stanze tutte diverse, e di rinnovi ciclici che invece divengono immediati.” Ma c’è anche un filone che intende il Videomapping come strumento di rigenerazione degli spazi urbani: può infatti aiutare a rileggere i luoghi e a riappropriarsene, sottolineando la loro specificità culturale. Ambienti e zone degradate possono infatti beneficiare di queste tecnologie che li rendono nuovamente fruibili, e godibili.
From entertainment, to art, to urban regeneration
VIDEOMAPPING
Light is an expressive element of architecture: it alters the space and modifies the forms, transforming the environments. So does video mapping, increasingly hybridised with other technologies such as Augmented Reality, holograms, immersion, allowing for artistic readings.
This article is not aiming to make history of mapping, or to become a reportage from one of the many art exhibitions and events made with large format projections that are underway, in Italy but above all elsewhere. We would just like to (about ten years after the "birth", if we can call it that, of the techniques of mapping as we know it today) offer you a snapshot of the current situation from different points of view. In fact, it seems that mapping is experiencing a season of expansion: on the one hand, certainly due to the natural progression of the phenomenon, in a circle that feeds itself between the increasing consensus of the public and the increase of these events, without forgetting the role of technologies that are increasingly performing and easy to use. On the other hand, the pandemic has paradoxically given a boost to these events, because many public administrations have chosen it as an alternative to other social or territorial promotion activities, which are no longer feasible. The fact is that today everyone knows
what video mapping is, even if they don't know how it is done or what the techniques behind it are, and people have got used to finding these phenomena in their cities and going out to see the new multimedia exhibitions or read about them in newspapers and magazines.
What are the benefits of video mapping?
There are various applications of video mapping, not without hybridisations, but each with its own artistic and business model. What, at least in Italy, is most familiar to us is the artistic mapping, or the recovery - with an important re-reading or reworking - of works of art by artists familiar (not surprisingly) to the general public. The artist's most famous works are re-projected in large format often on a mix of surfaces, including panels and walls of the environment where the exhibition takes place; sometimes the work is simply proposed again by adding the spectacularity of the large format and immersion, in other cases the curators operate a real
reinterpretation, in fact creating a new work that comes from the mix given by the original work and the creative work linked to storytelling and the use of technologies, an operation that can be visually and culturally much more interesting than the projection itself, sometimes resulting in real video art or multimedia art. The latter, which however does not necessarily use video mapping techniques, is instead an original artistic production that uses the technological tool instead of the traditional ones, and not to be confused with the artistic mapping. Outdoor mapping is the form that is developing the most: projections on buildings, bridges, monuments of cities and small villages, often coinciding with events or holiday periods (Christmas, summer, etc.) as a vehicle for promotion, rediscovery, and entertainment for visitors, mostly commissioned by public administrations. Last but not least, the form perhaps born first, served as a driving element: the mapping for corporate intended as the explicit promotion of a product, a character,
film or similar, which becomes an event in itself and where the artistic element can be more or less present. To clarify our ideas, we talked about it with three people who represent as many views on the subject: Claudio Caciolli, Creative Director of Bright Festival, organiser of exhibitions and festivals of artistic and outdoor mapping, Alberto Kellner Ongaro of Laser Entartainment (a company that, since 2010, has been the first to work in Italy on the technical set-up of mapping), and Bart Kresa, multimedia artist and founder of the Bartkresa Studio in Santa Monica
Video mapping today
Both Caciolli and Kellner told us about a moment of expansion for external mapping, linked to the orders of public administrations: not only in the pandemic period was it one of the few events compatible with health restrictions, but it often responds to the multiple needs of artistic and cultural events capable of reaching a large number of people (thanks to spectacularisation), to promote the area and attract visitors. The latest trend is enabling the public to interact with the show, thanks to new technologies. With a smartphone and a hashtag, people can send comments, sketches, tweets with images, creating a form of Digital Graffiti. Another effect of the pandemic has been the renovation of many museums, which have taken the opportunity of restrictions on visits, and state aid, to update or rethink their proposal: "In many cases - Kellner tells us - the focus has been on storytelling and, thanks to technologies, the ingredient of spectacularisation has been added to the museum itinerary".
A case in point is the Cà del Diavolo museum, in Bellano on Lake Como: the tower itself does not attract many visitors, and the administration therefore wanted to make the tower a museum on three floors to discover the history and origins of the territory, of the mysteries and legends related to the Bellano Ravine, making visitors relive them through immersive video projections, virtual guides and sounds.
A successful operation that has relaunched the territory and the Ravine, bringing new visitors. Equally interesting are the examples of artistic mapping, that
is the reinterpretation of the works of famous artists thanks to video projection, even if, according to our interlocutors, it is necessary to make the right distinctions: if this is site specific, that is, it starts from a place, multimedia art exhibitions live regardless of their setting, and fit into the channels of art exhibitions. Bart Kresa's opinion, however, is that "art exhibitions often oversimplify the relationship with the artist and limit themselves to enlarging and spectacularising the main works. I believe instead that technology can 're-read' the work, offering new keys to use and understanding the artist's path, and in fact creating something new."
It should not be forgotten, however, that artistic mapping has the great advantage of bringing new generations, and a less accustomed public, closer to artists and the language of art in general. Kellner adds: "Today's teenagers, it's not new, they learn through images and are used to very fast and intuitive communication but traditional art, if not mediated, needs slower times and ways. Mapping can be precisely this 'medium', which translates a language that is difficult to appreciate with something more understandable."
The role of technologies
Obviously, that of technologies is not a secondary role: their evolution has in fact greatly helped the spread of video mapping, in all its forms. "Compared to the early years - explains Alberto Kellner -, video projectors with laser light sources have recently been introduced, which have brought about a great simplification in all
respects: very reduced dimensions and weight of the machines with the same performance, possibility of installation also not in the classic horizontal position, lower consumption and above all fewer colorimetry problems with the progression of use and, in general, greater stability. Same thing on the player side: solid state memories are more stable and reliable than the PCs we used at the beginning." The same aspects were commented on by Claudio Caciolli, from the point of view of the organiser: "Technological evolution has simplified work and lowered costs, making video mapping more accessible even for clients with budgets of a few thousand euros, which really encourages its diffusion in recent years." Furthermore, in the market, some companies (eg. Epson and Panasonic) have clearly invested in the direction of events in general and video mapping, directing production towards laser devices and experimenting with technologies for colour fidelity, warping and blending, and calibration, without resorting to external equipment. And, in fact, by not investing in the evolution of the range for other applications - such as the thriving corporate world -, if anything by dedicating other types of products, from displays to video walls to the latest generation LED displays.
As many steps forward have been made by the builders of supports, houses and protection systems. At this point we asked Kresa if the creative process also benefited from technologies in the same way: "I started when 3D simulation tools did not exist, I confess that I still start from
drawing and imagination, because a good artistic idea or inspiration cannot be replaced by technology. I always start from the idea of making the spectator's experience engaging, rewarding, and new. It must be something new and memorable for the viewer. However, I use the 3D simulation, which I think is very useful, in cases of particular complexity of the projection, to verify that the intuitions and their realisation through the technology are correctly set."
Video mapping and more: lighting, holograms, sounds
Mapping was born as an expression created with video projected images but, as mentioned, the hybridisations with other technologies and other forms of expression, not only visual, are now much more frequent and maybe even trendy.
Among the most practiced, holograms: thanks to video projection it’s now possible to obtain an illusion of three-dimensionality that allows you to recreate, for example, human figures in motion, shapes, and objects. If associated with a sound source, the hologram can turn into the narrator of a story, the mentor for a guided tour, etc. Kellner: “Now these technologies are much more accessible and therefore more common. In addition to holograms, we are also increasingly asked for the Ghost Imaging technique, which allows us to recreate objects and figures with light starting from a physical object, but techniques with semi-transparent screens are also spreading, which give the impression that the image is floating in space. I believe we were among the first to bring the technique of projections on water screens to Europe, both outdoors and indoors: in combination with
the dancing fountains, it allows for spectacular three-dimensional effects. These effects can then be combined with video mapping techniques, according to the chosen creative project.” Augmented Reality, on the other hand, is often used for territorial enhancement projects, to offer information, indications and tell stories, in combination with the images of the mapping. “Mapping is increasingly mixed with light, and many festivals that started out as lighting-related events, such as the Lyon Festival of Lights, which we have often participated in, are an example of this,” Claudio Caciolli told us. Complementary to the mapping, the sound can be used as a soundtrack, but also to go a step further: "Being a musician also helped me a lot - Kresa told us - to define the timing and rhythm of my works, which are essential to every live show. Unfortunately, it is rare that there is a sufficient budget to compose original music for a mapping job, but when it happens, it is possible to go beyond the concept of 'soundtrack' and thus recreate a true multimedia work where sound and image interact."
Mapping and virtual reality
The idea that appears most interesting is the one that integrates video mapping and immersion, obtained through green screen techniques: a trend that became clearer during the pandemic and that started the virtual events. “These techniques - as Kellner explains - were previously confined for cost reasons to large television productions, but today they are more accessible to companies, thanks to the enormous possibilities of computer graphics. So now it is possible to show products in 3D to customers who are on the other side of the globe, or simply offer a new event experience to their
partners. A demand that remains high even now, and that has opened the doors of public administration customers to us. If we then consider that mapping is increasingly chosen by these users as a means of local promotion, we realise how much the club can feed itself positively."
Italy and the rest of the world
But how does Italy fit into the international video mapping scene? We asked Claudio Caciolli, accustomed to working in cosmopolitan contexts: "Italy, as happens in other contexts, is slower: video mapping has arrived late and above all it is gaining ground years later than, for example, United States, or the United Arab Emirates. Or, if I want to look only at Europe, I think of France, where for at least four or five years there have been permanent sites dedicated to mapping, such as L'Atelier des Lumières in Paris, or festivals that attract thousands of people, even out of season and in non-tourist cities such as the Video Mapping Festival between Lille, Paris and many smaller cities in the North. Or Germany, at the Kunst Kraft Werk in Leipzig with a selection of works by different artists, linked to our project with the Farnesina.” Yet, on a creative and production level, the Italians have an excellent reputation. But why then is there this delay in Italy? Again Caciolli: “Our Bright Festival format is open to different artists, coming from many countries, and we see that the proposals of our compatriots are generally original, creative and innovative, so that they are often chosen by international reviews. Obviously there is not just one single reason for the delay in Italian video mapping. There are lots of cultural reasons too. From our experience, when we organise the
Bright Festival, we often have to battle with bureaucracy, customs, timing. Sometimes, although it is the local administration that commissioned the work, it is then difficult to get the piazza in darkness, which complicates everything. This is why many Italians, including organisers, fly abroad."
Ideas for the future
Video mapping is flourishing at the moment, but what could the future fields of application be? Here are some ideas from Bart Kresa, from an exquisitely artistic point of view: "Theme parks are the best for audience experience: they are able to make us live in a world different from the one we live every day, magical and fun, making us feel at home and at ease all in one. I think we will have to take a cue from them: video mapping could in fact help to recreate environments, offering a new experience, but going beyond a simple make-up. After spending the day among the attractions, do you want to spend the night in the Toy Story room or in the Beauty and the Beast room? Video mapping can change the setting without having to bear the costs of all different rooms, and of cyclical renewals that instead become immediate."But there is also a trend that sees video mapping as a tool for the regeneration of urban spaces: it can in fact help re-read places and re-appropriate them, emphasising their cultural specificity. Environments and degraded areas can in fact benefit from these technologies that make them usable and enjoyable again.
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L'Ologramma, questo (s)conosciuto
Con il termine ologramma si identificano in genere le immagini tridimensionali, e in particolare quelle stereoscopiche, ovvero quelle che appaiono con prospettive diverse a seconda del punto di osservazione. L’ologramma consente di riprodurre, con notevole precisione, un’immagine precedentemente registrata. In fase di registrazione un fascio di luce laser viene inviato sia verso l’oggetto da riprodurre, sia verso una lastra di materiale sensibile. Grazie a un gioco di specchi, la luce che arriva dalla sorgente interferisce con quella riflessa dall’oggetto. Sulla lastra dunque si formano delle linee, chiamate frange di interferenza. Le frange contengono l’informazione sulla tridimensionalità.
Illuminando la lastra con un altro fascio laser, infatti, si riesce a decodificare l’informazione ricostruendo l’immagine tridimensionale dell’oggetto, che finalmente appare allo spettatore come se fosse fisicamente presente. Successivi sviluppi della tecnica hanno consentito di realizzare ologrammi visibili anche con luce bianca o solare e ologrammi stampati, nei quali il reticolo di diffrazione viene riprodotto su un supporto di plastica trasparente, appoggiato a sua volta su uno strato argentato, come avviene in alcune carte di credito. www.focus.it
The hologram, (un)known
The term hologram generally identifies three-dimensional images, and in particular stereoscopic images, i.e. those that appear with different perspectives depending on the point of observation. The hologram allows you to reproduce, with great precision, a previously recorded image. During the recording phase, a beam of laser light is sent both towards the object to be reproduced and towards a plate of sensitive material. Thanks to a game of mirrors, the light coming from the source interferes with that reflected from the object. On the plate, therefore, lines are formed, called interference fringes. The fringes contain information on three-dimensionality.
By illuminating the plate with another laser beam, in fact, it is possible to decode the information by reconstructing the three-dimensional image of the object, which finally appears to the viewer as if it were physically present. Subsequent developments in the technique have made it possible to create holograms that are visible even with white or solar light and printed holograms, in which the diffraction grating is reproduced on a transparent plastic support, in turn resting on a silver layer, as occurs in some papers of credit cards. www.focus.it
Videomapping e arte digitale come opportunità di rigenerazione delle città
L’ARTE DI TRASFORMARE
Estratto e rilettura della tesi di laurea "Il video mapping e la rigenerazione dello spazio pubblico attraverso un approccio itinerante" di Mirco Durante e Andrea Tinazzo. Con questo testo parleremo di come la tecnologia connessa al visual possa diventare un potente strumento in mano alle amministrazioni comunali – e non solo – di rigenerazione urbana per una riappropriazione del “milieu culturale” cittadino. Con interessanti ricadute in ambito sociale ed economico
La città é in continuo cambiamento, non solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto economico e sociale. Da decenni le grandi fabbriche si sono progressivamente svuotate, alcune si sono trasferite o hanno convertito la loro produzione, altre sono state dismesse. In questo modo, negli anni, si sono creati grandi vuoti urbani che hanno attivato nelle amministrazioni locali nuove idee di governance urbana, e in alcuni casi i risultati sono stati decisamente positivi, tanto che si sono create interessanti opportunità di rigenerazione sociale.
Dalle grandi città ai piccoli centri, abbiamo osservato un crescente sviluppo di attività inerenti all’arte multimediale la favore del rinnovamento culturale e sociale: l’immagine della città contemporanea é cambiata e la lancetta della bilancia si sposta a favore della tecnologia e della trasformazione. In questo articolo analizzeremo come la tecnologia connessa all’architettura possa diventare un forte strumento di lettura del territorio e di riappropriazione dei luoghi, rafforzando il “milieu culturale” e facilitando la lettura ai “city user”, in particolare attraverso il video mapping. Dalle grandi città ai piccoli centri, abbiamo osservato un crescente sviluppo di attività inerenti all’arte multimediale, a favore del rinnovamento culturale e sociale: l’immagine della città contemporanea é cambiata e la lancetta della bilancia si sposta a favore della tecnologia e della trasformazione.
Arte urbana, arte di pubblico interesse
La presenza dell’arte nelle città é di crescente interesse per i ricercatori di nuove strategie urbane: osserviamo infatti una forte volontà di ritrovare un clima cittadino basato su uno scambio democratico e di partecipazione attiva. D’altro canto, anche l’arte sta mutando, e si sta orientando verso una lettura democratica e partecipata, che spinge gli artisti ad uscire dalle gallerie private per arrivare nelle piazze, nei giardini, nei luoghi pubblici e nelle fabbriche dismesse. L’artista in questo modo non crea più solo arte fine a se stessa, ma si inserisce a fianco del progettista architettonico come “facilitatore sociale”. Pertanto, si inizia a parlare di arte sociale, oppure meglio ancora di arte di pubblico interesse, basata sull’esigenza di chi abita la città, una città che riscopre l’importanza di ricostruire le relazioni perse all’interno dei quartieri attraverso azioni puntuali e simboliche, e di restituire le opportunità, laddove non esistono relazioni sociali, attraverso l’arte e le performance artistiche. Un ottimo esempio di arte sociale é lo Stargate di Vilnius in Lituania, che é riuscito a connettere e creare un tessuto di relazioni sociali, non solo tra i quartieri della stessa città, ma addirittura tra due città di due stati differenti dell’est Europa: Vilnius appunto e Lublino in Polona.
L’idea, semplice ma geniale, é stata la creazione di un ponte virtuale tra le persone delle due città attraverso due schermi do-
tati di telecamere, le quali trasmettevano in diretta le immagini delle rispettive città, geograficamente collocate a 600 km di distanza. Inoltre il ponte digitale, dotato di un profondo significato simbolico, ha aiutato a superare pregiudizi e disaccordi che appartenevano alla storia e alla cultura locale tra i due luoghi. L’attivazione di servizi e attrazioni di questa rilevanza sono in grado di innescare degli scambi socio-economici e culturali capaci di motivare positivamente la popolazione locale.
La scintilla della ricerca culturale
Accade quindi che l’arte diventi un’azione simbolica attiva, utilizzata per stimolare il tessuto territoriale. Le amministrazioni municipali, sempre più coscienti di questa risorsa, hanno iniziato a rispondere con progetti di questo tipo alle esigenze dei cittadini: un esempio concreto é “l’effetto Bilbao” che, grazie ad importanti investimenti architettonici e ad attrazioni artisti che, come il celeberrimo museo del Guggenheim, è stata capace di aumentare la sua capacità di attrattiva ed é diventata una meta turistica ambita, contribuendo allo sviluppo economico di un’intera regione. Questo é possibile solamente attraverso una buona progettazione della performance artistica studiata ad hoc e site-specific. L’arte dovrebbe essere percepita come mobile, flessibile, stimolante, mentre le nuove generazioni la intendono spesso come qualcosa di “vecchio”, noioso, lontano e incomprensibile: il video mapping oppure
l’interazione digitale possono essere attivamente utilizzati per rinnovare il rapporto tra alcune fasce della popolazione e l’enorme patrimonio culturale del nostro Paese. L’arte dovrebbe quindi essere utilizzata come una “scintilla culturale”, capace di avviare un insieme di processi capaci di fare da innesco positivo con lo sviluppo sociale e culturale, ma anche economico, su scala locale come nazionale. Per questo l’arte non deve concludersi con la semplice esibizione, ma dovrebbe anche cogliere l’occasione di coinvolgere un meccanismo di produzione.
Una nuova generazione di arte urbana é emersa negli ultimi anni, con tipologie di performance più inclusive: video mapping oppure schermi urbani a LED di grandi dimensioni sono deliberatamente posizionati nelle zone pedonali dei centri urbani, piuttosto che nei percorsi di traffico, nelle tribune sportive o nei centri commerciali, e
offrono una serie di interfacce interattive per migliorare la relazione sociale e non solo. Queste aree dedicate alla comunicazione artistica visuale non devono essere viste solo come superfici che catturano l’attenzione attraverso contenuti visivi e narrativi (Digital Signage), ma anche come luoghi per la produzione di nuove forme di rapporti sociali. Da questo punto di vista gli “Urban Screen” possono svolgere un ruolo importante nella generazione di una nuova sfera pubblica a metà tra lo spazio fisico e quello elettronico.
Il video mapping itinerante
Sulle basi di questo approccio conoscitivo nasce, nel 2017 a Torino, l’idea sperimentale di due architetti, Mirco Durante e Andrea Tinazzo, di ‘fare sistema’ tra le installazioni artistiche di video mapping disposte in punti differenti del centro abitato. L’idea
consiste nel posizionare i proiettori in luoghi strategici attivando un percorso turistico attraverso la città, in modo da mettere in moto una riscoperta del territorio e riattivare economicamente delle porzioni del tessuto urbano deteriorato.
A differenza di altre performance artistiche, questo progetto diventa interattivo grazie a un particolare software che si basa su una semplice lettura del codice QR: utilizzando l’app scaricabile su tutti i cellulari, il fruitore del servizio può leggere il codice posizionato sulla console dell’installazione, di conseguenza il sistema di proiezione connesso all’applicazione riproduce il contenuto predefinito sulla porzione del fabbricato. L’app consente anche altri vantaggi: ascoltare le tracce audio tramite auricolare, in modo da non disturbare costantemente i residenti della zona, oppure la gestione dei biglietto, o l’acquisto di una password che consente di attivare il video mapping subito dopo la lettura del codice QR.
Se gli smartphone e i device personali tendono a forme di consumo individuale, gli ‘schermi liquidi’ dei video mapping sono orientati verso forme di impiego collettivo.
Ecco quindi che l’idea di video mapping intinerante diventa un “collante sociale” urbano di forte interesse, perché potenzialmente in grado di ricreare una cerniera per ricucire gli spazi urbani attraverso processi non tradizionali. Sotto questo punto di vista la videoproiezione o lo schermo, quindi, diventano una nuova piazza contemporanea, che influisce sul comportamento delle persone in un’esperienza collettiva.
In questa ottica, grazie anche all’aiuto del professor Massimiliano Lo Turco del Politecnico di Torino, abbiamo proposto un prototipo a scala ridotta all’interno del Borgo Medievale di Torino come percorso museale.
L’obiettivo é testare su misura ridotta un percorso intinerante digitalizzando le opere museali d’interesse, valutando il coinvolgimento delle persone per, successivamente, provare a portare il progetto verso una dimensione urbana più ampia.
Un nuovo metodo creativo come questo può diventare un momento fondamentale per la riattivazione dell’urbano. I luoghi devono reinventarsi con nuovi spazi di relazione e di partecipazione nei confronti del pubblico, diventando un vero e proprio processo di “fare la città” L’arte pubblica non deve essere fine a se stessa ma deve essere orientata ad un percorso conoscitivo e culturale sul territorio che può innescare quei meccanismi di rinnovamento del patrimonio locale.
THE ART OF TRANSFORMING
Mirco Durante e Andrea TinazzoVideomapping and digital art as an opportunity for the regeneration of cities
An extract and rereading of ‘Video mapping and the regeneration of public space through an itinerant approach’ degree thesis by Mirco Durante and Andrea Tinazzo. With this text we will talk about how technology connected to the visual can become a powerful tool in the hands of municipal administrations - and not only - of urban regeneration for a reappropriation of the "cultural milieu" of the city. With interesting repercussions in the social and economic sphere
In this way, over the years, large urban gaps have been created which have activated new ideas of urban governance in local administrations, and in some cases the results have been decidedly positive, so much so that interesting opportunities for social regeneration have been created. From large cities to small towns, we have observed a growing development of activities related to multimedia art in favour of cultural and social renewal: the image of the contemporary city has changed and the hand of the scale moves in favour of technology and transformation.
Urban art, art of public interest
The presence of art in cities is of growing interest for researchers of new urban strategies: in fact, we observe a strong desire to rediscover a city climate based on democratic exchange and active participation. On the other hand, art is also changing, and is moving towards a democratic and participatory reading, which pushes artists to leave private galleries to reach squares, gardens, public places and abandoned factories. In this way, the artist no longer only creates art as an end in itself, but joins the architectural designer as a "social facilitator". Therefore, we start talking about social art, or better still about art of public interest, based on the needs of those who live in the city, a city that rediscovers the importance of rebuilding the relationships lost within the neighbourhoods through specific and symbolic actions, and to return opportunities, where social relations do not exist, through art and artistic performances. An excellent example of social art is the Stargate of Vilnius in Lithuania, which has managed to connect and create a fabric of social relations, not only between the neighbourhoods of the same city, but even between two cities in two different states of Eastern Europe: Vilnius precisely and Lublin in Polona. The idea, simple but brilliant, was the creation of a virtual bridge between the people of the two cities through two screens equipped with cameras, which broadcast live images of the respective cities, geographically located 600 km away. Furthermore, the digital bridge, endowed with a deep symbolic meaning, helped to overcome prejudices and disagreements that belonged to the local history and culture between the two places. The activation of services and attractions of this importance are able to trigger
socio-economic and cultural exchanges capable of positively motivating the local population.
The spark of cultural research
It therefore happens that art becomes an active symbolic action, used to stimulate the territorial fabric. Municipal administrations, increasingly aware of this resource, have begun to respond with projects of this type to the needs of citizens: a concrete example is the "Bilbao effect" which, thanks to important architectural investments and artistic attractions, such as the famous Guggenheim museum, has been able to increase its attractiveness and has become a popular tourist destination, contributing to the economic development of an entire region. This is possible only through a good design of the artistic performance studied ad hoc and site-specific.
Art should be perceived as mobile, flexible, stimulating, while the new generations often understand it as something "old", boring, distant, and incomprehensible: video mapping or digital interaction can be actively used to renew the relationship between some segments of the population and the enormous cultural heritage of our country.
Art should therefore be used as a "cultural spark", able to act as a positive trigger with social and cultural development, but also economic, on a local as well as national scale. For this reason, art must not end with a simple exhibition, but should also take the opportunity to involve a production mechanism. A new generation of urban art has emerged in recent years, with more inclusive types of performances: video mapping or large urban LED screens are deliberately placed in the pedestrian areas of urban centres, rather than in traffic paths, sports stands or in shopping centres, and offer a series of interactive interfaces to improve social relationships and more.
These areas dedicated to visual artistic communication should not be seen only as surfaces that capture attention through visual and narrative content (Digital Signage), but also as places for the production of new forms of social relations. From this point of view, “Urban Screens” can play an important role in the generation of a new public sphere halfway between physical and electronic space.
Travelling video mapping
On the basis of this cognitive approach, the experimental idea of two architects,
Mirco Durante and Andrea Tinazzo, was born in 2017 in Turin, to 'create a system' between the video mapping art installations arranged in different points across the town. The idea is to position the projectors in strategic places by activating a tourist route through the city, in order to set in motion a rediscovery of the territory and economically reactivate portions of the deteriorated urban fabric.
Unlike other artistic performances, this project becomes interactive thanks to a particular software that is based on a simple reading of the QR code: using the app downloadable on all mobile phones, the user of the service can read the code placed on the console of the installation, consequently the projection system connected to the application reproduces the predefined content on the portion of the building. The app also allows other advantages: listening to the audio tracks via earphone, so as not to constantly disturb the residents of the area, or the management of tickets, or the purchase of a password that allows you to activate the video mapping immediately after reading the QR code. If smartphones and personal devices tend to forms of individual consumption, the 'liquid screens' of video mapping are oriented towards forms of collective use. Hence the idea of itinerant video mapping becomes an urban "social glue" of great interest, because it is potentially able to recreate a hinge to mend urban spaces through non-traditional processes. From this point of view, the video projection or the screen, therefore, become a new contemporary square, which affects the behaviour of people in a collective experience. With this in mind, thanks to the help of Professor Massimiliano Lo Turco of the Polytechnic of Turin, we have proposed a small-scale prototype within the medieval village of Turin as a museum itinerary.
The goal is to test a small-scale itinerary by digitising the museum works of interest, evaluating the involvement of people in order to subsequently try to take the project towards a wider urban dimension. A new creative method like this can become a fundamental moment for the reactivation of urban. Places must reinvent themselves with new spaces for relations and participation with the public, becoming a real process of "making the city". Public art must not be an end in itself but must be oriented towards a cognitive and cultural path in the area that can trigger those mechanisms of renewal of the local heritage.
Mirco Durante (1989) architetto, ha seguito gli studi accademici presso il Politecnico di Torino per poi proseguire la sua esperienza lavorativa prima negli atelier di architettura francesi di Parigi come architetto progettista, poi nella nota Rai Pubblicità come grafico pubblicitario.
Dopo tre anni ad Amsterdam come architetto progettista, nel 2021 é rientrato in Italia ed ha aperto il suo studio Ambrante Architetti con sede a Torino.
Mirco Durante (1989) architect followed his academic studies at the Polytechnic of Turin and then continued his work experience first in the French architecture ateliers in Paris as a designer architect, then in the well-known Rai Advertising as an advertising graphic. After three years in Amsterdam as a designer architect, in 2021 he returned to Italy and opened his own studio Ambrante Architetti based in Turin.
https://studioambrante.com
Andrea Tinazzo (1991), è architetto e artista digitale.
Andrea Tinazzo (1991), is an architect and digital artist.
www.instagram.com/andrea_tinazzo
La tecnologia come elemento imprescindibile del Festival Tones on the Stones: proiezioni immersive e suggestioni più vive che mai hanno animato la nuova stagione del teatro ricavato all’interno di una ex cava di granito
SPETTACOLO TRA ROCCIA E NATURA
Maria Cecilia ChiappaniRaccontare tecnologie e peculiarità di eventi artistico-musicali dal vivo quando la location rappresenta, in sé, la prima sfida da vincere. Si tratta del Tones Teatro Natura di Cava Roncino, in Val d’Ossola (VCO), dove migliaia di persone hanno avuto anche quest’estate la possibilità di immergersi in esibizioni davvero uniche. Di cosa si tratta? Una imponente cava di granito trasformata in teatro, con un ricco palinsesto estivo di spettacoli, sullo sfondo di una scenografia luminosa creata con videoproiezioni e mapping 3D che si intrecciano alla roccia e alla natura circostante.
Artefici tecnici di tutto questo, i videoproiettori laser di Epson , l’azienda ha infatti rinnovato per il secondo anno il proprio supporto al progetto della Fondazione Tones on The Stones. Così, le tecnologie di proiezione 3LCD hanno permesso al pubblico di vivere diverse video scenografie immersive, tra le quali spiccano quelle dell’anteprima mondiale dello spettacolo The Witches Seed firmate dalla concept&visual artist internazionale Edvige Faini in collaborazione con Nemo Academy.
Esaltare la creatività
Un sito industriale dismesso come la Cava Roncino è, appunto, un luogo decisamente inusuale per realizzare videoproiezioni. Questo perché presenta criticità notevoli, da superare con un’adeguata e potente dotazione tecnologica. Lo sapeva bene Edvige Faini, animata dall’idea di condurre gli spettatori in un viaggio emozionale attraverso il racconto di tre donne e della loro battaglia contro la Chiesa oscurantista per proteggere le conoscenze, professioni e rituali. Un viaggio che gioca tra realtà e visioni distorte, tra personaggi reali e di fantasia, in un turbinio di musica sperimentale elettronica e immagini animate proiettate sulle gigantesche pareti di roccia della cava.
Insomma, il risultato di un perfetto connubio tra musica, canto, danza e tecnologia. “Questa collaborazione è nata dalla visione di Maddalena Calderoni, direttrice artistica del Tones Teatro Natura e dello spettacolo The Witches Seed, nonché voce soprano protagonista dell’opera. Per questo progetto, infatti, sognava un impianto scenografico dal carattere visionario e dal sapore horror/fantasy. Al primo contatto, circa un anno fa, mi sono subito innamo -
rata dell’idea”. Da qui è iniziato il percorso creativo che ha richiesto software digitali per le immagini, le animazioni, l’editing e il compositing. Uniti ai proiettori Espon, responsabili del grande lavoro di mapping sulle pareti della cava e della proiezione dell’impianto scenografico digitale. Il tutto accompagnato dall’esperienza di Telesystem per quanto riguarda la videoproiezione Epson e l’installazione, e di MG service per la gestione della parte video.
La
tecnologia è tutto Nello specifico, i sei videoproiettori Epson EB-L25000U per le pareti frontali e laterali e l’EB-L1755U sul palco, con tecnologia 3LCD e luminosità 25000 Ansi Lumen, si sono rivelati ideali per riprodurre in modo definito i contenuti digitali su una superficie così ampia, assicurando colori potenti e immagini suggestive. “La tecnologia utilizzata per la creazione di questi spettacoli ha avuto un ruolo fondamentale - spiega Gianluca De Alberti, Head of Sales Video Projector di Epson Italia -. L’esigenza era creare una scenografia dinamica e di forte impatto a sostegno della narrazione dell’opera, come richiesto dal team creativo di Tones on the Stones.
Scenografie dinamiche e impattanti, su superfici difficili per la videoproiezione
Proprio loro ci hanno confermato come la tecnologia abbia rappresentato un elemento imprescindibile sia durante il processo creativo degli impianti scenografici sia durante l’esecuzione degli eventi, offrendo agli spettatori momenti di grande immersività e di forte emozione”.
Vincendo la principale sfida legata all’irregolarità delle superfici delle pareti della cava: texture diverse, sfumature naturali, tagli, piani aggettanti e rientranti con gap importanti. “Il lavoro più minuzioso, tecnicamente parlando, è stato proprio quello legato al mapping e al warping eseguito sulle pareti di roccia, per poter successivamente proiettare le animazioni. Un lavoro che ha coinvolto diversi tecnici e che ha richiesto ore e ore di prove in notturna”, aggiunge Edvige Faini. Ancora una volta il Tones Teatro Natura ha saputo rafforzare l’unione tra tecnica, tecnologia e arte. Senza dimenticare, tuttavia, gli elementi di sostenibilità del progetto. “In linea con la grande attenzione che Epson ha nei confronti dell’ambiente – conclude De Alberti –, anche la Fondazione Tones of the Stones da sempre dimostra grande impegno e sensibilità per le tematiche della tutela ambientale e dell'economia delle risorse. La stessa creazione di una scenografia solo digitale va in questa direzione”.
www.tonesteatronatura.com www.edvigefaini.com www.telesystems-pro.it www.epson.it
Chi è Edvige Faini
La Concept Artist originaria di Milano rivolge le proprie opere prevalentemente all'industria del cinema e del video game. Dopo il diploma in Visual Communication, presso L'Istituto Europeo di Design, e i master in Industrial Design e Fotografia entra nella Gnomon School of Visual Effects di Los Angeles per specializzarsi in Concept Art. Nel 2010 inizia a collaborare con i più prestigiosi studi di produzione di Hollywood, lavorando a film come Ready Player One, Pirates of the Caribbean, Maleficent, Jupiter Ascending, Planet of the Apes, Edge of Tomorrow, La Mummia e Sin City, per citarne alcuni. Tra le i produzioni in campo ludico, segnaliamo le collaborazioni con Ubisoft, Square Enix e EA. Ha contribuito allo sviluppo di game AAA quali Assassin’s Creed, Final Fantasy e Need for Speed. Recentemente impegnata con Unity Technology alla realizzazione di assets 3D che mirano a democratizzare lo sviluppo di videogiochi e contenuti interattivi 2D e 3D, continua l’attività di Concept Artist e Art Director affrontando nuove sfide creative a capo del suo studio milanese Edvige Faini Design. www.edvigefaini.com
Who is Edvige Faini?
The Concept Artist originally from Milan addresses her works mainly to the cinema and video game industry. After graduating in Visual Communication, at the European Institute of Design, and completing a Masters in Industrial Design and Photography, Edvige entered the Gnomon School of Visual Effects in Los Angeles to specialise in Concept Art. In 2010 she began collaborating with the most prestigious production studios of Hollywood, working on films such as Ready Player One, Pirates of the Caribbean, Maleficent, Jupiter Ascending, Planet of the Apes, Edge of Tomorrow, The Mummy and Sin City, to name a few. Among her productions in the play field, we point out the collaborations with Ubisoft, Square Enix and EA. Edvige has contributed to the development of AAA games such as Assassin's Creed, Final Fantasy and Need for Speed. Recently engaged with Unity Technology in the creation of 3D assets that aim to democratise the development of video games and interactive 2D and 3D content, she continues the activity of Concept Artist and Art Director facing new creative challenges at the head of her Milanese studio Edvige Faini Design. www.edvigefaini.com
A SHOW BETWEEN ROCK AND NATURE
ChiappaniTechnology as an essential element of the Tones on the Stones Festival: immersive projections and more vivid suggestions than ever have animated the new season of theatre housed in a former granite quarry
Maria CeciliaTelling technologies and peculiarities of live artistic-musical events when the location represents, in itself, the first challenge to be won. This is the Tones Teatro Natura in Cava Roncino, in Val d’Ossola (VCO), where thousands of people had the opportunity this summer to immerse themselves in truly unique performances. What is it about? An imposing granite quarry transformed into a theatre, with a rich summer schedule of shows, against the backdrop of a luminous scenography created with video projections and 3D mapping that intertwine with the rock and the surrounding nature. The technical architects of all this are Epson videoprojectors: the company has renewed its support, who have renewed their support for the Tones on The Stones Foundation project for the second year. Thus, the 3LCD projection technologies allowed the public to experience various immersive video sets, among them the ones of the world premiere of The Witches Seed show signed by the international concept & visual artist Edvige Faini in collaboration with Nemo Academy stand out.
Enhancing creativity
An abandoned industrial site such as Cava Roncino is, in fact, a decidedly unusual place to make video projections. This is because it presents significant critical issues, to be overcome with adequate and powerful technological equipment. Edvige Faini knew this well, animated by the idea of leading viewers on an emotional journey through the story of three women and their battle against the obscurantist Church to protect knowledge, professions, and rituals. A journey that plays between reality and distorted visions, between real and fictional characters, in a whirlwind of experimental electronic music and animated images projected on the gigantic rock walls of the quarry. In short, the result of a perfect combination of music, song, dance, and technology. "This collaboration was born from the vision of Maddalena Calderoni, artistic director of Tones Teatro Natura and of the show The Witches Seed, as well as soprano voice protagonist of the opera. For this project, in fact, she dreamed of a scenographic system with a visionary character and a horror / fantasy flavour. At the first contact, about a year ago, I im-
mediately fell in love with the idea.” From here began the creative path that required digital software for images, animations, editing and compositing. Together with the Epson projectors, responsible for the great mapping work on the walls of the quarry and the projection of the digital scenographic system. All accompanied by the experience of Telesystem with regard to Epson video projection and installation, and of MG service for the management of the video part.
Technology is everything
Specifically, the six Epson EB-L25000U projectors for the front and side walls and the EB-L1755U on stage, with 3LCD technology and 25000 Ansi Lumen brightness, proved to be ideal for clearly reproducing digital content on such a wide surface, ensuring powerful colours and striking images. “The technology used to create these shows played a fundamental role - explains Gianluca De Alberti, Head of Sales Video Projector of Epson Italy -. We needed to create a dynamic and high-impact scenography to support the storytelling requested by the creative team of Tones on the Stones. They confirmed to us that technology has represented an essential element both during the creative process of the scenographic systems and during the execution of the events, offering spectators moments of great immersion and strong emotion.” Overcoming the main challenge linked to the irregularity of the surfaces of the quarry walls: different textures, natural shades, cuts, projecting and receding surfaces with important gaps. “The most meticulous work, technically speaking, was that related to the mapping and warping performed on the rock walls, in order to subsequently project the animations. A job that involved several technicians and that required hours and hours of night tests.” adds Edvige Faini. Once again the Tones Teatro Natura has been able to strengthen the union between technique, technology and art. Without forgetting, however, the sustainable elements of the project. "In line with the great attention that Epson has towards the environment - concludes De Alberti -, even the Tones of the Stones Foundation has always shown great commitment and sensitivity to the issues of environmental protection and the economy of resources. The same creation of a single digit scenography goes in this direction.”
www.tonesteatronatura.com www.edvigefaini.com www.telesystems-pro.it www.epson.it
A perfect combination of music, song, dance, and technology
Luminosità senza compromessi
Approfondiamo la scelta tecnologica del Festival Tones of the Stones partendo dal videoproiettore EB-L25000U. Versatile ed efficiente, con una luminosità di 25.000 lumen, è il prodotto da installazione 3LCD laser attualmente più luminoso sul mercato. Dotato della funzione 4K Enhancement, oltre che di lenti compatibili con la risoluzione 4K, offre una definizione ottimale. Inoltre, è facile da trasportare e da installare, adattandosi a situazioni di ogni genere anche in spazi ridotti. Offre inoltre un’ampia gamma di lenti compatibili con la risoluzione 4K, per immagini ad alta definizione estremamente nitide anche in caso di proiezioni a distanza. Altrettanto performante il modello EB-L1755U posizionato sul palco: si tratta di un videoproiettore laser 3LCD da 15.000 lumen con risoluzione WUXGA che offre immagini molto luminose e, anche in questo caso, tecnologia 4K Enhancement. La flessibilità di installazione e le ridotte esigenze di manutenzione ne fanno la soluzione ideale quando servono massime prestazioni in ambienti di grandi dimensioni. L'ampia gamma di lenti motorizzate, inclusa un'ottica ultra-corta opzionale, permette di installare il prodotto con la massima flessibilità, senza distorcere le immagini o comprometterne la luminosità. Il videoproiettore dispone anche di una fotocamera integrata che assicura la calibrazione e l'acquisizione precise delle immagini diagnostiche. www.epson.it
Uncompromising brightness
Let's explore the technological choice of the Tones of the Stones Festival starting from the EB-L25000U projector. Versatile and efficient, with a brightness of 25,000 lumens, it is the brightest 3LCD laser installation product on the market today. Equipped with the 4K Enhancement function, as well as lenses compatible with 4K resolution, it offers optimal definition. Furthermore, it is easy to transport and to install, adapting to all kinds of situations even in small spaces. It also offers a wide range of lenses compatible with 4K resolution, for extremely sharp high-definition images even when projected from a distance. Equally performing is the EB-L1755U model positioned on the stage: it is a 15,000 lumens 3LCD laser projector with WUXGA resolution that offers very bright images and, also in this case, 4K Enhancement technology. The flexibility of installation and low maintenance requirements make it the ideal solution when maximum performance is required in large environments. The wide range of motorised lenses, including an optional ultra-short throw, allows you to install the product with maximum flexibility, without distorting images or compromising brightness. The projector also has a built-in camera that ensures precise calibration and acquisition of diagnostic images. www.epson.it
Sale Controllo, non più solo trasporti e sicurezza
Un settore in grande evoluzione
Dall’accelerazione impressa dal lavoro ibrido alla parcellizzazione delle sale, dalla crescente abitudine a servizi software based alla servitizzazione: le Sale Controllo sono al centro di un grande cambiamento, di metodo come di mercato, con l’allargamento a nuove applicazioni in settori verticali. E altrettante opportunità
Fino a pochi anni fa le Control Room erano considerate un mercato a sé e piuttosto specifico rispetto al “resto” delle applicazioni dell’Integrazione di Sistemi: erano utilizzate nei trasporti per monitorare e controllare la viabilità, o in ambito Security per visualizzare in contemporanea diversi luoghi tramite sistemi di videosorveglianza, per esempio, e un “grande classico” sono state – e sono ancora – le sale delle forze dell’ordine ma anche della sorveglianza privata. Più recentemente le applicazioni si sono ampliate al mondo della connettività e dell’energia, quindi alla possibilità di monitorare il consumo e i servizi all’interno di un edificio, di una fabbrica, di un complesso di uffici, sfociando in maniera fluida nel mondo della Building Automation. Ma è stata proprio la pandemia a imprimere un ulteriore sviluppo alle Control Room, reso possibile dall’evolversi delle tecnologie: il concetto di sala controllo si è affrancato, per così dire, dalle sue storiche applicazioni per divenire più versatile, ovvero un ambiente dove è possibile monitorare, comparare, valutare e, in alcuni casi controllare, grandi
quantità di dati, di qualunque natura e tipo. Molto facilmente si è giunti alle infinite applicazioni odierne, dalla gestione delle sale riunioni al mercato Finance, dai servizi al Revenue Management, fino al mondo IoT. Un’evoluzione tecnologica comune a tutto il mondo dell’Audio Video professionale, d’altronde: la progressiva e inesorabile adozione dell’Over IP per il trasporto dei segnali. Anche se non ancora completamente accolta.
Ci siamo fatti accompagnare in questo percorso da Fabrizio Ponzo, Large Videowall&Control Room, Territory Manager di Barco, e da Maurizio Vacca, Direttore Vendite di 3G Electronics, che lavora nel settore da un trentennio.
Maurizio Vacca: “Il settore delle Control Room è per sua natura conservatore, in molti casi semplicemente non ci si può permettere che le cose non funzionino o i servizi non siano affidabili, per questo i committenti sono molto cauti nell’innovazione e spesso preferiscono, almeno adesso, un approccio ibrido, cioè l’uso dell’IP e dell’analogico allo stesso tempo. Così capita di avere una sala già esistente
cablata con cavi analogici, i segnali che vengono da telecamere digitali in rete, e diversi software di gestione”. Dal punto di vista del mercato le due grandi tendenze per le Control Room sono quindi la parcellizzazione delle sale, che diventano più piccole e distribuite, e la cosiddetta servitizzazione, cioè la conversione dal concetto di prodotto a quello di servizio.
La parcellizzazione delle Sale Controllo...
Le Control Room di pochi anni fa erano ambienti grandi e complessi, dove si tendeva ad accentrare il monitoraggio di flussi di segnali. Negli ultimi anni, anche grazie alla maggiore efficienza delle tecnologie di trasporto dati, al Cloud e alla progressiva conversione dei servizi basati su hardware verso quelli basati su software, è stato possibile distribuire e delocalizzare agevolmente le sale anche in luoghi dove fisicamente non si svolgono i processi. In poche parole, oggi è più facile pensare di avere una Control Room separata dagli uffici e magari in outsourcing, lontana dalla stazione che si monitora, o anche semplicemente molte postazioni distribuite ma collegate tra loro. Magari in coordinamento con altri colleghi che si stanno occupando di un’altra porzione del lavoro, e sotto la supervisione del proprio capo, che potrebbe avere il proprio ufficio su un altro piano o in un’altra sede. “Se fino a qualche anno fa – ci racconta Fabrizio Ponzo - la sala controllo era appannaggio di grandi realtà pubbliche/private o del settore interforze per il controllo di infrastrutture sensibili, vediamo ora un aumento capillare di punti di comando e controllo in molte, moltissime realtà aziendali.”
… E la servitizzazione
Si tratta della italianizzazione del termine servitization, e indica un modello di business che si incentra sulla trasformazione dalla vendita di un prodotto alla vendita di un servizio. L’aspetto principale è legato al passaggio da un’economia che prevede il possesso (ovvero acquisto, detenzione, manutenzione del bene, ecc…) allo sfruttamento del servizio che deriverebbe dal possesso. L’argomento è valido sia nei casi dall’outsourcing del servizio provvisto dalla Control Room (il controllo di un sito pro-
duttivo a cura di un fornitore esterno, per esempio) sia della decentralizzaizone della Control Room stessa.
Inoltre, il concetto è fortemente connesso alla progressiva tendenza verso l’adozione di sistemi software, quindi anche al progredire della tecnologia e della digitalizzazione e, in particolare proprio in caso delle Control Room, all’introduzione del servizio in affiancamento al cliente come parte integrante della vendita, necessario considerata anche la complessità delle sale di oggi. Un servizio che in questo campo può prevedere assistenza h.24 nelle situazioni più a rischio, oppure nel giorno lavorativo successivo in casi meno critici, con pezzi di ricambio, assistenza da remoto o sul posto, ecc. I fornitori possono così realizzare una sala di controllo da cui monitorare il parco installato presso i loro clienti in tutto il mondo: questo consente nuovi modelli di business e ricavi, tra il quali la servitizzazione è in prima linea. Sono molti i fattori che rendono questa trasformazione vantaggiosa: una maggiore vicinanza e fidelizzazione dei clienti, più capacità di prevedere e gestire le esigenze di manutenzione e supporto, la creazione di servizi evoluti; il tutto fornendo all’utente finale strumenti con cui migliorare la produttività, l’efficienza, la sostenibilità. In pratica, la servitizzazione rappresenta una opportunità per i fornitori, e la Control room è uno strumento essenziale per abilitarla. Una Control room evoluta, che monitora e gestisce proprio i servizi tecnologici forniti alle aziende clienti, significa tante cose insieme: connessione remota, realtà aumentata, gemello digitale, manutenzione predittiva e a distanza. Dalla stessa Control room si visualizzano macchine installate in più siti di diverse aziende clienti, con la possibilità di monitorare la flotta di stabilimenti, impianti e imprese diverse.
AV/IT, System Integrator e IT Manager
Se l’ibridazione tra il mondo AV e IT è sempre più stretta, questo è a maggior ragione vero per il mondo delle Control Room, dove la rete informatica è particolarmente sotto pressione per la grande quantità di dati, continuativi e, spesso, critici. Nelle commesse l’interlocutore del System Integrator
è molto spesso l’IT Manager, come ci fa presente Maurizio Vacca: “in relazione alla criticità dei dati veicolati, e per non addentrarsi in ambiti come l’AV che gli IT Manager non sempre padroneggiano, spesso questi ultimi tendono a fare scelte conservative e molto prudenti.
Sappiamo bene che è molto più probabile che l’AV vada verso l’IT piuttosto che il contrario e, in questi casi, cerchiamo di trovare noi per primi delle proposte che riflettano questo approccio: sicurezza totale, strumenti e soluzioni consolidate ma già IP ready.” “Una delle tematiche che richiama maggiormente l’attenzione in quest’ultimo periodo – aggiunge Fabrizio Ponzo - è sicuramente il tema della Cyber Security: tutte le aziende con infrastrutture sensibili si sono dotate o si stanno dotando di sale controllo NOC1 e SOC2 , per affrontare tematiche di questo tipo. I recenti cambiamenti geo-politici hanno fatto emergere l’importanza del dominio cyber e di quanto sia importante attuare prevenzione e protezione aziendale a tutto tondo. Anche il diffondersi di smart & remote working ha fatto emergere potenziali rischi legati alla cyber security: più oggetti sono connessi, più le informazioni si trasformano in “big data” da analizzare e controllare, e in questo caso l’intelligenza artificiale viene in soccorso, applicata molto bene per esempio alla video-analisi.”
Le nuove applicazioni Con Maurizio Vacca a Fabrizio Ponzo abbiamo esplorato i filoni più interessanti delle nuove applicazioni per le Control Room. Tra di essi il comparto finanziario, specialmente quello che viene definito Revenue Management, affrontato in maniera sempre più scientifica e basata su dati, che devono quindi essere raggruppati, letti e interpretati. Rispetto alle applicazioni legate ai trasporti e alla sicurezza, si rileva la tendenza a distribuire molto i punti di visualizzazione, perché l’importante non è avere un colpo d’occhio completo su tutta la situazione, ma semmai la possibilità di visualizzare e condividere i dati con altri operatori e altri uffici o sale riunioni.
Quindi, al posto della sala dotata di grandi superfici di visualizzazione, avremo piccole sale o addirittura singoli punti di visualizzazione connessi tra loro.
1 Netowork Operations Center – sistema che monitora le prestazioni della infrastruttura di telecomunicazioni
2 Security Operations Center - rilevare tempestivamente ogni problema di sicurezza o potenziale minaccia. monitorare la sicurezza del sito, raccogliere informazioni sulle minacce, guidare i team di risposta o prevenire attacchi informatici.
Connessa a tutto questo, la tendenza a creare Dashboard sempre più elaborate per visualizzare e interpretare dati di tutti i tipi: vendite, risultati, mercato, ecc.. “La decentralizzazione del segnale – spiega Maurizio Vacca - ha portato a dover gestire un flusso di dati visualizzati su singoli display, dove si valuta un “riassunto” di essi, con tanti punti di visione supplementari. Quindi si tende ad avere software, player e apparecchi di distribuzione separati dalla Control Room.”
Ed è proprio il concetto di Dashboard a creare un ponte con altri due importanti ambiti della visualizzazione e gestione dei dati tramite apparecchiature AV: in primis il mondo delle Meeting Room, piccole e grandi, sia per la gestione della sala in sé, ma soprattutto per l’ibridarsi di questi due ambienti – Meeting Room e Control Room - e dei rispettivi servizi e necessità. “L’esigenza è in forte aumento – spiega Fabrizio Ponzo -: se prima si parlava quasi esclusivamente di sala controllo e sala crisi, declinate in moltissimi modi, la nascita di nuovi ambienti di controllo multi-purpose impone la necessità di trasferire dati e relative analisi verso ambienti decisionali come Meeting e Board Room dove troviamo la fusione con tecnologie di trasporto AV-over-IP, di presentazione e soluzioni BYOD (Bring Your Own Device). Integrazioni per noi abbastanza comuni grazie all’ampia
gamma di prodotti e soluzioni che abbiamo a portfolio ed alla vasta interoperabilità tra le componenti”. In effetti, una volta aggiornata la propria sala riunioni perché supporti adeguatamente le necessità del lavoro ibrido o asincrono, con soluzioni BYOD e BYOM, perché non rendere visualizzabili anche i dati da analizzare, disponendo del servizio e dei software adatti a interpretarli, senza doversi spostare altrove?
Da qui il passo verso il Digital Signage è altrettanto breve: “Il Digital Signage cos’è?
È la possibilità di visualizzare contenuti su una molteplicità di schermi e postazioni, tra questi ci sono anche siti Web, Dashboard e Link http…cioè anche in questo caso dei dati. Se poi questi dati devono essere visualizzati in più postazioni, e/o in una sala di lavoro comune, eccoci tornati al concetto di Control Room”.
Forse è più difficile immaginarsi un mix tra DS e Control Room quando si parla di messaggistica promozionale in un supermercato, ma quando si comincia a pensare alla profilazione dei fruitori di questi stessi messaggi attraverso sensori e telecamere, ma anche all’uso della messaggistica digitale per la gestione delle sale di un centro congressi che comporti anche la raccolta dei dati rispetto all’uso delle sale stesse (gli orari nei quali sono più utilizzate, la presenza media, ecc.), anche qui possiamo pensare a una interessante ibridazione.
Vorremmo continuare parlando di quella che ci sembra la meno definita ma anche la più promettente tendenza: il mix tra Control Room e IoT; il mondo degli oggetti connessi, anch’esso in fortissima evoluzione in tutti i settori di business, porta con sé una enorme mole di big data da analizzare. Dai consumi energetici ai check sulle scorte di materiali e beni, fino alle realtà produttive: “L’industria 4.0 ha fornito un forte impulso in questo senso, – precisa Fabrizio Ponzo - favorendo l’integrazione con software e sistemi dedicati a machine learning, intelligenza artificiale, hyper automation e cybersecurity, permettendo non solo di misurare in modo analitico le performance degli impianti, ma anche di monitorarne lo stato da remoto e di poter approcciare tematiche legate alla manutenzione predittiva”. Infatti, il dato in sé se non aggregato e contestualizzato risulta di difficile interpretazione, diventa così fondamentale sfruttare tecnologie di IA per automatizzare tutte le fasi di analisi e aggregazione dei dati, pur mantenendo un approccio umano-centrico a favore della corretta ergonomia di visualizzazione, sfruttando le nuove competenze a disposizione degli operatori delle nuove generazioni di Control Room. La predizione degli eventi è la prossima frontiera: i dati raccolti provenienti dalle diverse fonti, opportunamente confrontati, potranno offrire un
quadro delle tendenze e delle probabilità. “L’interconnessione di strumenti e macchinari nel mondo civile e industriale – ci fa notare Fabrizio Ponzo - permette di abilitare e gestire le analisi predittive, attività che consentono, se ben implementate, di identificare i trend e il possibile insorgere di anomalie, evitando rischi di downtime e ottimizzano le attività di manutenzione su asset critici”.
La logica della Control Room ormai si sta espandendo a moltissimi settori ‘insospettabili’, chiudiamo con uno spunto che ne dà evidenza: “Di applicazioni strane ne abbiamo fatte diverse – conclude Maurizio Vacca - ma la più singolare è quella per il monitoraggio delle merendine dei distributori automatici negli aeroporti. Il sistema di controllo segnala e visualizza quando i prodotti sono esauriti, in che data e dove, in modo che l’operatore possa rifornire i distributori a colpo sicuro… tanto utile da risultare un modello profittevole per chi lo ha implementato”.
L’operatore al centro
Prima di chiudere, un pensiero va all’operatore, e all’importanza di metterlo in condizione di svolgere il proprio lavoro al meglio. L’aumento esponenziale dei dati da interpretare in virtuù delle nuove tecnologie presenti in campo, fanno sì che l’input di dati in una Sala Controllo diventi rilevante.
Una massa di big data da gestire, interpretare e archiviare davvero imponente. Ovviamente, pretendere che un operatore sia in grado di monitorare dashboard e sorgenti di ogni tipo, finendo nel visualizzarle decine contemporaneamente, non sia la strada dell’efficienza: partendo dalle cose basiche, è opportuno che la sala sa silenziosa e che la postazione risulti comoda ed ergonomicamente corretta.
Venendo alla parte tecnologica, l’ordine della postazione, l’assenza di periferiche e di cavi di collegamento a vista, la centralizzazione delle operazioni tramite una sola tastiera/mouse/pad tramite una workstation virtualizzata, dovrebbero rientrare negli elementi di base.
L’utilizzo di software di analisi, machine learing, IA per il filtraggio e interpretazione dei dati è l’ultimo tassello degli aspetti fondamentali.
Un nuovo ingrediente si aggiunge tuttavia, proveniente dalla crescente abitudine, e altrettanto crescente aspettativa da parte dei lavoratori delle nuove generazioni, di poter lavorare in modalità ibrida: in questo caso c’è anche l’urgenza di collegare la postazione decentralizzata (domestica o di uno studio esterno), ove possibile, a quella principale e ricevere il flusso delle informazioni con un livello adeguato di sicurezza in termini di protezione sia dei dati sia della rete stessa.
Hardware e Software base
Le Control Room, in linea con tutto il settore dell’AV, stanno affrontando il passaggio verso il mondo IP, già possibile dal lato tecnico ma frenato dalla prudenza collegata a un lavoro per sua natura business critical. Lo stesso sta avvenendo sul piano delle apparecchiature utilizzate, con la possibilità di virtualizzare e di passare a una struttura software based. Ma non tutti sono d’accordo, ed ecco un piccolo riepilogo dei principali pro e contro:
Hardware base
- Maggior sicurezza, anche psicologica, di avere un sistema fisico
- Maggior sicurezza informatica
Software base
- Riduzione dell’hardware necessario a un server e semplificazione della manutenzione circoscritta a pochi apparecchi
- Aggiornamento automatico senza sostituzione di apparecchiature
- Scalabilità
- Operatività da qualunque luogo e a qualunque orario
- Soluzione svincolata dai problemi di shortage
Hardware and Software based
The Control Rooms, in line with the entire AV sector, are facing the transition to the IP world, already possible on the technical side but held back by the prudence associated with a work that is by its very nature business critical. The same is happening in terms of the equipment used, with the possibility of virtualising and switching to a software-based structure. But not everyone agrees, and here is a small summary of the main pros and cons: Hardware based
- Greater security, even psychological, of having a physical system
- Greater IT security Software based
- Reduction of the hardware needed by a server and simplification of maintenance limited to a few devices
- Automatic update without replacement of equipment
- Scalability
- Operation from anywhere and at any time
- Solution released from shortage problems
From the acceleration given by hybrid work to the rooms partition, from the growing habit of softwarebased services to the servitization: Control Rooms are at the centre of a great change, both in method and in the market, with the expansion to new applications in vertical sectors. And just as many opportunities
Control Rooms, no longer just for transport and safety
Chiara BenedettiniA sector in great evolution
Until a few years ago, Control Rooms were considered a market in themselves and rather specific compared to the "rest" of the Systems Integration applications: they were used in transport to monitor and control traffic, or in the Security field to simultaneously view different places through video surveillance systems, for example, and a “great classic” have been - and still are - the rooms of the police forces but also of private surveillance. More recently, the applications have expanded to the world of connectivity and energy, therefore to the possibility of monitoring consumption and services within a building, a factory, an office complex, flowing smoothly into the world of Building Automation. But it was precisely the pandemic that gave Control Rooms a further development, made possible by the evolution of technologies: the concept of the control room freed itself, so to speak, from its historical applications to become more versatile, i.e. an environment where it is possible to monitor, compare, evaluate and, in some cases, control large amounts of data, of any nature and type. Very easily we came to the infinite applications of today, from the management of meeting rooms to the Finance market, from services to Revenue Management, up to the IoT world.
A technological evolution common to the whole world of professional Audio Video, on the other hand: the progressive and inexo-
rable adoption of Over IP for the transport of signals. Although not yet fully accepted. We were accompanied on this path by Fabrizio Ponzo, Large Videowall & Control Room, Territory Manager of Barco, and by Maurizio Vacca, Sales Director of 3G Electronics, who has been working in the sector for thirty years Maurizio Vacca: "The Control Room sector is conservative by nature, in many cases it simply cannot be afforded that things do not work or the services are not reliable, which is why clients are very cautious in innovation and often prefer, at least now, a hybrid approach, i.e. the use of IP and analogue at the same time. So it happens to have an existing room wired with analogue cables, the signals coming from digital cameras on the network, and various management software .”
From the market point of view, the two major trends for Control Rooms are therefore the subdivision of the rooms, which become smaller and more distributed, and the so-called servitization, that is, the conversion from the concept of product to that of service.
The subdivision of Control Rooms ...
The Control Rooms of a few years ago were large and complex environments, where there was a tendency to centralise the monitoring of signal flows. In recent years, thanks
to the greater efficiency of data transport technologies, the Cloud and the progressive conversion of hardware-based services to software-based ones, it has been possible to easily distribute and relocate the rooms even in places where there are physical processes.
In a nutshell, today it is easier to think of having a Control Room separate from the offices and perhaps in outsourcing, far from the station being monitored, or even simply many stations distributed but connected to each other. Perhaps in coordination with other colleagues who are taking care of another portion of the work, and under the supervision of their boss, who may have their office on another floor or in another location.
"If until a few years ago - Fabrizio Ponzo tells us - the control room was the prerogative of large public / private companies or the joint forces sector for the control of sensitive infrastructures, we now see a capillary increase in command-and-control points in many, many business realities. "
… And servitization
Servitization indicates a business model that focuses on the transformation from the sale of a product to the sale of a service. The main aspect is related to the transition from an economy that involves possession (i.e. purchase, possession, maintenance of the asset, etc ...) to the exploitation of the
service that would result from possession. The topic is valid both in cases of the outsourcing of the service provided by the Control Room (the control of a production site by an external supplier, for example) and of the decentralisation of the Control Room itself.
Furthermore, the concept is strongly connected to the progressive trend towards adoption of software systems, therefore also with the progress of technology and digitisation and, in particular precisely in the case of the Control Rooms, with the introduction of the service alongside the customer as an integral part of the sale, necessary considering the complexity of today's rooms. A service that in this field can provide 24h assistance in the riskiest situations, or on the next working day in less critical cases, with spare parts, remote or on-site assistance, etc.
Suppliers can thus create a control room where they can monitor the installations made for their customers all over the world: this allows new business models and revenues, among which servitization is at the forefront. There are many factors that make this transformation advantageous: greater proximity and customer loyalty, more ability to predict and manage maintenance and support needs, the creation of advanced services; all providing the end user with tools to improve productivity, efficiency, and sustainability. Servitization represents an
opportunity for suppliers, and the Control room is an essential tool to enable it. An advanced Control room, which monitors and manages the technological services provided to client companies, means many things together: remote connection, augmented reality, digital twin, predictive and remote maintenance. From the same Control room, machines installed in multiple sites of different client companies are displayed, with the possibility of monitoring the fleet of different factories, plants, and companies.
AV / IT, System Integrator and IT Manager
If the hybridisation between the AV and IT world is increasingly close, this is even more true for the world of Control Rooms, where the computer network is under particular pressure due to the large amount of continuous and often critical data. In job orders, the System Integrator's interlocutor is very often the IT Manager, as Maurizio Vacca points out: "in relation to the criticality of the data conveyed, and not to delve into areas such as AV that IT Managers do not always master, often the latter tend to make conservative and very prudent choices. We know that AV is much more likely to go towards IT than the other way around and, in these cases, we try to find proposals that reflect this approach: total security, consolidated tools and solutions but already IP ready.. " "One of the issues that attracted the most attention in this last period - adds Fabrizio Ponzo - is certainly the issue of Cyber Security: all companies with sensitive infrastructures have equipped themselves or are equipping themselves with NOC and SOC control rooms, to deal with issues of this type. Recent geo-political changes have highlighted the importance of the cyber domain and how important it is to implement all-round corporate prevention and protection. The spread of smart & remote working has also brought out potential risks related to cyber security: the more objects are connected, the more information is transformed into "big data" to be analysed and controlled, and in this case artificial intelligence comes to the rescue, applied very well for example to video analysis."
The new applications
With Maurizio Vacca and Fabrizio Ponzo we explored the most interesting strands of new applications for Control Rooms. Among them, the financial sector, especially what is called Revenue Management, is faced in
The concept of the control room has freed itself, so to speak, from its historical applications to become more versatile: an environment where it is possible to monitor, compare, evaluate and, in some cases, control large amounts of data, of any nature and type
an increasingly scientific and data-based manner, which must therefore be grouped, read, and interpreted. Compared to applications related to transport and security, there is a tendency to distribute the viewing points a lot, because the important thing is not to have a complete glance on the whole situation, but rather the ability to view and share data with other operators and other offices or meeting rooms. So instead of the room with large viewing surfaces, we will have small rooms or even single viewing points connected to each other. Connected to this, we observe the tendence to create increasingly elaborate Dashboards to view and interpret data of all kinds: sales, results, market, etc. "The decentralisation of the signal - explains Maurizio Vacca - has led to the need to manage a flow of data displayed on individual displays, where a "summary" of them is evaluated, with many additional viewing points. So, there is a tendency to have software, players and distribution devices separated from the Control Room. " And it is precisely the Dashboard concept that creates a bridge with two other important areas of data visualisation and management via AV equipment: first of all the world of Meeting Rooms, small and large, both for the management of the room itself, but above all for the hybridisation of the two environments - Meeting Room and Control Room - and their respective services and needs. "The need is growing strongly - explains Fabrizio Ponzo -: if before we spoke almost exclusively of the control room and the crisis room, declined in many ways, the birth of new multi-purpose control environments imposes the need to transfer data and related analysis towards decision-making environments such as Meeting and Board Room where we find the fusion with AV-over-IP transport technologies, presentation and BYOD (Bring Your Own Device) solutions. Integrations are quite common for us thanks to the wide range of products and solutions we have in our portfolio and the wide interoperability between the components.”
Indeed, once you have updated your meeting room to adequately support the needs of hybrid or asynchronous work, with BYOD and BYOM solutions, why not make the data to be analysed also viewable, having the service and software suitable for interpreting them, without having to move somewhere else? From here the step towards Digital Signage is just as short: "What is Digital Signage? It is the ability to view con-
tent on a variety of screens and workstations, among these there are also websites, Dashboards and http links… that is, in this case too, data. And if these data are to be displayed in several workstations, and / or in a common work room, we are back to the concept of Control Room”. Perhaps it is more difficult to imagine a mix between DS and Control Room when we talk about promotional messaging in a supermarket, but when we start thinking about the profiling of the users of these same messages through sensors and cameras, but also the use of digital messaging for the management of the halls of a congress centre that also involves the collection of data regarding the use of the halls (the times in which they are most used, the average presence, etc.), here too we can think of an interesting hybridisation. We would like to continue talking about what seems to us the least defined but also the most promising trend: the mix between Control Room and IoT; the world of connected objects, which is also rapidly evolving in all business sectors, brings with it a huge amount of big data to be analysed. From energy consumption to checks on stocks of materials and goods, up to production realities: "Industry 4.0 has provided a strong input, - explains Fabrizio Ponzo - favouring integration with software and systems dedicated to machine learning, artificial intelligence, hyper automation and cybersecurity, allowing not only to analytically measure the performance of the plants, but also to monitor their status remotely and to be able to approach issues related to predictive maintenance.”
In fact, if the data itself is not aggregated and contextualised, it is difficult to interpret, so it becomes essential to exploit AI technologies to automate all phases of data analysis and aggregation, while maintaining a human-centric approach in favour of correct display ergonomics. exploiting the new skills available to the operators of the new generations of Control Rooms.
The prediction of events is the next frontier: the data collected from the different sources, suitably compared, will be able to offer a picture of trends and probabilities.
"The interconnection of tools and machinery in the civil and industrial world - Fabrizio Ponzo points out - allows us to enable and manage predictive analyses, activities that allow, if well implemented, to identify trends and the possible occurrence of anomalies, avoiding risks of downtime and optimize maintenance activities on critical assets ".
The logic of the Control Room is now expanding to many 'unsuspected' sectors, we close with an idea that highlights it: "We have made several strange applications - concludes Maurizio Vacca - but the most unique is the one monitoring snacks of vending machines in airports. The control system signals and displays when the products are out of stock, on what date and where, so that the operator can supply the distributors without fail ... so useful that it is a profitable model for those who have implemented it ".
The operator at the centre
Before closing, a thought goes to the operator, and to the importance of putting them in a position to do their job in the best possible way. The exponential increase in the data to be interpreted, and the possibilities offered by new technologies that make the amount of surveys increasingly higher, make the data input in a Control Room become relevant. A massive amount of big data to manage, interpret and archive. Obviously, expecting an operator to be able
to monitor a display for each source, ending up with maybe twenty in front of them, is not the way to efficiency: starting from the basics, the room should be quiet and the station confortable and ergonomically the station is comfortable and ergonomically correct. Coming to the technological part, the order of the workstation, the absence of peripherals and exposed connection cables, the centralisation of operations via a single keyboard / muse / pad via a virtualized workstation, should fall within the basic elements. The use of dashboards and software for reading, filtering and interpreting data is the last piece of the fundamental aspects. However, a new ingredient is added, coming from the growing habit, and equally growing expectation on the part of the workers of the new generations, to be able to work in hybrid mode: in this case there is also the urgency to connect the decentralised workstation (domestic or an external study), where possible, to the main one and receive the flow of information with an adequate level of security in terms of protection of both data and the network itself.
Ringraziamenti
Per gli spunti offerti, fondamentali per la redazione di questo articolo, vogliamo ringraziare:
Fabrizio Ponzo Large Videowall&Control Room Barco, Territory Manager
Nel settore da ormai 15 anni, si è occupato sempre di Control Room e schermi di grande formato, con ruoli sia tecnici (Technical Supprto, CTO ecc.) che di sviluppo del business, sia per vendor (Planar, Eyevis) che per System Interator (VideoGecom). Dal gennaio del 2022 è in Barco con il compito di sviluppare il mercato delle Control Room e delle soluzioni di visualizzazione di grande formato per il mercato Corporate, supportando i clienti finali ed i partner nell’identificazione delle giuste soluzioni e lavorando per la trasformazione digitale dei luoghi di lavoro. Il suo motto, ripreso da Annibale, è: “O troveremo una strada o ne costruiremo una”. www.barco.com
Maurizio Vacca Direzione Vendite, 3G Electronics
Dopo un inizio di carriera con ruoli legati alle vendite in aziende del mondo visual, passa prima in Epson come Product Manager per poi trovare definitiva collocazione in 3G Electronics, fondata nel 1969 e attiva nel settore dell’elettronica e dell’informatica. L’azienda virerà successivamente verso il Digital Signage, le Control Room e, in generale, i sistemi hardware e software per la Comunicazione Visiva, sviluppando anche soluzioni proprie e servizi di assistenza specifici per i mercati verticali. Oggi Socio di 3G Electronics, ricopre il ruolo di Direttore Vendite, con una forte vocazione all’assistenza tecnica pre e post sales. www.3gelectronics.it
Thank yous
For the ideas offered, fundamental for the preparation of this article, we want to thank:
Fabrizio Ponzo Large Videowall & Control Room Barco, Territory Manager
In the sector for the past 15 years, he has always dealt with Control Rooms and large format screens, with both technical (Technical Support, CTO, etc.) and business development roles, both for vendor (Planar, Eyevis) and for System Integrator (VideoGecom). Since January 2022 he has been in Barco with the task of developing the Control Room market and large format display solutions for the Corporate market, supporting end customers and partners in identifying the right solutions and working for the digital transformation of workplaces. His motto, taken up by Hannibal, is: “Either we will find a road or we will build one”. www.barco.com
Maurizio Vacca Sales Director, 3G Electronics
After a career beginning with sales-related roles in companies in the visual world, he first moved to Epson as Product Manager and then found a definitive position in 3G Electronics, founded in 1969 and active in the electronics and information technology sector. The company will subsequently move towards Digital Signage, Control Rooms and, in general, hardware and software systems for Visual Communication, also developing its own solutions and specific assistance services for vertical markets. Today a Partner of 3G Electronics, he holds the role of Sales Director, with a strong vocation for pre and post sales technical assistance.
www.3gelectronics.it
Con il Venice Venice Hotel l’impressione è di toccare il cuore pulsante di quell’arte antichissima che è l’hôtellerie, soprattutto in una città a vocazione turistica come Venezia. Una nuova lettura dell’ospitalità veneziana, romantica e futuristica allo stesso tempo, nella quale la tecnologia non è un complemento ma parte del progetto fin dal primo momento
The Venice Venice Hotel
Secondo molti studiosi la vocazione turistica di Venezia data già dal Rinascimento, se non da prima ancora. Occorre, ovviamente, rivedere un po’ il concetto di “turismo”, che per il Medioevo – un’epoca nella quale spostarsi non era facile – e anche per i secoli immediatamente successivi consiste essenzialmente nel viaggio di studio, per i dotti, e nel viaggio di carattere religioso, per i fedeli. Ebbene, a Venezia non mancavano né le attrazioni culturali né quelle di Fede, poiché era uno dei porti dai quali era possibile imbarcarsi alla volta della Terra Santa, per visitare Gerusalemme. Il risultato è che la città lagunare ha sempre visto, nel corso della sua più che millenaria storia, un flusso “turistico” importante. Non stupisce, dunque, che proprio a Venezia si incontrino alcune delle eccellenze mondiali dell’hôtellerie, tra cui l’appena restaurato The Venice Venice Hotel.
Due “Ca’” per un grande albergo
Ca’ Da Mosto e Ca’ Dolfin, due dei palazzi più antichi che si affacciano sul Canal Grande (quella che qualcuno ha giustamente definito “la più bella strada del mondo”), sono la location che ospita il Venice Venice Hotel, un albergo in cui – a partire dal nome – Venezia appare “elevata al quadrato”, rappresentata nel modo migliore per atmosfere, vista e stile dell’ospitalità. Rimaste a lungo disabitate, queste due “Ca’” di antichissima tradizione veneziana sono state recentemente oggetto di un profondo e originalissimo restauro, che ha portato all’apertura in Ca’ da Mosto del ricercato Venice Venice Hotel, con una novantina di stanze tutte diverse, anche se accomunate dalla straordinarietà della location, e in Ca’ Dolfin di un residence collegato all’hotel, che propone appartamenti con vista sul Canal Grande. Un lavoro simile, svolto con estrema attenzione dal punto di vista architettonico e dell’arredamento, non poteva che essere completato da un impianto tecnologico per la diffusione audio e per l’evacuazione sonora di emergenza e i messaggi che fosse all’altezza della situazione, con scelte raffinate sia in termini di prodotti che, soprattutto, in chiave installativa.
Venice Venice Hotel, un albergo in cui – a partire dal nome – Venezia appare “elevata al quadrato”, rappresentata nel modo migliore per atmosfere, vista e stile dell’ospitalità
Prima di entrare nel merito dell’impianto e delle scelte tecniche, la parola a Marco Cappellotto, Product Manager e Design Support di Prase, che ci introduce nel modo migliore alla difficoltà della sfida: “Il Venice Venice non è il solito hotel, seppur di lusso: è qualcosa di più! Un luogo davvero unico, realizzato con cura maniacale del dettaglio, comprensibilmente la proprietà desiderava qualcosa di unico, di esclusivo anche dal punto di vista tecnologico. La sfida, dunque, consisteva nel progettare un sistema di diffusione audio e di evacuazione sonora, quindi conforme a tutti i requisiti di legge, che fosse anche in grado di gestire in modo indipendente ogni stanza, per diffondere musica dedicata con pieno controllo di tutti i parametri, a partire ovviamente dal volume. Oltre alle camere, anche nelle parti comuni sono stati installati dei diffusori, nella logica di costruire un sistema che consentisse di sommare, abbinare o suddividere in tutti i modi gli ambienti, per una location con tantissime sfaccettature audio, oltre che architettoniche. Ogni stanza, infatti, è diversa da tutte le altre, sono presenti anche delle altane – le tipiche terrazze veneziane – e il sistema è estremamente flessibile, e consente di trattare ogni stanza come una zona distinta.”
Un luogo davvero unico, realizzato con cura maniacale del dettaglio anche nelle componenti tecnologiche
Il sistema: EVAC e diffusione invisibili ma efficaci
L’esigenza primaria della committenza risiedeva dunque nel fatto che l’impianto di diffusione audio svolgesse una doppia funzione (EVAC e audio di intrattenimento) e che fosse, al contempo, pressoché invisibile, inscrivendosi senza alcuna invasività in architetture di grande pregio e in un’opera di restauro estremamente accurata, fin nel più piccolo dettaglio. Lo staff tecnico di Prase ha optato, come cuore del sistema, per un Biamp Tesira Server, che riceve le sorgenti audio locali, compreso Spotify, tramite interfaccia Dante con dei pannelli distribuiti nell’hotel, e le instrada verso ogni zona dell’hotel tramite il protocollo CobraNet. I pannelli inviano l’informazione al server via rete, per un sistema audio interamente IP based. Per quanto riguarda l’evacuazione, il sistema è basato su Biamp Vocia, e prevede una linea di amplificazione per ogni zona, con finali di potenza di piccole dimensioni per le camere, e più consistenti per le zone più ampie come gli spazi comuni. Vocia è una soluzione scalabile, caratterizzata da una notevole affidabilità, in grado di fornire un’elevata qualità audio potendo gestire sia applicazioni di paging che la musica di sottofondo e le comunicazioni di emergenza.
Marco Cappellotto va giustamente fiero del sistema: “In tema di diffusione sonora la ricercatezza nella progettazione e nella scelta dei prodotti si è spinta a livelli altissimi. I problemi erano molteplici: dovevamo cercare di nascondere gli apparecchi ma dovevamo anche garantire un EVAC affidabile, quindi occorrevano diffusori certificati EN-54. Solo in poche zone sono stati scelti diffusori non certificati. La sfida, insomma, era armonizzare i diffusori con elementi architettonici molto particolari. Ogni stanza è diversa da tutte le altre ed è stata costruita con estrema precisione nella scelta di ogni dettaglio.”
D’altronde, come sottolinea Simone Cherin, Direttore del Venice Venice Hotel: “L’originalità è il vero valore aggiunto dello stile che l’hotel propone, uno stile veneziano che non si era mai visto prima, capace di accogliere nuovamente le contaminazioni artistiche e di design, creative in generale, senza perdere quella romantica classicità degli ambienti che, se così non fosse, perderebbero la propria magia.
Non solo spazi abitativi ma anche luoghi che diventano opere site-specific all’interno dei quali il contributo dell’artista si fonde inseparabilmente con ciò che lo circonda. L’equilibrio viene raggiunto per sommatoria di contrasti, il passato dialoga con il presente e il futuro, elementi tecnologici o materiali moderni convivono in armonia con elementi della tradizione.”
Gestione semplice e centralizzata
Un sistema così strutturato e raffinato, tanto da consentire sia una distribuzione realmente capillare della musica in ogni camera, sia negli spazi comuni secondo abbinamenti volta volta programmabili, deve avere una gestione altrettanto brillante. Anche perché, come ci conferma Marco Cappellotto, la gestione non è demandata a personale tecnico specializzato, bensì alla direzione dell’hotel stesso.
“Parlando in chiave figurata” – spiega Cappellotto – “potrei dire che è importante avere un grande motore, ma bisogna anche poterlo gestire, quindi sottolinerei l’importanza dell’interfaccia di controllo, molto intuitiva e costruita appositamente, con indicatori per ogni zona, onde consentire la gestione del sistema direttamente al personale dell’hotel. Nelle camere e negli spazi comuni, ovviamente, non abbiamo potuto usare un unico modello di diffusore, poiché ogni ambiente è diverso e ha esigenze specifiche. Abbiamo dunque usato diffusori Tannoy DVS4TEN54B, CVS6EN e CVS801, molto compatti e multifunzione, nonché Amina EDGE3IBSS ad emissione planare a larga banda con possibilità di incasso a muro o controsoffitto a scomparsa totale.” Interessante anche la scelta, a completamento del sistema, di diffusori ad angolo a due vie con certificazione EN54 Cornered Audio CI4VW, con griglia frontale preforata protetta da film in tela e potenza continua RMS 60W, di picco 240W, nonché degli eleganti Cornered Audio C8S, con woofer a doppia bobina e slave da 8”.
Il marchio Biamp non poteva mancare anche tra i diffusori, con gli speaker Apart ENSM6T10W, per installazione in parete o soffitto in sistemi certificati EN54-24, e Apart CM3T, diffusore circolare ad incasso bicono da 3”, 16 ohms – 20W.
Infine, per quanto riguarda i subwoofer, installati dove necessario, la scelta è caduta sui modelli circolari a incasso Community D10SUB, con firedome con crossover passivo interno.
“L’impianto è già in uso, almeno per quanto riguarda l’hotel, mentre siamo agli ultimi ritocchi per il residence”, conclude Marco Cappellotto. “Abbiamo impostato l’interfaccia di gestione in modo che sia possibile salvare dei comodi preset richiamabili a determinate ore del giorno. Si tratta, però, di preset ‘aperti’: il personale dell’hotel li può modificare a piacimento, sia nel volume che in ogni altro parametro, per fornire un servizio e un’atmosfera sempre idonea all’accoglienza degli ospiti.”
Un’unica postazione centrale, dunque, permette di gestire l’intero sistema, inviando l’audio desiderato a ogni camera o strutturando la distribuzione audio nelle aree comuni come si desidera. Alcune stanze, inoltre, dispongono di altana, la terrazza sopraelevata tipica di Venezia. “Nelle altane abbiamo installato un diffusore dedicato”, sottolinea Marco Cappellotto, “che si accende e si spegne in modo indipendente, onde non creare disturbo o far partire della musica quando lo spazio non è utilizzato.”
In tema di diffusione sonora, la ricercatezza nella progettazione e nella scelta dei prodotti si è spinta a livelli altissimi
Antico e moderno, tra arte e tecnologia
I lavori, iniziati nel 2020, sono terminati da poco, e non sono stati semplici. Marco Cappellotto sintetizza così: “Le camere sono diversissime una dall’altra! È stato veramente complicato installare i diffusori in modo che risultassero tanto invisibili quanto efficaci. Inoltre, va tenuto presente che i prodotti per alcune location sono stati cambiati o riposizionati anche quattro volte, alla ricerca della perfezione.
E il tema della qualità dell’ascolto è importante quanto quello dell’integrazione estetica. È stato, insomma, un lavoro molto ambizioso, che siamo molto orgogliosi di avere svolto, in collaborazione con architetti e artisti. La sensazione, quando si entra in questo hotel, è quella di un perfetto mix tra antico e moderno, con tecnologia ai massimi livelli ma anche invisibile, immersa magicamente in un contesto antico. Giusto per fare un esempio della cura profusa nella ristrutturazione, posso dire che tutte le placche per gli interruttori delle luci sono state realizzate in bronzo da un artigiano specializzato. Ed è solo uno degli esempi che si potrebbero fare!” Chiediamo allora al direttore Simone Cherin di concludere con il proprio esempio, e lui non si fa pregare: “Fra i tanti che potrei fare, cito la sala arazzo e il Bitter Club all’interno del primo piano nobile del palazzo affacciato sul Canal Grande; un bar consolle in fibra di carbonio occupa il centro della sala completamente circondata e avvolta dall’opera di Francesco Simeti e ACollection, sotto un originale e antico soffitto a cassettoni.”
www.prase.it https://venicevenice.com/it/
Venezianità e… post-venezianità
“Un tuffo nella Postvenezianità”: così il direttore del Venice Venice Hotel, Simone Cherin, sintetizza l’offerta di questa location ai suoi ospiti. Poi chiarisce: “Con questo concetto ci riferiamo alla Venezia di domani, sempre all’avanguardia come le sue biennali, dunque assolutamente contemporanea, vivace, internazionale. La tecnologia offre la possibilità di vivere un hotel moderno all’interno di un luogo molto antico.” Dunque, la tecnologia è stata fin da subito compresa nel progetto, non si è trattato – e non è una distinzione di poco conto – di una aggiunta in corso d’opera. Simone Cherin ce lo conferma: “Il Team di progetto” – dice – “si è interrogato fin dal principio sul ruolo che la tecnologia avrebbe dovuto ricoprire all’interno della visione generale. Venezia è una città speciale e come tale richiede interventi poco invasivi e rispettosi, a maggior ragione quando si opera in un edificio storico e simbolico per la città come Palazzo Ca’ da Mosto. Trattandosi di un progetto alberghiero, inoltre, abbiamo dovuto necessariamente trovare un equilibrio tra l’aspetto conservativo, l’aspetto tecnologico con impatto diretto sul comfort degli ospiti e, soprattutto, l’aspetto estetico; quest’ultimo, quindi l’aspetto esteriore della tecnologia visibile, è stato critico considerata la volontà del Team di proiettare Venezia nel futuro senza perdere il sapore del passato.” Insomma, il Venice Venice Hotel è un luogo intriso di venezianità come anche di… futuro! Un luogo nel quale sentirsi, a tutti gli effetti, “nel Tempo”, potendo percepire chiaramente il gusto di un passato straordinario come anche il brivido di un futuro tutto da scrivere e da immaginare.
Venetian and... post-Venetian
"A dip in Post-Venetianism": this is how the director of the Venice Venice Hotel, Simone Cherin, summarises the offer of this location to his guests. Then he clarifies: "With this concept we refer to the Venice of tomorrow, always avant-garde like its biennials, therefore absolutely contemporary, lively, international. Technology offers the possibility of experiencing a modern hotel within a very ancient place. " Therefore, the technology was immediately included in the project, it was not - and it is not a trivial distinction - an addition to the progress. Simone Cherin confirms this: "The project team questioned itself from the beginning about the role that technology should have played within the general vision. Venice is a special city and as such requires little invasive and respectful interventions, even more so when working in a historic and symbolic building for the city such as Palazzo Ca 'da Mosto. Furthermore, since this is a hotel project, we really had to find a balance between the conservative aspect, the technological aspect with a direct impact on the comfort of the guests and, above all, the aesthetic aspect; the latter, therefore the external aspect of the visible technology, was critical considering the Team's desire to project Venice into the future without losing the flavour of the past." In short, the Venice Venice Hotel is a place steeped in Venetian style as well as… the future! A place in which to feel, in all respects, "in Time", being able to clearly perceive the taste of an extraordinary past as well as the thrill of a future, still to be written and imagined.
The Venice Venice Hotel
Matteo FontanaWith the Venice Venice Hotel, it’s like touching the beating heart of the ancient art of the hotel industry, especially in a city with a touristic vocation like Venice. A new interpretation of Venetian hospitality, romantic and futuristic at the same time, where technology is not a complement but part of the project from the very beginning
According to many scholars, the tourist vocation of Venice dates back to the Renaissance, if not even earlier. Obviously, it is necessary to revise the concept of "tourism" a little, which for the Middle Ages - an era in which moving was not easy - and also for the centuries immediately following consisted essentially in study trips, for the learned, and in trips of a religious nature, for the faithful. Well, in Venice there was no lack of cultural attractions or those of Faith, since it was one of the ports harbours from where was possible to embark for the Holy Land, to visit Jerusalem. The result is that the lagoon city has always seen, in the course of its more than millennial history, an important “tourist” flow. It is not surprising, therefore, that some of the world's excellences of hôtellerie meet in Venice, including the recently restored The Venice Venice Hotel.
Two ‘Ca’s of a large hotel Ca 'Da Mosto and Ca' Dolfin, two of the oldest palaces overlooking the Grand Canal (which some have rightly called "the most beautiful street in the world"), is where The Venice Venice Hotel is, a hotel where Venice appears "raised to the square", represented in the best way by atmosphere, view and style of hospitality. Remained uninhabited for a long time, these two ‘Ca’ of ancient Venetian tradition have recently been the subject of a profound and highly original restoration, which led to the
opening in Ca' da Mosto of the sought-after Venice Venice Hotel, with about ninety (all different) rooms, and in Ca 'Dolfin of a residence connected to the hotel, which offers apartments overlooking the Grand Canal. A similar work, carried out with extreme attention from an architectural and furnishing point of view, could only be completed by a technological system for audio diffusion and for voice alarm messages that was up to the situation, with refined choices both in terms of products and, above all, in terms of installation. Before entering into the characteristics of the system and the technical choices, a word from Marco Cappellotto, Product Manager and Design Support of Prase, who introduces us in the best way to the challenge: "The Venice Venice is not your average hotel, albeit a luxury: it is something more! A truly unique place, built with obsessive attention to detail, understandably the property wanted something unique, exclusive also from a technological point of view. The challenge, therefore, consisted in designing an audio diffusion and sound evacuation system, therefore compliant with all legal requirements, which was also able to independently manage each room, to broadcast dedicated music with full control of all parameters, obviously starting from the volume. In addition to the rooms, speakers were also installed in the common areas, in the logic of building a system that would allow the rooms to be added, combined, or divided in any way, for a location with many audio facets, as well as architectural. Each room, in fact, is different from all the others, there are also roof terraces - the typical Venetian terraces - and the system is extremely flexible and allows each room to be treated as a distinct area. "
The system: invisible but effective alarm messages and diffusion
The primary need of the client therefore lay in the fact that the audio diffusion system performed a double function (EVAC and entertainment audio) and that it was, at the same time, almost invisible, inscribing itself without any invasiveness in architecture of great value and in an extremely accurate restoration work, down to the smallest detail. The technical staff of Prase opted, as the heart of the system, for a Biamp Tesira Server, which receives the local audio sources, including Spotify, via Dante interface with panels distributed in the hotel, and routes them to each area of the hotel via the CobraNet protocol. The panels send information to the server via the network, for an entirely IP based audio system. As for the alarm messages, the system is based on Biamp Vocia, and provides an amplification line for each area, with small power amplifiers for the rooms, and more consistent for the larger areas such as the communal areas. VOCIA is a scalable solution, characterised by a remarkable reliability, able to provide high audio quality by being able to manage both paging applications, background music, and emergency communications.
Marco Cappellotto is rightly proud of the system: “In terms of sound diffusion, the refinement in the design and choice of products has reached very high levels. We had several problems: we had to try to hide the fixtures but we also had to guarantee a reliable EVAC, so we needed EN-54 certified speakers. Only in a few areas were non-certified speakers chosen. In short, the challenge was to harmonise the speakers with very particular architectural elements. Each room is different from all the others and has been built with extreme precision in the choice of every
detail. " On the other hand, as Simone Cherin, Director of the Venice Venice Hotel points out: "Originality is the real added value of the style that the hotel offers, a Venetian style that had never been seen before, capable of welcoming creative and artistic design again, without losing that romantic classicism of the environments which, without, would lose their magic. Not only living spaces but also places that become site-specific works within which the artist's contribution blends inseparably with their surroundings. Balance is achieved by summation of contrasts, past dialogues with those of the present and the future, technological elements or modern materials coexist in harmony with traditional elements."
Simple and centralised management
A system so structured and refined, so as to allow both a truly smooth distribution of music in each room, and in the communal areas according to programmable combinations, must have an equally brilliant management. Also because, as Marco Cappellotto confirms, management is not entrusted to specialised technical personnel, but to the hotel management itself.
"Speaking in a figurative way" - explains Cappellotto - "I could say that it is important to have a great engine, but you also need to be able to manage it, so I would underline the importance of the control interface, very intuitive and specially built, with indicators for each area, in order to allow the management of the system directly to the hotel staff. Obviously, in the rooms and in the communal areas, we could not use a single model of diffuser, since each environment is different and has specific needs. We therefore used Tannoy DVS4TEN54B, CVS6EN and CVS801 loudspeakers, very compact and multifunctional, as well as Amina EDGE3IBSS with planar broadband emission with the possibility of recessed wall or false ceiling."
Also interesting is the choice of two-way corner speakers with EN54 Cornered Audio CI4VW certification, with pre-perforated front grille protected by canvas film and continuous 60W RMS power, 240W peak power, as well as the elegant Cornered Audio C8S, with dual coil woofer and 8 ”slave.
The Biamp brand could not be missed, even among the speakers, with the Apart ENSM6T10W speakers, for wall or ceiling installation in EN54-24 certified systems, and Apart CM3T, a 3” circular recessed bicone speaker, 16 ohms - 20W. Finally, with regards to the subwoofers, installed where necessary, the choice fell on the Community D10SUB recessed circular models, with firedome with internal passive crossover. Amplification is entrusted to LAB Gruppen with the 60-Watt dual channel GFAD602 models, a very suitable solution in particular for commercial and industrial applications that require high quality audio with energy savings and reduced operating costs.
"The system is already in use, at least with regards to the hotel, and we are just working on the finishing touches for the other accommodation", concludes Marco Cappellotto. "We have set up the management interface so that it is possible to save convenient pre-sets that can be recalled at certain times of the day. However, these are 'open' pre-sets: hotel staff can modify them as they wish, both in volume and in any other parameter, to provide a service and an atmosphere that is always suitable for welcoming guests. " A single central location, therefore, allows you to manage the entire system, sending the desired audio to each room or structuring the audio distribution in the communal areas as desired. Some rooms also have a roof terrace, the
elevated terrace typical of Venice. "In the roof terraces we have installed a dedicated speaker", Marco Cappellotto underlines, "which switches on and off independently, so as not to create disturbance or start music when the space is not used."
Art and technology: both ancient and modern
The works, which began in 2020, have recently finished, and it has not been easy. Marco Cappellotto sums it up like this: "The rooms are very different from each other! It was really complicated to install the speakers so that they are as invisible as they are effective. Furthermore, it should be borne in mind that the products for some locations have been changed up to four times, in search of perfection. In short, it was very ambitious work, which we are very proud of completing, in collaboration with architects and artists. The feeling when you enter this hotel, is
that of a perfect mix of ancient and modern, with technology at the highest levels but also invisible, magically immersed in an ancient context. Just to give an example of the care taken in the renovation, I can say that all the plates for the light switches were made of bronze by a specialised craftsman. And that's just one of the examples I could give!” We then asked the director Simone Cherin to conclude with his own example, and he was happy to oblige: "Among the many examples I could mention, I’ll go with the tapestry room and the Bitter Club inside the first noble floor of the building overlooking the Grand Canal; a carbon fibre console bar occupies the centre of the room completely surrounded and enveloped by the work of Francesco Simeti and ACollection, under an original and ancient coffered ceiling. " www.prase.it https://venicevenice.com/it/
Tesira Server
Tesira Server è un server di rete digitale in grado di accogliere fino a un massimo di otto schede DSP-2. Il server è configurato in fabbrica con una scheda AVB-1 e dispone di un secondo slot che può essere dotato di una scheda AVB-1 aggiuntiva (fino a 420 x 420 canali di I/O digitale su AVB), una scheda CobraNet SCM-1 da 32 x 32 canali, una DAN-1 Dante da 64 x 64 canali oppure una scheda I/O standard per quattro canali di I/O locale. Tesira Server è studiato per essere il cuore di un sistema audio digitale Tesira e può strutturare attorno a sé una rete audio altamente scalabile, con protocolli Dante e oppure CobraNet, e supportando inoltre connessioni di rete multimediale ridondanti primarie e secondarie per fornire uno streaming audio sicuro e affidabile. Ulteriori caratteristiche importanti: configurazione e controllo del sistema tramite Ethernet o connessione seriale, display OLED sul pannello frontale, algoritmi di elaborazione SpeechSense e AmbientSense, funzionalità di routing, mixaggio, equalizzazione, filtraggio, dinamica, delay del segnale, il tutto in un prodotto montabile su rack (3RU). www.biamp.com Tesira Server is a digital network server that can accommodate up to eight DSP-2 cards. The server is factory configured with an AVB-1 card and has a second slot that can be equipped with an additional AVB-1 card (up to 420 x 420 channels of digital I / O on AVB), a CobraNet SCM- 1 32 x 32 channel, one 64 x 64 channel Dante DAN-1, or one standard I / O card for four local I / O channels. Tesira Server is designed to be the heart of a Tesira digital audio system and can structure around itself a highly scalable audio network, with Dante and or CobraNet protocols, and also supporting primary and secondary redundant multimedia network connections to provide secure audio streaming. Additional important features: system configuration and control via Ethernet or serial connection, front panel OLED display, SpeechSense and AmbientSense processing algorithms, routing, mixing, equalisation, filtering, dynamics, signal delay, all in one mountable product on rack (3RU). www.biamp.com
Come sta evolvendo il mondo del clubbing? Quali sono le soluzioni audio più indicate, le problematiche ancora da risolvere, i mercati di riferimento? Lo staff di After Caposile, locale nato nel 2015 a pochi chilometri da Jesolo e divenuto nell’arco di pochi anni un punto di riferimento nazionale per il panorama della musica elettronica underground contemporanea, non ha dubbi: il focus è e deve essere la qualità, intesa in senso sia artistico sia tecnologico
After Caposile è un club che si compone di due spazi, il garden estivo e l’inside room invernale. Per capire l’importanza di questo case study crediamo sia necessario mettere in rapporto il suo successo, e il successo del clubbing in generale, con la crisi del settore delle discoteche, dovuto in parte all’attualità economica e in parte, forse, a un cambiamento dei costumi nell’era post-pandemica, con cui dobbiamo ancora fare i conti.
Da parte dei gestori, la scelta di aprire un club comporta un volume minore di spese e di incassi, ovviamente, ma anche –ci spiega Mattia Ganni Cuenca, organizzatore del locale - una minor urgenza di raggiungere un pubblico generalista, e una maggior settorializzazione: “Nei club il pubblico riesce a spendere meno e ad avere una sensazione più esclusiva, all’interno di un genere musicale più definito”. Guardandola dal lato nostro, se questo trend verrà confermato anche i produttori e distributori di sistemi audio, e di tecnologie in generale, dovranno adeguarsi a un mercato in rapida crescita. Il progetto After Caposile, in questo senso, dà forma e sostanza a queste nuove tendenze: la connessione all’interno di un club tra artisti, clubbers e tecnologie deve dare vita a un tutto unico. In questo senso, come afferma Mattia, “la tecnica audio riveste un ruolo chiave, e la settorializzazione del mercato del clubbing è sicuramente un forte stimolo per un ripensamento generale dell’offerta”. Vediamo di scendere più nel dettaglio.
Il rinnovamento tecnologico
Il reclutamento del fonico Andrea Giannelli, con alle spalle anni di esperienza nel campo degli eventi live, non è casuale. La strada per il salto di qualità è stata rapidamente tracciata: sostituire,
progressivamente, il vecchio impianto audio, reinvestendo i profitti iniziali in nuovi diffusori e controller. Dopo vari test sia all’interno del locale che presso i siti dei fornitori, la scelta è ricaduta su d&b audiotechnik, attraverso il sales partner di Verona Musical Box Rent (scelto anche per la vicinanza al locale, essenziale in caso di interventi dell’ultimo minuto). Due sono i parametri che hanno convinto lo staff di After Caposile: la qualità e l’uniformità del suono.
L’esiguità degli spazi dei club, infatti, a differenza di quanto avvenga per discoteche o eventi live, non solo impedisce di disporre gli speaker in line array verticali, ma configura un pubblico che spesso si trova a ballare a un metro dal diffusore, contro i 10-15 metri degli eventi live. A ciò si aggiunga la necessità di ingombri limitati, e diffusori esteticamente adeguati per una pista da ballo di simili dimensioni. In definitiva, lo spazio del club detta il tipo di prodotto, in termini sia volumetrici che di fruizione del pubblico.
Dal punto di vista qualitativo, invece, la scelta del sound è stata fatta assecondando in parte i generi suonati all’interno del locale (house, deep-house, tech-house), in parte il gusto dello stesso Gianelli che, con l’esperienza di 13 anni di clubbing (soprattutto in tournée con nomi del calibro di Gabry Ponte), si è orientato verso un sound morbido, soprattutto nei toni medio-alti. Come precisa Andrea, “in un contesto dove l’inquinamento acustico è sempre più problematico, abbiamo due alternative: minor volume o maggior controllo della dispersione. E da questo punto di vista, d&b audiotechnik ha sviluppato forse le tecnologie più avanzate”. La scelta di After Caposile è orientata a ottenere un sound rotondo, non aggressivo, che punti sulla timbrica dei diffusori e sulla loro capacità di raggiungere l’audience in maniera uniforme e coin-
volgente. Il fatto che nel locale si tengano party lunghi fino a 18 ore, con conseguente necessità di un approccio sonoro emotivo, “da concerto”, sembra confermare la bontà della scelta.
L’installazione: problematiche e soluzioni
Nel garden estivo la pista, di 10x7 m, è al centro di due aiuole posizionate davanti alla consolle. I diffusori principali sono stati installati a destra e a sinistra del DJ, in maniera orizzontale rispetto al mixer, molto bassi e prossimi al pubblico; 5 metri più avanti c’è una struttura che serve a sorreggere le luci, mentre nelle strutture a destra e a sinistra c’è un delay che prosegue nella copertura della pista.
Per quanto riguarda i prodotti d&b, sono stati usate due Vi7P come main e due Vi10P come delay, sei ViG-SUB come subwoofer e, come amplificatori, due D80. La Serie V è composta da diffusori point source passivi a tre vie da utilizzare stand alone, ovvero singolarmente, ma anche in combinazione con i moduli line array della medesima serie, nelle più varie casistiche e installazioni.
Il tutto è stato coordinato con una matrice ad architettura aperta Xilica Solaro fr1, con I/O analogico e AES/EBU. Per proteggere rete, access point e processore gli organizzatori hanno optato per un UPS EAST power a doppia conversione, mentre per il monitoraggio è stata utilizzata una d&b C6, con finale di potenza D12, il tutto controllato da un unico PC in remoto.
I gestori attraverso un dispositivo connesso alla rete chiusa di controllo (e con IP filtrati), attraverso l'applicazione XTouch di Xilica possono controllare autonomamente alcuni parametri base e monitorare l'attività del processore. Per quanto riguarda l'esterno, il progetto della sonorizzazione è stato realizzato in modo da limitare la dispersione di energia al di fuori dell'area interessata, cercando di ridurre il più possibile anche la pressione sonora nelle zone del bar, per permettere al personale di lavorare tranquillamente. Un allestimento semplice, e tutt’ora in progress: come ci spiega Andrea, “mancano ancora i sei subwoofer di d&b audiotechnik: quattro saranno utilizzati come diffusione principale, con un leggero arco, e due come ritardo”. Il progetto, in linea di massima, è avere due setup, uno per l’inverno e uno per l’estate; nel primo, il vecchio impianto verrà allestito all’esterno e il nuovo impianto d&b, con i sub in arrivo, all’interno. Mattia chiarisce la questione: “abbiamo dovuto posticipare l’acquisto dei subwoofer: all’inizio abbiamo installato solo gli altri diffusori e gli amplificatori, tarandoli e modificando i cablaggi, e allineando i nostri vecchi subwoofer al nuovo sistema. Andrea è riuscito a fare il possibile, ma si trattava comunque di una soluzione provvisoria”. Da qui la scelta, rivelatasi vincente, di provare i nuovi subwoofer non nella location del rivenditore, ma direttamente
LISTA DEI MATERIALI
Audio: d&b Vi7P loudspeaker d&b Vi10P loudspeaker d&b Vi-GSUB subwoofer d&b D80 amplifier d&b C6 loudspeaker (monitoraggio) d&b D12 amplifier (finali) Matrice ad architettura aperta Xilica Solaro fr1 con IO analogico e AES/EBU con applicazione cTouch per controllo da remoto
UPS EAST power doppia conversione
Luci interno:
- Centralina Erreti Elettronica Led ArtNet 32 universi DMX
- 960 Piexel Led Erreti Elettronica RGBW - Software Madrix/Mad Mapper
Luci esterno:
- Centralina Erreti Elettronica Led ArtNet 32 universi DMX - 160 Piexel Tube 24 canali Led Erreti Elettronica RGBW - Software Madrix/Mad Mapper all’interno del club, cogliendo al balzo l’occasione di un party con ospite David Morales. “Lo stesso Morales”, dichiara Mattia, “ci ha detto chiaramente di voler suonare da noi a una cifra contenuta, a patto però di avere un ottimo impianto. È andata benissimo”.
La disposizione finale dell’impianto prevede le Vi7P come diffusori principali e le Vi10P utilizzate per la linea di ritardo, per quanto si tratti di un delay molto limitato, visti gli spazi, mentre fuori avviene il contrario. A quel punto, l’impianto vecchio verrà messo fuori, e la consolle stessa sarà riposizionata. I sei sub verranno collocati tutti a destra dello spazio, un rettangolo 15x10 m, a una distanza di 30 cm l’uno dall’altro. Considerando i pannelli insonorizzanti nella sala interna, la scommessa è che il risultato finale sarà qualcosa di molto vicino a uno studio musicale.
Il controllo da remoto
Insomma, una concezione diversa rispetto al clubbing di venti anni fa, nel quale tutte le casse erano orientate verso il centro della pista. È una decisione artistica che ha influenzato anche le soluzioni tecniche adottate. I diversi set up sono controllati da remoto tramite un processore Xilica Solaro, che consente di gestire contemporanemente top, subwoofer e monitor, sia all’interno che all’esterno, a prescindere da come questi siano cablati.
Un mercato in evoluzione
Allo stato attuale, queste soluzioni sembrano essere di nicchia, soprattutto nel contesto nazionale; ma qual è, quindi, il fattore frenante? Andrea non ha dubbi: uno dei problemi è la mentalità degli organizzatori. In Italia manca la cultura dell’ascolto, e accade che l’audio sia preso in considerazione per ultimo dopo luci effetti ecc.. Nel mettere a fuoco l'impianto giusto, è specialmente importante il rapporto con gli spazi;,cioè la soluzione per quello specifico locale in parte rispettando gli equilibri preesistenti, in parte mettendoli in discussione.
Eppure, finalmente, adesso il vento sta cambiando, e i gestori di club fanno sempre più spesso scelte dettate non tanto dall’avere il massimo volume possibile, quanto dalla qualità timbrica e dall’uniformità di copertura.
Nel caso di studio specifico, i subwoofer con delay del garden, posizionati all’esterno, assolvono precisamente a questo scopo: uniformare il sound che, inevitabilmente, sulla distanza tende a degradarsi. Dal punto di vista della tecnica audio, conclude Andrea, “è importante riuscire ad aggiornare il modo di pensare di alcuni gestori di club, quindi ripensare i target del lavoro e i focus dei singoli progetti”. In questo senso, il case study di After Caposile non è solo significativo di una tendenza in atto:
rappresenta un esempio virtuoso e replicabile, che guarda alla nicchia senza per questo rinunciare a investimenti importanti, e anzi, trovando proprio in tali investimenti un collante tra l’offerta musicale, il pubblico di riferimento e gli artisti. Già, gli artisti: spesso sono loro a essere attratti da un determinato sound system, e a prediligere certi tipi di locali. “Se la differenza tra una discoteca e un club è la qualità”, argomenta Mattia, “nel caso dei club conta la qualità degli impianti, degli artisti e del pubblico. I frequentatori sono per la maggior parte Dj, che vengono qui da tutto il mondo anche per la qualità del nostro audio. Ad esempio, a differenza delle discoteche noi lavoriamo molto con il vinile, e anche in digitale esigiamo rigorosamente file in WAV, o in AIFF, mentre discoteche più commerciali e dal gusto più radiofonico spesso usano mp3”. La scelta di un impianto simile, insomma, rappresenta da parte di After Caposile uno scatto in avanti per cercare di accontentare non solo il pubblico generalista, ma anche l’orecchio di qualsiasi persona addetta ai lavori: nicchia, sì, ma intesa non come un limite, bensì come uno standard di qualità. Questo è il guanto di sfida che lanciano i club. Il mercato sarà in grado di raccoglierlo?
After Caposile
After Caposile è un club ricavato in un agriturismo in campagna, nell’omonima località, ad appena dieci minuti da Jesolo. Aperta nel 2015, l’obiettivo non era quello di fare party dalle 11 di sera alle 5 di notte, come in una normale discoteca ma, al contrario, di lavorare dalle 7 della mattina alle 22:30 di sera. In seguito, sono stati organizzati degli afterhours che hanno portato a una parziale rimodulazione degli orari; andando avanti con gli anni, il locale ha iniziato ad avere ospiti internazionali, ottenendo una risonanza sempre maggiore.
Nel corso del tempo, parallelamente, gli organizzatori hanno investito, sia sugli elementi strutturali che sull’impianto audio e luci (fondamentali, queste ultime, per cercare di valorizzare le ultime ore di party durante la stagione estiva). Prima del 2019 è stato aperto anche un locale invernale, sempre all’interno dell’agriturismo: si tratta di una sala di 250 mq, capace di contenere 150-200 persone, a fronte delle 500 del garden estivo. In entrambi gli assetti, l’imperativo resta il solito: puntare non sulla quantità ma sulla qualità dell’offerta, in termini sia tecnici che artistici.
After Caposile is a club housed in a farmhouse in the countryside, in the locality of the same name, just ten minutes from Jesolo. Opened in 2015, the goal was not to party from 11 pm to 5 am, as in a normal disco but, on the contrary, to work from 7 am to 10:30 pm.
Later, afterhours were organied which led to a partial rescheduling of timetables; as the years progressed, the restaurant began to have international guests, obtaining an ever-greater resonance. Over time, at the same time, the organisers have invested both in structural elements and in the audio and lighting system (the latter are fundamental to try to enhance the last hours of the party during the summer season).
A winter room was also opened before 2019, again inside the farmhouse: it is a room of 250 square metres, capable of holding 150-200 people, compared to the 500 in the summer garden. In both assets, the imperative remains the same: focus not on quantity but on the quality of the offer, in both technical and artistic terms.
Nicchia sì, ma intesa non come un limite, bensì come uno standard di qualità.
Questo è il guanto di sfida che lanciano i club
On the side of clubs: the case After Caposile
An Italian unicum or the sign of a changing market?
Raffaele PavoniHow
What are the most suitable audio solutions, the problems still to be solved, the reference markets? The staff of After Caposile, a club born in 2015 a few kilometres from Jesolo and that in a few years a few years has become a national reference point for the panorama of contemporary underground electronic music, has no doubts: the focus is and must be quality, both in the artistic and a technological sense
After Caposile is a club that consists of two spaces, the summer garden and the winter inside room. To understand the importance of this case study, we believe it is necessary to relate its success, and the success of clubbing in general, with the crisis in the club sector, due in part to the current economic situation and in part, perhaps, to a morality change in the post-pandemic era, which we still must deal with. On the part of the managers, the choice to open a club involves a lower volume of expenses and receipts, of course, but also - explains Mattia Ganni Cuenca, organizer of the club - less urgency to reach a general public, and greater sectoralisation: “In clubs, the public can spend less and have a more exclusive feeling, within a more defined musical genre.” Looking at it from our side, if this trend is confirmed, the producers and distributors of audio systems, and of technologies in general, will have to adapt to a rapidly growing market.
In this sense, the After Caposile project gives shape and substance to these new trends: the connection within a club between artists, clubbers and technologies must give life to a unique whole. In this sense, as Mattia states, "audio technology plays a key role, and the sectorisation of the clubbing market is certainly a strong stimulus for a general rethinking of the offer". Let's now go into more detail.
The technological renewal
The recruitment of sound engineer Andrea Giannelli, with years of experience in the field of live events, is not accidental. The road to the leap in quality was quickly drawn: progressively replaced the old sound system, reinvesting the initial profits in new speakers and controllers.
After various tests both inside the venue and at the suppliers' sites, the choice fell on d&b audiotechnik, through the Verona Musical Box Rent sales partner (also chosen for its proximity to the venue, essential in case of interventions of the last minute). There are two parameters that convinced the After Caposile staff: the quality and uniformity of the sound.
The scarcity of club space, in fact, unlike what happens for discos or live events, not only prevents the speakers from being arranged in vertical line arrays, but also configures an audience that often finds itself dancing one metre away from the speaker, compared to the 10-15 metres at live events. Furthermore, mounted horizontally, the cabinets allow a uniform diffusion making the music distinctly audible from any listening point; to this is added the need for limited overall dimensions, and aesthe-
tically suitable diffusers for a dance floor of similar dimensions. Ultimately, the club space dictates the type of product, in terms of both volume and audience use.
From a qualitative point of view, however, the choice of sound was made by partly supporting the genres played inside the venue (house, deep-house, tech-house), and partly by the taste of Gianelli himself who, with the 13 years of clubbing experience (especially on tour with names of the calibre of Gabry Ponte), he turned towards a soft sound, especially in the medium-high tones. As Andrea points out, "in a context where noise pollution is increasingly problematic, we have two alternatives: lower volume or greater control of dispersion. And from this point of view, d&b audiotechnik has perhaps developed the most advanced technologies.” The choice of After Caposile is aimed at obtaining a round, non-aggressive sound that focuses on the tone of the speakers and their ability to reach the audience in a uniform and engaging way. The fact that parties of up to 18 hours are held in the club, with the consequent need for an emotional, “concert” sound approach, seems to confirm the goodness of the choice.
Installation: problems and solutions
In the summer garden, the track (10x7 m) is in the middle of two flower beds positioned in front of the console. The speakers were installed to the left and right of the DJ, horizontally with respect to the mixer. Five metres ahead there is a structure that covers the track, and which serves to support the lights, while in the structures to the right and left there are two delays. In this specific case, in the garden the tops (Vi10p) close to the DJ are very close to the audience, while 5 metres ahead the delay (Vi7p) covers the track.
As for the d & b products, two Vi7Ps and two Vi10Ps were used, six ViG-SUBs as subwoofers and two D80s as amplifiers. The V Series is composed of passive three-way point source loudspeakers to be used stand alone, i.e. individually, but also in combination with the line array modules of the same series, in the most varied cases and installations. Everything was coordinated with a Xilica Solaro fr1 open architecture matrix, with analogue I / O and AES / EBU. To protect the network, access point and processor, the organizers opted for a double conversion EAST power UPS, while a d&b C6 with D12 power amplifier was used for monitoring, all controlled by a single remote PC. Managers , can independently control some basic parameters and monitor processor activity through a device connected to the closed control network (and with filtered IPs),
is the world of clubbing evolving?
through the Xilica XTouch application. As far as the exterior is concerned, the sound system was designed in such a way as to limit the dispersion of energy outside the area concerned, trying to reduce the sound pressure in the areas of the bar as much as possible, to allow staff to work quietly.
A simple setup, and still in progress: as Andrea explains, "the six subwoofers from d&b audiotechnik are still missing: four will be used as the main diffusion, with a slight arc, and two as a delay". The project, in principle, is to have two setups, one for winter and one for summer; in the first, the old system will be set up outside and the new d&b system, with the incoming divers, inside. Mattia clarifies the issue: "We had to postpone the purchase of the subwoofers: at first we only installed the other speakers and amplifiers, calibrating them and modifying
d&b audiotechnik Vi-GSUB
d&b audiotechnik Vi-GSUB è un subwoofer cardioide installation-specific ad alte prestazioni, pilotato da un singolo canale dell'amplificatore. Il Vi-GSUB è pensato per il solo posizionamento a terra. Condivide lo stesso design acustico ed estetico del Vi-SUB, che invece dispone di rigging integrato. Ospita due driver al neodimio, uno da 18" con un design bass-reflex rivolto verso la parte anteriore e uno da 12" con un design bandpass a due vie che irradia verso il retro. Il pattern di dispersione cardioide risultante da questa disposizione evita l'energia indesiderata dietro il sistema, riduce il campo riverberante alle basse frequenze e fornisce la massima precisione nella riproduzione delle stesse. Il cabinet è realizzato in compensato marino e ha una finitura in vernice resistente agli urti. La parte anteriore dell'altoparlante è protetta da una griglia metallica rigida accoppiata ad una spugna acusticamente trasparente. Il cabinet è disponibile anche nelle opzioni Colore speciale (SC) e resistente agli agenti atmosferici (WR). L'opzione resistente agli agenti atmosferici fornisce un grado di protezione IP55 e consente il funzionamento degli altoparlanti in condizioni ambientali variabili.
d&b audiotechnik Vi-GSUB is a high-performance installation-specific cardioid subwoofer driven by a single amplifier channel. The Vi-GSUB is designed for ground positioning only. It shares the same acoustic and aesthetic design as the Vi-SUB, which instead features integrated rigging. It houses two neodymium drivers, one 18" with a front-facing bassreflex design and one 12" with a two-way bandpass design radiating to the rear. The resulting cardioid dispersion pattern avoids unwanted energy behind the system, reduces the reverberant field at low frequencies, and provides maximum precision in their reproduction. The cabinet is made from marine plywood and has an impact resistant paint finish. The front of the loudspeaker is protected by a rigid metal grille coupled with an acoustically transparent sponge. The cabinet is also available in Special Color (SC) and Weather Resistant (WR) options. The weatherproof option provides an IP55 rating and allows the speakers to operate in varying environmental conditions.
the wiring, and aligning our old subwoofers to the new system. Andrea managed to do everything possible, but it was still a temporary solution.” Hence the choice, which proved successful, to try the new subwoofers not in the retailer's location, but directly inside the club, seizing the opportunity of a party with David Morales as a guest. “Morales himself”, declares Mattia, “he clearly told us that he wanted to play with us at a low price, as long as he had an excellent system. It went very well.”
The final arrangement of the system includes the Vi7Ps as main speakers and the Vi10Ps used for the delay line, although it is a very limited delay, given the spaces, while outside we have the opposite.. At that point, the old system will be put out, and the console itself will be repositioned.
The six divers will all be placed to the right of the space, a 15x10
The connection within a club between artists, clubbers and technologies must give life to a unique whole
m rectangle, at a distance of 30 cm from each other. Considering the soundproofing panels in the interior room, the bet is that the end result will be something very close to a music studio.
Remote control
In short, a different concept compared to the clubbing of twenty years ago, in which all the boxes were oriented towards the centre of the track. It is a choice devoted to sound quality, which however involves compromises in terms of the maximum pressure obtainable. The different set ups are controlled remotely via a Xilica Solaro processor, which allows you to simultaneously manage the top, subwoofer and monitor, both indoors and outdoors, regardless of how they are wired.
An evolving market
At present, these solutions seem to be niche, especially in the national context; but what, then, is the breaking factor? Andrea has no doubts: one of the problems is the mentality of the organisers.
In Italy we experience a lack of listening culture, and it happens that audio is taken into consideration at the end after lighting effects etc.. While quality of sound and uniformity are especially important, focusing on the 'right system', ithat is the solution for that specific room, partly respecting the pre-existing balances, partly questioning them. Yet, finally, now the wind is changing, and club managers are increasingly making choices dictated not so much by having the maximum possible volume, but by the tonal quality and uniformity of coverage.
In the specific case of study, the subwoofers with garden de-
lay, positioned outside, perform precisely for this purpose: to standardise the sound that inevitably tends to degrade over distance.
From the point of view of audio technology, Andrea concludes, “It is important to be able to update the way of thinking of some club managers, then rethink the targets of work and the focus of individual projects.” In this sense, the After Caposile case study is not only significant of an ongoing trend: it represents a virtuous and replicable example, which looks at the niche without giving up important investments, and indeed, finding in these investments a glue between the musical offer, the target audience and the artists. Yes, the artists: they are often the ones who are attracted to a certain sound system, and who prefer certain types of venues.
“If the difference between a disco and a club is quality”, Mattia argues, “in the case of clubs, the quality of the facilities, the artists and the public counts. The guests are mostly DJs, who come here from all over the world also for the quality of our audio.
For example, unlike discos we work a lot with vinyl, and even in digital we strictly require files in WAV, or AIFF, while more commercial discos with a more radio taste often use mp3.”
In short, the choice of a similar system represents a step forward by After Caposile to try to satisfy not only the general public, but also the ear of any person involved in the work: niche, yes, but not intended as a limit, but as a quality standard.
This is the gauntlet that clubs throw. Will the market be able to pick it up?
Ultimately, the club space dictates the type of product, in terms of both volume and audience use
Il Conad Superstore
Le Colline è un punto di riferimento per il territorio e un nuovo esempio di supermercato orientato all’innovazione e alla sostenibilità ambientale
Comunicazione visiva al Conad Superstore "Le Colline"
Raffaele PavoniLa GDO come cartina tornasole per le tendenze del DS
Digital signage, ma anche totem informativi ed elimina-coda, e poi ledwall ad alto impatto, il tutto integrato da Visiospot e Philips. La comunicazione visiva in-store è sempre più parte attiva dell’esperienza di acquisto
bientale”. La stessa architettura sembra suggerire un rapporto più armonico e integrato con l’ambiente, sia preesistente, una vecchia casa colonica è stata convertita a uso ufficio e punto ristoro, che circostante, il tetto della struttura è ora coperto da prati e pannelli solari.
Totem informativi ed elimina-coda
Il mondo della grande distribuzione è da sempre un luogo di sperimentazione tecnologica, ma anche un importante banco di prova per le applicazioni pratiche e quotidiane delle recenti evoluzioni in ambito ICT. E così, l’aggiornamento della comunicazione on-site di un nuovo punto Conad può essere l’occasione per riflettere sul presente e sul futuro dei sistemi audio video, proprio dove le soluzioni per questo settore di mercato si misurano con una mobilità consistente di merci e persone, in grado di proiettare - nel caso specifico di un brand a copertura internazionale - tale confronto su larga scala, in maniera capillare. Conad da anni ormai ha scelto come partner Visiospot, un’azienda che si occupa di digital media con sede a Carpi, specializzata in progetti audio video dedicati ai settori Retail e GDO, e in particolare nell’integrazione di sistemi radio-video in-store.
Le installazioni Visiospot, realizzate di norma con il supporto delle soluzioni signage di Philips professional displays - di cui Visiospot è partner ufficiale - sono presenti oggi in più di duemila supermercati in Italia, e tra questi il Superstore Le Colline di Reggio Emilia , appartenente alla rete di vendita della Cooperativa Conad Centro Nord , di recente allestito con un sistema aggiornato di digital signage e di comunicazione on-site basato sull’utilizzo di schermi Philips. Come spiega Filippo Romito, Project Developer di Visiospot “questo store, in particolare, vuole essere un punto di riferimento per il territorio (e non solo) e un nuovo esempio di supermercato che guarda sempre più ai temi dell’innovazione e della sostenibilità am -
Il Superstore Le Colline ha permesso a Conad di presentarsi al pubblico con soluzioni di comunicazione più moderne e d’avanguardia: dalla messaggistica digitale sul punto vendita, ai totem dotati di display interattivi per la consultazione del libro ingredienti dei singoli prodotti, agli ormai più consueti sistemi digitali per la gestione della coda , dove prelevare i ticket di prenotazione per i banchi del servito (macelleria, pescheria, gastronomia, panetteria) introdotti anche per rispondere alle esigenze legate al Covid, ora questi sistemi sono utilizzati e diffusi in via definitiva, come indispensabile supporto alla vendita. I totem sono realizzati con monitor Philips Touch da 24’’ , stampante per il biglietto e scanner per la lettura del codice-prodotto, e possono includere anche la funzione trova-prezzo Lato software, invece, il sistema è più complesso e multi-device, e permette di prenotare il servizio al banco direttamente dallo smartphone: in pratica, il totem riceve input in automatico, facendo avanzare il numeratore e aggiungendo il cliente alla coda. Come racconta sempre Romito, “il sistema è integrato con schermi che visualizzano un’animazione basata sull’icona del logo Conad, simultanea alla chiamata vocale, e contenuti di testo, come ad esempio la comunicazione di un’offerta, dei messaggi istituzionali o delle rubriche progettate dalla nostra redazione e prodotte dal nostro reparto grafico, secondo le linee guida del cliente”.
Inoltre, prosegue, “per adattare i dispositivi agli spazi disponibili per la loro sistemazione, è stato necessario orientare i monitor in verticale, passando da un 16:9 a un 9:16, e di conseguenza modificare alcuni parametri del nostro software al fine di gestire in maniera corretta i contenuti e i layout sulla base del nuovo formato”. “Un altro vantaggio dell’applicativo software è dato dalla possibilità d’integrazione con altri sistemi e strumenti all’interno del supermercato - aggiunge Romito – un punto di forza per noi, che però si è rivelato molto vantaggioso per il cliente”; nello specifico, ci siamo coordinati ad esempio con le principali aziende che forniscono le bilance ai supermercati (Bizerba, Digi, Omega) per consentire al personale del banco servito di usarle per controllare l’avanzamento della numerazione”.
Visiospot e Philips, il digital signage come servizio
L’altra parte del mosaico di soluzioni che compone il progetto di comunicazione visiva rivolto al pubblico, riguarda l’intero network di digital signage che è pensato sia per informare i clienti sulle offerte e sui nuovi prodotti in vendita, ma anche per offrire spazi promozionali ai fornitori di Conad, e di questo punto vendita in particolare. In questa installazione DS, hardware, software e contenuti sono all’insegna di un’offerta customizzabile e user-friendly. Il sistema è composto di dieci monitor da 65’’ Philips D-Line, collegati con PC Intel NUC che servono da player e ne impostano anche il ciclo di veglia, così da garantire sempre un più efficiente risparmio energetico. Alcuni monitor da 65’’ sono stati allestiti nei reparti principali, in più, un maxi-schermo LED Philips da 4x1,5 metri della serie L-Line 7000 è posto in entrata, sulla parete della struttura colonica preesistente. In prossimità dei banchi serviti, ci sono poi diversi totem elimina coda dotati di monitor Philips da 24", mentre altri display da 65" Philips D-Line - integrati in una struttura in alluminio progettata ad hoc per ottenere massima visibilità e funzionalità d'utilizzo - sono presenti nelle corsie e all'uscita delle casse. Infine, una serie di schermi Philips AOC, accoppiati a formare una soluzione wide screen da 22:9 completa la comunicazione nei reparti ortofrutta, con grafiche che scorrono su entrambi i monitor, rendendo più accattivante il messaggio.
Sul piano dei contenuti, cui abbiamo già accennato, la personalizzazione è essenziale, soprattutto su scala così vasta, poi come dice Romito, “per un piano di comunicazione impostato sul medio periodo, il punto vendita può avere la necessità ad esempio di divulgare un’offerta speciale; in questo caso, è possibile creare su richiesta contenuti specifici, o più elaborati, che coinvolgano maggiormente il cliente; in più, l’ausilio della funzione radio, con il lavoro degli speaker della nostra redazione interna, ci permette di registrare contenuti su misura da diffondere all’interno del supermercato”.
Non a caso, la sincronizzazione audio-video è stata un elemento centrale del progetto, “tutti i video del supermercato sono sincronizzati e l’audio è diffuso direttamente dalla radio, invece che dalle sorgenti dei monitor”. Una strategia che si è rivelata di successo, soprattutto nel favorire la vendita degli spazi pubblicitari ai fornitori, perché garantisce il pieno controllo della frequenza dei passaggi promozionali giornalieri, sia in sincronia, che in versione audio-only, qualora il fornitore in questione lo preferisca.
Ultimi step, installazione e assistenza
Dopo aver predisposto gli impianti elettrici e di rete, Visiospot ha gestito direttamente tutti gli aspetti hardware e software, senza esternalizzazioni di servizio che avrebbero potuto incidere negativamente sul buon e coerente funzionamento dell’intero sistema.
“Abbiamo deciso di investire per soddisfare al meglio il rapporto con il cliente – commenta Romito – impegnando tempo e risorse e assumendoci la responsabilità complessiva della commessa, già in fase di progettazione, e di questo riscontriamo oggi l’apprezzamento del cliente; inoltre, abbiamo un rapporto costante e diretto con i responsabili tecnici di Conad, che sono
presenti e dirigono i lavori di ogni cantiere, proprio per evitare intermediazioni, lungaggini e incomprensioni”.
Per il Conad Superstore Le Colline, l’installazione ha richiesto un intervento di circa quattro giorni, un lavoro completato piuttosto rapidamente grazie alla disponibilità di magazzino di Visiospot che ha così potuto fornire subito molti dei prodotti poi integrati (totem, player, display Philips), superando le difficoltà di approvvigionamento di genere che hanno segnato parte dell’anno. “Il feeling e l’assoluta soddisfazione circa il rapporto di collaborazione tra Visiospot e Philips sono reciproci – aggiunge Marco Guandalini, Sales Manager di PPDS Philips professional displays – La nostra partnership ormai di lungo periodo, è anche funzionale a ottenere feedback tecnici utili al monitoraggio e al miglioramento delle applicazioni pratiche e dello sviluppo tecnologico dei prodotti impiegati”. “La fase di progettazione – prosegue Romito - inizia con uno o più sopralluoghi, seguiti da un’analisi congiunta su come e dove installare i monitor, al fine di realizzare metodi più efficaci per costruire un certo tipo di comunicazione; a Reggio Emilia, abbiamo prodotto uno studio importante proprio per creare una comunicazione ridondante e visibile in più punti del supermercato, in modo che potesse essere sempre fruibile, ovunque fosse il cliente”.
Evoluzione del digital signage
Prima di salutarci, abbiamo coinvolto Romito in qualche considerazione sulle tendenze del digital signage, un settore che ha visto avvicendarsi vari cambiamenti nel suo modello di business. Infatti, ultimamente le finalità degli investimenti in DS pare vertano più sull’aspetto del rapporto con il cliente, del branding, della promozione, e meno su quello della raccolta di dati che, pure – tornando al nostro caso di studio – è realizzata, ma non attraverso questi sistemi. Il digital signage commenta Romito, “è soprattutto utile per targettizzare la clientela e ottimizzare il messaggio promozionale; a questo scopo collaboriamo con un’agenzia di promoter, adeguando il software interno alle nuove richieste, e in certi casi anche l’hardware, rivestendo i totem con cartonati o pannellature che presentano grafiche personalizzate”. Una soluzione in linea con un trend di mercato più generale, che guarda a settori e funzionalità multiple, e che Visiospot - già attiva con altri clienti (Consorzio Europa/Sigma, Despar, Todis, e indirettamente con Carrefour e Coop) - punta a replicare in altre realtà della GDO, ma non solo. Ad esempio, l’azienda ha installato simili dispositivi in diverse filiali bancarie delle Marche e della Romagna, mentre in un progetto per Todis, i totem Visiospot sono utilizzati per pagamenti, acquisto card e ricariche sul posto, mediante il collegamento dell’installazione alla rete POS.
Da quanto emerge, sembra infine chiaro come gli orizzonti e lo sviluppo della comunicazione digitale all’interno delle principali insegne della grande distribuzione, rappresentano oggi una perfetta cartina tornasole per il presente e il futuro del potenziale applicativo delle soluzioni digital signage.
www.conad.it www.visiospot.it www.ppds.com
Philips L-Line Serie 7000
Nuovo design, prestazioni elevate, maggiore efficienza energetica e scalabilità sono le caratteristiche della serie 7000 L-Line bezel-free di Philips che grazie alla combinazione tra una progettazione hardware avanzata e l’integrazione di software intelligente si propone a supporto di migliori e più performanti installazioni in ambito retail.
I pannelli LED sono disponibili in versione standard flat o con bordi inclinati e smussati (sia concavi, che convessi, per allestimenti angolari a L e curvature) e provvisti di certificazioni IP30 di conformità dei rivestimenti e di quelle per la sicurezza antincendio per le regioni Nord America, EMEA, APAC (BS476, UL94, B1 DIN4102). La serie Philips L-Line 7000 presenta la tecnologia PPDS Dynamic Power Saving che - senza compromettere qualità e prestazioni - consente una maggiore riduzione del consumo energetico (fino al 20%) rispetto ai modelli standard comparabili sul mercato. Infine, il cablaggio integrato, la calibrazione in fabbrica e il collegamento daisy-chain dei cabinet favoriscono tempi minori di montaggio, con una migliore gestione dei cavi, la riduzione degli ingombri e degli inconvenienti di installazione. https://www.ppds.com/it-it/display-solutions/ledvideowall-display/l-line-7000
Philips L-Line 7000 Series
New design, high performance, greater energy efficiency and scalability are the characteristics of the Philips 7000 L-Line bezel-free series which, thanks to the combination of advanced hardware design and intelligent software integration, aims to support better and more performing retail installations. The LED panels are available in the standard flat version or with inclined and bevelled edges (both concave and convex, for angular L-shaped and curved fittings) and provided with IP30 certifications of compliance of the coatings and of those for fire safety for the Northern regions. America, EMEA, APAC (BS476, UL94, B1 DIN4102).
The Philips L-Line 7000 series features PPDS Dynamic Power Saving technology which - without compromising quality and performance - enables a greater reduction in energy consumption (up to 20%) than comparable standard models on the market. Finally, the integrated cabling, factory calibration and daisy-chain connection of the cabinets favour shorter assembly times, with better cable management, reduction of space and installation problems.
https://www.ppds.com/it-it/display-solutions/ledvideowall-display/l-line-7000
La grande distribuzione si conferma un’ottima cartina tornasole per il presente e il futuro del digital signage
Large-scale distribution as a litmus test for DS trends
Visual communication at the Conad Superstore Le Colline
Digital signage, but also information totems and queue eliminators, and then high-impact LED walls, all integrated by Visiospot and Philips. In-store visual communication is increasingly an active part of the shopping experience.
The world of large-scale distribution has always been a place of technological experimentation, but also an important test bed for the practical and daily applications of recent developments in the ICT field. Updating the on-site communication of a new Conad point can be an opportunity to reflect on the present and future of audio video systems, precisely where the solutions for this market sector are measured by a consistent mobility of goods and people, able to project - in the specific case of a brand with international coverage - this comparison on a large scale, in a capillary manner.
For years now, Conad has chosen Visiospot as its partner, a company that deals with digital media based in Carpi, specialised in audio video projects dedicated to the Retail and Large Scale Distribution sectors, and in particular in the integration of in-store radio-video systems.
The Visiospot installations, usually made with the support of the signage solutions of Philips professional displays - of which Visiospot is an official partner - are present today in more than two thousand supermarkets in Italy, and among these the Superstore Le Colline di Reggio Emilia, managed by the Cooperative Conad Centro Nord, recently
set up with an updated digital signage and on-site communication system based on the use of Philips screens.
As Filippo Romito, Visiospot Project Developer explains "this store, in particular, wants to be a point of reference for the territory (and beyond) and a new example of a supermarket that increasingly looks at the themes of innovation and environmental sustainability.” The same architecture seems to suggest a more harmonious and integrated relationship with the environment, both pre-existing, an old farmhouse has been converted for office use and a dining area, and surrounding, the roof of the structure is now covered by lawns and solar panels.
Information totems and queue eliminator
The Le Colline Superstore has allowed Conad to present itself to the public with more modern and avant-garde communication solutions: from digital messaging at the point of sale, to totems equipped with interactive displays for consulting the ingredients book of individual products, to the now more usual digital systems for queue management, where you can take booking tickets for the service counters (butcher, fishmonger, deli, bakery). Introduced to better meet the needs
related to Covid, these systems are now used and disseminated definitively, as an essential sales support. The totems are made with a 24'' Philips Touch monitor, ticket printer and scanner for reading the product code, and can also include a price finder function.
On the software side, however, the system is more complex and multi-device, and allows you to book the counter service directly from your smartphone: in practice, the totem receives input automatically, advancing the numerator and adding the customer to the queue.
As Romito always says, "the system is integrated with screens that display an animation based on the Conad logo icon, simultaneous to the voice call, and text content, such as the communication of an offer, institutional messages or columns designed by our editorial staff and produced by our graphics department, according to the customer's guidelines.”
In addition, he continues, "to adapt the devices to the spaces available for their arrangement, it was necessary to position the monitors vertically, passing from a 16: 9 to a 9:16, and consequently to modify some parameters of our software in order to correctly manage contents and layouts based on the new format.” "Another advantage of the software application is
given by the possibility of integration with other systems and tools within the supermarket - adds Romito - a strong point for us, which however proved to be very advantageous for the customer"; specifically, we coordinated, for example, with the main companies that supply scales to supermarkets (Bizerba, Digi, Omega) to allow the staff of the served counter to use them to check the progress of the numbering.”
Visiospot and Philips, digital signage as a service
The other part of the mosaic of solutions that makes up the visual communication
project aimed at the public, concerns the entire digital signage network that is designed, both to inform customers about offers and new products on sale, but also to offer spaces promotions to Conad suppliers, and this store in particular.
In this DS installation, hardware, software, and content are in the name of a customisable and user-friendly offer. The system consists of ten 65'' Philips D-Line monitors , connected to Intel NUC PCs that serve as a player and set the wake cycle, so as to always guarantee more efficient energy savings.
Some 65'' monitors have been set up in the main departments, in addition,
a 4x1.5-meter Philips L-Line 7000 series LED maxi-screen is placed at the entrance, on the wall of the existing farmhouse. Near to the counters there are several queue-eliminating totems equipped with 24" Philips monitors, while other 65" Philips D-Line displays - integrated in a specially designed aluminium structure for maximum visibility and functionality in use - are present in the aisles and at the exit of the cash desks.
Finally, a series of Philips AOC screens, coupled to form a 22: 9 wide screen solution, completes the communication in the fruit and vegetable departments, with graphics that scroll across both monitors, making the message more captivating. In terms of content, which we have already mentioned, personalisation is essential, especially on such a large scale, then as Romito says, "for a medium-term communication plan, the point of sale may need, for example, to disclose a special offer; in this case, it is possible to create specific or more elaborate contents on request, which involve the customer more; in addition, the help of the radio function, with the work of the speakers of our internal editorial staff, allows us to record tailor-made content to be broadcast within the supermarket.”
Not surprisingly, audio-video synchronisation was a central element of the project, "all the videos in the supermarket are synchronised and the audio is broadcast directly from the radio, instead of from the monitor sources.” A strategy that has proved successful, especially in encouraging the sale of advertising spaces to suppliers, because it guarantees full control of the frequency of daily promotional passages, both in synchrony and in audio-only version if the supplier in question prefers it.
Last steps, installation and assistance
After setting up the electrical and network systems, Visiospot directly managed all hardware and software aspects, without service outsourcing that could negatively affect the smooth and consistent operation of the entire system.
"We have decided to invest to better satisfy the relationship with the customercomments Romito - by committing time
and resources and assuming overall responsibility for the order, already in the design phase, and we are now enjoying the customer's appreciation of this; in addition, we have a constant and direct relationship with Conad's technical managers, who are present and direct the work of each site, precisely to avoid intermediaries, delays and misunderstandings.”
For the Conad Superstore Le Colline, the installation required about four days, a job completed rather quickly thanks to the availability of Visiospot warehouse which was thus able to immediately supply many of the products then integrated (totem, player, Philips display), overcoming the gender supply difficulties that marked part of the year.
"The feelings and the absolute satisfaction about the collaboration relationship between Visiospot and Philips are mutualadds Marco Guandalini, Sales Manager of PPDS Philips professional displays - Our long-term partnership is also functional to obtain technical feedback useful for monitoring and the improvement of practical applications and the technological development of the products used.”
Dalla parte del cliente
"The design phase - continues Romito - begins with one or more inspections, followed by a joint analysis on how and where to install the monitors, in order to create more effective methods for building a certain type of communication; in Reggio Emilia, we produced an important study precisely to create redundant and visible communication in several points of the supermarket, so that it could always be usable, wherever the customer was.”
Evolution of digital signage
Before saying goodbye, we involved Romito in some consideration on the trends of digital signage, a sector that has seen various changes in its business model. In fact, lately the purposes of investments in DS seem to focus more on the aspect of the relationship with the customer, branding, promotion, and less on that of data collection which, even - returning to our case study - is realised, but not through these systems.
Digital signage comments Romito, “it is above all useful for targeting customers and optimising the promotional message; for this purpose, we collaborate with a promoter agency, adapting the internal
software to the new requests, and in some cases even the hardware, covering the totems with cardboard or panelling featuring customized graphics.”
A solution in line with a more general market trend, which looks at multiple sectors and functionalities, and which Visiospotalready active with other customers (Consorzio Europa / Sigma, Despar, Todis, and indirectly with Carrefour and Coop) - aims to replicate in other GDO realities, but not only. For example, the company has installed similar devices in various bank branches in the Marche and Romagna regions, while in a project for Todis, the Visiospot totems are used for payments, card purchases and top-ups on site, by connecting the installation to the network. From what emerges, it finally seems clear how the horizons and the development of digital communication within the main brands of large retailers today represent a perfect litmus test for the present and the future of the application potential of digital signage solutions.
www.conad.it www.visiospot.it www.ppds.com
Grazie alla disponibilità di Stefano Govi, titolare del punto vendita Conad Superstore Le Colline, abbiamo approfondito, dal punto di vista del cliente, le ragioni di un investimento in digital signage per la GDO. In questo caso, la scelta prevalsa è quella della comunicazione digitale on-site, perché più immediata e capillare, sia per la possibilità di variare i contenuti più rapidamente rispetto ad altri sistemi, che per la versatilità nella combinazione con altre piattaforme e canali di informazione e dati. A questo proposito si veda l’esempio dell’integrazione con le bilance elettroniche, o la funzione di sincronizzazione, in tutti i punti vendita, della lista ingredienti degli alimenti pronti. Per i benefici di breve termine dell’investimento, Govi racconta “il più evidente è di sicuro l’impatto visivo, generato in particolare dal maxi-schermo all’ingresso; sul lungo periodo poi, l’intero sistema, se supportato da comunicazioni efficaci e mirate su prodotti, promozioni, attività di degustazione e altre iniziative svolte all'interno del supermercato, potrà essere una fonte d’informazione rapida e credibile per tutti i visitatori, indirizzare i consumi e rappresentare un’esperienza virtuosa replicabile in futuro”.
On the customer's side
Thanks to Stefano Govi, owner of the Conad Superstore Le Colline store, we have explored, from the customer's point of view, the reasons for an investment in digital signage for large-scale distribution. In this case, the prevailing choice is that of on-site digital communication, because it is more immediate and widespread, both for the possibility of changing the contents more quickly than other systems, and for the versatility in the combination with other platforms, information channels and data. In this regard, see the example of integration with electronic scales, or the synchronisation function, in all stores, of the ingredients list of ready-to-eat foods.
For the short-term benefits of the investment, Govi says "the most obvious is certainly the visual impact, generated in particular by the large screen at the entrance; in the long term, the entire system, if supported by effective and targeted communications on products, promotions, tasting activities and other initiatives carried out within the supermarket, can be a rapid and credible source of information for all visitors, direct consumption and represent a virtuous experience that can be replicated in the future.”
FOTOGRAFIA IMMERSIVA NEL CUORE DI TORINO
Maria Cecilia ChiappaniIl progetto delle Gallerie d’Italia di Banca Intesa San Paolo approda nel capoluogo piemontese con un unicum nel panorama museale italiano: uno spazio sotterraneo interamente dedicato alla fotografia, con ampio riferimento alla sua evoluzione multimediale
Realizzare nella storica sede torinese della Banca San Paolo un progetto espositivo ed esperienziale del tutto nuovo che, a differenza delle altre location delle Gallerie d’Italia del Gruppo Intesa, non coinvolge l’arte pittorica bensì la fotografia. In una modalità multimediale e immersiva che diventa un simbolico tutt’uno di luci e ombre con i sontuosi spazi di Palazzo Turinetti. La sfida? Ristrutturare e trasformare i piani ipogei dell’edificio nel contenitore ideale per questo concept, integrando in modo ottimale design, tecnologia AV e user-experience.
A coglierla, insieme alla committenza delle Gallerie d’Italia e agli architetti dello studio Michele De Lucchi – AMDL Circle, la grande esperienza maturata in questo settore dai system integrator di Black Engineering. Supportati per tutta la durata del progetto - dalla gara di appalto allo sviluppo creativo, fino all’installazione - dalla consulenza tecnica di Exhibo. Sia per la componente legata alla videoproiezione, sia per l’impianto audio che accompagna i diversi spazi delle aree sotterranee.
Percorsi di arte visiva
Ecco la genesi di un luogo unico in Italia, dove fotografia e video arte documentano immagini, avvenimenti e riflessioni sulle tematiche del momento. La nuova architettura degli spazi ipogei si apre con un grande scalone che accompagna i visitatori verso i tre livelli destinati a laboratori ed esposizioni. Al primo piano sotterraneo troviamo le aule didattiche, con spazi modulari caratterizzati da una grande vetrata che si affaccia sulla “Sala dei 300”. L’ambiente che ospitava le assemblee dell’istituto bancario prima della costruzione del nuovo grattacielo è situato al piano -2 e ospita oggi allestimenti temporanei. Il secondo piano ipogeo è anche sede della biglietteria: uno spazio di comunicazione e di incontro. Da qui, una “manica lunga” pensata per la fotografia classica conduce ai locali al terzo piano sotterraneo dedicati all’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, sempre visibile attraverso una grande vetrata. Qui, un grande pannello touchscreen permette di consultare le immagini digitalizzate dell’archivio, nell’installazione “Archivio Vivo”,
Grazie alla multimedialità, la fotografia diventa oggetto di indagine formale e tecnica, dove allestimenti e tecnologie si fondono al servizio del racconto, diventando quasi invisibili
che diventa così accessibile a cittadini e appassionati di scatti storici. Al terzo piano ipogeo c’è anche il vero e proprio punto evolutivo delle Gallerie torinesi: la sala immersiva di oltre 500 metri quadrati dotata di videoproiettori 4K, progettata per avvolgere i visitatori nelle immagini e nei video dei percorsi temporanei curati dal direttore e grande esperto di fotografia Antonio Carloni.
Arte e tecnologia nel sotterraneo immersivo
Guido Zanca, partner e CTO di Black Engineering, ci racconta la struttura del progetto AV. “La progressiva discesa verso i piani sotterranei, letteralmente approfondisce il tema della fotografia – spiega -, quasi come un simbolico addentrarsi nel ventre di una camera oscura. La nostra proposta ha seguito il pensiero dello studio Michele De Lucchi riducendo al minimo il linguaggio formale, per non distogliere mai l’attenzione dal soggetto fotografico”. Grazie alla multimedialità, dunque, la fotografia diventa oggetto di indagine formale e tecnica, dove allestimenti e tecnologie si fondono al servizio del racconto, diventando quasi invisibili.
“I materiali lignei, i cementi o gli specchi si integrano nei volumi e creano un’atmosfera contemporanea – aggiunge Zanca -. Da un lato, la zona aperta al pubblico senza biglietto ingaggia le persone con i temi della fotografia, senza barriere, per accompagnarle verso i capolavori dell'Archivio delle Gallerie d’Italia e, scendendo ancora, verso le mostre temporanee. Anzi, il termine ‘mostra’ risulta ormai superato in questa sorprendente evoluzione esperienziale dell’arte”.
Quali scelte per la videoproiezione e l’audio
Le Gallerie d’Italia di Torino sono state inaugurate ufficialmente a maggio 2022. Ma il progetto dell’integrazione audio video nasce molto prima, nel lavoro di squadra tra i System Integrator, il distributore Exhibo e il fornitore Panasonic. Perché un’installazione immersiva così ambiziosa, di lunga durata, richiedeva un sistema di videoproiezione altamente affidabile e di qualità, nella colorimetria come nell’uniformità delle immagini, vista anche la necessità di proiettare contenuti da posizioni molto ravvicinate alle pareti. Nello specifico, la scelta è caduta sul mo -
dello DLP Panasonic PT-RCQ10, proiettore laser da 10.000 lumen con dimensioni ridotte, utilizzato sia nella sala immersiva sia nelle parti tradizionali della location torinese. L’ottica ultra short zero offset ET-DLE020, inoltre, ha permesso di realizzare tutte le videoproiezioni in ambienti con altezze ridotte. Particolarmente importante, nella selezione delle tecnologie da adottare, la funzionalità Smooth and Pixel Drive del proiettore Panasonic.
“Tramite una lente posta davanti al sensore – spiega Stefano Tura, Project Sales Manager della divisione Visual System di Panasonic Italia -, ogni fotogramma viene proiettato due volte, l’occhio umano percepisce naturalmente la sovrapposizione come un’unica immagine, che risulta così molto più nitida e definita”.
Il contributo di Exhibo e Panasonic, tuttavia, non si è fermato alla selezione delle tecnologie. Una volta individuati i modelli più indicati, infatti, si è passati alla fase di test: un primo passaggio, presso la sede di Black Engineering a Moncalieri (TO), ha permesso ai progettisti di verificare le eventuali problematiche di uniformità, messa a fuoco e linearità dell’immagine, risolte appunto provando le performance
di diverse ottiche e scegliendo una soluzione in grado di garantire un risultato ottimale e duraturo, come richiesto dalle installazioni fisse. Altrettanto importante, il test preliminare sulla combinazione tra videoproiezione e colore delle pareti, che nella sala immersiva non sono del tutto bianche ma di tonalità grigio chiara. Secondo step - forse il più sfidante ma superato con successo - quello effettuato insieme nelle Gallerie d’Italia a Milano, alla presenza dei vertici aziendali e del direttore del polo torinese. L’ultima fase di verifica ha riguardato direttamente il cantiere della ristrutturazione, con un mese di spazio demo utile a valutare, sul campo e continuativamente, le prestazioni dei videoproiettori. Sul fronte audio, nell’area dell’ingresso/ biglietteria del museo e più sotto nell’installazione “Archivio Vivo” trovano spazio complessivamente 12 diffusori Kobra-KK102 di K-array, soluzioni potenti ma molto discrete, e due amplificatori Kommander-KA34. Una valida diffusio -
Audio con K-array
ne sonora integrata rispettivamente a un LEDwall e a un videowall di LG Electronics. Altrettanto significativa per le attività dedicate al pubblico, la microfonia Sennheiser. I system integrator hanno infatti installato sistemi radio kit EW digital in tre punti delle Gallerie d’Italia: nella Sala Turinetti, protagonista della parte superiore “tradizionale” del palazzo, nell’Arena che accoglie i visitatori che scendono la scalinata di accesso ai piani ipogei, e nella grande sala immersiva.
nuti in maniera autonoma, semplicemente attraverso un tablet”.
Il valore della
collaborazione “Abbiamo portato a termine con successo un percorso lungo e minuzioso – commenta Zanca -, frutto della collaborazione con Exhibo e della consueta professionalità del suo staff. Oggi la nostra attività continua con la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le tecnologie. Tramite un apposito sistema di gestione del museo, comunque, le persone incaricate all’accoglienza possono gestire accensione, spegnimento e aggiornamento dei conte-
Andrea Gottardo , BizCom Manager della divisione professionale di Exhibo, conclude la panoramica di questa speciale installazione. “È stato un progetto a tre fatto di relazioni e comunicazioni costanti tra noi, i produttori di tecnologie e l’integratore. La figura del distributore, in termini commerciali, è stata strategica soprattutto per l’approvvigionamento del materiale: garantire la fornitura di tutti i prodotti nei tempi stabiliti, per i problemi che tutti conosciamo, non è stata una missione semplice. Il rapporto chiaro e trasparente con tutti gli attori del progetto ci ha permesso di effettuare i lavori senza inciampi, nonostante le difficoltà del periodo”. www.gallerieditalia.com/it/homepage/ torino/il-museo www.blackengineering.it www.exhibo.it www.panasonic.eu www.k.array.com
Kobra-KK102 è un sistema di diffusori passivi composto da sedici trasduttori da 2" con magnete al neodimio alloggiati in un elegante e robusto telaio in acciaio inossidabile. Lo schema di dispersione verticale può essere commutato per una copertura copertura ampia o stretta, consentendo una grande varietà di applicazioni. Il comportamento da puro line array permette ai diffusori professionali una corretta propagazione del suono in lunga distanza. La pressione sonora rimane costante sia lontano sia in prossimità degli speaker.
Tra le caratteristiche salienti del diffusore: • ottimo rapporto prestazioni/dimensioni; • applicazioni line array 3D, verticali e orizzontali; • impedenza selezionabile: 8 ohm o 32 ohm; • esistente agli eventi atmosferici e idoneo anche per installazioni esterne (IP54).
Audio with K-array
The Kobra-KK102 is a passive speaker system consisting of sixteen 2” neodymium magnet transducers housed in an elegant and sturdy stainless-steel chassis. The vertical dispersion pattern can be switched for wide or narrow coverage, allowing for large variety of applications. The pure line array behaviour allows the professional speakers a correct propagation of sound over long distances. The sound pressure remains constant both far and near the speakers.
Among the salient features of the speaker:
• excellent performance / size ratio
• 3D, vertical and horizontal line array applications
• selectable impedance: 8 ohm or 32 ohm
• existing to atmospheric events and also suitable for outdoor installations (IP54).
IMMERSIVE PHOTOGRAPHY IN THE HEART OF TURIN
Maria Cecilia ChiappaniCreate a completely new exhibition and experiential project in the historic Turin headquarters of Banca San Paolo which, unlike the other locations of the Intesa Group's Galleries of Italy, does not involve pictorial art but photography. In a multimedia and immersive mode that becomes a symbolic whole of light and shadow with the sumptuous spaces of Palazzo Turinetti. The challenge? Restructuring and transforming the underground floors of the building into the ideal container for this concept, optimally integrating design, AV technology and user-experience. Together with the client of the Gallerie d’Italia and the architects of the Michele De Lucchi - AMDL Circle studio, she was grasped by the great experience gained in this sector by the system integrators of Black Engineering. Supported throughout the duration of the project - from the tender to the creative development, up to the installation - by Exhibo's technical consultancy. Both for the component linked to the video projection, and for the audio system that accompanies the different spaces of the underground areas.
Paths of visual art
This is the genesis of a unique place in Italy, where photography and video art document images, events, and reflections on the issues of the moment. The new architecture of the underground spaces opens with a large staircase that takes visitors to the three levels intended for
laboratories and exhibitions. On the first underground floor we find the classrooms, with modular spaces characterised by a large window overlooking the "Sala dei 300". The room that housed the bank's assemblies before the construction of the new skyscraper is located on the -2 floor and now houses temporary installations. The second underground floor is also home to the ticket office: a space for communication and meeting. From here, a "long sleeve" designed for classic photography leads to the rooms on the third underground floor dedicated to the Intesa Sanpaolo Publifoto Archive, always visible through a large window. Here, a large touchscreen panel allows you to consult the digitised images of the archive, in the "Archivio Vivo" installation, which thus becomes accessible to citizens and fans of historical shots. On the third underground floor there is also the real evolutionary point of the Turin Galleries: the immersive room of over 500 square metres equipped with 4K video projectors, designed to envelop visitors in the images and videos of the temporary itineraries curated by the director and great expert of photography Antonio Carloni.
Art and technology in the immersive basement
Guido Zanca, partner and CTO of Black Engineering, tells us about the structure of the AV project. “The gradual descent towards the underground floors literally deepens the theme of photography - he
explains, almost symbolic of going into the womb of a dark room. Our proposal followed the thought of the Michele De Lucchi studio by reducing the formal language to a minimum, in order to never divert attention from the photographic subject.” Thanks to multimedia, therefore, photography becomes an object of formal and technical investigation, where installations and technologies merge at the service of the story, becoming almost invisible. "The wooden materials, cements or mirrors are integrated into the volumes and create a contemporary atmosphere - adds Zanca -. On the one hand, the area open to the public without a ticket engages people with the themes of photography, without barriers, to accompany them to the masterpieces of the Archives of the Galleries of Italy and, further down, to the temporary exhibitions. Indeed, the term 'exhibition' is now outdated in this surprising experiential evolution of art.”
What choices are there for video projection and audio?
The Gallerie d’Italia in Turin was officially inaugurated in March 2022. But the audio video integration project was born much earlier, from the teamwork between the System Integrators, the Exhibo distributor and the Panasonic supplier. Because such an ambitious, long-lasting immersive installation required a highly reliable and quality video projection system, in colorimetry as well as in the uniformity of the images, also given the need to pro-
The project of the Gallerie d’Italia of Banca Intesa San Paolo arrives in the Piedmontese capital with a unicum in the Italian museum panorama: an underground space entirely dedicated to photography, with ample reference to its multimedia evolution
ject content from very close positions to the walls. Specifically, the choice fell on the Panasonic PT-RCQ10 DLP model, a 10,000-lumen laser projector with reduced dimensions, used both in the immersive room and in the traditional parts of the Turin location. The ultra-short zero offset lens ET-DLE020, made it possible to create the video projections in rooms with reduced heights. Particularly important, in the selection of technologies to be adopted, the Smooth and Pixel Drive functionality of the Panasonic projector. "Through a lens placed in front of the sensor - explains Stefano Tura, Project Sales Manager of the Visual System division of Panasonic Italy -, each frame is projected twice, the human eye naturally perceives the superimposition as a single image, which is so very sharper and more defined.” The contribution of Exhibo and Panasonic, however, did not stop at the selection of technologies. Once the most suitable models were identified, in fact, we moved on to the testing phase: a first step, at the Black Engineering headquarters in Moncalieri (TO), allowed the designers to verify any problems of uniformity, focus and linearity of the image, resolved precisely by testing the performance of different optics and choosing a solution capable of guaranteeing an optimal and
Videoproiettori protagonisti
long-lasting result, as required by fixed installations. Equally important, the preliminary test on the combination of video projection and colour of the walls, which in the immersive room are not entirely white but in light grey tones. The second step - perhaps the most challenging but successfully overcome - was carried out together in the Gallerie d ’Italia in Milan, in the presence of the top management and the director of the Turin hub. The last phase of verification directly concerned the renovation site, with a month of demo space useful for evaluating the performance of the video projectors in the field and continuously. On the audio front, in the entrance / ticket office area of the museum and further down in the "Archivio Vivo" installation there are a total of 12 Kobra-KK102 speakers by K-array, powerful but very discreet solutions, and two Kommander-KA34 amplifiers. A valid sound system integrated respectively with an LED wall and a videowall from LG Electronics. Equally significant for the activities dedicated to the public, the Sennheiser microphone. The system integrators have in fact installed EW digital radio kit systems in three points of the Gallerie d'Italia: in the Turinetti Room, the protagonist of the "traditional" upper part of the building, in the Arena that welcomes visitors who descend
the access stairway to the underground floors, and in the large immersive room.
The value of collaboration
“We have successfully completed a long and meticulous path - comments Zanca -, the result of the collaboration with Exhibo and the usual professionalism of its staff. Today our business continues with the ordinary and extraordinary maintenance of all technologies. Through a special museum management system, however, the people in charge of reception can manage the switching on, switching off and updating of the contents independently, simply through a tablet.”
Andrea Gottardo, BizCom Manager of Exhibo's professional division, concludes the overview of this special installation. "It was a three-way project made up of constant relationships and communications between us, the technology producers and the integrator. The figure of the distributor, in commercial terms, was strategic above all for the procurement of material: guaranteeing the supply of all products on time, for the problems we all know, was not a simple mission. The clear and transparent relationship with all the players in the project allowed us to carry out the work without stumbling, despite the difficulties of the period.”
Concepita proprio per musei e parchi tematici, la serie PT-RCQ10 di Panasonic offre modelli da 10.000 o 8.000 lumen e immagini con colori naturali grazie alle tecnologie Rich Colour Harmoniser e Smooth Pixel Drive. La prima, sfrutta al massimo la luce rossa per una resa cromatica superiore, mentre il sistema digitale di elaborazione grafica della seconda funzionalità aumenta sensibilmente la nitidezza dei caratteri e smussa righe diagonali e curve, raggiungendo una risoluzione di output pari a 4.608.000 pixel (2.715 x 1.697). I videoproiettori supportano tutte le ottiche DLP a 1 chip di Panasonic, inclusa la novità zoom ultra shortthrow ET-DLE020, scelta anche per le Gallerie d’Italia di Torino. Il modello consente infatti una proiezione di alta qualità anche in spazi ristretti e riduce al minimo le ombre sullo schermo. Sempre in tema di affidabilità, essenziale nel settore degli eventi live e dell’entertainment, la serie PT-RCQ10 di Panasonic garantisce ottime prestazioni anche negli ambienti più difficili. Questo grazie al motore ottico laser a doppio drive, impermeabile alla polvere e testato per funzionare fino a 20.000 ore senza manutenzione.
Video projectors protagonists
Designed specifically for museums and theme parks, Panasonic's PT-RCQ10 series offers 10,000 or 8,000 lumen models and
natural colour images thanks to Rich Colour Harmoniser and Smooth Pixel Drive technologies. The first takes full advantage of red light for superior colour rendering, while the digital graphics processing system of the second feature significantly increases the sharpness of characters and smooths diagonal and curved lines, reaching an output resolution of 4,608,000 pixels (2,715 x 1,697). The projectors support all Panasonic 1-chip DLP optics, including the new ultra-shortthrow zoom ET-DLE020, also chosen for the Italian Galleries in Turin. The model enables high-quality projection even in confined spaces and minimises shadows on the screen. Still on the subject of reliability, essential in the live events and entertainment sector, the PT-RCQ10 series from Panasonic guarantees excellent performance even in the most difficult environments. Thanks to the dual drive laser optical engine, which is dustproof and tested to run for up to 20,000 hours without maintenance.
Fairmont Hotel
Un suono che disegna l’atmosfera di ogni ambiente
Matteo FontanaDa poco inaugurato alle porte di Londra, il Fairmont Windsor Park Hotel offre ai suoi ospiti un’esperienza a cinque stelle sotto tutti i profili, anche per quanto riguarda l’audio, realizzato da Hoist Group e affidato a un ecosistema di prodotti Bose ben noti per la loro qualità, oltre che per la cura del design
Si deve a Hoist Group la progettazione e la messa in opera dell’impianto di diffusione audio (a marchio Bose) per il nuovissimo Fairmont Windsor Park Hotel, un albergo di lusso appena inaugurato e situato poco fuori Londra. Hoist Group fa parte del più ampio gruppo Planet, un leader tecnologico globale che si occupa d tecnologie per l’hospitality in tutto il mondo.
Il Fairmont Windsor Park Hotel è dotato di camere eleganti e molto spaziose, ma anche di strutture termali, ristoranti e altro ancora, tutto pensato per calare il visitatore
in un’atmosfera raffinata e accogliente, in cui il benessere dell’ospite è decisamente al centro dell’attenzione. Situato vicino al Great Windsor Park, con 40 acri di spazio verde e un tranquillo lago, l’hotel è poco distante dall’aeroporto di Heathrow, dunque è facilmente raggiungibile da chi lo utilizza come scalo, e permette di raggiungere in fretta anche il centro di Londra, ponendosi in perfetto equilibrio tra la tranquillità della periferia e la vivacità del centro urbano.
Il progetto
Il Fairmont Windsor Park Hotel appartie-
ne al ben noto Gruppo Arora, di cui anzi rappresenta, senza dubbio, uno dei fiori all’occhiello. Caratteristica saliente di questo grande gruppo alberghiero è l’impegno a sfruttare le migliori e più recenti soluzioni tecnologiche a disposizione, con l’idea di offrire agli ospiti esperienze straordinarie non solo nel privato delle loro stanze, ma anche negli spazi comuni e negli ambienti di incontro. Dunque, fin dall’inizio il Fairmont Windsor Park Hotel è stato progettato per essere una lussuosa struttura a cinque stelle e per mettere il benessere di ogni ospite al centro dell’esperienza, senza tralasciare alcun dettaglio e, soprattutto, senza rinunciare a disegnare l’atmosfera di tutti gli ambienti, sia dal punto di vista architettonico e d’arredo che dal punto di vista tecnologico e dei servizi. Proprio per rispettare questa idea, Arora Group ha deciso di investire su una soluzione audio di ampia portata e molto accurata: è qui che entra in gioco Bose Professional, che aveva già collaborato, come partner, tanto con Arora Group quanto con il suo “braccio edile”, Grove Development.
Il punto fermo è Bose Professional
Le soluzioni Bose Professional sono state fin dall’inizio la scelta di Hoist per questo progetto, che presentava in partenza diversi aspetti sfidanti. “Per noi – ci ha detto Phil Campbell, vicepresidente senior per le vendite e lo sviluppo aziendale di Hoist
Group – questa è probabilmente una delle installazioni più grandi, sia per numero di dispositivi che per dimensioni della soluzione implementata. Infatti, abbiamo dovuto coprire ben 34 zone all’interno della struttura, questo ha comportato la necessità di pianificare con la massima precisione la posa dei cavi necessari e la dislocazione delle apparecchiature tecnologiche.”
La richiesta della committenza era che fosse presente uno speaker Bose nel bagno di ogni camera, e che questo speaker si collegasse al televisore della camera, per un’esperienza interlacciata e univoca, realmente avvolgente. Anche negli spazi specializzati, come le SPA di prima classe e le stanze della dependance, la disposizione degli speaker avrebbe dovuto seguire precise direttive per l’ottenimento di effetti immersivi per gli ospiti. Insomma, una progettazione curatissima, come si conviene a una location di lusso. Le dimensioni delle aree da coprire e il numero di soluzioni Bose necessarie per controllare e integrare l’intera proprietà richiedevano un elevatissimo livello di competenza sia di rete che AV. Ecco come è andata.
Bose + Dante = Fairmont!
Il sistema progettato da Hoist Group insieme con gli incaricati di Bose Professional prevede dunque una combinazione di altoparlanti EdgeMax EM90 ed EM180, soluzioni FreeSpace e ControlSpace, integrate grazie a soluzioni Audio Networking su protocollo Dante: così è nata la soluzione su misura per soddisfare le elevate aspettative dell’esclusivo Fairmont Windsor Park Hotel.
Per dare un’idea della complessità dell’impianto, basti dire che l’area occupata dal Fairmont Windsor è suddivisa in più di venti zone musicali separate, tutte con requisiti diversi per stile musicale, livello del volume e flessibilità audio. Occorreva dunque non solo un elevato numero di diffusori di varia tipologia, per soddisfare tutte le specifiche, ma anche una capacità di controllo non indifferente, per poter gestire un sistema tanto stratificato e flessibile.
Utilizzando la tecnologia Bose ControlSpace con Dante, il personale dell’hotel è in grado di regolare o modificare l’audio di ciascuna zona, influendo dunque sull’atmosfera di ogni area, e fornendo di volta in volta una qualità audio adeguata all’esperienza degli ospiti.
I diffusori a incasso EdgeMax entrano in
scena, principalmente, a causa dei soffitti molto alti di molti ambienti e dei grandi spazi aperti che caratterizzano il parco dell’hotel. Spiega Phil Campbell: “Sapevo che Arora avrebbe voluto degli interni esteticamente gradevoli, senza troppe tracce di tecnologia, soprattutto sui soffitti. Abbiamo sfruttato le capacità della tecnologia Bose EdgeMax, che ci ha permesso anzitutto di ridurre la quantità di speaker da installare, il che significa minore impatto sui soffitti e sugli arredamenti; inoltre, abbiamo potuto installarli solo lungo i bordi degli ambienti, evitando prodotti troppo visibili nel centro delle stanze o a sospensione.”
Processori, controller, amplificatori: lo “Stato Maggiore” dell’esercito Bose
Il marchio Bose Professional domina dunque l’impianto audio del Fairmont Windsor, e vediamo un po’ più da vicino la sua gestione, a partire dal processore di segnale digitale ControlSpace EX-1280, caratte-
rizzato da architettura aperta, design a unità rack singola, pensato per applicazioni di elaborazione audio grazie ai suoi dodici ingressi analogici mic/line e le otto uscite analogiche. L’uscita AmpLink e la connettività Dante 64x64 (cioè 64 linee in entrata e altrettante in uscita) consentono configurazioni molto flessibili, mentre il software ControlSpace Designer semplifica la configurazione del processore.
Fondamentale anche la scelta degli amplificatori di potenza. Hoist Group ha optato per il modello configurabile PowerMatch PM8250N, affiancato dai PowerShare PS404D e PowerShare PS604D.
PowerMatch PM8250N offre più canali e opzioni di alimentazione e DSP audio integrato, con configurazione, controllo e monitoraggio della rete basata su Ethernet tramite il pannello frontale. Gli amplificatori PowerShare, invece, offrono elevate prestazioni audio e affidabilità con tecnologie brevettate ereditate proprio dalla linea PowerMatch, con ancora più flessibilità.
Bose Edge Max con tecnologia Phase Guide
Bose EdgeMax è una serie di diffusori premium da soffitto dotati della tecnologia proprietaria Bose PhaseGuide, con driver di compressione ad alta frequenza che permettono di combinare la copertura a riempimento dell’ambiente tipica dei grandi diffusori a montaggio superficiale con l’impatto estetico, maggiormente apprezzato dagli architetti, dei modelli a soffitto. L’ingrediente segreto di questi nuovi diffusori è appunto la tecnologia Bose PhaseGuide, che fornisce un modello verticale asimmetrico unico per la copertura di riempimento della stanza con montaggio vicino all’intersezione tra parete e soffitto. In pratica, un minor numero di altoparlanti, più facili da dissimulare negli ambienti, offre una copertura piena e uniforme della stanza, con un suono omogeneo che non ha un chiaro punto di provenienza e avvolge gradevolmente l’ascoltatore. L’installazione presso il Fairmont Hotel ha segnato la prima volta che Hoist Group ha utilizzato la serie EdgeMax, alla ricerca del perfetto equilibrio tra tecnologia e design. https://pro.bose.com/en_us/products/loudspeakers/background_foreground/edgemax.html
Bose Edge Max with phase guide technology
Bose EdgeMax is a series of premium ceiling speakers featuring proprietary Bose PhaseGuide technology, with high-frequency compression drivers that combine the room-filling coverage typical of large surface-mount speakers with the most appreciated aesthetic impact. by architects, ceiling models. The secret ingredient of these new speakers is the Bose PhaseGuide technology, which provides a unique asymmetrical vertical pattern for room fill coverage that is mounted near the intersection of wall and ceiling. In practice, a smaller number of speakers, easier to hide in the rooms, offers full and uniform coverage of the room, with a homogeneous sound that has no clear point of origin and pleasantly envelops the listener. The installation at the Fairmont Hotel marked the first time that Hoist Group used the EdgeMax series, in search of the perfect balance between technology and design.
https://pro.bose.com/en_us/products/loudspeakers/background_foreground/ edgemax.html
PowerShare PS404D permette di distribuire 400 watt totali di potenza in modo asimmetrico su tutte le uscite o di utilizzare qualsiasi uscita singola per fornire piena potenza. Le stesse caratteristiche, ma su 600 watt di potenza, si ritrovano nel PS604D. Discorso a parte meritano le interfacce di controllo, a partire da Bose ControlSpace CC-64, controller programmabile e collegato in rete che fornisce agli utenti un’interfaccia capace di unire semplicità a eleganza, dettaglio fondamentale per location di pregio come il Fairmont Hotel. Con il CC-64 è possibile controllare impostazioni del segnale audio e scenari preimpostati in maniera intuitiva, con pochi pulsanti. Le voci del menu vengono visualizzate su un display LCD retroilluminato a 40 caratteri, e il controller – essendo programmabile – offre all’utente la possibilità di personalizzare una quantità di parametri ed elementi, comprese le sorgenti audio, le impostazioni di selezione della scena e specifiche configurazioni di sistema. È possibile utilizzare fino a sedici CC-64 per ogni sistema ControlSpace.
Se CC-64 è un Control Center, nelle singole zone, laddove necessario, si è optato per gli Zone Controller ControlSpace CC-16, dispositivo da parete che condivide le caratteristiche del “fratello maggiore” CC-64, collegandosi al ControlSpace Engineered Sound Processor (ESP-88) via porta RS485. È possibile utilizzare fino a quindici unità CC-16 per ciascun ESP-88 per fornire un capillare e preciso controllo locale del sistema, laddove il CC-64 si occupa del controllo centralizzato. Trattandosi di di-
spositivi di rete, peraltro, questi controller possono essere programmati anche da remoto, in qualsiasi momento.
I “soldati” sul campo: gli speaker Terminata la disamina dello “Stato Maggiore” del sistema, vediamo ovviamente anche la “fanteria” dispiegata sul campo, ovvero gli speaker, tutti caratterizzati da dimensioni ridotte e compatte, ideali per essere inseriti in contesti architettonici eleganti e vincolati.
In prima fila, ecco i modelli già citati EdgeMax EM90 e EM180, diffusori premium da soffitto basati su tecnologia Bose PhaseGuide (si veda l’apposito box) con driver di compressione ad alta frequenza.
Entrambi i modelli hanno woofer da 8” e crossover passivo a due vie con trasformatore 70/100V. la differenza è che il modello EM90 ha copertura orizzontale nominale di 90°, contro i 180° dell’EM180.
La gamma di frequenza 45 Hz – 20 kHz elimina la necessità di subwoofer. Meritano menzione però anche gli speaker FreeSpace FS4CE, pensati per il montaggio a soffitto o a parete con caratteristiche che rendono facile l’installazione e aumentano la durata del sistema. Si tratta peraltro di speaker adatti tanto alla diffusione musicale quanto agli eventuali annunci.
FS4CE monta un trasduttore da 4,5” e copre una gamma di frequenze fino a 70 Hz, con sensibilità di 88 dB SPL/1 W a 1 metro. Della stessa serie FS, nel Fairmont Windsor Hotel sono stati utilizzati anche i più piccoli FS2C, con trasduttore da 2,25”, frequenze fino a 83 Hz e sensibilità di 86 dB
SPL/1 W a 1 metro. L’esercito sul campo è completato dai modelli FreeSpace FS4SE per montaggio a soffitto o a parete con trasduttore da 4,5”, e dal piccolo, utilissimo diffusore ambientale FreeSpace 360P, progettato per integrarsi alla perfezione in ambienti esterni grazie all’innovativo design e in grado di fornire una copertura di 360° gradi, il che consente di installare un numero minore di speaker rispetto ai modelli con copertura ridotta. Con i FreeSpace 360P è possibile diffondere il suono in maniera uniforme, la sua gamma delle basse frequenze arriva fino a 60 Hz, mentre la custodia appositamente progettata lo protegge da sabbia, neve, pioggia ecc. E con un “esercito” di prodotti così votato al successo dell’audio, il Gruppo Arora può avere la certezza che gli ospiti del Fairmont Hotel, che si stiano rilassando nelle loro camere, cenando in uno dei ristoranti, godendosi la spa o la piscina all’aperto o, ancora, gli splendidi giardini, avranno un’esperienza complessiva avvolgente e accattivante. D’obbligo, dunque, chiudere con una dichiarazione del direttore commerciale degli hotel Arora Group, Raj Shah, che dell’ecosistema Bose ha detto: “È una tecnologia fenomenale e siamo davvero felici di avere un audio di qualità Bose in tanti nostri hotel. In questo modo sappiamo che ovunque si trovino i nostri ospiti, la loro esperienza coinvolgerà tutti i sensi.”
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Fairmont Hotel
A sound that draws the atmosphere of
any environment
Matteo FontanaRecently inaugurated on the outskirts of London, the Fairmont Windsor Park Hotel offers its guests a five-star experience in all respects, including audio, made by Hoist Group and entrusted to an ecosystem of well-known Bose products for their quality, as well as for the care of the design
The Hoist Group is responsible for the design and installation of the audio broadcasting system (under the Bose brand) for the brand-new Fairmont Windsor Park Hotel, a newly opened luxury hotel located just outside London. Hoist Group is part of the larger Planet group, a global technology leader dealing with hospitality technologies around the world. The Fairmont Windsor Park Hotel is equipped with elegant and very spacious rooms, but also with spa facilities, restaurants and more, all designed to immerse the visitor in a refined and welcoming atmosphere, in which the guests’ well-being is definitely the central focus.
Located next to Great Windsor Park, with 40 acres of green space and a peaceful lake, the hotel is not far from Heathrow Airport, so is easily accessible by those who use it as a stopover. It also allows you to quickly reach the centre of London, placing itself in perfect balance between the tranquillity of the suburbs and the liveliness of the urban centre.
The project
The Fairmont Windsor Park Hotel belongs to the well-known Arora Group, indeed it represents, without doubt, one of its flagships. A salient feature of this large hotel group is the commitment to use the best and latest technological solutions available, with the idea of offering guests extraordinary experiences not only in the privacy of their rooms, but also in the common spaces and in the surrounding envi-
ronments. Therefore, from the beginning, the Fairmont Windsor Park Hotel was designed to be a luxurious five-star hotel and to put the well-being of each guest at the centre of the experience, without neglecting any detail and, above all, without giving up on designing the atmosphere of all environments, both from an architectural and furnishing point of view and from a technological and service point of view. Precisely to respect this idea, Arora Group has decided to invest in a wide-ranging and very accurate audio solution: this is where Bose Professional comes into play, which had already collaborated, as a partner, both with the Arora Group and with its "arm construction”, Grove Development.
The staple is Bose Professional
Bose Professional solutions were Hoist's choice for this project, which had several challenging aspects from the outset. “For us - said Phil Campbell, senior vice president of sales and business development at Hoist Group - this is probably one of the largest installations, both in terms of the number of devices and the size of the solution implemented. In fact, we had to cover 34 areas within the structure, and this led to the need to plan with the utmost precision when laying the necessary cables and the location of the technological equipment."
The client's request was for a Bose speaker to be present in the bathroom of each room, and for this speaker to be connected to the television in the room, for an interlaced and unique, truly enveloping
experience. Even in the specialised spaces, such as the first-class spas and the rooms in the annex, the arrangement of the speakers followed precise guidelines for obtaining immersive effects for the guests. In short, a meticulous design, as befits a luxury location.
The size of the areas to be covered and the number of Bose solutions required to control and integrate the entire property required a very high level of both network and AV expertise. Here's how it went.
Bose + Dante = Fairmont!
The system designed by Hoist Group together with the representatives of Bose Professional therefore provides a combination of EdgeMax EM90 and EM180 loudspeakers, FreeSpace and ControlSpace solutions, integrated thanks to Audio Networking solutions on Dante protocol: thus the tailor-made solution was born to meet the high expectations of the exclusive Fairmont Windsor Park Hotel. To give an idea of the complexity of the system, suffice it to say that the area occupied by the Fairmont Windsor is divided into more than twenty separate music zones, all with different requirements for musical style, volume level and audio flexibility.
It was therefore necessary to have not only a large number of diffusers of various types, to satisfy all the specifications, but also a considerable control capacity, in order to manage such a layered and flexible system.
Using Bose ControlSpace technology with Dante, the hotel staff are able to adjust or change the audio of each area, thus affecting the atmosphere of them all, and each time providing an adequate audio quality for guest experience.
The EdgeMax flush-mounted speakers enter the scene, mainly, due to the very high ceilings of many rooms and the large open spaces that characterise the hotel park. Phil Campbell explains: “I knew Arora wanted an aesthetically pleasing interior, without too many traces of technology, especially on the ceilings. We made the most of the capabilities of Bose EdgeMax technology, which first allowed us to reduce the amount of speakers to install, which means less impact on ceilings and furnishings; moreover, we were able to install them along the edges of the rooms, avoiding products that are too visible in the centre of the rooms or suspended."
Processors, controllers, amplifiers: the "General Staff" of the Bose army
The Bose Professional brand therefore dominates the sound system of the Fairmont Windsor, and let's take a closer look at its management, starting with the ControlSpace EX-1280 digital signal processor, characterised by open architecture, single rack unit design, designed for audio processing applications thanks to its twelve analog mic / line inputs and eight analogue outputs. The AmpLink output and Dante 64x64 connectivity (i.e. 64 lines in and the same number out) allow very flexible configurations, while the ControlSpace Designer software simplifies the configuration of the processor. The choice of power amplifiers is also fundamental. Hoist Group opted for the configurable PowerMatch PM8250N model, flanked by the PowerShare PS404D and PowerShare PS604D
The PowerMatch PM8250N offers multiple channels and power options and integrated audio DSP, with Ethernet-based network configuration, control and monitoring via the front panel. The PowerShare amplifiers, on the other hand, offer high audio performance and reliability with patented technologies inherited from the PowerMatch line, with even more flexibility. PowerShare PS404D allows you to distribute 400 total watts of power asymmetrically across all outputs or use any single output to provide full power. The same features, but on 600 watts of power, are found in the PS604D. The control interfaces deserve a separate mention, starting with the Bose ControlSpace CC-64, a programmable and net-
worked controller that provides users with an interface capable of combining simplicity with elegance, a fundamental detail for prestigious locations such as the Fairmont Hotel. With the CC-64 you can control audio signal settings and pre-set scenarios intuitively, with just a few buttons. Menu items are displayed on a 40-character backlit LCD display, and the controller - being programmable - gives the user the ability to customise a number of parameters and items, including audio sources, scene selection and specific settings. system configurations.
Up to sixteen CC-64s can be used for each ControlSpace system. If the CC-64 is a Control Center, in the individual zones, where necessary, we have opted for the ControlSpace CC-16 Zone Controllers, a wall device that shares the characteristics of the "big brother" CC-64, connecting to the ControlSpace Engineered Sound Processor (ESP-88) via RS-485 port. Up to fifteen CC16 units can be used for each ESP-88 to provide extensive and precise local control of the system, where the CC-64 takes care of centralised control. Since these are network devices, however, these controllers can also be programmed remotely, at any time.
The "soldiers" in the field: the speakers
After the examination of the "General Staff" of the system, we obviously also see the "infantry" deployed on the field, or the speakers, all characterised by small and compact dimensions, ideal for being placed in elegant and constrained architectural contexts. In the front row, here are the aforementioned EdgeMax EM90 and
EM180 models, premium ceiling speakers based on Bose PhaseGuide technology (see the appropriate box) with high-frequency compression drivers. Both models have 8” woofers and two-way passive crossover with 70 / 100V transformer. the difference is that the EM90 model has a nominal horizontal coverage of 90°, against the 180 ° of the EM180. The 45Hz20kHz frequency range eliminates the need for a subwoofer. However, the FreeSpace FS4CE speakers also deserves a mention, designed for ceiling or wall mounting with features that make installation easy and increase the life of the system. Moreover, these are speakers suitable both for music diffusion and for any announcements. FS4CE mounts a 4.5” transducer and covers a frequency range up to 70 Hz, with sensitivity of 88 dB SPL / 1 W at 1 metre. If Rie FS, the smaller FS2Cs, were also used in the Fairmont Windsor Hotel, with a 2.25” transducer, frequencies up to 83 Hz and sensitivity of 86 dB SPL / 1 W at 1 metre. The army in the field is completed by the FreeSpace FS4SE models for ceiling or wall mounting with 4.5" transducer, and by the small, very useful FreeSpace 360P environmental loudspeaker, designed to integrate perfectly in outdoor environments thanks to the innovative design and in capable of providing 360° coverage, which allows you to install fewer speakers than models with reduced coverage. With the FreeSpace 360P it is possible to spread the sound evenly, its low frequency range reaches up to 60 Hz, while the specially designed case protects it from sand, snow, rain etc. And with an "army" of products so dedicated to audio success, the Arora Group can rest assured that Fairmont Hotel guests are relaxing in their rooms, dining in one of the restaurants, enjoying the spa or swimming pool outdoors or, again, the splendid gardens, will have an enveloping and captivating overall experience. A must, therefore, to close with a statement from the commercial director of the Arora Group hotels, Raj Shah, who said of the Bose ecosystem: "It is phenomenal technology and we are really happy to have Bose quality audio in so many of our hotels. In this way we know that wherever our guests are, their experience will involve all the senses. "
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Da Vivaldi Comm a Vicomm
Evolvere senza dimenticare le radici
Chiara BenedettiniDopo sette anni di attività Vivaldi Comm ha deciso di cambiare marcia e, per darne maggiore evidenza, cambierà nome, sede, e allargherà il proprio settore di riferimento. Senza cambiare identità
Abbiamo intervistato Matteo Nardini durante l’evento che Vivaldi Comm ha organizzato lo scorso 19 ottobre per condividere con clienti e partner alcuni importanti cambiamenti all’interno dell’azienda. Il più evidente, significativo delle direzioni intraprese, è il cambio di nome, che da Vivaldi Comm passerà a Vicomm, a sancire una identità più forte in qualità di distributore. Non che l’azienda fino ad oggi non abbia raggiunto importanti traguardi e affermato il proprio orientamento, ma proprio lo sviluppo di questi ultimi anni ha fatto sentire la necessità di riaffermare il proprio status di distributore. L’evento del 19 ottobre è, non a caso, il primo per Vivaldi Comm: nell’incantevole cornice di Villa Braida nella provincia veneziana, residenza palladiana con un ampio giardino, gli ospiti hanno potuto godere alcune ore di un clima quasi estivo. A seguire, la riunione generale per condividere i cambiamenti in atto e alcune presentazioni dei principali partner e fornitori dell’azienda, per finire con un giro dei desk dedicati ai vendor e una serata di festa per tutti. Ma passiamo la parola a Matteo Nardini, Direttore Vendite di Vicomm: “Abbiamo scelto questo luogo per condividere un pezzetto del nostro essere veneti con i nostri ospiti, che provengono da tutta Italia.
Per noi è un momento molto importante: oggi annunceremo il nuovo nome che sancirà un nuovo corso ma in continuità con il lavoro svolto fino ad oggi, cioè la base che ci ha permesso di arrivare fino a qui.”
Vogliamo ripercorrere questo percorso?
Matteo Nardini – Vivaldi Comm è nata nel 2016 dopo una importante commessa e grazie anche alle relazioni instaurate tramite Taiden, uno dei marchi più importanti che tutt’ora trattiamo e che all’epoca ci aprì le porte della distribuzione.
Io ed Edoardo Gerotto, fondatore di Vivaldi srl – costruttrice di sistemi audio con sede a Noventa di Piave – abbiamo messo a punto l’idea e ha avviato un nuovo business con il nome Vivaldi Comm prendendo spunto anche dalle nostre passate esperienze.
Perché aprire un nuovo distributore, quando Vivaldi vi dava già tante soddisfazioni?
Vivaldi produce apparecchiature audio e di automazione domestica, e opera principalmente nel mondo elettrico: ha ottime entrature negli studi di progettazione, presso impiantisti e periti. Tramite questo canale si muovono commesse rilevanti, e questi operatori arrivano spesso per primi sui progetti: uno dei Soci volle aprire una nuova attività in grado di intercettare commesse di questa natura, da qui l’idea di dare vita alla Vivaldi Comm come distributore Pro AV. Rispetto ad altri distributori è proprio il collegamento con il mondo elettrico ad aver dato valore all’azienda, dandoci modo di intercettare una serie di opportunità da quel settore. E come è andata?
Effettivamente l’intuizione è stata vincente: la collaborazione con Taiden è stata determinante, abbiamo iniziato a strutturarci e si
sono moltiplicati i marchi distribuiti: prima Zevee, poi è arrivato VHD, marchio di telecamere per sale convegni, sale riunioni ecc. Nel 2018 abbiamo conquistato la prima commessa importante, le sale riunioni di Regione Lombardia, un grande lavoro che ci ha permesso anche di ampliare la nostra visibilità e il portfolio dei brand distribuiti. Siamo riusciti anche a superare brillantemente la pandemia grazie proprio alle telecamere VHD, che erano molto richieste per applicazioni connesse con il lavoro ibrido, e che ci hanno permesso di mantenere una marginalità utile alla stabilità dell’azienda. Con la crescita è poi nata anche la necessità di strutturarci meglio.
Perché quindi avete deciso un cambiamento, nel nome ma che simboleggia un cambiamento programmatico?
La crescita ha messo in risalto la nostra particolarità e proprio il collegamento con il mondo elettrico: non c’è mai stata sovrapposizione con la Vivaldi perché le due aziende hanno sempre lavorato su piani differenti, inoltre Vivaldi è solo in minima parte cliente della Vivaldi Comm. Tuttavia, se da un lato un nome così simile ha creato qualche confusione tra i clienti, dall’altro è stato necessario distanziarsi proprio dal mondo elettrico, per dare un chiaro segnale che il mercato che frequentiamo non è quello dei prodotti “intercambiabili” ma quello del marchio a valore, dell’assistenza tecnica, dell’affiancamento costante al cliente.
Quindi un altro livello e un altro tipo di lavoro, senza spazio per una concorrenza,
chiamiamola così, dal lato elettrico. Specialmente nel Sud, infatti, il contatto con il mondo elettrico è più marcato, e noi volevamo eliminare qualsiasi fraintendimento. Quindi da Vivaldi Comm a Vicomm... Il nuovo nome Vicomm desidera ribadire le radici dell’azienda ma, allo stesso tempo, segnalare un cambiamento. Per questo motivo, e per ragioni amministrative e organizzative, i due nomi saranno in compresenza fino alla fine dell’anno, e da gennaio useremo solo Vicomm.
Inoltre, stiamo ampliando l’organico: al momento siamo cinque, oltre a me che mi occupo delle vendite ci sono Michela Barbieri per l’Amministrazione, Elvira Pontillo è Sales Manager, Riccardo Vanin è il nostro Product Manager, Davide Trevisol si dedica al magazzino ed Elisa Migotto è la nostra Responsabile Marketing. Adesso stiamo cercando un secondo Product Manager, a gennaio metteremo online il nuovo sito e cambieremo anche sede.
Il business principale di Vivaldi Comm è sempre stato il settore corporate. Il passaggio a Vicomm sancirà anche un allargamento o spostamento di focus?
Sì, l’obiettivo è proprio ampliare il mercato di riferimento e approcciare anche mostre, musei, l’hospitality, o il mondo della formazione. E una volta completato il passaggio, le peculiarità di Vicomm e le ragioni per rivolgersi a voi saranno le stesse di prima o diverse?
Quasi tutti noi veniamo dall’Integrazione di Sistemi, questo dà un’impronta molto tecnica all’azienda, inoltre non siamo né troppo piccoli né grandi, questo ci conferisce solidità e affidabilità ma allo stesso tempo abbiamo mantenuto l’attenzione per ogni singolo brand e la completa conoscenza di ogni prodotto che vendiamo. Questo ci consente di seguire il cliente passo passo, di affiancarlo specialmente nella fase pre vendita. Infatti, se per Taiden siamo spesso la prima scelta, cioè il cliente viene da noi
per quel determinato marchio, per altri siamo un’alternativa ma che si rivela subito qualificata quando spieghiamo il prodotto. E sappiamo bene che non tutti i progetti sono enormi e non tutti richiedono soluzioni top di gamma... il mercato è pieno di installazioni piccole e medie, di ambienti per i quali “fare il meglio” significa trovare il giusto bilanciamento tra semplicità ed efficienza. Anche per le riparazioni, per quanto rare, spesso preferiamo direttamente la sostituzione, mentre per Taiden, marchio più complesso e costoso, offriamo già in partenza cinque anni di garanzia. Vogliamo fare un breve excursus dei marchi che distribuite?
In primis, ovviamente, nomino Taiden con cui lavoriamo dall’inizio, azienda serissima del settore conferencing con cui condividiamo progetti e supporto tecnico, conosciuta per i prodotti affidabili e direi “furbi”, in quanto includono più funzionalità in un solo device. Nel 2018 è arrivata VHD per le telecamere: oramai ci arrivano ordini quotidiani e nell’arco di due anni è divenuto il nostro secondo marchio più importante; Rocware, che vedete nel nostro catalogo, è semplicemente un cugino: un marchio di
VHD produttore di OEM. LB per gli altoparlanti da incasso e a colonna, di altissima qualità e con componentistica Made in Italy, marchio tedesco come anche Dspecialists per matrici audio digitali. Ci tengo a citare Rio Labs, il nostro marchio proprietario di matrici 8x8 e 16x16 con DSP, con ottimo rapporto qualità prezzo, ora che è conosciuto ci sta dando tante soddisfazioni, e naturalmente Aten per la quale siamo il riferimento per matrici modulari e seamless. In anteprima ha partecipato anche Maxhub, la nuva distribuzione delle sue apparecchiature UC inizierà a gennaio 2023.
A cosa brinderete stasera, dopo la riunione con i clienti?
Dopo il meeting nel quale spiegheremo le ragioni e modalità del cambio di nome daremo la parola ad alcuni nostri fornitori, per passare poi agli incontri one to one. Abbiamo tantissimi ospiti, oggi siamo circa un centinaio e questo grande successo ci sta dando l’idea di riproporre con cadenza annuale questo momento di incontro. Siamo davvero entusiasti. Stasera brinderemo a Vicomm naturalmente, ma soprattutto ai nostri clienti e partner che ci hanno permesso di arrivare fino a qui.
Vivaldi Comm – Vicomm
L’azienda nasce a Noventa di Piave (VE) nel 2016 e da subito si afferma come distributore di tecnologie audio/ video innovative. Opera nel mercato professionale audiovisivo e IT, forte di una competenza tecnica di prodotto e di progetto derivante da anni di esperienza pregressa.
Vivaldi Comm offre applicazioni di alto profilo tecnologico per sale riunioni, aule congressuali, auditoria, sale consiliari della Pubblica Amministrazione ed eventi multimediali. Offre, inoltre, soluzioni per la traduzione simultanea, l’audio e video over IP e la videoconferenza IP.
Dalla sua nascita ha conosciuto una costante crescita e viene scelta di anno in anno da sempre più professionisti per la sua capacità di proporre la migliore combinazione tra prestazioni, qualità dei prodotti e semplicità d’utilizzo. Punti di forza dell’offerta aziendale sono il supporto alla progettazione, l’assistenza pre e post vendita, il continuo affiancamento al cliente fino alla creazione di una vera e propria partnership.
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Vivaldi Comm - Vicomm
The company was established in Noventa di Piave (VE) in 2016 and immediately established itself as a distributor of innovative audio / video technologies. It operates in the professional audio-visual and IT market, with a strong technical product and project competence deriving from years of previous experience.
Vivaldi Comm offers high-tech applications for meeting rooms, congress halls, auditoria, public administration boardrooms and multimedia events. It also offers solutions for simultaneous translation, audio and video over IP and IP videoconferencing. Since its inception it has experienced constant growth and is chosen from year to year by more and more professionals for its ability to offer the best combination of performance, product quality and ease of use. The strengths of the company offer are the design support, pre and post sales assistance, continuous support for the customer up to the creation of a real partnership.
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From Vivaldi Comm to Vicomm
Evolve without forgetting the roots
After seven years of activity, Vivaldi Comm has decided to change gear and therefore change its name, headquarters, and expand its reference sector. Without changing identity of course
We interviewed Matteo Nardini during the event that Vivaldi Comm organised on October 19th, to share some important changes within the company with customers and partners.
The most evident and significant of the directions taken is the change of name, which will pass from Vivaldi Comm to Vicomm, to establish a stronger identity as a distributor. Not that the company has not reached important milestones and affirmed its orientation to date, but the development of recent years has made it feel the need to reaffirm its status as a distributor.
The event on 19th October was, not surprisingly, the first for Vivaldi Comm: in the enchanting setting of Villa Braida in the Venetian province, a Palladian residence with a large garden, guests were able to enjoy a few hours of an almost summery climate. It started with a general meeting to share the changes taking place and some presentations of the main partners and suppliers of the company, and ended with a tour of the area dedicated to vendors and an evening of celebration for everyone.
But let's pass the mic over to Matteo Nardini, Sales Director of Vicomm: “We
have chosen this place to share a piece of our being Venetian with our guests, who come from all over Italy. For us it is a very important moment: today we will announce the new name that will sanction a new course but in continuity with the work done to date, that is the basis that has allowed us to get here. "
Do we want to retrace this path?
Matteo Nardini - Vivaldi Comm was born in 2016 after an important order and thanks also to the relationships established through Taiden, one of the most important brands that we still deal with and which at the time opened the doors of distribution to us. Edoardo Girotto, founder of Vivaldi srl a manufacturer - and me, developed of audio systems based in Noventa di Piave - developed the idea and started a new business with the name Vivaldi Comm, also taking inspiration from our past experiences.
Why open a new distributor when Vivaldi was already giving you so much satisfaction?
Vivaldi produces audio and home automation equipment, and operates mainly in the electrical world: it has excellent insights into design studios, plant engineers and
experts. Relevant orders move through this channel, and these operators often arrive first on projects: one of the partners wanted to open a new business capable of intercepting orders of this nature, hence the idea of giving life to Vivaldi Comm as a Pro AV distributor.
Compared to other distributors, it is precisely the connection with the electricity world that has given value to the company, giving us the opportunity to intercept a series of opportunities from that sector.
And how did it go?
The intuition was successful: the collaboration with Taiden was crucial, we began to structure ourselves and the brands distributed multiplied: first Zevee, then came VHD, a brand of cameras for conference rooms, meeting rooms, etc. In 2018 we won the first important order, the meeting rooms of the Lombardy Region, a great job that also allowed us to expand our visibility and the portfolio of distributed brands. We were also able to brilliantly overcome the pandemic thanks to the VHD cameras, which were in great demand for applications related to hybrid work, and which allowed us to maintain a useful margin for the stability of the company. With the growth, the need to structure ourselves better also arose.
So why did you decide on a change, in the name but which symbolises a programmatic change?
Growth has highlighted our specialities and the connection with the electrical world: there has never been an overlap with Vivaldi because the two companies have always worked on different levels, moreover Vivaldi
is only a minimal customer of Vivaldi Comm However, if on the one hand such a similar name has created some confusion among customers, on the other it was necessary to distance oneself from the electrical world, to give a clear signal that the market we frequent is not that of "interchangeable" products but that of the valued brand, of the technical assistance, of the constant support to the customer. So another level and another type of work, with no room for competition, let's call it that, on the electrical side. Especially in the South, in fact, the contact with the electric world is more marked, and we wanted to eliminate any misunderstanding.
So from Vivaldi Comm to Vicomm ... The new name Vicomm wishes to reaffirm the company's roots but, at the same time, to point out a change. For this reason, as well as for administrative and organisational reasons, the two names will be in coexistence until the end of the year, and from January we will only use Vicomm. Furthermore, we are expanding the workforce: at the moment there are five of us, there’s me who takes care of sales, Michela Barbieri takes care of Administration, Elvira Pontillo is Sales Manager, Riccardo Vanin is our Product Manager, Davide Trevisol is dedicated to the warehouse and Elisa Migotto is our Marketing Manager. Now we are looking for a second Product Manager. Then in January we’ll launch the new website and also change location.
Vivaldi Comm's main business has always been the corporate sector. Will the move to Vicomm also sanction an
enlargement or shift of focus?
Yes, the goal is precisely to expand the reference market and also approach museums, exhibitions,, hospitality, or the world of training.
And once the transition is complete, will Vicomm's peculiarities and reasons for contacting you be the same as before or different?
Almost all of us come from Systems Integration, this gives a very technical imprint to the company, we are neither too small nor large, this gives us solidity and reliability but at the same time we have kept attention to each individual brand and complete knowledge of every product we sell. This allows us to follow the customer step by step, to support them especially in the pre-sale phase. In fact, if for Taiden we are often the first choice, that is, the customer comes to us for that particular brand, for others we are an alternative but which is immediately qualified when we explain the product. And we know that not all projects are huge and not all require top-of-the-range solutions ... the market is full of small and medium-sized installations, of environments for which "doing the best" means finding the right balance between simplicity and efficiency. Even for repairs, although rare, we often prefer replacement directly, while for Taiden, the more complex and expensive brand, we offer a five-year warranty from the outset.
Shall we have a brief overview of all the brands you distribute?
First of all, of course, I appoint Taiden with whom we have been working from the
beginning, a very serious company in the conferencing sector with which we share projects and technical support, known for reliable products and I would say "smart", as they include more features in a single device. In 2018, VHD arrived for cameras: now we receive daily orders and within two years it has become our second most important brand; Rocware, which you’ll see in our catalogue, is simply a cousin: a brand of OEM manufacturer VHD. I would also like to mention LB for in-wall and column loudspeakers, of the highest quality and with Made in Italy components, German brand as well as Dspecialists for digital audio arrays.. I would like to mention Rio Labs, our proprietary brand of 8x8 and 16x16 matrices with DSP, with excellent value for money, and of course Aten for which we are the reference for modular and seamless matrices. Maxhub was presente as a preview: the new distribution of its UC equipment will start in January 2023.
What are you going to toast tonight after the customer meeting?
After the meeting in which we will explain the reasons and methods of the name change we will give the floor to some of our suppliers, to then move on to one-toone meetings. We have many guests, today we’ll be about a hundred, and this great success is making us consider doing this annually. We are really excited. Tonight we will drink to Vicomm of course, but above all to our customers and partners who have allowed us to get this far.
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Il mercato è pieno di installazioni piccole e medie, di ambienti per i quali “fare il meglio” significa trovare il giusto bilanciamento tra semplicità ed efficienza
PASSIONE E RICERCA COME STILE DI VITA
Chiara Benedettini e Matteo FontanaIntervista a Franco Stacchiotti, Presidente e CEO di Euromet
“Passione” è la parolachiave che torna più volte nel corso della chiacchierata con Franco Stacchiotti, fondatore di Euromet. Sul biglietto da visita scriverebbe, forse: “Appassionato di meccanica”, che poi è il suo modo per dire “sognatore”…
Una figura allo stesso tempo semplice e complessa, immediata e stratificata: ecco Franco Stacchiotti, fondatore e anima di un marchio che fa del Made in Italy la sua bandiera, anche nella meccanica applicata allo spettacolo e all’AV: Euromet. Negli anni abbiamo imparato a conoscere il suo carattere schivo: ci si aspetterebbe un “Barone”, un “Signore della meccanica” in grado di dare lezioni a tutti ma, quando lo abbiamo intervistato affiancato dalla sua arguta e simpaticissima consorte, Franco si rivela un conversatore tanto amabile quanto impacciato, tanto brillante nella sua aneddotica, e nello spirito con cui risponde alle domande, quanto timido e riservato quando si tratta di rievocare i successi. Perché in fondo (lo si capisce benissimo fin da subito), a lui non interessano tanto le soluzioni già trovate, quanto piuttosto quelle ancora da trovare;
si stanca presto di parlare delle sfide vinte, mentre gli brillano gli occhi non appena gli si para davanti la possibilità di una sfida ancora da intraprendere. Anche adesso, avendo sorpassato i 70 anni, che sta pensando a una “quasi tranquilla” pensione, anche se rimandata a data da destinarsi.
Qual è la sua storia “creativa”?
La mia storia parte con la fine dell’azienda dove ero dipendente, facevo l’attrezzista e il meccanico nel campo degli accessori per la musica. Purtroppo venne a mancare il titolare, dopo appena un paio d’anni che lavoravo lì, ero giovane allora… Insomma, le cose si stavano mettendo male. Io non avevo esperienza nel gestire le aziende, ma avevo passione: sì, ero appassionato di meccanica, adoravo ideare soluzioni alle problematiche che si presentavano. Così con alcuni soci nel 1983 abbiamo fondato Euromet, e ho cominciato a sviluppare soluzioni, più che prodotti, per il mondo della musica: stativi e leggii, supporti per strumenti musicali ecc.
Un argomento molto interessante: soluzione o prodotto? Cosa viene prima? Prima di tutto vengono le idee. Se ti sottopongono una problematica, la sfida è avere l’idea giusta, che combini semplicità ed efficacia. Mi sono sempre divertito a realizzare le idee che avevo. A quei tempi, per fare un esempio, iniziava la telefonia, si stava passando alla tastiera elettronica da quella elettromeccanica, si stavano sviluppando le prime soluzioni di vivavoce, di numeri in memoria eccetera. Allora, in affiancamento al filone principale per la musica, feci una delle prime tastiere elettroniche e sviluppai anche
un modello di telefono da tavolo... all’epoca era qualcosa di futuristico, di innovativo. Ma quindi, come è iniziata la sua carriera, con un’idea o con un prodotto?
Il mercato detta le sue richieste, io ho sempre cercato le soluzioni meccaniche più adatte ad assecondarle, di volta in volta. Occorre unire genialità a semplicità, il prodotto più semplice è sempre il più apprezzato. I supporti per musica che costruivo all’inizio della mia carriera, infatti, venivano apprezzati per funzionalità e durata. La durata di un prodotto è un altro aspetto importantissimo, distingue un lavoro magari volutamente dozzinale (ci sono aziende che fanno prodotti che costano poco e durano altrettanto) da un lavoro artigianale, fatto con passione, per dare al cliente un prodotto che potrà utilizzare per dieci o più anni.
Oggi Euromet è molto conosciuta nel mondo del video e, in particolare, della videoproiezione, per i supporti per proiettori, Come siete entrati in questo settore? Come dicevo, all’inizio facevamo soprattutto pezzi d’élite, senza fare grandi numeri, anche perché si sentiva già la concorrenza dell’estremo Oriente, con prodotti qualitativamente infiori ma capaci di riempire il mercato. Allora, per non scendere sul terreno di questi produttori, abbiamo deciso di mantenere la nostra qualità ma diversificando, e ci siamo dedicati anche al video oltre che all’audio, per avere un più ampio parco prodotti. Mi sono concentrato sui supporti per i proiettori e ho realizzato UFO: consentiva di regolare la posizione del proiettore stringendo semplicemente una sfera dentro un cono, con un fermo, e si poteva sia appenderlo a soffitto che montarlo su tralicci. Per diversi anni ci ha dato grande soddisfazione, poi ovviamente… in tanti ci hanno copiati!
È il destino delle buone idee, no? Quello di essere riprese da altri…
È inevitabile, infatti bisogna sperimentare e crescere sempre, mettersi alla prova, accettare le sfide del mercato e farle proprie…
Ad esempio, nel 2009 abbiamo lanciato il famoso Arakno, per reagire al fatto che ci avevano copiato UFO: grazie alle sue viti filettate è possibile regolare la disposizione di un videoproiettore al millimetro, e su tutti gli assi, replicando il successo di UFO.
Si presta molto a piccoli e medi proiettori, mentre negli ultimi anni ci stiamo concentrando sulle gabbie per videoproiettori di grande formato e maggior peso.
Una volta messa a fuoco l’idea, quali altri fattori determinano la buona riuscita di un prodotto?
È importantissima la scelta dei materiali, non devono consumarsi o creare attriti
Noi di solito scendiamo in campo quando ci sono da trovare soluzioni nuove: Euromet non fornisce cose che già esistono, ma progetta prodotti che vanno a coprire delle esigenze non ancora soddisfatteFranco Stacchiotti con la sua simpaticissima consorte
indesiderati. E poi occorre lavorare in partnership coi grandi marchi, per poter sperimentare le soluzioni più efficaci. Noi abbiamo lavorato tanto con Christie, Panasonic, che ci ha messi alla prova con richieste molto particolari…
E anche con NEC, con Epson… Per ogni marchio abbiamo studiato soluzioni dedicate. Abbiamo cercato di offrirne di sempre più sofisticate mantenendo compattezza e funzionalità: i prodotti non devono essere difficili da montare e da usare.
E al di là dei proiettori?
C’è il filone molto interessante dei grandi monitor: non solo devono poter essere appesi, ma con il loro maggior impiego in ambito Corporate, devono anche poter stare su supporti a terra ed essere movimentati in sicurezza. Abbiamo quindi sviluppato ottime strutture, anche per LEDwall di grandi dimensioni. Noi di solito scendiamo in campo quando ci sono da trovare soluzioni nuove: Euromet non fornisce cose che già esistono, ma progetta prodotti che vanno a coprire delle esigenze non ancora soddisfatte.
(La Signora Stacchiotti alza gli occhi al cielo, sorride: ci sembra di intuire un suo pensiero per le tantissime ore di lavoro profuse da Franco nello sviluppo dei suoi prodotti!)
C’è qualche prodotto in questo settore di cui va particolarmente fiero?
Per me la fase veramente bella è quella dell’ideazione e dello sviluppo, lì ci metto tutta la passione… e Volta credo sia
un’ottima soluzione a un problema comune. È nato nel 2019-2020, e oggi è affiancato da Opera, presentato a ISE 2022.
Il sistema di frizione si può tarare in base al peso del monitor, così da poterlo spostare e ruotare con un dito. Possiamo anche lasciare il monitor in posizione libera, ma rimane lo stesso bloccato. Il brevetto si chiama Sistema Turn, permette di ruotare a mano libera anche monitor touch molto pesanti in totale sicurezza, senza blocchi.
Voi di Euromet come affrontate il problema della scarsità di materiali in questo periodo?
La difficoltà c’è, non si può negare. Oggi è oggettivamente più difficile reperire le materie prime, e aggiungo che il mercato globale è sempre più squilibrato, per via della concorrenza di Paesi lontani che sfruttano ampie risorse. Noi stiamo sperimentando materiali nuovi, cercando di adattare i prodotti alle materie che abbiamo in favore dei progetti, che hanno delle scadenze e delle date da rispettare. Abbiamo l’umiltà di adattare le nostre tecnologie alle esigenze dei clienti (e dei prodotti!), e sappiamo a chi rivolgerci per determinate lavorazioni, sfruttando l’indotto. Ovviamente, quando possiamo, costruiamo tutto internamente, coi nostri macchinari.
L’indotto è importante per Euromet?
Si molto: la Regione Marche ha una importante storia negli strumenti musicali, da alcune aziende tradotta anche in produzione
e distribuzione di marchi audio e lighting. Noi siamo nati qui per rispondere alle loro esigenze e, solo in seguito abbiamo iniziato a lavorare su altri filoni, approcciando anche i mercati internazionali, ma abbiamo sempre mantenuto la nostra sede e fabbrica di Loreto, nella provincia di Ancona.
Oggi infatti Euromet è distribuita in 60 Paesi, compresi alcuni che producono prodotti per le medesime applicazioni.
L’indotto è importante anche come risorsa: lavoriamo solo nell’ambito del Made in Italy e, per fortuna, qui intorno ci sono ancora tante aziende che, in caso di necessità particolari, possono darci il supporto necessario.
Per concludere, ci permetta una domanda “impegnativa”: come si costruisce un’azienda di successo e di prestigio come Euromet?
(Sorride, vorrebbe evitare di rispondere ma, pungolato anche da sua moglie, si decide - ndr) Beh, a questi risultati si arriva grazie alla passione, ma anche al supporto della famiglia. Per me fare ricerca è un modo di vivere. Inoltre, bisogna mettere al posto giusto le persone giuste e dare fiducia a chi merita. Infine, per scelta abbiamo sempre prediletto la qualità: i nostri prodotti durano dieci e più anni, ben oltre alle esigenze dell’utilizzatore. Si tratta di una scelta, ovviamente noi costiamo di più, ma sul lungo periodo, è una scelta che ha pagato!
www.euromet.com
Euromet
L’azienda nasce agli inizi degli anni 60 con il nome originario di MET, il core business era la produzione di soluzioni elettrotecniche per strumenti musicali; nei primissimi anni 80 a seguito della scomparsa improvvisa del titolare l’azienda chiuse e nel 1983 l’attuale titolare Stacchiotti con alcuni altri dipendenti fondarono l’attuale Euromet. Euromet fino alla metà degli anni 90 ha operato nel mercato Musicale, dopo il core business si spostò verso la produzione di nuove soluzioni integrate per installazione e AV. Oggi Euromet è presente in oltre 60 Paesi nel mondo, vanta una fama internazionale nel settore professionale e gode delle partnership con le multinazionali del settore AV, il “Made only in Italy”, la qualità e garanzia fino a 5 anni, il servizio sono i suoi punti cardine.
Euromet
The company was founded in the early 1960s with the original name of MET, the core business was the production of electrotechnical solutions for musical instruments; in the early 80s following the sudden death of the owner, the company closed and in 1983 the current owner Stacchiotti with some other employees founded the current Euromet. Euromet, until the mid 90s, operated in the Music market, after the core business it moved towards the production of new integrated solutions for installation and AV. Today Euromet is present in over 60 countries around the world, boasts an international reputation in the professional sector and enjoys partnerships with multinational companies in the AV sector, the "Made only in Italy", quality and warranty up to 5 years, service is at the core.
PASSION AND RESEARCH AS A WAY OF LIFE
Interview with Franco Stacchiotti, Euromet President and CEO
“Passion” is the key word that comes round several times during the chat with Franco Stacchiotti, founder of Euromet. On his business card he would write, perhaps: "Passionate about mechanics", which is his way of saying "dreamer" ...
Afigure that is both simple and complex, immediate and layered: here is Franco Stacchiotti, founder and soul of a brand that makes Made in Italy its flag, also in the mechanics applied to entertainment and AV: Euromet. Over the years we have got to know his shy character: we would expect a "Baron", a "Lord of mechanics" able to give lessons to everyone but, when we interviewed him, flanked by his witty and very nice wife, Franco turns out to be a conversationalist as amiable as he is awkward, as brilliant in his anecdotal ways, and in the spirit with which he answers questions, as shy and reserved when it comes to recalling successes. Because after all (it is very clear right away), he is not so much interested in the solutions already found, but rather those still to be found; he soon gets tired of talking about the challenges he has won, while his eyes shine as soon as the possibility of a challenge yet to be undertaken appears in front of him. Even now, having passed the age of 70, he is thinking of an "almost peaceful" retirement, even if postponed until a later date.
What is his "creative" story?
My story starts with the end of the company where I was an employee, I was a toolmaker and mechanic in the field of music accessories. Unfortunately, the owner passed away, after just a couple of years working there, I was young then ... In short, things were going badly. I had no experience in managing companies, but I had a passion: yes, I was passionate about mechanics, I loved devising solutions to the problems that arose.
So with some partners in 1983 we founded Euromet, and I began to develop solutions, rather than products, for the world of music: stands and lecterns, stands for musical instruments, etc.
A very interesting topic: solution or product? What comes first?
Ideas come first. If you are presented with a problem, the challenge is to have the right idea, which combines simplicity and effectiveness. I've always enjoyed realising the ideas I had. At that time, to give an example, telephony began, the electronic keyboard was passing from the electromechanical one, the first hands-free solutions, memory numbers and so on were being developed. Then, alongside the main trend for music, I made one of the first electronic keyboards and also developed a desk
phone model ... at the time it was something futuristic, innovative.
So, how did your career start, with an idea or a product?
The market dictates its demands, I have always looked for the most suitable mechanical solutions to satisfy them, from time to time. It is necessary to combine genius with simplicity, the simplest product is always the most appreciated. The music stands that I built at the beginning of my career, in fact, were appreciated for their functionality and durability. The duration of a product is another very important aspect, it distinguishes a work that is perhaps deliberately cheap (there are companies that make products that cost little and last as long) from a craftsmanship, done with passion, to give the customer a product that can be used for ten or more years.
Today Euromet is well known in the world of video and, in particular, of video projection, for projector supports. How did you enter this sector?
As I said, at the beginning we mainly made elite pieces, without making large numbers, also because we were already feeling the competition from the Far East, with lower quality products but capable of filling the market. So, in order not to go down on the terrain of these producers, we decided to maintain our quality but also diversifying, and we also dedicated ourselves to video as well as audio, to have a wider range of products. I focused on projector supports and made UFO: it allowed you to adjust the position of the projector by simply squeezing a sphere inside a cone, with a catch, and you could either hang it from the ceiling or mount it on trusses. For several years it has given us great satisfaction, then obviously… many have copied us!
It's the fate of good ideas, isn't it? That of being filmed by others ...
It is inevitable, in fact we must always experiment and grow, put ourselves to the test, accept the challenges of the market and make them our own ...
For example, in 2009 we launched the famous Arakno, to react to the fact that they had copied UFO: thanks to its screws threaded you can adjust the arrangement of a video projector to the millimetre, and on all axes, replicating the success of UFO. It lends itself very well to small and medium projectors, while in recent years we have been focusing on cages for large format and heavier projectors.
Once the idea is in focus, what other factors determine the success of a product?
The choice of materials is very important, they must not wear out or create unwanted friction. And then it is necessary to work in partnership with the big brands, in order to experiment with the most effective solutions. We have worked a lot with Christie, Panasonic, who put us to the test with very particular requests… And also with NEC, with Epson… For each brand we have studied dedicated solutions. We have tried to offer more and more sophisticated ones while maintaining compactness and functionality: the products must not be difficult to assemble and use.
And beyond the projectors?
There is the very interesting trend of large monitors: they need to be hung, but also be able to, but with their greater use in the Corporate sector, they must also be able to stand on ground supports and be handled safely. We have therefore developed excellent structures, even for large LED walls. We usually go out into the field when there are new solutions to be found: Euromet does not supply things that already exist, but designs products that cover needs that have not yet been met. (Mrs. Stacchiotti raises her eyes to the sky, she smiles: we seem to intuit a thought of her for the many hours of work spent by Franco in the development of the products!)
Is there any product in this sector that you are particularly proud of?
For me the really beautiful phase is conception and development, I put all my passion there ... and I think Volta is an excellent solution to a common problem. It was born in 2019-2020, and today it is joined by Opera, presented at ISE 2022. The clutch system can be calibrated according to the weight of the monitor, so that it can be moved and rotated with a finger. We can also leave the monitor in a free position, but it remains locked. The patent is called Turn System, it allows you to freely rotate even very heavy touch monitors in total safety, without blocks.
How do you at Euromet deal with the shirtage of materials in this period?
The difficulty is there, it cannot be denied. Today it is objectively more difficult to find raw materials, and I would add that the global market is increasingly unbalanced, due to the competition from distant countries that exploit vast resources. We are experimenting with new materials, trying
to adapt products to the materials we have in favour of projects, which have deadlines and dates to be met. We have the humility to adapt our technologies to the needs of customers (and products!), And we know who to turn to for certain processes, taking advantage of the related activities. Obviously, when we can, we build everything internally, with our machinery.
Is the related business important for Euromet?
Yes a lot: the Marche Region has an important history in musical instruments, also translated by some companies into the production and distribution of audio and lighting brands. We were born here to meet their needs and only later we started working on other areas, also approaching international markets, but we have always kept our headquarters and factory in Loreto, in the province of Ancona. Today, Euromet is distributed in 60 countries, including some that produce products for the same applications. The related industries are also important as a resource: we only work in the field of Made in Italy and, fortunately, there are still many companies around here that, in case of special needs, can give us the necessary support.
To conclude, allow us a "challenging" question: how do you build a successful and prestigious company like Euromet?
(He smiles, he would like to avoid answering but, being prodded by his wife, he decides to say) Well, these results are achieved thanks to passion, but also to the support from family. For me, research is a way of life. Also, you need to put the right people in the right place and trust those who deserve it. Finally, by choice we have always preferred quality: our products last ten or more years, well beyond the user's needs. It is a choice, of course we cost more, but in the long run, it has paid off!
It is necessary to combine genius with simplicity, the simplest product is always the most appreciated
Il Digital Signage integrato sta diventando cruciale in un numero sempre più elevato di mercati. Integratori di sistemi, piattaforme Cloud, software: tutto sembra in fase di ridefinizione, ma verso quale scenario? Questo l’interrogativo di partenza del Digital Signage Summit Europe 2022
Cos’è il
Digital Signage oggi, cosa sarà domani
Raffaele PavoniDigital Signage Summit Europe 2022
Il DDS si è svolto a Monaco di Baviera tra il 6 e il 7 luglio, organizzato da Invidis Cunsulting e Integrated Systems Events, ritornato in presenza dopo la pausa degli ultimi due anni.
Come di consueto il programma si è svolto su due giorni proponendo vari “track”, tra tendenze green del DS e molto, molto networking anche con gli oltre 15 partner, tra cui Wapiiti, Samsung, Sharp/NEC, LG, Brightsign ecc.
L’idea di base di questa edizione è stata la natura “business-critical” del Digital Signage, ossia la convinzione che il Digital Signage sia diventato parte integrante di molti e molto diversi modelli di business, e che i requisiti tecnologici da soddisfare siano diventati più alti rispetto al passa-
to. Al contempo, le richieste da parte del mercato sono sempre più specifiche, e per rispondere efficacemente si impone un’offerta sempre più customizzata.
Florian Rotberg e Stefan Schieker, presidenti del DSE, non hanno dubbi: emblematici, dicono i due, sono i breakdown del Digital Signage all’aeroporto di Gatwick (Londra), a un McDonald’s di Monaco, a una stazione dei treni di Teheran.
Tutti questi esempi hanno portato alla chiusura temporanea del servizio, e ci dimostrano l’importanza strategica dell’industria del Digital Signage come fattore decisivo per le sorti del proprio business.
In questo senso, nota Schieker, il cambiamento non è insito tanto nelle tecno -
logie, quanto nel loro ruolo all’interno di un contesto lavorativo, sociale, o relazionale in senso lato. In questa direzione, per esempio, va anche il tema dell’API (Application Programming Interface), ricorrente e percepito come centrale da molti dei partecipanti della kermesse tedesca, così come quello delle tecnologie cosiddette “failure-proof”, capaci di comunicare e riparare da remoto un eventuale errore di sistema.
A ciò si aggiungano, poi, le sfide a breve termine, come i problemi della catena di approvvigionamento e dell'inflazione, che spingono a interrogarsi ulteriormente sull’evoluzione a lungo termine di un settore già profondamente mutato rispetto a pochi anni fa. Quello che era iniziato come un
mercato “hang-and-bang” si è infatti sviluppato in complessi sistemi di Connected Signage (DS 3.0), fino all’ormai prossimo cosiddetto “Digital Signage 4.0”. Diventa necessario, in questo senso, sia monitorare l'attuale stato di consolidamento delle tecnologie e dei mercati, sia ripensare il nuovo ruolo degli integratori e dei dipartimenti IT, e i modelli di business che sembrano più praticabili nella direzione di sistemi tecnologici più semplificati e accessibili. Frequente, sempre sotto lo stimolo della crisi internazionale in atto, anche il tema della salvaguardia ambientale e della riduzione dei consumi. Particolarmente interessante, in questo senso, il panel “Riparazione, riutilizzo, ristrutturazione - Reinventare il ciclo di vita dell'hardware”, dove si parte dal presupposto che i CEO di solito conoscono molto bene i costi IT, ma quasi nessuno conosce i costi energetici, che dovranno a brevissimo termine entrare nelle agende dei dirigenti.
Nuova e interessante anche la sezione Market Compass, che propone degli approfondimenti a tema geografico sui paesi del Nord Europa, sulle aree DACH (germanofone), sul Nord America, sul Medio Oriente e sul Regno Unito “post-Brexit”. Importanti anche i "Deep Dive" su metaverso e green signage, oltreché il panel sui sensori IoT e il cosiddetto pDooH (programmatic Digital Out of Home), evoluzione del DooH che punta ad automatizzare il processo di acquisto, vendita e consegna di prodotti su schermi digitali.
Sono stati infine assegnati gli Strategy Awards, premio annuale che celebra l'eccellenza nel settore in sei categorie (“spazi condivisi”, “segnaletica verde”, “business critical”, “innovazione”, “astro nascente”, “leadership di settore”).
Digital Signage Summit Europe
L’edizione del 2022 si è svolta il 6 e il 7 luglio scorsi all’Hilton Airport di Monaco, in Germania, sotto la presidenza di Florian Rotberg e Stefan Schieker (Invidis consulting) e con una partecipazione che ha visto più di 300 leader internazionali del settore, 70 relatori e 20 espositori. É organizzata da Invidis Consulting e Integrated Systems Events, la società che organizza ISE e che ha acqisito Invidis alcuni anni fa. Come dice Rotberg, “ad oggi, abbiamo pianificato e ospitato più di 40 conferenze DSS dal 2006 in tutto il mondo. Gli argomenti e il concept della conferenza sono in continua evoluzione, in sincronia con le mutevoli esigenze dei clienti e con il cambiamento della domanda. Le sessioni della conferenza si sono evolute, dopo la pandemia, per diventare più brevi e di maggiore impatto, poiché ci siamo abituati a un apprendimento ridotto ma sostanziale”. A proposito di pandemia: la manifestazione si è svolta offline, per la prima volta dopo tre anni, e così sarà nel futuro.
“Abbiamo preso questa decisione – precisa Rotberg - in quanto una delle principali attrazioni di DSS Europe è il networking di alta qualità, che è di grande valore per i partecipanti.”. Sui contenuti, infine, Rotberg annuncia: “alla prossima conferenza parleremo sicuramente di sharing spaces, green signage e business critical, ma aggiungeremo anche il tema dei servizi, piattaforme e contenuti!”
The 2022 edition took place on 6 and 7 July last at the Hilton Airport in Munich, Germany, under the presidency of Florian Rotberg and Stefan Schieker (Invidis consulting) and with an participation that saw more than 300 international leaders of the sector, 70 speakers and 20 exhibitors. It is organised by Invidis Consulting and Integrated Systems Events, the company that organises ISE and which acquired Invidis a few years ago.
As Rotberg says, “To date, we have planned and hosted more than 40 DSS conferences since 2006 around the world. The topics and concept of the conference are constantly evolving, in sync with changing customer needs and changing demand. Conference sessions have evolved after the pandemic to become shorter and more impactful as we have become accustomed to reduced but substantial learning.” Speaking of the pandemic: the demonstration took place offline, for the first time in three years, and so it will be in the future. “We made this decision - explains Rotberg - as one of the main attractions of DSS Europe is high quality networking, which is of great value to the participants.” Finally, on the content, Rotberg announces: "at the next conference we will certainly talk about sharing spaces, green signage and business critical, but we will also add the theme of services, platforms and contents!"
Intervista con Florian Rotberg
Noi di Connessioni abbiamo parlato dei temi del momento con Florian Rotberg, e lo abbiamo fatto procedendo per aree chiave
abbiamo parlato a lungo delle soluzioni e dei progetti che stanno definendo i parametri di riferimento per il green signage nel settore.
Quale sarà, secondo lei, il modello di business del futuro? In particolare, le caratteristiche P&P (plug and play) di certi prodotti stanno effettivamente ridefinendo il mercato? Qual è il ruolo dei dipartimenti di integrazione di sistemi in questo nuovo scenario?
mining, sistemi di database, ecc.) o il DS sta diventando più “istituzionalizzato” e orientato alla conoscenza del brand? Qual è la tua opinione su questo argomento?
La raccolta e l'analisi dei dati è diventata un requisito fondamentale per guidare un business efficace e prendere decisioni strategiche. Tuttavia, la maggior parte delle aziende dispone di più dati di quanti ne possano analizzare.
Riteniamo che diventerà essenziale comprendere meglio le intuizioni alla base di questi dati: non cercare, detto altrimenti, di svuotare l’oceano con un cucchiaino, ma di trovare modi più intelligenti per sapere cosa cercare all’interno di questo vasto mare.
DSS EUROPE 2022 ha rappresentato un’opportunità per ridiscutere il presente e il futuro delle regole e dei protocolli del DS. Qual è lo stato dell’arte? Quali sfide attendono le aziende nei prossimi anni? DSS Europe è stata una grande opportunità per l’industria di incontrarsi e discutere dei grandi temi riguardanti il Digital Signage. Le aree chiave che sono emerse nel corso del summit sono tre. La prima è che la tecnologia hardware sta diventando una merce con margini di mercato sempre più ristretti, e le aziende devono guardare sempre più a software e servizi per differenziarsi. Queste offerte le aiuteranno ad aggiungere valore e a consegnare soluzioni creative che permettano ai loro clienti di prosperare. La seconda sfida per la nostra industria è la nuova competizione in atto, che tuttavia può anche essere vista come un’opportunità. Integratori e aziende paneuropee come M-Cube, Trison, Mood Media e Zeta Display stanno costruendo network internazionali, e c’è anche tanta competizione che viene dagli integratori IT (specialmente nei progetti aziendali). Infine, registriamo anche una competizione dai dipartimenti IT dei clienti stessi, in quanto il DS sta diventando business-critical e i clienti vogliono gestire internamente questi sistemi, percepiti come essenziali. Il terzo grande argomento del DSSE è stato, infine, il green signage. Sempre più clienti stanno cercando modi sostenibili di gestire la propria attività e il settore del DS deve assumersi la responsabilità di fornire delle risposte. Durante DSS Europe
Mentre il P&P (o All-in-One) è diventato comune in azienda (collaboration, soluzioni per sale riunioni, ecc.) lo è meno nel retail, nella DooH e in altri sistemi di integrazione verticali. Esiste un grande potenziale per le soluzioni All-in-One (AiO) con schermo LED, che offrono opzioni di installazione più flessibili. Tuttavia le soluzioni LED standalone possono essere piuttosto costose come opzione, e più limitanti quando si tratta di pianificazione e installazione. Questo è vero soprattutto all'interno dei progetti aziendali, in cui la maggior parte dei LED segue una risoluzione e un’aspect ratio standard, e il contenuto principale è spesso composto da presentazioni PowerPoint o da file Excel. Nella maggior parte delle altre applicazioni, AiO non è realmente una soluzione praticabile, poiché la complessità risiede più nell'integrazione di una piattaforma backend (ERP, CRM) e nel monitoraggio e manutenzione delle reti, che nell'installazione della soluzione visiva. Il valore aggiunto per gli integratori riguarda il concept design, l'integrazione di piattaforme di terze parti e l'assistenza e la manutenzione: sono questi i servizi, nel complesso, più ricorrenti.
Durante il summit si è parlato di Intelligenza Artificiale legata al DS, qual è l’obiettivo principale di queste tecnologie?
La loro capacità di apprendere dai comportamenti e dai dati degli utenti. Il vantaggio principale dell'AI è che si tratta di un sistema di apprendimento continuo, che ci consente di combinare più fonti di dati e ci aiuta a sviluppare soluzioni per soddisfare al meglio le richieste dei clienti e i comportamenti degli utenti.
Parlando di dati: c'è una richiesta crescente di questo tipo di servizi (data
In che modo la crisi taiwanese dei microchip ha innescato o rischia di innescare problemi nella catena di approvvigionamento?
La crisi dei microchip continuerà fino al 2023, ma i vincoli di fornitura sono molto meno gravi rispetto a sei mesi fa.
Per i semiconduttori avanzati non ci sono problemi, ma la disponibilità di CPU entry level è ancora critica. Tuttavia, visto che il mondo occidentale si dirige verso la recessione dei prossimi mesi, vedremo un calo della domanda di CPU che migliorerà quindi la disponibilità su tutta la linea.
C'è un grande divario tra le proposte delle aziende e la cultura digitale degli utenti, siano essi aziende o professionisti del settore?
Assolutamente sì. La maggior parte dei casi d’uso del DSè ancora molto elementare, non abbastanza sofisticata.
All'inizio del processo, in realtà, molti clienti chiedono concept creativi e totalmente connessi. Una volta che si rendono conto che gran parte del lavoro consiste nell’alimentare continuamente il sistema con contenuti e dati, generalmente, optano per una soluzione più semplice. L'eccezione a questo sono i grandi clienti aziendali con un'infrastruttura back-end professionale, che quindi possono mettere a disposizione la manodopera, i dati e il budget necessari. Quali sono le sfide più difficili in termini di sicurezza dei dati? È un argomento che interessa davvero i clienti finali o è qualcosa di cui le aziende devono preoccuparsi per mantenere una reputazione?
La sicurezza informatica è sempre molto importante quando vengono elaborati i dati e il DS non fa eccezione. Pertanto, cresce la pressione sui fornitori di DS affinché certifichino le loro operazioni (ISO 27001) per
garantire che i dati di terze parti siano al sicuro. La GDPR e gli altri temi relativi alla privacy dei dati sono obbligatori già da anni e gestiti professionalmente dalla stragrande maggioranza del mercato.
I consumatori rimangono riluttanti a condividere informazioni private con rivenditori e altre organizzazioni, ma questo differisce sostanzialmente da paese a paese.
Torniamo all’ambiente. L'agenda delle aziende IT sembra coinvolgere sempre più spesso i temi della sostenibilità ambientale.
Il green signage, allo stato attuale delle cose, non è un’opzione, è essenziale. Ciò implica un aumento dell'efficienza energetica, una riduzione dell'impatto ambientale (produzione, materiali, logistica) e un consolidamento dell'economia circolare (uso più lungo dei dispositivi, ristrutturazione, riparazione e sostituzione). Attualmente, l'80% della carbon footprint del settore viene prodotta durante la costruzione: è questa la leva principale per migliorare la sostenibilità.
A due anni dall'inizio della pandemia, quali sono le principali innovazioni e limiti nel nostro utilizzo della tecnologia? Come sono cambiate le richieste degli utenti? È interessante notare che il comportamento degli utenti è cambiato molto meno di quanto ci aspettassimo inizialmente. I touch screen vengono nuovamente utilizzati per ordinare cibo nei fast food, ai clienti piace tornare nei negozi fisici, e gli ambienti offline e online (tramite digital e mobile signage) devono essere completamente integrati. I consumatori si aspettano un’esperienza senza interruzioni su tutte le piattaforme. Oggi, tuttavia, i budget sono più limitati, e la crisi energetica, oltre alla guerra in Ucraina, sta danneggiando l'economia globale. Le sfide economiche hanno sostituito i problemi della pandemia, e questo sta avendo un effetto a catena sugli investimenti nel DS. Quale sarà il futuro delle tecnologie XR, AR e VR?
La realtà aumentata (AR) è un partner ideale per il DS, in quanto collega il mondo reale e virtuale, riunendoli in nuovi concept utili per tutto il comparto (si pensi solo ai camerini virtuali creati dai grandi rivenditori di moda). La realtà virtuale (VR) si è invece rivelata più difficile da implementare nei punti vendita e negli spazi pubblici; forse questo cambierà con la crescente popolarità del Metaverso.
https://digitalsignagesummit.org
Signage
The DDS took place in Munich between 6 and 7 July, organised by Invidis Consulting and Integrated Systems Events, which returned to taking place in person, after the hiatus of the last two years. As usual, the programme took place over two days offering various "tracks", including green trends in the DS and industry trends, and a lot of networking with over 15 partners, including Wapiiti, Samsung, Sharp / NEC, LG , Brightsign etc. The basic idea of this edition was the "business-critical" nature of Digital
Signage, that is the belief that Digital Signage has become an integral part of many and very different business models, and that the technological requirements to be met have become higher than in the past. At the same time, market demands are increasingly specific, and an increasingly customised offer is required to respond effectively.
Florian Rotberg and Stefan Schieker, presidents of the DSE, have no doubts: emblematic, say the two, are the breakdowns
Integrated digital signage is becoming crucial in an increasing number of markets. System integrators, Cloud platforms, software: everything seems to be being redefined, but towards what scenario? This is the starting question of the Digital Signage Summit Europe 2022
What is Digital
today? And what will it be tomorrow?
of Digital Signage at Gatwick airport (London), at a McDonald's in Munich, at a train station in Tehran. All these examples have led to the temporary closure of the service, and show us the strategic importance of the Digital Signage industry as a decisive factor for the fate of your business. In this sense, Schieker notes, change is not inherent so much in technologies as in their role within a working, social, or relational context in a broad sense.
In this direction, for example, the theme of the API (Application Programming Interface) also goes, recurrent and perceived as central by many of the participants of the German event, as well as that of the socalled "failure-proof" technologies, capable of communicating and repairing remotely a possible system error.
Add to this, then, the short-term challenges, such as the problems of the supply chain and inflation, which lead to further questioning about the long-term evolution of a sector that has already profoundly changed compared to a few years ago. What began as a "hang-and-bang" market has in fact developed into complex Connected Signage systems (DS 3.0), up to the now so-called "Digital Signage 4.0".
In this sense, it becomes necessary both to monitor the current state of consolidation of technologies and markets, and to rethink the new role of integrators and IT departments, and the business models that seem more viable in the direction of more simplified and accessible technological systems. There is a running theme of environmental protection and the reduction of consumption, always under the stimulus of the international crisis in progress. Particularly interesting, in this sense, is the panel "Repair, reuse, refurbishment - Reinventing the hardware life cycle", where it is assumed that CEOs usually know IT costs very well, but hardly anyone knows energy costs. This will definitely have to enter the managers' agendas in the very short term. The Market Compass section is also new and interesting, which offers in-depth geographical information on the countries of Northern Europe, on the DACH (German-speaking) areas, on North America, on the Middle East and on the “post-Brexit” United Kingdom. Also important are the "Deep Dives" on metaverse and green signage, as well as the panel on IoT sensors and the socalled pDooH (programmatic Digital Out of Home), an evolution of DooH that aims
to automate the process of purchasing, selling, and delivering digital products on screens. Finally, the Strategy Awards were assigned, an annual award that celebrates excellence in the sector in six categories ("shared spaces", "green signs", "business critical", "innovation", "rising star", "sector leadership").
Interview with Florian Rotberg
What do you think will be the business model of the future? In particular, are the P&P (plug and play) features of certain products effectively redefining the market? What is the role of systems integration departments in this new scenario?
DSS EUROPE 2022 represented an opportunity to re-discuss the present and the future of the rules and protocols of the DS. What is the state of the art? What challenges await companies in the coming years?
DSS Europe was a great opportunity for the industry to meet and discuss not only the major issues relating to Digital Signage, but also the opportunities. There are three key areas that emerged during the summit. The first is that hardware technology is becoming a commodity with ever tighter market margins, and companies must increasingly look to software and services to differentiate themselves. These offerings will help them add value and deliver creative solutions that allow their customers to thrive. The second challenge for our industry is the new competition underway, which however can also be seen as an opportunity. Integrators and pan-European companies such as M-Cube, Trison, Mood Media and Zeta Display are building international networks, and there is also a lot of competition coming from IT integrators (especially in corporate projects). Finally, we also see competition from customers' IT departments themselves, as DS is becoming business-critical, and customers want to manage these perceived essential systems internally. Finally, the third major topic of the DSSE was green signage. More and more customers are looking for sustainable ways of running their business, and the DS industry must take responsibility for providing answers. During DSS Europe we talked at length about the solutions and projects that are setting the benchmarks for green signage in the sector.
While P&P (or All-in-One) has become common in the company (collaboration, meeting room solutions, etc.) it is less so in retail, DooH and other vertical integration systems. There is great potential for LED screen All-in-One (AiO) solutions, which offer more flexible installation options. However, standalone LED solutions can be quite expensive as an option, and more limiting when it comes to planning and installation. This is especially true within corporate projects, where most LEDs follow a standard resolution and aspect ratio, and the main content is often comprised of PowerPoint presentations or Excel files. In most other applications, AiO is not really a viable solution, as the complexity lies more in integrating a backend platform (ERP, CRM) and monitoring and maintaining networks than installing the visual solution. The added value for the integrators concerns the concept design, the integration of third-party platforms and the assistance and maintenance: these are the services that are, overall, most recurrent.
During the summit, there was talk of Artificial Intelligence linked to the DS, what is the main objective of these technologies?
Their ability to learn from user behaviour and data. The main advantage of AI is that it is a continuous learning system, which allows us to combine multiple data sources and helps us develop solutions to better satisfy customer requests and user behaviours.
Speaking of data: is there a growing demand for this type of service (data mining, database systems, etc.) or is the DS becoming more “institutionalised” and brand awareness oriented? What is your opinion on this topic?
Data collection and analysis has become a fundamental requirement for leading an effective business and making strategic decisions. However, most companies have more data than they can analyse. We believe it will become essential to better understand the insights behind this data: not trying, in other words, to empty the ocean with a spoon, but to find smarter ways to know what to look for within this vast sea.
We talked about the key areas of this with Florian Rotberg, so let’s heat from Florian
How has the Taiwanese microchip crisis triggered or
The microchip crisis will continue until 2023, but supply constraints are much less severe than six months ago.
For advanced semiconductors there are no problems, but the availability of entry level CPUs is still critical. However, as the Western world heads into a recession over the next few months, we will see a drop in CPU demand which will therefore improve availability across the board.
Is there a big gap between the proposals of the companies and the digital culture of the users, be they companies or professionals in the sector?
Absolutely yes. Most DS use cases are still very basic and not sophisticated enough. In fact, at the beginning of the process, many customers ask for creative and totally connected concepts. Once they realise that much of the work consists in continuously feeding the system with content and data, they generally opt for a simpler solution. The exception to this is large corporate customers with a professional back-end
infrastructure, which then can provide the necessary manpower, data and budget.
What are the biggest data security challenges? Is this a topic that end customers really care about or is it something businesses need to worry about in order to maintain a reputation?
Cyber security is always very important when data is processed and the DS is no exception. As a result, pressure is growing on DS vendors to certify their operations (ISO 27001) to ensure third-party data is secure. The GDPR and other data privacy issues have been mandatory for years and professionally managed by the vast majority of the market.
Consumers remain reluctant to share private information with retailers and other organisations, but this differs substantially from country to country.
Let's go back to the environment. The agenda of IT companies seems to involve issues of environmental sustainability increasingly more often.
Green signage, as things currently stand, is not an option, it is essential. This implies an increase in energy efficiency, a reduction
DS Business critical: per saperne di più
of the environmental impact (production, materials, logistics) and a consolidation of the circular economy (longer use of devices, renovation, repair, and replacement). Currently, 80% of the sector's carbon footprint is produced during construction: this is the main lever for improving sustainability.
Two years after the start of the pandemic, what are the main innovations and limitations in our use of technology? How have user requests changed?
Interestingly, user behaviour has changed much less than we initially expected.
Touch screens are being used again to order food in fast food outlets, customers like to return to brick-and-mortar stores, and offline and online environments (via digital and mobile signage) need to be fully integrated. Consumers expect a seamless experience across all platforms.
Today, however, budgets are more limited, and the energy crisis, as well as the war in Ukraine, is damaging the global economy. Economic challenges have replaced the problems of the pandemic, and this is having a ripple effect on investment in the DS.
What will be the future of XR, AR and VR technologies?
Augmented reality (AR) is an ideal partner for the DS, as it connects the real and virtual world, bringing them together in new concepts useful for the whole sector (think only of the virtual dressing rooms created by large fashion retailers).
Virtual reality (VR), on the other hand, has proved more difficult to implement in retail outlets and public spaces; perhaps this will change with the growing popularity of the Metaverse.
Parte di questi temi sono oggetto di un volume liberamente scaricabile dal sito dell’associazione. Nel report sono disponibili analisi di mercato relative a molti più paesi rispetto al passato, con un focus speciale su USA e Canada. La sezione Tecnologia è dedicata ai più importanti sviluppi dell'anno, con un capitolo sui sistemi SoC e software. Nella sezione DooH, l’attenzione è invece rivolta agli scenari futuri di Smart City e Programmatic. In Digital Signage 101, infine, è stata compilata per la prima volta una guida per i clienti finali, in particolare per quanto riguarda il settore della vendita al dettaglio. Si tratta, in definitiva, di uno strumento utile per chiunque intenda approcciarsi al mondo del Digital Signage con una consapevolezza delle evoluzioni del mercato, nonché delle tecnologie esistenti e in fase di lavorazione.
DS Business critical: find out more
Part of these issues are the subject of a volume freely downloadable from the association's website. Market analysis is available in the report for many more countries than ever before, with a special focus on the USA and Canada. The Technology section is dedicated to the most important developments of the year, with a chapter on SoC systems and software. In the DooH section, the focus is instead on the future scenarios of Smart City and Programmatic. Finally, in Digital Signage 101 it was compiled as a guide for end customers, particularly with regard to the retail sector. Ultimately, it is a useful tool for anyone who intends to approach the world of Digital Signage with an awareness of market developments, as well as of existing technologies and in the process of being worked on.
is likely to trigger problems in the supply chain?
Preparatevi per ISE 2023
Tutti a Barcellona dal 31 gennaio al 3 febbraio
L’edizione 2023 di Integrated Systems Europe si preannuncia già molto vivace, saranno presenti tantissime novità ma soprattutto la fiera offrirà numerose opportunità di contatto con i leader e gli innovatori del settore AV e dell'Integrazione di Sistemi
ISE tornerà a Barcellona il prossimo febbraio, nella sua collocazione temporale classica, dopo la scorsa edizione nell’inconsueto ma riparatorio maggio, dopo due anni di posticipi e cambi di rotta forzati. Lo spostamento a Barcellona sta segnando anche l’ulteriore evoluzione verso una fiera che parla di applicazione e mercati verticali, di servizi e di opportunità di rispondere attraverso le tecnologie a molte, moltissime necessità. “A ISE 2023 saranno presenti tutte le tecnologie AV professionali legate all’integrazione di sistemi che modellano il nostro modo di vivere, giocare e lavorare.
Si tratta dell’incontro in continua evoluzione tra le tecnologie AV e le reti, integrate in soluzioni creative per trasformare l'industria, il business e lo stile di vita”, ha dichiarato Mike Blackman, Managing Director di ISE. Vedremo dunque come reagiranno mercato e visitatori, e anche come reagirà la città, dato che si parla già di un +30% di spazi occupati rispetto a maggio 2022.
La Multi-Tech Zone al centro
Chiunque voglia apprezzare la portata dell'innovazione del settore AV dovrà recarsi alla Multi-Technology Zone situata nel cuore di ISE (padiglioni 3 e 5).
Perché la capacità di coinvolgere in modo interattivo sia il pubblico presente sia quello da remoto è fondamentale per il futuro dell'AV. Gli esempi più chiari si trovano nelle attrazioni turistiche e nei luoghi per eventi dal vivo, molti dei quali combinano tecniche cinematografiche, contenuti interattivi e design teatrale per offrire ai visitatori un'esperienza unica. Questo approccio vale tanto per il team AV/IT in ufficio quanto per il produttore di spettacoli live. Anche gli spazi di lavoro immersivi stanno trasformando gli uffici di tutto il mondo grazie a sistemi di videoconferenza e collaborazione necessari per mettere in contatto il personale nell'edificio con i colleghi a distanza. I dipartimenti universitari e le scuole, poi, sono un altro mercato chiave in questo senso: gli studenti potranno non solo visualizzare e condividere le informazioni, ma anche viverle tramite un'esperienza sensoriale, tattile e virtuale.
Unified Communications e tecnologia per l'istruzione
Considerando la crescente integrazione tra Unified Communication e tecnologie educational, ISE ha deciso di combinare questi due gruppi di soluzioni in un'unica Technology Zone, situata nel padiglione 2. In tutto il settore dell'istruzione, che si tratti di aule scolastiche, centri di formazione professionale o di apprendimento a distanza, si riconosce l'impatto positivo della tecnologia sui risultati degli studenti e sulla creazione di spazi di apprendimento più inclusivi.L’area espositiva ospiterà dunque aziende di tutte le dimensioni che offrono dalle singole applicazioni alle soluzioni per l'intera aula.
Tecnologie per lavorare da casa
ISE è da tempo in prima linea nelle soluzioni residenziali e nell’home automation, con il sostegno del partner CEDIA. E pensa anche al settore degli edifici intelligenti, grazie alla pluriennale esperienza della Smart Building Conference (martedì 31 gennaio 2023).
La Residential&Smart Building Zone (Padiglione 2) ospiterà tutti
questi settori. Negli ultimi due anni si è assistito inoltre a una vera e propria espansione dell’uso delle tecnologie per il lavoro da casa che diviene uno spazio multifunzionale per il comfort e il riposo, ma anche per il lavoro; un ambiente di apprendimento, un cinema, una sala giochi o una palestra.
Si registra anche una maggiore attenzione all’ambiente: i sistemi avanzati di monitoraggio e controllo degli edifici rappresentano una tendenza tecnologica in rapida crescita, integrata nella progettazione di smart building.
Digital Signage e DooH
Altro tema chiave il Digital Signage che, secondo i dati Avixa, dovrebbe raggiungere un volume d’affari di 44,7 miliardi di dollari nel 2026, rispetto ai 35 miliardi di dollari del 2022. La promozione digitalizzata di prodotti e servizi continua a essere uno dei principali motori delle installazioni; tuttavia, la capacità del DS di educare, informare e intrattenere fa sì che la tecnologia sia applicabile in diversi settori di mercato, dalla vendita al dettaglio ai trasporti e all'istruzione, fino alle aziende, all'ospitalità e al settore pubblico.
La Digital Signage and DooH Zone, nel padiglione 6, ospita l'intera gamma di tecnologie per questo vivace mercato.
Sentire per credere
L'Audio Zone del padiglione 7 sarà ricca di soluzioni per ogni settore di mercato, per progetti di ogni dimensione e per ogni applicazione. La novità del 2023 sono però le Audio Demo Suites, disponibili nel padiglione 8. La fiera coprirà l'intera catena del segnale audio, dai microfoni agli altoparlanti. Si potranno scoprire le ultime novità in tema di DSP, networking e audio immersivo, nonché provare decine di prodotti audio in specifiche demo.
Performance indimenticabili
I visitatori troveranno le soluzioni per lo spettacolo, l'intrattenimento e gli eventi dal vivo – non solo per grandi concerti ma anche per piccole sedi e installazioni temporanee - nella Lighting and Staging Technology Zone nel padiglione 7.
Qui, i visitatori potranno vedere gli sviluppi nella qualità dell'illuminazione e dei colori, metodi di controllo e distribuzione. Tecnologie come il motion tracking, il video mapping e l'olografia saranno presentate insieme agli elementi essenziali del rigging e dell'allestimento.
Per maggiori informazioni: www.iseurope.org
Il codice unico "connessioni" consente di registrarsi gratuitamente alla manifestazione.
ISE 2023 nelle parole del Managing Director
Mike Blackman
La nostra “tradizionale” intervista pre show a Mike Blackman, Managing Director di Integrated Systems Events, ci permette di scoprire qualcosa in più sui preparativa per l’edizione 2023.
Nella scorsa edizione abbiamo visto all'ISE alcune aziende "insolite" per questo evento, come Lenovo, o HP (in procinto di acquisire Poly). A ISE 2023 ci saranno altri esempi di realtà del settore IT e che entrano nel mercato AV? L'AV e l'IT sono sempre più strettamente connessi e ci sono molte aziende che stanno esplorando questa opportunità, dando ai professionisti dell'IT ulteriori motivi per venire a ISE 2023. Le reti IT sono la spina dorsale delle comunicazioni aziendali e supportano sempre più spesso soluzioni AV integrate. Che si tratti di collaborazione nelle sale riunioni, di allarme vocale negli spazi pubblici o di Digital Signage, un'implementazione di successo richiede il coinvolgimento di entrambi i settori. Anche negli edifici intelligenti i sistemi IT e OT (tecnologie operative) devono essere strettamente integrati. Nel padiglione 2 di ISE 2023 i visitatori troveranno la Residential and Smart Building Zone, con i fornitori di infrastrutture e dispositivi per le case e gli edifici del futuro. Consentire la collaborazione a distanza è tra le principali responsabilità dei team IT aziendali, visti soprattutto gli accadimenti degli ultimi anni.
La zona dedicata a Unified Communication ed Educational, nel padiglione 2, presenta hardware e software per attrezzare adeguatamente ogni luogo, dal più piccolo spazio alla sala riunioni, fino all'auditorium. Infine, il Digital Signage rappresenta un importante mezzo di comunicazione in molte e diverse applicazioni. Per esempio, nel marketing delle sedi aziendali, nella pubblicità all’interno dei negozi e nel wayfinding di campus universitari e strutture sanitarie. La Digital Signage and DooH Zone, nel padiglione 6, ospita i migliori fornitori di lettori, display e software per questo importante mercato.
Vediamo, anche dalla comunicazione maggiormente orientata alle applicazioni, che gli end user professionali sono sempre
più importanti per la fiera. Come pensate di incoraggiare questi visitatori a venire all'ISE?
ISE è la piattaforma perfetta per presentare le tecnologie che miglioreranno l'esperienza dell'utente finale. Vi si possono trovare tante aree specializzate per diversi settori.
Ancora una volta, utilizziamo le Technology Zone per raggruppare gli espositori con tecnologie simili. Questo approccio consente ai visitatori di trovare e confrontare più agilmente le soluzioni che vanno cercando, risparmiando tempo.
Formazione all'ISE:
qualche anticipazione sulla proposta di questa edizione?
Siamo lieti di offrire un programma completo di conferenze di quattro giorni che si svolgeranno parallelamente alla fiera. L'attesissima agenda sarà composta da:
• Smart Building Conference
• Digital Signage Summit
• Control Rooms Summit
• Content Production & Distribution Summit
• Education Technology Summit
• Smart Workplace Summit
• Live Events Summit
Le conferenze si svolgeranno lontano dall’ovvio trambusto della manifestazione, nel nuovo spazio delle sale CC Suite al piano superiore della Fira de Barcelona. Un'area dedicata per assistere a dibattiti di alto profilo e a convegni di grande interesse.
Molte aziende asiatiche terminano l’anno fiscale a marzo, dunque si ritrovano due ISE nello stesso anno fiscale. Questo aspetto limita la presenza delle “big” asiatiche?
Circa 200 aziende asiatiche hanno già confermato la partecipazione, ma c’è ancora tempo. Questo è un ottimo segno che il settore è pronto per ISE 2023. Abbiamo deciso di spostare l'edizione 2022 a maggio in modo che la manifestazione fosse più sicura e accessible, ma non vediamo l'ora di tornare al nostro solito appuntamento nel calendario dell’AV mondiale. Quali sono le novità di ISE 2023?
Per il 2023 sono previste numerose novità, tra cui una nuova area dedicata alla produzione e distribuzione di contenuti nel padiglione 6 e nuove sale demo audio nel padiglione 8. Da non perdere, la Piazza del Congresso, proprio nel cuore della location di Barcellona. Sarà un'area vivace e ricca di innovazioni e stand interessanti, tra cui la Media Gallery, il Padiglione della Catalogna, la stimolante Discovery Zone, l'Influencer & Impact Lounge e uno spazio dedicato al networking. Quest'anno vogliamo anche incoraggiare i visitatori a esplorare la città di Barcellona con una serie di attività previste durante la settimana e nel week-end, sfruttando la potenza dell'AV, dell'integrazione dei sistemi e dell'illuminazione. In particolare, siamo lieti di sponsorizzare l’evento Llum BCN, il festival delle arti luminose, in programa dal 4 al 6 febbraio: vivete la città e lasciatevi ispirare!
Come possono i lettori di Connessioni saperne di più e registrarsi per partecipare? È facile, basta andare su www.iseurope.org e prenotare il proprio ingresso gratuito con il codice esclusivo connessioni
Per prenotare l’alloggio in hotel, poi, il sito isehotels.bnetwork. com offre tutte le proposte e le combinazioni più convenienti.
Get ready for ISE 2023
All to Barcelona from January 31st to February 3rd
ISE will return to Barcelona next February, in its classic time frame, after the last edition in the unusual but restorative May, after two years of postponements and forced changes of course. The move to Barcelona is also marking the further evolution towards a fair that talks about applications and vertical markets, services, and opporatunities to respond through technologies to many, many needs.
"At ISE 2023 there will be all the professional AV technologies related to the integration of systems that shape the way we live, play and work. It is the ever-evolving meeting between AV technol-
The 2023 edition of Integrated Systems Europe already promises to be very lively, there will be plenty of news and updates, but above all the fair will offer numerous opportunities for contact with the leaders and innovators of the AV and Systems Integration sector
ogies and networks, integrated into creative solutions to transform industry, business, and lifestyle, "said Mike Blackman, Managing Director of ISE. We will therefore see how the market and visitors will react, and how the city will react, given that there is already talk of + 30% of occupied spaces compared to May 2022.
The Multi-Tech Zone in the centre
Anyone who wants to appreciate the extent of innovation in the AV industry will have to go to the Multi-Technology Zone located in the heart of ISE (Halls 3 and 5). Because the ability to interactively involve both present and remote audiences is fundamental for the future of AV. The clearest examples are found in tourist attractions and live event venues, many of which combine film techniques, interactive content, and theatrical design to offer visitors a unique experience. This approach applies as much to the AV / IT team in the office as it does to the live show producer. Immersive workspaces are also transforming offices around the world with video conferencing and collaboration systems needed to connect building staff with remote colleagues. University departments and schools are another key market in this sense: students will be able to not only view and share information, but also to live it through a sensory, tangible, and virtual experience. Unified Communications and Education Technology
Considering the growing integration between Unified Communication and educational technologies, ISE has decided to combine these two groups of solutions in a single Technology Zone, located in Hall 2. Throughout the education sector, whether it be classrooms, vocational training or distance learning, the positive impact of technology on student achievement and the creation of more inclusive learning spaces is recognised. The exhibition area will therefore host companies of all sizes offering from individual applications to solutions for the entire classroom.
Technologies for working from home
ISE has long been at the forefront of residential solutions and home automation, with the support of the partner CEDIA. And think about the smart buildings sector, thanks to the many years of experience of the Smart Building Conference (Tuesday 31 January 2023). The Residential & Smart Building Zone (Hall 2) will host all these
sectors.In the last two years there has also been a real expansion in the use of technologies for working from home, which becomes a multifunctional space for comfort and rest, but also for work; a learning environment, cinema, game room or gym. There is also greater attention to the environment: advanced building monitoring and control systems represent a rapidly growing technological trend, integrated into the design of smart buildings.
Digital Signage and DooH
Another key issue is Digital Signage which, according to Avixa data, should reach a turnover of 44.7 billion dollars in 2026, compared to 35 billion dollars in 2022. The digitised promotion of products and services continues to be one of the main engines of the installations; however, the DS's ability to educate, inform and entertain means that the technology is applicable in diverse market sectors, from retail to transportation and education to business, hospitality and the public sector. The Digital Signage and DooH Zone, in Hall 6, houses the full range of technologies for this vibrant market.
Hearing is believing
The Audio Zone in Hall 7 will be full of solutions for every market sector, for projects of every size and for every application. The novelty of 2023, however, is the Audio Demo Suites, available in Hall 8. The fair will cover the entire audio signal chain, from
microphones to speakers. You will be able to discover the latest in DSP, networking, and immersive audio, as well as try dozens of audio products in specific demos.
Unforgettable performances
Visitors will find solutions for show, entertainment, and live events - not only for large concerts but also for small venues and temporary installations - in the Lighting and Staging Technology Zone in Hall 7. Here, visitors will be able to see the developments in the quality of lighting and colours, control and distribution methods. Technologies such as motion tracking, video mapping and holography will be presented along with the essential elements of rigging and staging.
For more information: www.iseurope.org
The unique code "connessioni" allows you to register for the event for free.
wayfinding in healthcare and university campuses, for example. The Digital Signage and DooH Zone in Hall 6 features suppliers of digital signage players, displays and software.
We see, also from the style of communications focusing more and more on applications, that professional end users are more and more important for the show, how are you going to encourage those visitors to come to ISE?
ISE is the perfect platform to showcase the technologies that will enhance the end-user experience and you can find some specialised areas for a variety of sectors. Once again, we are using Technology Zones to group together exhibitors with similar technologies; this approach makes it easier for attendees to find and compare the solutions they are looking for and saves them time.
Education at ISE: do you have anticipations of what ISE is going to propose this year?
We’re delighted to offer a comprehensive four-day conference programme running alongside the show. The highly anticipated conference agenda will consist of:
• Smart Building Conference
• Digital Signage Summit
• Control Rooms Summit
• Content Production & Distribution Summit
• Education Technology Summit
• Smart Workplace Summit
• Live Events Summit
Our “traditional” pre-show interview with Mike Blackman, managing director of Integrated Systems Events, allows us to find out more about the preparations for the 2023 edition.
Last edition we saw at ISE some “unusual” companies for the event, like Lenovo (that was in the process of acquiring Poly). Will there be at ISE 2023 some other examples of companies coming from the IT and entering the AV market? AV and IT are more closely connected than ever before, there are plenty of companies that are exploring this avenue, providing more reasons for IT and networking professionals to come to ISE 2023. IT networks are the communications backbone for enterprise and increasingly support integrated AV solutions. Whether it's collaboration systems in meeting rooms, voice alarm systems in public spaces or digital signage almost anywhere, successful deployment requires the involvement, and the mutual understanding of the twin disciplines of IT and AV. In smart buildings, IT and OT (operational technology) systems need to be closely integrated. In Hall 2 at ISE 2023 you’ll find the Residential and Smart Building Zone, featuring providers of smart building infrastructure and equipment. Enabling remote collaboration is one of the most important responsibilities for IT teams, particularly in recent years. The Unified Communications and Education Technology Zone in Hall 2 also features both hardware and software to equip everywhere from the smallest huddle space to the corporate boardroom, or even auditorium. Digital signage has become critical for business and is an important means of communication across many forms of building – from marketing messages in business headquarters, advertising in retail and
This year conferences will take place away from the bustle of the show floor. Located in two CC Suite rooms above the show floor, the new space provides a dedicated area for absorbing high-impact panel discussions and thought-provoking keynotes.
Many Asian companies finish their fiscal years in March, so that they are having two ISE in the same fiscal year. Is this aspect limiting the presence of big Asian companies?
We already have around 200 Asian companies committed to exhibiting with still a few months to go. This is a great sign that the industry is ready for ISE 2023. We made the decision for ISE 2022 to take place in May for it to be as safe and accessible as possible at the time, but we’re looking forward to returning to our usual spot in the AV calendar.
What are some new features for ISE 2023?
We have a number of new show floor changes for 2023 including a new Content Production and Distribution focus in Hall 6 and new Audio Demo Rooms in Hall 8. Make sure you visit the thriving Congress Square area, right at the heart of the venue.
It will be a bustling area packed with innovations and interesting booths including the Media Gallery, Catalonian Pavilion, the inspiring Discovery Zone, Influencer & Impact Lounge, as well as a dedicated networking area. This year, we’ll be encouraging visitors to explore the city of Barcelona with a number of activities happening during the week and into the weekend, using the power of AV, systems integration and lighting. Llum BCN, festival of the light arts, takes place from 4 - 6 February and we are delighted to be sponsoring the event, so explore the city and be inspired!
How can Connessioni readers find out more and register to attend?
It’s easy to register, simply head to www.iseurope.org and book your place with our unique code connessioni for free registration. To book your hotel accommodation go to isehotels.bnetwork.com.
uorisalone 2022
Metaverso e Sostenibilità le parole chiave dell’edizione 2022 della Design Week milanese, tenutasi prudenzialmente non nel consueto mese di aprile, ma in un inusuale (e caldissimo) giugno. Rispetto alla scorsa edizione settembrina, comunque, affluenza decisamente più alta (soprattutto dall’estero) e tanta, tantissima voglia di ripartire con idee, proposte e installazioni Benvenuti nel Metaverso sostenibile
Milano si riveste di Fuorisalone, e in grande stile, stavolta! Se l’edizione 2021, causa pandemia, era stata tardiva (a settembre) e fatalmente un po’ in tono minore, il 2022 ci riporta ai livelli migliori di questa manifestazione unica, nella quale l’intera città diventa “quartiere fieristico” e ospita installazioni e showroom, innovazioni e proposte tecnologiche e di design affascinanti e futuribili. Quest’anno, forse, sono mancati un po’ i grandi marchi, perlomeno alcuni di essi, che ci avevano abituati – negli anni scorsi – a grandi installazioni scenografiche e innovative, in spazi tra i più interessanti che Milano possa offrire.
In compenso, però, il Fuorisalone 2022 ha portato in città tantissime realtà frizzanti e propositive che, con la loro stessa presenza, hanno mandato un messaggio chiaro di fiducia nel futuro e nella ricerca, a tutti i livelli. Un’edizione parcellizzata ed estesa, dunque, con tantissime location da visitare (impossibile vedere tutto!) e non poche sorprese, che speriamo di raccontarvi nelle prossime pagine!
Sostenibilità: più di una parola d’ordine
Partiamo dunque da uno dei due concetti-chiave su cui si è basato il Fuorisalone 2022: la necessità di pianificare un futuro sostenibile, che si percepisce a tutti i livelli, ma che trova – ovviamente – nella tecnologia il suo campo preferenziale. Sì, perché non ci si può nascondere: al di là della politica e della filosofia, è soprattutto sul piano tecnologico che l’Uomo potrà fare qualcosa per migliorare il futuro del pianeta, attualmente velato da ombre minacciose dovute all’inquinamento, al conseguente cambiamento climatico e alla necessità di rinnovare le fonti energetiche, per affrancarsi finalmente dalla dipendenza dagli idrocarburi. Non stupisce dunque che una manifestazione dedicata al design e alla domotica, alla mobilità e all’informatizzazione si sia concentrata quasi esclusivamente su questo ampio tema, con una interessante serie di proposte e di provocazioni, da una parte con l’intenzione di mettere in campo nuove tecnologie effettivamente più sostenibili, dall’altra con l’idea di sensibilizzare sempre di più i visitatori sulla svolta ob -
bligata che il mondo dovrà affrontare per un futuro più “green”. E allora, immaginando di chiudere gli occhi e di ritrovarci nella Milano del Fuorisalone, il luogo da cui partire per raccontare l’edizione 2022 non può che essere la Darsena, area di per sé “green”, che rievoca il passato “acquatico” di Milano, quando aveva i Navigli, e che – saggiamente recuperata e riqualificata nel corso degli ultimi anni – rappresenta anche un’idea di futuro, l’idea di una città più a dimensione d’uomo, in cui non solo lavorare e guadagnare, ma anche vivere e riflettere.
Un’isola di speranza
Apriamo dunque gli occhi, e immaginiamo di non sapere che ci troviamo a Milano, durante il Fuorisalone. Tutto attorno a noi piante e arbusti, cespugli e foglie verdi. E un cinguettio di uccelli insistente e armonioso, nonché il lento, lentissimo sciabordare dell’acqua, appena percettibile. È Floating Forest, innesto verde nel cuore di Milano, realizzato dallo studio di Stefano Boeri e pensato come un ecosistema completo – seppur minuscolo – che prevede ben 610 piante e più di trenta specie diverse, un inno alla biodiversità e all’ambiente e un richiamo alla forestazione urbana e alla necessità di decongestionare la vita cittadina. Non solo: Floating Forest si pone anche come luogo di incontro e di stacco dai ritmi quotidiani, un’isola di pace nel cuore della città pensata per favorire nuove forme di contatto e di prossimità, un rifugio in cui potersi sedere, riposare e rigenerarsi. ll progetto, offerto dal marchio Timberland, rimarrà come eredità per la città di Milano: le piante saranno donate al progetto di rigenerazione del Parco della Vettabbia, gestito dall’organizzazione no-profit Soulfood Forestfarms Hub Italia, che ha come scopo facilitare la transizione ecologica dei territori assieme a comunità locali, istituzioni e imprese, per trasformare i terreni in disuso in un sistema agroforestale produttivo, complesso e stratificato, gestito secondo principi agroecologici.
Il futuro su quattro ruote
Ma da questa accogliente isola dobbiamo pur staccarci! Il futuro viaggia velocemente, si sa! E arriva prima che ce lo si aspetti. Mai
Il fuori Salone 2022 ha portato in città tantissime realtà frizzanti e propositive e con tante sorprese
come di questi tempi appare valida la frase “Il futuro è adesso”, perché è semplicemente vero: è questo il momento in cui “fare futuro” e il livello tecnologico ci consente di apprezzare le innovazioni in pochissimo tempo. Uno dei campi più “caldi” della corsa contro il tempo per migliorare le condizioni ambientali del pianeta e rallentare il cambiamento climatico è la mobilità. Le persone non possono rinunciare a spostarsi, specie in un mondo interconnesso e veloce come quello contemporaneo, in cui – problematiche legate alla pandemia a parte – un businessman può realmente compiere in poche ore il giro del mondo che richiese 80 giorni a Phileas Fogg! Tra le presenze più interessanti e importanti del Fuorisalone 2022, a nostro avviso, quelle delle grandi case automobilistiche, che hanno presentato le loro più recenti innovazioni in spazi affascinanti e ben strutturati. Notevole la presenza di Audi, con una showroom in piazza Cordusio significativamente battezzata Audi House of Progress e ospitata, altrettanto significativamente, nello storico palazzo “The Medelan”, rinnovato seguendo i più elevati standard di sostenibilità per essere un avveniristico polo dedicato al business, allo shopping e alla ristorazione.
Tre le aree tematiche della parte espositiva: “Re-generate our planet” ha offerto la visione del progresso sostenibile per Audi attraverso una filiera carbon neutral, l’utilizzo di energia rinnovabile e dell’economia circolare; “Re-generate our society” ha approfondito il tema della diversità e dell’inclusione; e infine “Re-generate our lives” ha affrontato il tema dell’uomo e delle sue esigenze alla base della progettazione industriale. Il tutto concretizzato nella presenza in anteprima italiana della nuova Audi A6 Avant e-Tron concept, versione station wagon della berlina-coupé full electric. Molto interessanti anche le proposte, sempre in tema di mobilità sostenibile, di Hyundai con l’avanguardistica Ioniq 5, vettura full electric perfettamente in linea con le più moderne ricerche per alleggerire il peso della mobilità su clima e ambiente, e dell’iconico marchio Porsche, presente per la prima volta al Fuorisalone, che si è concentrato sul legame tra natura e tecnologia con l’installazione The Art of Dreams, curata dall’artista e designer australiana Ruby Barber negli spazi di Palazzo Clerici, a Brera.
Un’architettura di spazi e materiali
Come sempre, il cortile dell’Università degli Studi è una tappa obbligata sulla via del Fuorisalone, spazio che, in questa occasione, diventa un concentrato di idee e di proposte varie e variegate.
Non potendo rendere conto nello spazio a disposizione di tutti gli spunti e le idee che abbiamo scoperto in questa vasta area, interamente allestita, ci concentriamo sulle più interessanti, a partire da Echinoidea (Biophilic Pavilion), guscio modulare in legno di 6 x 6 x 6 m, che offre ai visitatori un’esperienza di rifugio e protezione nonché una diversa prospettiva, più “privata” e avvolgente, del Cortile dell’Università degli Studi, fino a Sidereal Station, progetto di AMDL Cirlcee Michele De Lucchi con Whirlpool: un’alta torre “riflettente”, a mo’ di cannocchiale puntato sul futuro che interpreta l’impegno di Whirlpool nella ricerca di una chiave per guardare al domani, verso le smart house interconnesse del futuro. E ancora, Fractal di Deutsche Telecom, installazione immersiva che riflette sul tema della connettività, caratterizzata da una mirror room in cui l’immagine si moltiplica all’infinito, alludendo all’influenza reciproca tra le persone e gli spazi digitali che abitiamo (su questo tema torneremo tra poco con il Metaverso).
Chromosaturation era un box apparentemente anonimo ma, all’interno, animato dai colori, che trasmettono le sensazioni di caldo e di freddo, in una fusione sinestetica di percezioni semplice ma affascinante. Concludiamo con il meno appariscente ma interessante Fabbrica, struttura metallica percorribile in mezzo al cortile, che punta a celebrare i cantieri navali in cui si costruiscono gli yacht facendo apprezzare ai visitatori una visuale rialzata, proprio come dal ponte di un’imbarcazione, e con Alis, progetto di Zaha Hadid Architects in collaborazione con Tecno, uno spazio dalle forme sinuose e morbide (come i petali di un fiore) pensato per connettersi fisicamente e digitalmente, un “meeting pod” costituito da moduli in acciaio, alluminio e vetro che ridefinisce il concetto di interazione sociale in qualsiasi tipo di luogo, dagli uffici agli aeroporti. Insomma, tantissima attenzione alla scelta dei materiali e alla strutturazione di spazi che non chiudano le persone al loro interno, ma anzi ne esaltino la sensorialità e l’interconnessione.
Home of the Future
Ed eccoci a un’altra parola-chiave, non solo del Fuorisalone 2022 ma anche, più estesamente, della tecnologia contemporanea: interconnessione. Gli ambienti abitativi e di lavoro sono sempre più tecnologici e interconnessi, realtà confermata in pieno dall’edizione 2022 della Design Week, da sempre molto ricettiva e sensibile a questo tema, che riguarda direttamente la domotica, l’architettura e la progettazione d’interni. Sarebbero molti i marchi degni di menzione: partiamo da uno dei quartieri più in voga di Milano, la zona di piazza Gae Aulenti, proprio qui ci siamo imbattuti in Webidoo, tech store di un’azienda italiana specializzata nella promozione della digital transformation: innovativo marchio che si occupa di mobilità elettrica, informatica, dispositivi tecnologici per il fitness, accessori per il gaming e per l’ambiente domestico.
Quello in cui ci siamo trovati immersi è uno spazio letteralmente tappezzato di innovazione, dalle lampade ai climatizzatori/umidificatori, dai diffusori audio alle serrature, dalle stampanti 3D alle postazioni complete per lavoro e gaming, con una quantità di prodotti tecnologici di vari marchi (anche inediti in Italia) che, in questa location, è possibile scoprire e sperimentare.
Insomma, un vero e proprio assaggio di futuro, costantemente aggiornato e all’avanguardia, proprio nel cuore di Milano, con in più la possibilità di noleggiare i prodotti, oltre che di acquistarli. Impossibile non operare, a questo punto, un parallelo con la visita all’affascinante installazione di Haier, marchio che quanto a innovazione negli elettrodomestici non ha certo bisogno di presentazione.
Haier Home of the future, allestita in via Tortona presso Superstudio, in uno spazio di 400 mq, ha trasceso la tradizionale presentazione di elettrodomestici e prodotti per la casa, rappresentando piuttosto un’esperienza immersiva ed emozionale, con al centro il visitatore, che si muove in una casa interamente interconnessa con un ecosistema completo di elettrodomestici e soluzioni governati dall’intelligenza artificiale e dall’app hOn, sviluppata proprio dal gruppo Haier. Mai al Fuorisalone la casa del futuro è stata tanto vicina e tangibile!
Hotel Regeneration – Hybrid Restaurant
Exhibo ha affiancato anche quest’anno l’Architetto Simone Micheli a Hotel Regeneration – Hybrid Restaurant, presso lo spazio contenitore di eventi e performance di Via Privata Ventura 14 della Milano Design Week. Convegni, conferenze, happening contenutistici e culturali, performance di caratura internazionale, immaginati per creare link tra le persone, favorire l’incontro, stimolare il dialogo tra professionisti per fare business. E poi, 19 spazi: sedici differenti installazioni della dimensione contract, una Conference area, una Networking area, un Outdoor – Garden area per una esposizione su 4.000 mq, dedicate ad altrettante testate giornalistiche internazionali e ad alcuni selezionati maestri della cucina: da Alessandro Miceli a Kunihiko Onuma, a Paco Zanobini ed Elena Minari, fino al Bartender Luigi Barberis. In mostra anche alcune installazioni a disposizione del pubblico: aree benessere, spazio per il gaming, aree relax, shop&farmacy, office point, back office ecc.
Exhibo è stata di supporto a tutte queste aree affiancando lo staff dello studio di architettura di Micheli nella progettazione dell’impianto audio: un sistema suddiviso in 16 zone corredate con 16 Lyzard e 8 Sub KU-44 di K-array. Il sistema è stato poi amplificato tramite i Kommander con preset impostati ad hoc per l’evento, Il tutto gestito attraverso un mixer Allen&Heath Avantis e DX168 a 96 Khz. Per la diffusione nella zona bar e ristorante sono stati installati quattro apparecchi Viper K-Array con rinforzo del Sub KU-26. La zona palco ospitava invece il sistema doppio K -Array Pinnacle KR-202 II, supportato dall’illuminazione dei fari teatrali Martin ELP
Non solo, i tecnici di Exhibo hanno anche gestito e monitorato l’area eventi, prota-
gonista di una serie continua di incontri e workshop, mettendo a disposizione due display Uniview AQ-3.9 da 3×2 metri ciascuno. In occasione delle presentazioni e delle conferenze, sono stati attivati radiomicrofoni Sennheiser Digital 6000 con archetti collegati ai nuovi Evolution Digital EW-D. Tutta la sala mostra e l’area esterna era infine illuminata da ben 94 faretti a LED forniti da Sound Service Pelliccioli, che hanno garantito una luce adeguata e omogenea nelle varie componenti di questa articolata installazione.
www.exhibo.it www.simonemicheli.com
Dall’isola al metaverso… e ritorno?
Ci sarebbe ancora tantissimo da vedere e da raccontare di questo Fuorisalone, segnaliamo brevemente il fondamentale corredo di ogni ambiente, abitativo, lavorativo o di svago: l’illuminazione. Una menzione merita, in questo campo, l’italiana A.A.G. Stucchi, che ha presentato le ultime soluzioni di illuminazione a binario a bassa tensione firmate Eutrac, chiamate Multisystem Evo e SenzaFine Adjustable. Nella meravigliosa location brerese della Sala del Centenario, l’azienda ha costruito un percorso che fonde letteralmente passato, presente e futuro: la sala storica, coi libri antichi e gli affreschi, ha ospitato le più moderne proposte per l’illuminazione a binario, flessibili e adatte a ogni ambiente, capaci di esaltare tanto l’architettura contemporanea, funzionale e minimale, quanto quella antica, nella quale questi prodotti si inscrivono perfettamente (e si sa quanto di antico ci sia in Italia da illuminare e valorizzare!).
Eccoci davanti alla coloratissima e fascinosa Hypernova, istallazione realizzata
dalla designer Sara Ricciardi per gloTM, al centro dell’area Lounge di Superstudio Entriamo, e ci troviamo in un ambiente (quella che i fisici definirebbero forse “singolarità” dello spazio tempo) in cui natura e tecnologia, unicità e molteplicità coesistono. Un ambiente che sembra davvero l’ingresso in un mondo parallelo, forse proprio in quel Metaverso di cui tanto si parla: sì, perché il “metaverso” è un universo 3D persistente e pervasivo, costruito con un sapiente equilibrio tra mondo fisico e mondo online, tra spazi fisici e spazi virtuali, un ambiente che dovrebbe permettere di lavorare, incontrarsi, discutere, confrontarsi e socializzare senza barriere e senza compromessi.
Pur non esistendo ancora, de facto, il concetto di metaverso ha permeato il Fuorisalone 2022, se non altro come obiettivo dichiarato di tante aziende e di tante proposte, basate su tecnologie sostenibili, realtà virtuale e realtà aumentata.
Insomma, siamo partiti da un’isoletta galleggiante sulla Darsena e ci ritroviamo in una specie di nastro di Moebius che allude a un’estensione sensoriale del mondo che ci circonda: ma chi dice che queste due location, pur all’apparenza così diverse, non siano alla fine due facce della stessa medaglia? Chi dice che l’ingresso nel famoso metaverso non ci riporti proprio sull’isola verde della sostenibilità e del riallineamento con le proprie percezioni? Se c’è un messaggio unitario ricavabile da questa edizione della Design Week milanese è proprio questo: torniamo a mettere l’Uomo al centro di tutto, ma rivediamo questo centro, espandiamolo al di là del mondo fisico, cerchiamolo in una interconnessione sempre più stretta tra tecnologie sostenibili e mondo virtuale.
https://www.fuorisalone.it/
Milan dresses up in Fuorisalone, and in great style, this time! While the 2021 edition, due to the pandemic, was late (in September) and with a lower attendance, 2022 brings us back to the best levels of this unique event, in which the whole city becomes a "fair district" and hosts installations and showrooms, innovations and fascinating and futuristic technological and design proposals.
This year, perhaps, the big brands have been lacking a little, at least some of them, which had accustomed us - in recent years - to large scenic and innovative installations, in some of the most interesting spaces that Milan can offer.
On the other hand, Fuorisalone 2022 brought to the city many sparkling and proactive realities that, with their very presence, sent a clear message of trust in the future and in research, at all levels. A fragmented and extended edition, therefore, with many locations to visit (although impossible to see everything!) as well as a few surprises, which we hope to tell you all about in the next pages!
Sustainability: more than a password
So let's start from one of the two key concepts on which Fuorisalone 2022 was based: the need to plan a sustainable future, which is perceived at all levels, but which obviously finds its preferred field in technology. Yes, because we cannot hide: beyond politics and philosophy, it is above all on the technological level that humans can do something to improve the future of the planet, currently veiled by threatening shadows due to pollution, to the consequent changing climate and the need to renew energy sources, to finally free ourselves from dependence on hydrocarbons.
It is therefore not surprising that an event dedicated to design and home automation, mobility and computerisation has concentrated almost exclusively on this broad theme, with an interesting series of proposals and provocations, on the one hand with the intention of putting in place new technologies that are actually more sustainable, on the other hand with the idea of making visitors increasingly aware of the necessary turnaround that the world will have to face for a greener future. So we imagined ourselves closing our eyes and finding ourselves in the
FUORISALONE
Welcome to the sustainable Metaverse
Milan of the Fuorisalone, the place from which to start telling the 2022 edition can only be the Darsena, a "green" area in itself, which evokes the "aquatic" past of Milan, when it had the Navigli, and which - wisely recovered and redeveloped over the last few years - also represents an idea of the future, the idea of a city more on a human scale, in which not only to work and earn, but also live and reflect.
An island of hope
So let's open our eyes, and imagine not knowing that we are in Milan, during the Fuorisalone. All around us plants and shrubs, bushes and green leaves. And an insistent and harmonious chirping of birds, as well as the slow, very slow lapping of water, barely perceptible. It is the Floating Forest, a green graft in the heart of Milan, created by Stefano Boeri's studio and conceived as a complete - albeit tiny - ecosystem that includes 610 plants and more than thirty different species, a hymn to biodiversity and the environment and a reminder of urban forestry and the need to decongest city life. Not only that: Floating Forest is also a place for meeting and detaching from the daily rhythms, an island of peace in the heart of the city designed to encourage new
forms of contact and proximity, a refuge in which to sit, rest and regenerate. The project, offered by the Timberland brand, will remain as a legacy for the city of Milan: the plants will be donated to the regeneration project of the Parco della Vettabbia, managed by the non-profit organisation Soulfood Forestfarms Hub Italia, which aims to facilitate the ecological transition territories together with local communities, institutions and businesses, to transform disused land into a productive, complex and stratified agroforestry system, managed according to agroecological principles.
The future on four wheels
But we have to break away from this welcoming island! The future travels fast, you know! And it comes before you expect it. The phrase "The future is now" has never been so relevant, because it is simply true: this is the moment in which "to make the future" and the technological fleece allows us to appreciate innovations in no time. One of the hottest fields in the race against time to improve the planet's environmental conditions and slow down climate change is mobility. People cannot give up moving and travelling, especially in an interconnected and fast world like
Metaverse and Sustainability are the keywords of the 2022 edition of the Milanese Design Week, held prudently not in the usual month of April, but in an unusual (and very hot) June. Compared to the last September edition, however, there is a much higher turnout (especially from abroad) and a lot of desire to restart with ideas, proposals and installations.
the contemporary one, in which - issues related to the pandemic aside - a businessman can really complete the world tour in just a few hours, one that took Phileas Fogg 80 days!
Among the most interesting and important appearances of the Fuorisalone 2022, in our opinion, those of the major car manufacturers, who presented their most recent innovations in fascinating and well-structured spaces. The presence of Audi is noteworthy, with a showroom in Piazza Cordusio significantly baptised Audi House of Progress and hosted, just as significantly, in the historic building "The Medelan", renovated following the highest standards of sustainability to be a futuristic centre dedicated to business, shopping and catering.
Three thematic areas of the exhibition part: "Re-generate our planet" offered the vision of sustainable progress for Audi through a carbon neutral supply chain, the use of renewable energy and the circular economy; "Re-generate our society" explored the theme of diversity and inclusion; and finally, "Re-generate our lives" addressed the issue of humankind and its needs at the basis of industrial design. All this materialised in the Italian preview of the new Audi A6 Avant e-Tron
concept, the station wagon version of the full electric sedan-coupé. Also very interesting are the proposals, always on the subject of sustainable mobility, by Hyundai with the avant-garde Ioniq 5, a full electric car perfectly in line with the most modern research to lighten the weight of mobility on climate and environment, and by the iconic Porsche brand, present for the first time at the Fuorisalone, which focused on the link between nature and technology with the installation The Art of Dreams , curated by the Australian artist and designer Ruby Barber in the spaces of Palazzo Clerici, in Brera.
An architecture of spaces and materials
As always, the courtyard of the University of Studies is an obligatory stop on via del Fuorisalone, a space that, on this occasion, becomes a focus on various and varied ideas and proposals. Not being able to account in the space available to all the ideas that we discovered in this vast area, entirely set up, we focus on the most interesting, starting with Echinoidea (Biophilic Pavilion), a modular wooden shell measuring 6 x 6 x 6 m, which offers visitors an experience of refuge and protection as well as a different perspective, more "pri-
vate" and enveloping, of the Courtyard of the University, up to Sidereal Station, a project by AMDL Cirlcee Michele De Lucchi with Whirlpool: a tall “reflecting” tower, like a telescope aimed at the future that interprets Whirlpool's commitment in the search for a key to look to tomorrow, towards the interconnected smart houses of the future. And again, Fractal by Deutsche Telecom, an immersive installation that reflects on the theme of connectivity, characterised by a mirror room in which the image multiplies infinitely, alluding to the mutual influence between people and the digital spaces we inhabit (on this theme we will return shortly with the Metaverse).
Chromosaturation was an apparently anonymous box but, inside, animated by colours, which transmit the sensations of hot and cold, in a synesthetic fusion of simple but fascinating perceptions. We conclude with the less flashy but interesting Fabbrica, a metal structure that can be walked through in the middle of the courtyard, which aims to celebrate the shipyards where yachts are built by making visitors appreciate a raised view, just like from the deck of a boat, and with Alis, a project by Zaha Hadid Architects in collaboration with Tecno, a space with sinuous and soft shapes (like the petals of a flower) designed to connect physically and digitally, a "meeting pod" made up of modules in steel, aluminium and glass that redefines the concept of social interaction in any type of place, from offices to airports. In short, a lot of attention is paid to the choice of materials and the structuring of spaces that do not close people inside them, but rather enhance their senses and interconnection.
Home of the Future
And here we are at another key word, not only of Fuorisalone 2022 but also, more broadly, of contemporary technology: interconnection. Living and working environments are increasingly technological and interconnected, a reality fully confirmed by the 2022 edition of the Design Week, which has always been very receptive and sensitive to this issue, which directly concerns home automation, architecture, and interior design. There would be many brands worthy of a mention: we start from one of the most fashionable districts of Milan, the
area of Piazza Gae Aulenti, right here we came across Webidoo, the tech store of an Italian company specialised in the promotion of digital transformation : an innovative brand which deals with electric mobility, IT, technological devices for fitness, accessories for gaming and for the home environment. What we found ourselves immersed in is a space literally carpeted with innovation, from lamps to air conditioners / humidifiers, from audio speakers to locks, from 3D printers to complete work and gaming stations, with a number of technological products from various brands (including some still unpublished in Italy) that, in this location, it is possible to discover and experience. In short, a real taste of the future, constantly updated and avant-garde, right in the heart of Milan, plus the possibility of renting products, as well as buying them. At this point, it is impossible not to make a parallel with the visit to the fascinating installation of Haier, a brand that certainly needs no introduction in terms of innovation in household appliances. Haier Home of the future, set up in via Tortona at Superstudio, in a space of 400 square metres, has transcended the traditional presentation of household appliances and products, representing rather an immersive and emotional experience, with the visitor at the centre, who moves in a fully interconnected home with a complete ecosystem of appliances and solutions governed by artificial intelligence and the hOn app, developed by the Haier group. Never at Fuorisalone has the house of the future been so close and tangible!
Hotel Regeneration Hybrid Restaurant
Exhibo joined the Architect Simone Micheli at Hotel Regeneration - Hybrid Restaurant this year, at the space containing events and performances in Via Privata Ventura 14 of the Milan Design Week.Conventions, conferences, content and cultural happenings, performances of international calibre, designed to create links between people, encourage encounters, stimulate dialogue between professionals to do business. And then, 19 spaces: sixteen different installations of the contract dimension, a Conference area, a Networking area, an Outdoor - Garden area for an exhibition covering 4,000 square metres, dedicated to
as many international newspapers and some selected masters of the kitchen: by Alessandro Miceli to Kunihiko Onuma, to Paco Zanobini and Elena Minari, up to Bartender Luigi Barberis. Also on display are some installations available to the public: wellness areas, space for gaming, relaxation areas, shop & pharmacy, office point, back office etc.Exhibo supported all these areas by supporting the staff of Micheli's architecture studio in the design of the audio system: a system divided into 16 zones equipped with 16 Lyzard and 8 Sub KU-44 by K-array. The system was then amplified through the Kommanders with pre-sets set ad hoc for the event, all managed through an Allen & Heath Avantis and DX168 96 Khz mixer. Four Viper K-Array luminaires with Sub KU-26 reinforcement were installed for diffusion in the bar and restaurant area. The stage area instead housed the double K-Array Pinnacle KR-202 II system, supported by the lighting of the Martin ELP theater spotlights.
Not only that, Exhibo's technicians also managed and monitored the events area, the protagonist of a continuous series of meetings and workshops, providing two Uniview AQ-3.9 displays of 3 × 2 meters each. During the presentations and conferences, Sennheiser Digital 6000 wireless microphones were activated with headbands connected to the new Evolution Digital EW-D
The entire showroom and outdoor area were finally illuminated by 94 LED spotlights supplied by Sound Service Pelliccioli, which guaranteed adequate and homogeneous light in the various components of this complex installation.
www.exhibo.it www.simonemicheli.com
From the island to the metaverse ... and back?
There’s so much to cover with Fuorisalone and we cannot cover it all, so we’ll briefly point out the essential equipment of every environment, living, working or leisure: lighting. In this field, the Italian A.A.G. Stucchi, presented the latest low voltage track lighting solutions by Eutrac, called Multisystem Evo and SenzaFine Adjustable. In the wonderful Brera location of the Centenary Room, the company has built a path that literally blends past, present
and future: the historic room, with ancient books and frescoes, hosted the most modern proposals for lighting binary action, flexible and suitable for any environment, capable of enhancing both contemporary, functional and minimal architecture. As well as ancient, in which these products fit perfectly (and we know how much ancient architecture there is in Italy to illuminate and enhance!)
Here we are in front of the colourful and fascinating Hypernova, an installation created by designer Sara Ricciardi for gloTM, in the centre of the Superstudio Lounge area. We enter, and we find ourselves in an environment (which physicists would perhaps define the "singularity" of space-time) in which nature and technology, uniqueness and multiplicity coexist. An environment that really looks like the entrance into a parallel world, perhaps precisely in that Metaverse that is talked about so much: yes, because the "metaverse" is a persistent and pervasive 3D universe, built with a skilful balance between the physical world and the online world. Between physical and virtual spaces, it’s an environment that should allow you to work, meet, discuss, confront and socialise without barriers and without compromise.
Although the concept of metaverse does not yet exist, de facto, it has permeated Fuorisalone 2022, if only as the declared goal of many companies and many proposals, based on sustainable technologies, virtual reality, and augmented reality. In short, we started from a floating island on the Darsena and we find ourselves in a kind of Moebius strip that alludes to a sensory extension of the world around us: but who says that these two locations, although apparently so different, are not in the end two sides of the same coin? Who says that entering the famous metaverse does not bring us back to the green island of sustainability and realignment with one's perceptions?
If there is a unitary message that can be obtained from this edition of the Milan Design Week, it is precisely this: let's go back to putting humans at the centre of everything, but let's review this centre, let's expand it beyond the physical world, let's look for it in an ever closer interconnection, between sustainable technologies and the virtual world.
https://www.fuorisalone.it/