Stadium n. 5-8/2014

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Presidenza Nazionale

• Clericus Cup: Paradiso Urbano • CsiDay: Festa in 69 piazze italiane • Junior Tim Cup: L’Olimpico è friulano • Sport-disabili: Messico e nuvole

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Il magazine di chi ama lo sport pulito

F o n d a t o n e l 1 9 0 6 - N. 5 / 8 - M a g g i o / A g o s t o 2 0 1 4

FRANCESCO: “INSIEME GIOCHIAMO ALL’ATTACCO”

Speciale Settantennio

Il messaggio del papa Voci e volti di piazza San Pietro Il Villaggio dello sport

Finali nazionali:

A medaglia Under 12, Ginnastica, Arti marziali e Nuoto



PAROLA DI PRESIDENTE

Massimo Achini Presidente nazionale CSI

La ripartenza nelle parole del nostro capitano

“Senza il gruppo sportivo, in parrocchia manca qualcosa!”

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l discorso che il 7 giugno Papa Francesco ha rivolto ché a braccio quel “se non c’è un gruppo sportivo in a tutta l’associazione merita di essere letto e rilet- parrocchia manca qualcosa” il Papa l’ha ripetuto più to centinaia di volte. Merita di essere appeso nelle di una volta. Il Papa ha poi ricordato a ciascuno di bacheche delle società sportive di tutta Italia. Merita di noi quale è il nostro carisma originale che dobbiamo essere “imparato a memoria” da allenatori e dirigenti di custodire e alimentare: “Mi raccomando: che tutti giotutti i gruppi sportivi, perché quell’intervento di meno chino, non solo i più bravi, ma tutti, con i pregi e i limiti di 15 minuti contiene una quantità impressionante di che ognuno ha, anzi, privilegiando i più svantaggiati, riflessioni che “segnano la strada” per il Csi di oggi e di come faceva Gesù. E vi incoraggio a portare avanti il vostro impegno atdomani. Provo ad evidenziarne alcune. “Scuola, sport e lavoro”. Un tridente d’attacco per traverso lo sport con i ragazzi delle periferie delle città: eliminare ogni forma di disagio e di devianza dei gio- insieme con i palloni per giocare potete dare anche vani di oggi e di domani. Eh sì, abbiamo compreso ragioni di speranza e di fiducia per vivere”. Infine, come capitabene. Papa Franno ha detto chiaro e cesco lo ha detto Del messaggio di Francesco al CSI si parlerà in con chiarezza. Per ogni società sportiva. Si parlerà non con la bocca tondo che cosa si aspetta da noi: “Alfare crescere bene lora, auguri al Cenle nuove generazio- ma con la vita. Quello che vogliamo fare non è ni ci sono tre (e non ripetere le parole del Papa, ma testimoniarle ogni tro Sportivo Italiano per i suoi 70 anni! E cento) ingredienti giorno nel nostro stare con i ragazzi. auguri a tutti voi! Ho dei quali non si può fare a meno. Uno di questi è lo sport. Nel sentire il sentito prima che mi avete nominato vostro capitano: Papa pronunciare queste parole a tanti è venuta la vi ringrazio. Da capitano vi sprono a non chiudervi in pelle d’oca per l’emozione e la gioia. La responsabili- difesa: non chiudetevi in difesa, ma a venire in attacco, tà che Papa Francesco ci ha affidato è immensa. Tra a giocare insieme la nostra partita, che è quella del le mani - come educatori sportivi - non abbiamo una Vangelo”. bella occasione per i giovani ma uno degli elementi in- Di queste cose si è parlato quel sabato sera sui treni, dispensabili per far crescere l’umanità lontano da ogni sui pullman e nelle macchine di migliaia di persone che da Roma facevano ritorno a casa. Gente emozionata forma di disagio e devianza. Il Santo Padre ha usato la stessa chiarezza sullo sport che non riusciva a contenere l’entusiasmo. Siamo stati in oratorio. “è bello quando in parrocchia c’è il gruppo sommersi da centinaia e centinaia di messaggi e di esportivo, e se non c’è un gruppo sportivo in parroc- mail. Tutti concordi nel dire di aver vissuto una giornata chia, manca qualcosa. Ma questo gruppo sportivo indimenticabile, ma anche di aver sentito parole che dev’essere impostato bene, in modo coerente con la regalano fiducia e speranza. comunità cristiana, se non è coerente è meglio che Di queste cose si parlerà ora in ogni società sportiva. non ci sia! Lo sport nella comunità può essere un otti- Si parlerà non con la bocca ma con la vita. Quello che mo strumento missionario, dove la Chiesa si fa vicina vogliamo fare non è ripetere le parole di Papa Francea ogni persona per aiutarla a diventare migliore e ad sco, ma testimoniarle ogni giorno nel nostro stare con incontrare Gesù Cristo”. Più chiaro di così. Anche per- i ragazzi. 3


SOMMARIO Il magazine di chi ama lo sport pulito

C E N T R O S P O R T I V O I TA L I A N O 1 PAROLA DI PRESIDENTE Senza il gruppo sportivo, in parrocchia manca qualcosa 3 LA BUONA NOTIZIA All’ombra del campanile 5 CSIDAY Lo sport d’oratorio scende in piazza

18 SPECIALE 7 GIUGNO Settant’anni di storia una festa mai vista

36 ATTIVITà SPORTIVA Una parata di piccole farfalle

21 LE VOCI DELLA PIAZZA San Pietro è uno stadio

40 SPORT-DISABILI Messico e nuvole!

24 SPECIALE 7 GIUGNO Il messaggio del Papa

41 ATTIVITà SPORTIVA Una finale in grande stile

14 ATTIVITà SPORTIVA Una finale “frizzante”

26 CHIESA E SPORT 44 DANONE NATIONS CUP L’omelia di mons. Galantino Te lo do io... il Brasile! Convegno dei Consulenti CSI 46 PRIMO PIANO Verso una Settimana 28 SPECIALE 7 GIUGNO europea dello Sport Le testimonianze 48 ZOOM 32 IL SABATO DEL VILLAGGIO I diritti dimenticati Lo sport dei bambini in Via della Conciliazione

16 GAZZETTA CUP La Gazzetta di Sicilia

34 CLERICUS CUP Paradiso Urbano

8 ATTIVITà SPORTIVA Sul tatami i titoli nazionali di Judo e Karate 13 JUNIOR TIM CUP L’olimpico è friulano

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Quadrimestrale del Centro Sportivo Italiano Direttore responsabile Claudio Paganini - claudio.paganini@csi-net.it Editore Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma Iscrizione al Tribunale Civile di Roma n. 118/2011 Redazione: stampa@csi-net.it Tel. 06 68404592/93 - Fax 06 68802940 Hanno collaborato a questo numero: Massimo Achini, Alessio Albertini, Felice Alborghetti, Marta Fais, Federico Minniti, Andrea De Pascalis, Tito della Torre, Giulia Vellani, Danilo Vico, Daniele Zaccardi. Foto: Roberto Boetto, Catholic Press Photo, Daniele La Monaca, Piotr Spalek Impaginazione: Gianluca Capponi Stampa: Varigrafica Alto Lazio Via Cassia, km 36,300 Zona Industriale Settevene - 01036 Nepi (VT) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale -70% - DCB Roma Periodico associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)


LA BUONA NOTIZIA

don Alessio Albertini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI

All’ombra del campanile

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asta poco a Papa Francesco per tracciare le linee di una pastorale dello sport. Il tempo di ricevere l’ovazione e il saluto delle migliaia di persone accorse in Piazza San Pietro, atleti, dirigenti, preti, genitori per celebrare il settantesimo compleanno del Centro Sportivo Italiano. I cuori si erano già scaldati fin dal mattino quando pian piano via della Conciliazione, sede della presidenza nazionale, si era animata per l’arrivo delle varie società sportive. A migliaia, poi, il popolo del CSI ha mostrato i suoi colori solari sotto i 37 gradi del pomeriggio romano. Ma le parole del Papa sono scese nel cuore di ciascuno come una brezza leggera capace di riaccendere con più forza la vocazione del Centro Sportivo Italiano e di tutti coloro che operano nello sport. “Voi, giovani e adulti che vi occupate dei più piccoli, attraverso il vostro prezioso servizio siete veramente a tutti gli effetti degli educatori”. Non semplicemente degli animatori del tempo libero, abili nelle proprie competenze tecniche, capaci di far divertire. Educatori. Appassionati della vita intera dei propri atleti che merita di essere accompagnata. E lo sport si presenta come una via maestra per la crescita di una persona. Anzi una delle tre fondamentali indicate da Papa Francesco: “La strada dell’educazione, la strada dello sport e la strada del lavoro… Se ci

sono queste tre strade, io vi assicuro che non ci saranno le dipendenze: niente droga, niente alcol. Perché? Perché la scuola ti porta avanti, lo sport ti porta avanti e il lavoro ti porta avanti”. La Chiesa non può esimersi da questo impegno, sente l’impegno di far fronte a quella che è definita “emergenza educativa” con una presenza appassionata “per vivere fino in fondo ciò che è umano”. (EG 75). Una vocazione che ha avuto tanti

un gruppo sportivo in ogni parrocchia dopo le parole di Papa Francesco

testimoni: “Io ricordo in particolare una bella figura di sacerdote, il Padre Lorenzo Massa, che per le strade di Buenos Aires ha raccolto un gruppo di giovani intorno al campo parrocchiale e ha dato vita a quella che poi sarebbe diventata una squadra di calcio importante”. Tante sono le società sportive che svolgono la loro attività “all’ombra del campanile” e questa esperienza si presenta come una grande opportunità perché “se non c’è un gruppo sportivo in parrocchia, manca qualcosa”. L’applauso non è mancato, perché sono in tanti a credere a queste parole. Tanti uomini e donne han-

no speso, e continuano a spendere, il loro tempo e le loro energie per l’attività sportiva in parrocchia, formando intere generazioni di giovani che anche senza diventare campioni si sono formate alla vita. Purtroppo in alcuni casi l’attività sportiva è stata fronteggiata e, quando andava bene, sopportata. Tuttavia, si domanda mons. Galantino, segretario della CEI: “Quando oggi sento lamentele dentro e fuori della Chiesa; quando sento formatori scoraggiati perché non riescono più ad intercettare i giovani, mi chiedo: quanto impegno mettono costoro a farsi evangelizzare dallo sport?”. Non certo un rimprovero ma un invito, senza cadere nell’ingenuità dello sport come rimedio a tutti i mali: “Non credo che lo sport da solo, soprattutto lo sport praticato a qualsiasi costo, sia di per sé una prassi educativa”. La strada da percorrere per non sciupare la ricchezza che lo sport può dare anche ad una parrocchia è tracciata da papa Francesco che ribadisce che “questo gruppo deve essere impostato bene, in modo coerente con la comunità cristiana, se non è coerente è meglio che non ci sia”. La domanda più vera, allora, che deve stare alla base di ogni impegno sportivo all’ombra del campanile deve essere: Perché lo fai? E come lo fai?”

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PRIMO PIANO

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CSIDAY

Lo sport d’oratorio scende in piazza Il 10 e l’11 maggio in 65 città d’Italia “Csi Day” ha proposto attività sportive e ludico ricreative per tutti, per condividere momenti importanti di cultura, socialità e benessere e festeggiare in modo decentrato i primi 70 anni del Centro Sportivo Italiano.

di Andrea De Pascalis

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l 10 e 11 maggio il Centro Sportivo Italiano ha acceso di colori e di festa, contemporaneamente, 65 piazze di tutta Italia, mettendo in vetrina lo sport d’oratorio. A dettare l’evento, che globalmente ha coinvolto circa 400.000 ragazzi, è stata la manifestazione “Csi Day, lo sport in oratorio scende in piazza”. La scelta della data, caduta un mese prima del grande appuntamento del 7 giugno in piazza San Pietro per la ricorrenza del 70° di fondazione Csi, non è stata casuale. In quanto associazione radicata sul territorio attraverso le sue 141 sedi territoriali, è sembrato giusto dare un’opportunità di fare festa anche in loco, a beneficio di chi

a Roma non sarebbe potuto venire. Si è scelto di affidare il messaggio allo sport in oratorio perché, nell’ottica del Csi, esso rappresenta il presente ed il futuro di un modello sportivo costruito in modo da educare ai valori veri della vita, quali la socialità, il volontariato, l’accoglienza e il rispetto del “diverso”. È stato “Csi Day” anche per ricordare alle 65 città i cui Comitati Csi hanno aderito al progetto che uno sport di senso, al servizio della persona umana e della crescita della comunità, è possibile, ed è lo sport che l’associazione promuove dal 1944 con l’immensa passione e sacrificio del suo volontariato. Ma “Csi Day” ha inteso essere qualcosa di più di una

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è stato il giorno più lungo nei 70 anni di vita del Csi. Mai nella sua ricca storia, in contemporanea, e per l’intero arco della penisola, il Csi era riuscito a sommare tanti minuti e ore di sport per tutti. La prima edizione di Csiday ha saputo vestire di festa e di sport ben 65 piazze di città e paesi italiane, regalando a oltre 400 mila persone la gioia di vivere un weekend diverso. Due piazze in vetrina in due città incantevoli: Santa Croce a Firenze, per il centronord, e piazza Plebiscito a Napoli per il centrosud.

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serie di attività pre-celebrative del 70° e promozionali. La conferma dal presidente nazionale Massimo Achini: “Con Csi Day abbiamo voluto accendere i riflettori sul Csi. Non per mania di visibilità. Al contrario, per una questione di dignità e di responsabilità. La nostra azione educativa non può passare sotto silenzio, restare nell’ombra o confinata ai margini dei ragionamenti delle istituzioni, del sistema sportivo italiano. Dobbiamo testimoniare quello che facciamo, farlo conoscere per quello che è e che realmente vale. Lo sport in oratorio rappresenta una realtà viva e gioiosa. Dobbiamo farlo vedere e affermarlo”. Nonostante fosse una formula al debutto, Csi Day è stata un successo e non solo di numeri, grazie – va sottolineato – a un “esercito” di 3.500 volontari disposti a montare e smontare campi e strutture sino a tarda ora e disposti a tenere in piedi i villaggi dello sport e manifestazioni bellissime. Ne sono venite fuori iniziative straordinarie, ciascuna con il suo marchio di originalità. Due piazze hanno fatto da capofila: Santa Croce a Firenze, capofila per il centronord, e piazza Plebiscito a Napoli per il centrosud. Una serie di eventi sportivi ha scandito il corso della giornata fiorentina, fra quadrangolari di calcio, tornei di vol-

ley, esibizioni di ginnastica artistica e ginnastica ritmica, scuole di danza, danze tribali. Numerosi testimonial dello sport azzurro sono intervenuti, tra i quali Gianni De Magistris, Salvatore Sanzo e Massimiliano Rosolino, capitano dell’Happy Meal Sport Team, squadra di ambasciatori olimpici di McDonald’s, che al Csi Day di Firenze ha giocato con i bambini presenti al villaggio sportivo per poi distribuire loro la merenda. «Il Csi Day – ha detto il nuotatore napoletano – si sposa perfettamente con gli obiettivi dell’Happy Meal Sport Camp, che ha come obiettivo la promozione degli sport di base e dei valori olimpici di fair-play, amicizia, lealtà, solidarietà, rispetto e coraggio». Momento memorabile, quello dedicato ai ragazzi disabili, con il vicesindaco reggente fiorentino Dario Nardella, e il presidente del Csi, Massimo Achini, pronti a sfidare a basket la squadra degli sportivi composta da Massimiliano Rosolino, Fabrizia D’Ottavio e Fiona May . In piazza Plebiscito a Napoli, invece, hanno cantato, ballato, animato per ore, numerosi gruppi giovanili. Tra cavalli e carrozze, gli sport equestri hanno avuto un ruolo di primo piano nella riuscita festa arancioblu. Il tiro con l’arco è stato l’angolo sportivo più affollato nella piazza napoletana: tantissimi giovani hanno prova-


CSI DAY

to a centrare il bersaglio, grazie ai tecnici federali presenti nello stand dei paglioni e delle frecce. Spazio anche alle corse, ai percorsi in bici, all’angolo del golf, tornei di subbuteo. Anche i ragazzi del progetto “il Csi per Haiti”, ed il gruppo di “Tremenda voglia di vivere” di don Antonio Mazzi, hanno avuto grande risalto nella due giorni partenopea. Gli altri luoghi della festa: Casa Santa-

Erice (Tp), Piazza Don Bosco (Ct), Piazza Cavour (Ag), Piazza Dei Bruzi (Cs), Piazza Sant’Oronzo (Le), Via Gran Bretagna (Br), Villa Comunale “Giardini Peripato” (Ta), Piazza Mario Pagano (Pz), Largo Campo (Sa), Piazza Martiri della Libertà (Te), Parco Pertini (Ar), Piazza Duomo (Po), Rotonda di Ardenza (Li), Piazza Napoleone (Lu), Piazza Mercurio (Ms), Piazza Kennedy (Ra), Via Agosti (Re), Piazza Vittorio

Emanuele II (Ro), Quartiere Guizza – Via Gozzano (Pd), Impianti Sportivi (Cr), Via San Sepolcro (Pc), Piazza Duomo (Pv), Via XX Settembre (To), Piazza Garibaldi (Lc), Piazza Borsa (Tv) e nei piccoli centri (Pieve di Cadore, Edolo, Foligno, Galatina, Laurignano, Bernalda, Ferrazzano, Cava, Porto Sant’Elpidio, San Giuliano Terme, Chiavari, Legnago, Martellago, Crema, Aqui Terme e Laveno Mombello).

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ATTIVITà SPORTIVA

SUL TATAMI I TITOLI NAZIONALI DI JUDO E KARATE

Giunti entrambi alla XII edizione, i Campionati nazionali Csi di Judo e Karate hanno vissuto le finali a Salsomaggiore Terme e Montecatini, che hanno evidenziato un buon incremento delle presenze per le categorie giovani e giovanissimi.

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di Tito della Torre 10

er le arti marziali ciessine il mese di maggio ha rappresentato il capolinea dei Campionati 2013-2014, con la disputa delle finali nazionali. Ha aperto le sfide tricolori il judo, con la fase conclusiva del XII Campionato nazionale, disputata a Salsomaggiore Terme il 3 e 4 maggio. In gara 515 atleti (144 donne e 371 uomini) portacolori di 42 società sportive, rappresentative di 5 regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Toscana, Umbria) e 12 comitati Csi. La parte del leone l’ha fatta la Lombardia, che ha portato nella citta-

dina termale 295 atleti, con 135 della sola Bergamo. Sono stati due giorni di gara intensi di quelli vissuti sui tatami tricolori del Palazzetto dello Sport di Salsomaggiore Terme. Il sabato ha visto impegnati gli atleti più giovani, che dopo la cerimonia di apertura, si sono sfidati nelle 35 categorie a loro dedicate dando vita a combattimenti di alto livello tecnico. Domenica mattina dedicata alle gare degli agonisti, cadetti e cadette, juniores, seniores e master maschili e femminili. Al termine di ciascuna giornata le premiazioni delle classifiche per società. Per i pre-agonisti la classifica per società ha visto ai primi tre posti Polisportiva Colognola, ASD Judo Club Samurai Lecco e Polisportiva Ardesia. Negli agonisti Polisportiva San Mamolo, ASD Sport Team Pioltello e Geesink Team ASD.



A distanza di due settimane, il 17 e 18 maggio, è toccato alle cinture gialle, verdi, arancioni, blu e nere su sfondo bianco colorare il Palaterme di Montecatini per il XII Campionato Nazionale Csi di Karate. Sui tatami si sono presentati 236 atleti provenienti da 29 società sportive, 9 comitati e 4 regioni italiane. Le due giornate, anch’esse intense, sono state spese tra kata (dimostrazione) e kumite (combattimento), valorizzate dalla presenza di molti karateki giovani e giovanissimi, che rappresentavano, come sostenuto da Franco Rota, responsabile nazionale dei giudici della disciplina, «il fiore all’occhiello dell’associazione e una grande soddisfazione, insieme al bel gruppo di arbitri che sta crescendo». Karate in crescita, dunque, soprattutto tra i più piccoli, come confermato da Fiorenzo Gabrielli, atleta e dirigente dell’Asd Arti e Realtà di Bologna, seconda nella classifica per società: «In un anno e mezzo siamo nati e cresciuti come società, grazie anche allo splendido lavoro di questi bambini e delle loro famiglie». Come sempre nei campionati nazionali del Csi hanno gareggiato anche atleti diversamente abili.



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JUNIOR TIM CUP

La seconda edizione del torneo di calcio a 7 under 14, promosso da Lega Serie A, Tim e Csi, e dedicato agli oratori, ha visto scendere in campo più di 700 squadre in tutta Italia.

L’Olimpico è friulano La finale romana ha assegnato la Coppa Italia dei piccoli all’oratorio udinese San Giovanni Battista di Cassacco, dove il parroco ha suonato le campane a festa. di Andrea De Pascalis

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a finale della Tim Cup FiorentinaNapoli giocata sabato 3 maggio, allo stadio Olimpico di Roma, ha avuto come premessa le due finali (3°-4° posto e 1°-2° posto) dell’edizione 20132014 della “Junior Tim Cup - Il calcio negli Oratori”, il torneo di calcio a 7 per ragazzi under 14 di squadre oratoriane promosso da Csi, Tim e Lega Serie A. Nel grande impianto romano si sono affrontate le compagini Beata Vergine Assunta Nulvi (Ss), Oratorio Colognola (Bg), S. Giovanni Battista Cassacco (Ud), San Cosimo di Struppa (Ge), “scrematura” finale delle 713 squadre che hanno partecipato alla manifestazione. Alla fine l’ha spuntata l’Oratorio San Giovanni Battista di Cassacco, che ha alzato la coppa al cielo con una vittoria arrivata ai rigori dopo il 2-2 acciuffato nei minuti di recupero dei tempi regolamentari. L’ordine sul podio: 1. S. Giovanni Battista Cassacco, 2. Beata Vergine Assunta Nulvi, 3. San Cosimo di Struppa, 4. Oratorio Colognola. La seconda Junior Tim Cup, è andata dunque in Friuli, dove è stata accolta da una grande festa confezionata dal parroco di Cassacco, don Giovanni Straulino:

a distesa il suono delle campane della chiesa di San Giovanni Battista e del circondario, la banda in piazza e il paese ad abbracciare i loro piccoli campioni. Mandato in archivio il risultato sportivo, l’edizione 2014 del Torneo ha confermato la bontà della sua formula. Non solo per il grande numero di squadre partecipanti, quanto anche per il suo aspetto “collaterale”, la partita “fuori campo” giocata in nome della responsabilità sociale. Gli organizzatori del torneo hanno, infatti, assegnato al termine della manifestazione contributi e riconoscimenti speciali a 6 oratori distintisi per la valenza educativa e sociale dei propri progetti: l’Oratorio di Sant’Antonio Abate di Posada (Nu), il Centro oratori bresciani, l’Oratorio San Giorgio di Caltagirone, Santa Maria Nuova Luce di Catania, l’Oratorio Gesù Buon Pastore di Udine e l’Associazione sportiva oratori Cernusco di Milano. I fondi messi a disposizione erano quelli provenienti dalle ammende comminate ai tesserati e alle società di Serie A Tim dal Giudice Sportivo, nel corso della stagione, e da un contributo di Tim nell’ambito della sponsorizzazione del torneo.

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ATTIVITà SPORTIVA

Una finale “frizzante”

Conclusi a metà giugno, a Lignano Sabbiadoro, i Campionati under 10/12. Impegnati nelle prove di gioco e sport 711 atleti maschi e femmine.

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campionati under 10 e 12 del Centro Sportivo Italiano, edizione 2014, si sono conclusi con le Finali nazionali disputate, dal 12 al 15 giugno, a Lignano Sabbiadoro (Udine). A contendersi i titoli in palio si sono presentati 590 ragazzi e 121 ragazze, arrivati da 33 Comitati di 15 regioni. Ad aspettarli hanno trovato un programma “frizzante”, adatto alla loro giovanissima età, pieno di “trovate” in cui sport e gioco si miscelavano sapientemente, riducendo il rischio di eccessi e drammatizzazioni. Il ventaglio delle attività che il Csi prevede per queste categorie è tutt’altro che monotematico, poiché l’idea di fondo che lo ispira è quello della polisportività, dell’approccio ludico e graduale dei ragazzi ad alcune discipline sportive: calcio a 5 mista under

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di Tito Della Torre 10 e under 12, calcio a 7 mista under 10 e under 12, minivolley mista under 10, supervolley mista under 12, minibasket mista under 12. Una regola fondamentale prevede che tutti gli atleti facenti parte di una squadra debbano prendere parte al gioco per un minimo di tempo previsto dal regolamento, altrimenti si rischiano penalità fino all’esclusione dalla classifica. In questo modo si evita che vi siano distinzioni tra “titolari” e “panchinari”, con le “seconde scelte” condannati ad assistere senza partecipare. Un’altra particolarità del regolamento in vigore anche a Lignano, per stimolare correttezza e spirito di amicizia, è stato il “Premio Fair Play”: a valutare la lealtà, il comportamento corretto, la cordialità e così via di una squadra, oltre all’arbitro, è

la squadra avversaria. Sotto il profilo educativo è una straordinaria innovazione. La partecipazione ai tornei delle quattro discipline fondamentali sottintendeva l’obbligo di prendere parte a due categorie di prove complementari, che a Lignano sono state giochi acquatici e Orientathlon. Quanto ai primi si è trattato di giochi polivalenti in acqua, adatti anche a quanti non sapevano nuotare. Ed è stato divertimento per tutti, con pallanuoto 3 vs 3, gioco dei “pesci farfalla” e un gioco chiamato “Sport-word”. Complesso e divertente si è rivelato anche l’“Orientathlon 70”, basato su sette prove psicomotorie di gruppo (una per decennio di vita dell’associazione): campestre, getto del peso, nuoto, tennistavolo, basking, ginnastica, sci.



GAZZETTA CUP

Albo d’oro 2009

cat. Junior A.S.D Civitavecchia 1920 - Roma cat. Young A.S.D. Lodigiani 2005 - Roma

2010

cat. Junior Salerno Soccer School - Milano cat. Young Spinasanta - Agrigento

2011

cat. Junior Graticolato - Padova cat. Young Aurora Calcio - Bari

2012

cat. Junior Simply Paolucci - Macerata cat. Young La Meridiana - Catania

2013

cat. Junior Simply Paolucci - Macerata cat. Young ASD Mariano Keller - Napoli

2014

cat. Junior Jonia Calcio Riposto - Catania cat. Young Asso Pigliatutto - Palermo Anche quest’anno Gazzetta Cup, il torneo dedicato ai giovani calciatori dai 9 ai 13 anni ha conquistato la Scala del calcio.

La Gazzetta... di Sicilia

Vincono Asso Pigliatutto Palermo e Jonia Calcio Riposto Catania. Totò Schillaci premia i giovani calciatori isolani con la coppa dal pallone rosa

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el tempio milanese dello stadio “Meazza” si è tenuta anche quest’anno la finale nazionale di “Gazzetta Cup 2014 con Ringo”, il più grande torneo di calcio d’Italia per ragazzi dai 9 ai 13 anni, giunto nel 2014 alla sua sesta edizione, realizzato da La Gazzetta dello Sport in collaborazione con il Csi, da quest’anno con la presenza di Ringo. Il podio finale ha parlato siciliano, con la vittoria finale andata all’etnea Jonia Calcio Riposto (categoria Junior) e alla palermitana A.S.so Pigliatutto (categoria Young). Il quintetto catanese, nel calcio a 5, ha preceduto nell’ordine Segato Viola (Reggio Calabria), Euro Sport Academy (Brindisi) e Atletic Città dei Ragazzi (Modena). L’A.S.so Pigliatutto nel

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di Felice Alborghetti calcio a 7 ha conquistato la coppa con la palla rosa nella categoria Young precedendo, anche in questo caso al termine di una final 4, DLF Civitavecchia, Nick Calcio Bari e ASD Piossasco (Torino). A coronare il sogno di giocare dove segnano abitualmente Balotelli e Palacio sono state 24 squadre (12 per categoria) provenienti da tutta Italia, le vincitrici delle 12 Fasi Cittadine. Il Torneo, iniziato a marzo con le fasi interne, ha visto impegnati ben 35mila ragazzi, cifra record per questa manifestazione. A consegnare i trofei alle squadre vincitrici è stato il goleador delle notti magiche dei Mondiali italiani, Totò Schillaci, felicissimo per la vittoria dei suoi corregionali. Da quest’anno Gazzetta Cup si è arricchita della partecipazione di

Ringo e della “Do You Ringo? Academy”: in tutte le 12 città che hanno ospitato le fasi cittadine del torneo, come pure nel contesto della Finale di San Siro, si sono svolti speciali allenamenti con mister qualificati. “La costante crescita e i numeri raggiunti quest’anno sono veramente eccezionali e confermano l’ottimo lavoro svolto in sinergia con il CSI e, da quest’anno, con Ringo - ha affermato Fabio Napoli, Direttore Marketing de La Gazzetta dello Sport. Giocare alla “Scala del Calcio” è stata per questi ragazzi un’emozione che porteranno sempre nel cuore, ma l’esperienza più bella e importante di Gazzetta Cup, per tutti i 35mila partecipanti, è stata quella di scendere in campo all’insegna del divertimento”.


ATTIVITà SPORTIVA

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SPECIALE 7 GIUGNO 2014

Settant’anni di storia una festa mai vista

U

di Felice Alborghetti

na festa dello sport come non s’era mai vista: 80.000 partecipanti, sportivi di ogni età e rango; un padrone di casa d’eccezione, papa Francesco; una location inimitabile, patrimonio dell’umanità per la sua dimensione artistica e spirituale, piazza San Pietro. Così il 70° compleanno del Centro Sportivo Italiano si è trasformato in un evento epocale, destinato a restare non solo negli annali dell’Associazione ma di tutto lo sport italiano. Protagonisti i ragazzi che si esibivano giocosamente in questo o quello sport sui mini campi allestiti in via della Conciliazione, quasi a ricordare urbi et orbi il bello dello sport, quando lo sport si fa libero e giocoso; protagonisti i molti testimonial sfilati sul sagrato di San Pietro a dire quanto l’attività sportiva ha regalato alle loro vite; protagonista, soprattutto, il pontefice “venuto dalla fine del mondo”, che con il

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suo stile che impasta semplicità e umanità ha rivolto a tutto il mondo dello sport un messaggio fatto di parole su cui c’è molto da meditare. “Tre strade voglio indicare ai ragazzi: la strada dell’educazione, dello sport e del lavoro. Invito tutti gli sportivi non solo a giocare ma anche a mettersi in gioco nella vita come nello sport, nella Chiesa, con gli altri, senza paura ma con coraggio senza accontentarsi di un pareggio” le prime parole di Papa Francesco. Oltre al significato immediato, legare scuola, educazione, sport e lavoro è sembrato un richiamo ad avere a cuore il destino dei giovani dedicando loro una politica integrata, uno sforzo collettivo. Calzante, e infatti il papa lo ha evidenziato, il parallelismo con quanto avviene nell’esperienza sportiva di squadra: nessuno vince da solo, nessuno vince tirandosi indietro. Dopo essere stato no-

minato capitano ideale del Csi, Francesco, nel ringraziare, ha infatti esortato: “Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa, ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo”. Un appello che richiama anche il Csi a non accontentarsi di quanto fatto nei suoi 70 anni, per quanto straordinario sia, a rinnovare le idee e gli sforzi per vincere la sua partita, agendo da “missionario”, portando oltre i propri cancelli il modello di uno sport di senso. E al di là dei cori, dei canti, della felicità dipinta sui volti dei tanti ragazzi, proprio questo voleva essere il 70° in piazza San Pietro. Lo ha sintetizzato bene il presidente nazionale Achini: “Noi vogliamo vivere in piazza quel volto umano che troppo spesso resta nell’ombra, che non finisce mai nelle cronache dei giornali ma che vive e che pulsa nei campetti delle


La nostra strada

parrocchie, degli oratori, dei quartieri e delle periferie di tutta Italia; un volto umano dello sport che il Csi vuole attivare per tutti e dappertutto”. 70 anni e una storia “nobile” da perpetuare nel modo più degno, nel segno della continuità degli ideali. Fare un po’ di memoria nell’occasione era inevitabile. Lo hanno fatto alcuni “vecchi”, raccordando passato, presente e futuro. Dal saluto degli ex presidenti del Csi che negli anni addietro hanno guidato il popolo arancioblu tracciando un pezzo di strada, ai vari gesti simbolici e testimonianze. Un passaggio sullo sport in carcere, nelle parole del presidente del Csi Vicenza Enrico Mastella; uno sguardo all’attività internazionale, attraverso gli occhi di Jean Pierre, un bimbo di Haiti, dove da ormai due anni il Csi è di casa; l’integrazione con Klaudio Ndoja che ricorda di essere stato accolto, clandestino, arrivato in

mare dall’Albania da un prete in oratorio. La Chiesa di casa nello sport, con la Clericus Cup e Romeo Ntsama, il capitano del Collegio Urbano campione 2014; il mondo della disabilità, con il capitano della Nazionale Calcio Amputati Csi, Francesco Messori, che sulle stampelle ha regalato la sua fascia al super capitano Francesco. E dopo la consegna delle bandiere del Coni e del Csi, consegnate al pontefice dai rispettivi presidenti Malagò e Achini, dopo altri testimonial, è arrivato il momento della benedizione del “capitano”, sulle famiglie, sulle società sportive e gli oratori e su tutto il mondo dello sport, sugli 80 mila che hanno gremito San Pietro. Una festa incredibile, che ha lasciato nel cuore di tutti la convinzione che la partita dell’educazione attraverso lo sport sia l’unica che non si può perdere.

Sabato 7 giugno il cuore dello sport italiano pulsava in Piazza San Pietro. Tutte le componenti del nostro sistema sportivo si sono ritrovate insieme davanti a Papa Francesco, eletto “capitano” all’unanimità, per ascoltare da lui parole che illuminassero il presente e il futuro dello sport nella società italiana. Le aspettative non sono andate deluse. Il Centro Sportivo Italiano, in particolare, si è visto indicare la via per proseguire, oltre il traguardo del 70° di fondazione, la sua missione di operare attraverso lo sport a favore dei giovani, senza fermarsi mai, facendo di tutto per vincere la difficile partita della sfida educativa. E dal messaggio del Pontefice, ora che il percorso è stato indicato, il Csi è pronto a ripartire dalla prossima stagione, sapendo di poter contare sul suo specialissimo “capitano” per mantenere la rotta nel realizzare lo sport che fa vincere la persona. Quello sport che ogni giorno ispira e alimenta la vita delle società sportive delle parrocchie e degli oratori, dei quartieri “bene” e delle periferie “difficili”, nelle scuole come nei “ghetti” della disabilità e dell’emarginazione.


IL SALUTO DEL PRESIDENTE

Massimo Achini: “Vogliamo essere dei veri educatori, capaci di testimoniare attraverso lo sport la vita buona del Vangelo”.

C

arissimo Papa Francesco, buon pomeriggio. Semplicemente ma anche sentitamente, molto sentitamente ….GRAZIE. Grazie per il dono che Lei ci fa di questo incontro. Un incontro che ci riempie il cuore di gioia e di speranza. Davanti a Lei, santità si trova radunata una parte numerosa e rappresentativa di un grande popolo e di un popolo grande. Sono i ragazzi, le ragazze, i genitori, gli allenatori, i dirigenti, gli animatori, gli arbitri, i Presidenti delle società sportive che operano nelle parrocchie, negli oratori, nei quartieri, nelle periferie…. Nei campetti e nelle palestre dei comuni grandi e piccoli di tutta Italia. Santità, sono venuti qui per fare festa, con Lei. Noi non siamo semplicemente degli sportivi. Ci piace giocare… certo. …. Quando capita ci piace anche vincere …. Ma tutto questo non ci basta. Siamo e vogliamo essere dei veri educatori, capaci di testimoniare attraverso lo sport la vita buona del Vangelo. Siamo convinti che oggi c’è una sola partita che nessuno può permettersi di perdere: quella di educare i giovani alla vita. E noi quella partita vogliamo giocarla sino in fondo con impegno e entusiasmo. Siamo qui oggi tutti insieme, bambini, ragazzi, giovani, adulti, campioni, perché vogliamo affidare a Lei, carissimo Santo Padre, la nostra passione educativa. Noi sappiamo che lei ci vuole bene e che ha fiducia in noi. Per questo vogliamo chiederle di starci vicino, di pregare per noi, di darci la forza di accogliere sempre tutti, ma proprio tutti nel nostro servizio educativo attraverso lo sport. Le chiediamo di darci la forza per accogliere due volte tutte le persone che vivono un momento di fragilità o di povertà umana, spirituale, fisica, materiale, esistenziale …

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Santità, siamo qui oggi anche in occasione di due ricorrenze per noi molto belle e significative. I 70 anni di vita del CSI, Centro Sportivo Italiano, nato nel 1944 per volontà dell’Azione Cattolica e con il sostegno e l’incoraggiamento del servo di Dio Papa Pio XII. In questo lungo viaggio dentro la storia noi non abbiamo mai perso di vista la nostra identità e la nostra vera missione. Il nostro fondatore Luigi Gedda amava dire: “tirar fuori da un ragazzo un giocatore è un obiettivo troppo modesto e per noi del CSI. L’uomo non è stato creato da Dio per diventare un grandissimo atleta. Dio non si sarebbe scomodato per così poco. Il CSI deve aiutare i giovani a scoprire la loro vera vocazione come cittadini, come padri e madri di famiglia, come operaio, come professionista e perché no…. anche come sacerdote. Altrimenti il CSI fallisce il suo scopo”. Fra pochi giorni, Santo padre, si festeggeranno anche i 100 anni di vita del CONI, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, qui rappresentato dal suo presidente Giovanni Malagò e da tanti Presidenti e dirigenti di federazioni, enti di promozione e discipline associate. Il sistema sportivo italiano è oggi consapevole delle potenzialità educativa che lo sport può e deve testimoniare in ogni ambito ed in ogni contesto. Infine, Santità, a me spetterebbe l’onore ed il compito di salutarla e di ringraziarLa a nome di tutti. É un compito bellissimo ma anche troppo grande per una persona sola .. Come vede mi sono fatto aiutare da tre bimbi che rappresentano le migliaia di ragazzi che si trovano sul sagrato ed in piazza. Ma nemmeno questo è sufficiente. Ci piace pensare che, seppur simbolicamente, ciascuna delle persone straordinarie, concrete e generose che oggi sono in piazza possano abbracciarla e salutarla. Noi sappiamo bene di avere un allenatore speciale ed unico - Gesù Cristo - che è con noi ogni girono della nostra vita e che ci sostiene con amore ogni giorno della nostra vita. Sappiamo anche di avere in lei Santità, un singolarissimo capitano. Un capitano che ha scelto il nome di Francesco per guidare e servire la Chiesa di oggi, per la missione della quale ci mettiamo a disposizione con tutti i nostri limiti ma anche con tanto entusiasmo. Perdonerà Santo Padre, la nostra semplicità se utilizziamo il linguaggio sportivo per salutarLa tutti insieme Con tutto il cuore, Grazie Santità…


LE VOCI DELLA PIAZZA

In piazza protagoniste le Società sportive

San Pietro è uno stadio

Buon pomeriggio Papa Ciccio

«Buon pomeriggio Papa Ciccio, prega per noi” c’era scritto sullo striscione dell’ Hinna Atletica S. Antimo, felice per avere 5 suoi ragazzi sul sagrato. “Dalle nostre parti, il piccolo Francesco, lo chiamiamo Ciccio, ed un piccolo in famiglia porta tanto amore e raccoglie tutti intorno a lui. il nostro Papa, con quel suo “buona...sera”, ci ha conquistati, e abbiamo voluto ricambiare l’amore che una famiglia può dare al suo piccolo ma grande Ciccio»

La grande festa del Csi ha unito sport di vertice e sport di base accendendo la piazza con i colori, le bandiere e lo spirito di festa delle società provenienti da tutta Italia. A Roma oltre 80mila cuori sportivi pulsanti. di Marta Fais, Giulia Vellani, Federico Minniti

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LE VOCI PRIMO DELLA PIANO PIAZZA

Indimenticabile viaggio in tandem

C’è chi pedala a testa bassa alle prese con i propri egoismi, chi si alza leggero sulle salite alla guida di un aquilone, chi prega per le vittime della strada, chi cerca di colmare una distanza oceanica, chi non si arrende nemmeno se rompe ogni pezzo della bici, chi sorride a tutto e a tutti, chi ha promesso di riportare una benedizione alla propria terra devastata dal sisma, chi si definisce il più laico del gruppo ma ha già sulle gambe le strade di Lourdes e di Santiago, chi ha la Bibbia come cartina per la tappa, chi percorre la vita come un viaggio in tandem, chi si sforza di spingere gli altri oltre l’orizzonte, chi si sente rinascere, chi ama la bici e chi ama con la bicicletta. John Martin Csi Emilia Romagna

Papa e ginnastica, che emozioni!

«Emozionante vedere papa Francesco da vicino quando, con la papamobile, ha fatto il giro per la piazza andando a incontrare gli sportivi». Lo dice Laura Tonetti, presidente del Centro Didattico Sportivo di Cimbro di Vergiate (VA) «Siamo andate a Roma in 33 - continua Laura - con età delle ragazze della ginnastica artistica dai 6 ai 25 anni e, nonostante la distanza in piazza, si è trattato di una bellissima giornata di festa. Un’esperienza che sarebbe stata ancora più unica se le ragazze che hanno appena vinto il Gran premio nazionale di ginnastica artistica avessero potuto esibirsi sul palco con Vanessa Ferrari».

Fa meta la squadra antimafia

Da Gioia Tauro a Piazza San Pietro: dal Papa c’era anche l’Aspi Padre Monti di Polistena (RC) che da 30 anni trasmette, attraverso lo sport, i valori della legalità e del rispetto altrui. Calcio, basket, pallavolo, rugby: queste le discipline per 300 giovani, dai 6 ai 18 anni: «questo inverno a causa degli atti di mafiosità subita, avevamo deciso di ritirare la nostra squadra, ma grazie all’intervento del Prefetto siamo ancora “in gioco”; - dichiara Fratel Stefano Caria, responsabile dell’Associazione - l’Incontro con il Papa per noi ha assunto una valenza importantissima: vedere 80.000 giovani fare festa tutti assie-

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me, vuol dire che restando uniti, seppure si perdono sul campo tutte le partite, si vince nella vita».

La partita più importante

«Un’emozione unica, indescrivibile, di rara intensità emotiva - dice Valter Ciaffoni dell’Atletico Nepezzano (TE). L’incontro con Francesco, ha lasciato in dote un ricordo indimenticabile, amplificato dall’entusiasmo di un vero Capitano che con semplicità, ci ha omaggiato del suo spirito sportivo. Ci ha ricordato con naturalezza la bellezza del gioco di squadra, fatto di autentica appartenenza e privo di qualsiasi forma di egoismo o isolamento. Al Suo fianco possiamo giocare insieme la partita più importante».


LE VOCI DELLA PIAZZA

Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca

«Complimenti e tanti auguri al Csi - afferma al ritorno a casa Antonio Toma dell’Associazione Nabor di Milano: Eravamo un centinaio e nonostante il lungo pomeriggio e il caldo, abbiamo vissuto una bellissima giornata. Incontrare il papa ci ha riempito di gioia. E la frase di Yuri Chechi rimarrà scolpita nei nostri cuori: “meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca».

Una pagina di storia

«C’è chi legge la Storia... e chi la Scrive! Noi del Csi, abbiamo fatto la Storia». A parlare è Luigi del San Domenico Savio di Merine. «In piazza erano tante le società sportive e oratori leccesi che hanno regalato una giornata indelebile al Salento. Grazie a Papa Francesco, il nostro capitano! Accoglieremo sempre il suo invito di giocare all’attacco... Grazie a tutti coloro che mi fanno amare ogni giorno questa associazione per la quale ho sempre dato tutto me stesso e dalla quale ogni istante ricevo una straordinaria carica di energia.

5 nostri atleti sul sagrato: che emozione!

Non ci sono parole per descrivere le emozioni che la rappresentanza dell’Acquanengo ha provato durante l’incontro con Francesco in piazza San Pietro. Siamo arrivati a Roma in 60 persone tra atleti, dirigenti e genitori, preparandoci per tempo con tanto entusiasmo, galvanizzati dalla notizia che cinque atleti e il nostro presidente don Giovanni Nava erano stati scelti per assistere all’evento direttamente sul sagrato della piazza. Che dire…Uno spettacolo davvero unico e irripetibile, un grazie al Csi per l’organizzazione che ci ha permesso di condividere momenti di preghiera, festa e gioia per lo sport. A.S. Acquanengo (CR)

Nel cassetto dei bei ricordi della nostra vita

La festa ha coinvolto pienamente il Centrodanza Matera, con tutta la scuola di ballo in piazza S. Pietro “ognuna di noi è tornata a casa con un carico di meravigliose emozioni che conserverà nel cassetto dei bei ricordi della propria vita. Mary D’Alessio maestra di danza

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IL MESSAGGIO DEL PAPA PRIMO PIANO

Cari amici del Centro Sportivo Italiano! Vi ringrazio per la vostra presenza – siete tanti! – e ringrazio il Presidente per le sue cortesi parole. È una vera festa dello sport quella che stiamo vivendo insieme qui in Piazza San Pietro, che oggi ospita anche dei campi di gioco. Ed è molto buono che abbiate voluto festeggiare il vostro settantesimo compleanno non da soli, ma con l’intero mondo sportivo italiano rappresentato dal CONI, e soprattutto con tante società sportive. Complimenti! Adesso manca solo la torta, per festeggiare il 70.mo compleanno! Il saluto più grande è per voi, cari atleti, allenatori e dirigenti delle società sportive. Conosco e apprezzo il vostro impegno e la vostra dedizione nel promuovere lo sport come esperienza educativa. Voi, giovani e adulti che vi occupate dei più piccoli, attraverso il vostro prezioso servizio siete veramente a tutti gli effetti degli educatori. è un motivo di giusto orgoglio, ma soprattutto è una responsabilità! Lo sport è una strada educativa. Io trovo tre strade, per i giovani, per i ragazzi, per i bambini. La strada dell’educazione, la strada dello sport e la strada del lavoro, cioè che ci siano posti di lavoro all’inizio della vita giovanile! Se ci sono queste tre strade, io vi assicuro che non ci saranno le dipendenze: niente droga, niente alcol. Perché? Perché la scuola ti porta avanti, lo sport ti porta avanti e il lavoro ti porta avanti. Non dimenticate questo. A voi, sportivi, a voi, dirigenti, e anche a voi, uomini e donne della politica: educazione, sport e posti di lavoro! è importante, cari ragazzi, che lo sport rimanga un gioco! Solo se rimane un gioco fa bene al corpo e allo spirito. E proprio perché siete sportivi, vi invito non solo a giocare, come già fate, ma c’è qualcosa di più: a mettervi in gioco nella vita come nello sport. Mettervi in gioco nella ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio ed entusiasmo.

Mettervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un “pareggio” mediocre, dare il meglio di se stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre. Non accontentarsi di queste vite tiepide, vite “mediocremente pareggiate”: no, no! Andare avanti, cercando la vittoria sempre! Nelle società sportive si impara ad accogliere. Si accoglie ogni atleta che desidera farne parte e ci si accoglie gli uni gli altri, con semplicità e simpatia. Invito tutti i dirigenti e gli allenatori ad essere anzitutto persone accoglienti, capaci di tenere aperta la porta per dare a ciascuno, soprattutto ai meno fortunati, un’opportunità per esprimersi. E voi, ragazzi, che provate gioia quando vi viene consegnata la maglietta, segno di appartenenza alla vostra squadra, siete chiamati a comportarvi da veri atleti, degni

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Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa, venite in attacco, a giocare insieme la nostra partita, quella del Vangelo.

della maglia che portate. Vi auguro di meritarla ogni giorno, attraverso il vostro impegno e anche la vostra fatica. Vi auguro anche di sentire il gusto, la bellezza del gioco di squadra, che è molto importante per la vita. No all’individualismo! No a fare il gioco per se stessi. Nella mia terra, quando un giocatore fa questo, gli diciamo: “Ma questo vuole mangiarsi il pallone per se stesso!”. No, questo è individualismo: non mangiatevi il pallone, fate gioco di squadra, di équipe. Appartenere a una società sportiva vuol dire respingere ogni forma di egoismo e di isolamento, è l’occasione per incontrare e stare con gli altri, per aiutarsi a vicenda, per gareggiare nella stima reciproca e crescere nella fraternità. Tanti educatori, preti e suore sono partiti anche dallo sport per maturare la loro missione di uomini e di cristiani. Io ricordo in particolare una bella figura di sacerdote, il Padre Lorenzo Massa, che per le strade di Buenos Aires ha raccolto un gruppo di giovani intorno al campo parrocchiale e ha dato vita a quella che poi sarebbe diventata una squadra di calcio importante.

Tante delle vostre società sportive sono nate e vivono “all’ombra del campanile”, negli oratori, con i preti, con le suore. è bello quando in parrocchia c’è il gruppo sportivo, e se non c’è un gruppo sportivo in parrocchia, manca qualcosa. Se non c’è il gruppo sportivo, manca qualcosa. Ma questo gruppo sportivo dev’essere impostato bene, in modo coerente con la comunità cristiana, se non è coerente è meglio che non ci sia! Lo sport nella comunità può essere un ottimo strumento missionario, dove la Chiesa si fa vicina a ogni persona per aiutarla a diventare migliore e ad incontrare Gesù Cristo. Allora, auguri al Centro Sportivo Italiano per i suoi 70 anni! E auguri a tutti voi! Ho sentito prima che mi avete nominato vostro capitano: vi ringrazio. Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa: non chiudetevi in difesa, ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo.

Mi raccomando: che tutti giochino, non solo i più bravi, ma tutti, con i pregi e i limiti che ognuno ha, anzi, privilegiando i più svantaggiati, come faceva Gesù. E vi incoraggio a portare avanti il vostro impegno attraverso lo sport con i ragazzi delle periferie delle città: insieme con i palloni per giocare potete dare anche ragioni di speranza e di fiducia. Ricordate sempre queste tre strade: la scuola, lo sport e i posti di lavoro. Cercate sempre questo. E io vi assicuro che su questa strada non ci sarà la dipendenza dalla droga, dall’alcol e da tanti altri vizi. Cari fratelli e sorelle, siamo alla vigilia di Pentecoste: invoco su di voi una abbondante effusione dello Spirito Santo, che con i suoi doni vi sostenga nel vostro cammino e vi renda testimoni gioiosi e coraggiosi di Gesù Risorto. Vi benedico e prego per voi, e vi chiedo di pregare per me, perché anche io devo fare il mio gioco che è il vostro gioco, è il gioco di tutta la Chiesa! Pregate per me perché possa fare questo gioco fino al giorno in cui il Signore mi chiamerà a sé. Grazie.

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CHIESA E SPORT

L’omelia di mons. Galantino: “Il Csi: un valore aggiunto” Nella mattinata del 7 giugno atleti, tecnici e dirigenti del Csi hanno partecipato alla Santa Messa celebrata nella chiesa di S. Maria alla Traspontina da mons. Nunzio Galantino. Dopo le letture, il Segretario Generale della CEI ha pronunciato un’omelia dai significati profondi, aperta con una riflessione su Papa Francesco: “Ha messo in comune con noi una capacità di riflessione che può aiutarci a continuare questa bella avventura, questa gara che è la vita. L’attesa dell’incontro con il Santo Padre cattura tutte le vostre attenzioni; ed è importante vivere queste emozioni, perché altrimenti saremmo dei poveri uomini e delle povere donne. Ma dov’è che il Papa ricava tutta questa energia? Dalla preghiera e dalla eucarestia,

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che quando vengono vissute bene sono in grado di produrre cose meravigliose, uomini e donne straordinari”. L’omelia è poi entrata nel vivo con la citazione della celebre frase di Yuri Chechi, “Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca”, per affermare che gli sportivi devono vivere e testimoniare con entusiasmo la bellezza della vita vissuta nella lealtà, accompagnati da Gesù. Quindi, un parallelo tra San Paolo e il Csi, con l’Apostolo “grande atleta della squadra di Gesù; intraprendente, furbo, instancabile, che ci parla delle sue difficoltà, degli sforzi fatti per non farsi ridurre all’impotenza. E, come S. Paolo, il CSI ha allenato uomini e donne che non vogliono essere navigatori solitari, che si danno delle regole e non vogliono fermarsi. Perché i record più belli sono quelli che debbono ancora arrivare e per i quali non ci alleneremo mai abbastanza”. E sulla missione educativa del Csi: “Quando sento lamentele, dentro e fuori la Chiesa, quando vedo operatori scoraggiati, mi chiedo: quanto impegno mettono nel farsi evangelizzare dallo sport? Mitizzare la socializzazione non basta. Il CSI è un valore aggiunto, perché riesce a mettere insieme i ragazzi rendendoli persone nuove e affidabili, cioè convinte che la voglia di vincere non si allea con l’imbroglio e la sopraffazione di chi è meno abile”. In conclusione, un invito agli sportivi: “Rifiutate di contribuire a ingrossare le fila di coloro che stanno dalla parte dei presunti vincitori. è meglio che facciate parte degli scarti e delle riserve”.


PRIMO PIANO

RADIO VATICANA La voce del Papa e della Chiesa in dialogo con il mondo

CONVEGNO NAZIONALE DEI CONSULENTI CSI La visione del consulente ecclesiastico come mera figura di raccordo fra le strutture territoriali CSI e le diocesi può dirsi non solo di scarsa prospettiva, ma soprattutto incapace di esprimere quel dinamismo e quel contributo di idee che nella realtà odierna sono indispensabili per tradurre il rapporto fra sport e fede in azioni concrete e in esperienze significative. Perché, se da un lato non si può dare per scontata la piena e incondizionata accettazione, da parte di tutti quelli che aderiscono al progetto CSI, del principio per cui lo sport non è di per sè un fine, ma soltanto il mezzo per fare educazione e per diffondere i valori cristiani, dall’altro occorre constatare - senza che ciò suoni come una nota di biasimo - che i dirigenti dei comitati, ai vari livelli, non sempre hanno la lucidità e il tempo necessario per mantenersi sulla rotta di obiettivi così elevati. Ecco allora che il consulente ecclesiastico può e deve assumere la funzione propria del navigatore del pilota di rally, apportando la sua “correzione fraterna” alle iniziative intraprese dai rispettivi comitati.

Questo per rimanere fedeli alla vocazione del CSI ben sottolineata dal suo fondatore Luigi Gedda: “Tirar fuori da un ragazzo un grande giocatore è un programma troppo modesto per noi del Csi. L’uomo non è stato creato da Dio per diventare un grandissimo atleta. Dio non si sarebbe scomodato per così poco. Il Csi deve aiutare il giovane atleta a scoprire e raggiungere la sua vocazione: come cittadino, padre di famiglia, come operaio, come professionista o chissà anche come sacerdote. Altrimenti il Csi fallisce il suo scopo”. Questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dall’incontro dei consulenti ecclesiastici CSI svoltosi venerdì 6 maggio all’Hotel Holiday Inn di Roma, convocato in occasione dell’incontro con Papa Francesco per festeggiare il settantennio dell’associazione. Proprio grazie anche alle parole di Papa Francesco i tempi sono maturi per la definitiva accettazione, da parte della Chiesa, dello sport come mezzo di educazione e crescita umana. Ai consulenti ecclesiastici il compito di superare le ultime resistenze e di stimolare i dirigenti Csi a fare una piena e consapevole scelta cristiana.

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LE TESTIMONIANZE

Enrico Mastella, educatore carcerario

Klaudio Ndoja, cestista

«Mi chiamo Klaudio Ndoja e sono albanese. Sono arrivato in Italia nel 1998 perché nel mio Paese c’era la guerra civile e anche giocare nel giardino di casa era diventato pericoloso perché cadevano i proiettili. Sono arrivato qui con la mia famiglia. Un giorno sono entrato nell’oratorio di Palazzolo Milanese e ho conosciuto don Marco che mi ha permesso di giocare a basket anche se non avevo la carta d’identità. Fu sempre don Marco a dirmi che avevo talento per il basket. È stato allora che sono andato a Desio, il posto più vicino. Da lì è arrivata la serie B e poi la serie A. Lo sport mi ha aiutato ad essere quello che sono. Non so se sono un campione nello sport, ma credo di essere un campione nella vita grazie all’insegnamento dei miei genitori e dello sport».

«Mi chiamo Enrico Mastella e dal 1999 sono educatore presso il carcere di Vicenza. Santità, Le porto l’affetto dei ragazzi incontrati in carcere, tutti accomunati dall’errore, ma anche dal desiderio di avere una nuova opportunità di vita insieme alle persone che amano. Lo sport è per loro un momento di svago dai problemi, ma anche di crescita nel rispetto delle regole, di incontro con l’altro. Ho qui da parte due semplici doni per Lei: un pallone da calcio con alcuni dei loro nomi e una maglia della loro squadra. Hanno scelto quella del portiere: questi ragazzi in porta vedono Lei che la difende dagli attacchi degli avversari».

Jean Pierre, Haiti

«Caro Papa, mi chiamo Jean Pierre e vengo da Haiti. Giocare a pallone con i miei amici è una delle cose che mi piace di più. Ogni bambino si diverte a correre dietro a un pallone, è un gioco semplice ma così divertente. Tutti dovrebbero avere la possibilità di provare questa gioia, anche in Paesi poveri come il mio dove ci sono pochi palloni e pochi campi in cui correre. Caro Papa, sono felice di essere qui oggi perché posso incontrarti e portarti l’abbraccio grande di tutti i bambini e i ragazzi di Haiti».

Francesco Messori, capitano e fondatore Nazionale Italiana Calcio Amputati

«Mi chiamo anche io Francesco, Santità. Sono nato senza una gamba, ma ho sempre desiderato giocare a calcio. Purtroppo nessuno mi dava questa possibilità finchè il CSI ha cambiato le regole tesserandomi e permettendomi di giocare con normodotati. Un giorno, navigando su internet, ho scoperto che all’estero esisteva una federazione calcio amputati. Allora ho messo un annuncio su facebook e ho creato una pagina dedicata al calcio amputati Italia che ha cominciato a raccogliere adesioni. Così è nato “Un calcio a modo mio”, il primo torneo con i primi 6 atleti amputati. Il numero di adesioni è poi cresciuto così tanto che è nata la prima Nazionale italiana per calcio amputati. Ora so che ho realizzato non solo il mio sogno, ma anche quello di moltissimi altri atleti. Santità, questa squadra è speciale e ha bisogno di un capitano speciale proprio come Lei».

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LE TESTIMONIANZE

Giovanni Malagò: “Il Csi una colonna del sistema sportivo italiano”

“Il Csi è una colonna del sistema sportivo italiano, non da oggi ma da sempre. E il suo è un messaggio preciso e forte, che raggiunge il cuore della gente. Ma l’aspetto forse più qualificante per il Csi è quello di essere sempre rimasto fedele alla propria mission e saldamente ancorato alla matrice cattolica, che personalmente apprezzo molto, senza con questo sminuire il ruolo e l’operatività degli altri enti di promozione. Per celebrare questo settantennio, che peraltro cade in fortunata coincidenza con il centesimo anniversario del Coni, rivolgo al CSI l’invito a non tradire mai le proprie origini e a conservare le proprie tradizioni, guardando al futuro con spirito di innovazione e cogliendo il cambiamento come un’opportunità e non come sinonimo di paura, oppure, peggio ancora, di costrizione. La festa in Piazza San Pietro, che ha coinvolto positivamente tutto il mondo sportivo italiano, ci ha reso ancora una volta l’immagine di un papa che è uno di noi, che sa esprimersi sempre con spontaneità, freschezza, genuinità. Un personaggio che non incute timore; al contrario, se lo avvicini, riceverai perlomeno un sorriso”.

Mauro Berruto: “Dal PalaSanPietro il Csi è uscito oggi con un’energia atomica”

“Difficile sbagliare con un capitano simile. È il suo modo di porsi e la testimonianza di questo pontefice a farlo grande. Il modo in cui interpreta quello che fa. Dalla sua prima battuta si è vista la coerenza tra pensiero e azione ed è davvero un esempio di ispirazione che vale più di tutto. Penso alla passione per lo sport che Papa Francesco non ha mai nascosto, dichiarando anche per quale squadra tifa. Un modo pulito. Bello, sincero. Anche per un Papa la passione per lo sport rafforza i suoi messaggi, specie verso i giovani. Più che gli auguri al Csi faccio i complimenti. Ai suoi atleti e tesserati ed al presidente Achini, un vulcano di idee. Lo farei giocare nel mio sestetto base come palleggiatore, un regista capace di traiettorie impensabili, di cose belle, geniali come quella realizzata oggi. Dal PalaSanPietro il Csi è uscito oggi con un’energia atomica”.

Gianni Letta: “Questi ragazzi così entusiasti fanno ben sperare per l’avvenire del Paese. Auguri Csi!”

“Papa Francesco, un grande capitano, un capitano del Mondo. Una festa che in questo momento in Italia riapre le porte alla speranza e alla fiducia. Vedere tanti ragazzi in piazza San Pietro, con tanto entusiasmo, con tanto impegno, in nome di un ideale come quello dello sport, fa dimenticare i tormenti di questi giorni di questo paese e fa pensare che l’Italia possa avere un avvenire degno della sua tradizione. I 70 anni del Csi sono quel valore in più che dà qualcosa, perché non insegna solo i valori tipici dello sport, come la competizione, la lealtà, il desiderio di prevalere, ma insegna che occorre guardare più su, perché guardando più in alto i comportamenti sono orientati al bene, al meglio”.

Dino Meneghin: “Oratorio, scuola, famiglia: un terzo tempo per la vita!”

“Prima di tutto provo stupore per i numeri; ho sentito parlare di circa 80mila persone, un dato che basta a dare la dimensione della forza e della grandezza del Csi. Oggi si è celebrata la festa dello sport in oratorio, un ambiente nel quale sono cresciuto, e devo dare atto al Csi di averlo sempre sostenuto. Del resto, l’oratorio, insieme alla famiglia e alla scuola, costituisce l’entità principale per la formazione delle generazioni future. Potrei dire che, in questo ambito, lo sport è un pretesto per fare educazione, per insegnare la vita comune, per aiutare i ragazzi a crescere bene in uno spazio controllato”.

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LE TESTIMONIANZE

Giovanni Trapattoni: “Avere fede dà una marcia in più. Ora la Costa d’Avorio, poi…il Vaticano”

“Il mio oratorio era di Cusano Milanino. Il Csi e gli oratori sono da sempre palestra di educazione, di attenzione ai giovani. I primi calci si tirano lì un po’ ovunque. Dell’oratorio mi è rimasta la bontà di avere degli amici e con loro aver condiviso al di là della mia carriera, momenti di gioia, di gioco e di successi. Avere fede ha una marcia in più. Ti fa accettare meglio il lato positivo e negativo dello sport: le sconfitte, la fortuna di giocare, essere fortunato. Il gioco gratifica sempre. Dico e penso sempre cristianamente: sia fatta la tua volontà. Qualcosa può andare male, ma non perdo mai la fiducia in ciò che succederà. Il mio futuro? Ora mi attende la Nazionale della Costa d’Avorio, poi in pensione attendo la chiamata dal Vaticano, dove siamo oggi, grazie al Csi. Csi è per me scuola di moralità. Passione e competenza sportiva senza interessi o secondi fini. Ai tecnici dico di mantenere sempre equilibrio tra bravi e meno bravi nello spogliatoio. Fondamentale è comprendere la sensibilità di ciascun ragazzo.”

Bruno Pizzul: “Fortunato per essere uno dei primi atleti Csi. Ho la tessera del 1946”

“Al Csi auguro di andare avanti con questo spirito, con gioia, partecipazione e competenza. Quello del Csi è lo sport che unisce e non divide e che si fa col sorriso. Io ho avuto la fortuna di essere uno dei suoi primi tesserati, visto che la prima esperienza sportiva l’ho fatta nel 1946, quando avevo 8 anni. E il ricordo di quegli anni è ancora vivo. L’aspetto a mio avviso centrale dell’attività del Csi è che riesce a coniugare il momento agonistico con quello ludico e quello educativo, avendo il pregio di non perdere il passo col continuo cambiamento dei tempi e all’evoluzione sociale. Papa Francesco? Si è fatto accettare come un amico e si è reso interprete convinto del principio per cui il momento del gioco e dello sport sono fondamentali per la crescita degli uomini e delle donne di buona volontà”.

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Igor Cassina: “Più emozione oggi che alle Olimpiadi d’oro di Atene”

“Confesso di aver provato più emozione oggi che non alle Olimpiadi di Atene nel 2004, quando ho vinto la medaglia d’oro. Finalmente, posso dirlo, sono riuscito ad incontrare un Papa. Avrei tanto voluto conoscere Giovanni Paolo II, ma il sopraggiungere della sua malattia me lo ha impedito. Poi è saltata anche l’opportunità di entrare in contatto con Benedetto XVI. Insomma, stavolta ho potuto vivere un momento unico, anche per quello che è Papa Francesco, un personaggio unico, dal carisma eccezionale. Ecco, se nella società di oggi possiamo avere ancora la speranza di riavvicinare i giovani ai valori della fede lo dobbiamo a lui. Per il CSI, avere vicino una figura come la sua, che manifesta apertamente un grande amore per lo sport, è un qualcosa di straordinario. All’associazione auguro di continuare così, nella consapevolezza che certi traguardi è più difficile mantenerli che raggiungerli e che, come nello sport praticato, la capacità di trasmettere dei valori conta molto di più che vincere una medaglia d’oro”.



Il sabato del villaggio

Dalla mattina alla sera Via della Conciliazione, dove da sempre risiede la Presidenza Nazionale del Csi, è stata animata da tanto sport e divertimento in occasione del “Villaggio dello Sport” allestito per l’occasione con campi da basket, volley e calcio a 5 e spazi dedicati alle arti marziali e alla ginnastica. Una grande palestra a cielo aperto nel cuore di Roma, nel centro della cristianità, con San Pietro davanti ai propri occhi.


Lo sport in Via della Conciliazione


CLERICUS CUP

Il Pontificio Collegio Urbano ha conquistato la sua prima Clericus Cup. I Leoni d’Africa nella finale 2014 hanno battuto 1-0 su rigore i neocatecumenali del Redemptoris Mater. Bronzo per l’Istituto teologico San Pietro di Viterbo.

Paradiso Urbano di Felice Alborghetti 36

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lima mondiale, al ritmo di wakawaka i ragazzi del Collegio Urbano cantano “Il collegio del Papa siamo noi”. Esultano con gioia, dopo aver conquistato la Clericus Cup 2014. La Coppa con il Saturno resta sul colle del Gianicolo, approdando per la prima volta nel Pontificio Collegio Urbano, il Collegio “de propaganda fide”, il seminario missionario che predica l’evangelizzazione tra i popoli, e che nel Mondiale della Chiesa aveva eliminato i campioni in carica statunitensi, vicini di casa sul colle. L’ottava finale della Clericus Cup ha premiato così i “Leoni d’Africa”. L’1-0 nella finale del 24 maggio è arrivato da calcio di rigore. A realizzarlo a 10 minuti dal termine dei 60 regolamentari è stato il bomber camerunense Jean Marie Voundi (5 gol nel torneo). Sul dischetto, con i neocatecumenali in dieci, dopo il cartellino azzurro (5 minuti di espulsione temporanea)


a Francesco in dono la Coppa”. Nella finale per il bronzo vittoria 2-1 dell’ Istituto Teologico San Pietro di Viterbo sul Sedes Sapientiae, con reti argentine pro Bergoglio dei due fratelli Bonello, Andres, e Tomas.

Numeri e curiosità

sventolato dall’arbitro Priscoglio al veterano Davide Tisato, è arrivata la zampata del leone urbaniano. Si conclude così il campionato di calcio per i collegi, i seminari e gli istituti pontifici organizzato dal Centro Sportivo Italiano, con il patrocinio dell’Ufficio sport della Cei, e la collaborazione del Pontificio Consiglio per i Laici e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. Festa grande per il rettore del Collegio Urbano, il pugliese Mons. Vincenzo Viva, per l’allenatore il camerunense Joel Minsi, per il veterano Albert Koetlisi che a dicembre tornerà nel suo Lesotho “dedico la vittoria ai miei vecchi compagni che oggi in Africa esulteranno per il nostro successo” e per il capitano il camerunense Romeo Ntsama, che, alzando la Coppa al cielo prega e pensa al Papa. “Dopo aver celebrato la Messa dell’Epifania in San Pietro con sua Santità vorrei portare

Sono state 134 le reti realizzate nelle 32 disputate nell’edizione 8 della Clericus Cup. Anche ai giocatori più “santi” può capitare di commettere qualche peccatuccio. Nel torneo 2014 sono stati 72 i cartellini estratti dagli arbitri del Csi: 3 rossi (il primo al brasiliano don Roberto Carlos), 69 gialli, e due azzurri (espulsione temporanea di 5 minuti, entrambi a carico del Red Mat in finale). All’8* edizione della Clericus Cup, hanno giocato 351 calciatori di 60 diverse nazionalità.

Ai migliori del torneo 4 stole sacerdotali

Nell’anno della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II e Papa Giovanni XXIII i premi individuali agli atleti della Clericus Cup non potevano non essere all’insegna dei due Papi santi. La loro effige era impressa sulle quattro stole premio, dei colori corrispondenti al calendario liturgico, ricevute dalle quattro migliori individualità del torneo. Stola bianca al migliore tecnico (il camerunense Joel Minsi, mister del Collegio Urbano); Stola viola al miglior portiere (il romano Fabiano Rebeggiani numero 1 del Redemptoris Mater); Stola rossa al miglior giocatore (il croato Krunoslav Siroglavic del Sedes Sapientiae); Stola verde per il migliore attaccante (l’italiano Edwin Salnitro dell’ Istituto Teologico San Pietro di Viterbo, autore di 13 reti).

In gol con papa Francesco Per una vita da vero fuoriclasse Alessio Albertini Ed. In dialogo, Milano 2014 Merita davvero di essere letta, o meglio ancora di essere tenuta sul comodino per ripercorrerne ogni tanto un brano, questa fatica di don Alessio Albertini, consulente ecclesiastico nazionale del Csi. L’impianto è semplice: 14 brevi capitoli, ciascuno dei quali prende le mosse da una frase di papa Francesco che, facendo riferimento a un’immagine o a un contesto sportivo, esprime concetti importanti per comportarsi da “campioni” nella partita che ciascuno di noi, giovane o anziano, gioca nella vita. Don Albertini costruisce così un percorso che attraversa quei valori che si possono attingere dallo sport quando lo sport è “giocato” nel modo giusto. Agonismo, gratuità, forza di volontà, coraggio, spirito di sacrificio, perseveranza, disciplina, gioia, umiltà, fiducia, cameratismo, solidarietà sono per l’autore le “costole” di un’esperienza sportiva vissuta con impegno e consapevolezza, valori che ti rendono “forte” anche nella quotidianità. Non si pensi però a una complessa esposizione teologica o filosofica. Con la stessa semplicità di linguaggio cara al pontefice, l’autore “pesca” nella storia dello sport aneddoti e esempi attraverso i quali approfondire e riaffermare il senso della conquista di quei valori. Un libro importante per capire meglio la grandezza educativa dello sport.


ATTIVITà SPORTIVA

Pedane affollatissime per le finali nazionali di Ginnastica artistica e ritmica, discipline che crescono ogni anno in numeri e qualità.

Una parata di piccole farfalle A Lignano 1.500 finalisti, sulla trave, al volteggio, alle parallele e al corpo libero. di Andrea De Pascalis

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ignano Sabbiadoro ha ospitato dal 21 al 25 maggio il XII Campionato nazionale di ginnastica artistica del Csi. Al PalaGetur erano 28 i Comitati, espressione di 10 regioni, per un totale di 91 società sportive. In pedana si sono alternati 1.481 atleti (1.347 femmine e 134 maschi), nelle varie categorie e in base al livello di preparazione, con esercizi al corpo libero, alla trave, al volteggio, alle parallele e al minitrampolino, eseguiti con mirabile leggerezza da farfalle. Non sono mancate le gare a squadre del programma Small e della Ginnastica Insieme. Più body in finale per la Lombardia (430 atleti), l’Emilia Romagna (358), il Lazio (209), il Piemonte (182) e la Campania (84). È un campionato, quello dell’artistica Csi, che cresce ogni anno nei numeri e nella qualità, e oggi colloca questa disciplina tra le più praticate e apprezzate nel panorama associativo. Apprezzamento e incoraggiamento che sono arrivati ai ginnasti e alle ginnaste arancioblu anche tramite i messaggi di augurio di due campionesse azzurre: Chiara Gandolfi e Betta Preziosa. La prima si è concentrata come fosse un coach sugli esercizi: «Mi raccomando alle verticali… le punte tese… le gambe tese… sorridete quando eseguite il corpo libero… Divertitevi nei minuti dell’esercizio. Gareggiate dando tutto, perché la ginnastica è passione». E infine la “spaccata” di Chiara è sul fair play: «Rispettate sempre i giudici: un giudizio eventualmente negativo è stimolo a fare meglio e migliorarsi sempre di più». «Impegno costante, duri allenamenti, forte concentrazione tutti ingredienti per ottenere buoni risultati. I successi nella ginnastica – ha detto ai finalisti nel suo saluto Betta Preziosa – non sono mai casuali e nel momento in cui riesci a raggiungere un traguardo il cuore batte forte... e come si dice tra ginnasti... Gamba!». Nella Ginnastica Insieme, programma a squadra, la vittoria è andata al sestetto della Ginnastica Pro Novara 1881, le migliori nel programma “large”; per il programma medium alle juniores del Body Art Club Crazy di Varese e fra le master alle ragazze dell’Altis 2001 di Roma. Nel programma “small” hanno vinto, invece, le allieve del Centro Ginnastica Moderna Cameri Le Caltignaghe di Novara. Individualmente in campo femminile tre successi a testa per la Ginnastica Yuppies Zavattaro di Bologna e per la Gymnica 2009 Mantova, due medaglie d’oro per Energym Bologna e Juppiter Viterbo. Nel maschile 4 ori per gli atleti del Gymnasium Ceccano (Fr).

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ATTIVITà SPORTIVA

Nei primi giorni di giugno dopo l’artistica, anche la ginnastica ritmica del Csi ha laureato le sue campionesse nazionali. A Fiuggi erano 775 le atlete impegnate nei vari attrezzi. di Daniele Zaccardi

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l PalaTerme di Fiuggi ha ospitato quattro giorni di gare che hanno visto esibirsi in pedana ben 775 ginnaste provenienti da 9 regioni, in rappresentanza di 55 sodalizi sportivi e 23 comitati arancioblu. Ancora un enorme successo di iscritti (oltre il 20% in più rispetto al 2013) che vede un continuo crescendo di quella che, partendo dalla posizione della più piccola e giovane tra le discipline individuali, in pochi anni è esplosa affermandosi tra le più frequentate. La finale laziale ha ospitato esercizi del programma individuale, di coppia e a squadre. Diversi gli attrezzi in gara, a seconda delle categorie e dei livelli degli esercizi proposti dalle finaliste: dal più semplice medium, al large fino al super. Il ritmo della musica, ben mixato a tanta grazia ed armonia in pedana hanno acceso le luminosissime e giovanissime farfalle arancioblu, che come da programma sono state impegnate al corpo libero, alla palla, alla fune, come anche al cerchio, al nastro e alle clavette. Il programma delle gare si è concluso nella serata del 6 giugno per dare modo ai gruppi provenienti da tutta Italia di recarsi l’indomani mattina alla volta di Roma per partecipare all’incontro delle società sportive con Papa Francesco per i 70 anni di fondazione del Csi. Nel medagliere complessivo, ricavato sommando i risultati per singola società, spicca la Sgm Forza e Coraggio di Milano con 22 metalli (9 ori, 5 argenti e 8 bronzi). Dodici le medaglie vinte dalla Polisportiva Capriolese di Brescia (6 ori, 5 argenti e 1 bronzo), e terza sul podio la Cam Ritmica Teramo 1987 con 7 medaglie (6 ori e 1 argento). La Sg Fortitudo torna in Emilia con 14 medaglie (5 ori, 3 argenti e 6 bronzi). Bene il Piemonte con La Palestrina (13 medaglie) di Torino e le novaresi Ginnastica Twirling (7 medaglie) e Centro Ginnastica Moderna Cameri (9 medaglie). Buon risultato anche per la Ginnastica Riviera Fiori Sanremo che torna in Liguria con 15 atlete sul podio e le due società milanesi, l’Olimpia e la Ginnastica Muggiò 75, rispettivamente sesta e decima nel medagliere.

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ATTIVITà SPORTIVA

Artistica: classifica società Comitato Società Bologna 1 Energym Mantova 2 Gymnica 2009 Asd Frosinone 3 A.S.D Gymnasium Bologna 4 Ginnastica Yuppies-Zavattaro Roma 5 Diada Sport Viterbo 6 Asd Juppiter Sport Reggio Emilia 7 Asd Ginnastica Gymnova Mantova 8 Asd Ginnastica Airone Brescia 9 Asd Le Libellule ’93 Novara 10 CSI Gozzano

Oro Arg. Bronzo 18 13 21 9 18 20 5 8 15 4 9 12 7 9 11 9 7 11 4 7 7 4 7 5 10 6 5 7 4 5

Ritmica: classifica società Oro Arg. Bronzo Comitato Società 8 5 9 Milano 1 Sgm Forza e Coraggio 1 5 6 Brescia 2 Ass. Pol Capriolese Asd 1 6 Teramo 3 Cam. Ritmica Teramo 1987 6 3 5 Bologna 4 S.g. Fortitudo 2 5 Novara 5 Ginnastica Twirling 1 1 5 Milano 6 Olimpia 3 6 4 Torino 7 La Palestrina Asd 6 5 4 o o Imperia-Sanrem 8 Csi Ginnastica Riviera Fiori Sanrem 3 2 4 eri Novara 9 Asd C. Ginnastica Moderna Cam 2 4 Milano 10 Ginnastica Muggio’ 75

Tot. 52 47 28 25 27 27 18 16 21 16

Tot. 22 12 7 14 7 7 13 15 9 6

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SPORT-DISABILI

Messico e ...nuvole!

La Nazionale Italiana Calcio Amputati Csi, dopo il netto 5-0 sulla Germania guarda al suo Mondiale, in programma ad inizio dicembre in terra azteca. Dal 12 al 14 settembre azzurri protagonisti in un torneo in Polonia di Felice Alborghetti

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er un Mondiale concluso, quello in Brasile, ce n’è un altro in arrivo cui guarda il Csi. Quello che si giocherà in Messico dal 30 novembre all’8 dicembre, al quale partecipano le Nazionali di calcio Amputati. Il Csi attende l’ok dalla WAFF (World Amputee Football Federation) per poter partecipare. L’Italia è oggi tra gli stati membri provvisori, in attesa dell’ingresso definitivo, su cui la federazione, con ogni probabilità, si pronuncerà nella prossima assemblea dei 24 stati membri attuali in vista dei Mondiali messicani. Gli azzurri cominciano ad essere piccanti. Dopo la doppia sconfitta contro i transalpini francesi, sabato 14 giugno è arrivato il primo grande successo a livello internazionale per i ragazzi amputati agli arti inferiori in maglia azzurra. L’Italia con le stampelle ha battuto la Germania per 5-0, allo stadio G. Magi di Gabicce Mare in occasione del Trofeo “Città di Gabicce Mare”. Grandi

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emozioni sin dall’inizio in terra marchigiana, con gli inni nazionali, poi l’abbraccio fra i due capitani: il nostro “Messi da Correggio”, Francesco Messori ed il capitano tedesco Lars Wurst. Quindi la prima rete azzurra siglata da Gianni Sasso. Le due doppiette del bustese Stefano Starvaggi, e del vicentino Emanuele Padoan hanno fissato il punteggio sul definitivo

5-0 azzurro sottolinea sul tabellino degli arbitri Csi la doppietta di Padoan. Vicino al gol anche capitan Messori, sfortunato nell’occasione in cui il suo tiro colpisce la traversa. Fischio finale e prima dei fuochi artificiali che hanno accompagnato le premiazioni, c’è stato - come sempre accade in queste amichevoli - un po’ di spazio anche per le seconde linee. L’extra time è finito 2-2 con una rete della mascotte della Nazionale Amputati azzurra, il piccolo Lorenzo Marcantognini. è un’Italia in crescita quella vista a Gabicce Mare, che in prospettiva può regalare al Paese e al Csi grandi traguardi. Prima del Mondiale, a fine estate c’è un altro impegno in vista: il prossimo appuntamento per i ragazzi allenati da mister Renzo Vergnani è già fissato a settembre in Polonia. Dal 12 al 14, infatti, la Nazionale Italiana Calcio Amputati Csi sarà a Varsavia per un torneo continentale ad 8 squadre.


ATTIVITà SPORTIVA

Una finale in grande stile Dal 20 al 25 maggio Lignano Sabbiadoro è stata sede delle finali nazionali del 12° Campionato nazionale di nuoto CSI. In vasca oltre 1.000 nuotatori. Il saluto della campionessa delle Fiamme Gialle Alice Mizzau: “Assaporate ogni metro di gara” di Andrea De Pascalis

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al 30 maggio al 2 giugno Lignano Sabbiadoro, sempre più luogo di elezione delle gare tricolori del Csi, ha ospitato anche le finali nazionali del 12° Campionato di nuoto arancioblu. Sui blocchi di partenza della piscina olimpionica del Villaggio GeTur si sono avvicendati più di 1.000 tra nuotatori e nuotatrici, con le cuffie di 64 società sportive, appartenenti a 26 comitati Csi di 12 regioni italiane. Nei sogni di tutti la conquista di una medaglia in una delle tante specialità previste dal programma: 100 dorso, 50 stile libero, 50 farfalla, 50 rana, 200 stile libero, 100 farfalla, 100

te, al punto che a tutti i partecipanti alle Finali è potuto giungere un messaggio di ringraziamento di Beatrice Brandi, la ragazza che aveva riportato gravi lesioni. «Mi avete lasciato senza parole – ha scritto – e sto piangendo dall’emozione. In un’associazione come la nostra si impara che gli ostacoli si possono superare, anche i più difficili… tengo a dirvi che davanti ad ostacoli come questi non bisogna fermarsi ma bisogna guardare avanti e pensare al futuro”. Ai partecipanti al Campionato nazionale di nuoto a Lignano è arrivato il saluto della campionessa di nuoto delle Fiamme Gialle, Alice Mizzau: “Vi aspettano giorni speciali… Assaporate ogni metro di gara, di allenamento, di risata con un amico, perché sono emozioni forti che diventeranno bei ricordi. Siate felici, lasciatevi andare e soprattutto... aprite il gas! Un rana, 100 stile libero, 50 dorso, 200 misti, grande in bocca al lupo ragazzi! Date il meglio di voi! Io gareggerò con voi”. staffetta 4x50 stile libero. Sogni che alla vigilia hanno minacciato di Alla fine grande soddisfazione da parte trasformarsi in incubo, quando si è diffu- della commissione tecnica del nuoto e sa la notizia del grave incidente che ave- degli organizzatori. Bilancio finale delva coinvolto il pullman su cui viaggiava- la partecipazione: gran parte dei finalisti no verso Lignano i ragazzi di tre società provenivano dai comitati provinciali Csi della provincia di Trento (Brenta Nuoto, del Nord Italia, che hanno portato a LiLatemar di Cavalese, Csi Trento Nuoto). gnano ben 810 atleti, seguiti dai nuotaFiato sospeso per seguire la sorte dei tre tori del Centro Italia (157), del Sud (55) e feriti più gravi, una ragazza e due ragazzi, delle Isole (17). In piscina predominanza travolti da tantissimi SMS di augurio e di numerica femminile: le ragazze in totaaffetto da parte della “colonia” Csi pre- le sono state 542 contro i 497 maschi. sente a Lignano. Per fortuna le condizioni Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Piedei tre atleti sono migliorate rapidamen- monte, le regioni più rappresentate.

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Nuoto: trofeo per regioni punti Regione 12582 Lombardia 2682 Emilia-Romagna 2362 Piemonte 1900 Lazio 1272 Campania 654 Liguria 538 Veneto 500 Toscana 468 Friuli-Venezia Giulia 300 Trentino-Alto Adige 236 Sardegna 68 Calabria

Nuoto: medagliere per società Comitato Società Bergamo 1 Polisportiva Sport E Cultura Ferrara 2 Estense Nuoto Bergamo 3 Asd Nuoto Olimpic Sondrio 4 Chiavenna Nuoto Varese 5 Asd Happy Sport Team Salerno 6 A.S.D. Blue System Piemonte-Novara 7 N.C. Magenta Sondrio 8 A.S.D.&C Futura Veneto 9 De Akker Ferraranuoto Asti 10 Asti Nuoto Bergamo ra Sop bate 11 Pol. Brem Bergamo 12 Onda Blu Bergamo 13 Nuoto Bergamo Alta Bergamo 14 Sphaera Pistoia 15 Co.G.I.S. S.C.S.D. Bologna 16 Azzurra 1991 Bergamo 17 Gis Milano Ssd Imperia 18 Bordighera Nuoto Lazio 19 Forum S.C. Como 20 Ssd Dimensione Sport Srl Verbania 21 Csi Verbania - Domo Nuoto Bologna 22 San Giorgio Nuota Bergamo 23 Swimming Bg Sondrio 24 Yellow Sport Team A.S.D. Como 25 Aquavitae Erba

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Oro Arg. Bronzo Regione 9 9 21 Lombardia 5 11 18 Emilia-Romagna 16 17 14 Lombardia 3 7 14 Lombardia 12 11 11 Lombardia 9 8 11 Campania 4 5 9 Piemonte 4 2 9 Lombardia 6 2 8 Veneto 7 12 7 Piemonte 1 6 6 Lombardia 7 5 5 Lombardia 5 4 5 Lombardia 6 3 5 Lombardia 1 0 5 Toscana 3 7 4 Emilia-Romagna 1 7 4 Lombardia 0 5 4 Liguria 4 2 4 Lazio 12 8 3 Lombardia 7 7 3 Piemonte 3 6 3 Emilia-Romagna 2 4 3 Lombardia 10 3 3 Lombardia 5 5 2 Lombardia



DANONE NATIONS CUP

Te lo do io

…il Brasile! di Felice Alborghetti

Dopo il Mondiale dei grandi campioni, il 16 ottobre a San Paolo è in programma la finale della Danone Nations Cup 2014. A rappresentare l’Italia, in maglia azzurra, sarà ancora la Wonderful Bari, per il secondo anno consecutivo, squadra under 12 vittoriosa nella finale nazionale, tenutasi a metà giugno a Lignano 46

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i abbiamo preso gusto!” Afferma Franco Ricciardi il presidente-allenatore della Wonderful Bari, la squadra pugliese per il secondo anno consecutivo vincitrice della Danone Nations Cup, il grande torneo di calcio a 9 che ha coinvolto ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. E se al gusto dei prodotti Danone va ad aggiungersi quello calcistico di un Mondiale, che andrà a giocarsi a metà ottobre in Brasile, c’è da sognare a bocca aperta. “Non stiamo nella pelle per la gioia perché sappiamo la bellezza del Mondiale Danone, avendolo già vissuto un anno fa – prosegue mister Ricciardi Ringrazio di cuore il Csi, per questa splendida opportunità. Giochiamo anche in Figc, ma nel Csi c’è più divertimento, le famiglie sono coinvolte meglio”. Lo scorso anno i meravigliosi “galletti” baresi finirono quindicesimi nel tempio londinese Wembley, battuti dal Brasile nel susseguirsi delle gare. Ora avranno più esperienza per questa nuova straordinaria avventura. “Credi nei tuoi sogni”

è il motto della Danone Nations Cup, e il nostro sogno - insiste Ricciardi è farmeglio dello scorso anno. Abbiamo più esperienza, due ragazzi del 2002 hanno già disputato la finale internazionale. Insieme a me a Londra, il capitano Alessandro Pinto e il portiere Fabrizio Florio (il migliore della finale nazionale italiana). Siamo l’Italia, vestiremo ancora l’azzurro. Ora le vacanze, ma da settembre sotto ai 12 che voleranno a San Paolo”. E nel 3-3-2 pugliese, rispetto ad un anno fa ci saranno anche i gemelli Fabio e Giuseppe Caradonna, una spina nel fianco delle avversarie al Teghil di Lignano Sabbiadoro, teatro dell’edizione 2014 del torneo. In Italia il torneo, arrivato alla 15a edizione, conta 18.000 atleti tra i 10 e i 12 anni e 900 squadre partecipanti, mentre nel mondo coinvolge 2,5 milioni di ragazzi, risultando così la competizione calcistica più grande del Pianeta. Così come già avvenuto nella scorsa edizione, Danone è stata partner di tutti i Campionati Giovanili Under 12 di calcio Csi, iniziati lo scorso autunno.



PRIMO PIANO

Aumenta in Europa il tasso di sedentarietà

Verso una Settimana europea dello Sport In risposta, Bruxelles pensa di lanciare nel 2015 una forte iniziativa promozionale comunitaria a favore della pratica motoria e sportiva. di Andrea De Pascalis

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l 2015 dovrebbe vedere la prima edizione della “Settimana europea dello sport” (EWoS: European Week of Sport). Il condizionale è necessario: l’idea, delineatasi nel 2012, sta avendo una lunga gestazione. Guardando alle singole promozionali “giornate nazionali dello sport” che hanno luogo in tanti

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paesi (anche in Italia, ai primi di giugno), si è pensato che una settimana europea avrebbe avuto un impatto maggiore. Per capire come realizzare il progetto, lo scorso novembre è stato organizzato a Bruxelles un seminario in cui sono state presentate alcune “buone pratiche” e più di 20 organizzazioni sportive (non

governative) hanno dibattuto come realizzare il progetto. In questo mese di giugno, sempre a Bruxelles, una conferenza internazionale discuterà come lanciare l’iniziativa. La preoccupazione che è a monte di tutto questo lavoro nasce dall’inattività fisica che affligge un ancora vasto numero di cittadini europei. Numeri che hanno trovato ulteriore conferma dall’ultimo rapporto Eurobarometro del marzo scorso su “Sport e attività fisica”. Il 42% dei cittadini europei intervistati risultava non fare mai esercizio fisico o sportivo, il 17% raramente, il 33% con qualche regolarità (una volta a settimana), e solo l’8% con autentica regolarità (5 volte a settimana). Ad allarmare è l’aumento dei sedentari rispetto all’analoga indagine del 2009. Le autorità europee fanno affidamento sulla diffusione della pratica sportiva per risolvere due problemi capitali: il miglioramento o mantenimento dello stato di salute dei cittadini, con riflessi positivi sulle spese sanitarie, e l’integrazione/coesione sociale, che sempre più si presenta come una sfida decisiva dei prossimi anni. Si pensa che la “Settimana europea dello sport” dovrebbe avere un impatto maggiore delle singole “giornate nazionali”, conquistando più spazio sui media, traendo il meglio dalle buone pratiche sperimentate in mezzo continente, coinvolgendo un maggior numero di stakeholders, promuovendo la cooperazione internazionale delle più diverse organizzazione sportive. Se si tratta di un’idea efficace lo vedremo nel 2015.



ZOOM

I diritti dimenticati

dei bambini di Tito Della Torre

Il VII Rapporto del CRC sui minori in Italia evidenzia una situazione difficile, con la rarefazione dei servizi per l’infanzia e la perdurante mancanza di politiche pubbliche adeguate 50

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13 anni dalla nostra ratifica, in Italia la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia continua ad essere scarsamente rispettata. È quanto si afferma nel 7° Rapporto del CRC, network di 87 soggetti del Terzo Settore che vigila sull’applicazione della Convenzione nel nostro paese. La crisi politica ed economica che assedia l’Italia si è riflessa in un indebolimento degli interventi in materia di politiche dell’infanzia e tutela dei minori. Qualche dato: nel 2012 solo il 13,5% dei bambini di 0-3 anni nati in Italia ha potuto accedere ai servizi per l’infanzia e agli asili nido; in tanti Comuni aumentano le rinunce alla frequenza del nido perché le famiglie non sono più in grado di pagare le rette. Altro nodo è la mancanza di rispetto per i diritti del fanciullo (e in particolare il diritto ad avere una famiglia) che si riflette nella tendenza dei servizi sociali a inserire in comunità i bambini e i ragazzi che sono fuori dalla famiglia di origine, piuttosto che usare lo strumento dell’affido. Diritto trascurato o sottovalutato è anche il diritto al gioco e allo sport, la cui importanza deriva dalla certezza che le due

attività rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo psico-fisico del minore. Purtroppo sul gioco “vero”, come libera e formativa esperienza di vita (quindi con esclusione dei giochi virtuali) i dati statistici del CRC sono preoccupanti: diminuiscono gli spazi e il tempo disponibili per il gioco. Anche le scuole non sembrerebbero oggi luoghi idonei ad attività ludiche, i suoi spazi andrebbero riorganizzati. Tutto questo non sembra preoccupare i decisori pubblici. Deficit di attenzione da parte dei decisori e mancanza di specifiche politiche pubbliche caratterizzano anche il settore sport. Il sistema sportivo - l’osservazione è del CRC - sembra non cogliere fino in fondo la propria capacità potenziale di essere strumento per la promozione sociale della comunità: la valenza sociale dello sport è affermata a livello di principio, ma manca la sua traduzione in un piano programmatico. Così continuerà a essere, presumibilmente, finché non si riuscirà a mettere a sistema l’esistente e a varare (investendo le opportune risorse) piani integrati tra sociale, sport e politiche giovanili.




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