Il Poligrafico, n. 205, 2021

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Sovvenzioni

PNRR: nuova linfa per le imprese

italiane

di Francesca Sassoli

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Il “Moderno Piano Marshall” messo in atto dall’Unione europea per fronteggiare la crisi economica innescata dalla Pandemia Covid 19 sta iniziando a delinearsi. Si tratta del Next Generation EU, il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall'UE, pari a 750 miliardi di euro che in Italia ha preso il nome di PNRR.

Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è un documento pluriennale che recepisce e mette in atto obiettivi connessi ai tre grandi assi strategici condivisi a livello europeo, cioè digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e innovazione sociale. Il nostro Piano prevede sei missioni principali: (i) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; (ii) Rivoluzione verde e transizione ecologica; (iii) Infrastrutture per una mobilità sostenibile; (iv) Istruzione e ricerca; (v) Inclusione e coesione; (vi) Salute. Il 37% del fondo in arrivo dall’Unione Europea sarà destinato a progetti contro il cambiamento climatico e a sostegno di piani sostenibili, mentre almeno il 20% sarà impiegato per spingere la trasformazione digitale. L’Italia è la prima beneficiaria dei due principali strumenti del Next Generation EU. Riceveremo complessivamente dall’Europa 204,5 miliardi: 191,5 del PNRR da impiegare nel periodo 20212026, dei quali circa 69 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. I restanti 13 miliardi fanno riferimento al React-EU per gli anni 2021-2023, dei quali quasi 8,5 miliardi destinati alle nostre aree del Mezzogiorno.

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“Il PNRR contiene tutte le premesse per far sì che l’Italia possa veramente cambiare marcia e diventare un Paese sempre più orientato alla digitalizzazione e all’innovazione”, commenta Paolo Intini, avvocato ed esperto fiscale e Head of Ayming Institute Italia. “Secondo il Digital Economy and Society Index, l’Italia si posiziona al 25° posto in Europa per livello di digitalizzazione. Le cause principali di questo gap sono la limitata diffusione di competenze digitali e la bassa adozione di tecnologie avanzate, come ad esempio le tecnologie cloud. Le PMI costituiscono la maggior parte del nostro tessuto produttivo. È stato proprio lo scarso livello di investimenti in digitalizzazione e innovazione delle piccole e medie imprese a rallentare la crescita italiana degli ultimi 20 anni”.

29/11/2021 10:37:31


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