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in che la barca va, lasciala andare, non remare, stai a guardare”. Recitava così l’incipit dell’ultimo Porto Franco. A distanza di qualche settimana è sempre il mondo della musica a darci il titolo che rappresenta perfettamente la fotografia del settore trasporto, oggi. “Endless river”, fiume senza fine. Un fiume silenzioso che scorre sotto gli occhi distratti di chi si è fatto incantare dai risultati positivi dei primi mesi dell’anno, senza lottare per garantire al settore un posto di primaria importanza in uno scenario europeo sempre più competitivo. Conosciamo bene le conseguenze drammatiche di questa distrazione, che negli anni ha portato alla chiusura e delocalizzazione di numerose imprese di autotrasporto, impoverendo notevolmente il tessuto imprenditoriale italiano. Tra le cause che hanno indotto le imprese di trasporto a trasferirsi all’estero, ci sono il livello dei costi complessivi di gestione, le normative del lavoro, la pressione fiscale e la burocrazia. Tutte cause che hanno spinto tante, troppe imprese italiane a chiudere, a trasferirsi all’estero o ad essere acquisite da grandi gruppi. La recente cessione del Gruppo Fiat Auto ai francesi non sarà certo indolore per le aziende di trasporto italiane.
The endless river, il silenzio di un flusso senza fine.
Il mercato dei veicoli industriali dà i primi segni di cedimento nel mese di maggio, facendo registrare un -15% rispetto allo stesso mese del 2019. Inutile dire che c’era da aspettarselo ma, purtroppo… c’era ampliamente da aspettarselo. Il mercato non può essere trainato da misure ed incentivi spot, il settore del trasporto deve evolvere nelle direzioni della sicurezza e della sostenibilità per poter anche solo sperare di essere competitivo agli occhi di un’Europa che avanza, in uno scenario in cui i grandi gruppi stranieri sono pronti ad appropriarsi del mercato locale utilizzando i nostri trasportatori e trasformandoli in fornitori di secondo livello. Ammontano a 62 miliardi di euro gli interventi sulle infrastrutture, sulla mobilità e sulla logistica sostenibili contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato dal Consiglio dei Ministri. Una cifra che, almeno all’apparenza, pone il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) al centro del rilancio del Paese. La speranza è che questi fondi vengano investiti realmente in progetti di medio e lungo termine che consentano lo sviluppo del sistema infrastrutturale e la creazione di un sistema trasporto all’avanguardia, dal punto di vista della sicurezza e della sostenibilità. Il settore della logistica e del trasporto è animato da piccole e medie imprese che non possono portare sulle proprie spalle tutto il peso della “transizione”, è necessario offrire loro un piano a medio-lungo termine che consenta loro di continuare ad investire in questo Paese, con la consapevolezza che questo Paese ha compreso la centralità del settore.
di Franco Fenoglio Presidente &Forward
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The endless river
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